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Autore: DadaOttantotto    18/10/2009    5 recensioni
Stanca della monotonia del loro rapporto, se così si può chiamare, Kaori decide di lasciare Ryo e il loro appartamento. Riuscirà lo sweeper a farle cambiare idea, o le loro strad sono destinate a dividersi per sempre?
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Well now I guess I should've listened
When you said you'd had enough
(Should've listened - Nickelback)

Ho camminato tanto stanotte. E camminando ho pensato. Sempre alla stessa cosa: tu, Kaori.
Tu che mi aspetti in piedi ogni notte, quando io ti lascio sola. Tu che, nonostante tutti i miei difetti, sei ancora al mio fianco.
Più volte mi hai fatto capire di essere stanca del mio comportamento. Ma io non ho fatto niente. Forse prima o poi mi manderai a quel paese e mi lascerai da solo. Faresti bene, anche se ne soffrirei da morire. Sono un gran bastardo, lo riconosco. Soprattutto nei tuoi confronti. Ti ripeto di continuo che sei un mezzo uomo, quando invece penso l'esatto contrario. Sei una donna bellissima, e io sono innamorato pazzo.
Sono le cinque. Apro la porta di casa e mi lascio cadere sul pavimento. Vieni a raccogliermi e mi sorreggi fino a raggiungere la mia camera. In realtà non ne avrei bisogno, ma adoro quando lo fai. Mi sei talmente vicina che posso sentire il battito del tuo cuore.
Crollo sul letto. Inizio a far finta di russare. Solitamente rimani a guardarmi dormire, ma questa volta esci subito dalla stanza. Appena la porta si richiude alle tue spalle, smetto con la mia sceneggiata e apro gli occhi. Che succede, mia piccola Kaori?

La sveglia segna l'una passata. Distendo le braccia, ho i muscoli tutti indolenziti. Ho dormito davvero male stanotte... cioè, stamattina.
Vado verso la cucina seguendo il mio stomaco brontolante. Sento il tuo profumo, mi riempio i polmoni. Improvvisamente mi sento meglio. E' questo l'effetto che mi fai. Sei la cura ad ogni mio male.
Mi siedo a tavola e borbotto un "buongiorno". Tu però non mi rispondi. Ti limiti a mettermi davanti un piatto. Attacco a mangiare come se non vedessi cibo da giorni. Poi mi blocco, aspettandomi la tua solita ramanzina sul mio atteggiamento. Invece tu neppure mi guardi.
Non sembri arrabbiata. Più che altro sembri... indifferente. E questo fa ancora più male.
Senza dire una parola, torno a mangiare in modo più composto.
Togli tavola e inizi a preparare il caffè. Mi alzo e ti osservo. Alla fine vado a sedermi sul divano.
Dopo poco arrivi con una tazza di liquido fumante. Prima che possa ringraziarti, torni in cucina a lavare i piatti.
Non mi hai detto niente, ma immagino che questa mattina presto tu sia già andata a controllare se qualche cliente avesse bisogno di noi. Nulla anche oggi, scommetto. Passerò un'altra giornata a fare niente.

Alle tre suona il campanello. Apro un occhio e ti vedo andare ad aprire la porta. Ti sposti per lasciare entrare Saeko. Probabilmente ha qualche incarico spinoso per le mani e vuole il nostro aiuto. Ci ho azzeccato. Ha bisogno di noi per proteggere una ricca ereditiera. Che facciamo? Accettiamo, Kaori? In fondo non lavoriamo da un mese, siamo un po' a corto di soldi. E Saeko dice che ci pagheranno profumatamente.
Mi avvicino alla nostra amica con il mio solito atteggiamento da maniaco. Le dico che non accetterò alcun incarico da lei finchè non salderà il debito di mokkori. Sai già che finirò con il dirle di sì, e mi dispiace perchè so che a te da fastidio.
Saeko afferma che questa volta mi pagherà. Le salto addosso, ma mi fermo a metà, chiudendo gli occhi. Tra poco mi ritroverò spiaccicato nel muro, già me lo immagino. Tu però non fai niente. Aspetto, sperando che tu parta a scoppio ritardato. Voglio che tu lo faccia, ho bisogno che tu lo faccia! Ho bisogno di sapere perchè mi ignori. Cosa ti ho fatto? Mi fai male, male da morire.
Niente, non ti muovi. Neanche un martellino da 1 t. Sul mio volto è stampata un'espressione a dir poco interrogativa.
- Kaori... - mormoro, senza sapere cosa dire.
Ti alzi e vai verso la tua stanza. Osservo ogni passo che fai, chiedendomi che cosa stia succedendo.

Mi avvicino alla tua porta, cercando di fare rumore in modo che tu mi possa sentire.
- Kaori, posso entrare?
Nessuna risposta. La tentazione di spaccare la porta, entrare e parlarti direttamente è forte. Ma peggiorerei una situazione già critica.
Busso un'altra volta, poi entro.
- Va tutto bene? - ti chiedo.
Poi vedo i bagagli sul letto. E subito un senso di angoscia mi assale.
- Che succede? - la preoccupazione si fa largo nel mio tono di voce. Noto che te ne accorgi.
Ma neanche adesso mi rispondi. Ti limiti a piegare un maglione e a metterlo in valigia.
Non resisto più. Ti prendo per le spalle e ti faccio voltare.
- Dannazione, Kaori! Parlami! - mi accorgo che sto urlando.
Mi guardi negli occhi. Non so cosa leggerci, non traspare nessuna emozione. I miei invece sono carichi di paura. Paura, anzi terrore, che tu possa veramente pensare di andartene.
- Me ne vado - dici, dando sicurezza ai miei incubi.
Allento la presa, tu riesci a girarti. Metti una gonna vicino al maglione.
- Dove vai?
- Da mia sorella, a New York.
- Perchè, Kaori? - chiedo, come se realmente ci fosse bisogno di una risposta.
Ti irrigidisci. Per un secondo mi convinco che tu ti girerai e mi abbraccerai in lacrime. E' quello che spero con tutta la mia anima.
- Quando torni? - ti domando - Perchè... hai intenzione di tornare, vero?
Ti volti e mi rivolgi uno sguardo di ghiaccio. Tentenni un po' prima di dire la frase che manda il mio mondo in frantumi.
- Non lo so.
   
 
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