sono ritornato
finalmente, ho
avuto alcuni problemi tecnici a impostare il capitolo ^^”
Solo una cosa vi
chiedo: recensite,
so che potrei sembrarvi patetica (e lo sono) ma che vi costa!
E’ GRATIS!
Mi rendereste felice,
io ci
metto impegno e leggere recensioni (che non leggo) mi darebbe uno
stimolo in più!
Gioirei e ballerei la lambada!!!
Ok l’angolo
delle
commiserazioni è finito, vi ho scritto all’inizio
perché mentre leggerete
penserete alla povera, sconsolata scrittrice che forse si
prenderà l’influenza (non
per colpa vostra ovviamente).
Kiss
kiss gossip g... volevo dire roxy XD
San
Valentino, la festa degli innamorati, ma per una certa ragazza non era
solo
quello.
Amanda
Vegas stava trotterellando allegramente fra i corridoi che dovevano
condurla ai
sotterranei. Quel giorno era particolarmente felice, aveva ricevuto una
lettera
dai suoi genitori, le avevano chiesto se desiderava qualcosa in
particolare
qualcosa per il suo compleanno.
Sì,
il suo compleanno cadeva proprio il 14 Febbraio, mancavano allora
più o meno
due settimane.
Adorava
quel giorno. Regali, amici, divertimento, era sempre stato
così ogni anno
della sua vita. Festeggiare ad Hogwarts era una novità e non
sarebbe stata la
stessa cosa. No, decisamente no, pure la ragazzina lo sapeva, nessuno
sapeva
dell’evento e voleva tenerlo nascosto.
Per
varie ragioni: in primo luogo se una delle sue
“amiche” l’avesse saputo
avrebbe avuto la scusa per organizzare una di quelle feste affollate,
con
persone snob e antipatiche, in secondo luogo aveva paura del successo o
del
fiasco che avrebbe fatto suscitato quella notizia. A chi poteva
importare del
suo compleanno? Era già il giorno di S.Valentino, non era la
sua festa ma
quella delle coppiette che pensavano a corteggiare il ragazzo
o la
ragazza, passare una serata romantica e robe varie, il suo compleanno
le sembrava
un intoppo quel giorno.
Tutte
motivazioni stupide e ne era cosciente, a conferma le sue supposizioni
erano
state: sua mamma, la sua amica Nadia, Mirtilla Malcontenta (a volte la
divertiva parlare con quel fantasma) e anche il quadro al secondo piano
della
fanciulla col cappellino.
Nonostante
tutto avrebbe ricevuto dei regali per il suo compleanno, dai suoi
famigliari e
amici fuori Hogwarts, aveva fatto poi sapere scrupolosamente che
dovevano far
arrivare i doni a mezzanotte così nessuno li avrebbe visti e
non avrebbero
fatto domande.
Troppo
presa dalla gioia del momento si dimenticò di
guardare avanti e come
succede quando lei non stava attenta…
“Ahi!
Ma sta più attento!”. I suoi modi educati da
quando stava dentro quel
castello si erano
volatilizzati chi sa
dove. Si era difesa così dopo essere andata a scontrarsi con
qualcuno di cui
ignorava momentaneamente l’identità.
“Tu
piuttosto! Dovresti chiedermi scusa, ma guarda te”. Con tutta
l’arroganza
possibile Louise si fece sentire.
“Oh
sei tu, in tal caso nemmeno sotto tortura ti chiederei
scusa!” rispose
sorridendole malignamente.
“Ma
come osi Serpe maledetta!” le gridò contro offesa
più che mai di
quell’affronto.
Iniziò così una
lunga lite, partita da insulti vari, finii per mezzo di bacchette.
Luoise
Weasley era del quinto anno e aveva già ricevuto
l'istruzione necessaria che
avrebbe sicuramente spiazzato qualunque matricola. Ma non conosceva
affatto la
sua rivale, non sapeva che di incantesimi ne conosceva parecchi, che
aveva
iniziato a praticarli dall’età di nove anni, sotto
l’insegnamento della nonna
che non si faceva scrupolo di nulla e pretendeva sempre di
più.
“
Vi rendete conto delle vostre azioni? Un duello in mezzo al corridoio!
Le
vostre famiglie sono state informate e per voi una punizione
è obbligo! Proprio
la figlia di Bill Weasley, da te non me lo sarei proprio aspettato. Non
voglio
che ricapiti più una cosa del genere è
chiaro?” con tutta la severità che
Minerva McGranitt poteva avere, fece una ramanzina lunga, prima di
spedirle in
punizione.
Se
un prefetto Tassorosso non avesse visto cosa stava succedendo, se non
fosse
corso ad informare un professore, se non avesse incontrato per
coincidenza la
preside, non si sarebbe trovata chinata a pulire le coppe nella sala
dei trofei
insieme alla sua, da quel giorno, arci-nemica.
Dopo
quella giornata sfaticante potè finalmente dirigersi nei
sotterranei, ma
stavolta guardandosi bene intorno per non finire di nuovo nei
guai.
Arrivata
in Sala Comune trovò seduti vicino al camino:
Anthony Zabini, Bill
McCleod, Bruce GreenGrass e infine al centro Scorpius Malfoy.
Cerco
così di passare inosservata cosa impossibile dopo
che il quadro da dove
era uscita, come farlo apposta, sbattè con forza.
Guardò il suo dormitorio, la
sua salvezza in quel momento.
“Che
ci fai in giro a quest’ora?”. Anthony Zabini era un
prefetto perciò aveva tutto
il diritto di fare quella domanda.
“Eh,
io…” si girò di un poco, parlare dando
le spalle le sembrava scortese “E’ una
storia un po’ lunga” concluse con un sorriso tirato
più che poteva, in quel
momento preferiva scavarsi la fossa, che parlare con lui e i suoi
compari.
“Ma
davvero? Noi non abbiamo fretta anche se sono le undici, dai siediti e
raccontaci”. Scorpius parlava sempre nei momenti meno
opportuni e per dire
sempre cose “insulse”, a detta della ragazza.
“No,
sono stanca, magari un’altra volta ragazzi” era
sicura che così l’avrebbero
lasciata stare ma si sbagliava.
“Ma
che fai! Sei stata invitata su vieni, non mordiamo” non aveva
mai sentito
parlare Bill e capiva il motivo, aveva una voce che ricordava le papere.
Adesso
la stavano fissando, anzi avevano un’espressione che dava
l’idea di “se non
vieni veniamo noi”.
Con
un sospiro si avvicinò a loro, avrebbe voluto
sedersi da qualche parte ma
non c’erano poltrone libere lì vicino. Guardando
con più circospezione notò che
Malfoy le faceva cenno di sedersi sulle sue ginocchia.
Inorridì,
non che l’idea di stare in braccio a lui le dispiacesse, ma
con degli
spettatori intorno non le garbava affatto.
Optò per
il tappeto, per fortuna nessun’altro ebbe da lamentarsi.
Le
chiesero di raccontare quello che le era accaduto, ma lei si
limitò a riferire
solo le cose più importanti, non vedeva l’ora di
andarsene.
“Wow
sei una forza, ti sei proprio scelto una ragazza coi fiocchi”
fece notare Bruce
al cugino Scorpius.
“Lo
so, e dovesti sapere il resto!”. Iniziarono così a
parlare di lei, come fosse
una scopa dell’ultimo modello. Lei, rossa in volto e con la
bocca aperta,
ascoltava le loro parole.
Parlarono
della sua bellezza, per poi passare al portamento, per arrivare ai voti
e
infine giunsero all’argomento famiglia, per quanto il giovane
potesse conoscere
Amanda, lei credeva che a quel punto non avrebbe conversato molto
sicuro che in
quanto lui non conosceva nulla.
“
Purosangue, so che sua madre è di origine francese e il
padre…” sogghignò che
lui sapesse?
Sbiancò,
poteva fingere uno svenimento, magari l’avrebbero portata in
infermeria e
avrebbero chiuso lì.
“Mi
dici il nome e cognome di tuo padre?” aveva specificato anche
il cognome, era a
conoscenza del segreto di famiglia? L’avrebbe smascherata in
quell’istante?
“Perché?”. Era
la domanda più stupida che potesse fare in quel momento.
“Sai
che ho scoperto, tesoro? Che tu hai il cognome di tua madre, Vegas ma
non
possiedi quello di tuo padre. E sai come lo so? Dopo che mi hai dato
quell’anello mio nonno ha iniziato ad investigare e gira e
rigira tutto è
venuto a galla”
“Se
lo sai già il nome di mio padre perché non lo
dici te” La sua voce tremava, gli
occhi si erano fatti lucidi, era arrivata l’ora della
verità? Sapeva anche
l’altro importante segreto? Era stato il suo piano fin
dall’inizio?
Si
guardarono, lui sembrava deciso e lei implorante.
“Ragazzi
ho sonno andiamo” si alzò e appena lo fece li
altri lo seguirono.
“Sogni
d’oro” disse infine prima di inoltrarsi
dell’oscurità del suo dormitorio.
Rimase
di stucco, se ne era andato così? Pian piano si
sentì meglio e dopo
qualche minuto si diresse di corsa in camera sua.
Le
serviva una pausa, anzi un sonno ma era sicura che non sarebbe stato
d’oro.