Kira e Cagalli
Una volta fuori dall'atmosfera terrestre, quando ormai eravamo sicuri che l’Alleanza non ci avrebbe inseguiti fin lì per la mancanza di un Mass Driver, io e Kira rientrammo con i nostri Mobile Suits all'interno della Kusanagi e ci dirigemmo di gran carriera da Cagalli. Se ne stava chiusa nella sua cabina, sola con il suo dolore. Quando Kira aprì il portello automatico che ci separava da lei, la trovammo seduta sul letto, con le lacrime agli occhi ed in volto un’espressione distrutta. Mi si strinse il cuore. Ebbi l’impressione che ora guardasse Kira come se non lo avesse mai visto prima. Infine, non riuscendo a trattenersi oltre, si buttò fra le sue braccia, cominciando a singhiozzare forte e a lungo, come probabilmente aveva fatto in solitudine fino a quel momento. Mi sentii di troppo, perché, nonostante tutto, io e Cagalli non eravamo in confidenza quanto entrambi potevamo esserlo con Kira e, anzi, a ben pensarci potevamo considerarci poco più che estranei. Eppure, umanamente parlando, riuscivo a sentire la sua sofferenza come se fosse stata mia: avevo già visto Cagalli piangere, ed ogni volta mi sembrava di ricevere un pugno alla bocca dello stomaco. Avrei voluto fare qualcosa per lei, foss’anche sostenerla fisicamente come stava facendo Kira o come io stesso avevo fatto durante il nostro ultimo incontro. Invece ero impotente, e la cosa mi mortificava non poco: lei aveva fatto tanto per me, ed io non potevo contraccambiare la sua semplice bontà d’animo.
Le ci volle un po’ per calmarsi, ma alla fine ci riuscì. Quando si fu sciacquata il viso e si fu cambiata gli abiti, raggiungemmo gli altri che, nel frattempo, discutevano il da farsi. Avevamo bisogno di un posto a cui appoggiarci. Alla mente mi sovvenne il ricordo della Colonia Mendel del gruppo L4. Alcuni soldati di ZAFT ci erano stati tempo prima, e benché quel luogo fosse stato abbandonato circa tre anni addietro a causa di un disastro biologico, sapevo che quel complesso era ancora funzionante.
In quel momento, il Maggiore
Alla fine di quel colloquio, mentre Kira si era disposto a dare una mano ai tecnici di Orb, mi soffermai ad osservare lui e gli altri da dietro le vetrate di una camera attigua agli hangar, cercando di rimettere un po’ in ordine le idee. Invano, perché in un attimo tutto ripiombò nel caos.
Kira mi raggiunse e mi comunicò che avremmo fatto meglio a trasferire le nostre unità sull’Archangel così che a difesa di essa non rimanessero soltanto lo Strike del Maggiore e il Buster di Dearka;
Rimanemmo senza parole. Cagalli, allora, con tono malfermo, ci spiegò che quel ricordo glielo aveva dato Uzumi-sama un attimo prima della nostra partenza, e anche che lui si era detto tranquillo di vederla partire perché la lasciava in buone mani: con lei ci sarebbe stato suo fratello. Un brivido mi percorse il corpo e, mentre gli altri due cercavano di raccapezzarsi sull’assurdità di quella situazione e sull’identità della donna che sorrideva ai neonati, non potei fare a meno di notare finalmente quella vaga somiglianza che, in effetti, si scorgeva sui volti del mio migliore amico e della Principessa di Orb. Gli stessi occhi... di colori molto diversi, certo, ma la forma... quella era innegabilmente la stessa. E se a questo si univano anche quei piccoli dettagli a cui non avevo mai fatto caso e che ora invece mi sembravano tanto evidenti...!
Non potevamo avere conferme da una singola foto, eppure tutti e tre sapevamo che non era del tutto impossibile che Kira e Cagalli fossero fratelli. Gemelli, per di più, poiché scoprirono persino di essere nati nello stesso giorno. Cagalli tremava, e non riuscendo probabilmente a toccare Kira come aveva sempre fatto, cercò sostegno in me, aggrappandosi di nuovo al mio braccio. Mi sembrò tremendamente fragile, anche più di quanto l’avevo vista in lacrime nella sua cabina, al punto che sentii istintivamente nascere dentro di me un forte desiderio di protezione nei suoi confronti: Cagalli non meritava di stare così male, non volevo più vederla in quelle condizioni.
Discutere della cosa così su due piedi, tirando in ballo le ipotesi più azzardate, non ci avrebbe portato a niente, anche perché nessuno di noi aveva idea di come fossero andate davvero le cose sedici anni prima. Dei due, Kira sembrava il più calmo, come se avesse deciso di non preoccuparsi anzitempo per un qualcosa che non poteva essere ancora confermata – o smentita. Rimandò tutto ad un secondo momento. Cercammo perciò di far forza alla nostra amica – avevo ora ben ragione di credere che Cagalli fosse diventata tale anche per me – e quando ci fummo assicurati che lei aveva smesso di piangere, tornammo ai nostri doveri, trasferendo il Freedom e il Justice sull’Archangel. Durante l’operazione, comunque, ripensando al racconto di Cagalli, al suo dolore, e alle parole del Maggiore
Capitolo che avrà fatto venire una crisi isterica a NicoDevil, penso... XD
Ringraziando lei, kari16, Kira Yamato, Atlantislux e quanti continuano a seguire questa fanfiction, vi rimando al prossimo aggiornamento.
Shainareth