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Autore: TooSixy    26/10/2009    0 recensioni
Una spietata entità senza nome si aggira per Hueco Mundo, trucidando un Hollow dietro l'altro e lasciando dietro di sé solo una scia di morte e disperazione. Tra i deceduti non mancano nemmeno gli Espada, e persino Aizen sembra cominciare a temere il potenziale del misterioso assassino. L'unico indizio per fronteggiare questa nuova minaccia sembra essere racchiuso nei Focus, enigmatiche visioni che mostrano sprazzi di futuro visibili solo a Rayen Fie Oneiron, una ragazza Arrancar con lo straordinario dono della profezia. Ma decifrare i Focus non è mai facile, e Rayen si ritrova invischiata in problemi più grandi di lei tra vicoli ciechi, boss megalomani e un certo Espada panterino tanto odioso quanto maledettamente sexy. Se vogliamo aggiungere anche un bizzarro, inaspettato legame tra Rayen e Kurosaki Ichigo, il guazzabuglio di caos mentale della ragazza può forse dirsi completo.
Genere: Azione, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Jaggerjack Grimmjow, Kurosaki Ichigo, Kurosaki Isshin
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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seenoevilmodel


Aveva raccolto i più preziosi averi di Indar e li aveva spostati nella propria stanza. Non aveva potuto prendere proprio tutto, naturalmente – il vestiario, ad esempio, l'aveva lasciato dov'era – perciò si era limitata a raccogliere gli oggetti a cui Indar aveva tenuto di più: i suoi amati libri, i suoi appunti personali, i diari che descrivevano ogni sua esperienza e persino qualche antico codice. Aveva anche preso la sua selezione di rocce, il suo orgoglioso assortimento di souvenir del Mondo Reale. Si trattava di minerali che Rayen non aveva mai visto nell'Hueco Mundo, e più li osservava più si chiedeva da dove accidenti fosse sorta quella passione tanto strampalata. Cosa poteva esserci di tanto interessante in una stupida pietra?

“Rayen, sapresti dirmi cos'è questo?”
“Ehm... un sasso?”
“No, sciocca, è un frammento di rubellite, un magnifico tipo di tormalina! Non è meraviglioso?”
“... Certo, Indar-san.”
“In verità la bellezza dovrebbe essere rara, ma sembra che questo minerale nel Mondo Reale sia piuttosto comune. Però in fondo cosa importa? Non pensi anche tu che sia a dir poco affascinante? Non sembra di tenere in mano un raggio di sole solidificato?”

Rayen ripensò all'entusiasmo di Indar, al suo perpetuo positivismo, al modo in cui i suoi occhi scuri sembravano risplendere come fiamme nere alla vista di un nuovo berillo, di un topazio o di una condronite. Indar talvolta poteva apparire un poco infantile, ma era - era stato - un tipo sveglio ed energico, con una memoria fotografica e un'intelligenza acuta come la punta di un diamante.
Senza dimenticare il particolare che l'aveva reso decimo Espada: la furia. Il suo spadone a due mani, per quanto grosso e pesante, le era sempre sembrato leggero come una piuma nelle sue mani, mentre roteava fulmineamente nell'aria e tracciava quasi con grazia i suoi scintillanti archi di morte. 
Se l'inferno fosse esistito, Indar avrebbe potuto esserne il guardiano.


II. Vision Thing

What do we need to make our world come alive?
What does it take to make us sing
While we're waiting for the next one to arrive?
One million points of light
One billion dollar vision thing.

Vision Thing - Sisters of Mercy


Un salmone, con una corona infilata al collo e la coda avvinghiata attorno ad una falce. Danza tra correnti invisibili, gli occhi vitrei fissi su un nebuloso obiettivo, le pinne che ondeggiano ad ogni scatto del corpo facendo sussultare l'affilata lama della falce; contro le lucide squame, la corona risplende come un frammento di sole.
Il salmone, la corona e la falce. Il salmone, la corona e la falce.
Il salmone la corona la falce il salmone la corona la falce il salmone la corona...


Una forte esplosione squassò l'aria, facendo trasalire Rayen. La ragazza Arrancar si voltò di scatto verso l'ingresso dei suoi appartamenti, e scoprì che la porta non c'era più: era stata violentamente scardinata da un calcio ben assestato, e ora giaceva in pezzi sul pavimento a parecchi metri di distanza.
“Ma che diavolo...” mormorò tra i denti, prima di vedere una sagoma alta e possente entrare dall'ingresso sfondato.
“Alla buon'ora, Fie! Quando il superiore chiama, il Nùmero deve scattare al suo comando come un cane ammaestrato.” Grimmjow torreggiava sopra di lei, le mani in tasca, le sopracciglia inarcate in un misto di sorpresa e scocciatura. “Be', che cazzo stai facendo distesa per terra? Alzati.”
Rayen si tirò lentamente su, la testa appesantita da un vago malessere. Era sempre così, quando arrivavano i Focus: veloci e improvvisi, le piombavano addosso quando meno se l'aspettava e la colpivano con la forza di un manrovescio mentale. La maggior parte delle volte, lei aveva appena il tempo di rendersi conto di quello che stava succedendo che si ritrovava stesa per terra col cervello alla deriva.
“Scusa” borbottò, spazzolandosi gli abiti e rimettendosi in piedi. “Ogni volta che appare un Focus, è come se venissi drogata.”
“Ogni volta che appare cosa?” Le sopracciglia di Grimmjow s'incurvarono ulteriormente, diventando assurdamente simili a fulmini azzurri.
“Un Focus” ripeté stancamente Rayen. “Sai, uno sprazzo di futuro. Non sono così nitidi, però. Molte volte sono un vero casino da interpretare.”
Questo sembrò accendere in Grimmjow un palpito d'interesse. “Perciò hai appena avuto una di quelle tue visioni, giusto? E cos'hai visto?”
“Oh, nulla di particolare...” Era un Focus troppo confuso, e si sarebbe sentita davvero stupida a raccontare una visione così poco coerente a colui che adesso era il suo nuovo leader. Oltretutto, le costava sempre un grosso sforzo descrivere i propri Focus, non solo perché erano difficili da spiegare, ma anche e soprattutto perché condividerli con qualcuno era come condividere un pezzo della sua stessa anima. Le uniche persone ad aver effettivamente ascoltato un Focus dalle sue labbra erano state Indar e Aizen, e se fosse stato per lei, neppure Aizen avrebbe dovuto sentirlo. “Per la cronaca, comunque, tu cosa ci fai qui? Credevo avessi un'adunanza, una missione o qualche altro impegno da Espada.”
Grimmjow si strinse nelle spalle. “Per il momento non c'è molto da fare. Ulquiorra e Yammy hanno fatto un salto nel Mondo Reale, e dobbiamo aspettare il loro resoconto prima di cominciare a stendere che un piano d'attacco. Anche se scommetterei la mia Zanpakuto che Aizen ha già progettato tutto.
Il repentino cambio d'argomento tranquillizzò Rayen, ma il sollievo durò poco: un attimo dopo, infatti, Grimmjow prese a ficcanasare senza ritegno per i suoi appartamenti.
“Ehi, che cavolo stai facendo?” protestò Rayen, parandoglisi davanti e cercando di bloccarlo. “Questa è violazione della privacy!”
L'Espada la spinse di lato, apparentemente senza il più piccolo sforzo. “Sono il tuo superiore, con me non devi avere segreti” replicò serafico, prima di mettersi a scartabellare la sua modesta biblioteca personale. La maggior parte dei suoi libri erano stati parte del tesoro cartaceo di Indar: probabilmente il Manuale di ottica dei minerali alcalini non sarebbe mai stato neppure sfogliato, ma Rayen non aveva cuore di distruggerlo. Era un volume che Indar aveva apprezzato particolarmente.
Come la maggior parte degli appartamenti delle Fracciònes, quello di Rayen non era troppo sontuoso: una semplice camera squadrata alla quale era annesso un piccolo bagno. L'ambiente principale era tagliato in altezza da un soppalco di legno bianchissimo, su cui si trovavano un futon di cotone grezzo e un vaso tondeggiante: dal vaso in questione affiorava un grazioso acero tridente, con un tronco scuro come il carbone e le foglie candide come la neve appena caduta. Nella parte inferiore della stanza c'erano la biblioteca, la rastrelliera della sua Zanpakuto e diversi mobili di mogano, incassati a forza contro le pareti nivee. A coronare il tutto, una delicata spirale di lanterne in stile Washi pendeva dal soffitto, avvolgendo l'appartamento in un morbido chiarore ambrato.
“Un bel misto di orientale e occidentale, vedo.”
“Già, mi piace fondere insieme stili diversi” tagliò corto Rayen, seccata. “Ti spiacerebbe andartene, ora?”
Grimmjow le rivolse un sogghigno, quindi si diresse verso una stretta porta bianca. “E perché mai dovrei? … hmm, cosa c'è di qua?”
“È il bagno, stanne fuori!”
“Qual è il problema, hai un amante nascosto nella vasca?”
Rayen attese impazientemente che finisse di sondare le stanze. La presenza di Grimmjow la esasperava: possibile che fosse lui il suo nuovo Espada?
Be', meglio lui di Nnoitra, su questo non c'è dubbio.
Però dentro di sé covava uno strano vuoto, un bruciante senso di perdita. Certo, meglio lui di Nnoitra, ma almeno con se stessa doveva essere sincera: il solo e unico Espada che desiderava avere al suo fianco, in quel momento, era Indar Oroitz. Era stato un compagno di viaggio e un prezioso alleato, e per diversi, lunghi anni era stato il suo migliore amico. Era lui che voleva, e nessun altro.
Il pensiero che Indar non esisteva più la torturava.
“Fie.”
Rayen nascose gelosamente ogni traccia di emozione e si voltò verso Grimmjow. L'Espada aveva staccato la sua Zanpakuto dalla rastrelliera e ora la stava esaminando con occhio critico. Era una katana lunga e sottile, venata di contorti fregi spiraliformi che s'arricciolavano con eleganza attorno all'elsa per poi risalire lungo la lama. Sul codolo era inciso un minuscolo quadrifoglio nero, e l'impugnatura di magnolia terminava in due sottili nastri blu zaffiro orlati di filigrana d'argento.
Nel guardare la propria spada, Rayen provò una strana fitta.
“Rimettila al suo posto” disse, più brusca di quanto non intendesse essere.
“Altrimenti?” soffiò Grimmjow in tono di scherno. Tra le sue mani grandi e callose, la Zanpakuto di Rayen non appariva più temibile di uno stuzzicadenti. Infastidita, la ragazza si rese conto che, benché non fosse bassa di statura, la sua fronte arrivava a malapena a sfiorare il mento dell'Espada.
“Altrimenti...” cercò in fretta una minaccia adeguata, ma prima di poterla esprimere a parole Grimmjow la interruppe.
“Non sprecare fiato, Fie, sai benissimo che non riusciresti a farmi un graffio senza finire cremata viva. Dimmi, piuttosto... ho saputo che tu e Oroitz siete stati insieme a lungo.”
“Una trentina di anni umani, più o meno.”
Grimmjow rimise la Zanpakuto nel suo fodero. Per un attimo sembrò assorto nei suoi pensieri, quasi meditabondo, poi sul suo volto balenò la solita arroganza di sempre.
“Non aspettarti da me lo stesso atteggiamento cavalleresco di Oroitz. Non m'importa se la mia Fracciòn è un uomo o una donna, per me siete tutti uguali, tutti asservite allo stesso scopo. Ora appartieni a me, sei un semplice strumento nelle mie mani.
“Indar non si è mai fatto problemi a riguardo” ribadì Rayen.
“Forse no, ma ti ha abituato comunque troppo bene per i miei gusti.” Grimmjow s'accigliò, guardando con severità la sua nuova Fracciòn. “Io non ti tratterò coi guanti, e se necessario non mi farò scrupoli a mandarti in un attacco kamikaze. E tu mi obbedirai. Voglio che la cosa sia ben chiara.”
Rayen si morse il labbro a sangue e contò mentalmente fino a dieci. “Lo è, non preoccuparti.”
“Buon per te.”
Grimmjow scrollò le spalle e fece per uscire dalla stanza. A malincuore, Rayen si costrinse a richiamarlo. “Ehi?”
L'Espada si girò.
“Che c'è?”
La riluttanza artigliava la ragazza e le parole le rotolarono fuori dalla bocca come pietre ruvide. “Grazie. Voglio dire, per aver impedito a Nnoitra di prendermi. L'ho... apprezzato.”
Al di sotto della mascella Hollow che gli bordeggiava la guancia, un mezzo sorriso attraversò le labbra dell'Espada. “Mi devi un favore, Fie. Dopotutto, scommetto che preferisci 'Grimmjow-sama' a 'Nnoitra-danna', no?”
“Be'...”
“Non avevo dubbi. Per ora guardati le spalle e lucidati bene il filo della Zanpakuto: per quel che ne sappiamo, Aizen potrebbe inviare noi a Las Lloras per quelle maledette investigazioni.”
Rayen aspettò che il sesto Espada se ne andasse definitivamente, quindi si concesse un sospiro di sollievo. Grimmjow la innervosiva, non poteva negarlo, e la innervosiva ancora di più il fatto di essere in debito con lui: per quello che ne sapeva, non era certo il tipo da mettersi così in gioco senza essere sicuro di ricevere un degno tornaconto. Ma le bastò pensare alla faccia cupa e lasciva di Nnoitra perché la sua diffidenza si sciogliesse: se non altro, Grimmjow le aveva impedito di toccare il fondo.


*******************

Inizio a divertirmi! Non sarà il più eccelso capolavoro mai scritto su Bleach, ma mi aiuta a svuotare la testa e a scaricare le tensioni. Sì, credo proprio che continuerò ad assillarvi con quest'assurda fiction :p








  
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