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Autore: Xion92    08/11/2009    4 recensioni
La storia di Kairi secondo il mio punto di vista. Mi sono sempre detta: se Kairi è una principessa, ed è di Radiant Garden, non potrebbe esserne la principessa legittima? E magari figlia di Ansem, che è capo e sovrano del Radiant Garden (come dice nei suoi diari)?
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kairi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi ho finito KH 358/2 Days ... Mi viene da piangere. Povera Xion!T_T  Meglio che non ci penso. Quindi rispondo alle recensioni.
Avis: Quanto hai ragione! Però dal modo che hai commentato ... vieni forse da Napoli o dalla Campania in generale? Perchè mi sa che piccirillo si dice laggiù ... Correggimi se sbaglio.
Ottoperotto : fai anche le risposte a scelta multipla? XD Già già, Sora può starsene tranquillo, se c'è bisogno di lui lo farò intervenire ... Ma Kazi non ne avrà bisogno tanto presto! Mi raccomando, ritrovate la strada, che essere persi è una brutta cosa!^^

Capitolo 17- Un altro Keyblade Master

Kazi, mentre l’Heartless saltava, chiuse gli occhi e si preparò al peggio. Ma il peggio non avvenne: il bambino, per istinto, cercò di coprirsi il viso con la mano sinistra, e dopo quel gesto, l’Heartless sembrò come rimbalzare su qualcosa. Kazi non vide nulla, perché aveva gli occhi ancora stretti. Ma si sentì ancora vivo. E sentì anche la voce di Mog.
“Kupò, ma cosa ti è comparso in mano?!”
Aprì gli occhi, e scoprì con sorpresa che nella mano sinistra gli era comparso un Keyblade di luce. Alzando la mano, si era protetto il viso, l’Heartless aveva sbattuto contro il Keyblade ed era stato sbalzato all’indietro. Ecco cos’era successo.
Allora si ricordò all’improvviso del sogno della notte prima, in cui aveva evocato il Keyblade per la prima volta.
“Cosa aspetti, kupò?! Vagli addosso e sconfiggilo, a quel mostro!”
“Ma io … non lo so usare, il Keyblade …” indugiò incerto.
“Ma kupò, chissà quante volte avrai visto tua madre usarlo! Avrai imparato un po’ come si fa! E poi, o combatti o muori! Scegli tu, kupò!”
“Combatto, combatto!” rispose subito il principe, dato che a morire a quattro anni non ci teneva proprio.
Cercando di ricordarsi l’allenamento del suo sogno e il modo di combattere di Kairi, si gettò contro quell’Heartless, e gli diede una tale botta che il poveretto, non appena si fu ripreso, scivolò via piuttosto malconcio. Kazi ne rimase divertito.
“Volevi mangiarci, eh, stupido Heartless? Ma io sono più forte di te, sai? Non puoi battere il principe di questo regno, ricordatelo!” gli gridò dietro.
Mog, terrorizzato, cercò di metterlo a tacere. “Shh, non provocarlo, kupò …”
E infatti, l’umore di Kazi mutò all’improvviso quando vide che l’Heartless stava tornando con i rinforzi! Rimase sbalordito, incapace di reagire.
“Bel colpo, principe.” Commentò sarcastico Mog.
“Oddio, adesso dovrò sconfiggere tutti questi …” mormorò, poi ci provò, a combatterli. Però, Kazi poteva anche essere un principe, ma restava pur sempre un bambino di quattro anni, che aveva combattuto una volta sola e non aveva ancora una corporatura adatta al combattimento. Ne riuscì a uccidere alcuni, ma dopo un po’ si lasciò cadere per terra, ansimando.
Mog si mise a tirarlo per il mantello. “Kazi, alzati! Ce ne sono altri da sconfiggere, kupò!”
“Non ne posso più … Sono stanco …” ansimò il bambino.
“Kupò, questi ci mangiano, se non li sconfiggi …”
“Non ce la faccio. Scusa …”
Ormai nemmeno Kazi poteva fare più niente.

Gli Heartless, incoraggiati, si avvicinarono, ma prima che uno di essi potesse dargli una zampata, un Keyblade apparve dal nulla, uccidendolo.
Kazi cercò di rimettersi in piedi. “Mamma, sono qui!!”
La ragazza piombò in mezzo al campo, e usando il Keyblade senza toccarlo, sfruttando solo la forza del pensiero, come usava fare sua sorella Aqua prima di lei, lanciò potenti magie in sequenza contro gli Heartless per tenerli lontani.
“Mamma!” gridò Kazi, contento di essere salvo.
La principessa si voltò verso di lui con gli occhi fiammeggianti. “Kazi, sono stanca di correrti dietro!”
Constatò che i mostri erano troppi; nemmeno lei sarebbe riuscita a eliminarli tutti. Notò però che il passaggio verso il baratro era sgombro. “Avanti, vieni, che aspetti?!”
Kazi era ancora stremato, e quasi non riusciva a camminare.
Kairi lo fulminò con lo sguardo. “Dov’è finito il tuo coraggio? Alzati, Kazi!”
Dato che il bambino non ce la faceva, la madre dovette prenderlo in braccio e portarlo via di peso. Mog le volò dietro, sospirando di sollievo.
Kairi con pochi salti scese tutte le piattaforme, con fatica riuscì anche a risalire la cascata, e quando fu in cima mise giù il figlio.

Lo guardò fisso.
“Quante volte ti ho detto di restare vicino al palazzo quando non ci sono? Eh? Quante?!”
Kazi ci pensò un po’, poi cercò di accattivarsi il perdono della madre. “Millemila volte, credo. Ma è solo una cifra indicativa.”
Kairi lo guardò furibonda. Allora Kazi, un po’ a disagio, cercò di spiegarsi. “Una cifra indicativa vuol dire che non sai esattamente che cifra è. Allora te la inventi, così la gente smette di scocciarti. Me l’ha detto un mio amico, che si chiama Bold. Lui …”
Kairi lo interruppe. “Qui non stiamo parlando di Bold, Kazi!”
Kazi ci rimase male. “Sei arrabbiata?” chiese a bassa voce.
“E me lo chiedi?! Ti avevo detto di non allontanarti, ma tu continui a fare di testa tua, eh?!”
Kazi abbassò gli occhi. “Scusami …”
“Ascoltami bene, se non imparerai ad ubbidirmi e a fare quello che ti dico, non imparerai mai a comportarti come un principe. Si, è così! Tu non sarai mai un buon principe, e questo mi addolora fortemente!”
Kazi era rimasto scioccato da quelle parole. Quindi lui non sarebbe mai diventato un grande sovrano come i suoi antenati … no, questo non poteva accettarlo. Diventare il più grande principe mai esistito era la sua più grande ambizione. E ora la madre gli veniva a dire che non sarebbe mai potuto diventarlo … Si mise a piangere in silenzio, disperato da questa prospettiva.
Senza mutare espressione, Kairi si voltò: “E adesso torniamo a casa.”

Era veramente furiosa per quel che il figlio aveva fatto, tanto che gli tenne il muso per tutto il viaggio. Lei andava avanti autoritaria, ogni tanto scuoteva la testa, e il bambino camminava un paio di metri dietro di lei a testa bassa, sottomesso, con Mog che svolazzava di fianco a lui con le orecchie abbassate, tenendogli una zampa sulla schiena per dimostrargli la sua solidarietà.
La principessa non se la prese col Moguri. La colpa di quello che era successo dopotutto era di Kazi: era lui che doveva imparare ad essere responsabile, non era stata colpa di Mog se il bambino non lo aveva ascoltato.
Arrivati a casa, ormai era sera. Kairi, per lo spavento che si era presa, non aveva nemmeno fame. Senza guardare Kazi, corse al piano di sopra.
“Ma dove vai?” chiese Kazi.
“A dormire!” rispose seccamente Kairi. “Mangia da solo, se hai fame.”
Kazi riabbassò la testa, con gli occhi appannati dalle lacrime. Mog cercò di tirarlo un po’ su. “Dai, kupò, non vuoi venire a mangiare?”
“No, Mog. Non ho fame neppure io …”
“Ehi, kupò, che ne dici se domani andiamo insieme al mercato? Hai presente quel tizio che vende i dolci? Domani è il suo giorno di vendita, kupò!” continuò per distrarlo.
“No, grazie. Credo che andrò a dormire anch’io …”
Mog non sapeva più cosa dire. “Allora … ehm … ci vediamo domani. Ciao, Kazi.” E volò via.
Kazi andò in silenzio nella sua stanza, si infilò nel letto e si addormentò. Per la prima volta nella sua vita dormì veramente male. Mai la mamma era stata così arrabbiata con lui. Capì per la prima volta la gravità di quello che aveva fatto, e ripensò alle parole di Kairi. “Tu non sarai mai un buon principe, e questo mi addolora fortemente.” Kazi non voleva darle dei dispiaceri: Kairi era la persona che più amava, era l’unico suo punto di riferimento, l’unica parente che aveva. E se avesse sbagliato ancora? E se Kairi avesse finito con l’abbandonarlo? Se non l’avesse voluto più? Kazi era terrorizzato a questa prospettiva. ‘Mamma, non mi lasciare da solo … io non ho nessun altro …’.

Il mattino dopo, Kazi era ancora più stanco. Non aspettò nemmeno che gli portassero la colazione e corse in camera di Kairi. Lei già era sveglia, ancora sdraiata nel letto, e sembrava riflettere su qualcosa. Kazi la guardò timidamente.
“Ciao.”
Lei lo guardò. “Ciao.” Rispose.
“Sei … ancora arrabbiata con me?” osò chiedere Kazi.
A Kairi era sbollita tutta la rabbia del giorno prima, e si era pentita di aver parlato a suo figlio in quel modo.
“No, non sono arrabbiata. Vuoi venire?”.
Kazi non se lo fece ripetere, si arrampicò sul letto e le saltò in braccio.
“Non mi lascerai da solo?”
“Io lasciarti solo?! E perché?”
“Ieri mi hai detto che non sarei mai stato un principe …”
“Si, ma … ero sconvolta. E quando uno è sconvolto … dice delle cose che non pensa veramente.”
Kazi era sorpreso. La mamma non era mai stata sconvolta.
“Perché eri sconvolta?”
“Perché ero terrorizzata che gli Heartless potessero ucciderti. È stato un colpo forte per me, sai?”
A Kazi questo sembrò esagerato. Ma a Kairi non era rimasto nessun altro al mondo oltre a Kazi; il figlio era tutto quello che aveva, e a suo confronto, il regno nemmeno lo considerava. Cosa valeva un intero regno, paragonato alla sua creatura? Cosa avrebbe fatto se Kazi fosse morto? Si sarebbe lasciata morire anche lei, questo avrebbe fatto.
“Mi dispiace, mammina. Mi dispiace tanto di averti sconvolta.” Si scusò Kazi.
“Su, non importa. Basta che alla Fortezza Oscura non ci vai più.”
“Non ci andrò più! Lo prometto!”
“Bravo il mio principe. Certo che diventerai un grande sovrano come il nonno.” Assicurò alludendo ad Ansem.
“Mamma, ieri come hai fatto a capire che ero là?”
Kairi sorrise furbamente. “Una madre sa sempre dov’è suo figlio.”
“Sai cos’è successo ieri? Sono riuscito a combattere un po’ di Heartless col Keyblade!” annunciò orgogliosamente Kazi.
Kairi si fece attenta. “Come?”
“Si! Con un Keyblade di luce! È vero!”
Kairi, infatti, prima che il bambino irrompesse nella sua stanza, si stava proprio chiedendo come avesse fatto Kazi a resistere contro gli Heartless, prima che lei arrivasse a salvarlo.
“Me lo fai vedere?”
“Ci devo provare. Aspetta.”
Al contrario della madre, Kazi riuscì a richiamare il Keyblade quasi immediatamente. Kairi rimase sbalordita. Quel Keyblade era fatto solo di luce, sembrava energia allo stato puro, eppure aveva una forma, e Kazi riusciva a tenerlo in mano.
“Posso provare a tenerlo?” chiese la principessa.
Provò a prenderlo, e incredibilmente il Keyblade non tornò nella mano di Kazi, ma rimase senza problemi anche nella sua. Kairi non sapeva cosa pensare. Dunque anche suo figlio poteva usare il Keyblade. L’unica cosa che riuscì a concepire fu che ora suo figlio aveva un’arma, e dunque il suo problema era risolto.
“Kazi, sono fiera di te. Quel Keyblade però dovrai imparare ad usarlo. Da domattina verrai con me al Crepaccio, e ti allenerò finché non diventerai abile come me.”
“Da domattina? Allora con Mog potrò uscire solo il pomeriggio …”
“Esatto. Ma è un sacrificio che devi fare. Sai che è fondamentale che un principe impari il prima possibile a combattere. Quando avremo terminato l’allenamento potrai di nuovo andare a giocare con Mog.”

Quando lo venne a sapere, Mog ci rimase molto male, perché si era affezionato molto a Kazi, per lui era come un fratello. Ormai era un anno intero che giocavano insieme tutte le mattine, e il fatto che il principe ora non potesse più lo lasciò di stucco. Kairi se ne accorse, e per accontentare tutti invitò Mog ad assistere agli allenamenti. Da subito, inoltre, mise in guardia il bambino:
“Non pensare che non sarò severa solo perché sono tua madre. Perciò da domani vedi di rigare dritto. Vedremo come te la caverai.”

Note mie: nel prossimo capitolo mi diverto! Vediamo di inventare gli allenamenti che gli sottoporrà la mamma. Qui c'è bisogno di inventiva! Ah, sapete una cosa? Quando la fanfic sarà finita, ho in mente di aggiungere un capitolo extra in cui elencherò tuuutte le idee che mi sono venute e poi ho scartato prima di arrivare alla versione finale della storia. Per fare un esempio stupido, ho riflettuto da morire solo per decidere il titolo della fanfic. Che ne pensate? Potrebbe andare?




   
 
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