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Autore: Dragana    08/11/2009    12 recensioni
"Hanno designato Volterra come loro dimora, vi si sono stabiliti con le loro mogli, hanno istituito il loro corpo di guardia e dalla cima del loro monte vigilano sul mondo."
Disordinata raccolta di one-shot sui Volturi e le loro guardie.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aro, Jane, Renata, Sulpicia, Volturi
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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PETTEGOLEZZI

 

 

-Chelsea, per piacere, vedi di fare qualcosa subito perché altrimenti io quella lì la ammazzo!-

La donna bruna che aveva parlato si richiuse violentemente la porta alle spalle. Nella stanzetta illuminata dal sole l’uomo alto e grosso si limitò a sogghignare senza staccare gli occhi dalle pagine color rosa del quotidiano che stava leggendo, mentre quella chiamata Chelsea fece un piccolo sospiro ed alzò gli occhi dal suo ricamo fissando il volto furibondo della nuova arrivata.

-Aspetta che indovino. Hai litigato di nuovo con Jane.-

-Non è esatto, Chelsea. Io non ho litigato con Jane. A me non importa niente di litigare con Jane. È lei che litiga con me!-

-Ok, Renata, ricevuto. Cos’ hai combinato con Aro, o meglio, che cos’ ha combinato lui con te?-

-Niente abbiamo combinato!-

-Eja!- intervenne l’uomo grosso, sempre leggendo il giornale. Renata abbassò gli occhi.

-Ho parlato con l’accento sardo?-

Chelsea annuì. –E questo significa che c’è qualcosa che non vuoi dire, o che ti imbarazza, o che…-

-Non importa cosa significa il mio accento! Il punto è un altro: Aro è il nostro Signore. Chiaro? Quindi può fare quello che gli pare senza rendere conto a nessuno. Però Jane non può rompere l’anima a me solo perché non può osare romperla ad Aro! –

-Perché non può? Certo che può, infatti lo fa sempre-, puntualizzò l’uomo.

-Non può perché un giorno di questi, e forse quel giorno sarà oggi, io mi recherò dal più vicino benzinaio, comprerò una tanica di benzina e le darò fuoco, va bene?-

-Così poi Aro dà fuoco a te perché gli hai rotto la bambolina.-

-Almeno non sarò morta invano, e brucerò con il sorriso sulle labbra!-

-Renata, Felix, adesso basta. Tu calmati e tu non provocarla. Ci penso io, va bene? Appena la vedo farò in modo di ricucire un po’ il legame tra voi. Però i miracoli io li so fare solo con ago e filo, e tu Renata ormai dovresti averlo capito: Jane è una stronza, lo sappiamo tutti e se c’è di mezzo Aro è peggio, tu sei sempre appiccicata ad Aro e lei s’innervosisce ma non può farci nulla, così si diverte a fare innervosire anche te. Non darle corda, lascia che parli, cosa te ne importa?-

Felix rise. –Chelsea, non si riesce a non dare corda a Jane! Più non la caghi e più fa peggio, quella troia è una fottuta mosca tze-tze! Ma che cazzo ti ha detto per ridurti cosi?-

-Parla bene Felix, non siamo mica a scaricare il pesce… Renata, è vero, cosa ti ha detto?-

-Niente mi ha detto! Le sciocchezze solite!-

-“Niente mi ha detto, ajo, capito mi hai?”. Visto che quando dice che sei il cane da guardia di Aro non ti arrabbi, avrà tirato fuori l’asso nella manica: Eleazar?-

Renata abbassò gli occhi. –Sai Felix che a volte sei peggio di lei?- bisbigliò.

Chelsea guardò Renata diritta in faccia. –Non mi dire che hai fatto tutto ‘sto casino perché Jane ti ha detto qualcosa su Eleazar. Ti prego non me lo dire.-

-Non è perché mi ha detto qualcosa su Eleazar. È per come dice le cose. Con quel tono colloquiale falso come Giuda e quella faccina col sorrisetto, capito, insiste nel rompermi le scatole e quando ha visto che mi stavo arrabbiando ha cominciato a tirare fuori “quel catalano bruno, te lo ricordi, quello che si è fidanzato con una di Granada e l’ultima volta che l’abbiamo visto era assieme alla sua fidanzata da Carlisle Cullen… ma sì che te lo ricordi, non ci andavi a letto quando era nella guardia dei Volturi? Cioè, lui andava a letto con tutto ciò che si muoveva, ma dopo aver incontrato quella bella donna non ha più visto nessun’altra… Lo senti ancora? No, vero? Immagino che alla sua fidanzata non abbia detto nulla, mica potrà raccontarle tutte le sue storielle di letto senza importanza…” e via così, capito? Solo per farmi arrabbiare, come se a me importasse di Eleazar, d’accordo, eravamo amici di letto, e allora? Non eravamo fidanzati, lui faceva quello che gli pareva e io anche, oltretutto al giorno d’oggi fanno tutti così e non è neanche più strano, mi dispiace esserci persi di vista ma ognuno di noi due ha fatto le sue scelte, tutto qui! E se lei è frustrata fatti suoi, ecco!-

Chelsea alzò le sopracciglia. Durante il lungo monologo aveva fissato l’altra con un mezzo sorriso, l’ago sollevato nella mano destra, immobile. -Finito?- Renata annuì. L’ago si rituffò nella stoffa, rapido e preciso.

-Jane è frustrata. Pacifico. Però ha ragione. Tu hai ancora in mente Eleazar perché ti piaceva eccome, e non fingere con me e Felix che siamo tuoi amici e ti conosciamo bene. Renata… perché non provi almeno a toglierterlo dalla testa?-

-Perché non… Non capite! Che c’entra Eleazar? È Jane che lo tira fuori, non io!-

-Perché non cominci ad uscire con Santiago? Lui ci uscirebbe con te. Magari poi ti piace.- propose Felix. Renata sbuffò.

-Santiago? Non scherziamo. L’unico Santiago che vorrei ora è Santiago di Compostela, che magari mi procuro un po’ di acqua benedetta e provo a tirarla a Jane, così se ho fortuna si scioglie… E quell’altra prostituta che stava lì e rideva…-

-Ecco che la trama si complica. Chi è che c’era con Jane?-

-Bocca di Rosa c’era! E il bello è che Jane non sopporta neanche Heidi, ma se può darmi fastidio non se ne lascia scappare una!-

Chelsea sospirò. -Renata, Jane non sopporta nessuno in generale e nessuna donna in particolare. Figurati poi una come Heidi, lei che ha la sindrome di Claudia!-

Felix aveva abbassato la Gazzetta e fissava il vuoto. –Heidi… che grandissimo pezzo di gnocca! E che bocca da pompini che ha! Quella sì che è da scopare, è proprio una gran maiala… Che cazzo è la sindrome di Claudia?-

-Fel, ti ho già chiesto per piacere di parlare bene. Claudia è un personaggio di una serie di libri di vampiri, una che è stata resa immortale da piccola e quindi il suo aspetto rimarrà sempre quello di una bambina, mentre lei ha la mente di una donna. E tra parentesi non è che ci voglia molto a scoparsi Heidi. Se l’è già scopata mezza guardia dei Volturi.-

-Ma perché io sono sempre nell’altra mezza?- sospirò lui. Chelsea e Renata scoppiarono a ridere.

-Poveri voi… qui l’unica a posto sono io che sono sposata!-

-Ah sì? E dov’è l’anello, scusa, che non lo vedo? Mi sono perso qualcosa? Mi devo offendere perché non mi hai nemmeno invitato al tuo matrimonio?-

Chelsea sbuffò. –Dai, sono praticamente sposata! Non stiamo a sottilizzare, e poi sono giunta alla conclusione che il bianco mi sta malissimo, sono troppo pallida.-

-Diciamo le cose come stanno: tu ti sposeresti anche subito, da quando ti conosco ti sarai cucita e ricamata come minimo ventimila obbrobri di pizzi e merletti; è Afton che non vuole. E chiamalo scemo, chiudersi in gabbia con le proprie mani è proprio da idioti!-

Chelsea scosse la testa. –Dio, Felix, sei la morte del romanticismo, e comunque i miei vestiti da sposa sono bellissimi. Non è che Afton non mi sposa per non chiudersi in gabbia. Afton non vuole sposarsi perché dice che il matrimonio è un proforma che non conta nulla, tanto siamo polvere ed ombra ed è inutile fingere che non sia così, si vive un giorno alla volta e mi basti sapere che mi ama e se è qui è perché vuole starci. Punto.-

-Ad Afton stare agli ordini stretti di Marcus fa male, già è flemmatico di suo…- commentò Renata.

-Non è flemmatico! Vede le cose in prospettiva!- ribattè piccata Chelsea. Felix sghignazzò.

-Afton, l’uomo il cui unico commento su tutto l’affare Forks è stato “che posto di merda”! Questo sarebbe vedere le cose in prospettiva? Ma che cazzo di prospettiva è “tanto saremo tutti mangiati dai vermi”? –

-È riposante. Riporta le cose al loro giusto ordine ed evita di agitarsi per sciocchezze come ad esempio le battutine di Jane. E comunque Marcus è in assoluto il migliore, non si diverte a muovere tutti come marionette quando si annoia come fa Aro!- esclamò Chelsea con veemenza. Renata sbuffò.

-È noioso, vuoi dire. Marcus non si fa mai coinvolgere da niente, lo sai benissimo. Invece Aro è affascinante. Sono d’accordo con te, stargli vicino non è certo semplice, ma altrimenti che viviamo a fare?-

-Se voi volete vivere per fare tutte quelle chiacchiere o per sfracellarvi le palle in attesa di morire fate pure. Siete donne. Noi uomini siamo portati all’azione, andiamo al sodo e quando c’è da combattere combattiamo. E questo l’ha capito solo Caius.-

I tre si fissavano intensamente, fronteggiandosi. Poi d’improvviso la tensione si sciolse, e scoppiarono a ridere di gusto.

-Ognuno ha la sua squadra del cuore, eh?- ansimò Felix sventolando la Gazzetta.

-Certo Felix che anche tu… Se dessi meno importanza al campionato di calcio e più a Bocca di Rosa magari a quest’ora saresti con lei a fare la cosacce e Jane non l’avrebbe avuta come pubblico mentre mi prendeva in giro, no?-

-No tesoruccio, come direbbe Aro. Bocca di Rosa non è per me, il campionato invece sì. A proposito, Chelsea, te l’ho mai detto che ti chiami come una squadra di calcio?-

Lei sospirò. -Più o meno diecimila volte. Ed è di Londra, come me.-

Renata fissò Felix. –E perché Heidi non è per te? E chi sei tu, scusa, il figlio della serva?-

Chelsea sorrise, l’espressione saputa di chi conosce già la risposta. Felix sbuffò. –Sono il migliore amico di Demetri. Ed anche tralasciando le ovvie considerazioni sul fatto che è vietato trombare con la donna di cui è innamorato il tuo migliore amico, non mi sembra molto saggio fare incazzare uno che se decide di ammazzarti ti troverà ovunque tu sia.-

-Perché, scapperesti da Demetri?- domandò Chelsea provocandolo. Lui ghignò. –Sì che scapperei, perché se lui volesse battersi io finirei per ammazzarlo, e poi mi dispiacerebbe, mondo porco!-

-Perché, Demetri è innamorato di Heidi?- domandò Renata sgranando gli occhioni. Chelsea scoppiò a ridere, per poi esclamare: -Non finirai mai di stupirmi!-.

-Dì, Bambi, mi prendi per il culo?- ribattè Felix guardando perplesso la ragazza.

-Io credevo che fossero solo amici di letto! Ma davvero?-

-Certo, amici di letto! Come eravate tu ed Eleazar, ma a parti invertite!-

–E finiscila, Felix! L’avevamo calmata… hai la sensibilità di una piccozza!- lo rimbrottò Chelsea. Lui alzò le spalle, poi fissò sorpreso Renata che sbatté il pugno sul tavolino finendo per staccarne un angolo. –Mi avete tutti rotto le scatole con questo Eleazar! E poi tu Felix cosa parli a fare, che quando c’era Eleazar neanche eri nella guardia? Sono passati trecento cazzo di anni, va bene? Perché tutti…- Felix interruppe lo sfogo della ragazza: aveva detto una parolaccia, quindi doveva essere davvero arrabbiata. Si alzò dalla poltrona su cui era seduto e le depositò un bacio schioccante sulla guancia. –Scusami, fatina. Sarò il tuo fottuto umile servo fino a domani, solo per farmi perdonare. Però adesso sorridimi… brava. E comunque sì, Demetri e Heidi scopano alla grande, ma lui vorrebbe qualcosa di più, lei glielo fa credere ma poi si fa strombazzare felicemente da tutto ciò che le capita a tiro.-

-Se nasci quadrato non muori tondo-, commentò Chelsea.

-E se in vita facevi la puttana e ti piaceva, da immortale ti piace ancora di più- specificò Felix. Renata, appena rinfrancata dalle scuse dell’amico, s’incupì di nuovo. –A volte però le persone cambiano-, sospirò. –A volte magari uno s’innamora e mette la testa a posto.-

Chelsea la fulminò con lo sguardo. –Mi sono rotta le scatole anch’io, Renata, di parlare di Eleazar. Mi sta sulle palle, Eleazar, e neanche poco. Quindi o te lo togli dalla mente, o ti faccio spaccare la testa da Braccio di Ferro qui e te lo tolgo io con le cattive. D’accordo?-

Renata annuì, l’espressione sconfitta.

-Basta-, sbottò Felix, -tu devi sfogarti e tu la devi smettere di cucire sempre, ormai mi hai cucito anche le palle! Sapete che si fa? Adesso chiamiamo Afton, Demetri e Santiago e andiamo nel bosco a giocare a calcetto, Milan – Chelsea, si arriva ai dieci! Ok?-

-Prima di fare qualunque cosa che comporti l’uscire da Volterra preferisco chiedere il permesso-, nicchiò Renata.

-Chiedere il permesso voglio, eja… E chiedi il permesso allora, poi però andiamo a divertici, va bene?-

Chelsea depose ago, filo e stoffa nella cesta situata di fianco alla sua poltrona, poi si alzò in piedi con un gesto deciso. –Dimmi, Renata, sei più calma adesso? Ti va di fare una pausa e di andarci a divertire?-

Lei sorrise ai suoi due amici.

-Sono più calma,  pronta a chiedere se posso andare a divertirmi, e il divertimento non comprende dare fuoco a Jane, almeno per oggi. Grazie, ragazzi.-

I tre uscirono assieme dalla stanza, ridendo.

 



 

 

 

Note: Fa molto bar di paese, lo so. È proprio per questo che mi sono divertita a scriverla: la mia visione dei Volturi oscilla tra momenti serissimi e truculenti e momenti di stupidità estrema. In fondo questi vivono tutti insieme, cazzeggeranno pure ogni tanto! Felix segue il calcio perché se Emmett segue il baseball non si vede perché lui non possa appassionarsi al campionato, in fondo vive in Italia; Heidi la chiamano “Bocca di rosa” perché “mette l’amore sopra ogni cosa”; Chelsea cuce perché ci sta bene col suo potere; Renata aveva un intorto con Eleazar perché mi sono fissata con questa cosa da quando ho letto per la prima volta “Breaking Dawn”, ed Heidi con Demetri per lo stesso motivo, ma da “New Moon”. Il libro di vampiri in cui c’è Claudia è “Intervista col vampiro” di Anne Rice.

Ed ora i dovuti ringraziamenti: a chi mi preferisce, a chi mi segue ma soprattutto a chi mi commenta!

Luna95: una recensione che inizia con “Esatto” e finisce con “perfettamente IC”…wow! Questa è la prima drabble della mia vita e di Jane avevo un po’ paura, perché mi è molto più facile parlare di emeriti signori nessuno che di personaggi che hanno una caratterizzazione da rispettare; sono contenta che ti sia piaciuta, e sono contenta di essere riuscita a trasmettere la mia visione di Jane!

OttoNoveTre: credo che Jane sia a primo impatto quella che impressiona di più semplicemente perché è l’unica a cui la Meyer si spreca a dare un minimo di caratterizzazione. E saputa la sua storia, va da sé che la reazione non poteva che essere “col cavolo che porgo l’altra guancia, io ti spacco la faccia!”. Jane rimbecca Edward perfino in “New Moon”, non mi sembrava carino interrompere questa buona abitudine; Nosferatu? Ma poveri, già la maledizione di Caino su di loro ha infierito abbastanza, gli vuoi appioppare pure Mister Pesantezza?

lon8tana: diciamo che ho sempre visto Jane come “un litro di nitro con la miccia corta”, per citare impropriamente J.Ax: una che come potere provoca dolore già doveva essere parecchio stronzetta in vita, chiaro che se poi decidono pure di bruciare lei e suo fratello il risultato non poteva che essere uno stupendo mix di sadismo e cattiveria. Come succede spesso anche nella realtà  l’ odio alimenta se stesso, e i mostri creano mostri peggiori.

Grazie a tutti di nuovo, a presto!

 

   
 
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