CAPITOLO 1:Bimba smarrita,senza pace
L'amore
può salvarci l'anima, o dannarla per sempre.
Christine
Daae appoggiò la fronte febbricitante al vetro freddo della carrozza nella
quale stava viaggiando.
Sperava
di trarne almeno un fittizio e momentaneo sollievo,e
così fu.
Per
un solo rinfrancante secondo, potè chiudere gli occhi e sperare di svegliarsi,
sudata e scarmigliata,nel proprio letto, all’Opera
Populaire.
Ma
non appena riaprì
gli occhi,disturbata da un violento scossone della vettura sulla strada,
comprese con amarezza che a nulla sarebbero valsi i suoi tentativi di
dimenticare,di fingere che fosse stato tutto un incubo.
Fino
a poche ore prima la sua vita aveva avuto il sapore romantico e dolce di una
fiaba.
Non
erano mancati i momenti tristi,come la perdita del suo
dolcissimo,adorato padre, e i lunghi e sofferti mesi di solitudine patiti dopo
il lutto.
Ma poi…nella sua vita era entrato l’Angelo.
Lo
splendente Angelo della Musica che Gustave Daae aveva promesso alla figlioletta
disperata e piangente,sul suo letto di morte.
Accarezzando
la soffice massa scura dei suoi capelli ricci,le aveva
mormorato queste rassicuranti parole,con l’ultimo filo di voce,un sorriso
stentato sulle labbra pallide ed esangui.
“Non
piangere,mia dolcissima Christine… non sarai sola,
quando io non ci sarò più. Lassù in Cielo c’è un angelo,un
angelo specialissimo, che attende per venirsi a prendere cura di te. E’un angelo diverso da tutti gli altri… Egli è l’Angelo
della Musica. Ti aiuterà a realizzare i tuoi sogni. Affidati a lui,e non sarai mai più sola…”
Era
morto quietamente,così come era vissuto, uomo dallo
straordinario talento e dalla grande umiltà.
E
lei nonostante quelle parole confortanti a cui si era appigliata con la forza
della disperazione, aveva passato mesi di angoscia,solitudine,rimpianto.
Era
poi giunta a Parigi,ed era stata affidata alle cure
amorevoli di Madame Giry, l’insegnante del corpo di ballo della celebre Opera
Populaire.
La
prima volta che aveva visto la donna era rimasta intimidita dalla sua aria
austera ed inflessibile.
Ma ben presto,vivendole accanto, scoprì quanto Madame
Giry sapeva essere materna e dolce, a dispetto dell’apparenza severa.
Si
affezionò a lei come ad una vera madre…in fondo la sua l’aveva appena
conosciuta, era morta di parto poco dopo averla data alla luce. Si affezionò moltissimo anche alla
figlioletta di Madame, Meg, che ben presto divenne la sua più grande amica e confidente.
Ma
nonostante questi nuovi affetti,le capitava spesso di
essere sommersa da una nuova ondata di dolore straziante,quando pensava alla
morte del suo adorato papà.
Aveva preso l’abitudine di scendere nella piccola, diroccata
cappella del Teatro, in disuso da anni ormai, e rannicchiata davanti ad un
piccolo altare, dopo aver acceso una candela per la sua memoria, pregava fervidamente per ore.
Lì,per la prima volta,udì
Una
voce piena di compassione ed amore,che la implorò di
non piangere, e che cantò per lei, per farle tornare il sorriso.
Christine
fu colpita da questo evento, ma non si spaventò come
avrebbe fatto qualunque altra bambina. Quella voce non poteva che appartenere
all’Angelo della Musica, lo spirito guida promessole da suo padre.
Per
mesi quella voce si fece sentire solo di rado, nella quiete della cappella o al
momento di andare a letto.. quand’ella non riusciva a
prendere sonno, quel canto celeste la tranquillizzava e la conduceva verso
sogni felici.
Poi,quando aveva circa dodici anni, e già si esibiva come
ballerina di fila nel balletto dell’Opera,
Terminato
di cantare,Christine era rimasta interdetta.
Avrebbe
giurato che il suo Angelo stesse piangendo…
Ma
non era assolutamente possibile..gli Angeli non
piangono,vero?
Recuperando
un tono fermo di voce, l’Angelo l’aveva lodata per il suo talento,e da quel giorno in poi aveva iniziato ad impartirle
lezioni di canto.
All’inizio
lei seguì obbediente queste lezioni,ma senza
entusiasmo, quasi soltanto per compiacere il proprio Angelo…ma mentre il tempo
passava, si stupì dei propri progressi..e non solo.
Ogni
volta che cantava per lui, ogni volta che lui cantava per lei,era
come se in qualche modo la loro relazione si facesse più stretta, più forte.
Da
una parte questi nuovi sentimenti la terrorizzavano,
dall’altra la attraevano come il canto di una sirena.
Un
giorno,qualche anno più tardi, dopo che il famigerato
Fantasma dell’Opera (non si trattava di null’altro che una stupida leggenda,
ovviamente, ma tutti al teatro vi credevano ed erano pronti ad attribuirgli
ogni colpa!) aveva provocato degli incidenti in scena, la famosa Diva,
Gli
impresari e il resto del cast erano assolutamente disperati… fu allora che
Madame Giry propose di far cantare la giovane
Christine Daae.
All’inizio
tutti le avevano scoccato uno sguardo di profondo
scetticismo.
Una
ballerina,che cantava nei panni della star? Assurdo…
Ma appena la sua voce era fluita cristallina nell’aria,
avevano cambiato parere.
Quella
stessa sera si era esibita come protagonista nei panni di Elissa,
e aveva dedicato nel suo cuore ogni applauso, ogni sorriso, ogni complimento al
suo amato Angelo.
Quella
stessa sera aveva anche ritrovato il suo più caro amico d’infanzia, Raoul…che
ora era diventato il Visconte de Chagny.
Come
sembravano lontani i tempi in cui, bambini appena, giocavano insieme in
Normandia… ora appartenevano a due mondi diversi ed inconciliabili.
O
almeno,così aveva pensato.
Ormai
quella presenza celeste era diventata come un’ossessione per lei, e quando
aveva trovato il coraggio di confidarsi con Meg, la ragazza le aveva dato della visionaria.
Non
esistono Angeli della Musica, aveva sentenziato.
Come
poteva saperlo con assoluta certezza?
Del
resto il suo Angelo non le si era mai mostrato, ne
aveva solo udito la voce.
E
se.. se fosse stata solo una sua allucinazione?
Un
sogno dettato dal disperato bisogno di una guida?
Per
giorni pianse,digiunò e implorò l’Angelo di mostrarsi
a lei.
Era
quasi allo stremo delle forze.. quando improvvisamente
l’Angelo apparve nella sua stanza, attraverso lo specchio.
Non
era un Angelo, ma un uomo.
Un uomo alto e forte, dallo sguardo penetrante e sicuro, ma
che indossava una mezza maschera bianca sulla metà sinistra del viso.
Con un brivido Christine si rese conto che l’Angelo era solo un uomo,e che l’uomo era il Fantasma dell’Opera.
Ciononostante
la strana attrazione che provava nei suoi confronti non
si affievolì.
Quell’uomo,quell’Angelo aveva stregato la sua anima,vinto ogni
resistenza del suo spirito.
L’amava,senza dubbio.
Le
sue parole non erano mai state dirette, ma la idolatrava come una Dea.
Però,poteva restare in sua compagnia la notte soltanto.
Il
suo angelo non abbandonava mai il suo sotterraneo
regno di tenebra, tranne che per qualche veloce incursione ai danni degli
impresari. Era lei a doverlo raggiungere laggiù…
Di
giorno Mademoiselle Daae cantava, esercitando la propria voce o esibendosi
negli spettacoli serali.
Con
gran stizza della Carlotta,era diventata lei la vera
attrazione del Teatro, la star per cui si faceva la fila al botteghino. Un
insperato trionfo a detta di tutti.
La
notte,scendeva nel suo regno e donava tutta la sua
arte e la sua anima all’Angelo.
Aveva
conosciuto la deformità del suo viso sfigurato,ma dopo
un’iniziale momento di terrore e smarrimento, ora non ne aveva più alcuna
paura.
Like the sound of silence calling,
I hear your voice and suddenly
I'm falling, lost in a dream.
Like the echoes of our souls are meeting,
You say those words and my heart stops beating.
I wonder what it means.
What could it be that comes over me?
At times I can't move.
At times I can hardly breath.
Josh Groban, When you say you love me
Questa
doppia vita ovviamente lasciava le sue tracce sul viso sempre più smunto a
pallido di Christine.
Raoul,
che contro ogni buonsenso imposto dall’etichetta si era messo a corteggiarla,
non ci mise molto a comprendere cosa stava succedendo.
Spiandola scoprì il segreto dell’Angelo della Musica,e
tentò di strapparla dalle sue grinfie.
Una
sera le domandò di sposarlo,e in uno sventurato
momento, scossa per l’assassinio di Joseph Buquet e commossa dalla bontà di
sentimenti del suo amico, Christine accettò.
Da
quel momento iniziò una lenta catastrofe che li travolse tutti…fino alla caduta
del lampadario,e al suo rapimento durante la
performance del Don Juan Triumphant…
Il
Fantasma l’aveva trascinata nel suo regno,e l’aveva
messa di fronte ad una scelta terribile.
Avendo
catturato Raoul,l’aveva ricattata.
Se lei non lo avesse sposato, avrebbe ucciso il Visconte.
Se
invece lo avesse fatto, il ragazzo sarebbe stato libero,ma
lei sarebbe stata legata a lui per l’eternità.
Ricatto
crudele e meschino…ma dopo pochi istanti di smarrimento,lei
aveva capito cosa doveva fare.
Accettò
la sua proposta,infilandosi l’anello che lui le aveva
donato.
E dimentica dell’orrore del suo viso, ormai senza maschera,
lo aveva baciato.
Era stato il suggello del loro patto…accettava di essere legata a lui
per l’eternità.
Lo
aveva fatto per salvare Raoul da una morte certa ed orribile..
o forse no?
No.Perlomeno,
non solo.
Nonostante fosse sempre stata una ragazzina viziata, aveva
intuito se non compreso appieno la profonda disperazione che spingeva un uomo a
delitti tanto efferati, ad una pazzia tanto indomabile.
Lo
avrebbe aiutato a guarire sé stesso,le proprie oscure
ferite.
Dopo
tutto, per anni il suo Angelo aveva fatto ogni cosa
per lei.
Era
giunto il momento di ricambiare tanta dedizione.
Ma ancora una volta le cose erano andate diversamente da come
aveva immaginato.
Lui,piangendo,l’aveva respinta.
Aveva
sciolto il cappio che intrappolava il Visconte, e gli aveva ordinato di
riportare Christine in superficie.
Di
renderla felice….
Christine
da quel momento in poi rammentava poco o nulla.
Una
nebbia fitta ricopriva i suoi scarsi ricordi.
Aveva
pianto,si era dibattuta..o aveva accettato
passivamente il suo destino?
L’unica cosa certa è che in quel momento era in carrozza con il Visconte,e che non sapeva dove stessero andando. Si sentiva triste,vuota.
E
per la prima volta, dal giorno dell’incontro con l’Angelo,tanti
anni prima, si sentiva veramente sola.