La
Sala Comune dei
Grifondoro, quando Hermione finalmente rientrò, era buia e
silenziosa, eccezion
fatta per caminetto nel quale ardeva ancora una fiammella e per il
lento e
regolare respirare proveniente da uno dei divani rossi.
Tenendo
qualcosa stretto sotto
il pesante mantello nero percorse furtivamente tutta la Sala
sporgendosi sul
grande divano quel tanto che bastava per scorgere due testoline rosse
poggiate
l’una all’altra. Sorridendo, si portò di
fronte ai gemelli Weasley, dando le
spalle al camino ed estraendo la boccetta trasparente dalle pieghe
della
divisa.
Li
osservò per una frazione
di secondo, poi sicura, sfilò delicatamente la mano sinistra
di Fred dalla
tasca dei pantaloni rigirandosela nella mano libera reprimendo una
smorfia di
disgusto puro. Ne aveva viste di ferite, lei. Ma quella mano martoriata
era
capace di farle attorcigliare le budella al sol pensiero.
Stappò
la fialetta e versò
il liquido sulle ferite che presero immediatamente a rimarginarsi come
d’incanto. Quando fu soddisfatta del risultato ripose la
Pozione Rigenerante e
fece per allontanarsi verso il dormitorio femminile.
“Ti
avevo detto di non
necessitare di cure, Hermione.” La voce impastata di Fred la
costrinse a
voltarsi quando era già sul secondo gradino della grande
scala a chiocciola di
pietra. Ma il suo tono non era arrabbiato, avrebbe giurato di aver
sentito una
punta di ironia mista a quella che sembrava gratitudine.
Tornò
così sui suoi passi
mentre Fred si alzava dal divano cercando di non svegliare George che,
con un grugnito,
si accasciò sul divano invadendo anche la metà
che prima era stata occupata dal
suo gemello.
“Sei
uno zuccone.” Lo prese
in giro lei controllando per la seconda volta l’effetto della
Pozione sulla
mano del ragazzo e constatando, con sua grande gioia che
l’effetto ottenuto era
esattamente quello desiderato: niente più, sul dorso della
sua mano, faceva
ricordare la punizione se non un leggera lividura tra pollice e polso.
“E
tu sei una ladra.”
“Come
prego?” rispose
ritraendosi all’istante indignata, nemmeno l’avesse
appena schiaffeggiata.
“Hai
rubato questa” indicò
la boccetta che faceva capolino tra il nero del
mantello,”dalla riserva di
Piton o da quella di Madama Chips?”
“Io
non l’ho..”cerco di
giustificarsi la ragazza balbettando parole senza senso.
Nonostante
nell’ultimo periodo avesse
imparato, anche se con sua iniziale riluttanza, ad infischiarsene
altamente
delle regole, non era mai ‘fiera’ delle sue azioni
illecite e di conseguenza
non era incline a confessarle, ma il sopracciglio spaventosamente
inarcato di
Fred servì a farla arrendere;lui non se la sarebbe mai
bevuta.
Lui
non era Ron, era Fred.
“Piton”
soffiò.
“Tu
non sei Hermione
Granger.” Asserì convinto senza celare il sorriso
che gli si stava disegnando
in volto, “Prima organizzi l’ES, poi schianti
Malfoy, poi sgraffigni pozioni
dalla riserva personale di Piton;cosa devo aspettarmi più da
te, signorina?” le
scompigliò i capelli in un gesto affettuoso.
“Oh,
smettila stupido di un
Weasley! Io semplicemente mi adatto alle situazioni non è
una cosa di cui andar
fieri sai?” Sbuffò cercando di bloccare le mani di
Fred che le stavano
irrimediabilmente rendendo i capelli inguardabili.
“Hey
voi!” i due si
bloccarono con le braccia a mezz’aria mentre un intontito
George cercava di
issarsi dal divano;”Cos’è tutto questo
trambusto a quest’ora? Per le mutande di
pizzo di Morgana!”
“Niente
George!” si
affrettò a dire Hermione riprendendo a salire le scale
rifugiandosi nel buio
del corridoio per nascondere il rossore che le si era fatto largo sulle
guance,
“Filate a letto. Tutti e due!”
Il
rosso non se lo fece
ripetere due volte:s’infilò le pantofole e si
avviò al dormitorio maschile
trascinando i piedi mentre l’altro Weasley non accennava a
schiodarsi da lì.
“Anche
tu Fred, a letto!”
ordinò con il tono migliore da Prefetto che
riuscì a tirar fuori prima rendersi
conto che, amici no, due studenti di Grifondoro e quindi sotto la sua
supervisione si erano trattenuti in Sala Comune molto più al
lungo di quello
che gli era concesso: “Ma cosa ci facevate in Sala Comune a
quest’ora?”
Aspettavo
che tornassi perché mi hai fatto preoccupare,
stupida!
“Oh,
nulla. Ci siamo
giocati Angelina.” Rispose con noncuranza, ignorando
bellamente quel pensiero
che gli si era formulato in testa inconsapevolmente e cominciando a
seguire il
gemello.
“Vi
siete giocati
CHI?”sbraitò Hermione senza badare al tono di
voce. Che gli esemplari maschi
della famiglia Weasley fossero degli squinternati quello era un fatto
assodato;ma addirittura giocarsi una ragazza! Era il colmo!
“Sssh!
Vuoi svegliare la
Umbridge per caso?” la accusò prima di continuare,
“abbiamo fatto una partita a
scacchi ed abbiamo stabilito che il vincitore avrebbe portato Angelina
al
ballo.”
“Ma
vi sembra il modo?” lo
rimbeccò Hermione stizzita “Se fossi Angelina non
andrei con nessuno di voi
due!”
“Allora
fortuna per George
che tu sia Hermione altrimenti a quest’ora avrebbe vinto una
partita a scacchi
inutilmente.” Sorrise sornione prendendo a salire le scale.
“Notte
Herm.”
“Idiota!”
***
Nei
giorni che seguirono
quella sera, Fred fu costretto in punizione dalla Umbridge tutti i
pomeriggi.
Qualche volta da solo e qualche volta con suo fratello George, tanto
che
riusciva a concentrarsi solamente sulla sua mano dolorante e sulle
fialette di
Pozione Rigenerante che Hermione si era offerta di procurargli una
volta alla
settimana.
Così,
senza nemmeno
accorgersene arrivò Halloween e lui non aveva ancora
invitato nessuna ragazza
al Ballo.
“Su
Fred, non farne una
tragedia. È solo uno stupido Ballo di Halloween!”
“No
Ronald, cervello di
Gorgosprizzo!” abbaiò furioso.
“È
il suo ultimo Ballo di Halloween e
non..”
precisò George
“Posso
permettermi di
andarci..”
“Senza
una ragazza!”
gridarono insieme.
Erano
già due ore che Fred girava
in tondo per la Sala Comune sotto gli occhi annoiati di Ron e quelli
comprensivi di George, mentre Harry era completamente immerso nella
lettura;
ogni tanto alzava lo sguardo dal suo libro, incontrava quello
supplichevole di
Ron, e tornava tranquillo a leggere.
“Ho
chiesto a tutte ma..”
si disperò accasciandosi sulla poltrona accanto ad Harry.
“..erano
già tutte
occupate.” Concluse l’altro gemello.
“E
ci credo,Fred!” scoppiò
Ron, “Il Ballo è stasera,
stasera.
Dove credi di trovarla una ragazza libera si può sapere! A
meno che tu non
voglia invitare Mirtilla Malcontenta penso che dovrai darti
pace.”
Dallo
sguardo che Fred
lanciò al fratello minore si sarebbe detto che di li a poco
avrebbe ingaggiato
una lotta furiosa contro il sangue del suo sangue.
“Aspettate
un momento!”
gridò Harry chiudendo il libro con un tonfo, “Una
ragazza che non è stata
invitata al Ballo ci sarebbe..” guardò titubante
il suo migliore amico.
Ron
capì al volo.
“Harry!
Qui serve una
ragazza.” Scandì lentamente l’ultima
parola portandosi le mani accanto alla
faccia e flettendo medio ed indice a mo di virgolette, “Sai,
di quelle a cui
piace truccarsi, farsi carine e che andrebbero al Ballo con quello
lì!” indicò
suo fratello ancora abbandonato sulla poltrona.
“Si
può sapere di chi
diamine state parlando?” s’intromise George.
La
porta della Sala si aprì
all’improvviso per poi richiudersi poco dopo con un rumore
sordo.
“Hermione!”
esclamò Ron
vedendola entrare nella Sala Comune con la solita pila di libri stretti
tra le
braccia.
Tre
testoline rosse ed una
mora spettinata si voltarono a guardarla.
“Salve
ragazzi.” Rispose
accennando un sorriso, “Ron! Cercavo proprio te,
Calì mi ha detto..che Lavanda
ha detto di dirti che il suo vestito sarà rosso e nero e
pretende che tu trovi
qualcosa che si accosti bene con questi due colori.”
Recitò a memoria con gli
occhi ridotti a fessure nel tentativo di riportare le testuali parole.
“Rosso
e nero?” chiese
incredulo, “cosa si aspetta che mi metta addosso quella
li?”
“Saresti
carino vestito da
diavoletto Ron!” lo presero in giro i gemelli mentre Harry
riprendeva la sua
lettura.
“Ti
conviene pensare a
qualcosa prima delle sette, Ron.” Lo ammonì
Hermione prima di sparire per le
scale del dormitorio femminile.
Il
silenzio calò pesante
nella Sala Comune, il tempo che passava scandito solamente dal lento
ticchettio
dell’orologio a pendolo sospeso al centro della stanza.
“Ma
certo!” scattò George
facendo quasi perdere l’equilibrio al gemello che
intuì il motivo
dell’esclamazione prima ancora che l’altro potesse
dar voce ai suoi pensieri.
“Tu
credi..”
“Oh,
certo che credo.”
“George
ma sarebbe come
andare al ballo..”
“..con
Ginny. Lo so. Ma
dopo tutto è..”
“..l’unica
soluzione.” Fred
si voltò verso l’altro Weasley. “ Ron,
qualcuno ha già invitato..”
“..Hermione
al Ballo?”
“Vi
odio quando terminate
l’uno le frasi dell’altro, lo sapete
vero?!” ringhiò quello.
“Certo!”
risposero questa
volta in coro.
“Te
l’avevo detto che era
questa la soluzione!” snocciolò Harry rivolto a
Ron senza staccare gli occhi
dalle pagine sgualcite.
“Ma
Fred” cominciò Ron
riprendendo il discorso ‘ ragazza per il Ballo ’,
“Hermione è Hermione.
Cioè..tu non puoi portare al Ballo.. Hermione!”
In
effetti la situazione
sarebbe stata a dir poco stramba. Oramai Weasley, Granger e Potter
erano come
una grande ed allegra famigliola. Portare al Ballo Hermione sarebbe
stata la
stessa cosa che portare al Ballo Ginny, ma Fred non poteva negare che
in verità
d’invitarla ci aveva già pensato. In fondo non
erano veri e proprio parenti.
“Oh Ronald mi
sembri la mamma!”
Avrebbe
invitato Hermione
al ballo come una semplice amica, come George avrebbe portato Angelina;
no, in
effetti forse quello non era l’esempio calzante per la sua
situazione.
“Fa
come credi!” e con un
gesto della mano a sottolineare la sua competa dissociazione dalla
faccenda si
ritirò nella sua stanza a provvedere al costume per la festa.
Nell’istante
in cui Ron sparì
dietro la porta dei dormitori maschili, Hermione scese in fretta e
furia da
quelli femminili rischiando di farsi l’ultima rampa di scale
con il sedere in
terra.
Harry,
Fred e George la
guardarono con un sopracciglio alzato mentre lei, fregandosene
altamente di
essere osservata, vagava come una forsennata per tutta la Sala Comune
cercando
lei solo sapeva cosa.
“Penso
che io andrò..da
qualche parte!” soffiò George che dalle occhiate
che Fred stava lanciando ad
Hermione aveva intuito che quello era il momento di uscire di scena;e
fischiettando sparì dietro il buco del rittratto.
Era
arrivato il momento di
prendere il coraggio a due mani, di trascurare il piccolissimo
particolare
rappresentato dal fatto che la ragazza che stava per invitare al Ballo
era
Hermione e di farla finita.
“Emh
emh” Fred si schiarì
la voce scagliando sguardi dardeggianti verso Harry che aveva ripreso
beatamente a leggere senza chiaramente capire la delicatezza della
situazione.
D’accordo che si
trattava di Hermione, ma un
invito al Ballo era pur sempre un invito al Ballo; come minimo ci
voleva
atmosfera ed Harry spaparanzato sulla poltrona non supportava la causa.
Il
ragazzo sembrò non
sentirlo.
“Harry
caro” esordì con un
tono che ricordava tremendamente la Signora Weasley, “Non
dovresti andare a
prepararti per il Ballo?” sottolineò il verbo
andare e poi quello preparare.
“No.”
Rispose quello senza
nemmeno guardarlo.
Fred
scoccò un’occhiata ad
Hermione che continuava a guardarsi attorno senza dare il minimo cenno
di
prestare attenzione a loro due. Sicuro di non essere ascoltato si
voltò
furibondo verso Harry.
“Potter,
dileguati subito o
domani non assaggerei il succo di zucca se fossi in te!”
sibilò facendo
schizzare via Harry come una freccia.
Si
aggiustò il colletto
della camicia, si passò una mano tra i capelli fiammeggiati
e fece un bel
respiro; si avvicinò ad Hermione che non sembrava degnarlo
nemmeno di uno
sguardo.
“Ciao
Herm!”
“Heilà
Fred.” Rispose
continuando a frugare tra i cuscini del divano accanto al caminetto.
“Perso
qualcosa?”
“Si,
un libro.”
Sempre
la solita, vecchia
Hermione.
“Ma
cosa te ne fai di un
libro quando stasera c’è una festa!?”
scherzò meritandosi nient’altro che
un’occhiataccia. Gli sembrò di sentir squillare
quella strana sirena che si usa
nei quiz televisivi babbani, che il Signor Weasley seguiva, quando i
concorrenti non davano la risposta esatta.
Affermazione
errata!
L’approccio
disinteressato
era fallito. Non restava altro che andare dritti al punto e chiudere la
faccenda, soltanto che la sola idea di chiederle di farle da cavaliere
per il
ballo lo metteva in uno strano stato di agitazione.
Oh,
al diavolo! Sono o non sono Fred Weasley?
“Vuoi
venire al ballo con
me stasera?”sputò tutto d’un fiato
mentre Hermione si bloccava con un cuscino a
mezz’aria sopra la testa e la faccia di chi ha appena
ricevuto l’invito a farsi
un giretto nella Foresta Proibita.
“Come
scusa?”
“Hermione
Granger, posso
farti da cavaliere per il Ballo di Halloween?” sorrise
affabile
inginocchiandosi di fronte ad un’ancora immobile Hermione.
“Potresti..emh
abbassare
quel cuscino per favore?”aggiunse poco dopo.
“Oh,
si certo.” Scaraventò
il cuscino sul divano e tornò a guardare Fred mentre il suo
viso acquistava una
strana colorazione porpora.
“Allora,
ci stai?”
“Non
saprei Fred.”
Sbiascicò colta di sorpresa.
Nessuno
l’aveva mai
invitata ad alcun Ballo a parte Krum l’anno precedente, ma
quello ora non
contava niente. E che fosse Fred Weasley il primo a farlo non faceva
altro che
aumentare il suo shock.
“È
un si?” chiese
speranzoso senza alzarsi.
Avrebbe
tanto voluto che
quel suo ‘Non saprei’ fosse un si, ma, dopo il
primo momento di sbandamento
dovuto alla sorpresa la sua razionalità ed il suo essere
cinica presero il
sopravvento rendendola improvvisamente consapevole del fatto che se
Fred
Weasley si era ridotto ad invitarla al Ballo, significava che tutte le
altre
ragazze erano occupate e che si era rivolto a lei soltanto
perché sperava che
nessuno l’avesse invitata;come tutti gli anni del resto.
E
non sapeva perché, ma
questo le fece male. Tanto male.
Sentì
una strana rabbia
montargli dentro nemmeno avesse di fronte Lord Voldemort in persona,
inchinato
dinanzi a lei con un sorriso bello come quello di Fred stampato sulla
faccia.
Si sentiva indignata, come se con quelle parole non avesse fatto altro
che
schiaffeggiarla.
“Penso
che stasera mi
dedicherò alla lettura, Fred.” Rispose diventando
gelida scavalcandolo mentre
afferrava il libro che Harry aveva abbandonato sulla poltrona,
“Ma grazie per
il pensiero. Spero che troverai un’altra ragazza che la sera
stessa del Ballo
non è stata ancora invitata!” gridò
salendo di corsa le scale a chiocciola e
sbattendo la porta della sua camera.
Fred
rimase con le
ginocchia in terra per ancora un paio di minuti cercando di
metabolizzare
quello che era appena successo: Hermione Granger aveva appena rifiutato
il suo
invito al Ballo di Halloween e lui, Fred-Spaccacuori-Weasley avrebbe
dovuto
rassegnarsi e andarci da solo.
Hermione
aveva rifiutato un
invito di lui inginocchiatoi
nel bel
mezzo della Sala Comune dei Grifondoro.
Lei
lo aveva respinto.
Quella
serata non avrebbe
avuto alcun senso.
“Ti
è andata male eh?” Ron
fece capolino dalla scala dei dormitori maschili richiamato
probabilmente dallo
sbraitare inferocito di Hermione.
“Sparisci
Ronald cervello
di caccola di Troll!” gridò Fred prima di uscire
dalla Sala Comune a grandi
passi.
Note:
Et voilà! Ecco il mio secondo capitolo. Innanzitutto
ringrazio ChaneyRossa,
pikappa93 e Ernil per le recensioni..davvero grazie mille; inoltre il
mio
ringraziamento va anche a coloro che hanno inserito la storia tra i
preferiti e
tra le seguite. Detto questo spero che il capitolo vi piaccia e vi
invito ad
espormi le vostre impressioni, critiche se ci sono ben vengano, o
qualsiasi
cosa abbiate voglia di comunicarmi XD
Spero
di riuscire a postare
il terzo capitolo in una ventina di giorni, ma
l’università mi sta uccidendo!
Un
bacio a tutte.
Vostra,
Fè