Missing
Moment:
Benji
alone after quarreling with Joel
I
heard that evil comes disguised...
(Good
Charlotte, The river)
Benji
chiuse a chiave la porta del suo studio, dopo averla sbattuta violentemente,
poi andò a sedersi sul divano, cercando di calmarsi, ma la cosa stava
risultando più complessa del previsto.
Dopo
qualche minuto riuscì a raccogliere un minimo di lucidità, quanto gli era
necessario per trattenersi dal tornare da Joel e urlargli addosso tutto quello
che si era trattenuto dal dirgli poco prima, perché in fondo, anche se questa
volta ce l’aveva a morte con suo fratello, non era ancora così crudele da
dirgli ciò che davvero pensava.
Pensava
che Joel fosse un maledetto bambino che si ostinava a non voler crescere,
voleva sempre avere ragione, sempre,si impuntava anche quando era evidente che stava
sbagliando e finchè non sbatteva la testa contro il muro della realtà non c’era
verso di fargli ammettere che stava sbagliando.
Pensava
che suo fratello fosse un maledetto orgoglioso che pur di non ammettere che
Julia gli mancava da morire era disposto a fingere di essere innamorato di
un’altra, usando quest’altra persona anche se, almeno di questo era certo, lui
non ne era consapevole.
Certo,
non che Jade Farret non meritasse un simile trattamento, dal momento che anche
lei si stava semplicemente servendo di Joel.
Al
solo pensiero di quella serpe, Benji sentì che la rabbia tornava ad acuirsi
perciò cercò di eliminarla dai suoi pensieri, non voleva cadere tanto in basso
da distruggere la stanza per colpa sua.
Decise
di camminare, se stava fermo rischiava di impazzire, doveva smaltire la
tensione in qualche modo e al momento camminare avanti e indietro per il suo
studio era la sola soluzione non violenta che gli venisse in mente.
Ripensò
con calma alla conversazione, se così si poteva definire quello scambio di
battute urlate l’uno contro l’altro, che aveva avuto col gemello e il
comportamento di Joel lo colpì di nuovo peggio di una botta in testa.
Si
sedette di nuovo, camminare era un ottimo sistema per smaltire la tensione, ma
di certo non per ragionare.
La
cosa che gli faceva più male di tutte era il fatto che Joel non solo avesse
ritenuto opportuno mentirgli, ma anche che credesse che lui avesse così poca
fiducia nelle sue scelte, il fatto che Benji a volte si permettesse di
criticarlo non significava certo che lo ritenesse un incapace.
Questo
fatto non riusciva proprio a mandarlo giù, soprattutto il fatto che Joel gli
avesse spudoratamente mentito, se voleva tornare con quella erano affari suoi,
non che ne fosse felice, ma non poteva certo chiudere Joel in casa, però che a
causa sua fra lui e suo fratello sorgessero dei problemi, questo proprio non
gli andava giù.
D’altronde, la storia si ripeteva: anche tre anni prima era stato così, con l’unica differenza che allora Benji aveva deciso di stare zitto e fare la spalla su cui piangere, mentre stavolta non l’avrebbe fatta passare liscia a suo fratello, non dopo quello che gli aveva detto, non dopo averlo trattato in quel modo.
Pensò
che forse era il caso di andare a tranquillizzare Kris, che certamente era
preoccupata dopo averlo visto rientrare in quel modo, ma ci ripensò
praticamente subito: la ragazza avrebbe, giustamente, voluto delle spiegazioni,
ma lui non aveva voglia di darne e avrebbe finito con l’innervosirsi e
probabilmente litigarci e quella era esattamente l’ultima cosa che voleva.
No,
decisamente meglio aspettare di essere davvero calmo.
Prese
la chitarra, si mise le cuffie e iniziò a suonare qualcosa, senza prestare in
realtà troppa attenzione ai suoni, la sola cosa che gli interessava in quel
momento era scaricare la spaventosa quantità di rabbia che aveva accumulato in
quell’ultima ora.