COME NASCE UNA
STORIA…
Pioveva…
Ma perché nelle storie deve sempre piovere? O nevica, o
c’è la nebbia, o piove…
Nella mia storia ci sarà
nuvolo.
Non tanto da minacciar
pioggia, né poco da venire abbagliati dalla luce
solare.
Qualche nuvola qua e là,
insomma…
Allora:
C’è nuvolo…
Due ragazzi giocano in un
parco.
In un parco!?!?
Ma sei stupido?! Se c’è nuvolo non vanno
a giocare al parco!!
Quindi, dove potrebbero andare?
A cena? Mieloso.
A scuola? Scontato.
A casa? Che fantasia ragazzo!!
No, no, no! Serve qualcosa,
ma cosa?!
Un albero… sì, perfetto! Sono
su un albero, un cipresso in particolare.
Sì, un cipresso dovrebbe
andar bene.
Quindi:
C’è nuvolo…
Due ragazzi sono su un
cipresso e…
E!? che fanno due ragazzi su un cipresso? Non possono mica fare
un pic-nic! Ben che meno giocare a scacchi, su un cipresso!
Pensa Fabio, pensa…
Salutano!!!
Magari altri due ragazzi!! MAGARI SU UN PRUNO!!!
C’è nuvolo…
Due ragazzi sono su un
cipresso e salutano altri due ragazzi che sono su un pruno.
Ok, dovrebbe andare.
Ma questo non basta neanche per fare un bigliettino dei
Baci Perugina!
Devo dire altre cose… ma cosa…
Perché dovrei dire altre cose?? Una storia può essere breve, ma
intensa e con pathos… che fa soffrire il lettore e lo strazia!!!
C’è nuvolo…
Due ragazzi sono su un
cipresso e salutano altri due ragazzi che sono su un pruno.
Poi muoiono.
Ok. Perfetta.
MotoMoto