Libri > Il fantasma dell'Opera
Segui la storia  |       
Autore: Kastania    06/06/2005    0 recensioni
*COMPLETO* Ecco qui la mia terza Fic...più intimista e riflessiva.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 2: E ritorno a te…

CAPITOLO 2: E ritorno a te…

 



I don't know how to love him
What to do, how to move him
I've been changed, yes really changed
In these past few days
When I've seen myself
I seem like someone else


I don't know how to take this
I don't see why he moves me
He's a man
He's just a man…

                                                    Andrew Lloyd Webber

 

 

 

Christine inspirò profondamente l’aria umida dei sotterranei.

 

Il corridoio era buio,e la candela che reggeva in mano poteva a malapena illuminare il pavimento davanti a lei.
Sentiva brividi scorrerle nella schiena, per il freddo e l’umidità del luogo e per la paura di ciò che stava per fare.

Inciampò in una pozzanghera gelida,ed imprecò silenziosamente.

 

Le ci erano voluti dei mesi per trovare il coraggio di liberarsi dalle circostanze che ormai la destinavano senza scampo al matrimonio con il Visconte de Chagny.

Non era stato difficile ribellarsi per paura dei pettegolezzi della gente, di cui non le importava assolutamente nulla. Ma aveva esitato a lungo per non infliggere un dolore a Raoul.

Non avrebbe voluto per nulla al mondo farlo soffrire…

 

Ma alla fine aveva dovuto farlo.

Non poteva legare il suo destino a quello del ragazzo, non dopo aver acquisito la cruda consapevolezza di non amarlo affatto. Gli voleva bene,questo è certo, ed era lusingata dall’amore profondo che lui le dimostrava. Avrebbe sfidato ogni legge della società in cui vivevano, e l’avrebbe sposata a dispetto della sua umile condizione.

L’avrebbe resa Viscontessa,e cosa molto più importante, avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per renderla felice.

 

Era lei che non avrebbe potuto vivere una vita di menzogna.

Così,aveva trovato la forza di rompere quel legame,e di fare ritorno all’Opera Populaire.

 

Indossava un semplice,leggero vestito bianco, molto simile ad una camicia da notte.

Tese le mani,mentre scendeva,e accarezzò le pietre fredde e levigate del muro.

Il cuore le martellava dolorosamente in petto,e il corsetto allacciato troppo stretto le rendeva difficile respirare regolarmente. L’emozione quasi la stordiva.

 

 

Giunse alla fine del tunnel, e nella fioca luce della sala sotterranea lo vide.

 

Era chino sul suo organo a canne, e stava traendo da quello strumento note meravigliose.

Deglutì a fatica. La sua musica era splendida, possente, indomabile come un tempo.

Non era cambiata, e la stregava nello stesso identico modo di allora..

 

Gli si avvicinò sempre silenziosamente. Lui non la udì,preda com’era della musica.

Ogni volta che suonava o cantava, anche in passato,ne era come posseduto, anima e corpo.

Diventava una cosa sola con le note che eseguiva,completamente abbandonato alla forza della musica che lo attraversava.

 

Era alle sue spalle ormai. Le sarebbe bastato allungare la mano per sfiorargli il braccio…

Inghiottì la sua paura,la sua emozione,e lo fece.

 

La musica si interruppe.

L’Angelo si voltò…e lei iniziò a gridare terrorizzata.

Di lui non rimaneva altro che una maschera bianca,sulle ossa di un cadavere…

Lo sgomento fu tale che le sue grida divennero sempre più alte,e forti…

 

 

 

“Christine!”

 

“Mademoiselle Daae!!”

 

Christine spalancò gli occhi,agitandosi e scalciando senza controllo.

Si rese conto di essere a letto, trattenuta a stento nel suo delirio dalle cameriere che erano state messe al suo servizio da Raoul.

 

Di nuovo quel sogno…di nuovo quell’incubo.

Sarebbe mai finita,quella maledizione?

 

 

 

Era da poco rientrata all’Opera Populaire.

 

Erano trascorsi solo sei mesi dall’incendio che aveva quasi raso al suolo l’imponente teatro,ma incredibilmente i lavori erano proceduti a passo spedito,e ormai rimanevano ben poche,annerite tracce di quella notte di profanazione. Era come se il Teatro stesso avesse contribuito alla propria riparazione..come se avesse voluto medicare le proprie ferite, guarire la cicatrice bruciante di un ricordo doloroso.

 

Christine,nonostante il parere del medico che l’aveva in cura,e che la riteneva ancora troppo debole, e nonostante il velato disaccordo di Raoul, aveva insistito per tornare ad esibirsi in palcoscenico, con grandissima stizza della Carlotta che era ormai certa di poter nuovamente esercitare il suo assoluto potere sugli impresari e sull’intero teatro.

 

Ma monsieur Andre e monsieur Firmin erano più che lieti di riaccogliere nel cast la giovane Daae.

 

Non solo la ragazza avrebbe rappresentato una valida antagonista per la Diva,la quale avrebbe dovuto necessariamente frenare il suo pessimo carattere e le sue bizze assurde,per timore di essere sostituita all’ultimo dalla rivale…ma oltretutto il nome della giovane soprano in quei mesi era volato di bocca in bocca per tutta la Francia. In relazione ai pettegolezzi sul suo misterioso rapimento e sul Fantasma,certo.. ma in fondo, non era importante il motivo per cui se ne era parlato.

 

Il fatto veramente importante è che i francesi avrebbero pagato qualunque cifra per assistere all’esibizione della “sposa del Fantasma”,come veniva ora chiamata con macabra allusione.

E i due avidi signori lo sapevano molto bene,e ci contavano.

 

La ristrutturazione del teatro era stata un vero salasso,e non c’era stato un solo giorno in cui il nome di quell’efferato Fantasma dell’Opera non fosse maledetto con tutta la rabbia e la veemenza possibile.

Nonostante le imprecazioni colorite,in cuor loro quei bravi signori erano piuttosto soddisfatti.
Una volta riaperta l’Opera al pubblico,sarebbero stati ampiamente ripagati dei disagi economici subiti in quei mesi.

E soprattutto…non avrebbero mai più subito le vessazioni di quel pazzo.

 

Tutti erano infatti tacitamente d’accordo nel ritenere che il criminale fosse morto.

Il suo covo era stato trovato vuoto, la sua spettrale maschera bianca era stata ritrovata a pochi passi dalla riva del lago…forse,in un momento di rimorso o pazzia,si era tolto la vita?

 

Le uniche due persone che potevano essere ben informate sui fatti, ovvero Christine Daae ed il Visconte Raoul de Chagny, si erano dimostrate incredibilmente reticenti.

Nel breve colloquio sostenuto con la polizia, avevano affermato di aver abbandonato il nascondiglio sotterraneo lasciandolo in vita.

Ma non avevano idea di cosa gli fosse accaduto in seguito.

 

L’ispettore Barion, l’ufficiale che li aveva interrogati, era incredibilmente scosso.

Quella sera,fra le vittime della caduta del grande lampadario, aveva dovuto riconoscere la propria adorata sorella. Il suo stato d’animo era quindi fin troppo chiaro, quando aveva cercato di fare pressione sulla ragazza.

 

“Mademoiselle..non credo assolutamente che voi non sappiate dove lui possa essersi rifugiato. Non siamo riusciti a trovarlo da nessuna parte,ma quei maledetti cunicoli sono scarsamente illuminati,e pericolosamente simili ad un labirinto. Dio solo sa quanti trabocchetti e passaggi segreti ci sono,là sotto! Voi dovete aiutarci a scovarlo…o sarete arrestata come sua complice! Non dimenticatevi che quel mostro è accusato di svariati omicidi…volete seguire il suo infame destino?”


Aveva afferrato rudemente il polso della ragazza, che lo fissava ad occhi sbarrati,muta ed incapace di reagire, e la scuoteva energicamente.

Fu immediatamente bloccato dall’indignato Visconte de Chagny.

 

“Ispettore,come vi permettete? Dubitate della parola della mia fidanzata? La considero un’offesa personale… Christine è totalmente incapace di mentire,e “aveva aggiunto con tono gelido “ accusare lei significa accusare anche me. Abbiamo abbandonato insieme quel luogo maledetto da Dio,e vi abbiamo già raccontato tutto ciò di cui siamo a conoscenza. Dunque? Cosa intendete fare? Volete arrestarci?”

 

L’ispettore aveva taciuto immediatamente.

Inimicarsi la potente famiglia de Chagny non gli avrebbe giovato, né all’indagine né alla carriera.

Non gli rimase altro da fare che profondersi in sentite scuse verso la ragazza, e lasciarli andare.

 

Ma mentre guardava la giovane Christine Daae allontanarsi,incespicando,sorretta dal protettivo fidanzato,aveva represso un sogghigno.

Doveva tenerla d’occhio,e prima o poi avrebbe avuto la testa di quel bastardo su un piatto d’argento.

 

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il fantasma dell'Opera / Vai alla pagina dell'autore: Kastania