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Autore: eagle fire    22/10/2009    3 recensioni
"La luce che tanto desideravamo presto non sarà più un sogno. Forse abbiamo davvero una possibilità...forse, finalmente, ci è stato concesso il perdono..." Quella di Ljuba non è certo una vita semplice e..normale. Il suo destino è in qualche modo molto speciale per la sopravvivenza di Mosca e forse, per una piccola parte, del Mondo intero. Finchè, non le verrà dato un compito alquanto complesso con una persona alquanto strana...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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In the midnight

-     Il burattinaio-

 

Sarafen…

…Colui che inghiotte la Luce nelle Tenebre.

In passato aveva distrutto villaggi e Paesi con la sua enorme energia…

Un mostro dalla forma di un drago.

Un drago dalla criniera d’oro.

Nessuno ha mai saputo raccontare quanto possa essere pericoloso…

…Nessuno…

…Nessuno è mai riuscito a ucciderlo.

§§§*

~Custodisci l’onore fin da giovane. ~ (Proverbio russo)

***

Era in ritardo.

Odiava ammetterlo, ma la puntualità non era mai stato il suo forte. Anche in passato, durante a delle guerre tardava sempre, creando ansia al nemico con cui aveva a che fare.

Era affannato.

Brutto segno, odiava ciò. Forse perché è impaziente, o forse perché è troppo sicuro di se…

-Ah, Signor Vorkov.- Lo fermò Tolja, più sciupo del solito. –Volevo avvisarla che Kai arriverà a momenti con la nostra…- Ma il Capo dei Neri fece un cenno con la mano al giovane ragazzo, zittendolo.

-Lo so Tolja.- Disse solo questo, di punto in bianco. Stava sudando…che caldo…

-Va tutto bene, Signore?- Chiese un po’ titubante il ragazzo pantera, guardando il suo Capo dritto negli occhi.

-Certo, mai sentito meglio…A proposito di sentirsi bene… Come sta il nostro amico?- Una punta di soddisfazione dipinse il volto dell’uomo. I suoi occhi scintillarono.

-Peggiora ogni minuto di più- Rispose il ragazzo, vedendo Vorkov ridere come un pazzo. A volte doveva ammettere, che quando voleva Vorkov faceva veramente paura.

-Continua a controllarlo, prima o poi la luce nei suoi occhi si spegnerà.-

Il Capo dei Neri si congedò lasciando Tolja alla sua impresa.

***

 

-La tua fuga finisce qui.-

Deciso più che mai, Kai prese il braccio della ragazza. Lei lo guardò con compassione mista alla paura del momento.

Gli occhi del vampiro si accesero come due scintille perdendosi in quelle pozze verdi smeraldo della ragazza.

Non sapeva cosa provasse per lei, per la precisione. Anzi, magari il suo era semplicemente un profondo odio che teneva nascosto nel suo cuore morto che non batteva più.

No, il suo cuore non poteva battere. Tanto meno per lei.

La ragazza mutantropo aveva aperto leggermente le labbra per dire qualcosa, ma un’ondata di gente li trascinò via, venendoli addosso.

-Merda…!- Il vampiro spinse via la gente che lo stavano schiacciando e non permettendogli di portare via Ljuba.

Con rabbia, allungò le unghie affilate delle mani ferendo a delle povere vecchiette che stavano assistendo alla festa ma che per loro sfortuna, si erano trovate in mezzo ai due.

L’odore del sangue…

-Lo sai che non si feriscono gli umani, inutilmente…- Gli soffiò in un orecchio la ragazza trovandosi dietro di lui come per magia. Il vampiro sbarrò gli occhi, sorpreso. Forse l’aveva sottovalutata troppo.

-Te l’avevo detto che saresti finito male…-

Non avrebbe voluto farlo, ma piuttosto che farsi portare via da Kai non doveva fare altro che…difendersi in qualche modo. Con uno schiocco delle dita un lampione finì addosso al povero vampiro.

-MALEDETTA STRONZA!!- Gridò lui, col rivolo di sangue che stava perdendo dalla bocca.

Ma il suo gridò non lo sentì. Era già fuggita. Alcune persone accorgendosi dell’incidente andarono ad aiutare il vampiro. Ma non ce n’era bisogno, perché lui con una mano sola sollevò il lampione che lo aveva schiacciato e lo lanciò via, creando paura tra la folla.

La musica si era fermata, nessuno cantò più. Tutti stavano fissando il ragazzo che aveva lanciato via un lampione…

Ma a lui non gliene importava nulla. Loro, per lui, erano solo spazzatura e cibo. Li squadrò tutti per poi fiutare l’aria.

***

Qualcosa stava turbando il suo sonno… Un sonno agitato, irrequieto.

Quando aprì gli occhi non si ricordò più nulla di quello che era successo nella sede dei Neri.

Sputò altro sangue. Janna, premurosa, gli pulì la bocca sistemandogli poi la coperta. Gli lanciò un sorriso luminoso e dolce.

-Sai, a volte sei proprio stupido.-

Il mutantropo non capendo, la guardò di traverso. –Che ci fai qui?- Le chiese quasi scocciato.

-Uhm.- La ragazza si schiarì la voce. –Sono qui perché ero preoccupata per te.-

-Eh?-

Ma quando Janna stava per rispondere, bussarono alla porta della camera del ragazzo. Era il piccolo Romka col fratello maggiore Mit’ka. Da dietro sbucò persino Jurij che si tolse il colbacco pieno di neve dalla testa.

-Oh, scusatemi!- Disse il russo dai capelli di fuoco agitando il colbacco e cercando di asciugare il pavimento bagnato. –A volte sono sbadato.-

Janna sbuffò. – Su, dai, siediti anche tu.- Con la forza del pensiero fece avvicinare una sedia a Jurij, che si sedette. –Oh, grazie.-

-Siamo venuti per una notizia importante.- Cominciò il piccolo Romka giocherellando con un ciuffo dei capello. –Noi…- Ma il fratello maggiore Mitrej si mise davanti a lui guardando gli altri in faccia. –Non mi piace che mio fratello sia uno di voi.- Disse con acidità suonando come una minaccia. –Ma se deve far parte della…vostra…ehm, compagnia…cercate almeno di aiutarlo il più possibile.- Non riusciva a trovare le giuste parole, per lui era ancora tutto troppo strano. Era venuto a conoscenza che il piccolo fratellino era un mago prodigio che era stato attaccato dal burattinaio. Era stato la prima vittima.

-Ma certo, lo faremo.- Dissero in coro Janna e Jurij.

-Ehi, per chi mi hai preso?!- Urlò infastidito il ragazzino al fratello. –Io ho 13 anni!-

-Si, e io ne ho più di te e sono il tuo tutore.- Lo lasciò senza più l’ultima parola e mettendogli il broncio.

-Dicevate…?- Kostja si era ripreso per un attimo e si era leggermente alzato dal letto. –Stavi dicendo una cosa importante.- Fissò Romka che, diventato tutto rosso in viso per la vergogna, si schiarì la voce imitando il gesto di Janna e cominciò il suo discorso.

-Sei proprio infantile.- Aggiunse per l’ultima volta suo fratello lasciandolo al suo lavoro.

-Quello che stavo per dire è…che il nostro Capo è agitata.-

A questa frase Janna sobbalzò. –Non ho mai visto Nast’ja agitata..-

-Io una volta si.- Disse Jurij per poi ritornare al suo solito mutismo.

-Il fatto è che sta accadendo qualcosa di grave… la presenza di un burattino a Mosca, non è affatto un buon segno… Ho sentito dire da lei, che il Signor Vorkov ha qualcosa in mente.-

-è evidente che lo vuole sfruttare.- Intervenì Janna. –Se no, che cosa ne ricaverebbe?-

-E il guerriero?- Stavolta prese la parola Kostja, tossicchiando leggermente.

Già, il Guerriero…

-Che c’entra? È già una fortuna che sia lui a occuparsi di eliminare i burattini.-

-No, no…- Kostja scrollò la testa, facendosi serio. – Io credo che lui..sia una pedina…-

-Cosa te lo fa pensare?- Gli domandò la ragazza, fremendo.

-Ragazzi!!- Un altro membro della squadra si aggiunse assieme a loro. Affannata, la licantropo Ksjushja entrò nella stanza tenendo in mano dei fogli.

-è guerra…-

***

 

Corri, corri!

Corri più che puoi!

Corri, se dalla Bestia non vuoi farti acchiappar…

L’aria gelida penetrava nei suoi polmoni togliendole il fiato. L’inverno a Mosca è sempre stato buio e gelido, quasi inospitabile. I lampioni illuminavano la Piazza Maneznaja, rendendola splendente e bellissima agli occhi della gente.

Dalla Piazza, corse fino al ponte del fiume Moscova, fermandosi a prendere fiato per un momento.

Anche il Cremlino era illuminato, brillando nella notte scura. La campana suonò, era tardi ormai.

Ljuba prese a camminare guardando a terra passeggiando lungo il ponte. Il rumore delle auto non la turbava, e si concentrò a sentire se arrivava qualcuno da dietro di lei… Ma ecco, che udì qualcosa…dei passi, veloci, energici…

E poi, solo un dolore lancinante alla testa e il freddo dell’asfalto sul viso.

-Adesso ti faccio vedere io!!- Il vampiro l’aveva raggiunta e la tirò su da terra afferrandola per la sciarpa.

La guardò per un istante per poi rigettarla violentemente a terra.

Ljuba non aveva nemmeno urlato. Si sentiva strana, come se il suo cuore per un attimo avesse smesso di battere ma si sentiva ancora viva. Uno strano senso di intorpidimento la invase.

Kai non riusciva a capire talmente era arrabbiato e infuriato con lei.

Nel farla cadere a terra l’aveva ferita a una guancia e stava perdendo sangue. Ma ecco che lei strisciò leggermente all’indietro, per allontanarsi da lui.

-…-

Sentito l’odore del suo sangue, si mise davanti a lei e avvicinò il viso con il suo, leccandole la ferita. Aveva un buon sapore.

Il suo sangue caldo era così eccitante per Kai…

-Non dovrei, non ora…- Le soffiò in un orecchio e le tolse la sciarpa. L’intorpidimento della ragazza non l’abbandonava, anche se percepiva quello che stava accadendo, e il cuore riprese a battere.

Il vampiro finito di leccarle la ferita, scivolò fino al collo provando piacere nel sentire il suo calore e annusare il suo profumo. Lo mandava in confusione, ma una confusione piacevole e allettante.

Prima le baciò il collo e poi affondò i suoi canini, succhiandole avidamente il suo sangue.

La ragazza sbarrò gli occhi lasciando uscire dalla bocca un mezzo ruggito di dolore.

Un altro rintocco della campana…

La notte ormai era calata e nessuno poteva vederli.

-Smet…- Provava fastidio nel sentire i suoi canini lacerarle il collo. Provava fastidio che le stesse prendendo via il sangue. Ma…

Il vampiro aprì leggermente gli occhi per poi stringerla forte a se, sena soffocarla. Prese a bere più sangue, quasi esageratamente. Ljuba era consapevole di quello che stava succedendo, ma non riusciva comunque a reagire. C’era qualcosa che glielo impediva.

Dopo un po’ il vampiro si staccò da lei e riprese fiato. Si leccò avidamente le labbra per poi leccare le gocce di sangue che perdeva Ljuba dalla piccola ferita del collo.

La scintille che aveva negli occhi di Kai, si spense. Aveva placato la sua sete, anche se non avrebbe dovuto. Ma..qualcosa si mosse dentro di lui. Era come se si sentisse…rinato, pieno di forze…

***

-Uhm…-  Vorkov prese la sua giacca lunga e nera preparandosi ad uscire. Aveva anche lui percepito qualche cosa.

-Mio Signore…- Entrò nel suo ufficio il giovane Tolja, tutto tremante.

-Cosa c’è ancora? Non ti ho forse ordinato di…-

-Signore, Rei è fuggito.- Disse con fil di voce, tutto spaventato. – Avevo troppo sonno e…e… mi ero appisolato un attimo per riprendere le forze…ma quando mi sono svegliato, lui…-

Vorkov lo zittì, dandogli uno schiaffo da farlo cadere a terra. Lo squadrò dall’alto guardandolo con disapprovazione e disgusto. –Non servi a nulla!- Con un battito delle mani chiamo a se delle guardie. –Portate via Tolja… deve imparare la lezione, come si deve, da bravo alunno.-

-No, S-Sirìgnore! Io…- Partì un altro schiaffo, che lo stordì.

-Non devi dire niente…stai zitto, idiota. E ora, fatelo sparire!- Ordinò alle due guardie che portarono via a peso morto il povero mutantropo.

-E ora…è meglio darsi una mossa, il mio amico Burattinaio sta per fare la prossima mossa…- Sorrise, uscendo dall’ufficio.

***

Aveva quasi finito di medicarlo. Rei aveva preso un po’ più di colorito in viso.

Ne era soddisfatta.

-Io..ti ho già vista?- Chiese il cinese dagli occhi d’oro alla sua salvatrice.

-Uhm, non penso.- Gli sorrise, finendo di medicarlo. Rei si rialzò da terra incredibilmente rinvigorito.

-Grazie mille per avermi salvato..ancora un po’ e sarei morto. Io sono…-

-Io so chi sei, Rei Kon.- Disse la sua salvatrice facendogli l’occhiolino. –Ora ti starai chiedendo chi sono io, vero?-

Il cinese annuì.

-Mi chiamo Son’ja, non posso dirti nient’altro.- Si guardò attorno, quasi preoccupata. Sfilò dal collo il suo ciondolo pesante d’oro.

-Cos’è?- Chiese lui.

-Questo- Fece una piccola pausa per farglielo vedere meglio –è un ciondolo molto importante. Anzi, più che ciondolo è un medaglione magico.-

-Un drago a…-

-Due teste, esatto. È Sarafen. Qui dentro c’è la sua anima. Se Vorkov o qualunque creatura magica malefica ne venisse in possesso…credo che per la nostra città e per tutto il Mondo sarebbe la fine.-

-Si, ne ho sentito parlare da Vorkov. Dobbiamo distruggerlo.- Disse il ragazzo orientale deciso.

-No, è impossibile.- Rispose a tono la ragazza. –L’unico modo sarebbe ucciderlo facendolo resuscitare. L’unico modo è per ora nasconderlo in un luogo inaccessibile e fuori dalla portata dei Neri.- Giocherellò col ciondolo per poi darlo in mano a Rei.

-Devi custodirlo tu, Vorkov non potrà mai saperlo..-

-Tu lo stai sottovalutando troppo. Io lo conosco molto bene…- Rei abbassò lo sguardo stringendo in mano il medaglione. –Lui non si arrenderà finchè non avrà avuto ciò che vuole.-

-Non dovrà mai averlo, infatti.-

Calò il silenzio per un po’. I due si guardavano in faccia con aria decisa. Il bosco attorno a loro era protetto e sicuro per il momento. Si erano estraniati dalla città, nascondendosi in quel piccolo ma profondo bosco coperto dalla neve.

Un rumore li fece sobbalzare. Un albero cadde davanti ai loro occhi facendo tremare la terra.

-Oh,no…-

Un burattino, dalle sembianze di una bambola gigante dalla forma di un uomo, era davanti ai due. La sua faccia era orribile, due occhi sgranati e quasi del tutto bianchi che continuavano a fissarli e un sorriso malefico dipinto. Sembrava fatto di legno, come qualsiasi burattino. Infatti tutti gli arti erano legati a un filo sottilissimo ma molto resistente.

Il mostro cominciò ad attaccarli ferocemente prendendo alla sprovvista la povera Son’ja.

Rei corse subito da lei, sfilandosi i vestiti e trasformandosi in una tigre. Azzannò il burattino per poi andare dalla ragazza.

-N-non ti preoccupare Rei, scappa col medaglione!- Ma…era stato troppo tardi. Il burattino si riprese e sferzò un altro colpo alla ragazza che volò via sbattendo contro un albero. Rei, di tutta risposta gli staccò un braccio e lo frantumò in mille pezzi. Il mostro gettò un grido dannatamente fastidioso per poi scaraventare via Rei. Era evidente che Son’ja era al centro del suo mirino…

La ragazza riuscì a rialzarsi appena in tempo evitandosi un altro colpo. Si concentrò, per poi sussurrare una formula magica in russo antico, e in pochi secondi il burattino era in frantumi.

Tirò un sospiro di sollievo, cosa che fece anche Rei, rivestendosi.

-Tutto bene??- Si precipitò da lei.

-Si, non ti preoccupare…ma…- Guardò le polveri del mostro che mano a mano si stavano ricomponendo. Un vortice malefico lo avvolse e ritornò come prima, se non più forte.

-Cosa…- Confusi, si girarono più volte come se cercassero qualcuno..

-Oh, ma chi abbiamo qui…- Una voce nota a loro due si espanse nel bosco. Una figura si fece avanti, una figura ben familiare.

-Rei, ridammi il medaglione.- Allungò il braccio per farsi ridare l’oggetto, cose che Rei fece.

-Vedo che non ci separeremo mai, Rei, amico mio.- Vorkov si era avvicinato ai due, guardandoli. Poi, raggiunse il mostro che non arretrò di un passo. Il mago Nero lo toccò trasformandolo.

-Uhm… bene…- Ghignò, per poi guardare verso il cielo senza stelle coperto dalle nuvole. –Credo che potremmo arrivare a un patto, amico mio delle Tenebre!- Urlò Vorkov sempre con lo sguardo verso l’alto. –Come puoi vedere, con la mia magia posso rendere i tuoi burattini ancora più forti! Anzi, cosa dico, più potenti!- Alzò le mani al cielo, come se stesse aspettando qualcosa.

I due ragazzi avevano ormai capito.

Un’altra nube malefica dal cielo arrivò fino alla terra trasportando via la neve. Un’alta figura incappucciata si avvicinò a Vorkov.

-Mio caro amico..- Prese a parlare. – Ero titubante a cercarti, anzi, non volevo affatto farlo.-

-Si, ti capisco amico mio. Ma sono venuto per chiederti aiuto.-

L’alta figura nera abbassò il cappuccio scoprendo un uomo dagli occhi e dai capelli neri. I capelli, abbastanza lunghi e tirati in avanti, gli conferivano un’aria di superiorità. La pelle era bianca come un cadavere, e si poteva percepire intorno a lui una potenza incredibile.

Era un uomo straordinariamente affascinante, e teneva in mano dei fili. Probabilmente erano gli stessi fili con cui comandava il suo burattino.

Son’ja fece un passo all’indietro, ma il burattinaio, accortosi della presenza dei due, si girò verso di loro. Squadrò in particolar modo la ragazza. Sentiva l’energia del medaglione, e da quello capì.

-Il vizio non ti abbandonerà mai, vero, Vladimir?- Il Mago prese a ridere sommessamente e con cuore.

-Si, beh, è una cosa che non mi abbandonerà mai.-

Il burattinaio sorrise, per poi fissare di nuovo la ragazza. I suoi occhi neri si illuminarono di azzurro.

-Scappa Rei!- La ragazza si trasformò in un falco bianco volando via col medaglione, ma il burattinaio lanciò un filo spesso legando l’uccello che cadde a terra.

-SON’JA!- Prima che potesse raggiungere la ragazza, Vladimir Vorkov si mise in mezzo, facendo perdere i sensi al cinese con la sua magia.

Il burattinaio intanto, si era avvicinato al falco che tentava di divincolarsi.

-Oh, povera creatura…non ti preoccupare, se stai soffrendo ti aiuterò io…- Mise una mano sopra il corpo dell’animale e sprigionò la sua potenza.

Purtroppo, il corpo dell’uccello era troppo fragile per un simile colpo.

Addio…

-Ahahaha!- Il Mago Nero si avvicinò al corpo dell’uccello che all’improvviso tornò alla sua forma umana. Accarezzò il viso della ragazza, ormai morta e le strappò il medaglione.

-è sempre bello vedere la morte andare incontro ai Bianchi.- Si avvicinò al corpo del cinese privo di sensi dandogli un calcio allo stomaco. –Stupido arrogante…- Sibilò tra i denti.

-Manca ancora qualcuno?-

Vorkov sorrise, e all’improvviso spuntò il Guerriero. Vide il corpo della ragazza e vi si gettò vicino. –Son’ja!...Avanti, Son’ja…apri gli occhi…- La scosse ma lei non reagiva, perdeva sangue dalla bocca per una emorragia interna.

Le diede un bacio a fior di labbra e, appoggiandola a terra, la neve la inghiottì, sparendo nel nulla.

Era stata sempre la sua fedele compagna…

-Oh, è dura perdere l’amore, vero?- Disse Vorkov sogghignando. Il Guerriero, di tutta risposta, si avvicinò al Mago e con la sua spada magica lo perforò allo stomaco.

-Bella mossa…- Sparì, ricomparendo da dietro le sue spalle. Ma il Guerriero non era uno stolto e sparì a sua volta anche lui, distruggendo il burattino vicino a loro.

Vorkov si teneva una mano alla ferita, che stava perdendo molto sangue. Ma questo sembrava non turbare il Mago dei Neri, anzi…ne provò quasi piacere. Non poteva fare a meno di sorridere, mentre il burattinaio fissava il nemico, attento.

-Boris…- E qui il Mago allargò le braccia con fare affettuoso. –Vuoi davvero uccidermi?! No…non ce la farai…sei caduto dritto dritto nella tana del nemico, nella mia trappola…-

Il burattino che aveva pensato di avere sconfitto, comparì da dietro e lo inghiottì.

***

L’angolino di Eagle:

Buonaseeeeraaaa!!

Dopo tantissimo tempo mi sono rimessa a scrivere questa ficcy poco considerata. Mi era tornata la voglia di continuarla, un po’ per quello e un po’ per allontanare brutte cose e brutte giornate…

Kai:..

Kai, che hai?

Kai: Mi hai sconvolto!

Ti voglio bene! Ç__ç

Kai: Ehi, non ci allarghiamo, eh!

Il solito…-.- Ringrazio chi mi ha recensito e letto la ficcy. Scusatemi ragazze se non vi saluto, ma…non lo so… soo troppo scossa…sappiate che vi voglio bene e vi ringrazio! Alla prossima!

 

  
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