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Autore: _ayachan_    20/10/2009    16 recensioni
A cinque anni dalle vicende de "Il Peggior Ninja del Villaggio della Foglia", che ne è stato delle promesse, dei desideri e delle recriminazioni dei giovani protagonisti?
Non si sono spenti con l'aumentare dell'età. Sono rimasti sotto la cenere, al caldo, a riposare fino al giorno più opportuno. E quando la minaccia è che la guida scompaia, quando tutt'a un tratto le scelte sono solo loro, quando le indicazioni spariscono e resta soltanto il bivio, è allora che viene fuori il carattere di ognuno.
Qualunque esso sia.
Versione riveduta e corretta. Gennaio 2016
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'eroe della profezia'
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Penne 30
13/04/2016

Capitolo trentesimo

I veri mostri




Chiharu aveva deciso già da un po' che non se ne sarebbe rimasta con le mani in mano. Dal momento in cui era comparso il primo messaggero volante di Kakashi, per la precisione. Anche lei, come Sasuke, aveva capito che quel che stava per succedere sarebbe entrato nei libri di storia e non aveva la minima intenzione di restarne fuori.
Cinque anni prima, in occasione della sua prima possibile partecipazione alle cronache di Konoha, Chiharu aveva avuto la brillante idea di farsi venire una crisi esistenziale e auto-sospendere la propria carriera di kunoichi. Anche se alla fine l'unico che era entrato davvero nella storia era stato Naruto, perché aveva eliminato un'intera divisione della Roccia da solo, chi avrebbe potuto dire cosa sarebbe riuscita a fare lei partecipando agli eventi? Magari avrebbe avuto qualche brillante idea nel momento decisivo e avrebbe lasciato un'impronta negli annali della Foglia. Magari. Perché no? Anche Chiharu, come Hitoshi, viveva nell'errata convinzione che un giorno avrebbe risolto da sola qualche situazione insolubile, possibilmente di interesse internazionale.
E dal momento che ne era convinta, mentre Baka si ingegnava per rendere la loro postazione più sicura, lei si spremeva le meningi per trovare il modo di fare qualcosa di notevole.
«Senza i rinforzi da Konoha siamo spacciati» mormorò Akeru, sistemando i rami dei cespugli in modo che coprissero meglio il loro nascondiglio. «Non capisco perché Naruto non si sia ancora moltiplicato.»
«Naruto è ancora il Jinchuriki di Kyuubi?» domandò Haruka, cogliendoli di sorpresa.
Sia Akeru che Chiharu ammutolirono, scambiandosi sguardi cauti.
Non avevano mai parlato della cosa tra di loro, anche se entrambi, attraverso fonti diverse, erano arrivati a conoscere il segreto di Naruto; tutto ciò che trapelava al di fuori delle alte sfere era che l'informazione era coperta da autorizzazioni di altissimo livello, e per averla dovevi essere qualcuno. O avere spiccate doti di spionaggio.
«Non lo sapevate?» aggiunse Haruka, corrucciata. «Pensavo che tutti...»
«La nostra generazione non sa tante cose come la tua» disse Chiharu lentamente. «Alcuni di noi, per varie ragioni, sanno...» scoccò un'occhiata interrogativa ad Akeru, che annuì. «Ma chi non ha avuto a che fare con Naruto non ha idea di nulla. Pensano che conosca delle tecniche molto strane, tutto qui.»
Chiharu non aggiunse che il Consiglio aveva suggerito a Naruto di non pubblicizzare la cosa, se ambiva davvero a raggiungere la posizione di Hokage, ma lo fece soltanto perché in teoria lei non avrebbe dovuto saperne niente – era tra le persone con spiccate doti di spionaggio.
«Se Naruto è ancora un Jinchuriki, cosa lo sta fermando?» chiese Haruka. «Intendo... Con la potenza di Kyuubi non dico che potrebbe liberarsi facilmente di tutti gli avversari, ma quasi...»
«Infatti» Chiharu tornò a spiare il campo di battaglia, interrompendola. «E' proprio quello che non mi spiego.»
«Non ti azzardare a sporgere il naso!» scattò Akeru tirandola subito indietro. «So cosa vuoi fare.» Chiharu sbuffò indispettita. «E niente smorfie!» la ammonì lui. «E' stato Naruto a dirti di stare buona, non sono solo io ad essere fissato con la tua salute.»
«Sì, beh, peccato che fuori di qui ci siano Kotaro con le Porte del Chakra spalancate, due cinquantenni e un maledetto bambino! Un bambino!»
«Uscendo da questo buco non salverai la situazione. Aggiungerai soltanto una cardiopatica all'elenco.»
Chiharu levò le braccia al cielo, preda dell'esasperazione. La testa di Baka era piena di segatura! Là fuori si scriveva la storia, e loro stavano rannicchiati in disparte.
«Ok, senti. Mia madre dice sempre che non si può riempire un bicchiere rovesciato» annunciò. Akeru la fissò stranito. «Vuol dire che posso andare avanti a parlarti due ore, ma se non ti entra, non ti entra...»
«Non pro...»
Le parole morirono nella gola di Akeru, che si ritrovò improvvisamente privo di controllo sul proprio corpo. Chiharu sospirò, gettando uno sguardo alla propria ombra che si congiungeva alla sua, controllandola. Anche l'ombra di Haruka era stata agganciata senza che se ne accorgesse.
«Prometto di restare viva» assicurò la ragazza. «Ma se Naruto non si moltiplica, nessuno di noi torna a casa intero. Ora, hai presente quando ho chiesto alla madre di Jin se era claustrofobica? Bene, spero che non lo sia neanche tu, perché passo al piano B.»
Sempre tenendoli sotto controllo, compose una serie di sigilli, che per forza di cose si ritrovarono a fare anche loro. Si chinò per posare una mano sulle rocce ai loro piedi, e nel giro di pochi secondi le piccole zolle del fosso si ammonticchiarono a formare una cupola di terra sopra le teste di Akeru e Haruka, rinchiudendoli in un solido guscio. L'ultima fessura in cima alla cupola si richiuse quando il filo-ombra di Chiharu si ritrasse.
«Tranquilli, siete perfettamente al sicuro!» la sentirono gridare da fuori.
All'interno del rifugio, appena riuscì a muoversi, Akeru percorse tutta la superficie con le mani, senza individuare punti deboli. Riusciva a stare dritto soltanto al centro, perché ai margini la cupola diventava subito troppo bassa.
«Io la ammazzo!» ruggì, sferrando un pugno contro il guscio e graffiandosi le nocche.
«Non perdere la calma» intervenne Haruka, posando entrambe le mani sulla superficie interna della cupola. «So qualcosa del chakra di tipo terra.»
E allora, dapprima lentamente, poi sempre più rapidamente, i legami tra le zolle si sfaldarono e la barriera franò, aprendo uno spiraglio verso l'esterno.
«Grande!» esclamò Akeru, subito ringalluzzito, mentre Haruka si arrampicava all'esterno.
Ma lei si voltò a guardarlo, l'espressione nascosta dalle ombre della notte. «Mi dispiace» mormorò. «Si tratta di mio figlio, non posso stare a guardare.»
«Non...!» tentò di nuovo Akeru, e per la seconda volta le parole gli morirono in gola, mentre il passaggio si richiudeva al comando di Haruka. Appena prima che l'ultima zolla prendesse il suo posto lui si gettò in avanti, e mise una mano avvolta di chakra nella fessura che stava per saldarsi.
«Scordatevi di lasciarmi qui dentro!» ringhiò. «Appena esco vi ammazzo tutte e due!»

Chiharu non si sentiva particolarmente in colpa: se di colpa ce n'era, veniva soffocata ampiamente dall'eccitazione del combattimento e dall'adrenalina che le scorreva nelle vene.
Non fu semplice individuare Naruto: gli avversari erano ovunque, maschere bianche che comparivano da tutti i lati oscurando la vista e rimescolandosi come una marea di petali. Poi un'ombra enorme si sollevò fino ai rami che si protendevano verso la radura, e anche nel crepuscolo Chiharu capì che stava succedendo qualcosa. E che lei stava rischiando di arrivare tardi.
Si fece largo a forza, evitando tutti quelli che cercavano di afferrarla, e quando fu vicina posò le mani sulle spalle di un avversario e lo oltrepassò con una capriola. A mezz'aria impastò il chakra, appena in tempo per toccare terra con i palmi e far sollevare una colonna di sabbia.
Gli insetti diretti contro Naruto e Kakashi si sparpagliarono come foglie al vento. Chiharu atterrò, fiera e raggiante di orgoglio, esattamente tra i nemici e gli alleati.
Sapeva che Naruto la vedeva, alle sue spalle, e un fremito di eccitazione le corse lungo la schiena. Non era proprio il momento di commettere errori. Nonostante fosse praticamente circondata su tutti i lati, la potenza del suo sconfinato orgoglio le faceva credere di essere tornata in forma come quando non aveva problemi di cuore, rendendo la Lophenaria di Shikaku una blanda aspirina. E dire che accadeva solo perché aveva salvato ben due Hokage in un colpo solo!
Rannicchiata con le mani a terra studiò gli avversari. Se avevano atterrato Naruto e Kakashi non si illudeva di poterli sconfiggere, ma incrociò le dita, e il punto in cui i tre stavano fermi si frantumò in centinaia di zolle, costringendoli a saltare via.
La mano enorme che teneva fermi Kakashi e Naruto si allontanò, lasciando solo la rete a bloccarli. Chiharu si voltò per strapparla a mani nude, e così facendo non vide lo shinobi che le fece lo sgambetto. Cadde, sentendo il sapore del sangue invaderle la bocca e il respiro mozzarsi nei polmoni. Si rigirò sulla schiena, respingendo l'avversario con i piedi, per vederne altri quattro che prendevano il suo posto.
All'improvviso un artiglio scarlatto li respinse tutti, sfrigolando a contatto con la loro pelle.
«Adesso mi avete fatto incazzare!» gridò Naruto, improvvisamente al suo fianco.
Alle spalle di Chiharu, Baka masticò imprecazioni come il peggior portuale, sollevando le dita dalla rete che aveva appena sezionato con la tecnica bisturi che insegnavano al secondo anno di medicina. Chiharu lo intravide con la coda dell'occhio mentre liberava anche Kakashi.
«Haruka?» chiese subito quest'ultimo, vedendolo solo.
«Ha detto 'è mio figlio', e se l'è filata. Che mi prenda un colpo la prossima volta che accetto di fare la guardia a due femmine!» ringhiò Baka. Ed evitò lo sguardo di Kakashi, fingendosi molto impegnato.
Ora. Quando era riuscito a scavarsi un'uscita dalla trappola di terra di Chiharu in teoria avrebbe dovuto seguire Haruka, considerato che era l'obiettivo principale dei nemici... Ma in pratica non lo aveva fatto, non ci aveva neanche pensato; perché se doveva scegliere tra Haruka e Chiharu, la scelta era scontata. Il che non gli impediva comunque di sentirsi parecchio in colpa.
Kakashi non perse tempo a chiedere ulteriori informazioni, ma si liberò dei resti della rete e partì subito alla ricerca di Jin e Haruka. Akeru avvertì una fitta di vergogna, ma era troppo tardi per fare qualcosa. D'altronde si trattava sempre di un Hokage, chi meglio di lui per salvare la situazione?
A breve distanza, al fianco di Chiharu, Naruto allargò le braccia, muovendo le dita per assicurarsi che il chakra della Volpe scorresse senza problemi.
Cos'è questo puntino nero sul nostro collo?, sussurrò lei sorniona. Vogliono scherzare?
«Chiharu» disse Naruto, con un mezzo sorriso. «Ricordi quel che ho detto sul tenerti in disparte per non dover affrontare tua madre? Lascia perdere. Spacchiamo la faccia a questi presuntuosi!»
Chiharu sorrise entusiasta, un fremito di soddisfazione che le scorreva lungo la spina dorsale. Si rimise in piedi, memore di quando Naruto aveva fatto sul serio cinque anni prima, e afferrò Akeru per un braccio, costringendolo a fare un passo indietro senza ascoltare i suoi insulti. «Chiudi la bocca e guarda!»
Naruto alzò lo sguardo sugli shinobi che li circondavano. Snudò le zanne, sotto pupille strette e circondate di rosso. Sentiva il dolore delle ustioni, ma calcolò che avrebbe resistito quanto bastava.
«Se volete scappare, fatelo in fretta» suggerì.
Poi nove code di chakra scarlatto esplosero dal suo corpo. Roventi, dense di acido corrosivo, strisciarono sul terreno e si avventarono sugli avversari come se avessero vita propria. Muovendosi diffondevano una leggera luminosità rossastra, anche più terribile del sibilo delle ustioni che producevano.
Kotaro e Jin schivarono una delle code per un pelo, Gai, vicino a loro, afferrò Haruka prima che il chakra le sfiorasse una gamba. Gli uomini colpiti lanciarono grida di agonia, l'odore di carne bruciata impregnò l'aria di una nota acida, mentre i corpi cadevano a terra sibilando dalle vesciche aperte.
Chiharu fu attraversata da un brivido. Di nuovo, non capì se provava solo ammirazione o anche timore, soggezione, orrore. Era uno spettacolo affascinante e disgustoso al tempo stesso... Ma quanta potenza in quelle code!
Naruto ritirò il chakra, senza farlo scomparire. Si guardò intorno per trovare i tre che li avevano messi con le spalle al muro, ma a causa delle maschere identiche non riuscì ad individuarli.
Una vibrazione scosse il terreno sotto i loro piedi. Baka si appiattì a terra, Chiharu insinuò il suo chakra tra le rocce, ma quando si rese conto che non era una tecnica sbiancò.
«Insetti!» gridò, facendo per balzare via. Un tentacolo brulicante di creature la afferrò per la caviglia, tenendola giù. Baka capì con un secondo di ritardo, e gli insetti si avvolsero al suo petto, trascinandolo a terra.
Solo Naruto sembrò salvarsi, perché gli insetti sfrigolavano e bruciavano al contatto con il suo chakra. Ma tra i corpicini neri comparve una mano, e quella mano, incurante dei danni, oltrepassò la barriera scarlatta che rivestiva Naruto fino a posarsi sulla pelle della sua caviglia.
Kyuubi scomparve.
Naruto avvertì un dolore bruciante al collo, cadde in ginocchio senza fiato.
Dal terreno sotto di lui emerse Kin, lo shinobi che gli aveva applicato il marchio di cui Kyuubi aveva riso. Allargò le braccia, armate entrambe di kunai.
Chiharu, guardando le sue spalle, capì che non avrebbe sbagliato a colpire.


*


«Invece cerchi ancora in cantina!» esplose Hitoshi, afferrando Fugaku per il bavero. «Usa quel maledetto sharingan per scoprire qualunque fessura segreta!»
«Ho già guardato tutto!» gridò Fugaku, liberandosi con uno strattone.
«Buoni...» sbuffò Jiraya.
Che strazio. Gli Uchiha erano insopportabili a qualunque età, di qualunque generazione fossero.
«Andiamocene!» sbottò il minore degli Uchiha, con un'occhiata piena di astio verso il fratello. «Se non dovessi stare qui a fare la balia a te sarei avanti con papà!»
«A farmi da balia!» Hitoshi scoppiò in una risata acida. «Guarda che è proprio il contrario.»
«Il mio sharingan sarebbe stato utile!»
Jiraya afferrò entrambi per il colletto e li sollevò di qualche centimetro, facendo cozzare una testa contro l'altra.
«Non ho grande simpatia per la vostra famiglia» sottolineò. «Non costringetemi a uccidervi.»
Bruscamente li rimise a terra, ripromettendosi di andare in pensione appena fosse tornato Kakashi. I due ragazzi si massaggiarono la fronte imprecando contrariati, ma non osarono alzare la voce contro uno dei ninja più celebri nella storia di Konoha.
«Scendiamo tutti e tre, diamo un'ultima occhiata e ce ne andiamo» ordinò il sennin.
«Sono io il capitano...» sibilò Hitoshi, ma si guardò bene dal dirlo a volume udibile.
Tutti insieme scesero le scale che portavano al piano interrato, Jiraya in testa, armato di torcia.
In fondo c'era un breve corridoio e una stanzetta priva di finestre. L'ambiente era angusto, ma arredato in modo da ospitare poche persone per molto tempo: c'erano un futon, un tavolino, e una radio che trasmetteva le voci riconoscibili di Hinata e delle sue figlie.
Jiraya si abbassò e spense la radio, facendo correre la luce negli angoli e sul soffitto.
«Fugaku?»
«Non ci sono scomparti segreti né uscite» borbottò il ragazzino, attivando lo Sharingan per scrutare nell'ombra delle zone che Jiraya non illuminava. «E lei si sta mettendo un dito nel naso!» Jiraya abbassò la mano. «Adesso possiamo andare?»
«Adesso sì», sottolineò Hitoshi, voltandosi per risalire davanti a tutti.
Avrebbe venduto tutte le missioni con il gruppo sette pur di far ingoiare a Fugaku la sua spocchia boriosa, pensò attraversando il corridoio alla base delle scale. Alla sua età non era così snervante e irrispettoso, si disse mentendo spudoratamente.
Qualcosa entrò nel margine del suo campo visivo.
«Che succede?» chiese Jiraya vedendolo fermarsi.
Hitoshi fissò il muro alla base delle scale. Aveva una strana sensazione, come di freddo. Qualcosa di viscido, umido, traslucido... Come la sagoma nella foresta.
Appoggiò una mano al muro.
«Non toccare!» gridò Fugaku, lo sharingan che gli rimandava le immagini dell'immediato futuro; ma il suo avvertimento arrivò troppo tardi.
La parete esplose in mille pezzi, facendo crollare una parte del soffitto soprastante, e nel crollo seppellì i due ragazzi e il vecchio.


*


L'uomo mascherato allargò le braccia, un kunai stretto in ogni mano. Tutti i i ninja di Konoha erano a terra o lontani.
Chiharu vide la scena al rallentatore, come se il tempo si fosse dilatato per farle capire tutto.
L'espressione di Naruto, colma di dolore.
I muscoli tesi, alle estremità delle maniche dello shinobi mascherato.
Il guizzo ribelle del chakra rosso, le bolle che si formavano sulla pelle di Naruto.
La contrazione degli avambracci del nemico, prima che il colpo partisse.
E all'improvviso, enorme e terribile, il volto di Kyuubi e i suoi occhi bianchi, vuoti. Le zanne. Il ghigno, perverso, soddisfatto, sadico. Il mostro, quello vero, dietro il sigillo e la volontà di Naruto. Il mostro con cui nessuno, Squadra Assassina o meno, avrebbe potuto competere.
Disse solo una parola, sgorgata da profondità lontane, con una voce che non aveva nulla a che fare con quella che conoscevano.
Sparisci.
Lo shinobi mascherato scomparve in una bolla di chakra scarlatto, con uno sgradevole sfrigolio. Non emise un suono né un lamento, nulla. Il chakra colò a terra e scomparve, inghiottito dalle crepe tra le pietre.
Il corpo annerito dell'uomo che era stato Kin cadde al suolo, tra le mani ancora i kunai contorti, ricoperti di una patina verde.
Naruto boccheggiò, strinse i denti, e Chiharu lo vide premere una mano sullo stomaco, le cinque dita aperte attorno all'ombelico. Il viso enorme di Kyuubi si ritrasse, inghiottito dal corpo di Naruto, e lui crollò a terra senza fiato.
Tra i nemici scoppiò un boato; tutti gli si avventarono contro, vedendolo in difficoltà.
Chiharu sentì la stretta degli insetti allentarsi; li scrollò via, avvertendo il panico risalire lungo le gambe. Vide Akeru che veniva aggredito praticamente accanto a lei, ma Naruto era lì, Naruto era l'obiettivo della folla, Naruto era Naruto, e nessuno, nessuno poteva venire prima di lui! Nessuno!
Si sporcò la mano con il sangue che le imbrattava le labbra, mentre annaspava verso il centro dell'attacco. Compose i sigilli senza sapere quello che stava facendo. Si gettò sul corpo di Naruto, ripiegandosi attorno alla sua schiena, protettiva, piccola, così piccola rispetto a lui... Sentì la mano del primo nemico serrarsi sulla sua spalla, quando premette le mani a terra.
Il calore improvviso le tolse l'aria dai polmoni e la fece rannicchiare ancora più stretta contro Naruto, per proteggerlo, per proteggersi, perché non aveva più pensieri in testa.
Sentì il rombo dell'ossigeno che viene divorato dal fuoco, le urla in lontananza, e a fatica alzò lo sguardo, schiacciata dalla pressione dell'aria e dalla luce che feriva gli occhi.
Qualcosa di enorme e dorato era sopra di lei, spropositatamente caldo, brillante come il sole. Un uccello dalla lunga coda di fiamma, le ali spiegate, che incontrò il suo sguardo e la fece fremere. Aveva grandi occhi neri, che sembravano inghiottire la luce delle penne, e un lungo becco acuminato. La notte si era ritratta sotto il suo fulgore.
Chiharu fu corta che stesse sorridendo, ma non in maniera amichevole... E poi sentì la sua voce, solo per lei, dritta nella testa, e sapeva che non era un'allucinazione: «il signore Suzaku non è clemente con chi lo offende.»
Allora sentì la fitta in mezzo al petto, tremenda, come mai prima. Tentò di respirare, ma non ci riuscì. Il calore dell'aria era insopportabile, il dolore nel petto anche peggio. La Lophenaria! Ricordò confusamente le pillole che cadevano nella polvere, poi non riuscì più a concentrarsi, e fu solo dolore. Artigliò Naruto con una mano; lui, stordito, riuscì a sollevare la testa.
«Che cosa...» balbettò, impossibile sentirlo nel rombo dell'ossigeno che veniva risucchiato. Si voltò, vide l'enorme uccello, i suoi occhi intelligenti, il becco acuminato, gli artigli impressionanti... Un po' troppo, per una cardiopatica di ritorno da una missione rischiosa.
«Cosa hai fatto?» gridò, strappandole la maglietta per liberare il petto. Ad ogni mancato respiro si formavano solchi tra le coste e alla base del collo, le sue labbra stavano scomparendo nel pallore del viso.
Chiharu guardò Naruto, e nei suoi occhi lesse quello che lui vedeva, la gravità di ciò che aveva fatto.
Fu il panico.
Di colpo, senza che fosse previsto, il panico più puro.
Non voglio morire!
La sua mano si tese spasmodicamente, fino a incontrare uno dei grandi artigli dell'uccello.
NON VOGLIO MORIRE!
Chiharu estese il collo e lo vide, lo sguardo minaccioso del mostro, il lieve guizzo di sorpresa, l'accenno di avvertimento... Serrò i denti; senza esitare si riprese il chakra usato per evocarlo, tutto quanto.
Non voglio morire.
L'uccello lanciò un grido acutissimo, una nota di puro dolore, e con un'ondata di aria calda scomparve nel nulla.
Chiharu inspirò, sentendo l'ossigeno che le invadeva i polmoni come un balsamo. Sconvolta, si piegò su un fianco e prese a tossire, il cuore che batteva impazzito nel petto, i denti tremanti, le mani gelide.
Alzò lo sguardo, a fatica, seguì le ginocchia di Naruto fino al petto e infine il viso... Ma non riuscì a vedere i suoi occhi, e perse conoscenza.
Naruto non tese nemmeno una mano.
Immobile, gli occhi spalancati e le labbra serrate, la fissava, come se non la conoscesse, come se la vedesse per la prima volta. Vedeva il suo respiro spezzarsi nel petto, vedeva il sangue gocciolare dalle labbra a terra, ma non si protese per aiutarla. Rimase lì, impietrito, e la fissò soltanto.
Qualcosa lo urtò, costringendolo a spostarsi. Gli sembrò di vedere Baka che si chinava su Chiharu, lo sentì gridare qualcosa, ma non capì cosa. La scomparsa improvvisa dell'uccello e dell'ossigeno di cui si era alimentato gli aveva lasciato le orecchie tappate, gli occhi dovevano abituarsi di nuovo all'oscurità. Sentì il mormorio di Kyuubi nel profondo, distante. Al tenue bagliore del chakra di Baka vide il volto esanime di Chiharu, e la sua mano, ancora stesa là dove era stato l'uccello dorato.
Al suo posto, ora, soltanto un mucchio di ceneri e brandelli di fiamma.








* * *

Lo so,
mi dispiace.
Chiharu è insopportabile.

Ho cercato di renderla migliore,
ma mi è sfuggita di mano.
Se vi può consolare,
è finito il tempo in cui le concedevano tutto,
e per i suoi detrattori i prossimi capitoli saranno un sollievo.

Beh, avete avuto un salutino da Kyuubi!
Contenti?
A me prudono le mani dalla voglia di infilarla a caso nella trama...
Ma così rischiamo di finire al capitolo 345, e non mi sembra il caso.

Oh sì, e poi gli Uchiha,
ai quali è interamente dedicato il prossimo capitolo!
Se fossi un lettore odierei Fugaku,
ma da autrice mi fa ridere tanto.
Chissà che la famigliola non diventi finalmente felice?
(Seeeeh, ma chi ci crede?)

Un saluto a tutti,
alla prossima settimana!

Grazie per essere qui a leggere!




  
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