La ragazza che sto cercando *
L’ultima
notte sulla terra
=
James&Lily
Beh, come faccio
a spiegarglielo?
«Ehm...»
balbetto. Di fronte a me un più che incazzato Sirius
Black mi squadra da capo a piedi totalmente ed incondizionatamente
furioso.
Da quando ho
rimesso piede nel nostro Dormitorio, mi sono
sbattuto sul letto e ho cercato di soffocarmi con il cuscino per tutto
il tempo
che mi era rimasto fino a quando Padfoot non è arrivato e si
è gettato con
tutto il suo peso paragonabile ad una leggerissima piuma (quanto amo il
sarcasmo) su di me. A momenti gli rimettevo addosso il pranzo.
Inizialmente gli
avevo urlato contro quanto fosse stupido e poco delicato nei confronti
di un
povero ragazzo ormai crescente tra continue pene d’amore per,
sempre, la stessa
ragazza. Poi, però, anche lui aveva cominciato ad alzare la
voce ed ecco che,
per la prima volta in vita nostra, Messer Padfoot e Messer Prongs
litigano.
Fortunatamente, non appena le acque avevano cominciato ad agitarsi per
davvero,
è subito intervenuto Moony, ed ovviamente io e Sirius ci
siamo calmati quasi
all’istante. Ma lo stesso, la questione della litigata era
rimasta aperta
finché il grande Sirius Black non se
n’è venuto fuori con questa domanda:
Mi
piacerebbe davvero tanto sapere cosa caspita ci trovi in una ragazza
come la
Evans!
Ebbene si. Il
mio problema, quel giorno, era, come sempre,
Lily Evans che tanto per cambiare aveva rifiutato il mio ennesimo
invito ad Hogsmeade
con conseguente sfuriata completa di epiteti poco gradevoli scorrenti
uno
dietro l’altro. Quella mattina, poi, Lily ci era andata
giù pensate.
Probabilmente era già nervosa, ma non ho saputo davvero
resistere. Se da una
parte soffro incredibilmente per tutti i “no” che
mi rifila, dall’altra sono
straordinariamente masochista: adoro farla arrabbiare... ovviamente,
però, ai
miei stessi danni. E proprio su questo punto Sirius si perde. Ha sempre
accettato le sfuriate che ci facevamo io e la Evans, soprattutto
perché la
maggior parte si concludevano continuamente con le nostre risate e le
sue urla.
Era davvero troppo divertente. Ma farlo per divertimento è
un conto. Farlo per
masochismo è tutto un altro. Il fatto, però,
è che io non lo faccio con vero masochismo,
ma con una, anche se lievissima, speranza che lei, almeno una volta
nella sua
vita, possa accettare un mio invito. Questo Padfoot non riesce a
capirlo. Gli
avrò spiegato almeno un miliardo di volte che mi sono
intestardito con la Evans
(mentre Moony è più tragico dicendo che
addirittura mi sono innamorato di lei),
ma lui è troppo duro di comprendonio e, ogni volta che mi
affloscio su un letto
del Dormitorio dei Malandrini pregando Merlino di farmi morire sul
colpo, si
infuria come una belva dando la colpa, per scontato, a Lily. E questo
pomeriggio si sta ripetendo per la centesima volta in un solo mese la
stessa
identica scena con la stessa precisa discussione: che cosa ci trovi
nella
Evans.
«Allora?»
mi incita impaziente e nervoso il caro Padfoot.
Moony è proprio dietro di lui, esattamente di fronte a me ed
entrambi stanno
aspettando questa agognata risposta che io, sinceramente, non sono
sicuro di
saper dare.
«Secondo
me non la sai dare questa risposta, James» dice
Remus centrando in pieno il mio problema, «E sai
perché?» chiede cercando di
fare il saputello.
Io sospiro
esasperato insieme a Padfoot. Certo che sappiamo
perché io non saprei dare questa risposta, secondo il punto
di vista di Moony.
«Si, Moony, lo sappiamo» pronunciamo in coro io e
mio fratello.
«Chi
è innamorato non saprebbe spiegare davvero perché
lo è»
chiarisce imperterrito Remus come se noi non avessimo parlato prima.
Lui è
sicuro al cento per cento che io sia perdutamente innamorato di Lily
Evans e,
di conseguenza, secondo le sue teorie fondate su strani filosofi
Babbani
dell’antichità, non sono in grado di spiegare
perché io mi sia infatuato
proprio di quella ragazza. In poche parole, insomma, secondo Remus John
Lupin,
io non saprei rispondere alla domanda di Padfoot. E, più o
meno, è così. Ma, ad
ogni modo, credo che qualche motivo lo sappia dare. Insomma, lei
è davvero...
davvero lei!
«Io mi
sono rotto di queste tue teorie, Moony» proclama poco
educatamente Padfoot, «Questo ogni giorno torna in Dormitorio
con la faccia di
un condannato a morte e la situazione non può continuare
così. Io mi sono
ufficialmente scocciato!» continua Sirius parlando come se io
non fossi
presente nella stanza ad ascoltare i loro discorsi sulla mia condizione.
Sospiro,
«Senti, Padfoot... Moony non ha tutti i torti. Non
dico di essere innamorato, ma... intestardito si».
«Va
bene, Prongs. Ma ogni volta che intavoliamo questa
discussione te ne vieni fuori con questa risposta ed io, ribadisco
ancora una
volta, mi sono ufficialmente
scocciato» mi risponde Sirius dando parecchio peso alla
parola “ufficialmente”.
«Intendo
dire» riprendo un tantino più nervoso di prima
«che
non sono in grado di spiegarti scientificamente bene perché
proprio con lei io
mi sia intestardito. Però...» abbasso un secondo
gli occhi perdendoli insieme
ai miei pensieri.
«Però?»
mi incita Sirius.
«Però,
almeno sono sicuro di alcuni particolari di lei che mi
fanno impazzire».
«Ovvero?».
Remus rimane in silenzio pronto a captare
qualsiasi risposta io stia per dare al mio carissimo ed impazientissimo
fratello.
«Beh...
prima di tutto è freddissima e crudele con me»
comincio elencando i vari punti contandoli con le dita, «Poi,
nonostante la sua
prontezza e la sua pazzia nel rispondermi e nell’agire contro
di me, ha
perfettamente la testa a posto. Sa sempre quello che fa».
«Già»
annuisce Padfoot «Come quella volta che ti buttò
nel
Lago Nero» continua ricordandosi quell’episodio nel
contempo che si sforza di
evitare di scoppiare a ridere di fronte a me. Quella volta ci rimasi
davvero
male per la reazione di Lily, senza contare la figuraccia che mi aveva
fatto
fare davanti al mio fan club e all’intera scuola. Potrei
anche giurare di aver
visto la professoressa McGrannit che sghignazzava nascosta da qualche
parte
dove si poteva ammirare tutta la scena senza ostacoli visivi.
«Già»
confermo fulminandolo con lo sguardo, «Poi ogni volta
che provo a dirle qualcosa mi ride in faccia, quasi avessi detto una
scemenza».
«No,
Prongs! È diverso. Tu le scemate le dici e basta»
mi
interrompe ancora una volta Sirius. Io gli sorrido furbamente.
«È
vero!» ammetto, «Ma adoro sentirla ridere... la sua
risata
l’ascolterei all’infinito» continuo
assumendo un’espressione da completo pesce
lesso.
«Questo
s’è rammollito» sento mormorare Padfoot
a Remus che
sorride quasi orgoglioso di me; ma, sinceramente, non me ne
può importare un
tubo di niente in questo momento. Sono in completa contemplazione del
ricordo
del suo sorriso e niente mi può distrarre in un attimo come
questo. Mi
dispiace, ma nemmeno Padfoot ci può riuscire. Mi sento
completamente perso di
fronte quell’espressione che Lily Evans riserva a tutti
tranne che a me. Un po’
deprimente, a questo punto, no?
«Sirius,
lo sai che per ora non puoi capire. Quando ti innamorerai
anche tu di una ragazza, allora, probabilmente proverai le stesse cose
che
prova adesso James» lo rimbecca gentilmente Moony.
Sirius fa una
smorfia quasi disgustata «Innamorarmi?!» dice
con disprezzo a momenti «Ma non ci penso nemmeno!»
rifiuta deciso, mentre Remus
lo guarda esasperato. So che vorrebbe ribattere che l’Amore
non si può
programmare e che se ti innamori avviene così, senza che te
ne renda conto,
esattamente come me che è iniziata solamente come un gioco,
poi... col tempo, è
diventata qualcosa di più.
«Ah!»
esclamo richiamandoli all’attenzione dopo qualche
minuto passato a riflettere «Senza contare che la cosa
assurda è che più lei mi
ignora più la cerco, la desidero, la adoro»
riprendo a parlare velocissimo,
quasi fossi impazzito, come un treno lanciato a tutta
velocità. Quelli che non
riusciresti a fermare con le buone nemmeno a volerlo «Che
potrei fare in questo
caso per trattenermi, eh? La dovrei ignorare, lei dovrebbe ignorare me,
cosa
che già fa. Ma comportandosi così, non farebbe
altro che aumentare la mia
voglia di lei. È un grattacapo assurdo, ragazzi! Voi non
potete capire cosa
sia. Non potete capirlo. Senza parlare, poi della sua bravura nel
riconoscermi.
A volte, nemmeno mi vede, nemmeno mi lascia il tempo di parlare che ha
già
capito che sono io e mi manda a quel paese senza nemmeno lasciarmi il
tempo di
dire “ciao”. In quelle occasioni preferirebbe
miliardi di volte rimanere da
sola. È assurdo! Vero? Ma qualsiasi cosa succeda, qualsiasi
cosa venga detta o
fatta... non posso fare a meno di lei perché qualsiasi cosa
lei pronunci, io
pendo dalle sue labbra. In qualsiasi caso, davvero! E, dopo averla
persa di
vista, non faccio altro che immaginarmela ripetermi sempre le stesse
cose in
modo che mi possa beare ancora un secondo della sua voce, anche se
fredda e
crudele verso di me. Lei sa sempre cosa fare e, soprattutto, cosa dire
quando
io la provoco. È una bomba ad orologeria e, quando la faccio
esplodere, non
riesco a trattenermi. Mi piace troppo! Perché lei sa essere
dolce, sa essere
acida, amara... sa essere tante cose insieme tanto che mi fa impazzire
ogni
volta che la vedo, la sento parlare... Mi sa fregare come nessuno ad
Hogwarts
e, nonostante io ci perda sempre, non riesco a farne a meno.
È più forte di me,
maledizione! Perché lei è un mistero assoluto...
è davvero troppo per me e...
e... ed è, insomma, la ragazza che sto cercando.
L’unica ragazza che abbia un
comportamento che nessun’altra ha in tutta Hogwarts con
me» improvvisamente mi
blocco riprendendo pesantemente fiato. Ho fatto una tirata unica. Tutto
quello
che mi passava di mente in quel momento, l’ho buttato fuori.
Avevo deciso che
se dovevo dire una cosa, a questo punto, facevo meglio a dirla tutta
per bene.
Sirius e Remus sono rimasti a bocca aperta a fissarmi rintontiti. Poi
Moony si
riprende e ricomincia a sorridermi orgoglioso.
«Allora
non sbagliavo per niente quando dicevo che sei
proprio innamorato di lei» annuncia sorridente.
Io rispondo a
quel sorriso. Dopo tutto quello che ho detto,
insomma, ammettere che io non sia innamorato di Lily Evans sarebbe come
fare
una supermega battuta per niente divertente. Almeno per me.
«Allora
è questo?» mormora quasi a se stesso Padfoot dopo
essersi ripreso «Cioè che lei è
diversa... completamente diversa da tutte le
ragazze di Hogwarts» commenta ancora riportando il suo chiaro
sguardo su di me.
Annuisco. «Ma il problema è farglielo
capire». Finalmente, dopo quasi tre anni,
l’ha capito. Rimaniamo in silenzio per molto tempo. So
perfettamente che le
cose da dire e i sorrisi da scambiarsi dopo che ho ammesso di essere
innamorato, sono tanti, ma tutti e tre stiamo cercando di pensare ad un
modo
per far ragione Lily Evans una volta per tutte. Infondo, dopo tutto quello che
ho detto, penso di
essere riuscito a convincere persino Moony a darmi una mano.
Improvvisamente,
però, la porta del Dormitorio si spalanca rivelando
l’entrata molto goffa di
Wormtail. «Ragazzi...» ci chiama «... non
immaginerete mai cosa ha organizzato
Silente per questo fine settimana!»
*****
Ok. Sento di
poter andare fuori di testa in questo preciso
istante. Sono agitatissimo per quello che sto per fare. In effetti, i
Malandrini si sono rivelati per l’ennesima volta dei geni per
quanto riguarda
l’afferrare al volo le occasioni che si presentano, ma ora
che sono ad un passo
dal’effettuare il piano che noi quattro abbiamo delineato
insieme... mi sento
completamente perso dalle forze.
«James?»
mi
chiama premurosamente Remus posandomi una mano sulla spalla
«Ti senti bene?» mi
chiede.
«Sei
ancora
qui?» s’intromette la voce di Sirius «Ti
vuoi muovere o non vuoi più attuare il
piano?» mi domanda retorico poiché già
conosce perfettamente la mia risposta e
di certo il grande James Potter non lascia mai un piano incompiuto.
«Certo
che
no!» gli rispondo, infatti. Non ho nessuna voglia di buttare
al vento tutte
quelle ore spese a mettere a punto un testo decente. È da
quando Peter ci ha
illustrato la brillantissima idea di Silente che non facciamo altro che
lavorare e perfezionare il nostro lavoro ultimato. Il grande Preside di
questa
scuola (che Merlino benedica quell’uomo e tutta la sua
famiglia per aver
generato un genio di tale portata), al quale io, James Potter, mi
impegno a
promettere una statua d’oro in suo onore, ha avuto la
sensazionale idea di
invitare nella scuola il nuovo gruppo Rock che sta facendo concorrenza
addirittura alle Sorelle Stravaganti: Tribù. Un nome strano
quanto è vero che
io sono unico al mondo, ma non è questo il punto
più importante. In questo
periodo, Silente era sempre stato del parere che noi ragazzi stessimo
perdendo
quasi completamente la nostra fantasia che, secondo il suo modestissimo
parere,
ha sempre caratterizzato la nostra età. Perciò
come fare per stimolarla se non
invitare nel castello un gruppo Rock disposto a cantare solamente
testi musicali scritti da noi studenti? Beh...
ovviamente, non appena Peter ce l’aveva annunciato, siamo
rimasti scioccati per
la strampalata testa che il nostro Preside si porta dietro. Poi, Moony
si è
fatto, ringraziando Morgana e le sue santissime sottane, colpire da
quei suoi
attacchi di maligna genialità. Così ci ha
spiegato il suo piano di scrivere un
testo musicale da far cantare a questo gruppo Rock in visita per questo
fine
settimana, che rispecchi i sentimenti che provo per una certa testolina
rossa.
Ed ora sono qui: con questo dannatissimo foglio bianco su cui sono
state
scritte in bella grafia (da Remus, ovviamente, dato che io, Sirius e
Peter
siamo capaci solo di fare la brutta) le parole che compongono questa
stramaledettissima canzone vista e rivista da noi Malandrini per lei.
Un
Grifondoro che non ha il fegato di andare lì e consegnare
‘sto caspita di
foglio. La cosa assurda è che la canzone non è
nemmeno firmata... ed io ho
paura.
«E
allora?»
mi incita ancora Padfoot, «Vai!» mi spinge verso la
mandria di studenti che si
accalca nella Sala Grande completamente addobbata per
l’occasione: i quattro
tavoli sono spariti lasciando ampio posto per la pista da ballo; anche
il
tavolo dei professori è sparito per far spazio al grande
palco dove vi sono
posati sopra gli strumenti controllati dagli attenti occhi dei
professori. Da
quello che ho sentito, parecchi ragazzi si sono dati da fare per
scrivere
canzoni d’amore per i loro rispettivi fidanzati.
L’unica cosa che non mi quadra
e che non mi è mai quadrata fino ad ora è la
musica. Insomma, il testo noi lo
abbiamo scritto immaginando un certo tipo di melodia, ma i musicisti
come
faranno a sapere con esattezza quella che vogliamo noi? Senza mai
provare?
Mi dirigo
verso un angolo buio della Sala e, quando sono sicuro di non essere
visto da
nessuno, soprattutto grazie all’aiuto dei mitici Malandrini
che mi coprono, mi
infilo sotto il Mantello dell’Invisibilità e
sgattaiolo davanti all’intera
fila. I quattro musicisti componenti del gruppo sono stati chiusi in
una stanza,
stranamente accompagnati dalla professoressa McGrannit. Appena la porta
si apre
lasciando uscire una sognante ragazzina del terzo anno, subito ne entra
un’altra, forse più grande, ed io, cogliendo al
volo la distrazione dell’intera
coda che tenta di sbirciare all’interno della stanza, mi
sfilo velocemente il
Mantello affiancandomi a quest’ultima papera che sta entrando
in questo
momento.
«Ehi
tu...
da dove sbuchi?» sento una voce abbastanza infastidita
provenire alle mie
spalle. Mi volto e scorgo una ragazzetta, addirittura, del secondo che,
non
appena si accorge di chi veramente ha aggredito diventa rossa come un
peperone
e abbassa lo sguardo intimorita dal mio smagliante sorriso.
«Non
ti
preoccupare, tesoro, faccio in meno di due secondi» concludo
l’intera opera con
un occhiolino ed un sorriso sghembo che fanno svenire
l’intera fila femminile.
Mi volto di nuovo verso la porta chiusa nascondendo al pubblico il mio
sorriso
vittorioso. Sono proprio un mito!
Non ci volle
molto, in effetti, per la ragazzina andata prima di me e, non appena la
porta
si è aperta, non le ho lasciato nemmeno il tempo di uscire
che mi sono infilato
nella stanza come una furia. Una volta dentro con la porta sigillata
alle mie
spalle, mi ritrovo davanti ad un lungo tavolo disposto orizzontalmente
a me
dove sono seduti i quattro musicisti e la professoressa McGrannit con
la
bacchetta in mano, in piedi di lato al tavolo.
«Bene...»
annuncia uno al centro, mentre io sorrido all’espressione
sorpresa e quasi un
po’ minacciosa della professoressa (quasi, ad un certo punto,
avesse azzardato
che tutto questo, in realtà, sia solo uno scherzo di cattivo
gusto verso
Mocciosus... idea balenata in testa a Sirius e scemata
dall’annuncio severo ed
autoritario del Preside sull’autenticità dei
sentimenti nobili che devono
essere esposti con questo progetto... il tutto minacciato con una
pungente
punizione che ha fatto provare ribrezzo persino al coraggioso Sirius
Black),
«... tu sei?» chiede ancora il cantante, presumo.
«Mi
chiamo
James Potter» annuncio osservandolo scrivere subito il mio
nome, «Però...» lo
interrompo, «... questa canzone deve rimanere anonima. Quindi
è praticamente
inutile che lei annoti il mio nome su quel pezzo di carta»
concludo sorridendo
incoraggiante.
Quelli,
interdetti, si fissano prima che uno di loro allungasse la mano verso
di me in
attesa del mio foglio. Io glielo porgo velocemente e lui, altrettanto
rapidamente, da una veloce occhiata al testo.
«Che
testo
interessante!» commenta il tutto il chitarrista (sempre,
presumo), passandolo
poi agli altri tre ansiosi di leggere le mie parole.
«Hai
anche
pensato ad una melodia?» domanda il cantante riprendendo a
scrivere su un
foglio e, ogni tanto, sbirciando sul testo che gli avevo fornito. Io
annuisco
davanti allo sguardo interrogativo del chitarrista (quello che mi sta
più
simpatico di tutti).
«Ottimo,
allora!» esclama di fatti quello, «Prego,
professoressa» continua rivolgendosi
alla McGrannit. Mi volto verso di lei non capendo effettivamente quale
sia il
suo scopo in quella riunione.
«Devo
estrarti il ricordo, Potter, per poter accedere alla melodia che hai
pensato in
modo impeccabile» mi spiega mentre, nella mia testa, si fa
strada il vero
motivo del perché anche la McGrannit sia stata chiusa qua
dentro. Così, mi
avvicino a lei, permettendole di estrarre il mio ricordo dalla mia
mente e
concederlo ai musicisti. Il chitarrista prende la bacchetta ed una
piccola
fiala infilandolo dentro. Poi acchiappa anche il mio testo e lo mette
da parte.
«Perfetto!
Abbiamo fatto. Puoi andare ora» mi saluta calorosamente,
«Ci vediamo dal palco»
conclude facendomi l’occhiolino. Io, per quanto frastornato
da quest’ultimo
gesto, esco completamente soddisfatto del mio lavoro quando,
improvvisamente,
mi ricordo di un piccolo particolare tutt’altro che
trascurabile.
«Scusate»
li
richiamo all’attenzione, mentre loro, aspettando che io
uscissi e che ne
entrasse un altro, stavano analizzando meglio il mio lavoro,
«Ho dimenticato di
dirvi un ultimo piccolo particolare» continuo avvicinandomi
di più al tavolo
dal quale mi ero precedentemente allontanato, «Questa canzone
ha un
destinatario particolare».
«Chi?»
domanda il cantante in modo monotono. Chissà quante persone
avrà già sentito
dire le stesse cose da questo pomeriggio.
«Una
ragazza. Si chiama Lily Evans, ma non dite che sono stato io a
dedicargliela,
ok?».
«Non
ti
preoccupare, Potter. Lascia fare a noi» mi congeda il
chitarrista sorridendomi
incoraggiante. Profondamente sollevato, mi volto di nuovo incrociando
in un istante
lo sguardo interdetto ed intenerito della McGrannit, ed esco dalla
stanza
lasciandomi quest’ultimo ostacolo alle spalle.
Ce
l’ho
fatta! Come sempre!
Perché
io
sono James Potter... il grande
James
Potter.
*****
«Quando
caspita cominciano?» domanda per la centesima volta un
Padfoot completamente
infastidito dalla lunghissima attesa dei quattro musicisti.
Ebbene si.
È
passato un sacco di tempo da quando sono uscito da quella stanza,
appagato del
mio lavoro svolto, almeno spero, in maniera impeccabile. Sono passate
circa due
ore e la serata ancora non inizia. Il concerto ancora non inizia ed io
comincio
ad infastidirmi davvero. Conosco perfettamente Lily Evans e lei,
essendo
diversissima da me, per quanto sia sociale e simpaticissima, non ama
stare in
posti super affollati come la Sala Grande in questo momento. E sono
già le
dieci! Non vorrei che arrivasse una certa ora e lei se ne tornasse nel
Dormitorio senza nemmeno aver ascoltato la mia canzone!
Volto lo
sguardo verso la porta chiusa dove dietro ci sono ancora i quattro
musicisti
con la professoressa McGrannit a lavoro. La fila è ancora un
po’ lunga. Riesco
a contare più o meno una ventina, se non di più,
di persone e la cosa non mi
piace affatto. Finché finiranno, finché si
prepareranno per entrare in scena e
finché aspetteremo che arrivi il testo della nostra canzone,
Lily se ne sarà
già bella che andata. Ed io non posso permetterlo!
Non ho la
più pallida idea di cosa fare, però! Spero
vivamente che la nostra canzone sia
la prima ad essere cantata. Infondo, il chitarrista aveva annunciato il
suo
interesse per il mio testo. Probabilmente proprio perché gli
piace sarà la
prima ad essere suonata. Speriamo davvero perché non voglio
fallire questa
sera!
«Non
lo so,
Padfoot» risponde per l’altrettanta centesima volta
Remus infastidito dalla
ripetitività di Sirius. E io lo appoggio in pieno. Per
quanto anche io sia
ansioso di vedere i Tribù in azione, Paddy sa essere
estremamente seccante
quando è scocciato e non sa come riempire il tempo.
Sirius
sbuffa seccato incrociando le braccia e mettendo su un broncio.
Un’espressione
che si cancella immediatamente non appena nota una biondina alquanto
carina che
gli sorride affabilmente salutandolo con la mano. Padfoot ammicca verso
di lei
e le fa un cenno del capo con un sorriso che va da un orecchio
all’altro.
«Ehi!
Da
quando tu e la Rogers vi salutate in questo modo?» gli chiedo
palesemente
sorpreso da questa nuova novità.
«Non
mi
guardare così, Prongs. La Rogers è bellissima.
Non vedo alcun motivo che
potrebbe impedirmi di farle la corte».
«Non
ho mica
detto che non la puoi corteggiare» rispondo tornando a
fissare il palco di
fronte a noi esattamente come Remus e Wormtail seduti vicino a me in
uno di
quei pochi tavoli tondi messi per offrire agli studenti stuzzichini e
bevande
varie. Sirius, invece, sta in piedi di fronte a me dando le spalle al
palcoscenico che io mi ostino a fissare finché non
vedrò qualcuno dei quattro
musicisti salirci sopra.
«Perfetto!
Allora, se mi scusate, io vado ad occupare proficuamente il mio
tempo» ci
congeda dirigendosi verso la biondina che, ora, la vedo chiaramente
ghignare di
successo. Eh, già! Sirius Black è il premio
ambito da molte ragazze in questa
scuola.
«Cretino»
sento mormorare, invece, Moony provocandomi una risatina interiore.
Adoro
quando Remus ci deve aggettivare in questo modo per le nostre bambinate
e le
nostre idiozie. È fantastico e fa anche ridere semplicemente
perché la vedo
sotto la prospettiva dell’invidia. Una prospettiva che Moony,
ovviamente, ha
sempre negato. “Se io fossi invidioso di voi, pioverebbero
piovre giganti color
fucsia vivace dal cielo e Lily si butterebbe tra le braccia di James
urlando
all’intera scuola che lo ama”...
quest’ultima parte non l’ho mai apprezzata.
Quella sera, Moony finì molto male...
«Una
buona
serata a tutti voi, ragazzi miei» la voce del professor
Silente,
improvvisamente, mi fa piombare il cuore martellante in gola mentre mi
risveglia dai miei pensieri. Mi alzo fulmineo in piedi. Non so come
comportarmi
quando loro suoneranno e canteranno la mia canzone... mi sento
così emozionato
e spaventato allo stesso tempo! E se lei se la prendesse ancora una
volta? Se
questa fosse la goccia che fa traboccare il vaso e lei si arrabbiasse
talmente
tanto da non guardarmi veramente mai più in faccia? Se,
invece, lei credesse
che questa canzone gliel’abbia dedicata un altro ragazzo e si
buttasse tra le
sue braccia anziché nelle mie?
Una mano
sulla spalla e poi la voce di Remus che mi dice di darmi un contegno
visto che
stavo iniziando a gocciolare di sudore, riescono in qualche modo a
calmarmi e a
farmi sedere di nuovo permettendo ai Malandrini di continuare ad
ascoltare il
Preside.
«Purtroppo,
la serata sembra andare per le lunghe e, molto probabilmente, non
rispetteremo
i tempi prestabiliti. Ecco perché abbiamo deciso di iniziare
in modo diverso da
come avevamo pensato all’inizio. Il cantante del gruppo e la
professoressa
McGrannit continueranno a finire il lavoro delle canzoni per altri
quattro
minuti contati. Credo si possa fare per questi ultimi
ragazzi» continua
indicando la fila ormai quasi finita. «Nell’attesa,
però, il resto del gruppo
si esibirà».
«Senza
cantante?» domanda Peter frastornato almeno quanto il resto
della Sala Grande.
«Perciò,
buona serata a tutti quanti e divertitevi ragazzi miei»
conclude sorridendo
all’intero salone, «Mi raccomando, ricordatevi
sempre di non perdere né la
fantasia né la speranza. Sono le armi più
potenti, insieme all’Amore, in questi
tempi così inquieti». Stringo i pugni. Ha ragione
e in questa sala almeno più
della metà dei ragazzi presenti lo sa. Sicuramente anche
Lily lo sa. Anche lei,
come me, ha perso i genitori in questo ultimo anno ad Hogwarts. Avrei
tanto
voluto essere una delle sue migliori amiche in quel momento per poterla
stringere e proteggere come sogno di fare da sempre.
Un applauso
accompagna l’uscita del Preside dal palcoscenico ed una nuova
annuncia
l’entrate del gruppo e di un elemento temporaneo. Un elemento
che mi fa
sbiancare da capo a piedi. Che ci fa lei la sopra?
«Cosa
sta
facendo?» domanda altrettanto bianco Moony.
La vedo
arrossire ed abbassare per un nano secondo lo sguardo smeraldino,
emozionata da
tutti quegli occhi puntati sulla sua testolina rossa. Lily si avvicina
al
microfono magico e sorride timidamente.
«Salve
a
tutti, ragazzi» saluta con quella sua voce un tantino
incrinata dall’emozione,
«Nel contempo che il cantante dei Tribù finisce il
lavoro con la professoressa
McGrannit, io lo sostituirò in una sola canzone. La
mia» un silenzio ammirato,
quasi, segue questa spiegazione. Anche lei ha scritto una canzone?
«L’ho
chiamata “Last Night On Earth”. Spero che vi
piaccia» conclude prima di girarsi
verso il chitarrista che mi stava (stava)
tanto simpatico, il quale le sorride affabile prima di aggiungere anche
un
occhiolino (maledetto!), e fargli cenno di si con la testa.
Si
comincia!
It's
the last night on earth
before the great divide
My hands are shaking, time was never on our side
And there's no such thing as a beautiful goodbye
As an ordinary day I prayed for you a thousand times
It's never enough
No matter how many times I tried to tell you this is love
If tomorrow never comes I want you to know right now that I
I'm gonna love you until the day I die
And if tomorrow falls asleep can you hold me first?
I'm gonna love you like it's the last night on earth
Like it's the last night on earth, oohh
A penny for your thoughts
A picture so it lasts
Let's knock down the walls of immortality
Your fingers on my skin
Only
you can hear my fear
Only you can help me heal
I see forever with you here
It's never enough
No
matter how many miles stand
between us, this is love
If tomorrow never comes I want you to know right now that I
I'm gonna love you until the day I die
And if tomorrow falls asleep can you hold me first?
I'm gonna love you like it's the last night on earth
It's never enough
Noohhhh
It's
never enough
(it's never enough)
Oohh
The afterglow
The horizon line
The shadows fall
Will you still be mine?
Will you still be mine?
Will you still be mine, I ask
If tomorrow never comes I want you to know right now that I
I'm gonna love you until the day I die
(And if tomorrow falls asleep) Until the day I die (can you hold me
first?)
I'm gonna love you like it's the last night on earth
(I’m
gonna love you like) Like it’s the last night on earth
(I’m
gonna love you like) Like it’s the last night on earth
It’s
never enough
(I’m
gonna love you like)
It’s
never enough
Oohh
(I’m
gonna love you like) Like it’s the last
night on earth
È
l’ultima notte al mondo prima
del grande distacco
Le mie mani tremano, il tempo non è mai stato dalla nostra
parte
E non c’é nessuna cosa bella come un addio
Come un giorno normale in cui ho pregato per te mille volte
Non
è mai abbastanza
Non importa per quante volte ho cercato di dirti che questo
è amore
Se
domani non verrà mai, voglio
che tu sappia ora che
Che ti amerò fino al giorno in cui morirò
Se domani si addormenterà puoi prima abbracciarmi?
Ti amerò come se fosse l’ultima notte sulla terra
Come se fosse l’ultima notte sulla terra
A
che cosa stai pensando?
Una fotografia purché duri
Abbattiamo le pareti dell’immortalità
Le tue dita sulla mia pelle
Solo tu puoi sentire la mia paura
Solo tu puoi aiutarmi a guarire
Io mi vedo per sempre con te qui
Non
è mai abbastanza
Non importa quante miglia distano tra noi, questo è amore
Se
domani non verrà mai, voglio
che tu sappia ora che
Che ti amerò fino al giorno in cui morirò
Se domani si addormenterà puoi prima abbracciarmi?
Ti amerò come se fosse l’ultima notte sulla terra
Non
è mai abbastanza
Noohhhh
Non è mai abbastanza
(Non è mai abbastanza)
Oohh
L’ultimo
bagliore
La linea dell’orizzonte
Le ombre cadono
Sarai ancora mio?
Sarai ancora mio?
Sarai ancora mio, mi chiedo
Se
domani non verrà mai, voglio
che tu sappia ora che
Che ti amerò fino al giorno in cui morirò
(Se domani si addormenterà) Fino al giorno in cui
morirò (puoi prima
abbracciarmi?)
Ti amerò come se fosse l’ultima notte sulla terra
(Ti
amerò come) Come se fosse
l’ultima notte sulla terra
(Ti
amerò come) Come se fosse l’ultima
notte sulla terra
Non
è mai abbastanza
(Ti
amerò come)
Non
è mai abbastanza
Oohh
(Ti
amerò come) Come se fosse l’ultima notte sulla
terra
Non
l’avevo
mai sentita cantare... non l’avevo mai sentita... non
l’avevo mai capita...
Un applauso
lunghissimo
segue questa sua esibizione. Uno spettacolo che, credo, nemmeno il
gruppo
completo riuscirebbe ad eguagliare. Troppo brava. Troppo. Ha una voce
assurda!
Non credevo che potesse essere così bella... così
intonata... così forte! Una
meraviglia! Qualcosa di talmente toccante che è riuscita ad
imprimere le parole
della sua canzone dentro di me meglio che in chiunque altro. Ho capito
cosa
vuole dire. Si è dichiarata. Ama qualcuno...
Chi?
«James?
Che
ti prende?» mi domanda preoccupato Remus.
«Niente».
Voglio
uscire da qui. Voglio sparire. Scrollo nervosamente la mano che Moony
aveva
poggiato sulla mia spalla ed esco dalla Sala Grande inviperito senza
degnare di
un occhio a nessuno. Ringrazio tacitamente Moony e Wormtail che non mi
seguono.
Remus deve aver capito che voglio stare da solo. E ringrazio ancora di
più
Merlino per non aver fatto accorgere Sirius della mia fuga. Quando lui
si mette
è peggio di una sanguisuga. E, di certo non avrebbe mollato
l’osso finché non
gli avrei rivelato che mi sento il cuore a pezzi...
Lei si
è
dichiarata. Ma a chi? Chi è questo coglione che mi ha rubato
il cuore di Lily
Evans. Il suo cuore doveva essere mio! Solo mio! E sapere che lei
troverà la
felicità con un altro mi uccide. Chi diamine è
questo demente? Fino a ieri quando
mi ha rifilato l’ennesimo due di picche, l’ho vista
spensierata. Non mi
sembrava affatto cambiata per una storia o in tormento per un
sentimento forte
come quello che ha sprigionato grazie alla sua canzone.
E allora?
Cammino
ancora per un po’. Sono finalmente fuori e l’aria
fresca si scontra con la mia
pelle calda. Ho raggiunto il cortile esterno prima del grande ponte di
legno.
Arrivo alla fontana e, osservandola dal basso, riesco a scorgere anche
qualche
stella oltre la statua. Sono davvero bellissime...
«Non
fa un
po’ troppo freddo per stare qui?» domanda
improvvisamente la sua voce. Quella
voce che avevo tanto
sottovalutato, nonostante gli acuti che mi lancia ogni tanto per i
corridoi
quando faccio un po’ troppo il cretino.
Mi volto
senza preoccuparmi di nasconderle la sorpresa di vederla lì.
In questo luogo
spopolato per questa sera, il cui unico occupante sono io. Possibile
che
abbiamo avuto la stessa idea di venirci a rintanare qui, nonostante
“rintanare”
sia un tantino inopportuno da usare ora, visto che siamo fuori. Di
fatti, la
vedo stringersi nelle spalle e strusciare le sue mani sui lati degli
avambracci
nel contempo che si abbraccia da sola per riscaldarsi. Il tutto, mentre
scende
quei tre gradini e mi raggiunge alla statua.
Oppure...
stava davvero cercando me?
Per quanto
vorrei dirle un sacco di cose e riempirla di domande su questo idiota
che le ha
rubato il cuore e il mio posto nella sua vita, non trovo le parole per
iniziare
una conversazione quanto meno civile. Questa sera mi ero ripromesso di
non
fallire. Beh, in realtà ho già fallito in
partenza (per quanto sia assurdo per
James Potter fallire), ma almeno iniziare ad avere un rapporto
più... umano con lei,
non sarebbe affatto un
dramma.
Perciò,
mi
limito a fissarla ancora sorpreso della sua presenza lì ed
ancora ignorante
delle parole giuste da utilizzare per iniziare a parlarle. Oramai mi ha
raggiunto e anche lei ha cominciato a guardarmi con lo stesso interesse
con cui
la scruto io. Possibile che lei sia venuta qui proprio per me? Se
voleva stare
in un posto più tranquillo, credo che ne avrebbe scelto uno
senz’altro più
caldo ed accogliente, visto che sta congelando.
Riprende a
strusciare le mani sugli avambracci per farsi calore e a sbattere
delicatamente
i piedi a terra per mantenere in movimento i muscoli e quindi non
prendere
freddo. È davvero adorabile! Bellissima! E mi dispiace
immensamente che stia
patendo questo freddo solo per... per cosa?
Alzo una
mano lentamente fino a raggiungere la sua sinistra poggiata
sull’avambraccio
destro, e gliel’afferro. È congelata!
«Hai
la mano
ghiacciata, Evans» constato mantenendola nella mia.
«Tu,
invece,
sei un brodo». Sorrido, «Ma come fai? Si
gela!».
Le sorrido
ancora di più alzando i miei occhi nocciola su di lei, dato
che prima erano
rimasti a fissare ammirati quella mano così affusolata e
delicata che non ha
mai conosciuto il tatto della mia escludendo la guancia (per tutti gli
schiaffi
che mi ha dato), «Sono un essere dal sangue estremamente
caldo».
Non le
lascio nemmeno il tempo di rispondermi: stringo quella sua mano nella
mia, la
supero dirigendomi verso l’entrata del castello e
trascinandomela dietro. Lei
stranamente non oppone nessuna resistenza ribattendo acidamente
“So camminare
benissimo da sola, Potter” come era solita fare quando osavo afferrarle la mano.
Già...
quello fu l’unico episodio in cui mi rispose
“gentilmente”. Perché le altre
volte che avevo provato a prenderle la mano o a sfiorarla in qualsiasi
altro
punto, mi urlava addosso che ero uno schifoso maiale o, addirittura,
quando
capitavano proprio quei giorni “NO”, mi arrivava
direttamente il ceffone senza
che io abbia aperto bocca per giustificarmi.
Questa
ragazza è una vera bomba ed io ne sono completamente perso!
Rientriamo
giusto in tempo per evitare una forte folata di vento che, sono sicuro,
sarebbe
riuscito a completare il lavoro di congelamento di Lily Evans. Le
stringo
ancora più forte la mano, mentre la trascino su per le
scale. Sento che se non
approfitto ora di questo contatto, non ce l’avrò
mai più. Non sentirò più il
cuore battere forte solamente per la sua mano stretta nella mia.
Poi,
improvvisamente, la sento tirare. Ma la sua stretta sulla mia mano non
si
allenta affatto. Anzi! Direi che si è fatta addirittura
più forte. Vuole che mi
volti verso di lei. Ma che diamine le prende? È
completamente impazzita? Che
fine ha fatto la Lily Evans che “morirei di colpo se solo
osassi sfiorare quel
macaco di Potter”?
«Sai,
Evans... a volte sei talmente strana che mi fai davvero
inquietudine».
A
testimoniare maggiormente la mia nuova teoria sul rapimento di Lily
Evans con
conseguente sostituzione di un suo clone che ha il compito di non far
destare
sospetti mentre quella vera viene portata da Lord Voldemort in persona
perché
le deve fare il lavaggio del cervello, è il fatto che a
questa mia affermazione
lei è scoppiata a ridere.
«Hai
ragione» e mi da anche ragione! No. Questa... persona...
non può assolutamente essere Lily Evans! Che diamine le
è capitato? Devo iniziare a preoccuparmi seriamente?
«Soprattutto oggi, vero,
Potter?».
Annuisco
prima che un nuovo silenzio imbarazzante e senza vie d’uscite
invadesse di
nuovo lo spazio occupato da noi due. Lei continua a guardarmi quasi in
attesa,
studiosa... esattamente come me. In lontananza sentiamo ancora il caos
della
festa in Sala Grande. Il gruppo deve aver ufficialmente aperto le danze.
«Anche
tu,
però, sei strano» ammette infine, mentre io la
guardo con un’espressione
assurdamente interdetta. Io? Strano? Ok! Ora comincio davvero a
preoccuparmi!
«Di solito James Potter è sempre così
bravo a parlare e a non perdersi in
silenzi così imbarazzanti. Soprattutto quando io sono nei
paraggi. Vero,
Potter?» conclude con un ghigno sadico e allo stesso tempo
divertito.
Deglutisco.
Se prima ho detto che mi faceva solo
inquietudine, ora mi correggo. Ho paura! Poi, come un cretino, mi
gratto la
nuca a disagio e rido scioccamente. Si capisce palesemente che mi sento
davvero
in imbarazzo.
Lei sorride.
Un sorriso che non mi ha mai rivolto in sette anni che la conosco. Mai!
Ma, a
quanto pare, questa sera ha deciso davvero di sorprendere tutti. Di
fatti, di
fronte quel sorriso quasi incoraggiante nei miei confronti, riesco a
perdere
quell’imbarazzo e le restituisco il gesto. Poi annuisco alla
sua domanda
lasciata in sospeso.
Ancora una volta
sento il silenzio piombare tra di noi, ma in questa occasione nemmeno
lei sa
come sventarlo. Mi ha dato la possibilità prima di aprire un
discorso, ma sono
convinto che continuare sulle note di quello che aveva detto lei, ci
porterebbe
ad una nuova discussione e quindi inevitabilmente ad una nuova
litigata. Sembra
quasi indispensabile un nostro litigio... come l’aria nei
polmoni. Possibile
che non ci sia un solo, santissimo, argomento che non ci porti ad una
discussione?
Poi... la
lampadina si accende...
Almeno ci
provo!
«Hai...
hai
davvero una gran bella voce, sai?» le dico quasi timidamente.
Il ché per
descrivere James Potter è un aggettivo assurdo ed
impossibile. Ma questa volta
è azzeccato.
Lei, invece,
sembra sorpresa. Evidentemente non si aspettava questo mio complimento.
Poi
abbassa lo sguardo e la testa per nascondere quelle sue guance
improvvisamente
avvampate.
«Grazie»
mormora imbarazzata.
«Ed
ora,
ragazze e ragazzi» sento parlare attivo e pimpante il
cantante dei Tribù,
mentre i giovani abitanti di Hogwarts sono entusiasti della musica e
della
bravura di questi musicisti, «una nuova dedica!»
proclama ancora seguito a
ruota da una batteria. «Questa canzone è per te,
Lily Evans!».
Cazzo!
Che
tempismo, ragazzi!
La vedo
alzare i suoi smeraldini occhi verso l’entrata della Sala
Grande, alla mia
sinistra, ma più in alto di noi di altre due rampe di scale.
Un ritmo allegro e vitale
comincia ad aleggiare nell’aria,
subito accompagnato dalle urla dei nostri compagni di scuola e dalla
voce del
cantante. È bravo! Credo che sia in grado di intonare
abbastanza bene i
sentimenti che ho racchiuso in quel testo per la testolina rossa che ho
di
fronte in questo momento e che ancora ha gli occhi sgranati per la
sorpresa.
Non smette di fissare l’entrata della Sala Grande, quasi come
se, se
continuasse a guardare in quella direzione capirebbe meglio le parole
che il
cantante sta dicendo.
She’s
cold and she’s cruel
But she knows what she’s doin’
She pushed me in the pool
At our last school reunion
She laughs at my dreams
But I dream about her laughter
Strange as it seems
She’s the one I’m after
Cause
she’s bittersweet
She knocks me off of my feet
And I can’t help myself
I don’t want anyone else
She’s a mystery
She’s too much for me
But I keep coming back for more
She’s just the girl I’m looking for
She
can’t keep a secret for more than an hour
She runs on one hundred proof attitude power
And the more she ignores me
Then more I adore her
What can I do?
I’d do anything for her
Cause
she’s bittersweet
She knocks me off of my feet
And I can’t help myself
I don’t want anyone else
She’s a mystery
She’s too much for me
But I keep coming back for more
She’s just the girl I’m looking for
The way she
sees it’s me
On her caller I.D.
She won’t pick up the phone
She’d rather be alone
But I can’t give up just yet
Cause every word she’s ever said
Still ringing in my head
Still ringing in my head
She’s
cold and she’s cruel
But she knows what she’s doin’
Knows just what to say
So my whole day is ruined
Cause
she’s bittersweet
She knocks me off of my feet
And I can’t help myself
I don’t want anyone else
She’s a mystery
She’s too much for me
But I keep coming back for more
Cause
she’s bittersweet
She knocks me off of my feet
And I can’t help myself
I don’t want anyone else
She’s a mystery
She’s too much for me
But I keep coming back for more
Oh, I keep coming back for more
She’s just the girl I’m looking for
Just the girl I’m looking for
I’m looking for
I’m looking for
I’m looking for
Just the girl I’m looking for
Lei
è
fredda e crudele
Ma sa quello che sta facendo
Mi ha spinto nella piscina
Alla nostra ultima riunione scolastica
Ride dei miei sogni
Ma io sogno la sua risata
E' strano poiché sembra
Che lei sia la sola cui sto dietro
Perché
lei è dolceamara
Lei mi frega apertamente
E non posso farne a meno,
Non voglio nessun altro
Lei è un mistero
E' troppo per me
Ma continuo a tornare per averne di più
Lei è la ragazza che sto cercando
Lei
non
riesce a tenere un segreto per più di un'ora
Più mi ignora
Più la adoro
Cosa posso fare?
Farei di tutto per lei
Perché
lei è dolceamara
Lei mi frega apertamente
E non posso farne a meno,
Non voglio nessun altro
Lei è un mistero
E' troppo per me
Ma continuo a tornare per averne di più
Lei è la ragazza che sto cercando
Il
modo
in cui capisce che sono io
Al suo cellulare
Non risponderà al telefono
Piuttosto resterà da sola
Ma non posso rinunciare ancora
Perché ogni parola che lei abbia mai detto
Risuona ancora nella mia testa
Risuona ancora nella mia testa
Lei
è
fredda e crudele
Ma sa cosa sta facendo
Sa cosa dire
Per rovinare la mia giornata intera
Perché
lei è dolceamara
Lei mi frega apertamente
E non posso farne a meno,
Non voglio nessun altro
Lei è un mistero
E' troppo per me
Ma continuo a tornare per averne di più
Perché lei
è dolceamara
Lei mi frega apertamente
E non posso farne a meno,
Non voglio nessun altro
Lei è un mistero
E' troppo per me
Ma continuo a tornare per averne di più
Oh, continuo a tornare per averne di più
Lei è la ragazza che sto cercando
Che sto cercando
Che sto cercando
Che sto cercando
La ragazza che sto cercando
Certo, il
cantante dei Tribù non può vantare di avere la
stessa bellissima voce con la
quale Lily è riuscita prima ad inculcare le sue parole nei
cuori dei ragazzi
che l’ascoltavano, ma penso che
l’intensità con cui abbia pronunciato queste
parole e il sentimento che ci abbia messo possano bastare per imprimere
altrettanto bene i miei pensieri negli ascoltatori.
«Wow!»
commenta il tutto. È rimasta davvero senza espressioni... e
mi piace. Mi soddisfa
in una maniera incredibile! Finalmente l’ho ammutolita...
anche se lei non ha
la più pallida idea di chi gliel’abbia dedicata.
Continuo a
fissarla insistente in attesa di un suo commento un tantino
più dettagliato,
mentre lei ha ancora gli occhi puntati sull’entrata della
Sala Grande. Come se
si aspetti che da un momento all’altro uscisse il ragazzo che
le ha dedicato
questa canzone, sorridendole ed aprendole le braccia invitandola in un
abbraccio d’amore. Magari... lo stesso ragazzo a cui lei ha
dedicato il suo
testo.
Alla fine,
però, sono davvero masochista. Questi pensieri mi stanno
uccidendo. Non ho
bisogno di uno specchio per accertarmi di avere uno sguardo da morto
vivente.
Peggio di quando tornavo nel mio Dormitorio e mi sbattevo demoralizzato
sopra
il letto con conseguente sfuriata di Sirius.
Mi volto
dall’altra parte dell’entrata della Sala Grande e
proseguo verso la prima
scalinata che porta alla lunga ed alta torre di rampe che cambiano
continuamente posizione e... quindi, inevitabilmente, nella Sala Comune
dei
Grifondoro. Per poi sbattermi la porta del Dormitorio dei Malandrini
dietro le
mie spalle e soffocarmi (questa volta per davvero) con il cuscino del
mio
stesso letto. Non ho intenzione di sporcare nessun altro cuscino dei
miei amici
di camera... potrebbero sentirsi in colpa e farsi le pippe mentali
sulla mia
morte per il resto della loro vita.
«Dove
vai?»
mi chiede, però, lei improvvisamente con gli occhi rivolti
verso di me.
Mi giro di
nuovo nella sua direzione e non mi preoccupo nemmeno di nasconderle il
mio
sguardo abbattuto e fallito, tanto che lei sussulta pressappoco
impercettibilmente. Si avvicina e, sorprendendomi, mi afferra la stessa
mano di
prima provocandomi un’improvvisa accelerazione cardiaca. Ma
che le prende?
Perché improvvisamente sembra triste per la mia reazione.
«Dove
stai
andando?» mi domanda in un sussurro emozionato e preoccupato.
«Ti
lascio
andare...» ammetto, permettendo a questa frase di scorrere
sia addosso a me sia
a lei in tutti i sensi che si possono cogliere. La lascio andare... per
sempre.
Se si è dichiarata ad un altro è inutile che io
insista la mia battaglia. Avrei
già perso in partenza senza contare che la renderei infelice
dato che
costituirei per lei solamente un peso... e non una persona importante
come ho
sempre sognato e sperato.
Concedo alla
mia mano un ultimo secondo prima di privarla definitivamente del tocco
eccezionalmente dolce di Lily Evans. Concedo ai miei occhi un ultimo
istante
prima di privarli una volta per tutte del bel viso insolitamente triste
e
preoccupato di Lily Evans nei miei confronti. Concedo al mio naso un
ultimo
momento prima di privarlo per sempre del buono odore di Lily Evans,
capace di
mandarmi il cervello in tilt. Poi mi volto di nuovo... le do le spalle
e salgo
i primi tre gradini.
«Quindi
ti
arrendi?» mi chiede a bruciapelo non permettendomi di salire
sopra il quarto
perché riporto le mie iridi più che sorprese su
di lei. Potrebbe risultare come
una domanda per assicurarsi di qualcosa... di qualcosa di bello per
lei. Almeno
così dovrebbe essere. Ma, nonostante questo, non riesco a
scorgere nessun lampo
di gioia nei suoi occhi. È triste. Distrutta, a momenti.
Perché? PERCHÉ?
Dannazione! Per quale motivo si comporta cosi con me proprio ora?
«Beh...»
tento di risponderle voltandomi per intero verso di lei, «...
non ho intenzione
di interferire ancora nella tua vita privata, Lily» mi
permetto di chiamarla
per nome dato che ora sono incredibilmente serio.
Se Sirius e
Remus fossero qui, mi mangerebbero per la scemata che sto commettendo.
«Adesso
hai
le giornate di un altro ragazzo da riempire...» abbasso lo
sguardo fra qualche
secondo lucido, «... non voglio rovinarvi questa
esperienza» sospiro, «Insomma,
dalle parole che hai dedicato a lui con la tua canzone si capisce
chiaramente
che è qualcosa di forte che provi... non voglio essere causa
di una sofferenza
così grande solo perché...»
perché? Perché devo soddisfare i capricci del mio
cuore? No.
No... io
sarò grande. Sarò grande per lei,
perché, ormai, non posso più negare di essermi
completamente innamorato di quel viso così sprizzato di
lentiggini. Perciò se
la sua felicità richiederà la presenza di un
altro cuore accanto al suo... e
non del mio, allora sarò ben... accondiscendente (e non
contento) di farmi da
parte.
«Perché?»
domanda insistente.
«Va da
lui,
Lily» la congedo una volta per tutte salendo le scale. Arrivo
alla lunga ed
alta torre piena di quadri appesi alle pareti, in cui le rampe cambiano
posizione e comincio a salire sulla prima che mi capita davanti. Non ha
importanza
di dove mi porti... basta che resti da solo.
«Non
le hai
sentite le parole della mia canzone, James?» mi domanda
seguendomi di corsa,
colpendomi al cuore solo perché ha nominato il mio nome con
insistenza... Come
se si stesse aspettando che io capisca qualcosa. Ma cosa? Cosa vuoi
farmi
capire, Lily? Non ti basta la mia faccia così affranta di
fronte al dolore che
tu mi stai causando?
Evidentemente
no...
«Certo
che
le ho sentite, Lily... ed erano belle parole» le rispondo non
degnandola di
nessuna attenzione particolare, come, di norma, invece farei. Lei
è ancora
dietro di me ed io, nemmeno mi sono voltato per fissarla negli occhi.
Niente.
Semplicemente continuo a camminare dritto per la mia strada. Qualunque
essa
sia... basta che mi isoli.
«Non
ti sono
piaciute?» chiede ancora caparbia, «Secondo te
erano parole troppo dure? Troppo
pessimiste?».
«Se ti
preoccupa il fatto che non possa essergli piaciuta, Evans, ti assicuro
che ti
stai sbagliando di grosso. Nessuno in Sala Grande ha il coraggio di
disprezzare
la tua canzone. Forse solo quei deficienti dei Serpeverde...»
Serpeverde? E...
e se... se avesse dedicato la canzone proprio a... a lui? A Mocciosus?
No. Non
potrei sopportarlo! Non... non... no...
«E
allora
perché ti comporti come se ti avessero offeso?».
Questa volta
non posso fare a meno di mostrarle tutto lo stupore che, per davvero,
mi sta
sopraffacendo. Mi blocco di colpo sentendo anche i suoi passi fermarsi
di botto
dietro di me. Probabilmente a qualche gradino più in
giù della terza rampa di scale.
Una attaccata ad una parete che, tra qualche secondo, immagino,
cambierà di
nuovo posizione. Ma non m’importa. Non m’importa se
qualsiasi cosa o qualcuno
devierà il mio percorso portandomi anche di fronte la
morte... non m’importa
perché ora che Lily Evans ha proferito quelle parole, io ho
chiaramente
percepito il mio cuore fermarsi.
«Perché
ti
dovrebbe importare la mia reazione alla tua canzone, Lily?»
le domando
osservandola serio dall’alto. Ho fatto in modo di concatenare
i nostri sguardi
solamente perché mi sono scocciato. L’ho inseguita
per sette anni assorbendo
tutte le pugnalate che mi riservava con la sua acidità e con
i suoi pregiudizi.
Mi sono anche scocciato di ferire in continuazione il mio cuore e, a
momenti,
l’idea che lei si voglia impegnare con un altro mi sembrava
persino allettante
per la guarigione del mio organo principale... quello che pompa il
sangue in
tutto il corpo dandogli vita, ma che, ingenuamente, uccide se non viene
ricambiato dello stesso sentimento che prova.
Lei,
però, alza
gli occhi al cielo. «Ci vuole davvero così tanto,
Potter...» risponde
riportando il suo smeraldino sguardo su di me. Continuando a fissarmi.
Alza il
piede destro e lo poggia sul primo gradino. In men che non si dica
è sul mio
stesso livello dopo aver superato quei due piccoli ostacoli che ci
dividevano.
Due piccoli ostacoli resi nulli dalla catena dei nostri occhi.
«... ci vuole
davvero così tanto per capire che eri tu il destinatario
della mia canzone?»
riprende la domanda lasciata prima in sospeso. Non ho, però,
il tempo di
strabuzzare gli occhi che lei già sorride,
«Esattamente come non ci vuole così
tanto per capire chi è lo scrittore della canzone che mi
è stata dedicata poco
fa».
L’avevo
detto che non ho avuto tempo di strabuzzare gli occhi, no? Si, invece.
Perché
ora, per la prima volta in vita mia, sono diventato rosso. Ho le guance
rosse
e, inevitabilmente, la mia mano è partita a scompigliare i
miei capelli.
«Non
ti
arrabbi?» m’incuriosisco non appena noto la sua
mancata reazione al mio gesto che
lei tanto detesta. Sento un battito mancare non appena mi sfiora la
guancia con
la sua mano e mi fissa con uno sguardo dolce.
«C’è
una
bella differenza tra quel gesto che fai con arroganza e...»
esita un secondo,
imbarazzata anche lei, «... e questo» continua,
poi, alzando ancora di più la
sua mano lasciandola arrivare sulla mia folta ed indomabile chioma
corvina,
spettinandomela ancora di più. Lasciandomi completamente
sorpreso...
assolutamente disarmato. «Con questo sguardo,
James...» continua sorridente.
Rispondo al
suo sorriso, ma entrambi, ora, siamo di nuovo in silenzio. Ci siamo
dichiarati,
si? No. Manco io...
«Lily...»
la
chiamo dolcemente, afferrandole la mano che le ancora teneva tra i miei
capelli
e stringendola insieme all’altra, «... si, hai
ragione» sorrido rumorosamente.
Effettivamente smascherato. «Sono io che ho scritto quella
canzone. Per te. Non
volevo fallire questa volta... Lys».
«Lys?»
chiede frastornata.
«Giglio»
le
rispondo con un sorriso birichino, ma sincero, «... en
français». Lei sorride
ancora di più. Una strana luce comincia a brillare nei suoi
occhi. È felice.
Con me...
«Lys...»
mormora compiaciuta.
«Adoro
il
tuo nome, Lily».
Riprende a
fissarmi seria e quasi sorpresa del mio viso. Come se mi vedesse per la
prima
volta. Perché effettivamente è questo che
succede. L’Amore ha la capacità di
smascherare tutti... e il nuovo volto, quello dell’Amore,
sorprende sempre
l’altro. E se ne compiace. Esattamente come io, in questo
momento, mi sto
compiacendo del suo viso. Esattamente come lei, in questo istante, si
sta
compiacendo della mia espressione.
«E
io...»
esita un secondo, non potendo evitare di arrossire lievemente sulle
gote, «...
e io adoro affogare nel nocciola» mi risponde con un sorriso
che più semplice e
disarmante non esiste.
Sorrido, mentre
lei posa di nuovo la sua mano sulla mia guancia e si avvicina
lentamente al mio
viso, non osando interrompere la catena dei nostri sguardi. Non osando
distruggere niente di questo momento.
L’imbarazzo,
però, è ancora forte in lei e presto, dopo quel
piccolo avvicinamento, di nuovo
si ferma. Purtroppo non ho il tempo di fare niente che la rampa di
scale si
sposta, proprio come avevo previsto. L’avevo previsto, si. Ma
non avevo
previsto che in seguito al suo spostamento improvviso, avrei
ringraziato quelle
scale per il resto della mia vita. Si. Perché con il suo
movimento un tantino
brusco, la rampa ha fatto perdere l’equilibrio alla piccola
Lily che,
inevitabilmente, mi è finita addosso.
Sembrava
quasi tutti studiato. Come se persino questa scuola e i suoi muri
abbiano
capito i sentimenti che io e Lily proviamo reciprocamente per
l’altro, e non ne
potessero più del nostro silenzio e del nostro imbarazzo
proprio ora che si
sta, in un certo senso, decretando la fine della battaglia Potter VS
Evans.
Lei alza
lentamente
gli occhi verso di me, dal mio petto dove era finita... da dove
l’ho sostenuta.
Ha il viso in fiamme. Non ci vuole un genio per capirlo e,
sinceramente, anche
io non mi sento da meno. Ho la febbre. Me la sento. Fra qualche secondo
mi
sciolgo qui... ai suoi piedi. Tutto dovuto alla forza dei nostri occhi.
Non
credevo che potessero avere un’intensità del
genere, due sguardi incatenati
come i nostri. Una forza tale da disarmare qualsiasi intenzione... da
annebbiarti la mente in un modo così veloce e perfetto
che... che ti fa sentire
come un ebete. Un perfetto cretino immobile davanti ai suoi occhi. In
completa
contemplazione del proprio amante. L’Amore. Ecco come mi
rende quando io vedo
lei. È tutto collegato!
Questa sera,
però, Lily sembra essere posseduta dalla vera forza. Ha
sempre il coraggio di
fare la prima mossa. Ecco perché ora ha ripreso ad
accarezzarmi la guancia con
la mia stessa espressione persa. Ma, adesso basta! Lei ha fatto fin
troppo per
tutti e due, questa sera. Si è addirittura dichiarata per
prima tra noi! Ora è
il mio turno.
Le afferro
la mano, così delicata e piccola nella mia grande e forte, e
la stringo
portandomela vicino alla bocca. Prendo a sfiorarle le dita esili,
mentre, con
un imbarazzo non da me, le passo timidamente l’altra mano
dietro la sua schiena
per avvicinarla ancora di più al mio corpo. Per non
lasciarla andare via. Non
ora.
Sorrido con
le sue dita sulla bocca, di fronte il suo sguardo in un certo senso
meravigliato. Eccoti, finalmente... Lily Evans. Alla fine ti ho
scoperta. Ho
capito chi sei veramente.
«Ciao,
Lily
Evans» mormoro avvicinandomi ancora di più al suo
viso ed abbassando di poco le
nostre mani intrecciate.
A meno di
qualche soffio tra le nostre labbra, la sento trattenere
silenziosamente il
fiato e sussurrarmi in risposta.
«Finalmente
ti ho preso, James Potter».
Si...
perché
anche io avevo una maschera. Entrambi avevamo una maschera. Una
maschera forte
se contiamo sette anni passati ad insultarci e ad urlarci contro. Una
maschera
forte.... ma non abbastanza forte per l’Amore che ci ha
denudati e disarmati
proprio in questo istante, aprendo lo spiraglio che ha permesso ad
entrambi di
vedere e conoscere il vero io dell’altro. Quello senza
maschera. Anche lei l’ha
visto... anche lei l’ha capito...
E poi... e
poi c’è l’esplosione.
L’esplosione del cuore. L’esplosione delle
scintille,
della magia, dei sentimenti. Perché tutto comincia a
vorticare velocemente
facendo sparire in un lampo lo stesso “tutto”.
Già... ora, intorno a noi, il
tutto si è trasformato in nulla. Il mondo è
sparito perché non esiste altro,
adesso, nella mia testa se non lei. Lei. Lei. Lei. Lei. Lei. Lei. Lei.
Lei.
Lei.
Io
l’ho
sfiorata. Credevo che le bastasse così. No. Ha portato le
mani dietro la mia
nuca e mi ha attirato ancora di più a sé. Il
cuore batte talmente velocemente
che non mi sembra più di averlo. E sto impazzendo. Troppe
emozioni solo per
lei. Solo perché Lily ha portato le sue mani dietro la mia
testa, solo perché
io la stringo ancora di più dalla vita, solo
perché i nostri visi sono così
vicini, solo perché, molto semplicemente, ci stiamo baciando.
Il nostro
primo vero bacio... non lo dimenticherò mai!
Grazie
tante, Hogwarts! Se non fosse stato per quella rampa di scale,
probabilmente
avremmo impiegato ancora un po’ di tempo per arrivare ad un
momento del genere.
Grazie
Silente! Se non fosse stato per quella testa che lui si porta dietro,
probabilmente domani avremmo continuato ad urlarci contro.
Grazie
Malandrini! Se non fosse stato per il nostro incredibile cervello e il
nostro carisma,
probabilmente avremmo preso l’idea del Preside come una
sciocchezza colossale.
Grazie...
Lily! Se non fosse stato per te, io ancora starei tentando di uccidermi
con un
semplice cuscino.
«Ti
amo,
Lily...» le dico in un soffio, mantenendo le nostre teste
incollate e gli occhi
chiusi. Basta il suo respiro per farmi capire che è
emozionata anche lei, che
sta provando le stesse cose che provo io in questo momento,
«... sei sempre
stata la ragazza che ho cercato!» le sorrido sulle labbra.
Anche lei
sorride. «Anche io ti amo, James... ti amo come se fosse
l’ultima notte su
questa terra».
In un
momento come quello... come se stessi vivendo i tuoi ultimi istanti
della tua
vita provi l’Amore a livelli massimi, proprio
perché sai che non ne avrai più
la possibilità. Non avrai più la
possibilità di provare un sentimento così
bello e potente. E allora lo lasci scorrere su di te e sugli altri
lasciandoti
arrivare persino alla luna, alle stelle. E noi, ora siamo in cielo!
Entrambi abbiamo trovato la
persona che stavamo cercando da
tempo... e la stiamo amando proprio come se fosse l’ultima
notte sulla terra.
Fine
Una
piccola One – shot per compensare il continuo
dolore che sto facendo provare al povero James Potter nella mia Long
– Fic
“Questo Matrimonio Non s’Ha Da Fare”.
Ho
impiegato davvero tanto per immaginarla,
scriverla e rivederla. Spero che il mio duro lavoro vi piaccia e,
anche, che
venga ben ricompensato con un mucchio di Recensioni ^^
Grazie
in anticipo a tutti coloro che la
leggeranno, che la commenteranno e che la metteranno tra i loro
Preferiti o tra
le Seguite :)
Grazie
^^
Bye Lovegio92
P.S. Le due canzoni che ho utilizzato si chiamano: "Just The Girl" dei The Click Five (quella scritta da James e i Malandrini), quella cantata da Lily è "Last Night on Earth" di Delta Goodrem. Entrambe ottime canzoni che mi prendono nel profondo.
Consiglio vivamente di ascoltarle ^^
Questi sono i link su Youtube: (addirittura il link di Last Night on Earth è un video proprio di James e Lily ^^)
The Click Five = http://www.youtube.com/watch?v=eDEQt-zHCcI
Delta Goodrem = http://www.youtube.com/watch?v=NPBn5Jv1lbk