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{I.C.S. – I Cinque Sensi}
Tatto.
Si dorme con gli occhi, è un sonno infinito. Buio sconfinato, impenetrabile e oscuro. Si ha paura, una paura folle di riposare, di dormire, e si vuole aprire questi occhi, e tenerli svegli.
Una tenebra che provoca una sensazione scotofobica, terrificante.
Si apre gli occhi, ma il buio rimane.
-Cecilia?-
Oh, una voce. A volte le voci sono rassicuranti, se ascoltate nel buio. Come un dolce ricordo d’infanzia, di una madre o di un padre che sussurra all’orecchio dell’infante parole conducenti al sonno.
E nella mente, poi, rimbombano, rimangono impresse, fino al sonno profondo.
Ma quando il buio non se ne va’ mai?
-Guardami.-
Sarebbe bello osservare. Il cielo, la terra, la natura verdeggiante di primavera e cadente d’autunno, la neve a fiocchi candidi d’inverno e la frutta maturare d’estate. Sì, sarebbe bello.
Ci si perde in fantasie, dolci, malinconiche, piene di speranza, come se la vista potesse venire da sè.
-Non posso.-
Si apre gli occhi, si obbedisce all’ordine, si segue l’impostazione. Eppure tutto rimane nero.
Si vorrebbe piangere, lo si fa’, ma inutilmente, in fondo è sempre stato così. Ma i vedenti descrivono il mondo in un modo così bello, così splendido, esprimendo la luminosità del sole, il movimento delle foglie col vento, l’incresparsi delle onde, facendo capire anche a chi non ha la loro stessa fortuna cosa si guarda, che è impossibile non piangerne.
Però i ciechi possono quello che i vedenti non sono in grado.
-Sì, che puoi.-
Alza una mano, l’allunga, e il contatto avviene.
I polpastrelli delle mani lentamente sfiorano la pelle, percepiscono le forme: naso leggermente grosso, labbra carnose, barba brizzolata e corta, gote spigolose su occhi, a quanto dicono, celesti. E la mano va avanti, tocca, fra i capelli arruffati, sul collo taurino degno di uomo virile, e poi scende sul petto e alla fine stringe altre simili mani.
-Te l’avevo detto.-
Il buio permane, ma non impedisce la vista, ora.
E il volto si sporge e incontra le labbra piene percepite fino a pochi secondi prima dalle dita.
Cecilia vede con mani, con bocca e con corpo.
-La vista non è l’unico modo per vedere, c’è anche il tatto.-
Note Autrice:
La scotofobia è la paura del buio.
Questa storia è arrivata terza al concorso, che sta per terminare, a più round I Cinque Sensi, indetto da kiara_chan.
Pubblicherò gli altri capitoli appena posso, ma intanto, vediamo se qualcuno leggerà il primo. xD
Hop. :D