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Autore: terrastoria    26/10/2009    8 recensioni
Raccolta di flash fic basate su particolari situazioni che possono nascere in un affollatissimo condominio.
Ogni appartamento nasconde una sua particolare storia, una sua particolare coppia, una sua particolare passione…
Coppie: Sasu-Saku, Shika-Tema, Shika-Ino, Ino-?? Naru-Hina e altre.
#Ultima flash: Quello che avevano di fronte non era più Gaara.
Dava più l’idea d’essere un evaso.
Temari e Kankuro si guardarono terrorizzati.
I fratelli Sabaku :)
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Te la ricordi

Condominio

 

Ultima ShikaIno

 

Inizio di una nuova vita

 

 

 

«Te la ricordi?»

«Certo che sì!  Ci stavamo stretti ma…»

«…ci stavamo bene. Dio. All’epoca dormivo ancora…. Che strazio ora»

«Shikamaru! Non ti permetto di parlare così. In fondo l’hai voluto anche tu. E ora…»

«…ne pago le conseguenze.

Ah, a proposito. Asuma sta urlando»

«Vai tu. SUBITO. Hai capito?! Muovi il tuo culo dal letto e va’!»

 

 

Shikamaru da minuti osservava il divano di pelle nera, spoglio, posto davanti ad una televisione inesistente.

Pensò con vaga malinconia a tutti quei momenti post cena in cui vi si spaparanzava e ascoltava i notiziari nell’attesa che Ino gli si accomodasse affianco.

Di solito rimanevano in silenzio; delle volte lei sbottava a parlare a fiume, lo sgridava. Poi facevano l’amore.

Bloccò lì il pensiero, si girò alla ricerca di Ino. La donna aveva il fiatone, nonostante avesse preso l’ascensore, e la bocca rossa era screpolata, secca per via del freddo di fuori.

Tante volte l’aveva baciata e aveva sentito le proprie labbra toccare una superficie secca. Tante volte le aveva bagnato e guarito le labbra.

Ino aveva un sopraciglio alzato. Cattivo segno.

- Io ho fatto dieci giri per portare ciò che resta in macchina, carino. Dieci! E tu? Cazzo fai imbambolato lì?! – urlò.

Shikamaru chiuse gli occhi, non aveva voglia di litigare, nella speranza di riaprirli e trovare lei con un sorriso; ma quando li riaprì Ino era ancora arrabbiata. Di più.

Sbuffando si scusò, palesando il fatto che dieci giri li aveva fatti anche lui. E aggiunse:

- Non essere così fredda. Lasciamo un appartamento in cui siamo vissuti per due anni, sarà anche poco ma…son sempre due anni di vita assieme. Qui

Afferrò uno scatolone – l’ultimissimo – da terra e fece per oltrepassare la ragazza che lo bloccò semplicemente col suo corpo.

Non potè fare a meno di sbuffare.

- Che c’è ancora? Altro da dichiarare? – le chiese scocciato.

Si scoprì arrabbiato. Non solo per il caratterino indisponente di lei –al quale era più o meno abituato – ma anche per il fatto stesso del trasferimento. Non l’aveva ancora interiorizzato.

- Guarda che l’hai voluto anche tu – disse Ino, cogliendo in pieno il suo stato d’animo.

Sembrava tanto una tanto piena solo di sé, però quella donna lo conosceva a mena dito, quasi meglio di quanto si conoscesse lui.

- Vero – annuì Shikamaru, ricordando la sera in cui, seduti sul divano, si erano messi in testa di iniziare una nuova parte di vita.

Avevano venticinque anni. Volevano già qualcosa di più.

Shikamaru non ne era poi davvero convinto.

- Lo so che è faticoso, Shika, però… presto è tutto finito. Molto presto – Ino si fece sussurrante, dolce, quasi.

Lui battè ciglio, le osservò il volto chiaro e davvero un po’ addolcito.

E si sentì uno sciocco. Un bambino.

Non ne era poi così convinto perché era semplicemente faticoso. E lui le fatiche proprio non le tollerava, soprattutto dopo un periodo rilassante, normale, tranquillo – nei limiti del possibile – come era stato quello lì, nel Condominio Konoha.

Strinse più forte lo scatolone contro il busto.

- …già – non aggiunse altro, umiliato, e questa volta riuscì a scartare alla destra della ragazza e a dirigersi attraverso il corridoio del secondo piano verso l’ascensore.

Avrebbe voluto avere un mantello dell’invisibilità e la volontà di Naruto.

Oltre che un po’ più meno di riflessività.

Per quanto ancora l’avrebbe assalito l’insofferenza?

Scosse il capo, non voleva pensarci né morirne.

Ormai quel che era fatto era fatto.

Ovvio.

Ma mentre adagiava l’ultimo scatolone nel bagagliaio della citroen ecco che si ritrovò a provare un’emozione nuova, contrastante con le precedenti, che lo fece immobilizzare e sgranare gli occhi.

Respirò a pieni polmoni l’aria pungente del mattino.

Pensò alla piccola villetta che da poco aveva visitato e subito acquistato con una Ino più entusiasta che mai; al giardino e alla novità della villa stessa; al mega divano. Guardò il condominio grigio, monotono, vecchio.

S’illuminò.

Ripensò a quella sera delle decisioni.

Sorrise, suo malgrado.

Quello che gli ci voleva era proprio un cambiamento d’aria.

Ino arrivò da lui assurdamente trionfante, le dita che facevano ruotare le chiavi – chiavi frementi di nuovi proprietari –

Gli schioccò addirittura un bacio gratuito sulla fronte, prima di salire in macchina.

- Andrà tutto alla grande –

Shikamaru annuì, sorrideva.

Mise in moto a tutta bomba.

 

«Ehy, Ino, non sta credere. Ci vado volentieri»

 

Ino, sull’uscio della porta, osservava la camera nuova fiammante, osservava il grande armadio a muro già pieno di tutti i suoi vestiti stipati assieme agli indumenti stra usati di Shikamaru; osservava il lettone, coperto da un morbido piumone blu.

Un sorriso malizioso le passò sulle labbra, nel notare quanto intatto e nuovo fosse ancora quel letto.

Lentamente entrò nella stanza.

Profumava di legno e vernice. Non c’erano gli odori loro. 

Un’ombra di malinconia le oscurò un istante le iridi azzurrissime, giusto il tempo di ricordare vecchie cose, emozioni, sensazioni di una vita appena lasciata alle spalle.

- Sei qui? – la voce di Shikamaru la fece sobbalzare.

Il suo uomo troneggiava di fronte a lei, visibilmente stanco e provato.

Erano state delle giornate estremamente intense. Ma fortunatamente il trasferimento era durato meno del preavviso.

Ino sospirò.

- Puzza – asserì col tono che usava quand’era infastidita da qualcosa.

Shikamaru annusò, storse il naso.

- Hai ragione – replicò in tono piatto e andò a sdraiarsi sul letto, sprofondandoci sopra con un mugugno di piacere –

- Com’è? – gli domandò Ino facendo il giro del letto, uno sguardo sospettoso e curioso dipinto sul volto bellissimo anche nella sua visibile stanchezza.

Aveva sempre amato le case, le case l’avevano sempre portata all’idea di famiglia.

Sembrava sempre così fredda, così superficiale, la Yamanaka; ma in realtà era forse una delle persone più tradizionali. Dentro. Ce l’aveva nel dna.

Shikamaru invece non molto, ma si adattava. Scopriva, viveva.

- Mpfh, sì – si limitò a dire questi, mettendosi confortevolmente supino.

Un apprezzamento da lui non poteva che essere elevato alla seconda: Ino dedusse fosse comodissimo. D’improvviso l’unica cosa che desiderò, sentendo tremare le gambe e le braccia per lo sforzo fisico – tutti quegli scatoloni! - , fu tuffarsi sul piumone. Azzerare la mente.

Si esaudì.

- AH! – lanciò un urlo da bambina mentre planava sopra il letto e ci finiva sopra, andando a finire mezza addosso al ragazzo che mormorò qualche bassa imprecazione dolorosa.

Nuova casa, nuova vita. Lei, Shikamaru. Ino non faceva che ripetersi questo.

Tutto il suo entusiasmo era tornato a farle visita.

- Ci sarebbe quello scatolone dei libri…- sussurrò l’uomo, facendo una smorfia. Ino, girata su un fianco, la vide bene. Ma non si arrabbiò.

- …per uno…può aspettare. – mugugnò facendosi più addosso a Shikamaru, intrecciando le loro gambe, affondando il capo nell’incavo del collo di lui.

Lui era caldo, di contro alla freddezza del suo corpo femminile. D’altronde il riscaldamento lì dentro, non era mai stato acceso.

Ino rabbrividì. Un brivido di freddo e piacere.

Shikamaru si strinse più a lei, circondandole la schiena con un braccio.

- …allora, ti piace? – le chiese in un sussurro all’orecchio.

Ino sorrise, le labbra che sfioravano il collo dell’uomo.

- Moltissimo. Soprattutto questa parte qui della casa…- lasciò sfumare la frase, leccò quel collo.

Ora aveva caldo. Molto caldo.

- Lo immaginavo – replicò ironicamente Shikamaru e penetrò all’interno della maglietta di lei, carezzandole la schiena.

Ino d’improvviso si bloccò, scostò il suo uomo. Si mise seduta.

Notò la sorpresa e una certa trepidazione negli occhi di Shikamaru, ne fu assurdamente soddisfatta.

Adorava avere in pugno la situazione.

- Che ne dici se andiamo sotto? – propose in tono sommesso, come se stesse dicendo chissà quale cosa importante, e ridendo gioiosamente alzò il piumone e vi entrò fremente.

- Direi che è un’idea geniale – le diede botto lui e, seppur stancamente, la raggiunse sotto le coperte, cercando – tra i brividi e l’eccitazione – un nuovo contatto.

Nuova casa, nuova vita. Lei, Shikamaru.

Ino era convinta che queste parole risuonassero per tutta la casa. Era sicura che lui le udisse, che il mondo intero le potesse sentire.

Si chiese se tutta quella felicità sarebbe durata a lungo, a cosa sarebbe successo nel in cui il sorriso le avrebbe abbandonato le labbra. Ovviamente non trovò un’ipotesi di risposta. A dir la verità non si sforzò nemmeno di provare a trovarla.

Pensò al presente, a quell’ora da vivere insieme, a quei secondi che trascorrevano inesorabili tra scambi di baci e sospiri.

Pensò che era fortunata, che non importava niente se avevano fatto fatica, se ne avrebbero fatta ancora, se tutto sarebbe presto finito.

Pensò che avrebbe fatto di tutto affinchè il sorriso – malizioso o puro che fosse – non le lasciasse le labbra.

Nuova casa, nuova vita. Lei, Shikamaru.

Nuova casa, nuova vita. Lei, Shikamaru.

Nuova casa, nuova vita. Lei, Shikamaru.

- Grazie – sussurrò prima di addormentarsi, corpo a corpo con l’uomo che, molto probabilmente, era l’uomo della sua vita.

Giurò di aver sentito “Grazie a te”, mentre docilmente si lasciava avvolgere dalle braccia di Morfeo.

Sognò tanto quella notte; sognò lui e lei, sognò loro. Un bambino biondo e dagli occhi nocciola. Lo chiamava Asuma. Asuma urlava, Shikamaru sbuffava, Shikamaru lo amava.

 

Sognò la realtà.

 

«…Asuma dorme»

«…ora tocca a noi »

 

«Buona notte, Ino»

 

 

 

THE END

 

 

Ultima ShikaIno. Ed essendo tale non poteva essere flash fic ;) Non sarei mai riuscita a stare nelle parole standard della flash fic xD

Perdonate il ritardo, ma…bè, inizialmente ho perso la brutta del capitolo (ogni tanto le scrivo a mano u_u) e poi…bè, una sacrosanta svogliataggine di rimettermi a scrivere la one shot da capo. Risultato? Qualcosa di totalmente diverso da ciò che avevo ideato inizialmente. Ma che stranamente mi  piace.

Spero vi sia piaciuta come conclusione alle ShikaIno della raccolta ^^”

Ringrazio di cuore le persone che hanno recensito lo scorso capitolo <3 Senza di voi? Non so come farei.

Ringrazio infinitamente coloro che leggeranno e/o recensiranno! ^^

Al prossimo capitolo, ovviamente con…il NaruHina. L’ultima flash. L’ultima Naru/Hina.

 

Ora corro a studiare =_=

Bacione

terrastoria

 

   
 
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