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Autore: formerly_known_as_A    12/10/2009    1 recensioni
Tutto inizia quando Yuffie inizia a stare male, cosa rara per la ninja. Poi avviene tutto in fretta: la rivelazione che le cambierà la vita, riportando a galla un passato che avrebbe desiderato tenere nascosto e poi, loro, i membri della Dusk Society o Società del Crepuscolo... Chi sono? Che cosa vogliono di preciso da lei? Chi potrebbe avercela con un innocente ladra di Materia? ma, soprattutto, riuscirà l'autrice a scrivere un riassunto decente e finire la fanfiction entro il 2025? Lo scoprirete solo leggendo!
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Vincent Valentine, Yuffie Kisaragi
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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I really feel I'm losing my best friend. I can't believe This could be the end.

Sento veramente che sto perdendo il mio migliore amico. Non posso credere che questa possa essere la fine

Don't speak, I know just what you're saying. So please stop explaining. Don't tell me 'cause it hurts. Don't speak, I know what you're thinking, I don't need your reasons. Don't tell me 'cause it hurts .

Non parlare. So cosa stai dicendo, Perciò' smettila di spiegare, Non dirmelo perché fa male. Non parlare. So quel che stai pensando. Non ho bisogno di spiegazioni. Non dirmelo perché fa male

Our memories, they can be inviting, but some are altogether, Mighty frightening. As we die, both you and I, with my head in my hands I sit and cry.

I nostri ricordi, posso essere belli, ma alcuni sono a dir poco spaventosi. Mentre moriamo, entrambi, con la testa tra le mani mi siedo e piango.

It's all ending, I gotta stop pretending who we are... You and me. I can see us dying ... are we?

Sta finendo tutto, devo smetterla di fingere ciò che siamo... Tu ed io, posso vedere che stiamo morendo... non e' vero?

Don’t Speak – No Doubt

Marie era il radar della Società del Crepuscolo e, in quanto tale, individuava le sue prede. Infallibile e amorale, era la loro arma principale. Non solo prevedeva le mosse e i movimenti dell’avversario, ma riusciva, analizzando quelle stesse mosse, a trovare i punti deboli da usare a proprio favore.

Marie era la perfetta macchina da guerra, anche se in modo diverso dagli altri Crepuscolari. Era una stratega, nata nel sangue e per la battaglia, cresciuta per essere fredda, razionale e ridere in faccia alla morte. Se solo ne fosse stata capace.

Per molti versi, la sua storia personale le ricordava quella di Shelke. L’ex Zviet si era ripresa perché circondata da persone che l’avevano aiutata e, nonostante le apparenze, anche grazie a Reeve. Cosa sarebbe successo a Marie?

Semiramis e la veggente, cresciute insieme, sembrava non avessero la minima idea di come funzionassero gli scambi interpersonali. Shelke si era imposta di dar loro una mano a reinserirsi nel mondo reale, ma sembrava non aver sortito nessun effetto. Le due, inoltre, continuavano ad essere una coppia che non sa di essere una coppia.

In ogni caso, dopo l’abbandono della Dusk da parte di Marie, essa si era ritrovata senza uno strumento prezioso ed aveva smesso di disturbare Avalanche. Il bancone di Tifa era stato ricostruito e tutto sembrava fin troppo normale...

Shelke e Rose, le uniche due donne sul Pianeta ad amare le pulizie, ormai sfruttate da Tifa, spazzavano il bar al ritmo di “Don't let me be misunderstood”, sollevando più polvere di quella che togliessero, perché, impossibilitate a causa della scopa a battere le mani a ritmo, battevano con i piedi il pavimento di legno del locale.

Yuffie si annoiava a morte. Sì, si annoiava a morte perché non era più inseguita da un gruppo di fanatici dallo scopo imprecisato. Trascorreva le giornate dormendo, mangiando biscotti e guardando la televisione. Marlene, per qualche strano motivo fan di fantascienza, le aveva prestato le trenta serie complete di Doctor Who e la ninja, dopo aver guardato le ultime tre stagioni con estremo interesse, si era magicamente convertita. Dopo aver trascorso due settimane vagando per il bar e ripetendo “sterminare, sterminare” agli sfortunati avventori, aveva accettato di accompagnare la ragazzina al cinema, per vedere l’undicesimo film di Star Trek. Grave errore!

Lo “sterminare” era stato sostituito dall’augurio di “lunga vita e prosperità”, il che era un grande passo avanti, visto che, diciamocelo, Zachary Quinto è un po' meglio di un Dalek.

La conversione di Yuffie a Whoviana e, contemporaneamente, ad Adoratrice di Spock e della Sua Stirpe ebbe come conseguenza che tutti coloro che passavano per il bar, da Cloud al Pervertito del Villaggio, ebbero un soprannome ispirato. Cloud era alternativamente un Klingon e un Paradigma di Skasa, il che non era proprio un complimento. Povero Klingon.

Il signor Valentine, che improvvisamente si era messo ad evitarla si era guadagnato il soprannome di “Distruttore di Mondi”, anche se, in verità, era più Yuffie a volerlo distruggere che altro. Aveva tentato di parlargli più volte, ma chissà perché, chissà percome, lui si era sempre limitato a rispondere per monosillabi.

Probabilmente era troppo concentrato a far girare il criceto sulla ruota. Due cose alla volta non riusciva a farle. In fondo, era un uomo, certe cose proprio non gli riuscivano.

Sospirò, svaccata sul divanetto.



Le mancava inseguire come una cretina Sephi in giro per il mondo. Incredibile. Doveva avere qualche problema psicologico. Un trauma infantile.

Eppure, la sua vita nomade insieme ad Avalanche le mancava. Era come se avesse perduto qualcosa di realmente importante. Irrimediabilmente. In fondo, erano come una famiglia. Cloud era un padre un po' dispotico e rompiballe, Tifa consolava e rassicurava gli altri membri del gruppo, proprio come una madre. Con la sola eccezione che spesso i membri maschi ricevevano pugni e calci se avevano fatto qualcosa di sbagliato.

E gli altri erano come fratelli.

Leviathan, le mancavano persino i commenti maligni di Cid

Le mancava, tutto questo. Non che non volesse bene alla poca famiglia che le era rimasta. Semplicemente, non era proprio normalissima.

Sospirò, affranta. E tintinnò. Il sospiro divenne uno sbuffo. Perché doveva girare per Wutai vestita da albero di Natale? Soprattutto se a Wutai non si festeggiava? Giocherellò con i due anelli-armatura d’oro che indossava, al mignolo ed all’anulare. Erano estremamente appuntiti. Ci avrebbe volentieri infilzato Chekov. Non poteva togliersi tutta quella roba di dosso da sola. Avrebbe di sicuro rovinato qualcosa. E poi, chi l'avrebbe sentito suo padre?

Ma dov’era quell’essere?!

-Yuffie?-

Si voltò, sorpresa, ritrovandosi faccia a faccia con Vincent Valentine. Lui non era vestito da albero di Natale, ma era evidentemente sorpreso. Chi non lo sarebbe stato, davanti ad una trasformazione del genere?

-Ehy...- sussurrò, arrossendo. -E' passato quasi un anno... Come mai qui?-

Lo vide esitare. Non riusciva, era abbastanza evidente, a distogliere lo sguardo da lei, dal vestito che indossava e dalla decorazione natalizia che stava miracolosamente in piedi sulla sua testa. -Ehm... Ho sentito delle voci su di te... Dicono... Bé, stai andando alla grande!- balbettò lui, ipnotizzato dalla cometa dei Re Magi.

stai andando alla grande”? Non era esattamente nel frasario di Vincent o, almeno, non da sobrio. E lui non era mai ubriaco.

-Chaos!-

Il demone riprese la propria forma originaria e sorrise: -Sei realmente splendida, Yuffie. Sarò breve e cercherò di non fare troppi giri di parole. Sono qui per chiederti un appuntamento.-



Stupidi ricordi! Si alzò a fatica e salì in camera. Non che disdegnasse la presenza di altre persone, ma aveva un mal di schiena terribile e voleva dormire. Ma la camera, come scoprì immediatamente, era occupata proprio dall'essere bipede che non voleva assolutamente vedere. Ma con cui doveva riuscire a parlare.

Era sdraiato sul proprio letto e fissava il soffitto, ma, non appena la vide entrare, si ricordò magicamente che aveva da fare e si alzò, scusandosi. Gli sbarrò la strada, risoluta.

-Mi spieghi che ti succede?- gli chiese, affranta. In realtà aveva assunto un'espressione con cui non avrebbe mai voluto affrontarlo. E questo, lo vide, lo mise a disagio.

-Nulla, assolutamente nulla, sono solo molto in ritardo.- rispose lui, con un sorriso tirato. Non era neppure più capace di mentire, apparentemente, perché non ci credette neppure un attimo. Era diventato il Bianconiglio e lei si era magicamente trasformata in Alice? Perché non se n'era accorta?

-Per cosa?-

-Che moglie gelosa...-

-Se tu mi rispondessi forse mi metterei il cuore in pace, Vinnie... Non mi sembra di aver fatto nulla che potesse irritarti, almeno, spero... Sei il mio migliore amico... E non voglio che ti allontani così, senza dirmi cosa ti tormenta.- sussurrò, tormentandosi le mani.

La strinse a sé, per un tempo che a Yuffie sembrò troppo breve e poi, uscendo dalla stanza, finalmente, rispose: -E' proprio questo il problema.-



Quella notte l'aveva sentito alzarsi e fare le valige. Non aveva poi molto da portare via. Non riusciva a credere che se ne stesse andando, forse era solo un incubo.

Sentendo i passi allontanarsi verso l'uscita, si irrigidì, ancora indecisa sul da farsi. Poi lo sentì tornare e sedersi sul letto. Ed accarezzarle i capelli per svegliarla. Fece finta di dormire e lo sentì esitare. Ma poi la chiamò e lei si alzò di scatto.

-Vinnie?-

-Vado via, Yuffie. Non hai più bisogno di me, qui sei ben protetta.- le sussurrò come scusa.

Se ne stava veramente andando via. Stava scappando dal gruppo, come aveva sempre fatto. Non sarebbe mai riuscito ad integrarsi, non sopportava che qualcuno fosse in pena per lui.

Ma l’aveva svegliata, la stava avvertendo, al contrario di quello che aveva sempre fatto. Capì di essere importante, ai suoi occhi.

Avvertì la sua intrusione, ma si lasciò scivolare dentro di lui, dentro le sue tenebre. E si vide piangere. Si vide piangere in modo ordinato, senza urli o singhiozzi, solo lacrime. Una ragazzina incinta seduta sul letto, incapace di muoversi. Patetico.

Marie non avrebbe mai più comunicato alla Dusk dove si trovavano, erano al sicuro o, almeno, lo sarebbero stati per un po'. La Società era quasi sconfitta. Era quasi finita.

E lui andava via.

E lei non riusciva a trattenerlo. Si accontentava di cadere nel suo baratro, di assimilare il suo dolore. Non aveva parole per trattenerlo.



-Bé, non siamo proprio sposati... Sei più la mia guardia del corpo... E un amico... Capito signor guardia del corpo?-

-Ti prego, non chiamarmi in questo modo.- mormorò Vincent, appoggiandosi al vetro della finestra con la fronte.

-Che palle! C’è una cosa che lei non ti abbia detto?- si lamentò la ninja, incrociando le braccia al petto e sbuffando.-

-C’è, ma non mi aspetto che tu me lo dica.-



Qualcosa che l’avrebbe trattenuto, probabilmente. Ma cosa? Cosa non gli aveva mai detto?

-Vincent... Vinnie... Ti prego... Non andare via.- pigolò, stringendo la stoffa della camicia da notte e tornando in sé. Si asciugò le lacrime. –Che razza di padre e marito saresti?-

-Yuffie... Sappiamo entrambi chi è il vero padre della bambina. E non sono io.- le rispose, con un sorriso tirato. –E’ stato bello finché è durata l’illusione, Yuffie, davvero. Ma non posso restare.-

Le accarezzò la testa, dolcemente e l’attirò a sé, abbracciandola. –Non piangere... Tornerò a trovarvi...- promise.

La fissò qualche istante negli occhi, quasi indeciso su ciò che voleva fare. Poi si allontanò, fermandosi nuovamente, con la mano sul pomello della porta.

Scese rapidamente dal letto e gli corse incontro, afferrandogli un braccio per trattenerlo. Si voltò verso di lei, sorpreso solo a metà.

-E ora? Cosa vuoi dirmi, Yuffie? Cosa vuoi fare? Tutto il nostro viaggio è stato un continuo tripudio di segreti e parole non dette, non potrai trattenermi con il silenzio. Io ho deciso. Sta a te decidere, ora.- mormorò, con la maniglia stretta nel pugno.



Se dovessi essere catturata, neppure lei saprebbe consolarmi. Neppure lei potrebbe alleviare la mia colpa.



-Resta ancora un’ora.- lo pregò, per non restare in silenzio.

-Il mio treno parte tra un’ora, Yuffie.- ribatté Vincent, apatico.

-Allora dieci minuti, un minuto... Ma dammi la possibilità di trattenerti.-

Un sorriso amaro si formò sulle labbra del moro: -Sembri Desdemona nell’Otello, Yuffie. Me ne sto solo andando, non ti sto uccidendo.- le fece notare, girando di poco la maniglia.



-Perché insisti nel volermi proteggere?-

-L’ho promesso.-



-Hai ragione, che stupida... La tua missione è finita. Da bravo Turk, te ne vai. Ah, accidenti! Io che quasi ci credevo! Scusami, scusami!- esclamò, ridendo. –Ho dimenticato completamente che il grande Vincent Valentine non prova sentimenti per le proprie missioni! Sono proprio stupida! Vai pure, non sarò io a trattenerti, soprattutto che, visto che siamo in vena di confessioni, io proprio non ti sopporto, Vincent! Non hai idea di quanto sia stato difficile usarti per tutto questo tempo! Leviathan, immagina la mia faccia quando ho scoperto che non potevo più proteggermi da sola! Ovviamente, ho subito pensato a te! Chi altri può essere manipolato come te? Proprio per questo motivo proprio mi fai schifo. Un individuo senza spina dorsale come te, a Wutai, sarebbe stato buttato da Da Chao alla nascita!-

Non sapeva perché stava dicendo quelle cose orribili e false. Sapeva solo che più il viso di lui si faceva triste, più lei si sentiva soddisfatta, più il proprio dolore si allontanava. Voleva ucciderlo.

Si spaventò da sola per quello che aveva pensato. Voleva annientarlo, perché lui stava annientando lei.

-Sei ancora qui? Te ne vuoi andare? Nessuno ti vuole, in questa casa, soprattutto la sottoscritta.- sibilò, aprendo lei stessa la porta.

Vincent la fissò. Stringeva i denti, sospeso tra rabbia e dolore. Poi uscì, chiudendo la porta dietro di sé. Non sarebbe tornato.

Ascoltò i suoi passi nel corridoio, nelle scale e, poi, finalmente, il rumore della porta che si apriva e chiudeva.

Rimase a fissare la porta chiusa, incredula. Cercò di convincersi che non era colpa sua se andava via. Ma era colpa sua. Era colpa dei suoi silenzi e delle sue mezze verità. Non era stata sincera. Ma non lo era mai stata, con nessuno. Aveva paura di mostrare i propri sentimenti. Preferiva ferire chi amava, cacciarlo.

Così era stato con suo padre.

Scoppiò finalmente a piangere, afferrò un vaso da una mensola e lo buttò sulla porta, urlando. Crollò sulle ginocchia, lasciando che la crisi isterica continuasse, finché non avvertì una fitta intensa al ventre. Smise di urlare, ma quella non diminuì affatto d’intensità. Al contrario.

Sentì qualcosa scivolarle tra le gambe, qualcosa di caldo e denso. Sangue.

E comprese.

Non aveva perso la bambina quando suo padre era morto.

L’avrebbe persa perché Vincent se ne andava.





L’angolo degli amichetti di Chaos

Chaos: (Piangendo) Mi hai abbandonatooooo!!! Non sei più la mia amichetta, non vuoi più far soffrire Vincent e Yuffie! Sei cattiva!!! Però, dai, la fine del capitolo è abbastanza cattiva! (con un grande sorriso) Sei la mia amichetta preferita!

Yuffie e Vincent: Ma guarda 'sto stron...

Scusateeee!!!! Dall'ultima volta in cui ho aggiornato ho fatto la maturità e mi sono trasferita all'estero!!! Troppe cose da fare, da studiare da... argh! Non ne posso più! Ho dovuto persino rileggere tutto perché non ricordavo un'acca! Ho riscritto la fine, in modo che tutti i nodi vengano veramente al pettine e non vedo l'ora di pubblicarla... Anche perché Yuffie sta sperimentando la gravidanza più lunga della storia dell'umanità... Più di due anni!

Scusate anche l’abbondanza di citazioni non sempre comprensibili... Ma mi sono buttata per disperazione nella fantascienza (come se ne fossi mai uscita...) ed ultimamente è un ossessione... Chissà perché... XD Sarà per il signor ZQ? O per il signor LN? Diciamo che è più per il signor Spock... Tutti e tre... XD

Spiegazione dei termini:

Klingon: alieno presente in Star Trek, con un'espressione eternamente e teneramente corrucciata, con tanta voglia di uccidere tutto ciò che incontra. Se su Google cercate Klingon vi innamorerete immediatamente di loro. Che sexy!

Paradigma di Skasa: chiave dietro a cui vi è il modo in cui funziona l'universo. Riuscendo a capire il paradigma, una persona potrebbe ritrovarsi a giocare a Dio.

Spock: no, dai, ragazzi, non posso spiegarvi cos'è Spock... E' come tentare di spiegare Dio... XD Su Wikipedia sono meno fanatici di me, vi spiegheranno meglio.

Riuscirò ad avere una connessione internet? Riuscirò a terminare questa benedetta storia e passare ad altro? Riuscirò a non uccidere la mia vicina che fa casino notte e giorno? XD

ps: notare quanto sono lunghi i paragrafi adesso, rispetto al primo capitolo... Me ne sono accorta rileggendo tutto!



   
 
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