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Autore: Xion92    28/10/2009    5 recensioni
La storia di Kairi secondo il mio punto di vista. Mi sono sempre detta: se Kairi è una principessa, ed è di Radiant Garden, non potrebbe esserne la principessa legittima? E magari figlia di Ansem, che è capo e sovrano del Radiant Garden (come dice nei suoi diari)?
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kairi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente! Ce la facciamo a farla nascere, 'sta creatura? Per scrivere il capitolo un po' ci ho messo, perchè le sensazioni di Kairi volevo descriverle meglio che potevo. Molto spesso ho cercato di sostituirmi a lei e a pensare: "Se a me dovesse nascere un figlio, guardandolo per la prima volta cosa potrei provare?". Immedesimarsi aiuta moltissimo!
nueblackcrowfriend: io lavorare per Tetsuya Nomura? Ma daaaai! ^///^ Grazie!
Ottoperotto: ho scoperto il tuo lato altamente sadico! Ma cmq grazie per il sito! Combinando un po' di macelli, vedrò di cavarci le gambe! Ah, Stilzkin! Purtroppo non ho Final Fantasy IX, perchè in Internet costa tipo 40 euro ... che fregatura! Ho scelto lui perchè nella guida ufficiale di KH2, dicono che è un Moguri importante!XD
Sheryl: davvero la storia assomiglia a quella di Zack? Io non lo so, perchè non ho mai avuto modo di giocare al Crisis Core ... L'ho visto al Game Stop, ma dato che non ho il VII è inutile che ci gioco: non ci capirei niente! Grazie per il complimento!

Il nuovo principe

Il tempo continuò a passare. I giorni e le settimane si susseguirono, insieme alla gravidanza della principessa. Quando arrivò al settimo mese, il regno e i cittadini cominciarono a prepararsi per la nascita del nuovo bambino. Kairi, insieme ad Aerith, andò fino al Mercato per comprare tutto il necessario: la culla, i vestiti e gli oggetti per la cura. Il biberon e la roba per l’alimentazione invece non fu necessario comprarli, perché Kairi aveva già deciso di che il bambino lo avrebbe allattato lei. Per curarlo, Aerith aveva proposto alla principessa di farsi aiutare da gente più esperta in fatto di bambini, che potessero aiutarla nei primi mesi, ma Kairi rifiutò: “non se ne parla! Il figlio è mio, me ne occuperò io. Sono io la madre, no?”. Aerith aveva capito perfettamente il suo stato d’animo: per una ragazza che ha appena partorito, nulla è più ‘suo’ del neonato: comprensibile che la principessa volesse vedersela da sola. Kairi non si era mai occupata di un bambino prima, ma aveva deciso di affidarsi completamente al suo istinto materno. Sentiva che tutto sarebbe andato liscio, nonostante avesse poco meno di 17 anni.
Al castello, per fortuna la stanza di Kairi aveva di fianco una camera vuota. Lei e Aerith decisero che la camera del bambino sarebbe stata quella. Però nei primi due o tre mesi, Kairi pensò che sarebbe stato meglio tenere la culla in camera sua, di fianco al suo letto, in modo che se il figlio si fosse messo a piangere durante la notte, lei avrebbe dovuto solo fare due passi per arrivare a lui. Decisamente più comodo.
Il problema successivo fu: come fare per capire se il bambino possiede un cuore puro o no? Non c’era più Ansem, pronto ad esaminarlo appena nato, come aveva fatto con Kairi. Ma ci pensò Merlino a risolvere il problema.
“Lo esaminerò io. L’unica cosa che dovremo fare sarà controllare il cuore direttamente! Un cuore di Luce è diverso da un cuore normale.”
Kairi, scettica: “Già, e come vuoi fare? Mica puoi aprirlo per guardargli il cuore!”
“Esiste una magia chiamata Scan. Basterà usarla su di lui per rendere il cuore visibile.”
“Ehi, è vero!” approvò Kairi “d’accordo, hai la mia autorizzazione!”

Quando tutto fu pronto, non rimase che attendere il naturale svolgersi degli eventi. Gli ultimi due mesi passarono senza intoppi, a parte che qualche volta Kairi si innervosiva per i calci sempre più frequenti che suo figlio le tirava. Tifa diceva che se si agitava così, era perché si sentiva stretto e voleva uscire. Kairi cominciava ad avere paura del parto imminente, soprattutto dei rischi che comportava.
“E allora perché non esce, se si sente stretto?”
“Dagli tempo. Si vede che ancora non è ora.”
E Yuffie ogni tanto sdrammatizzava, facendole notare che se scalciava, almeno voleva dire che era vivo. E Aerith una volta aveva detto a Kairi che se la sua famiglia fosse stata lì, sarebbero stati fieri di lei.
“La mia famiglia? A chi ti riferisci?”
“Beh, ma ai tuoi genitori e a tua sorella, no? A chi altri potrei riferirmi?”
“Già, hai ragione!” Ormai di Sora sembravano essersene tutti dimenticati. Dall’inizio della gravidanza di Kairi, nessuno l’aveva mai nominato. In fondo, lui non faceva parte della stirpe reale del Radiant Garden. A livello dinastico, che importanza aveva? Quindi in definitiva non faceva nemmeno parte della famiglia di Kairi. In senso giuridico, l’unica parente del bambino rimasta in vita era Kairi, Sora non veniva neppure considerato. Ma del fatto che Sora fosse il padre, Kairi non se ne era scordata, e, per rafforzare questo pensiero si ripeteva: ‘il sangue non è acqua.’. La sua convinzione cresceva quando sentiva il figlio agitarsi eccessivamente, e pensava ironica: ‘mi ricordi qualcuno!’.

Poi finalmente, alla fine dell’ottavo mese Kairi sentì dei dolori laceranti al ventre. Ma durarono solo alcuni attimi. Prima di allarmarsi, decise di aspettare un po’ per vedere se succedeva qualcos’altro. Dopo otto minuti, sentì un’altra fitta. Emozionata, chiamò Aerith, e con la voce rotta la informò “Penso che sia ora.”
Aerith non aspettò un momento di più. Subito chiamò il dottore, Leon, Yuffie e gli altri, e ordinò a tutti di tenersi pronti. Leon la prese in braccio con delicatezza, per non peggiorare le cose, e la aiutò a sdraiarsi sul letto. Dopo poco arrivò il dottore, pronto ad aiutare la principessa.
Dopo una mezz’ora, le contrazioni aumentarono, e Kairi, che prima era assolutamente tranquilla, era ora stravolta e spaventata per il dolore.
“Aerith, tienimi la mano!”
“Ti tengo, ti tengo! Stai tranquilla.”
“Non ce la faccio! Sto morendo!”
“No che non muori. È una tua impressione!”
Il dottore le ordinò “Ascolta, tu adesso stai calma. Quando senti la prossima contrazione, spingi più forte che puoi!”
Kairi, col sudore che le inumidiva il collo e il viso, annuì terrorizzata. Dopo sette minuti, ne arrivò un’altra.
“Vai, spingi!” gridò il dottore.
“Hai sentito? Spingi!” gli fece eco Aerith.
Andarono avanti così per tre, quattro, cinque volte. Kairi ormai era straziata dal dolore fisico.
“Aerith, fa un male terribile! Ci sono novità?”
“No, ancora no. Appena mette fuori la testa ti avviso.”
Continuarono ancora, finché finalmente il dottore gridò “Ecco! Vedo già i capelli! Sforzati, Altezza, sforzati ancora! Ancora uno sforzo!”
Kairi, con le energie rimaste, spinse ancora una volta, e finalmente sentì il ventre liberarsi, e quasi svenne, tanto era sfinita. Quasi non sentì il forte pianto infantile che riempì la stanza, e il grido emozionato di Aerith.
“è nato! Kairi, è un maschio!”
Era troppo stanca. Nei minuti in cui riposava, stremata, il medico pulì e lavò il neonato dagli invogli fetali, mentre i servi cambiavano le lenzuola sporche di liquido amniotico e sangue con alcune pulite.
Quando ebbe finito, Kairi mormorò: “fatemelo vedere. Per favore.”
Aerith lo avvolse in una copertina bianca e glielo portò subito, e quando lo vide Kairi sentì quell’amore straordinario che colpisce tutte le madri quando vedono il figlio per la prima volta. Tremante, lo prese in braccio e lo osservò con attenzione.
Sembrava un bambolotto da quanto era piccolo, ma a Kairi sembrò un miracolo. Quello che le aveva detto Aqua era vero: ‘quando nascerà, tutto ti sarà chiaro.’ Aveva avuto ragione.
Il bambino, anche se era appena nato, aveva già dei bei capelli, ancora umidi, rossi come i suoi. I lineamenti del viso però non erano i suoi. Kairi lo notò immediatamente. La forma del naso, della bocca … tutto era uguale a Sora. Gli occhi però non glieli vide, perché ancora li aveva chiusi. Kairi era curiosa di vedere come fossero: la differenza di colore tra i suoi occhi e quelli di Sora era minima, ma Kairi sapeva che gli occhi di Sora erano di un azzurro chiaro; i suoi invece erano di un blu scuro. Allungò la mano, e con un dito sfiorò le palpebre del bambino. Lui sentì qualcosa sugli occhi, e infastidito li aprì. Kairi riuscì a vedere il colore. Blu scuro. Come i suoi. Il figlio guardò per la prima volta il suo mondo, con gli occhi colmi di stupore e meraviglia. Poi guardò in su, e vide sua madre; ormai la conosceva bene, ma quella era la prima volta che la vedeva. I bambini, si sa, appena nati non sanno ancora sorridere. Ma le emozioni le possono esprimere perfettamente attraverso lo sguardo. Il piccolino, anche se la bocca l’aveva seria, rivolse a Kairi uno sguardo dolcissimo e un po’ furbetto, lo stesso identico sguardo che le rivolgeva Sora un attimo prima di baciarla.  Kairi in quello sguardo lo capì perfettamente. Sembrava che le dicesse: “Ciao, mamma, quanto sei bella!”. Non aveva bisogno di parlare per farsi capire.
Lei ricambiò la sua occhiata. ‘di colore, i tuoi occhi sono uguali ai miei, ma lo sguardo è quello di tuo padre.’, pensò.

Merlino a questo punto si fece avanti e propose a Kairi di controllare subito se il bambino avesse il cuore di Luce. Almeno non ci avrebbero pensato più. “E se ce l’avrà, sarà il nuovo principe!”. Kairi acconsentì. Merlino afferrò la bacchetta, la puntò sul piccolo, e gridò “Scan!”. Poi si mise a osservare il figlio di Kairi con enorme interesse. Gli altri non vedevano nulla, perché solo chi ha lanciato la magia può vedere tutti i dettagli del bersaglio.
Kairi rimase col fiato sospeso, con il figlio stretto in braccio. In quel momento, nonostante l’imparzialità dei mesi scorsi, sperò ardentemente che il figlio avesse il cuore puro come il suo.
Merlino non ci mise molto. Dopo poco concluse:
“Ho osservato con attenzione. E affermo che il figlio di Kairi ha il cuore puro!”
Kairi sentì la tensione scivolarle via, e tirò un gran respiro di sollievo. Tutti gli amici che erano lì, si misero a gridare dalla felicità di avere tra loro il nuovo principe.
“Però,” continuò Merlino “devo dire che oltre a un cuore purissimo come il cristallo, ce l’ha anche di una forza e potenza straordinaria. Si, un cuore forte come questo io non l’avevo mai visto! Sarà di sicuro un grande principe, Kairi. Congratulazioni!”
A questa notizia, la gioia e l’entusiasmo dei presenti aumentò. Però, come di comune accordo, uscirono tutti in punta di piedi dalla stanza, per non disturbare il primo incontro tra la madre e il figlio. L’unica raccomandazione che il medico le fece fu di stare buona e tranquilla, perché entro poche ore avrebbe dovuto espellere anche la placenta, sennò rischiava qualche infezione.

Rimasti soli, Kairi lo sollevò per osservarlo meglio. Era la creatura più bella che avesse mai visto. Ed era sua! Nessuno gliel’avrebbe potuta togliere! Se lo avvicinò al viso e lo baciò sulla testa. Il bambino ne approfittò subito per allungare la manina e afferrarle un ciuffo di capelli, poi si mise a tirare con tutte le sue forze. Kairi, ridendo, si liberò dalla stretta e se lo avvicinò al seno. Il bambino aveva fame: infatti ci si attaccò subito e si mise a succhiare con voracità. Kairi non riusciva a credere che nemmeno nove mesi prima addirittura aveva detto di non volerlo, e ora il pensiero dell’aborto che aveva rischiato la faceva rabbrividire dalla paura. E pensare che avrebbe potuto perderlo; avrebbe potuto morire. Kairi, terrorizzata alla prospettiva, se lo strinse ancora più forte. L’unica cosa che desiderava era che il suo piccolino restasse con lei per sempre. ‘ora nessuno ti farà morire, nessuno ti porterà via da me!’
Poi rimase a guardarlo, mentre continuava a mangiare a occhi chiusi. Dopo un po’ si era appisolato. Ma ancora continuava a succhiare nel sonno. Kairi ruppe il silenzio.
“Dovrai avere un nome, tesoro.”
Il figlio si svegliò, staccò le labbra bagnate di latte dal seno della madre ed emise un gemito, come per approvare.
Kairi lo sollevò in braccio e lo osservò attentamente negli occhi. Il bambino la guardava sempre con il suo sguardo dolce; ‘è proprio uguale a Sora’, pensò Kairi. Ma a un tratto lo sguardo del piccolo mutò all’improvviso. Per un attimo, per una frazione di secondo, assunse l’espressione di un guerriero forte e orgoglioso. Uno sguardo che solo un cavaliere leggendario poteva avere. Kairi rimase molto sorpresa da quello sguardo, ma un attimo dopo l’espressione del bambino era tornata quella dolce e buona di prima.
A Kairi tornarono in mente le parole che il padre di Sora aveva detto prima di morire: “io non sono … l’ultimo anello della catena … Qualcuno … mi vendicherà di sicuro …”. Prese dal comodino la collana di Sora e la osservò.
La principessa rimase pensierosa per alcuni istanti, col bambino che incominciava ad agitarsi impaziente perché aveva ancora fame e voleva succhiare ancora un po’. Kairi lo sollevò fino ad avere gli occhi all’altezza dei suoi, e gli parlò molto seriamente.
“Figlio, tu non sei solo il discendente di una grande stirpe di sovrani: nelle tue vene scorre il sangue del più grande Keyblade Master mai esistito. Ti chiamerai Kazi, come il più potente guerriero di tutti i tempi, come l’uomo più nobile e coraggioso che sia mai esistito, che ha rinunciato alla sua vita e alla sua famiglia pur di salvare mia madre. Anche tu sarai un guerriero, me lo sento. E un giorno vendicherai tuo nonno,  sarai tu a sconfiggere Master Xehanort.” Infine gli sorrise, e concluse “Benvenuto nel nostro regno, Kazi.” Pensò orgogliosa che fra qualche anno anche suo figlio avrebbe avuto al collo la collana di suo padre, di suo nonno e di tutti i suoi antenati.
Se lo ristrinse al petto, e si addormentò profondamente, stremata dalla fatica del parto, mentre Kazi riprendeva a mangiare con energia.

Due giorni dopo, quando fu in grado di alzarsi, Kairi si rimise la sua uniforme, che prima per la gravidanza aveva smesso di portare, si legò il mantello al collo, prese in braccio suo figlio e uscì sul terrazzo. Sotto c’era tutta, ma proprio tutta la gente del Radiant Garden. Kairi rimase soddisfatta che nessuno l’avesse abbandonata in un momento così difficile. Sollevò il bambino in modo che tutti potessero vederlo, e gridò: “Guardate, guardate bene tutti. Questo bambino è mio figlio, Kazi, e sarà il nuovo principe del regno! Guardatelo bene tutti!”
I sudditi si misero a esultare, a inchinarsi al nuovo principe e a gridare. “Evviva Kazi! Evviva i nostri principi!”

Note mie: evvai! Ce l'ho fatta! Spero di averli espressi bene, i sentimenti di Kairi. Adesso sto riflettendo se far crescere il figlio tutto d'un colpo, o descrivere prima i suoi primi tempi di vita, mettendoci anche le varie difficoltà e crisi che incontra Kairi nell'avere a che fare con un bambino piccolo. Secondo voi cos'è meglio? (mi unisco anch'io al popolo! Viva il principino!)
   
 
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