Vita di un assassino.
Rientro in casa.
Un bilocale che per noi è una
specie di castello…o almeno se fossimo due fottuti
romantici penseremo così.
È notte fonda, tu stai ancora
dormendo, ti scorgo al buio tra le lenzuola sfatte.
Fa un cado
dannato qui a Miami…
Cercando di fare il minimo
rumore mi dirigo in bagno.
Chiudo la porta alla mie spalle, ed accendo la luce meno accecante, per
evitare di svegliarti con essa.
Apro il rubinetto della
doccia e lascio che il sangue estraneo abbandoni la mia pelle.
L’uomo che ho eliminato era
un osso duro.
Rimango
diversi minuti sotto la doccia a
fissare le mie mani.
Mi chiedo come possano
ammazzare una persona un attimo prima e poi tornare a
casa da te con un’immensa delicatezza nei tuoi riguardi….
Esco dalla doccia ed apro la
porta, tu sei seduto sul letto ed hai acceso una piccola luce sul comodino.
“ Non volevo svegliarti…è
ancora presto, torna a dormire.”
I tuoi
occhi azzurro-blu mi fissano
intensamente.
“ Ismael lo sai che voglio
essere avvisato se esci per lavoro…”
“ E tu sai che non ne ho la
minima intenzione.”
Sospiri e ti butti a peso morto sul letto.
“ Stai bene?”
“ Si Niki, non preoccuparti.”
Ti vedo sbuffare e poi
accucciarti dalla mia parte del letto, quella dove io dormo di solito.
“ Sei andato via poco dopo
che mi sono addormentato vero?”
“ Si.”
Mi seggo
sul letto, tengo un asciugamano tra le mani, i miei capelli sono bagnati e
mille goccioline cadono sul pavimento.
Di scatto ti alzi ed afferri
l’asciugamano blu che tengo tra le mani.
“ Guarda che casino Ismael!”
Riferendoti al bagnato sul pavimento.
Metti il
broncio, poi delicatamente prendi
a tamponarmi i capelli, lunghi, lisci, nerissimi.
“ Sei proprio un tipo dark.”
Mi dici.
Poi cala il silenzio.
Solo le tue mani tra i miei
capelli.
I tuoi occhi fissi nel vuoto,
i miei fissi nei tuoi.
“ Prometti che non morirai…”
“ Non te lo posso
promettere…”
“ Lo prendo per un si.”
“ Tsk!”
Ti strattono verso di me ed
unisco le nostre labbra.
Il contatto è soffice e
delicato.
Mi sento
bene, mi sento a casa.
Ti stacchi da me per cercare
aria e sorridi come se fossi la creatura più pura innocente e luminosa
dell’universo…
E forse in fondo, da qualche parte dentro di te, lo sei
ed ho l’ardire, per un breve istante, di sperare di essere così anche io.
Ho la presunzione di vedere
luce oltre il buio che avvolge la mia anima.
Ho la presunzione di
chiamarci esseri innocenti, mentre tra queste lenzuola bollenti mi distendo con
te, trovando la mia pace e regalandotene un pezzo.