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Autore: RMSG    07/11/2009    7 recensioni
[Quinta classificata al Contest sui vampiri di My Pride e Valerya90]
"Ma io voglio stare con te... per sempre. Mordimi...", si avvicinò a lui, circondandogli il collo con le braccia. "Non tocc...!" non fece in tempo a dire altro, che si ritrovò l'invitate collo di Roy sulla bocca. Chiuse gli occhi e sciolse le braccia, cingendogli la vita e facendolo stendere sul letto. Si ritrovò in men che non si dica sopra di lui, con la testa vuota, inebriato dal profumo del suo sangue. Roy gettò la testa all'indietro, lasciandogli tutto lo spazio possibile. "Io ti darò la scelta che a me non fu mai data", sussurrò al suo orecchio, i denti sempre più evidenti. "Ho già scelto da molto tempo Edward: mordimi", il biondo tentennò.
Genere: Generale, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Envy, Winry Rockbell
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Glitter Words

Roy correva velocemente, a perdifiato.
Era in un ritardo spaventoso e sapeva che non l'avrebbe passata liscia... aveva un appuntamento con la morte, lui. Correva per un sentiero, di quelli così tetri e silenziosi da chiederti se esistano per davvero. Ma lui non aveva mai paura, no... perché sapeva di essere costantemente tenuto d'occhio. Sapeva che se anche solo un cane gli avesse abbaiato contro, lui sarebbe intervenuto senza esitare un istante. Per proteggerlo, per farlo felice, per averlo sempre con sé. Una piccola certezza che non sempre lo rasserenava. Ma gli andava bene così, per ora. Per cui Roy correva, correva... velocemente, a perdifiato.
La mezzanotte era passata da un pezzo e il suo orologio da polso segnava l'una meno dieci. Finalmente l'interminabile corsa si arrestò, in una piccola pianura tra una montagna e l'altra: il loro posto. Rimase in silenzio, piegato su se stesso con le mani sulle ginocchia per riprender fiato. Rialzò il capo e si schiarì la voce "Ci sei?".
Silenzio.
Decise così di attendere... anche per tutta la notte. Aveva bisogno di vederlo, anche solo di sapere che c'era. Quanti giorni erano passati dall'ultima volta che si erano visti? Molti. Più di un mese fa lo aveva avvertito che si sarebbe spostato verso Nord per... nutrirsi. E già il fatto che si fosse allontanato così tanto, lasciandolo da solo, era decisamente strano. Sbuffò. Comunque fosse, si erano dati appuntamento proprio oggi, a mezzanotte, nel loro posto... peccato che lui fosse estremamente in ritardo.
"Dov'eri?" un sibilo terrificante trafisse l'aria, finendo dentro il suo orecchio. Un respiro gelato gli fece venire la pelle d'oca... e la voglia di sbottonarsi il colletto della camicia.
Si girò di scatto. "Edward!" esclamò, ma non lo vide. "Ma... dove sei?" si alzò, col cuore che cominciava a battere.
E di nuovo quella voce: "Siediti di nuovo".
Roy obbedì immediatamente, rimettendosi nella posizione di prima.
Finalmente apparì ai suoi occhi, bello come un Dio, biondo come il sole a cui non poteva esporsi e pericoloso più di ogni altra cosa al mondo. "Dov'eri?" ripeté, quasi come un padre che sgrida il figlio.
"Ero... in biblioteca. Mi dispiace, lo so che avevamo un appuntamento ma...!" non fece in tempo a terminare che si ritrovò a un millimetro di distanza dal volto di Edward. Il cuore cominciò a pompare sempre più sangue e vide un bagliore differente negli occhi del biondo di fronte a lui. Era strano... decisamente strano. "C-Com'è andata la caccia?" domandò improvvisamente, era certo che la stranezza sul volto di Edward fosse dipesa dalla caccia.
"Male..." sussurrò, schiudendo le labbra livide. Roy deglutì, la bocca arida.
"Perché?".
"Ho bevuto pochissimo sangue... " la voce suadente lo stava decisamente stordendo e sentiva quasi le vertigini, Roy. "...e sono in astinenza".
"E... perché? Cioè, come mai?" si corresse, per non sembrare un disco incantato sullo stesso quesito.
Edward rimase in silenzio, a guardarlo... lo stava forse studiando? Incredibilmente sorrise, ma, come suo solito, regalò a Roy un ghigno più che un sorriso. Avvicinò le labbra invitanti al suo orecchio, mormorandoci dentro.
"Nessuno aveva un odore buono come il tuo..." rivelò, con un tono di voce forse un po' troppo malizioso per l'argomento trattato.
Roy rabbrividì e inclinò leggermente il capo, mettendo così, forse inconsciamente, più in evidenza la giugulare pulsante.
Edward ne rimase incantato e seguì con gli occhi la linea leggermente violacea, che pulsava, pulsava... forte, facendo sentire, e soprattutto ricordare, della sua presenza.
"A-Ah, sì?" parlò Roy, cercando di ignorare quell'attrazione sfrenata che sentiva verso Edward.
"Sì..." sussurrò distrattamente, preso a rimirare il collo candido.
"Edward, io..." fece per cominciare a fare uno dei suoi interminabili discorsi per cercare di comunicargli qualcosa che, molto probabilmente, come al solito, non aveva né capo, né coda... ma il vampiro lo zittì. "Ho già capito cosa vuoi dirmi - Roy fremette - e la mia risposta è no".
"Ma... Edward! So che devi bere! Lo hai detto tu stesso! E so anche che vuoi il mio sangue..." la voce era tornata quella decisa che sempre caratterizzava Roy e che, sempre, perdeva con Edward. Gli poggiò le mani sulle sue spalle e si ritrovò schiacciato contro il tronco dell'albero.
"Non. Toccarmi", ringhiò Edward, cattivo.
Roy lo guardò dritto negli occhi, mortificato e anche un po' impaurito. "S-scusami...".
Il vampiro lo guardò un po' e lo lasciò andare. "Non fa niente" lo tranquillizzò. Non era che non volesse farsi toccare da Roy - tutto il contrario, in verità - ma il loro, e lui lo sapeva molto bene, non sarebbe mai potuto essere un rapporto normale... era un vampiro, diamine! E poi, il suo sangue aveva un odore dannatamente meraviglioso.
Roy, intanto, si stava massaggiando una spalla, dolorante; Edward gli aveva fatto male.
Il vampiro alzò gli occhi e lo guardò, si sentì un po' in colpa ma non disse nulla: daltronde era una lezione in più per quell'umano pazzo. Ma chissà perché scostò la mano di Roy e sfiorò con le unghie lunghissime e perfettamente curate la spalla.
"Mi chiedo perché tu sia così idiota..." commentò il vampiro, senza guardarlo. Stava stringendo i denti per la vicinanza spaventosamente tentatrice con Roy.
Roy sospirò piano: sì, Edward era molto strano quella sera. E lui aveva intenzione di scoprirne le ragioni il prima possibile.
"Perché non vuoi bere il mio sangue? Hai detto che ha un buon odore..." insorse improvvisamente;
Edward sbuffò, allontanandosi da lui. "Devo andare, s'è fatto tardi per te... e tra poco anche per me", commentò, puntando gli occhi dorati verso il cielo nero.
"Ma... mancano ancora sei ore all'alba e..." un fruscìo leggero ed Edward non c'era più.
Così arrivava, così spariva. Senza salutare. Senza dire nulla.
Roy si alzò a fatica, tenendosi la spalla molto probabilmente slogata e s'incamminò piano verso il sentiero buio. Aveva il capo chino mentre pensava: si era innamorato di un vampiro! Ma come diavolo aveva fatto!? Sospirò pesantemente.
Sentì un rumore leggero e si voltò verso il lato da dove proveniva. "Edward? Sei tu?" si avvicinò piano, ma invece di due occhi dorati si ritrovò davanti a due occhi azzurri. Rabbrividì: erano glaciali e terrificanti. Fece un passo indietro, spaventato. Si voltò, cercando la via corretta per cominciare a correre, ma trovò altri occhi, stavolta viola. Il cuore cominciò a battere più forte e quando si girò verso l'unico lato rimasto trovò davanti degli occhi grigi. "C-cosa..." provò a spiccicare.
Le loro risate si levarono in aria "Beh? Hai paura?!" lo sfotté quello dagli occhi viola.
"Non capisco cosa tu abbia di speciale per aver fatto perdere la testa a mio fratello..." commentò, invece, quello dagli occhi grigi.
Roy tentò di guardarlo meglio, ma nel buio i suoi tratti non erano facilmente distinguibili.
"E' molto carino..." insorsero gli occhi azzurri: evidentemente la proprietaria era una donna, vista la voce.
"Mpf! Ho visto di meglio nei miei centocinquant'anni, Winry!".
Ecco, la ragazza si chiamava Winry.
Roy intanto si era schiacciato contro un albero, dolorante per la spalla e col cuore che stava per uscire dal petto.
"Mh, Envy, il fatto che ti piaccia Edward e che ti abbia respinto non deve toglierti l'obbiettività!" ribatté Winry, che apparve alla luce della luna, incrociando le braccia.
Anche Envy si mise sotto la luce e il suo sguardo incattivito fece rabbrividire Roy.
"Chiudi il becco!" esclamò il vampiro dagli occhi viola.
Improvvisamente apparve agli occhi di Roy anche il vampiro dagli occhi grigi, il fratello di Edward.
Deglutì leggermente e lo guardò attentamente: non si assomigliavano molto, ma il taglio degli occhi era quello, il naso... sì, erano fratelli.
"Dobbiamo sbrigarci, sento che Edward sta tornando indietro" mormorò.
Winry tese le orecchie e sollevò il viso marmoreo e pressapoco perfetto verso il cielo, concentrata.
"Sì, hai ragione", si voltò di scatto verso Roy. "Sbrighiamoci..." e si avvicinò pericolosamente.
"Eh, no, eh!" esclamò improvvisamente Envy. "Lui è mio! Voglio essere il primo a bere il suo sangue! Alphonse!" ringhiò contro il ragazzo dagli occhi grigi. "Avevamo un accordo..." gli ricordò.
"Winry, fa' bere prima lui. Dopo potrai fargli ciò che vuoi... ma lasciate qualcosa per me", voltò il viso verso sinistra senza accorgersi dell'improvvisa apparizione di Edward dal lato opposto.
"Che diavolo state facendo?!" urlò, parandosi davanti a Roy, allargando le braccia. Era molto più basso del moro, ma sicuramente questo non lo avrebbe penalizzato in un eventuale combattimento.
"Ci prendiamo ciò che tu non vuoi prendere...", spiegò brevemente Winry, coi canini appuntiti in bella vista.
"Andate in città! Devo essere io a farlo!" esclamò e i tre vampiri si guardarono.
Roy invece sentì spezzarsi qualcosa dentro. Doveva essere lui a fare cosa? A... ucciderlo?
Winry e Alphonse si guardarono ancora una volta, prima di sparire.
Envy, invece, rimase lì a guardare Edward furioso. "Sei un folle! Non puoi...",
ma Edward lo zittì, alzando una mano.
"Chiudi il becco, Envy. Sono affari miei. Ora va' a nutrirti... subito" sibilò. Che il biondo vampiro fosse il capo del gruppo era ormai palese agli occhi di Roy.
Il vampiro dagli occhi viola incenerì con lo sguardo l'umano, per poi volatilizzarsi in un secondo.
Roy non volle nemmeno guardare in faccia Edward, decidendo di ritornare a casa il prima possibile. Era dunque questa la sua fine? Edward aveva già deciso tutto? Lui era un capriccio? No! Non ci stava! Non aveva paura della morte, prima o poi sarebbe arrivato anche il suo turno, ma era arrabbiato, deluso, frustrato dalle parole di Edward. Doveva essere lui a farlo...
Si ritrovò in città in pochissimo tempo, perso com'era nella sua frustrazione. Arrivò nel palazzo dove abitava e alzò il braccio sinistro per infilare le chiavi dentro il portone. Una fitta dolorosa, però, si fece sentire sulla spalla, quella slogata da Edward. Per cui prese le chiavi con la mano destra ed entrò nell'ingresso. Lanciò uno sguardo distratto all'ascensore, la maggior parte delle volte faceva le scale, anche se abitava al decimo piano... ma stavolta non si sentiva per niente in forma, fisicamente ed emotivamente. Quindi poco dopo fu lì, chiuso nell'ascensore con delle luci rosse piuttosto inquietanti - aveva sempre chiesto all'amministratore che sarebbe stato meglio cambiare le lampadine, ma non ne aveva mai voluto sapere! Si guardò allo specchio che era alle sue spalle e voltò di scatto il viso: non voleva guardarsi, specie perché aveva scritto in faccia "Sono innamorato ma non mi ricambia".
Presto l'ascensore terminò la sua salita e lui, sempre più mogio e stanco aprì le porte - sempre con un braccio solo -, dirigendosi alla porta del suo appartamento. L'aprì e la chiuse subito dopo alle sue spalle. Lasciò che le chiavi gli scivolassero dalle dita, schiantandosi piuttosto fragorosamente sul pavimento in marmo bianco. La prima cosa che la sua mente riuscì a far fare al suo corpo, fu andarsi a fare una doccia. Con molta fatica riuscì a spogliarsi, una volta entrato nel bagno dai colori tenui e pastello, infilandosi sotto il getto dell'acqua calda. Rimase là sotto per un'infinità di tempo, cercando di sciogliere i muscoli e, in particolar modo, i nervi. Uscito dalla doccia afferrò col suo fedele braccio destro l'asciugamano, allacciandoselo alla bell'e meglio in vita. Si diede un'ultima occhiata allo specchio e, sospirando sconsolato, prese la garza in cotone che teneva nell'armadietto dei medicinali. Cominciò a fasciarsi la spalla e poi il braccio, usando anche i denti per tener ferma l'altra estremità. Terminata anche quest'ultima opera titanica, uscì dal bagno, andando a gettarsi - sempre con la dovuta attenzione per non farsi male - sul letto. Riprese a riflettere su tutto, sulla sua vita, sul modo in cui la stava vivendo... insomma, aveva solo ventidue anni, aveva davanti ancora un sacco di tempo, avrebbe trovato qualcun altro da amare. Sospirò. No, non lo avrebbe trovato. Perlomeno non avrebbe trovato nessuno che lo facesse sentire come lo faceva sentire Edward: lui lo teneva in bilico tra la vita e la morte ogni secondo, lui lo aveva tra le sue mani e più lo maltrattava, più si sentiva irrimediabilmente attratto dal vampiro. Voltò il viso, con gli occhi socchiusi. Ma no, non doveva farsi illusioni... a cosa sarebbero servite? Edward lo voleva uccidere. Tutto qua. Nulla più.
"Sei stato molto sgarbato ad andartene senza dire nulla..." sentì il respiro freddo di Ed sfiorargli il collo e farlo rabbrividire... di piacere… come al solito. Tuttavia digrignò i denti e si allontanò. "Che c'è? Sei venuto a farmi fuori?" sbottò, acido.
Il vampiro aggrottò stizzito le sopracciglia: stupidi umani che saltano sempre alle conclusioni.
"Non sai di cosa stai parlando", in un istante si ritrovò all'altra sponda del letto, sempre vicino a Roy. "Capirai a tempo debito..." sussurrò, riavvicinando il viso al suo collo.
E stavolta no, il moro non si allontanò da lui. "Non voglio e non posso aspettare altro tempo, Edward. Anche perché non ha senso attendere la morte. Fallo ora, se lo devi fare!".
Silenzio.
"Voi umani siete così melodrammatici..." aprì un po' la bocca, i canini che brillavano col riflesso della Luna. Il biondo spostò gli occhi dal suo collo, portandoli sul suo corpo. Certo, era un vampiro, ma anche un uomo...
Roy era praticamente nudo, e tutto alle sue dipendenze.
"Non sei tu a decidere, qui. Comando io", dichiarò.
Il moro sbuffò, scocciato, voltando il viso. Piegò un ginocchio, così che il bordo dell'asciugamano si sollevasse irrimediabilmente.
"E chi se ne frega... tanto lo so che non t'importa nulla di me!" esclamò, arrabbiato.
Edward non lo sentì nemmeno: non riusciva a staccare gli occhi dorati come il miele dalla sua pelle; il suo udito super sviluppato gli faceva avvertire il battito del cuore di Roy che pompava sangue...
Ghignò, furbo e malizioso. Avvicinò una mano alla sua coscia e subito captò un cambiamento nel suo battito. Era notevolmente accelerato. Si girò a guardarlo, con gli occhi che brillavano di una strana luce.
"Che... che stai facendo?"
"Ti emozioni per così poco?" fece scendere la mano sempre più in basso.
"E-Edward!" esclamò e si mise a sedere. "Sei un vampiro o un pervertito?!". Il biondo roteò gli occhi, sospirando. "... Non capisci mai niente. Questa è una cosa che non mi manca dell'essere umano..." ammise, distrattamente, senza rendersi conto della sua confessione e del peso delle sue parole.
"Invece capisco", borbottò, piccato.
"No, Roy, no. Tu vuoi capire solo ciò che vuoi tu...", lo guardò, piuttosto eloquente. Si sporse verso di lui, guardandolo languido. "Non ti sto facendo un torto, come la tua testolina malata e umana crede... ma un favore".
Il moro lo guardò. "Tu non mi dici mai niente, come pretendi che comprenda anche la tua parte?".
"Non c'è molto da dire..." mormorò, spostandogli una ciocca di capelli dagli occhi.
Roy lo lasciò fare, sempre fissandolo. "Come sei diventato vampiro?" chiese, improvvisamente e a bruciapelo.
E la sua domanda fu così tanto imprevista che Edward spalancò gli occhioni dorati e affondo di più le dita affusolate e marmoree nei suoi capelli corvini.
"Sono stato morso da un altro vampiro", affermò, piuttosto atono.
"Quindi qualunque vampiro può trasformare un umano?" chiese. Pareva quasi un bambino a scuola.
"... Non tutti possono farlo" esalò, senza fiato.
"E tu puoi farlo?" domandò, avvicinando il viso al suo.
Edward s'irrigidì e cercò di trattenere il brivido che gli era salito lungo la schiena non appena aveva sentito il profumo di Roy avvicinarsi e penetrare nelle sue narici. Non rispose.
"Edward, tu puoi farlo, vero? Sei il capo, nel tuo gruppo di vampiri, l'ho visto... e qualcuno li deve aver pur trasformati quei tre!" sempre più vicino al volto di Edward.
".... Sì, posso", ammise.
"E allora perché non...!"
Ma Edward lo zittì: "No! Non esiste! Tu devi rimare umano! Almeno per ora..." sibilò, aggrottando le sopracciglia. Di riflesso tolse la mano dai suoi capelli e incrociò le braccia al petto.
"Ma io voglio stare con te... per sempre. Mordimi...", si avvicinò a lui, circondandogli il collo con le braccia.
"Non tocc...!" non fece in tempo a dire altro, che si ritrovò l'invitate collo di Roy sulla bocca. Chiuse gli occhi e sciolse le braccia, cingendogli la vita e facendolo stendere sul letto. Si ritrovò in men che non si dica sopra di lui, con la testa vuota, inebriato dal profumo del suo sangue.
Roy gettò la testa all'indietro, lasciandogli tutto lo spazio possibile.
"Io ti darò la scelta che a me non fu mai data", sussurrò al suo orecchio, i denti sempre più evidenti.
"Ho già scelto da molto tempo Edward: mordimi", il biondo tentennò. "Mordimi. Mordimi. Mordimi. Mordimi", ripeté il più possibile.
Edward spalancò le fauci e affondò, lentamente ma molto in profondità i denti. Roy gemette, di dolore ma un poco anche di piacere ancora una volta, chiudendo gli occhi e assaporando quel momento più di quanto fosse di dovere. Respirò profondamente, stringendo le mani alle sue spalle.  
Voleva abbandonarsi... Abbandonarsi tra le braccia di Edward... Abbandonarsi sotto il suo tocco... sotto le sue carezze...
E, adesso, lo sarebbe stato per tutta l'eternità.



 
 
 
 
BEAT ME
DÌ ROY MUSTUNG SEI UNO GNOCCO
QUINTA CLASSIFICATA
TOTALE SOMMATO: 97


GIUDIZIO DÌ MY PRIDE

Cominciamo dicendo che la storia è riuscita a tenermi incollata sulle pagine per scoprire ciò che sarebbe accaduto.
La grammatica era pressoché perfetta, a parte qualche piccolo errore di distrazione, che consisteva nella dimenticanza di una o due virgole o di mancati accenti.
I personaggi da te presentati, poi, non sono né IC né OOC, ma più una via di mezzo: si sente l’audacia di Roy, la sua determinazione e, al contempo, la consapevolezza d’essere in un labirinto la cui unica via d’uscita è solo la morte o la rinascita.
La veloce apparizione di Envy, Winry, e Alphonse mi ha ricordata terribilmente una scena di Twilight -Quella durante la partita di baseball, per intenderci- anche se c’entrava poco e niente con la scena da te descritta.
Edward, invece, è stato indubbiamente il mio preferito.
Vampiro che ha visto il mondo cambiare, che ha la consapevolezza dei secoli che passano e che, forse troppo giovane, è stato costretto a diventare ciò che è contro la sua volontà.
Mi ha piacevolmente ricordato l’Edward che ho descritto ne “Il Bacio”.
Il tema scelto ha un po’ calato l’originalità perché ormai, e questo lo dico per esperienza, l’argomento “amore fra umano e vampiro” è stato utilizzato parecchio.
Ma anche così aveva un lato tutto suo, una specie di rapporto pseudo - masochista che coinvolgeva i due protagonisti principali.
Il ritmo della storia è calzante, ha enfasi: in poche parole, riesce ad affascinare il lettore.
Forse in alcuni punti era un po’ troppo veloce, facevi accadere il tutto con un po’ troppa rapidità, tanto che ci troviamo dinnanzi al fatto quasi compiuto e all’apparizione di questi nuovi vampiri, che si scoprono essere alle “dipendenze” di Edward.
La frase da te scelta, poi, si mescola in modo egregio nel contesto verso la fine, anche se forse avresti potuto farla amalgamare ancora un po’ con il resto della trama.
Nulla da togliere però al resto del testo, tutta la situazione si svolge specialmente su quel punto: non è Edward ad imporre a Roy la trasformazione in essere sovrannaturale, ma è egli stesso che chiede d’essere morso per poter passare l’eternità con lui.
Gli dona, appunto, la scelta che non ha potuto fare a suo tempo.
Concludo complimentandomi, la Fiction era davvero ben scritta e “sentita”.


Correttezza grammaticale: 9/10
Originalità: 8,5/10
Caratterizzazione dei personaggi: 9/10
Attinenza al tema: 8/10
Stile e lessico: 9/10
Apprezzamento personale: 5/5

Totale: 48,5/55


GIUDIZIO DÌ VALERYA90

Davvero una one-shot coinvolgente, ben scritta e con dei personaggi, anche se un po’ OOC (come tu stessa hai scritto negli avvertimenti), ben caratterizzati. Inoltre, nonostante in alcuni punti la narrazione mi sembrasse un po’ troppo “veloce” mi è piaciuto molto lo stile semplice e chiaro che hai usato. Per quanto riguarda la grammatica la fic era abbastanza corretta, non c’erano errori gravi ( a parte“daltronde” invece di “d’altronde”, che credo che sia un errore involontario di battitura, e “apparì” invece di “apparve” ) ma solo qualche vista e anche la punteggiatura era quasi perfetta. Nonostante tu sia una scrittrice molto giovane hai già una buona padronanza della grammatica, della sintassi e della punteggiatura, complimenti. Questa storia è molto originale, specialmente per il fatto che sia una EdxRoy invece che una più prevedibile RoyxEd ma anche per l’ articolazione della trama e anche l’ambientazione della fic era abbastanza originale. Anche lo stesso sviluppo della trama era davvero originale. Infatti, questa storia è davvero diversa da molte storie sui vampiri che leggo di solito, per questo ti ho dato un punteggio alto per quanto riguarda l’originalità.
I personaggi sono davvero ben caratterizzati nonostante siano OOC (comunque non sono molto OOC, anzi, a tratti sembrano quasi IC ). Ed e Roy, i protagonisti di questa fic, erano resi perfettamente, hai saputo esprimere benissimo le loro emozioni tramite il tuo stile semplice e chiaro. Anche Envy, Al e Winry, seppur figure marginali della fic, erano caratterizzati molto bene.
Per quanto riguarda l’ attinenza al tema, questa fic era abbastanza attinente alla frase da te scelta, specialmente nella parte finale. Tuttavia mi sarei aspettata una riflessione più approfondita sulla frase scelta dato che nella prima parte della fic, sinceramente, io non ho trovato riferimenti alla frase da te scelta (comunque forse è solo una mia impressione, non ti arrabbiare). Comunque, nonostante tutto, mi è piaciuto molto il modo in cui hai utilizzato la frase; insomma, hai saputo mettere la frase nel punto giusto al momento giusto, contribuendo a rendere magnifico il finale della tua storia. Complimenti .
Lo stile veloce, semplice e chiaro, che hai usato per scrivere questa fic, mi è piaciuto moltissimo. Infatti, nonostante a volte alcuni passaggi sembrassero troppo “veloci”, hai saputo rendere la fic coinvolgente e interessante. Le parti narrative e descrittive erano semplicemente perfette ma anche i dialoghi, tramite cui, almeno secondo me, si è visto di più il carattere dei personaggi, erano ben strutturati. Ho notato anche un buon uso del lessico, adatto al ritmo veloce della narrazione e allo stile con cui hai scritto questa one-shot .
In conclusione: Davvero una bella fic, interessante e avvincente. Nonostante sia un po’ lontana dalle fic sui vampiri che sono abituata a leggere mi è piaciuta davvero moltissimo, anzi, forse è proprio in questo che sta la sua bellezza. Complimenti davvero, si vede che ci hai messo davvero tanto impegno per scrivere questa stupenda one-shot, devi essere fiera di questo tuo lavoro (indipendentemente da come andrà il contest).
Spero che scriverai altre fic belle come questa ^^.


Correttezza grammaticale: 8,5/10
Originalità: 8,5/10
Caratterizzazione dei personaggi: 9/10
Attinenza al tema: 8,5/10
Stile e lessico: 9/10
Apprezzamento personale: 5/5

Totale: 48,5/55 

   
 
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