Ebbene,
non so che cosa sia... Se è stato il concerto o che cosa, ma in questi giorni
sono iperproduttiva a livello di scrittura!^O^/ Nunzio vobis gaudium magnum!
Perciò,
oltre alla shot fresca fresca
dell'altro giorno, "Happy Sweet Halloween" (che un commentino fa sempre
infinito piacere!*faccino implorante*)
ecco anche il nuovo capitolo di "Gabrielle".=D
Un
capitolo di "transizione", dopo gli ultimi scossoni tocca con quel
po' di miele che basta per rilassarsi dopo tutti drammi passati!<3 Sì,
tenetevi pronte, Jonas-coccole a profusione.
... ma
sarà la calma, passata questa tempesta o la quiete prima di un'altra?*risatina malvagia* Chi lo saaa...
Per ora
godetevi questo capitolo e una buona dose di aaaw terapeutici,
care le mie lettrici.
Ringrazio
le mie fedelissime che sempre commentano e resistono, nonostante le recensioni
calino a vista d'occhio. Non sapete la gioia che date, ad ogni singola parola
di ogni singlo commento. Per me vuol dire tantissimo.**
mitber, jeeeeee, coco2, Simba, Maybe. Vi amo.<3
*comunicazione di servizio*
L'ultimo capitolo soffre di astinenza da
commenti di una certa numero 4 e una numero 3, ne sente infinitamente la
mancanza.
*fine comunicazione*
Infine
sempre grazie alle 43 persone che
tengono la fic nei preferiti, le 12 che la seguono e le 36,
dico 36, che mi hanno fatto l'onore di scegliermi fra gli autori preferiti.*_____*
Grazie millissime.
Buona lettura, bimbe e ricordate
che un commento costa poco, ma vale
moltissimo!<3
- Capitolo 25° -
{ E
ritorno da te perché ancora ti voglio
[...]
Io ritorno perché ho bisogno di te.
Di respirare fuori da questa inquietudine,
di ritrovare mani forti su di me.
E non sentirmi sempre così fragile... }
E Ritorno Da Te - Laura Pausini
Coco mosse un timido
passo oltre l'entrata, fermandosi ad osservare il salotto vuoto quasi con il
cuore in gola. Le sembrava di essere stata lontana dei secoli, mentre invece
erano passate solo poche ore da quando era uscita di corsa, impedendosi di guardare
cosa stava lasciando indietro. Ascoltò distrattamente il rumore della porta che
si chiudeva, misto al chiacchierare soffuso dei ragazzi, nemmeno sentì Monique,
la prima volta che questa tentò di attirare la sua attenzione... Tutto quello a
cui, momentaneamente, riusciva a pensare era che incredibilmente quella non era
Seattle.
- Coco...! Mi hai sentita? - Si girò, osservando la sorella quasi con
stupore.
- Sì... Sì, scusa Monmon. - Mormorò, mentre l'altra si lasciava sfuggire un
piccolo sorriso.
- Stavo solo dicendo che all'aereoporto mi hanno
detto che la tua valigia dovrebbe arrivare in pochi giorni, stavano già
abilitandosi per vedere se era già stata caricata. - Gabrielle annuì,
leggermente intontita dal sonno che si stava facendo più insistente. - Bene.
Vado con Lulù a fare la spesa e un altro paio di cose, ti lascio con loro...
Immagino avrete delle cose da dirvi. - Sorrise, indicando i Jonas con un lieve
cenno del capo. Poi si sporse leggermente in avanti e abbracciò la sorellina,
soffocando una lacrima tra i suoi boccoli scuri. - Non scappare mai più, mon petìt, mai
più. -
- Mai.
- Soffiò, stringendola. In quel momento più che mai Coco si sentì grata che
Monmon fosse tutta la sua famiglia. L'accompagnò alla porta, aspettando che
fosse sparita oltre la rampa di scale, prima di richiudersela alle spalle.
Improvvisamente
tutta la stanchezza accumulata in una notte insonne ed in poche ore di paura
soffocante le piombò addosso, tagliandole letteralmente le gambe. Si sentiva
come se ogni singola cellula del suo corpo stesse urlando la propria fatica.
- Adesso si dorme, che ne dite? - Sbadigliò Kevin, stiracchiando le braccia
sopra la testa. - Poi penseremo a tutto il resto. - Guardò Gabrielle,
incastrandosi per un interminabile attimo nel suo cielo personale. Lei sorrise,
arrossendo appena. Talmente presa a rendersi conto che era di nuovo accanto a
loro, da scordarsi il bacio davanti al Louvre, la sua fuga ed il biglietto che
gli aveva lasciato.
- Sei a casa, amore mio. - Un brivido le corse lungo la schiena, nel sentire la
voce carezzevole di Joe. Quando tornò a guardarlo erano rimasti solo loro due
nella stanza sgombra.
Nick e Kevin erano
scivolati silenziosamente in corridoio, lasciando loro il tempo di
raggiungerli, dopo. Gli si avvicinò
rapidamente, lasciando scivolare le braccia sottili sotto le sue, prima di
stringersi contro di lui. Appoggiò la testa nell'incavo della sua spalla,
strofinando appena il naso sul cotone morbido della t-shirt che indossava. Non
disse una sola parola.
Neppure quando Joe
l'abbracciò... quando, poi, le posò un bacio leggero sulla fronte e lasciò le
labbra appoggiate alla sua tempia fredda, in una tenera carezza. Rimase
accoccolata nella sua stretta, tendendo un po' di più i palmi contro la schiena
di lui mentre gustava il suo profumo familiare. Si assaporarono a vicenda,
recuperando per secondi, minuti interminabili tutto quello che avevano creduto
di perdere per sempre. Letteralmente premuti l'una contro l'altro, senza la
morbida barriera dei cappotti, abbandonati alla bella e meglio sul divano.
- Sei uscito
così...? - Soffiò Gabrielle, inaspettatamente, dopo un po'. - Sfiorò la stoffa
della maglietta, all'altezza dell'ombelico di Joe. Sollevò appena lo sguardo,
senza allontanarsi.
- Non ho avuto tempo
di mettermi lo smoking...! - Ridacchiò lui, stampandole una scia di
microscopici baci lungo il profilo della guancia. - Stavo correndo a prenderti.
Io, anzi, noi... anche Kevin e Nick,
ti saremmo corsi dietro comunque... perfino in mutande. - Altra risata, che si trasformò in lieve rossore sul viso
di Coco. - Eravamo in pigiama. Ci siamo infilati una giacca per non morire di
freddo e siamo venuti da te. Tutto qui.
-
- Joe... - Mormorò
lei, soffocando un sospiro. - Dimmi che non è un sogno. Non voglio svegliarmi e
scoprire che in realtà tu non ci sei. - Gli accarezzò la schiena, lasciando
correre le dita fin quasi alle sue spalle. Joe sorrise appena, sfiorandole
l'angolo delle labbra con le proprie.
- Posso giurarti che
la pura verità è che sono qui con te, Coco. E non ti lascerò nemmeno per un
attimo, mai. - Continuò risoluto. - A
proposito... credo che questo sia tuo. - Sogghignò, estraendo dalla tasca
l'anellino d'argento scuro.
Gabrielle sussultò,
ricordando improvvisamente la foto, la busta... Il modo meschino in cui era
fuggita. Strinse il cerchietto di metallo nel palmo arrossato, sussurrando una
serie di timide scuse sconclusionate mentre lo reindossava.
Un piccolo tuffo al cuore, Joe ancora una volta non si era reso conto che lei
quella fedina aveva scelto di portarla, sì, ma al dito sbagliato. In quel momento era troppo preso da altre parole.
- Sei stanca,
cucciola, lo vedo. - Soffiò, accarezzandole i capelli. - Come dice Kev, avremo
tutto il tempo del mondo, dopo. -
Coco annuì, stringendoglisi contro mentre lo seguiva
in corridoio.
- Sai cosa? -
Ridacchiò, fermandosi davanti alla porta chiusa della stanza di Monique. - Finchè non torna la mia valigia, non ho niente da
mettermi... Neppure un pigiama. -
- Per quello,
troveremo una soluzione. - La tranquillizzò Joe. - Vieni. -
***
Arrossì,
stringendosi al petto la t-shirt e i pantaloni di felpa che Joe aveva appena
preso dall'armadio. Sembrava stupido, ma solo il fatto di sapere che quei
vestiti erano suoi la imbarazzava... Per quanto, invece, l'idea di indossarli
la allettava più di quanto si sarebbe aspettata da sè
stessa. Lo osservò di sottecchi, mentre raccoglieva un paio di maglioni dal
pavimento e li riponeva alla bella e meglio sullo scaffale. L'unico rumore che
aveva osato insinuarsi nel loro silenzio era il vivace scrosciare dell'acqua di
un rubinetto, misto alle chiacchere di Kevin e
Nick al di là della parete.
- I pantaloni credo
siano di Nicky, ma non è un problema. - Sorrise, chiudendosi le ante del
guardaroba alle spalle. - Te li lascia più che volentieri. - Coco alzò lo
sguardo di scatto, come se fosse appena ripiombata alla realtà da chissà quale
strano sogno.
Annuì
impercettibilmente, poggiando gli indumenti sul letto e iniziando a sfilarsi il
maglione. Senza bisogno che gli dicesse nulla, Joe si sedette sulla sponda
opposta, volgendole le spalle.
Lasciò che si
cambiasse, concentrandosi profondamente sullo spartito scarabocchiato che Kevin
aveva lasciato sopra il comodino e solo
su quello. Al momento era molto meglio così, per entrambi.
- La coulisse è un
po' larga... - Quando alzò lo sguardo, Gabrielle era in piedi di fronte a lui.
Armeggiava con i
laccetti grigi, cercando di tenderli il più possibile fra le dita sottili.
Sorrise, nel vederla litigare con l'orlo della maglietta, decisamente lunga per
lei. E trattenne appena il respiro quando inaspettatamente lo sollevò e lo
strinse fra le labbra per trattenerlo, mentre ancora provava a legare i
cordini, scoprendo un abbondante spicchio di pelle candida attorno all'ombelico.
Coco sbuffò, mormorando qualcosa di incomprensibile contro la stoffa scura e li
abbandonò annodati così com'erano. Joe sollevò le mani a stringerle i fianchi,
attirandola appena in avanti e si allungò a poggiarle un bacio leggero sulla
pancia scoperta, appena sopra la cintura dei pantaloni, scivolata leggermente
verso il basso.
- Joe... - Sospirò
lei, fermando la maglietta al volo con le braccia. Lo sentì sorridere contro la
sua pelle, mentre ripeteva l'operazione un po' più in alto.
- Non credo che tu
possa stringerli più di così...! - Mormorò lui, con aria sorniona.
- Non credi o non vuoi...? - Replicò, arrossendo
impercettibilmente. Gli accarezzò i capelli, trattenendo la t-shirt con una
sola mano e spingendolo involontariamente a sollevare lo sguardo, incastrandolo
nel suo. Si morse il labbro, trattenendo il fiato con un leggero sussulto,
quando prese a solleticarle l'ombelico con le dita affusolate e i suoi occhi si
fecero umidi, mentre ancora si perdevano in quelli color ambra di Joe.
- Ehi...! Quella è
mia. - La voce squillante e divertita di Kevin fu come lo scoppio improvviso di
un proiettile. Gabrielle mosse un passo indietro, scivolando via e Joseph si
alzò di scatto. Avvicinandosi, mentre lei si sistemava la maglia e la tirava febbrilmente,
spingendola il più possibile in basso. - La maglietta.
Ma ammetto che sta meglio a te...! - Sorrise, raggiungendo Coco. Le circondò le
spalle con un braccio, schioccandole un bacio sulla guancia.
- Me... Me l'ha data
Joe. - Soffiò lei, rilassandosi nella sua tenera stretta. - Pensavo fosse sua.
E'... è che non ho i miei abiti. La valigia...
- Balbettò, cercando di spiegarsi. Kevin la fermò, agitando appena il capo con
fare divertito.
- Frena. Non c'è
nessun problema... Usala. - Arrossì.
Non tanto impercettibilmente perchè il fratello, così
da vicino, potesse non accorgersene. - Il nero ti sta bene, fa risaltare i tuoi
occhi come stelle. - Aggiunse, concedendosi un altro bacio.
- Sì, beh, non ci ho
badato tanto. L'avrò confusa con una delle mie. - Sibilò Joe, un po' stizzito.
Piantò gli occhi in quelli del fratello e Kevin, remissivo, lasciò andare
Gabrielle. Si allontanò appena, lasciando soltanto la mano poggiata alla base
della schiena di lei.
- Joe... - Fu Coco
ad interrompere il silenzio denso che si era improvvisamente allargato a
macchia d'olio fra loro. - Sollevò lo sguardo, tendendo appena le labbra in un
piccolo sorriso. - Posso dormire io qui, per questa volta? - Entrambi i
fratelli furono decisamente colti di sorpresa da quella richiesta. - Ho voglia di
stare con voi. Tutti. - Aggiunse,
poi, lanciando una rapida occhiata al maggiore.
Joseph esitò per un
momento, prima di sciogliersi nel più dolce dei sorrisi.
- Certo. -
Bisbigliò. - Tutto quello che vuoi. -
***
I raggi del sole
pomeridiano filtravano dalla tenda turchese, tiepidi quasi quanto le lenzuola,
stropicciate fra il suo corpo e quello di Kevin.
Gabrielle sospirò,
raggomitolandosi meglio contro la sua spalla. Muovendosi appena. Dall'altro
lato sentiva Joe. Le era letteralmente
addossato alla schiena, con fare dolcemente possessivo. Accarezzò il braccio
che le teneva stretto attorno ai fianchi sottili, lasciando la mano su quella
di lui.
E, poi, si aggrappò
con tutte le sue forze a quel piacevole, morbido stato di dormiveglia.
Assaporando fino in fondo il loro calore e la loro vicinanza, senza aprire gli
occhi per paura che, una volta davvero sveglia, quella meravigliosa sensazione
svanisse alla luce del giorno, come un bel sogno. Fu solo quando sentì il respiro
leggero di Kevin lambirle la guancia, che si costrinse a socchiudere le ciglia
scure.
- Ehi. - Si scontrò
letteralmente con i suoi occhi color smeraldo. Con quel sorriso tanto dolce da
essere disarmante e, più di tutto, con la distanza minimale che c'era
effettivamente fra loro.
- Kev... - Soffiò,
con voce ancora leggermente impastata. Si sfregò le palpebre arrossate,
realizzando che si era semplicemente voltato su un fianco, avvolgendola
indirettamente nel suo abbraccio. Lo fissò, lasciandosi assorbire completamente
dalla meravigliosa consapevolezza che lui era lì. Che si era svegliata fra le
sue braccia e non in un asettico letto d'albergo, sola, dall'altra parte
dell'oceano. - Allora è tutto vero. -
Mormorò, lasciandosi sfuggire una minuscola smorfia divertita.
Kevin annuì, stringendosela
contro prima di posarle un bacio leggero sulla guancia. Le solleticò
inavvertitamente l'orecchio, strappandole una risata chiassosa e scatenandole
un'irrefrenabile cascata di brividi lungo la schiena.
- Non agitarti... -
Continuò, ridendo contro la pelle calda di lei. - Rischi di svegliare Joe,
così. -
- E allora piantala,
bambinone...! - Replicò, abbassando il tono di voce.
- Piantala..? - Sbattè le ciglia, fingendo teatralmente di non capire il
motivo di quel rimprovero. Coco ridacchiò, picchiandogli un pugno leggero
contro il petto.
- Di soffiarmi
nell'orecchio, per esempio... - Rilassò le dita con un sospiro, soffermandosi a
giocherellare con la catenina che lui portava al collo. - Kevin, mi devi dire
qualcosa? - Lo sentì trattenere appena il fiato, mentre tutti e due tornavano
improvvisamente seri.
Era più una domanda
retorica che altro, entrambi sapevano di avere almeno due questioni importanti
in sospeso. Senza parlare, Kevin si sollevò sul braccio, accomodandosi meglio
con la schiena contro il cuscino... Fissò Coco, invitandola a fare altrettanto.
Lei guardò Joe,
voltandosi velocemente. Gli scostò una ciocca di capelli dalla fronte,
accarezzandolo teneramente e si chinò a posarvi un bacio prima di allontanare
il suo braccio e liberarsi da quell'amorevole stretta. Poi si alzò quanto
bastava e si sistemò, appoggiandosi allo schienale. Sospirò, lasciando
scivolare il capo sulla spalla di lui.
- Gliel'hai detto? -
Bisbigliò, senza badare a trovare inutili preamboli. - Puoi essere sincero, non
me la prenderò con te. - Kevin alzò gli occhi, lasciando vagare lo sguardo sul
soffitto in penombra.
- No. - Rispose,
tranquillo, dopo un momento di meditabondo silenzio. - Non ho mai avuto
l'intenzione di rivelare a Joe che ho fatto l'amore con te. - Si schiarì la
voce, improvvisamente esitante nell'avvertire il palpabile imbarazzo di lei. -
Non da solo. -
- Da solo...? -
Mormorò, cercando di capire.
- Quando lo saprà,
lo sentirà da te. Ed io sarò al tuo fianco per sostenerti con tutta la forza che
ho, spiegargli che abbiamo sbagliato... agito
in due. - Spiegò, afferrando la mano che Gabrielle gli teneva sulla spalla e
portandosela alle labbra per posare un bacio sul palmo teso. - Ti spetta. Non
posso agire alle tue spalle. - Concluse, soffiando le parole sulla sua pelle.
- Kev, tu non hai
mai smesso di sentirti responsabile... vero? - Pigolò Coco, stringendosi appena
contro di lui che rimase in serafico silenzio. - Non devi. Non è colpa tua. -
- Ehi, ehi, ehi. -
Ridacchiò, cercando di glissare elegantemente. - Storia chiusa, ok? Ne
riparleremo al momento opportuno. Piuttosto...
-
- Piuttosto io ti
devo una spiegazione...! - Esclamò lei, schizzando in posizione seduta. Si
voltò di scatto, quando Kevin la trattenne per un braccio.
- Shh. - Soffiò, portandosi un dito alle labbra. - Joe,
ricordi? - Sorrise, allentando appena la presa. Gabrielle annuì, soffocando
l'impulso di mettersi ad urlare. Alle volte quella sua tranquillità intaccabile
le metteva addosso un incredibile nervosismo.
- Non... - Balbettò,
mordendosi il labbro. - Non vuoi sapere perchè ti ho
baciato... davanti al Louvre? - L'ultima sillaba le morì quasi sulle labbra,
mentre osservava gli occhi di lui illuminarsi di genuino, improvviso stupore.
- Non sei obbligata
a chiarire nulla. - Mormorò Kevin, rabbuiandosi improvvisamente. Si passò una
mano fra i capelli con aria mesta. - Credevi di stare per partire, eri
sconvolta. -
- Non ero sconvolta...! - Sibilò Coco, staccandosi
con uno scatto irritato. Scostò rapidamente le lenzuola, prima di sistemarglisi a cavalcioni delle gambe.
- Pesi, sai? - Sogghignò,
cercando di ignorare i brividi provocati dalla sensazione di sentirsela addosso
in quel modo.
- Sì, ma è l'unico
modo per costringerti ad ascoltare. - Replicò lei, scostandosi una ciocca di
capelli dalla fronte. - E non tirare in ballo strane scuse o spiegazioni
inesistenti... ok? - Gli puntò un dito contro, prendendo a tremare leggermente
quando tornò a guardarla dritto negli occhi.
- Ok. - Soffiò
Kevin, spingendole delicatamente la mano verso il basso. - Perchè
mi hai baciato? - Gabrielle arrossì, schiarendosi appena la voce.
- Credevo che me ne
sarei andata, sì... Ma, soprattutto,
che non ti avrei più visto. - Cominciò, torcendosi le dita. - E, beh, avevo
ancora la tua voce che mi rimbombava in testa. Chiedendomi di non partire e
restare con te. - Esitò, girandosi fra le dita l'anello di Joe.
- Gabrielle...! -
Sentiva il cuore martellargli furiosamente contro il petto, nemmeno volesse
schizzare fuori. L'ultima, assolutamente l'ultima cosa che si sarebbe aspettato
era di sentirle dire certe cose. Più probabilmente, non aveva mai nemmeno osato
sperarlo.
- Io sono innamorata
di tuo fratello. - Continuò improvvisamente, tirandogli una virtuale ma
ugualmente dolorosa secchiata d'acqua gelida. La osservò, mentre si voltava a
guardare Joe che ancora dormiva, del tutto ignaro di quella strana
conversazione. - Moltissimo. Ma... -
- Ma...? - La
incalzò, tornando a fondere i loro sguardi. Coco sospirò violentemente,
torturandosi il labbro mentre si sforzava di trovare le parole adatte.
- C'è qualcosa, un sentimento che mi ha spinto
a darti quel bacio. Io... non so bene cosa sia...! - Si strinse nelle braccia, soffocando
un brivido. - Ma c'è. Ed è piuttosto forte. - Sussurrò, chinando il capo per
cercare di nascondere il rossore che andava allargandosi sul suo viso.
- Ho capito... -
Annuì lui, allungando una mano a sollevarle il mento.
- Non è come ciò che
sento per Joe, non posso dire che sia quel tipo di amore. - Proseguì, scuotendo la testa in un pallido gesto di
diniego. - Ma non è pietà e non la follia di un momento. Tu sei importante per me e, lo sai, mi piace
starti vicino... Sei l'amico più caro, più meravigliosamente dolce che abbia
mai avuto. - Kevin sorrise, nel sentire le guance di lei scaldarsi a contatto
con le sue dita. - Non so... - Ripetè. - Non so se
quel sentimento fosse solo pura amicizia, se quel bacio sulle labbra non voleva
dire, poi, nulla più che un normale bacio fra amici. So solo che il sentimento
che c'era dietro è profondo e che, allora come ora, non voglio separarmi da te.
-
- Ti giuro che non
vado da nessuna parte. - Sussurrò, scostando la schiena dal cuscino. Con lui
seduto così, la distanza che li separava era divenuta minima... Cercando di
ignorare il cuore, che batteva un po' più veloce di quanto dovesse, Gabrielle
si chinò impercettibilmente in avanti e gli sfiorò la guancia con un bacio. Le
sue braccia forti le cinsero i fianchi, impedendole di allontanarsi. - Non
riuscirei a stare in un posto dove non ci sei tu... - Aggiunse improvvisamente,
in tono di voce quasi inudibile.
Coco rimase zitta,
sprofondando nel verde dei suoi occhi. Da qualche parte, in un angolo nemmeno
troppo nascosto della sua mente, sapeva che sarebbe bastato inclinare
leggermente il capo e avvicinarsi di qualche millimetro in più... Sembrava una
cosa spaventosamente ovvia e naturale. Socchiuse gli occhi, per riaprirli di
scatto qualche secondo dopo all'udire la voce impastata di Joe.
- Nh... Coco...? - Si staccò da Kevin, scavalcando nuovamente
le sue gambe con un gesto morbido appena prima che lui si alzasse dal letto.
- Tranquilla, io
vado a sgranocchiare qualcosa. - Si concesse un'ultima occhiata, alla quale lui
rispose con un sorriso, nascosto dal dito che si portò alla bocca. Ricambiò,
veloce, guardandolo sparire oltre lo stipite della porta, prima di chinarsi su
Joe e smarrirsi nel suo sguardo innamorato.
- Ciao... - Soffiò,
arrossendo appena. - A quanto pare, stavolta
sono ancora qui. -
- A quanto pare, ho avuto il mio miracolo
personale. - Sorrise lui, sollevando una mano a sfiorarle le labbra. Gabrielle
posò un bacio leggero sulle sue dita, prima di lasciarsi attirare verso il
basso. Soffocò una risata cristallina nel suo abbraccio, mentre gli si
stringeva teneramente contro. - E' bellissimo svegliarsi di nuovo con te. - Le
sussurrò all'orecchio.
- Vorrei che fosse
così per sempre. - Soffiò Coco di rimando. - Se potessi avere la certezza che,
ogni singolo giorno della mia vita, aprirò gli occhi e vedrò te... Nick,
Kevin... Non chiederei più nient'altro. Non avrei più vuoti da colmare. - Joe sì issò su un braccio, sistemandosi
morbidamente sopra di lei.
- Io vorrei
potertelo promettere. Portarti con me, ovunque andrò. - Rispose, baciandole con
dolcezza le labbra socchiuse. - ... Un vuoto, però, adesso ce l'ho. - Continuò,
con un mezzo sorrisino.
- Ah sì? - Lo
incalzò, lasciando correre le dita dalla tempia al mento di lui.
- Sì. - Annuì, prima
di scoppiare a ridere. - Nello stomaco...! E' da ieri sera che non mangio e ho
una fame che non ci vedo! -
- Kev è in cucina,
avrà già... tirato fuori qualcosa dal frigorifero. - Concluse, realizzando che
"preparato" poteva essere una scelta di termine piuttosto azzardata.
- Puoi raggiungerlo e, magari, mettere insieme qualcosa anche per me...? -
Mormorò, posandogli una scia di microscopici baci sul collo e lungo il profilo
della mandibola.
Nel brivido che le
dava sfiorare la sua pelle ambrata, nel battito leggermente accelerato del
cuore e nel tremolio... nella dolce, ingenua insicurezza che ancora pervadeva
le sue mani, quando si trovavano a contatto con il corpo di lui. Come fosse
sempre la prima volta.
In tutte quei
piccoli gesti colmi d'amore, Gabrielle trovò la rassicurante certezza che non
si era raccontata una colossale bugia. Era innamorata
di Joe. Come non lo era mai stata, prima d'allora.
- Così non mi
invogli ad alzarmi...! - Mugolò lui, inclinando il capo per ricambiarla. Le accarezzò
la pelle nivea, lasciando che le sue labbra calde la percorressero avidamente.
Seguì la linea della spalla, scostando il collo della t-shirt che - decisamente
troppo largo - e obbediente, scivolò di lato, concedendogli strada.
- Joe...! - Lo
richiamò lei, spingendo appena contro la sua spalla per fermarlo. Lo sentì
esitare e poi riprendere ridacchiando quello che aveva iniziato. - Joseph Adam Jonas!
- Soffiò, tirando la manica della sua t-shirt. - E' meglio per tutti se ti
fermi qui, che ne dici? -
- Che hai ragione...
Ma è una vera tortura
"assaggiarti" e non poterti avere...! - Mugugnò, rubandole un ultimo
bacio, prima di alzarsi. - Ti va un po' di caffè e dei biscotti? -
- Caffè e biscotti.
- Annui, sorridendogli. - Perfetto. - Si accoccolò meglio sotto le lenzuola,
tirandosi la trapunta fin sopra le spalle per cercare un po' del calore che Joe
e Kevin, alzandosi, si erano portati via.
I cuscini
profumavano ancora di loro. Afferrò quello di Kevin e se lo strinse al petto.
Sorrise contro la stoffa chiara, lasciandosi avvolgere dalla sensazione di
incredibile serenità che sembrava aver avvolto ogni cosa. Sentendosi
semplicemente bene.
- Lo so che sei
sveglio. - Soffiò, improvvisamente. Rimase immobile, ridacchiando nel sentire,
dietro di lei, il fruscio delle lenzuola che venivano scostate. Ci volle poco
più di una manciata di secondi, perchè il braccio di
Nick circondasse i suoi fianchi. - Aspetta... - Soffiò, mentre le si sdraiava
accanto. - Mettiti sotto le coperte. -
- Va bene, mamma. -
Annuì, fingendo una sottile vocina a biscotto. Si beccò una affettuosa e più
che prevedibile sberla sul braccio, mentre sollevava il piumone e se lo
sistemava addosso.
Si chinò a posarle
un bacio nell'incavo del collo, soffermandosi per un momento, sfregando appena la
punta del naso contro la sua pelle tiepida. Senza dire nulla, tuffò una mano
nella tasca dei pantaloni di felpa che indossava. Il cordino di caucciù si
incastrò quasi da solo alle sue dita. Lo lasciò scivolare attorno alla gola di
lei, veloce e delicato nel far scattare la chiusura d'argento scuro.
- Se te lo togli di
nuovo, lo butto via...! - Mormorò, osservando il suo plettro dondolare appena
al ritmo cadenzato del respiro di Gabrielle.
- Scemo. - Borbottò lei, con voce liquida.
Gli passò una mano fra i capelli, attirandolo delicatamente verso il basso e lo
invitò silenziosamente a poggiare la testa alla sua spalla, stringendolo nel
suo abbraccio quando le si sdraiò praticamente addosso. - Ascoltavi da tanto? -
Soffiò, poi, prendendo ad accarezzargli i ricci scombinati. C'era sempre un
momento giusto, per iniziare un discorso. E, sempre, uno di loro due riusciva ad individuarlo al volo, colmando
quel microscopico respiro di parole... Quasi per caso.
- No, Ho fatto
appena in tempo a vedere Joe alzarsi. - Rispose, pacato. - Ma posso
immaginare... Hai parlato con Kevin? - Coco sussultò, arrossendo appena.
Cercare di tenere nascosto qualcosa a Nick le era decisamente impossibile.
- Se è possibile,
sono perfino più confusa di prima. - Sospirò. - Ma almeno ho messo in chiaro...
una cosa, con Kevin. -
- E Joe? - Replicò
Nick, accarezzandole la pancia attraverso la stoffa morbida della t-shirt.
- Joe te la taglia,
quella mano, se non la togli da lì...! - Soffiò lei, cercando inutilmente di
spostargliela. Ingaggiarono una piccola, tenera battaglia da cui Gabrielle uscì
decisamente sconfitta. - Ah! - Sobbalzò, inarcando appena la schiena quando
Nick, ridendo, riuscì a liberarsi della sua presa febbrile e fece scorrere la
mano ghiacciata contro la sua pelle, sotto la maglietta. - E' fredda. -
Brontolò. - E anche quel coso che hai al dito lo è...! -
- In ogni caso Primadonna Jonas dovrà imparare ad
accettare le mie coccole. - Proseguì,
solleticandole l'ombelico. - Tutte quelle che ho voglia di farti... E sono
tante, credimi! -
- Sentitelo, il mio
piccolo coccolone...! - Ridacchiò Coco, voltandosi su un fianco per godersi il
morbido calore di lui contro la schiena. - Con Joe non ho ancora parlato, ma
voglio farlo. - Proseguì, poi, tornando improvvisamente seria, al loro
discorso.
- Devi. - Annuì Nicholas, passandole un
braccio attorno alle spalle sottili. - Non puoi continuare a far finta che sia
possibile continuare così... Prima o poi perfino lui arriverà ad accorgersi che
il suo anello non l'hai mai portato dove dovresti. -
- Perchè devi essere sempre così maledettamente corretto? - Brontolò, mettendo un finto
broncio che si dissolse quasi subito. - Lo farò, tranquillo. - Concluse,
sorridendo nell'avvertire le labbra di lui posarsi contro il suo collo. - E
intanto ho pensato... due cose. -
- Che non devono
implicare che tu vada più lontano di così...! - Scattò, stringendosela contro.
Rotolò sulla schiena e fra una risata e l'altra, lei gli si ritrovò praticamene
sdraiata addosso. Si sollevò appena, sorreggendosi il capo con una mano. - Così
mi soffochi..! - Sogghignò Nick, spingendole il gomito all'indietro. - Non
voglio rischiare di perderti di nuovo, Coco... Non lo sopporterei. - Soffiò
poi, serio. Lasciò correre le dita lungo il suo braccio, fino al palmo poggiato
contro la guancia.
- Non mi perderai
mai, Nicholas. - Replicò, chinandosi a posargli un bacio sulla fronte tiepida.
- Mai. - Soffiò, contro la sua pelle.
- Semplicemente, questa storia mi ha dato modo di riflettere su me stessa: ho deciso
che voglio dedicarmi di più alla fotografia, studiare seriamente come si fa. Perchè mi piace e vorrei che potesse essere il mio futuro. Il mio lavoro. E... - Esitò, scrutando i suoi occhi scuri. - E
voglio ricominciare a suonare. - Mormorò, mangiandosi quasi le parole.
- Che... Sul serio?!?
- Esclamò Nick, alzandosi con tanto impeto che le loro fronti si contrarono
sonoramente. - Ouch!
- Soffiò, massaggiandosi la botta, mentre si metteva del tutto seduto con lei
ancora sulle gambe.
- Sì, se non mi
uccidi prima...! - Soffiò lei, ridendo. - ... E ho paura. - Aggiunse, a volume inudibile. - Lui scattò in avanti,
stringendola immediatamente fra le braccia.
Paura no, non le
avrebbe permesso di averne, al suo fianco.