Era l’inizio di marzo, il sole si specchiava in tutto il suo
splendore nell’acqua cristallina del mare, un mare ancora
freddo ma che faceva presagire che l’inverno, quel lungo e
difficile inverno, era finito e che l’estate era ormai
vicina.
Il fruscio del vento che spirava tra i ciliegi in fiore, il profumo del
mare e il rumore delle onde che si infrangevano sulla spiaggia
accompagnavano dolcemente Akiko Yamamoto verso la sua scuola, un
imponente edificio color rasa pallido che si ergeva sulla collinetta
che sovrastava, assieme a quella dove era situato il tempio scintoista,
tutto il paese.
Akiko era una ragazza di 17 anni e frequentava il secondo anno al liceo
Hokuei; era una ragazza piena di vita ed amava molto la sua famiglia
che era composta da suo padre Norio Yamamoto e da suo fratello Hideaki;
sua madre era morta quando lei aveva appena quattro anni; della donna
non ricorda nulla, se non grazie alle poche fotografie che possiede di
lei.
A scuola è la migliore studentessa del suo corso ed
è per questo che, qualche volta deve subire le offese e le
critiche dei suoi compagni, che credono che la sua bravura derivi dal
fatto che suo padre è un regista molto famoso.
La ragazza non sapeva, però, che la sua vita era destinata a
cambiare. Quel giorno di fine marzo avrebbe mutato la sua esistenza per
sempre.
“Buongiorno Akiko! Lo sai c’è una
novità!” disse una delle sue amiche.
“Davvero e di che cosa si tratta?” Chiese
impaziente Akiko.
“Pare che per il nuovo anno scolastico avremo un nuovo
compagno… Uno che viene da Tokio !” rispose
prontamente Natsumi.
“Non ci posso credere! Sul serio? Ma è
fantastico!! Finalmente succede qualcosa anche in questo paesino di
pescatori dimenticato da tutti!!” esclamò euforica
Akiko.
“Silenzio ragazzi, allora, devo presentarvi un nuovo
studente… Vieni entra pure… Bene, lui
è Kei Shimazu, viene da Tokio e si è trasferito
nel nostro paese da due giorni.” Disse il professor Kuwashima.
“Piacere di fare la vostra conoscenza spero che diventeremo
amici!!” disse il nuovo arrivato.
Quel ragazzo aveva colpito profondamente Akiko ma non tanto per la sua
bellezza quanto per il suo sguardo profondo e triste come se chiedesse
aiuto e nessuno lo ascoltasse, come se avesse una voce che urlava
dentro di sé ma che nessuno poteva udire.
“Akiko, Akiko, Akiko ma mi senti o sei diventata
sorda?!” Chiese Ryoko alla sua vicina di banco.
“Si scusami ero distratta stavo…”
“Stavi osservano il nostro nuovo, bel compagno eh,
dì la verità…” disse Ryoko
con voce maliziosa.
“Ma no cosa stai dicendo!! Stavo pensando che questo
pomeriggio abbiamo gli esami di fine trimestre e dobbiamo prepararci
molto bene, sai sono difficilissimi!”affermò
prontamente Akiko.
“Sarà, ma secondo me tu non me la racconti
giusta!” disse scettica la ragazza.
Dopo la pausa pranzo gli studenti si recarono tutti nelle proprie
classi per sostenere gli esami e dopo averli terminati si diressero a
casa perché quel pomeriggio i club extrascolastici erano
stati sospesi causa “esami in corso”.
Akiko aveva deciso di fare una passeggiata fino al tempio, dove la
settimana seguente si sarebbe tenuta la festa di primavera, celebrata
per ammirare i ciliegi in fiore; con sua grande sorpresa, una volta
giunta al tempio, vide che anche Kei aveva raggiunto il tempio dopo
aver terminato gli esami.
“Ciao Kei! È questo il tuo nome vero?”
chiese Akiko al ragazzo che, invece, sembrava non averla notata.
“Si, non ti sbagli!” disse un po’ seccato
il ragazzo.
-Mamma mia che tipetto freddo come il ghiaccio!!- penso subito la
ragazza.
“Scusami se sono sgarbato, ma ti dispiace andartene voglio
restare un po’ da solo e tu, adesso, mi dai
fastidio” affermò con risolutezza Kei.
“Certo che hai una bella faccia tosta a dirmi certe cose!! Ma
chi ti credi di essere? Il tempio non è tuo è di
tutti, perciò, se io voglio restare qui a godermi il
panorama tu non puoi costringermi ad andare via!”
esclamò furibonda Akiko.
La ragazza si diresse verso l’entrata del tempio, mentre Kei
la squadrava dalla testa ai piedi con uno sguardo a metà tra
una persona sofferente e arrabbiata.
Appena entrata Akiko si diresse dal monaco giuda Kensaku per offrirgli
il suo aiuto nei preparativi della festa.
“Sei molto gentile, Akiko, ma non è necessario,
ormai è quasi tutto pronto. Ti ringrazio lo stesso per la
tua gentilezza, se dovessi avere bisogno ti chiamo io.”disse
l’anziano monaco.
“Com’è più comodo per lei
monaco guida. Io sono a sua completa
disposizione!”replicò la ragazza.
“Ora vai, cara, si sta facendo tardi!”disse Kensaku.
“Oh, è vero, il tempo è volato
velocemente, non mi sono resa conto che si è fatto
così tardi!”rispose sorpresa Akiko.
La ragazza uscì dal tempio correndo e noto che sulla
scalinata la stava aspettando Kei. Il ragazzo aveva il viso dolce e
triste al contempo e non più arrabbiato e malinconico come
qualche ora prima. La ragazza lo raggiunse correndo e passò
oltre, perché non aveva voglia di ascoltare le sue banali
scuse ma il ragazzo la fermò per un braccio, rischiando di
farla cadere.
“Sei impazzito per caso hai intenzione di
uccidermi?”chiese Akiko al ragazzo.
“Perdonami se prima ti ho risposto male, ma non avevo voglia
di vedere ed ascoltare nessuno. Da qui si gode di un panorama
fantastico che mi aiuta a riflettere quando ho qualche
problema.”disse Kei.
“Ma come fai a dirlo se ti sei trasferito qui, solo da due
giorni?”domandò la ragazza.
“Lo so che ti può sembrare strano ma io mi sono
subito innamorato di questo posto appena lo visto dal finestrino
dell’auto di mio padre due giorni fa quando sono arrivato
qui.”rispose il giovane.
“Capisco… Bene ora ti lascio ai tuoi pensieri, io
devo andare a casa!” affermò con risolutezza Akiko
mentre si stava allontanando.
“No aspetta… Voglio farmi perdonare…
Aspetta…”gridò Kei ma, ormai, Akiko non
lo sentiva più perché era corsa giù
dalla lunga scalinata che portava al tempio e si era diretta verso casa
non sentendo, o facendo finta di non sentire, che il ragazzo le stava
chiedendo di fermarsi ancora.
Il mattino seguente, come tutti i giorni, Akiko si diresse verso la sua
scuola e a metà strada incontrò la sua mica Nurae.
“Ciao Akiko! Sai sono un po’ agitata oggi
metteranno già in bacheca i risultati degli esami e non
penso che mi siano andati tanto bene. Io mi ero preparata benissimo
sull’argomento di biologia che abbiamo concluso due settimane
fa e invece le domande erano tutte su
chimica!”affermò sconsolata Nurae.
“Io ti avevo avvisato che c’era
un’altissima probabilità che le domande fossero
fatte sull’argomento di chimica e non su quello di biologia
ma tu non mi ascolti mai!!”replicò Akiko.
“Lo so ma…”non finì la frase
perché si accorse che erano arrivate proprio davanti alla
bacheca della scuola che nel periodo degli esami era posta fuori
dall’entrata principale della scuola.
“Hai visto Akiko il nuovo ragazzo ha conseguito il tuo stesso
punteggio, siete primi a pari merito. Non è
meraviglioso?”disse euforica Ryoko.
“Si hai ragione è
fantastico…”replicò la ragazza.
“Sareste una coppia magnifica voi
due..”insinuò Natsumi.
“Per favore non dire assurdità! Io quello non lo
sopporto!”affermò con risolutezza Akiko.
La settimana passò velocemente ed era, ormai, giunto il
tanto atteso giorno della festa di primavera; Akiko era seriamente
intenzionata a non andarci perché si sarebbe annoiata; non
c’era nessuno che la potesse accompagnare perché
tutte le sue amiche sarebbero andate con i loro fidanzati, mentre lei
era sola.
All’improvviso suono il campanello di casa e la ragazza si
affrettò ad andare a vedere chi era venuto a fare visita
alla famiglia; aprì la porta e con suo grande stupore vide
Kei sulla soglia di casa.
“Kei? Cosa sei venuto a fare a casa
mia?”domandò sbalordita la ragazza.
“Sono venuto a prenderti. Dobbiamo andare alla festa si o
no?”replicò il ragazzo.
“Si ma… perché sei venuto qui io non ti
ho invitato? Se è uno scherzo sappilo che non sono
dell’umore adatto!”disse prontamente Akiko.
“Non è uno scherzo il monaco giuda mi ha detto di
venirti a prendere perché ha bisogno di
te.”affermò Kei.
“Beh se ha bisogno Kensaku allora aspettami qui che io arrivo
subito!”disse la giovane.
Mentre Akiko salì a cambiarsi per uscire Kei venne convocato
davanti al suo padrone il mago delle tenebre Kuroi; infatti, dal salone
della casa di Akiko si ritrovò nel suo mondo chiamato
Akayamajima* un regno dove il terrore era all’ordine del
giorno a causa del terribile Kuroi che spargeva morte e disperazione
ovunque andasse. Un tempo era stato un luogo tranquillo e sereno
protetto da una potente entità che proveniva da un altro
mondo: la Terra.
Questa strega era la madre di Akiko e come lei la ragazza aveva il
potere di ristabilire l’equilibrio nel regno di Akayamajima;
per questo Kuroi la cercava per ucciderla ed eliminare così
anche l’ultimo, possibile ostacolo al suo progetto di
dominazione del regno. Kei, invece, era il principe del regno; la sua
famiglia venne stata sterminata da Kuroi quando era bambino e gli unici
sopravvissuti erano stati, solo, lui e suo fratello più
piccolo che era costretto da una magia ad avere cinque anni
finché Kei non avrebbe ritrovato la figlia della strega.
“Kei, allora, hai trovato la ragazza, sai la mia pazienza ha
un limite e potrei anche decidere di uccidere tuo fratello. Lo sai
questo, non è così?”Tuonò il
terribile uomo.
“Si mio signore lo so. Ma ti posso dire con certezza che ho
trovato la ragazza e la sto conducendo da
voi.”replicò il giovane.
“Bene sono soddisfatto del tuo operato! In soli dieci anni
hai trovato ciò che stavo cercando. Portami la ragazza e
sarai ricompensato! Ah ah ah !!!”disse l’orribile
uomo.
Terminata la conversazione Kei si ritrovò di nuovo nel
salotto di casa Yamamoto pronto per compiere la sua missione anche se
in realtà non voleva sacrificare la vita della sua amica in
quanto se ne era anche innamorato.
“Eccomi sono pronta!”disse Akiko scendendo dalle
scale.
Kei rimase sbalordito dalla bellezza della ragazza; indossava un kimono
verde che risaltava il colore dei suoi occhi ricamato con del filo
color dell’oro che invece faceva spiccare il colore dei suoi
capelli.
“Allora vogliamo andare o vuoi restare qui per
l’eternità?”domandò la
giovane a Kei.
I due ragazzi giunsero al tempio quando la festa era già
cominciata. Akiko chiese a Kei come mai la festa aveva già
avuto inizio e il giovane le rispose che le aveva detto una piccola
bugia per convincerla a venire con lui alla festa; Akiko gli sorrise e
gli disse che non era necessario dire quella menzogna bastava
chiederglielo.
Al tempio vi erano un’infinità di bancarelle che
vendevano ogni sorta di dolce e di talismano. I due ragazzi si
diressero verso quella che vendeva pesciolini rossi ma entrambi
fallirono nel tentativo di catturarli con i retini. Verso mezzanotte si
recarono sulla spiaggia per ammirare meglio i fuochi
d’artificio dai mille colori che si riflettevano, con la luna
pallida, sul mare.
Terminati i fuochi Kei si offrì di accompagnare a casa Akiko
ma a metà strada vennero risucchiati entrambi da un
misterioso vortice che li trasportò nel regno di Akayamajima
al cospetto di Kuroi.
“Bentornato Kei e benvenuta a te, strega!”disse con
voce roca il terribile uomo.
“Quello chi è Kei? E dove ci
troviamo?”domandò la ragazza impaurita al suo
amico.
“ Se vuoi ti rispondo io, cara, ti trovi nel mio mondo e io
sono Kuroi il signore delle tenebre! La tua povera madre si
è messa sul mio cammino e ha fatto una brutta fine e tu la
seguirai nell’oltretomba!! Ah ah
ah!!!”tuonò il malvagio.
“Cosa significa tutto questo? Cosa sai tu di mia
madre?”replicò Akiko sconvolta per le affermazioni
di Kuroi.
“Kei mostra alla nostra gradita ospite le sue stanze prima
dell’esecuzione.”disse l’uomo, non
badando a ciò che gli aveva chiesto la povera fanciulla.
“No, aspetta Kuroi, tu mi avevi promesso che non gli avresti
fatto niente!”affermò vigorosamente il giovane.
“Ah si? E quando tre lo avrei promesso? Io non me lo ricordo,
sai?”replicò Kuroi sfacciatamente.
“Come Kei… Tu sei d’accordo con lui? Io
mi fidavo di te… Perché, dimmi almeno
perché mi hai fatto questo…”disse la
ragazza, mentre due calde lacrime scendevano dal suo volto, credendo di
essere stata tradita da Kei.
“No, ti posso
spiegare…”affermò il giovane.
“Sta zitto, io mi sono fidata subito di te mentre tu pensavi
solo a come portarmi qui per farmi uccidere dal tuo re, mi hai preso in
giro… Ti odio, vattene via e non farti mai più
vedere.” urlò Akiko.
Al suono di queste parole Kei sentì un tuffo al cuore
perché non voleva che Akiko provasse odio nei suoi confronti
ma, soprattutto, perché non voleva che la ragazza pensasse
che fosse un vile traditore quando non era così.
“Ma che commuovente scenetta, ora, però,
basta! Guardie, portatela nelle prigioni!”disse Kuroi.
La ragazza non oppose resistenza tanto era stata ferita nel cuore dal
comportamento di Kei, cosicché le guardie non ebbero
problemi a trasportarla fino nella sua cella.
Il dolore che Kei provò nel vedere in quello stato Akiko, fu
talmente grande che decise di salvarla anche a costo di sacrificare la
sua stessa vita ma, siccome, non voleva rischiare che morisse anche suo
fratello, decise che avrebbe liberato prima lui e lo avrebbe fatto
scappare dopodiché avrebbe cercato di portare in salvo la
sua Akiko.
Quando Kuroi lo congedò, Kei scese nelle prigioni per
cercare Tomoyuki e dopo una breve ricerca lo trovò.
“Tomoyuki sei qui, non è vero?”chiese
Kei.
“Sì fratello! Ti prego aiutami!”disse,
disperato il giovane.
“Non mi sono rimasti molti poteri ma posso cercare di
metterti in salvo usando il Dire Brand*, il mio colpo migliore che sono
riuscito a mantenere dopo che Kuroi ci ha privato della nostra
magia.”affermò il ragazzo.
“E tu, non vieni?”chiese Tomoyuki preoccupato.
“No, devo sbrigare una piccola faccenda. Promettimi che ti
addestrerai fino a diventare il miglior guerriero del paese e che, nel
caso io dovessi fallire, tu rivendicherai il nostro regno e
sconfiggerai Kuroi!”disse Kei deciso più che mai a
riportare la pace nel regno.
“Ma fratello…”
“Niente ma,me lo prometti?”chiese il ragazzo al suo
povero fratello già in lacrime.
“Si te lo prometto.”disse Tomoyuki.
“Bene! Ed ora Dire Brand vai! Addio fratello non dimenticarti
della promessa”urlò Kei prima che suo fratello
scomparisse dalla sua vista.
A Kei ora non restava che cercare la sua adorata Akiko, della quale si
era innamorato subito. Aveva cercato di reprimere tale sentimento ma,
invece, esso cresceva nel suo cuore di giorno in giorno.
Non temeva più il potere di Kuroi e non temeva
più di morire; ora suo fratello era libero, gli restava,
quindi, solo il compito di salvare la sua amica, incarico che avrebbe
portato a termine a qualsiasi costo.
Scese, quindi, nelle viscere del castello perché sapeva che
era lì che Kuroi aveva imprigionato Akiko. Infatti, dopo
aver cercato in quasi tutte le prigioni giunse di fronte ad una strana
porta nel cui centro v’era il simbolo del Tao sotto il quale
era stata posta una scritta che recitava:
“Troverai la chiave per eliminare il male nel cuore di chi
è puro di spirito. Mentre la dottrina del Tao
sarà il tuo scudo,la sapienza sarà la tua
spada.”
Al ragazzo tale frase apparve senza senso, perciò non le
diede molta importanza e aprì la porta. La stanza era
decorata con sculture marmoree che rappresentavano varie
divinità; sulle pareti spiccavano vari dipinti che
illustravano scene di vita del mondo di Akayamajima prima che il male
si insediasse nel suo cuore. Il letto che era stato posto in mezzo alla
camera era d’oro, tempestato di diamanti e di altre pietre
preziose mentre le lenzuola erano sicuramente di seta. Su di esso
giaceva Akiko priva di sensi, che indossava un abito da cerimonia
simile a quello utilizzato per i rituali di sacrificio alla dea
Kalì nell’antica India.
“Akiko, Akiko, Akiko mi senti?”chiese il ragazzo
cercando di rianimare la sua amica.
“Cosa… Cosa è
successo?”chiese la ragazza una volta ridestata.
“Mi spiace, Akiko, di averti ingannato ma non avevo scelta.
Kuroi aveva imprigionato mio fratello e io non avevo abbastanza potere
per liberarlo, ma venendo nel mondo reale e come se fossi stato
investito da una potente carica magica e così sono riuscito
a liberarlo.”Spiegò il ragazzo.
“Se davvero è così perché
non sei tornato da solo, invece di trasportare qui anche
me?”domando la ragazza.
“Perché…”purtroppo non
terminò la frase perché nella stanza
d’orata entrò Kuroi il cui volto lasciava
trasparire la sua rabbia, causata dal il fatto che Kei lo aveva tradito.
“Come immaginavo, Kei!”urlò furibondo
l’uomo.
“Se lo sapevate perché mi avete fatto
agire?”chiese allora il ragazzo.
“Ho detto che lo immaginavo, ma non lo sapevo,
finché tu non hai usato i tuoi poteri per liberare tuo
fratello che però verrà ucciso dai miei uomini
che sono già sulle sue tracce!”Tuonò
orribilmente Kuroi.
“No, tu non puoi ucci…”, Kuroi non gli
fece terminare la frase perché lo scaraventò
contro la parete sul fondo della sala con un gesto della mano.
“Sta zitto, tu non hai il diritto di parlare, mi hai
capito?”berciò rabbioso l’uomo.
“Che cosa gli hai fatto?”disse Akiko che aveva
ormai recuperato un po’ di forze.
“Tu ragazzina verrai con me perché è
giunto il momento del tuo sacrificio!”disse Kuroi alla
ragazza.
“No… tu non la toccherai nemmeno con un dito
altrimenti dovrai vedertela con me!”affermò Kei
che si era rialzato pronto a fronteggiare Kuroi.
“Ma cosa vuoi fare nelle tue condizioni, eh? Se credi di
distruggermi ti sbagli di grosso perché in questa stanza io
sono ancora più potente grazie all’influenza del
potere delle nostre malvagie divinità!”disse
l’uomo ridendo fragorosamente.
Aiutato dai suoi Iwashi* Kuroi lego il ragazzo e lo fece condurre
all’altare del sacrificio mentre iniettò ad Akiko
un potente sedativo che le fece perdere subito i sensi.
“Mie fedeli Iwashi, l’ora è quasi giunta
quando il pianeta Junzumiª e la luna si allineeranno,
verrà compiuto il rito sacrificale e il regno di Akayamajima
sarà per sempre nelle mani del delle tenebre guidate dal
Power Crystal˜. Tu vieni qui bada che lei non si ridesti
prima del rito sacrificale mentre attento a lui, non farlo scappare
perché altrimenti farai una brutta fine!”disse
Kuroi prima di allontanarsi dal tempio del sacrificio per rientrare nel
suo palazzo, dove, avrebbe atteso ansioso il momento prescelto per
l’esecuzione del rito e dove avrebbe preparato il pugnale che
avrebbe trafitto il cuore di Akiko.
Intanto, nel tempio, Kei stava pensando ad un modo per liberarsi e per
liberare anche la sua amica; l’iwashi era molto
all’erta e non lasciava fare al ragazzo neanche il
più piccolo movimento, d’altra parte Kei non
poteva usare la magia perché avrebbe dovuto risparmiare le
forze per il combattimento contro il malvagio Kuroi. La situazione era
disperata e l’ora del sacrificio si stava avvicinando
inesorabilmente.
Il ragazzo aveva, ormai, perso ogni speranza quando si
ricordò della scritta incisa sulla porta della stanza dove
Kuroi gli aveva catturati; pensò che, forse, quella era la
chiave per sconfiggere il male ma, a questo punto, sorgeva un nuovo
problema: come tradurre la scritta che, apparentemente, era
insignificante.
L’iwashi che montava di guardia non gli permetteva di parlare
con Akiko che, tra l’altro, era ancora sotto
l’effetto dei sedativi e per ridestarla avrebbe dovuto
avvicinarsi, cosa che era assolutamente impossibile.
Improvvisamente, però, il corpo di Akiko iniziò
ad emanare una strana luce che distrusse in pochi istanti l'Iwashi che
stava di guardia e sciolse le catene che imprigionavano Kei che, una
volta libero si diresse verso l’altare dove giaceva la
ragazza ancora priva di sensi.
“Akiko ti prego svegliati, dobbiamo andare via di
qui!”disse piano il ragazzo per paura di essere sentito da
qualche altra guardia che, magari, si trovava fuori dal tempio.
“Cos’è successo? Kei che cosa ci fai qui
vattene via! Io non voglio più avere niente a che fare con
te!”affermò con risolutezza Akiko appena riprese i
sensi.
“Aspetta Akiko, lascia almeno che ti spieghi, prima nella
stanza d’oro sono stato interrotto da Kuroi ma adesso posso
terminare quello che ti stavo dicendo
prima!”replicò il ragazzo.
“No, io non voglio sentire le tue stupide scuse, mi spiace
sono stufa di essere presa in giro! Basta, vattene!”disse la
ragazza mentre i suoi occhi si stavano riempiendo di lacrime.
“No, ti prego non piangere, ti assicuro che non volevo
ingannarti! Ero costretto da Kuroi che teneva imprigionato mio
fratello; quando sono venuto nel tuo mondo ho riacquistato i miei
poteri ma per non insospettire il mio padrone ho dovuto portare qui
anche te!”spiegò il ragazzo.
“Vuol dire che allora mi hai usato?”chiese Akiko.
“Mi spiace di averti ferito, sono davvero mortificato
ma…”Akiko lo interruppe perché aveva
sentito avvicinarsi qualcuno.
“Presto nascondiamoci qui dietro!”disse la giovane
al suo amico.
La persona che stava arrivando era Kuroi che portava con se il pugnale
per il sacrificio, scortato da una decina di Iwashi. Quando
l’uomo non vide più i suoi prigionieri
ordinò subito alle sue guardie di perlustrare la zona da
cima a fondo, mentre lui li avrebbe cercato con una delle sue magie.
Quando Kuroi uscì dal tempio i due ragazzi vennero fuori dal
loro nascondiglio.
“Ora che cosa facciamo non abbiamo molto tempo per trovare un
modo per scappare da qui!”disse Akiko.
“Io non voglio scappare devo uccidere
Kuroi””replicò Kei.
“Sei matto ti ucciderà! Non abbiamo armi con noi,
né tanto meno sappiamo qual è il suo punto
debole!”affermò la giovane.
“Ecco cosa voleva dire!”esclamò il
ragazzo.
“Come?”chiese Akiko.
Sulla porta della stanza dove ci hanno catturati prima,
c’è la chiave per uccidere il male! Dobbiamo
formare un tao per terra con l’energia dei nostri cuori che
sono puri!”spiegò Kei.
“Ma come puoi sapere se sono puri le nostre
anime?”domandò giustamente la ragazza.
“Perché noi abbiamo entrambi un tatuaggio del tao
sulla spalla sinistra!” chiarì il giovane.
“Bene mi voglio fidare di te! Ma ricorda che sarà
l’ultima volta! Ti aiuterò come posso, io non ho
ancora acquistato completamente il mio
potere.”affermò la ragazza.
I due giovani si presero le mani e formarono un tao composto a partire
dalla loro energia. Kuroi sentì questo grande potere e disse
ai suoi soldati di dirigersi con lui verso il tempio. Quando
arrivò scaglio uno dopo l’altro gli Iwashi, contro
i due giovani ma essi si infrangevano contro la barriera formata dal
tao energetico.
Quando rimase solo Kuroi sfoderò la sua arma migliore, un
incantesimo di evocazione molto potente che poteva usare in quanto
discendeva da una famiglia di Baal*. I due ragazzi non ce
l’avrebbero mai fatta a respingere un attacco di tale portata
quando all’improvviso all’interno del tao
energetico comparvero una spada magica e un cristallo fatato. Akiko
prese il cristallo e concentrò tutte le sue energie in
questo mentre Kei face la stessa cosa con la spada.
Quando ebbero concentrato tutta la loro energia scagliarono i loro
poteri contro Kuroi che contemporaneamente dirigeva contro i ragazzi il
suo incantesimo.
“Lightning Arrows!”urlò Akiko.
“Celestial Steak!”gridò Kei.
“Mi spiace ragazzi! Ogni vostro tentativo è
inutile contro la mia magia!”affermò risoluto
Kuroi.
“No, tu non vincerai perché il male è
destinato a soccombere contro la luce e
l’amore!”esclamò Akiko.
“Amore non so nemmeno cosa vuol dire
amare!”replicò Kuroi.
“Ed è per questo motivo soccomberai,
perché chi non sa amare porta solo dolore sulla terra e
ciò io non lo
permetterò!”affermò Kei.
I due ragazzi diedero più energia che poterono alle loro
armi finché Kuroi non venne risucchiato nel raggio di luce
prodotto dalla combinazione dei poteri dei due giovani.
“Abbiamo vinto!”esclamò euforico Kei.
“Si… Ma cosa mi sta succedendo sto svanendo!
Aiutami Kei ti prego devo parlarti prima di andare via!”disse
Akiko che, evidentemente, stava ritornando nel suo mondo.
“Anch’io devo dirti una cosa importante! Akiko
io… Ti amo!”purtroppo Kei terminò la
frase quando la ragazza era già sparita nel nulla.
Akiko era ritornata nel suo mondo. Si trovava nel giardino antistante
il tempio con ancora tra le mani il cristallo che aveva utilizzato per
sconfiggere Kuroi.
“Kei, Kei dove sei?”iniziò a gridare la
ragazza non rassegnandosi davanti al fatto che lui era rimasto a
Akayamajima e che non si sarebbero mai più rivisti.
“Mi spiace Akiko!”disse all’improvviso
una voce alle sue spalle; la ragazza si volse e vide il vecchio Kensaku.
“Io sapevo chi era quel ragazzo ma non credevo che tu te ne
saresti innamorata, altrimenti ti avrei avvisato e ti avrei protetto.
Perdonami!”disse mortificato il bonzo.
“Non importa,”disse la giovane sorridendo, anche se
gli occhi le si erano riempiti di lacrime, “avrei dovuto
farcela da sola, avrei dovuto saperlo che era un amore impossibile ma
non ci credevo. Mi ripetevo che avremmo trovato un compromesso fra i
nostri mondi e che alla fine saremmo stati felici, ma non era
così! Ora sarà meglio che torni a casa e faccia
finta che non sia successo nulla! Arrivederci monaco
guida!”disse Akiko.
“Akiko, aspetta…”la chiamò il
bonzo ma ormai era già corsa giù dalle scale.
La giovane continuò a correre e correre
finché non arrivò nel parco dove si sedette su
una panchina per riflettere.
“Che cosa ne sarà di me? Kei ti prego
torna!”disse scoppiando in lacrime.
“Cosa c’è signorina, qualcosa non
va?”
-Questa voce…-disse tra sé e sé
Akiko-No, non può essere lui.-
La ragazza si voltò timorosa e davanti a sé vide
lui; sì, Kei era tornato.
“Kei… Sei tornato da me!”disse la
ragazza gettandosi al collo del giovane che a sua volta disse
“Sì e da ora in poi non ci dividerà
più nessuno!”.
“Ma come hai fatto? E il regno?”chiese la ragazza.
“Al posto mio diventerà re mio fratello che, sono
sicuro, sarà un buon sovrano.”rispose Kei.
“E così noi vivremo felici e
contenti?”domandò Akiko.
“Proprio così per sempre felici e
contenti!”rispose Kei, dopodiché si
chinò su di lei e la baciò dolcemente.
“Andiamo a casa Kei!”disse Akiko.
“Si!”rispose il giovane.
DIECI ANNI PIU'TARDI…
“Kei dove ti sei cacciato? C’è il
piccolo che sta piangendo!”urlò Akiko.
“Si scusa cara, ma se non lasciavo il piccolo un attimo, non
avrei potuto concludere quell’affare importante in Borsa.
Vieni qua tesoro mio!”disse Kei.
“Sai Kei, stavo pensando che esattamente dieci anni fa siamo
tornati nel mondo reale da Akayamajima… Però, ne
sono successe di cose!”affermò la giovane.
“Già, ci siamo laureati, poi ci siamo sposati e
adesso abbiamo anche una bella bambina! Chi sa se un giorno anche lei
vivrà un’avventura strabiliante come la nostra,
nel magico regno di
Akayamajima…”affermò Kei.
“Già chissà…Nessuno
può dirlo, solo il destino conosce quale sarà il
suo futuro!”