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Autore: roxy_black    09/10/2009    1 recensioni
STORIA IN VIA DI GRANDI MODIFICHE, NUOVO LOOK, NUOVI SCENARI!
1. capitolo aggiornato!
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Capitolo 3
“Ehi, aspetta, volevo ringraziarti, avrei fatto una brutta
fine se non mi avessi spinta via, grazie”
Fu un attimo: “Di niente”, rispose. Poi
risalì sulla sua scopa e ripartì.
Chi l’avrebbe mai detto? Scorpius Malfoy. Anche lui dietro le
apparenze aveva un cuore tenero?
Cap 10
“Si va bene, l’hai scoperto, e allora? Vuoi dirlo a
tutta Hogwarts? Ma cosa ci guadagneresti poi?”.
“Se vuoi tenerlo nascosto non sarò certo io ad
andare contro al tuo volere, per adesso, ma…”
sogghignò.
“Lo sapevo, sarebbe stato troppo bello, qual è la
condizione?!” gli chiese con furore. Se c’era un
modo, almeno uno, per cavarsela l’avrebbe affrontato.
“Dovrai essere la mia ragazza”
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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9

Ciao a tutti!!

sono ritornato finalmente, ho avuto alcuni problemi tecnici a impostare il capitolo ^^”

Solo una cosa vi chiedo: recensite, so che potrei sembrarvi patetica (e lo sono) ma che vi costa! E’ GRATIS!

Mi rendereste felice, io ci metto impegno e leggere recensioni (che non leggo) mi darebbe uno stimolo in più! Gioirei e ballerei la lambada!!!

Ok l’angolo delle commiserazioni è finito, vi ho scritto all’inizio perché mentre leggerete penserete alla povera, sconsolata scrittrice che forse si prenderà l’influenza (non per colpa vostra ovviamente).

 

Kiss kiss gossip g... volevo dire roxy  XD

 

 

 

San Valentino, la festa degli innamorati, ma per una certa ragazza non era solo quello.

Amanda Vegas stava trotterellando allegramente fra i corridoi che dovevano condurla ai sotterranei. Quel giorno era particolarmente felice, aveva ricevuto una lettera dai suoi genitori, le avevano chiesto se desiderava qualcosa in particolare qualcosa per il suo compleanno.

Sì, il suo compleanno cadeva proprio il 14 Febbraio, mancavano allora più o meno due settimane.

Adorava quel giorno. Regali, amici, divertimento, era sempre stato così ogni anno della sua vita. Festeggiare ad Hogwarts era una novità e non sarebbe stata la stessa cosa. No, decisamente no, pure la ragazzina lo sapeva, nessuno sapeva dell’evento e voleva tenerlo nascosto.

Per varie ragioni: in primo luogo se una delle sue “amiche” l’avesse saputo avrebbe avuto la scusa per organizzare una di quelle feste affollate, con persone snob e antipatiche, in secondo luogo aveva paura del successo o del fiasco che avrebbe fatto suscitato quella notizia. A chi poteva importare del suo compleanno? Era già il giorno di S.Valentino, non era la sua festa ma quella delle coppiette che pensavano a corteggiare il ragazzo o  la ragazza, passare una serata romantica e robe varie, il suo compleanno le sembrava un intoppo quel giorno.

Tutte motivazioni stupide e ne era cosciente, a conferma le sue supposizioni erano state: sua mamma, la sua amica Nadia, Mirtilla Malcontenta (a volte la divertiva parlare con quel fantasma) e anche il quadro al secondo piano della fanciulla col cappellino.

Nonostante tutto avrebbe ricevuto dei regali per il suo compleanno, dai suoi famigliari e amici fuori Hogwarts, aveva fatto poi sapere scrupolosamente che dovevano far arrivare i doni a mezzanotte così nessuno li avrebbe visti e non avrebbero fatto domande.

Troppo presa dalla gioia del momento si dimenticò di guardare avanti e come succede quando lei non stava attenta…

“Ahi! Ma sta più attento!”. I suoi modi educati da quando stava dentro quel castello  si erano volatilizzati chi sa dove. Si era difesa così dopo essere andata a scontrarsi con qualcuno di cui ignorava momentaneamente l’identità.

“Tu piuttosto! Dovresti chiedermi scusa, ma guarda te”. Con tutta l’arroganza possibile Louise si fece sentire.

“Oh sei tu, in tal caso nemmeno sotto tortura ti chiederei scusa!” rispose sorridendole malignamente.

“Ma come osi Serpe maledetta!” le gridò contro offesa più che mai di quell’affronto.

Iniziò così una lunga lite, partita da insulti vari, finii per mezzo di bacchette.

Luoise Weasley era del quinto anno e aveva già ricevuto l'istruzione necessaria che avrebbe sicuramente spiazzato qualunque matricola. Ma non conosceva affatto la sua rivale, non sapeva che di incantesimi ne conosceva parecchi, che aveva iniziato a praticarli dall’età di nove anni, sotto l’insegnamento della nonna che non si faceva scrupolo di nulla e pretendeva sempre di più. 

“ Vi rendete conto delle vostre azioni? Un duello in mezzo al corridoio! Le vostre famiglie sono state informate e per voi una punizione è obbligo! Proprio la figlia di Bill Weasley, da te non me lo sarei proprio aspettato. Non voglio che ricapiti più una cosa del genere è chiaro?” con tutta la severità che Minerva McGranitt poteva avere, fece una ramanzina lunga, prima di spedirle in punizione.

Se un prefetto Tassorosso non avesse visto cosa stava succedendo, se non fosse corso ad informare un professore, se non avesse incontrato per coincidenza la preside, non si sarebbe trovata chinata a pulire le coppe nella sala dei trofei insieme alla sua, da quel giorno, arci-nemica.

Dopo quella giornata sfaticante potè finalmente dirigersi nei sotterranei, ma stavolta guardandosi bene intorno per non finire di nuovo nei guai. 

Arrivata in Sala Comune trovò  seduti vicino al camino: Anthony Zabini, Bill McCleod, Bruce GreenGrass e infine al centro Scorpius Malfoy.

Cerco così di passare inosservata cosa impossibile dopo che il quadro da dove era uscita, come farlo apposta, sbattè con forza. Guardò il suo dormitorio, la sua salvezza in quel momento.

“Che ci fai in giro a quest’ora?”. Anthony Zabini era un prefetto perciò aveva tutto il diritto di fare quella domanda.

“Eh, io…” si girò di un poco, parlare dando le spalle le sembrava scortese “E’ una storia un po’ lunga” concluse con un sorriso tirato più che poteva, in quel momento preferiva scavarsi la fossa, che parlare con lui e i suoi compari.

“Ma davvero? Noi non abbiamo fretta anche se sono le undici, dai siediti e raccontaci”. Scorpius parlava sempre nei momenti meno opportuni e per dire sempre cose “insulse”, a detta della ragazza.

“No, sono stanca, magari un’altra volta ragazzi” era sicura che così l’avrebbero lasciata stare ma si sbagliava.

“Ma che fai! Sei stata invitata su vieni, non mordiamo” non aveva mai sentito parlare Bill e capiva il motivo, aveva una voce che ricordava le papere.

Adesso la stavano fissando, anzi avevano un’espressione che dava l’idea di “se non vieni veniamo noi”.

Con un sospiro si avvicinò a loro, avrebbe voluto sedersi da qualche parte ma non c’erano poltrone libere lì vicino. Guardando con più circospezione notò che Malfoy le faceva cenno di sedersi sulle sue ginocchia.

Inorridì, non che l’idea di stare in braccio a lui le dispiacesse, ma con degli spettatori intorno non le garbava affatto.

Optò per il tappeto, per fortuna nessun’altro ebbe da lamentarsi.

Le chiesero di raccontare quello che le era accaduto, ma lei si limitò a riferire solo le cose più importanti, non vedeva l’ora di andarsene.

“Wow sei una forza, ti sei proprio scelto una ragazza coi fiocchi” fece notare Bruce al cugino Scorpius.

“Lo so, e dovesti sapere il resto!”. Iniziarono così a parlare di lei, come fosse una scopa dell’ultimo modello. Lei, rossa in volto e con la bocca aperta, ascoltava le loro parole.

Parlarono della sua bellezza, per poi passare al portamento, per arrivare ai voti e infine giunsero all’argomento famiglia, per quanto il giovane potesse conoscere Amanda, lei credeva che a quel punto non avrebbe conversato molto sicuro che in quanto lui non conosceva nulla.

“ Purosangue, so che sua madre è di origine francese e il padre…” sogghignò che lui sapesse?

Sbiancò, poteva fingere uno svenimento, magari l’avrebbero portata in infermeria e avrebbero chiuso lì.

“Mi dici il nome e cognome di tuo padre?” aveva specificato anche il cognome, era a conoscenza del segreto di famiglia? L’avrebbe smascherata in quell’istante?

“Perché?”. Era la domanda più stupida che potesse fare in quel momento.

“Sai che ho scoperto, tesoro? Che tu hai il cognome di tua madre, Vegas ma non possiedi quello di tuo padre. E sai come lo so? Dopo che mi hai dato quell’anello mio nonno ha iniziato ad investigare e gira e rigira tutto è venuto a galla”

“Se lo sai già il nome di mio padre perché non lo dici te” La sua voce tremava, gli occhi si erano fatti lucidi, era arrivata l’ora della verità? Sapeva anche l’altro importante segreto? Era stato il suo piano fin dall’inizio?

Si guardarono, lui sembrava deciso e lei implorante.

“Ragazzi ho sonno andiamo” si alzò e appena lo fece li altri lo seguirono.

“Sogni d’oro” disse infine prima di inoltrarsi dell’oscurità del suo dormitorio.

Rimase di stucco, se ne era andato così? Pian piano si sentì meglio e dopo qualche minuto si diresse di corsa in camera sua.

Le serviva una pausa, anzi un sonno ma era sicura che non sarebbe stato d’oro.  

   
 
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