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Autore: 9Pepe4    04/11/2009    4 recensioni
[Riscrittura in corso]
Linen ha ventitré anni e un impiego da segretaria da trovare al più presto.
Quando però inizia a lavorare per la Capsule Corporation, si trova alle dipendenze di un Presidente spigliato e fin troppo bello, che minaccia seriamente di minare l’autocontrollo della ragazza.
E come se tutto ciò non bastasse, Linen si ritroverà coinvolta nel nuovo scontro che ha come obiettivo la distruzione della razza saiyan.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Trunks
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 20 – Sbalzi d’umore

Una pacca sancisce la fine del nostro abbraccio.
La mano di Goten ha battuto sulla spalla di Trunks, ma ho sentito anch’io il colpo. Eccome se l’ho sentito. Mi scosto dal Presidente con un mezzo sorriso.
“Ehi, rubacuori!” lo stuzzica il figlio minore di Goku, con una scintilla birbante nello sguardo che per un momento mi fa intravedere un Goten bambino, curioso e giocherellone. Si batte una mano sulla fronte, mentre i suoi occhi vagano da Trunks a me. “In effetti” ridacchia dopo qualche istante, “avrei dovuto capirlo prima”.
Arrossisco.
Per fortuna in questo momento arriva Ice. Ignora tutti e si dirige verso Warm. “Lo avete trovato?” domanda, senza nessuna particolare inflessione che possa svelare il suo stato d’animo.
L’uomo scuote la testa, mentre io li osservo curiosa.
Non ci posso giurare, ma credo che Ice sia abbastanza soddisfatta dopo quella risposta.
“Ve l’ho detto” osserva, sprezzante. “Non si farà trovare. È un tipo astuto, calcolatore. Balzerà fuori solo quando vorrà battersi con noi”. Alza le spalle. “Vuole sentirsi padrone del gioco, e di certo non ci permetterà di fare la prima mossa”.
Trunks alza le spalle e nello stesso istante Goten fa lo stesso gesto. In alcuni momenti, nonostante sappia che non sono parenti, nonostante il loro aspetto completamente diverso, sembrano quasi due strani gemelli.
Eterozigoti, penso divertita. Due gemelli eterozigoti.
Sorrido, anche se a dire il vero non è neanche una battuta. E, se la fosse, non farebbe ridere nemmeno un pazzo ubriaco.
Trunks intercetta il mio sguardo. Corruga la fronte, poi sorride incuriosito. “Cosa c’è?” domanda.
Faccio un gesto vago. “Te lo spiego più tardi” replico.
Entriamo in casa. Subito i Son vengono aggrediti da Chichi che, agitando un mestolo dall’aria anche piuttosto pericolosa sotto il mento di Goku, strepita domande, chiedendo se era proprio necessario che ci impiegassero tanto a tornare.
Goku non sembra cogliere niente della rabbia della moglie. La guarda con un’espressione candidamente felice, esclamando: “Chichi, dimmi, ti prego, che quel mestolo che stai tenendo in mano è segno che ti sei messa a cucinare qualcosa per me!”
Sua moglie non si lascia calmare molto facilmente. “No, disgraziato! Io non ho cucinato per te, ma per i nostri figli, per Vegeta, Bulma, Trunks...”
E mentre inizia a elencare dettagliatamente tutti gli altri che si trovano su quest’isola, Goku pare quasi afflosciarsi. Se avesse una coda, scommetterei qualsiasi cosa che a questo punto la terrebbe fra le gambe.
“Ti prego, Chichi!” si lamenta, scrutandola. “Non puoi farmi questo!” A quanto pare crede che la moglie abbia intenzione di tenerlo a digiuno – e n’è a dir poco terrorizzato. “Io adoro la tua cucina, tesoro!” aggiunge.
A quell’ultima affermazione Chichi sembra addolcirsi. “E sia” concede.
Goku, a quelle parole, sorride e si getta a stringerla in un abbraccio impetuoso, dandole un bacio – con tanto di schiocco – sulla guancia.
La donna lo spinge via, ma credo sia stata contenta del gesto del marito.
E così, mangiamo.
Mi fa uno strano effetto sedere ad una tavola brulicante di chiacchiere e di risate. È tutto così... normale, come se Aseptic non esistesse, come se il pericolo che incombe fosse solo l’ombra di un brutto incubo. Come se la sola realtà che importasse fosse quella della famiglia, mi scopro a pensare.
Incrocio lo sguardo di Trunks, che sorride, e aggiungo mentalmente che forse, dopotutto, è così davvero.
Dopo aver finito di mangiare mi metto sul divano, distesa a pancia in giù, tenendo la schiena appena alzata con l’aiuto dei gomiti, un pugno sotto il mento. Con la mano libera, sfoglio di malavoglia una rivista.
Non c’è un solo – non c’è n’è uno – articolo appena interessante. O forse sono io che sono noiosa, il che non è del tutto escludibile, penso.
Mi chiedo come mai sia stata acquistata. La pagina successiva, un vero collage di donne in bikini, mi toglie ogni dubbio. Sono certa che il maestro Muten adori questa rivista.
Con un sospiro rassegnato, proseguo.
A questo punto, però, sento un fiato leggero sulla nuca. Mi dà la pelle d’oca, infiammandomi ogni singolo poro della pelle. Prima che io possa fare alcunché, due braccia mi stringono da sopra. Mi giro in quell’abbraccio tenace come posso, sino ad andare a strusciare la testa sotto il mento di Trunks.
“Ehi” lo rimprovero, abbozzando un sorriso.
“Ciao” mugola lui. Sembra assonnato.
“Tutto bene?” gli domando allora.
I ciuffi lilla dei suoi capelli mi pizzicano la fronte. Soffio, in modo che si allontanino un poco.
“Certo” sbadiglia.
“Perché non vai a farti una dormita?” domando. Istintivamente, ad un lieve prurito sopra le tempie, sfrego il viso contro il suo.
“Non voglio” risponde.
Mi viene quasi da ridere al suo tono, che sfiora la petulanza.
“E poi” aggiunge, scherzosamente provocante, “non dirmi che ti dispiace questa posizione”.
Santo cielo, ovvio che non mi dispiace per niente. Ma non posso certo dirglielo, penso, anche se la sua guancia rosea è tanto vicina a me da darmi una voglia pazzesca di baciarla o di sfiorarla con le dita. “Hai interrotto un’interessantissima lettura” fingo di rimproverarlo.
“Certo” sbuffa. Si tende oltre la mia spalla e allunga una mano ad aprire la rivista che, nel progresso del nostro abbraccio, si era chiusa. “Immagino quanto ti abbia appassionato”.
“Vuoi scherzare?” gli domando, seccata. “Quelle pagine sono la mia vita”.
Un momento dopo vorrei mordermi a sangue il labbro, perché proprio mentre dicevo la seconda affermazione, lui è giunto alla pagina delle ragazze in bikini.
“Bene” sospira. Un lampo – un guizzo che non mi piace per nulla – gli brilla negli occhi e capisco cosa sta per dire. Spalanco le labbra. “Vorrà dire che chiederò a mia madre se ha un suo costume di quando era giovane da prestarti!”
Arrossisco violentemente. “Sei scemo?!” esclamo. Mi divincolo.
Lui, però, mi afferra saldamente i fianchi e mi solleva. O almeno ci prova, perché subito mi avvinghio al cuscino e inizio a scalciare come una forsennata, come non facevo da chissà quanto, da quando, bambina, mi azzuffavo con mio fratello. “Lasciami! Trunks, lasciami!” grido a tutto spiano.
Lui se la ride e mi afferra le caviglie.
Trasalgo. Quello, per me, è un punto debole. Mi viene la pelle d’oca.
Il fatto è che io soffro il solletico sotto i piedi in maniera a dir poco spropositata, tanto che se solo uno mi afferra le gambe manda in crisi il mio sistema nervoso.
Inizio a ridere a crepapelle, dimenandomi. Scalcio con più foga. Di conseguenza il mio piede si schianta sul suo volto.
“Non credevo fossi così pericolosa!” scherza, solleticandomi i piedi.
“La... scia... mi” boccheggio, tra una crisi di risate e l’altra. “Ti... ti prego!”
Tiro calci a non finire, cercando di riprendere fiato.
“Mi arrendo!” esclamo infine.
Trunks mi lascia immediatamente e sfodera il suo sorriso più sfolgorante, lasciandomi finalmente le caviglie.
“Quindi potrò metterti in costume da bagno?” domanda, in tono tanto innocente da sciogliermi il cuore.
Gli getto un cuscino in faccia, cercando di tornare ad un ritmo di respirazione normale.
Si siede accanto a me, afferra la rivista e la getta sul pavimento senza troppi complimenti. Seguo il suo gesto con sguardo curioso, chiedendomi cosa abbia intenzione di fare.
“Vuoi andare a dormire, adesso?” gli domando.
Lui fissa accigliato il proprio orologio da polso. “Non sono nemmeno le quattro del pomeriggio” osserva.
Alzo le mani. “Non lo sapevo”.
Lui sorride e si slaccia l’orologio. Mi prende il braccio e aggancia l’oggetto sotto la mia mano. Io oso a malapena fiatare.
“Ecco fatto” afferma, ad operazione conclusa. “Così saprai quand’è ora di andare a nanna”.
Mi sento imbarazzata. Tanto più che il gingillo che mi ha appena dato è uno di quei modelli super accessoriati che non potrei permettermi nemmeno tra cent’anni. “Oh. Be’, grazie” mormoro.
“Di niente” replica, alzando le spalle.
Mi osserva con attenzione.
“Ora me lo dici?” domanda dopo qualche istante.
Lo fisso, interrogativa. “Cosa?”
“Perché hai sorriso dopo aver guardato me e Goten” replica.
Me n’ero scordata. “Ah, già” rammendo. Scrollo le spalle. “Non è molto interessante, effettivamente” aggiungo. “Ho solo pensato che sembravate due gemelli eterozigoti”.
Lui sorride. Si sfiora una tempia, assorto. “In effetti, l’essere cresciuti assieme deve aver influito sul nostro comportamento” concorda.
Improvvisamente sento un nodo allo stomaco.
Penso che probabilmente dovrò iniziare a preoccuparmi per questi sbalzi d’umore.
Sarebbero comprensibili per una donna incinta o per un’adolescente, ma in quanto a me... Ormai credo di aver oltrepassato la fase adolescenziale e inoltre sono ancora vergine.
Sospiro mestamente, accigliandomi.
Mi aggrappo al braccio di Trunks e riesco a sentirmi di nuovo felice, ma è una felicità un po’ affranta, dal momento che penso a come sarebbe bello tutto questo se non fossimo in pericolo.
Un nodo di malinconia mi fa schiudere le labbra.
Le sue dita mi solleticano i capelli.



Spazio autrice:
Lo so, lo so. Sono da mandare al rogo ç_ç Sono ben tre mesi che non aggiorno e questo capitolo non è nemmeno niente di che.
Spero non si troppo deludente e cercherò di non tardare altrettanto per scrivere il prossimo.

Winry90: Non oso immaginare quali ipotesi tu abbia formulato in questo lunghissimo periodo di tempo! In quanto ad Ice, conto di approfondirla abbastanza. Avvertimi se per caso inizio a diventare pesante, okay?
Sono felice che Linen e Trunks risultino troppo carini. Spero di riuscire a non far diventare sdolcinate le scene con loro due. E spero anche che questa non sia risultata eccessivamente infantile (anche se in fin dei conti l’obbiettivo era di tirare fuori il lato giocoso dei personaggi).  In effetti Warm sembra proprio intenzionato a fare da fratello maggiore alla protagonista xD
Grazie per l’augurio e scusa per l’orrendo ritardo T^T

Giusiemo291: Ogni volta che mi ritrovo a leggere una tua recensione arrossisco sino alla radice dei capelli. L’avrò già detto, ma è un’emozione avere una lettrice tanto fiduciosa. Spero di riuscire a trovare, in questo periodo, il tempo di rimboccarmi le maniche e aggiornare un po’ delle storie su Dragon Ball, dato che – diciamolo – se lo meritano, dopo tanto tempo ad aspettare.
Secondo me anche tu hai un enorme talento (ti basti sapere che non mi stanco mai di leggere “Tears and drops” e non so se mi sarei mai attaccata così ad un racconto su Pan).
Passando alla storia, in effetti sto cercando di rivelare Ice “a strati” (come una cipolla? (Shrek?)) e tento di non svelare mai troppo o troppo poco. Spero di non sbagliare le dosi, insomma. Avresti dovuto vedere la mia espressione quando ho letto che consideri Linen dolce. Non so spiegarti perché mi abbia così colpito. Forse perché dopotutto lei è proprio così. Grazie ancora.
  
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