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Autore: alida    06/11/2009    6 recensioni
Chi insegna cosa è giusto e cosa è sbagliato? Chi sa cosa è giusto e cosa è sbagliato? Chi non ha risposte può guidare e comandare? E qual è il destino di chi obbedisce? I personaggi sono di J.K.Rowling, la ff non ha scopo di lucro. DEDICATA A ELFOSNAPE!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton, Sirius Black
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Dedicato a Elfosnape, simpatico recensore di tante mie ff, che come me si ostina a volere che Harry e Severus si vogliano bene.

Naturalmente i personaggi saranno o del tutto o tendenzialmente OOC! Che volete, sono fatta così!

Buona lettura.

Harry Potter era un bambino conosciuto nel mondo magico. Undici anni prima Colui-che-non-doveva-essere –nominato aveva ucciso i suoi genitori e probabilmente sarebbe morto  lui stesso  se Albus Silente non fosse riuscito a fermare il mago oscuro con l’Avada Kedrava.

 Quella notte, infatti, Silente era andato dai Potter per rendere a James il Mantello dell’invisibilità ed entrando aveva trovato il corpo senza vita del giovane mago. Era poi salito al piano superiore richiamato dalle grida di Lily e in extremis era riuscito a salvare il piccolo Harry, il cui nome, perciò, era rimasto collegato a quello di uno dei più grandi maghi della storia, nonché preside di Hogwarts.

Nonostante questo Harry non conosceva il vecchio preside, non lo aveva mai frequentato e se non fosse stato per alcune foto  sulla Gazzetta del Profeta, probabilmente incontrandolo per strada non lo avrebbe neanche riconosciuto.

Harry era cresciuto con suo padrino, Sirius Black, che incolpava Silente per la morte di James e Lily. Sirius affermava che se James avesse avuto con sé il Mantello, probabilmente sarebbe riuscito a salvarsi o almeno sarebbe riuscito a salvare Lily, e accusava il vecchio mago di aver preferito salvare l’anima di Severus Piton piuttosto che la vita dei suoi amici.

Per questi motivi Harry, quando Minerva McGranitt lo chiamò per lo smistamento, si sentì gli occhi di tutti puntati addosso, gli altri studenti pensavano che sicuramente sarebbe stato un Grifondoro considerato il rapporto speciale che in ogni caso aveva  con Silente, e inoltre Harry era stato cresciuto da un Black, l’unico Black che era stato smistato a suo tempo tra i Grifondoro.

Ma il destino di Harry non era legato né a Silente né a Sirius Black, e perciò quando il Cappello parlante urlò a pieni polmoni: “Serpeverde, eccezionale Serpeverde!”, la sala grande fu invasa da un fastidioso borbottio generale. Harry si alzò e si diresse verso la tavolata verde-oro.  Nessuno gli sorrise e lui si sentì triste come quando si chiudeva in camera sua e metteva la testa sotto il cuscino per non sentire Sirius ripetergli per la centesima volta che lui non era degno di portare il nome “Potter” perché a parte i capelli disordinati non somigliava per niente a suo padre.

Era inadeguato, e probabilmente lo sarebbe stato anche ad Hogwarts. Si sedette e osservando i professori nella lunga tavolata fu raggiunto per primo dall’ampio sorriso di Silente e poi dallo sguardo imperscrutabile  di un giovane professore che avrebbe imparato presto essere il suo Capocasa e professore di Pozioni, Severus Piton.

Terminato lo smistamento ebbe inizio il banchetto. I piatti vennero riempiti e gli studenti cominciarono a mangiare. Di fronte a Harry stava seduto Draco Malfoy, un ragazzino biondo con dei bellissimi occhi azzurri e il viso pallido, ogni tanto gli sguardi dei due si incrociavano ma nessuno aveva il coraggio di iniziare una conversazione.

L’unica persona della tavolata che rivolgeva la parola agli studenti del primo anno era il Prefetto Duncan Gray, che dall’inizio della cena sino alla fine non smise mai di parlare: “Il fondatore della nostra casa si chiamava Salazar Serpeverde. Generalmente gli studenti Serpeverde sono purosangue cioè  entrambi i loro genitori sono maghi ma questa non è una regola rigida, per esempio il nostro Capocasa il professor Severus Piton, che vedete seduto alla sinistra di Silente, non è un purosangue. Ciò che ci distingue dalle altre case, oltre i nostri colori che sono il verde e l’argento, è la brama di potere e il desiderio di primeggiare. Questi elementi che all’apparenza potrebbero sembrare negativi, non lo sono affatto perché come dice sempre Piton –il potere non male se lo si sa gestire bene e lo si usa a servizio del bene. Il male è nelle persone e nel modo in cui esse utilizzano gli strumenti che hanno a disposizione per imporre il potere, e in ogni caso se per esercitare il potere ci si deve imporre con la forza allora in realtà non si ha nessun potere!”.

Harry, Draco e i compagni del primo anno ascoltavano con attenzione ma non erano sicuri di riuscire a ricordare tutto ciò che Duncan aveva detto loro, e del resto il Prefetto parlò a ruota libera senza mai fermarsi e fu questo il motivo che scatenò l’ilarità dei ragazzini quando, dopo aver bevuto un bicchiere di succo di zucca, Duncan prese il fiato e aggiunse: “E ricordatevi che Piton detesta chi parla troppo perché un buon Serpeverde sa tenere la bocca chiusa!”.

Anche Harry rise e in quel momento Draco gli rivolse la parola: “Allora chissà come ha fatto a diventare Prefetto!”.

“E chissà come ha fatto a diventare Serpeverde” esclamò Harry di rimando.

“Tu come hai fatto?” domandò Draco cogliendo l’occasione.

Harry rimase con la forchetta a mezz’aria cercando di prendere temo per inventarsi qualcosa e pensando che non sarebbe stato male se prima di parlare avesse riflettuto un po’, giusto il tanto per non trovarsi inguaiato.

“Voglio dire” continuò Draco “Sei Harry Potter, era scontato che tu finissi tra i Grifondoro!”.

“Perché mai?” domandò Harry “Io non ho mai fatto niente di coraggioso! Se non sono morto è stato solo per caso!”.

Draco fece spallucce e borbottò, con la bocca piena di carne di pollo: “Mmm, in effetti hai ragione! Però…”.

“Ehi!” gli interruppe Duncan “Sarebbe il caso che mi ascoltaste, non parlo per sentire la mia voce, io conosco già le informazioni che vi sto dando. E se per caso Piton dovesse farvi qualche domanda e voi non doveste conoscere la risposta nessuno vi coprirà le spalle, perciò zitti e ascoltate!”.

Harry e Draco si scambiarono un’occhiata d’accordo sul fatto che il loro Prefetto non dovesse essere del tutto normale se pretendeva la massima attenzione in ogni momento. Al termine della cena Duncan li accompagnò nei sotterranei dove gli studenti trovarono i loro bauli, le divise e i loro animali già sistemati nelle camere.

Le camere dei Serpeverde erano strutturate per ospitare tre studenti e poiché quell’anno c’erano tredici studenti, uno avrebbe dovuto dormire da solo. Harry si propose per primo e nessuno protestò perché nessuno voleva dormire da solo. Molti pensano erroneamente che solitudine significhi non avere nessuno nel cuore ma in realtà significa semplicemente non avere nessuno fisicamente vicino, e a conti fatti questo non sempre è negativo.

Tuttavia per dei ragazzini di undici anni che sarebbero stati lontani da casa diversi mesi, molti dei quali per la prima volta, l’idea di trascorrere le notti senza nessuno con cui parlare non era il massimo, e così tutti furono ben lieti di accogliere la proposta “coraggiosa”  di Harry.

Alle nove tutti erano nelle loro stanze, la luce andava spenta entro le dieci di sera. Draco si sistemò con Tiger e Goyle. Harry sistemò la sua biancheria nei cassetti, pantaloni e camicie appesi nelle grucce, cappotto e giubbotto di lato, pigiama non ne aveva, Sirius diceva che un po’ di fresco la notte rinvigoriva il corpo e lui era già abbastanza smidollato.

 Una volta alla settimana doveva dormire sul pavimento con la finestra aperta, era un’altra idea bizzarra del suo padrino che invece Remus Lupin, un caro amico dei suoi genitori che lui chiamava zio, non approvava  e più volte aveva litigato con Sirius circa il suo metodo di educazione, allora per un paio di giorni Sirius cambiava atteggiamento ma dopo tutto tornava come sempre.

Harry sospirò, il suo draghetto Julius sbuffò un po’ di fumo. Julius era un drago appartenente alla razza Miniaturis miniato, non sarebbe mai cresciuto più di dieci centimetri e non sarebbe mai riuscito a sputare fuoco vero e proprio ma solo un po’ di fumo. Harry lo tolse dalla gabbietta e se lo mise vicino, Julius si sistemò fra la spalla e il mento del suo padroncino e in breve si addormentò.

Harry lo osservò e, mentre prendeva sonno, pensò: “Julius, cosa ci faccio tra i Serpeverde?”.

Sembrò passare solo un attimo e già si sentì la sveglia suonare. Harry si alzò di scatto, doccia, vestiti, Julius in gabbia, colazione, lezione, prima ora:  Erbologia. La professoressa Sprite sprizzava allegria da tutti i pori, gli alunni dicevano che forse si fumava qualcuna delle erbe che coltivava. Sicuramente non era vero però ormai era diventata quasi una leggenda metropolitana, una di quelle cose che tutti sanno essere una bugia ma che continua a diffondersi o perché fa ridere o perché fa paura. Nel caso della professoressa Sprite la notizia faceva ridere e siccome la professoressa era dell’idea che non si bisognasse  preoccuparsi quando si fa ridere la gente ma solo quando la si fa piangere allora non aveva mai smentito la faccenda.

Semplicemente continuava a essere se stessa contro tutto e tutti: “Ricordatevi bene che Erbologia è una materia importante perché vi sarà utile anche quando dovrete produrre una pozione e si sa che avere una marcia in più in Pozioni non guasta mai!”.

Harry era seduto tra Draco e una certa Hermione Granger, di fronte a lui c’erano Tiger e Ronald Weasley. Serpeverdi e Grifondori si alternavano in tutta la tavolata. Era stata un’idea di quelle  che Silente definiva geniale e gli studenti   macabra. Serviva per favorire la comunicazione tra le diverse case. I primi anni dopo la morte di Voldemort furono tesi ad Hogwarts e gli studenti Serpeverde vennero ghettizzati, trattati dagli altri come fino a quel momento i Serpeverde avevano trattato loro. Era la legge del contrappasso, ma il fatto che fosse  una legge non significava che desse giustizia, non aveva senso salvare alcuni e perdere altri, era necessario salvare tutti di modo che non si formasse un nuovo Voldemort o qualcosa di simile.

Così da alcuni anni gli studenti si alternavano,  eccetto che nelle ore di Trasfigurazione e Pozione perché più volte la McGranitt, Piton e fin’anche Madama Chips si erano lamentati degli effetti collaterali di incantesimi di trasfigurazione e delle pozioni che gli studenti si lanciavano addosso a loro dire “senza volerlo” o “solo per caso”, e “mi scusi tanto”, “non succederà più”.

La lezione di Erbologia durò due ore, a questa seguì un’ora di Trasfigurazione. “Buongiorno ragazzi” salutò la McGranitt “come saprete io sono la vostra professoressa di Trasfigurazione, e sono anche la Capocasa di Grifondoro”. I grifondoro si sorrisero a vicenda, tuttavia la professoressa, seppur sorridendo, continuò “Ciò non significa che farò favoritismi, anzi mi aspetto molto dagli studenti della mia casa, considerato che è da quattro anni che non vinciamo né la Coppa delle case, né il campionato di Quidditch! In ogni caso sebbene vincere sia importante sappiate che non è tutto. Sarebbe molto meglio se vincessimo con i punti assegnati per merito, perciò vediamo un po’ se qualcuno a dato un’occhiata, durante l’estate, al libro in uso quest’anno!”.

In un’ora di domande l’unica persona che si mise in luce per la sua preparazione fu Hermione Granger. “Come fai a sapere tutte queste cose?” le domandò Harry che sedeva, assieme a Draco,  nel banco dietro a quello della ragazza.

“Semplice” rispose lei “Ho studiato tutta l’estate per prepararmi per questa nuova avventura!”.

“E tu la chiami avventura?” disse Ron che divideva il banco con Hermione “Se non avrò bei voti la mia avventura diventerà un incubo!”.

“Paura di papà?” disse con tono sprezzante Draco.

Ron aggrottò le sopracciglia, gli sarebbe piaciuto lanciare qualche incantesimo al Serpeverde ma non sapeva usare ancora molto bene la bacchetta, perciò incassò e rilanciò: “A casa mia bisogna temere mia madre! E tu, hai paura del tuo papino?”.

Draco si irrigidì: “No, non ho paura. So già che non lo deluderò!”. L’aria si era fatta pesante e fortunatamente l’ora finì, così la McGranitt salutò e diede il permesso agli studenti di lasciare l’aula per dirigersi nell’aula di Pozioni, che si trovava affianco allo studio di Piton.

L’aula di pozioni era una stanza un po’ tetra,  le tende scure alle finestre e le tele appese erano impregnate di diversi odori. Quando Piton entrò si guardò attorno e non potè far altro che pensare –Anche quest’anno Grifondoro e Serpeverde assieme! Possibile che non ci siano altre combinazioni?-.

Poi il professore incrociò le braccia al petto e con un filo di voce disse: “Non è mia abitudine alzare la voce quindi se volete sentire ciò che ho da dire è bene che impariate a stare in silenzio! Chi vuole chiacchierare faccia pure, non ho nessun problema a utilizzare incantesimi per farvi zittire a modo mio!”.

Draco sorrise, Severus era suo padrino e si frequentavano spesso, sapeva bene che Piton non era un uomo cattivo ma che non gli piaceva ripetersi  oltre il necessario, e non gli piaceva che i suoi “consigli” non venissero considerati degni di attenzione.

“La mia materia, sebbene troverete molte persone che dicano il contrario, è molto semplice: ci sono delle istruzioni da seguire, seguitele con precisione e riuscirete a produrre le pozioni! Chi non ci riesce non si lagni con me! Non sono io che le inventate!”.

“Io vi posso promettere che farò del mio meglio per far di voi dei grandi pozionisti, di modo che non solo riusciate a padroneggiare quest’arte ma riusciate anche a saper distinguere chi dice di saper produrre una buona pozione e chi invece la sa produrre davvero! Forse a voi studenti vi sembrerà sciocco, ma capirete anche voi che c’è molta differenza tra il saper produrre una pozione che, per esempio,  vi può salvare la vita e non saperlo fare”.

Gli studenti, muti, ascoltavano. Piton li squadrò uno per uno, senza indugiare apertamente su nessuno. Dopo di ché iniziò la lezione, il primo giorno ci furono solo nozioni teoriche. Alcuni seguivano dal libro, altri prendevano appunti, Harry a mani incrociate sul tavolo ascoltava e basta. Piton insospettito e infastidito da questo atteggiamento decise di mettere alla prova il ragazzino.

“Ogni giorno farò due domande,una a un Grifondoro e una a un Serpeverde, per ogni risposta corretta verranno assegnati 5 punti, per ogni risposta sbagliata ne verranno tolti 10!”.

Era un gioco rischioso, Harry era un Serpeverde e se avesse sbagliato avrebbe danneggiato la sua stessa casa di appartenenza ma se avesse sbagliato avrebbe comunque potuto punirlo a modo suo! “Prima domanda per Ronald Weasley!”. Ron ebbe un sussulto mentre l’intera classe tirava un sospiro di sollievo. “Qual è il primo principio dell’arte nozionistica?”.

Ron fece un mezzo sorriso, la risposta era nella prima pagina del libro che lui teneva aperta davanti a sé: “Nessuna erba si può creare da altre erbe, l’estinzione di un erba porta all’estinzione della magia pozionistica!”.

“Cinque punti a Grifondoro!”. –Questa è una bella notizia per mamma- pensò Ron.

 “Seconda domanda per Harry Potter!”. Harry rimase impassibile mentre Draco, che si era accorto che il libro e la pergamena di Harry non erano neanche aperti chiuse gli occhi in un attimo di panico!

“Qual è la procedura per creare la pozione Sonnosenzasogni?”.

La classe borbottò, Piton non aveva parlato di questa pozione e tutti avevano pensato che le domande fossero riferite a ciò che veniva detto a lezione. Harry però non si lasciò ingannare e rispose: “Per produrre la pozione Sonnosenzasogni bisogna conoscere le istruzioni, eseguirle con la precisione e la pozione verrà bene!”.

Piton sorrise tra sé e sé, questo ragazzo aveva delle qualità. “Cinque punti a Serpeverde!” disse Severus “E adesso potete andare a pranzo. Mi raccomando i Serpeverde si ricordino che stasera alle 4 abbiamo un incontro nella Sala comune!”.

Harry e Draco si guardarono in faccia, dovevano ricordarsi che cosa?  Forse la sera prima si erano persi qualche cosa del lungo discorso di Duncan Gray!

CIAO CARISSIMI, SPERO CHE QUESTA STORIA POSSA ESSERE DI VOSTRO GRADIMENTO. ESSENDO IL PRIMO CAPITOLO NON E’ SUCCESSO NIENTE DEGNO DI NOTA, COMUNQUE VI INFORMO CHE NON DOVREBBE ESSERE UNA STORIA D’AZIONE, DEL RESTO VOLDEMORT E’ GIA’ MORTO, MA PRENDERO’ IN CONSIDERAZIONE IL RAPPORTO TRA SEVERUS-HARRY- SIRIUS, CON DRACO, HERMIONE E RON  COME PERSONAGGI SECONDARI E SE RIESCO INSERIRO’ SILENTE E LUPIN.

FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE! LO DICO PERCHE’ PER ME E’ MOLTO IMPORTANTE, ALLE VOLTE LE CONSIDERAZIONI DEI LETTORI PORTANO CHI SCRIVE A RIFLETTERE MAGGIORMENTE SU COME SI EVOLVE LA STORIA E PERCIO’ DIVENTA PIU’ FACILE SCRIVERE.

GLI AGGIORNAMENTI NON SARANNO QUOTIDIANI, CREDO DUE ALLA SETTIMANA. NON POSSO FARE DI PiU’ PERCHE’ HO IN MENTE ALTRE IDEE SIA DI FF, SIA DI RACCONTI ORIGINALI CHE STO CERCANDO DI SVILLUPARE.

VI RINGRAZIO PER LA VOSTRA ATTENZIONE! A PRESTO, ALIDA

  
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