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Autore: Avis    10/11/2009    2 recensioni
“E baciala, cretino! ” Urlò Kiba all’indirizzo del povero Naruto. Sakura alzò lo sguardo verso i quattro ragazzi, malamente nascosti su un albero, mentre il suo volto assumeva una tonalità tendente al porpora.
Shino Aburame non era mai stato un vigliacco, eppure decise di dileguarsi il più in fretta possibile.
Shikamaru Nara non ebbe bisogno del suo incredibile intelletto per comprendere che si trovavano in guai enormi.
Neji Hyuuga ponderò l’idea di darsi alla fuga come fatto da Shino, ma decise di evitarlo, fedele al suo orgoglio di famiglia.
Kiba Inuzuka tentò un sorriso conciliante verso la Kunoichi, prima di saltare su un ramo leggermente più lontano.
Sai non dovette cercare su un libro la motivazione del comportamento di Sakura: capì da solo che le emozioni della ragazza erano facilmente catalogabili in ira.
Naruto Uzumaki deglutì rumorosamente, per poi sbiancare vedendo la medic-ninja infilarsi i suoi guanti neri.
“S-Sakura-Chan, posso spiegare..”
“Shannarooo!”
{NaruSaku, SaiIno, ShikaTema, NejiTen}
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Misunderstanding '
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Appuntamento:

Pride and Sensibility

 

 

Atto IV: … Di sensibilità perisce!

 

 

 

Neji sbuffò, appoggiando il gomito sul tavolo. Stava cercando di capire chi avesse avuto la pessima idea di mangiare in quel locale, un minuscolo ristorante alla periferia di Konoha. Era un posto abbastanza pulito – almeno quello.. – ma, essendo in dieci, avrebbero avuto bisogno di un tavolo decisamente grande. Purtroppo, così non era stato, e il giovane Hyuuga stava mangiando da un’ora con il gomito di Shikamaru piantato tra le costole.

“Ti spiace staccarti un po’?” Sibilò alla fine il Jonin, giunto al limite della sopportazione. Nara lo guardò scocciato.

“Non so se te ne sei accorto, ma non c’è spazio qui. La risposta secca del giovane irritò Neji decisamente più del dovuto.

“Nara, leva questo maledetto gomito o te lo taglio!” A Konoha sapevano tutti che non era facile far arrabbiare lo Hyuuga, che aveva fama di essere praticamente imperturbabile. Perciò Shikamaru rimase quasi sbalordito per la risposta irritata dell’amico, e si affrettò a poggiare il braccio sul tavolo.

“Datti una calmata, Neji.” Sbuffò poi. “Se sei così nervoso già adesso, figuriamoci tra qualche ora..Lo Hyuuga sospirò, ammettendo suo malgrado che il ninja aveva ragione: la serata sarebbe stata dannatamente lunga, e non poteva permettersi di perdere la calma…

 

 

Tenten sbuffò stancamente. L’atmosfera era decisamente fredda, ma più per imbarazzo che per altro. La disposizione dei posti non aveva fatto che aumentare il disagio, visto che i ragazzi si erano messi da una parte del tavolo, e le ragazze da quella opposta. Gli unici punti di contatto erano stati presi ovviamente da Naruto e Sakura da una parte, e Kiba e Hinata dall’altra. In più, a tentare di condurre una conversazione erano solo questi ultimi.

La Kunoichi scoccò un’occhiata di sottecchi a Neji. Il ragazzo sembrava decisamente annoiato, stava tamburellando le dita della mano destra contro il tavolo. Tenten sapeva bene che il momento migliore per chiacchierare con il ninja era proprio a cena, perché diventava più loquace del solito. Tornò a guardare il Jonin, accorgendosi però che lui la stava osservando. Abbassò lo sguardo, leggermente imbarazzata, andando a fissare l’orlo dello yukata*.

Il suddetto abito le era stato praticamente infilato a forza da Ino, che quella sera, per sfortuna di tutte quante, aveva ritrovato il buonumore. Le ragazze si erano preparate assieme da Temari, e nessuna era riuscita a sfuggire alla “tortura di Ino”, come l’aveva soprannominata Sakura, completa di trucco e acconciatura. L’Haruno aveva tentato di protestare, ma era stata messa a tacere con un’occhiata omicida della Yamanaka. Tenten aveva capito che le donne incinte non andavano mai contraddette.

Ten?” Sussurrò proprio la bionda. “Neji ti sta praticamente mangiando con gli occhi.” Aggiunse dopo un istante, leggermente maliziosa.

“Certo, come no..” Borbottò con aria seccata. Tuttavia, non poté fare a meno di guardare il ragazzo un’altra volta, notando che sembrava impegnato in una discussione con Shikamaru.

 

Dici che la serata procederà bene?” Sussurrò Sakura, alternando lo sguardo tra le sue amiche e i ragazzi. Naruto annuì, afferrando con le bacchette un pezzo di carne grigliata.

“Secondo me sì. Credo abbiano capito la lezione, sai?” Il Genin ridacchiò, inghiottendo la carne, per poi rimboccarsi le maniche dello yukata. La Kunoichi lo guardò con un mezzo sorriso: quella sera l’amico era decisamente carino. L’abito era leggermente grande per lui, ma gli stava molto bene, anche se il ragazzo si ostinava a portarlo con scarsa eleganza, al contrario di Neji – impeccabile come al solito. Però, a lei Naruto piaceva così.

“La lezione sarebbe..?” Domandò con voce divertita.

“Beh, che in un rapporto bisogna saper mettere da parte il proprio orgoglio!” La ragazza lo guardò con aria sorpresa: effettivamente aveva ragione. Prima che potesse dirglielo, il ninja riprese a parlare. “ Sakura-Chan, stasera sei davvero bellissima.

“Oh… Grazie.” Riuscì a rispondere la Kunoichi, arrossendo. Naruto era sempre così: riusciva a fare i complimenti più belli in maniera assolutamente innocente, al contrario di molti altri ragazzi. “Anche tu stai molto bene, stasera.”

 

 

Ino si guardò attorno, tentando di trovare qualcosa da fare. Tenten non sembrava particolarmente vogliosa di far conversazione, mentre Temari aveva un’aria decisamente nervosa. Poco più in là, Sakura stava parlando allegramente con Naruto, e Hinata stava facendo lo stesso con Kiba. Shikamaru e Neji discutevano piuttosto animatamente, mentre Sai sembrava immerso nel suo mondo personale.

La Kunoichi osservò quasi disgustata il piatto davanti a sé. Il cibo era indubbiamente buonissimo, ma l’odore le provocava un forte fastidio. Sapeva che si trattava di una cosa normale per una donna incinta, però che cavolo… Lei adorava il pesce!

“Ino, guarda che quell’affare è già morto.” Mormorò Temari, trattenendo una risata. Effettivamente, Ino stava guardando il cibo nel suo piatto con aria vagamente omicida, immaginandosi la testa di Sai galleggiare nel brodo.

“Forse hai ragione…” Commentò la bionda, per poi sorridere. “Non dirmi che ti è venuta voglia di parlare un po’! Potrei morire dall’emozione.” Concluse sogghignando.

“Non forse, sicuramente.” La Sabaku scoccò un’occhiataccia all’amica, trattenendosi a stento dal tirarle una gomitata. “Evita di schiattare stasera, rovineresti tutti i piani di quei due disgraziati…” Aggiunse dopo un istante con un cenno verso Naruto e Sakura. La Yamanaka scosse il capo, con aria pressoché sconsolata.

“Non ci credo… Non sono capaci di combinare qualcosa tra loro da anni, e vorrebbero risolvere i nostri problemi?” Commentò con un sospiro. Temari scrollò le spalle.

“Almeno loro ci provano. Conosco un pigrone apatico che non ha alcuna intenzione di smuoversi…” Sbottò la Kunoichi di Suna. Inspiegabilmente, Ino ridacchiò.

“Oh, potresti anche sbagliarti!”

 

 

Sai pagò distrattamente il conto per lui e Ino, uscendo poi dal locale. La cena non era stata tanto male, tranne per la scarsità di conversazioni. Lui non aveva rivolto la parola a Nara, anche perché il ragazzo aveva discusso con Neji, ma avrebbe voluto chiacchierare un po’ con Ino. Tuttavia, la Kunoichi era seduta troppo lontana per far sì che potesse parlare con lei senza dover urlare.

“Sai?” L’Anbu si girò velocemente, notando che la Yamanaka l’aveva raggiunto fuori dal ristorante. “Grazie per avermi offerto la cena.”

“Figurati, era il minimo che potessi fare.” Il ninja era ben deciso a farsi perdonare, visti gli esiti tragici della sua pausa di riflessione. Naruto gli aveva fatto pesare per almeno tre giorni il fatto che Sakura gli avesse dato buca per consolare Ino, specificando che la ragazza aveva sofferto moltissimo per le sue parole. Inoltre, lei gli mancava da morire. 

“Bene, e adesso dove si va?” Esclamò Sakura, appena uscita dal locale. Fu Naruto a risponderle.

“Al monte degli Hokage, Sakura-Chan! È il luogo più alto di Konoha, potremo vedere bene i fuochi d’artificio. Detto ciò, prese la ragazza sottobraccio, iniziando a trascinarla verso la meta. Il resto del gruppo – chi sbuffando, chi ridacchiando – seguì i due ninja, ed iniziarono a formarsi le prime coppie.

Dici che saranno davvero così belli?” Commentò Sai, affiancando Ino. La ragazza lo guardò, leggermente sorpresa, poi sollevò le spalle sorridendo.

“Non saprei… Tanto a Naruto basta poco per entusiasmarsi. Rispose lei, allentando appena l’obi.

“Già. Quel baka è sempre allegro, chissà come mai. L’Anbu osservò il compagno di squadra, notando che sembrava quasi un bambino. “Stranamente, la racchia non si è innervosita…”

“Non chiamarla così, Sai.” Il rimprovero della ragazza colpì il giovane, che dopo un paio di secondi annuì.

“Hai ragione, scusa.” Ino sorrise, raggiante: la serata stava prendendo un’ottima piega.

 

 

Il gruppetto raggiunse il monte degli Hokage con un leggero anticipo, visto che i fuochi sarebbero iniziati non prima di mezz’ora. Fortunatamente non c’erano stati incidenti: Naruto e Sakura erano abbastanza rumorosi, visto che di tanto in tanto la ragazza gli tirava qualche cazzotto, ma cercavano di coinvolgere tutti quanti nei loro discorsi. Sai e Ino stavano parlottando a bassa voce, leggermente distaccati dagli altri. Kiba e Hinata erano spariti quasi subito, ma nessuno si era azzardato a fare battute, vista la faccia omicida di Neji, il quale invece stava camminando con Shikamaru. Temari e Tenten discutevano davanti ai loro rispettivi ex, che tentavano spesso e volentieri di orecchiare la conversazione delle due.

“Ah! La vista da qui è bellissima, vero ragazzi?” Esclamò Naruto, sdraiandosi per terra. Sakura fece lo stesso, decisamente più aggraziata. Shikamaru rimase in piedi, attendendo il momento migliore per avvicinarsi a Temari.

“Hai ragione, Naruto! Si vede tutta Konoha.” Rispose Tenten con voce allegra. Un istante dopo, tutti quanti si girarono verso Ino, che si era inginocchiata a terra, pallida come un cencio. Sai le teneva una mano sulla spalla destra, con aria piuttosto preoccupata.

“Kami, Ino, stai bene?” Domandò Sakura, allarmata, scattando a fianco dell’amica. Lei annuì, soffocando un conato.

“Forse ha mangiato qualcosa di strano…” Azzardò Sai. “Sarebbe meglio riportarla a casa.”

“No!” Strillò Ino, riuscendo finalmente a parlare. “Sto bene, ho solo bisogno di riposarmi un attimo…” Le parole della Yamanaka furono immediatamente smentite dall’ennesima ondata di nausea. Shikamaru le si avvicinò, guardandola preoccupato.

“Ti porto a casa.” Disse il giovane Nara, preparandosi a tirarla su. Sai lo bloccò con la mano destra, fulminandolo con un’occhiataccia.

“Faccio io.” Replicò prendendo in braccio Ino, che si dimenò imbarazzata. “Non fare la bambina… A me i fuochi artificiali non piacciono nemmeno. Shikamaru sospirò, incrociando le braccia sul petto. Non gli piaceva la piega che stava prendendo la situazione.

“Domani passerò da lei… Se scopro che l’hai ferita in qualche maniera, il cazzotto di stamattina ti sembrerà poca cosa. Sibilò alla fine, a voce talmente bassa che solo l’Anbu poté sentirlo. Poi accarezzò il volto della Yamanaka, sorridendo. “Stammi bene, Ino. Domani vengo a trovarti, va bene?”

“Certo.” La ragazza annuì, respirando poi profondamente. Mentre Sai iniziava ad allontanarsi, la bionda si voltò verso il Jonin. “Ricordati della promessa che mi hai fatto!”

 

 

Temari alternò lo sguardo tra Ino e Shikamaru, leggermente perplessa. Si chiese di che cosa stessero parlando, notando poi che il Jonin sembrava piuttosto divertito dalle parole della Yamanaka. Dopo un po’, vedendo che Sakura stava tornando da Naruto, decise di avvicinarsi a Nara, in modo da poter sciogliere il suo dubbio.

Che cosa hai promesso ad Ino?” Chiese con aria scarsamente interessata. Ovviamente il giovane non ci cascò per niente.

“Cose personali…” Replicò con voce vaga, scrollando le spalle e guadagnandosi un’occhiataccia da parte della Kunoichi. Il ragazzo trattenne a stento una risata. “Lo saprai tra un po’, credo. Intanto, che ne dici di guardare assieme questi fuochi?”

Perché no, cry-baby. Non vorrei che avessi paura…” Commentò ironicamente, per poi sedersi a terra, immediatamente seguita dal ninja.

“Mendekouze, quando la smetterai di tirare fuori questa storia?” Sbuffò Shikamaru, stendendosi sul prato ed appoggiando i gomiti sull’erba.

Quando tu…” Calcò bene l’ultima parola, mentre il volto assumeva un’aria torva. “…Ti deciderai a essere meno pigro, più romantico e a vedermi più spesso!” Sbottò alla fine. Shikamaru corrugò la fronte.

“Fammi capire, tutto questo casino è scoppiato perché non ci vediamo abbastanza?” Replicò quasi incredulo. Che diamine, lui aveva un sacco di impegni, che ci poteva fare se per la ragazza non era lo stesso?
”Kami, ecco perché ti detesto…” Sibilò Temari. “Riesci sempre a far sembrare me la bambina viziata nel torto, quando sei tu a non avere assolutamente ragione!”

“Quindi cos’è, una sfida a chi cede per primo?” Commentò seccamente il Jonin.

 

 

Poco più in là, Naruto e Sakura stavano osservando la situazione, piuttosto preoccupati. Temari e Shikamaru stavano già discutendo – proprio come avevano previsto – mentre Neji e Tenten si limitavano a starsene vicini in silenzio.

“In caso iniziassero a picchiarsi, dici che dovrei intervenire?” Mormorò il biondo.

“Penso di no.” Rispose la compagna di squadra, scrollando appena le spalle. “Dai, abbiamo fatto la nostra parte, non possiamo continuare a cercare di sistemare  le cose tra tutti quanti.”

“Già, è vero.” Commentò con un sorriso il Jinchuuriki, appoggiando poi un braccio sulle spalle della Kunoichi. La ragazza arrossì appena: più che risolvere i problemi altrui, lei avrebbe preferito che Naruto si decidesse a sbrogliare la situazione tra di loro. “Beh, tanto tra poco lo spettacolo avrà inizio!”

“I fuochi d’artificio ti entusiasmano tanto?” Domandò Sakura, ridacchiando. Poi inclinò appena la testa, in modo da appoggiarla sul braccio del Genin.

“Sì, un sacco.” Sussurrò lui, gli occhi azzurri fissi sul volto della ragazza. Nel cielo, intanto, esplose il primo botto.

 

 

“Sei assolutamente impossibile!” Sbraitò Temari, la voce che quasi sovrastava il suono dei fuochi. Shikamaru respirò profondamente, cercando di soffocare l’istinto di andarsene.

“Senti, perché non ne parliamo con un po’ di calma?” Replicò il Jonin. “So di non essermi comportato al meglio da quando sei arrivata a Konoha, so che non sono proprio il ragazzo ideale e tutto quanto, ma io ti amo.” La Sabaku dovette trattenersi dal prenderlo a schiaffi. Prima era il solito irritante, e un istante dopo le diceva che l’amava?!

Ribadisco che sei un ragazzo assurdo.” Borbottò lei. Shikamaru sorrise vittoriosamente: il solo fatto che avesse abbassato la voce significava che si stava ammorbidendo.

“Dai, Tem.” Ora doveva solo fare l’ultimo passo… “Mi dispiace di aver preso una pausa di riflessione, invece che cercare di capire le tue motivazioni. La Kunoichi sbuffò.

“Scusami.” Il Jonin quasi soffocò, sentendo ciò che aveva detto Temari. La ragazza lo guardò malissimo. “Vedi di non farmelo ripetere, piagnone.”

“Certo.” Shikamaru sorrise ancora, cingendo le spalle della ragazza con il suo braccio. “Comunque, scusami anche tu.” I due si abbracciarono, poi la Sabaku sfiorò le labbra del ninja con le proprie.

“Come al solito, sono sempre io a prendere l’iniziativa, eh?” Commentò con voce ironica.

“Esatto, mendekouze…”

 

 

“Naruto?” La voce di Sakura distolse il Genin dai suoi pensieri. La ragazza lo stava osservando, decisamente divertita. “Credevo ti piacessero i fuochi d’artificio, ma tu non li hai guardati nemmeno una volta!”

“Ehm…” Il Jinchuuriki si agitò appena, cercando di ricordarsi una di quelle frasi melense che Jiraya usava sempre con le ragazze. Sfortunatamente, non gliene venne in mente nemmeno una. “Scusa, stavo pensando ad altro.”

“Ossia?” La Kunoichi sembrava decisamente curiosa, tanto che si voltò su un fianco, in modo da poterlo guardare meglio.

“…” Rifletti, rifletti, si disse Naruto. Non poteva certo dirle che stava pensando a lei da almeno dieci minuti, e a quanto gli sarebbe piaciuto baciarla, no? “Niente, ad una cosa che mi piacerebbe fare.

“È qualcosa di importante per te?” Domandò Sakura.

“Molto.” Il Genin respirò profondamente.

“Beh, allora falla, no?” Naruto evitò di mettersi a ridere solo con un grande sforzo. Però, Sakura non aveva tutti i torti: al massimo lo avrebbe picchiato!

Hai ragione, lo farò.” Sussurrò l’Uzumaki, avvicinando il volto a quello della compagna, per poi baciarla. La cosa più incredibile non fu il suo gesto, bensì la reazione della ragazza: invece di picchiarlo, ricambiò il bacio. Dopo alcuni secondi, la Kunoichi si allontanò appena.

“Sai, penso che l’appuntamento di domani non serva più…”

 

 

Tenten e Neji camminarono in silenzio, affiancati, lungo la via che riportava a Konoha dalla montagna degli Hokage. Avevano assistito al bacio tra Sakura e Naruto e alla rappacificazione tra Shikamaru e Temari, ma a parte un banale commento della Kunoichi  nessuno dei due aveva detto altro. Anzi, a dire la verità non si erano nemmeno guardati in faccia, troppo occupati a rimuginare sui loro problemi – che in realtà erano comuni ad entrambi.

“Tenten?” La voce di Neji colse di sorpresa la ragazza, che lo guardò quasi sbalordita. Aveva appena finito di fare il conto del numero di minuti passati dall’ultima volta che lo Hyuuga le aveva rivolto la parola, e lui rovinava in un istante tutto il suo lavoro? “Siamo arrivati a casa tua.” Aggiunse il ragazzo, guardandola nervosamente. La maestra d’armi notò, quasi stralunata, che effettivamente avevano raggiunto l’appartamento dove lei abitava.

“Oh.” Riuscì a rispondere alla fine. Neji le scoccò un’occhiata preoccupata, mentre lei iniziò a far lavorare il cervello. Villa Hyuuga era dalla parte opposta del villaggio, il che voleva dire lui avrebbe dovuto prendere tutt’altra direzione, a meno di non volersi fare almeno mezz’ora di cammino. “Neji, non avresti dovuto accompagnarmi fin qui… Adesso dovrai fare un sacco di strada per tornare a casa. Finalmente riuscì a spiccicare una frase sensata, mentre il ragazzo scrollava le spalle.

“Con questa festa ci sono un sacco di ubriachi in giro, è meglio che una ragazza non vada in giro da sola…” Tenten gli scoccò un’occhiata stizzita.

Perché, credi forse che non sappia difendermi?” Commentò con voce secca.

 

Neji si maledisse mentalmente per quelle parole. Sapeva di non essere portato per quei gesti galanti, in più con una ragazza come Tenten il romanticismo andava completamente reinventato.

“Non era quello che intendevo…” Azzardò il ragazzo, beccandosi un’occhiataccia da parte della Kunoichi. “So benissimo che tu sei in grado di difenderti da sola da qualsiasi cosa.

Quindi?” Neji fece picchiettare nervosamente le dita della mano destra contro l’obi*. Avrebbe dovuto immaginarsi che quello stupido libro di Sai riguardante i rapporti con le ragazze non sarebbe servito a nulla: forse avrebbe dovuto leggersi uno dei romanzi di Jiraya, piuttosto…

“Mh… Niente, avevo voglia di stare in tua compagnia.” Finalmente era riuscito a dirle una frase decente. Da quando era così indeciso e imbarazzato? Non si era mai fatto alcun problema a dire alla gente quello che pensava veramente. 

“Ecco, io ora dovrei entrare…” La ragazza strusciò un piede per terra, senza guardarlo.

“Oh… Allora io vado.” I due si guardarono per alcuni secondi, senza decidersi a parlare. Dopo un intero minuto di silenzio e immobilità, Neji si decise ad allontanarsi. “Buonanotte, Tenten.”

 

 

“Stai meglio?” Domandò Sai con voce premurosa. La ragazza annuì, leggermente pallida.

“Tranquillo, è solo un… virus, ecco.” Rispose alla fine. Per fortuna i due erano riusciti a raggiungere un bagno pubblico, prima che lei iniziasse a rimettere la cena. “Forse quel pesce non era un granché.”

“Probabile. Dai, ti riaccompagno a casa…” Ino lo ringraziò con un pallido sorriso.

“Scusami, ti ho rovinato la serata…” Lo stomaco della ragazza gorgogliò, ma essendo vuoto aveva ben poco da lamentarsi. L’Anbu scrollò le spalle, come se la cosa fosse di scarsa importanza.

“Non c’è problema, e i fuochi non sembravano poi tanto interessanti. Il giovane tacque per alcuni secondi. Per fortuna, il suo appartamento non era lontano dal punto in cui si trovavano. “Ti spiace se passiamo un attimo a casa mia? Vorrei prendere una cosa.” Ino annuì, leggermente a malincuore: l’idea la metteva un po’ a disagio, ma non si sentiva di rifiutare, visto il comportamento gentile che il ragazzo aveva tenuto per l’intera serata.

“Certo, nessun problema.”

Dopo pochi minuti i due raggiunsero l’abitazione di Sai, che aveva percepito il lieve nervosismo della ragazza. L’Anbu non ne aveva capito l’origine, tuttavia aveva deciso di non chiederle di entrare in casa.

“Aspettami qui, arrivo subito.” Il giovane sparì prima di poter vedere il cenno d’assenso di Ino, catapultandosi così nel suo appartamento. La tela era ancora lì – certamente da sola non si poteva muovere… - coperta dal panno scuro. Sai la prese delicatamente, senza guardarla, per poi uscire nuovamente nel cortile. La Yamanaka non si era mossa di un millimetro, e lo stava guardando piuttosto curiosa.

“L’ho fatto pensando a te. Spero ti piaccia.” Poggiò il bordo inferiore del quadro a terra, ben attento a non rovinarlo, poi, con un gesto studiato, scostò il panno che la ricopriva. Ino rimase sbalordita, vedendo il soggetto della tela.

Lei e Sai erano seduti sotto un albero, fianco a fianco, e si tenevano le mani. I loro volti erano sereni e sorridenti, come se si fosse trattato di un momento speciale. Sullo sfondo, la Yamanaka notò che si potevano vedere tutti i suoi amici ritratti un po’ ovunque. Ma ciò che la stupì maggiormente fu il titolo che l’Anbu aveva dato all’opera: Famiglia.

“Kami, Sai. È bellissimo.” Sussurrò alla fine la Chunin, senza smettere di guardarlo. Il ragazzo sorrise felice.

“Naruto e Sakura mi hanno fatto capire il significato dell’amicizia. Ma tu mi hai insegnato cosa vuol dire essere in una famiglia. Ino sentiva le lacrime pizzicarle le guance. Capì in un istante che non ci sarebbe stato un momento migliore per dirgli tutto quanto.

“Sai, c’è una cosa di cui devo parlarti.”

 

 

Neji stava camminando lentamente verso la tenuta della sua famiglia, decisamente amareggiato. Non era riuscito a dire a Tenten che gli spiaceva per quello che era successo tra loro, e si era limitato a lasciarla andare via. Lo Hyuuga si maledisse per la sua incapacità di parlare di sentimenti e di far capire alle persone quanto tenesse a loro.

“Neji, aspetta!” L’urlo dietro di sé lo fece trasalire, e il Jonin si voltò di scatto. Tenten lo raggiunse, ansimando.

“Ma cosa...?” Neji tentò di parlare, ma fu interrotto subito dalla voce della Kunoichi.

“Sei un tronfio cretino egoista!” Strillò rabbiosa, agitando la mano destra stretta a pugno. “E io sono più idiota di te, perché ti amo!” La ragazza rimase immobile, il viso rosso come un pomodoro. Lo Hyuuga capì qual era la cosa migliore da fare: prenderla per le spalle e baciarla. E, ovviamente, così fece.

“Sì, sono un idiota.” Mormorò verso la Kunoichi, che sorrise. “Scusami, Tenten.”

“Non fa niente. Scusami anche tu, è che…” La maestra d’armi si interruppe. Neji la baciò di nuovo, per poi parlare.

“Tenten, se c’è qualcosa che non va, ti prego di dirlo. Non voglio lasciare nulla in sospeso.” Disse con voce decisa. La Kunoichi annuì.

“Neji, non mi presenti alla tua famiglia perché ti vergogni di me?” Domandò a bassa voce. Il ninja rimase allibito: era quella l’origine dei loro problemi?
”Ma che stai dicendo? Come potrei vergognarmi di te?” Sbottò quasi con rabbia. La ragazza lo guardò sorpresa.

Ma allora perché…?”

“Tenten, è della mia famiglia che mi vergogno. Neji sospirò, leggermente stanco. “Non fraintendermi, sono fiero di essere uno Hyuuga. Ma alcuni dei miei parenti non riescono ad accettare che la mia ragazza non faccia parte della nostra famiglia. Volevo solo evitare che tu soffrissi.” Le ultime parole furono praticamente sussurrate, come se fosse doloroso anche il solo pronunciarle.

Sai, adesso mi sento veramente scema.” Mormorò Tenten, abbassando il volto. Il Jonin rise piano.

“Sarà, ma io ti amo così come sei.”

 

 

Ino guardò Sai quasi sconsolata. Aveva appena finito di raccontargli tutto quanto, e lui non aveva ancora detto nulla. La Kunoichi sospirò.

“Senti, capisco che tu non voglia avere nulla a che fare con questo bambino…” L’Anbu rimase in silenzio, il volto praticamente indecifrabile. “Quindi, non ti fare problemi. Me ne occuperò da sola.” La Yamanaka si accinse ad allontanarsi, quando fu afferrata per il braccio da Sai.

“Pensavo che dovrò fare un’aggiunta nel quadro… Non vorrai lasciare che il piccolino ne debba restare fuori, no?” Un istante dopo si chinò a terra, appoggiando il pennello sul quadro e disegnando un pargoletto in braccio alla ragazza. “Ecco, adesso è perfetto.”

Famiglia. Una parola che, improvvisamente, assumeva un significato tutto suo.

 

 

Sette mesi dopo

 

Sai sbuffò, scoccando per l’ennesima volta un’occhiata all’orologio. Non aveva idea di quanto ci volesse normalmente per un parto, tuttavia stava aspettando notizie da almeno due ore, e si stava facendo sempre più nervoso. Accanto a lui c’erano i suoi amici e i genitori di Ino, ugualmente stressati.

“Dai, amico. È normale che ci mettano tanto, far nascere un bambino non è uno scherzo!” Commentò Naruto, con una pacca sulla spalla dell’Anbu. Sai sospirò ancora, scrollando appena il capo.

“Sarà, ma vorrei sapere qualcosa…” Ino non l’aveva voluto in sala parto, sostenendo che la sua migliore amica bastasse e avanzasse. La mente del giovane corse ad un momento particolarmente divertente della gravidanza: la scelta del nome del bambino.

 

“Avete deciso che nome dargli?” Domandò Temari con voce curiosa. Lei, Ino e Sai stavano aspettando i risultati della prima ecografia.

Se sarà un maschio, vorrei chiamarlo Inoichi, come mio papà!” Esclamò allegra la ragazza. L’Anbu la guardò, prima di parlare cautamente.

“Veramente io vorrei chiamarlo Shin, come mio fratello. Il giovane si preparò ad una possibile reazione violenta della ragazza – pochi giorni prima lei gli aveva quasi rotto il naso – che però non avvenne, grazie all’arrivo di Sakura.

“Non credo dobbiate farvi problemi sul nome, sapete?” Disse la Kunoichi, con un ghigno divertito.

Perché, è una femmina?” Domandò Ino, leggermente insospettita dalla faccia dell’amica.

“Oh, no. Sono due gemelli maschi.”

 

Il giovane ridacchiò, ripensando all’espressione della sua fidanzata quando lo aveva saputo. Per poco non le era venuta una crisi isterica: in meno di dieci minuti l’aveva lasciato, ripreso e mollato di nuovo. Per fortuna lui aveva imparato a pazientare.

“Bene, ragazzi. Abbiamo appena finito.” La voce di Sakura lo distolse dai suoi pensieri: la Kunoichi era appena uscita dalla sala parto. Il ragazzo scattò in piedi, ansioso.

“Ino sta bene? Ha sofferto? E i bambini?”

“Lei sta bene, non è proprio in forma perché un parto non è una passeggiata, ma si riprenderà presto. I bambini stanno bene, vuoi venire a vederli?”

 

Dieci minuti dopo, Sai e Ino stavano cullando i loro figli, perfettamente calati nel ruolo di neogenitori. Sakura riuscì a dargli un po’ di privacy scacciando la moltitudine di persone che aveva invaso la stanza. La Kunoichi trascinò con sé Naruto, che sbuffò irritato.

Ma Sakura-Chan, volevo vedere Shin e Inoichi!”

“Kami, Naruto, lasciamo un po’ in pace quei due!” Sbottò la ragazza, levandosi il camice da lavoro. Nonostante fosse stato un normalissimo parto – e lei, da bravo medico, era abituata a ben peggio – l’operazione l’aveva stressata molto, soprattutto per la preoccupazione nei confronti di Ino. Sakura era riuscita a far sì che Tsunade in persona supervisionasse il tutto, in modo che non fosse commesso il minimo errore.

“Sono proprio belli, vero?” Commentò il Jinchuuriki, osservando la coppia oltre il vetro che dava sulla stanza. La Kunoichi notò con una certa sorpresa che il ragazzo sembrava quasi rammaricato.

“Ehi, che c’è?” Gli disse appoggiando un braccio sulle sue spalle.

“Niente, Sakura.” L’allieva di Tsunade decise di passare direttamente alle maniere forti, tirando a Naruto una secca gomitata che lo fece piegare in due.

Parla, testa quadra.”

“Ach… Sakura-Chan, non sei esattamente delicata…” La ragazza lo fulminò con un’occhiata omicida, quindi il ninja si decise a parlare. “Niente, è che stavo pensando ai bambini… Mi piacerebbe diventare papà. Sakura rimase decisamente sorpresa dalle parole del fidanzato, ma prima che potesse dire qualcosa, Shikamaru, Temari, Neji e Tenten irruppero nella stanza, spezzando la quiete precedente.

“Piagnone, te l’avevo detto che erano già qui!”

“Mendekouze…”

“… Muoviti Neji, voglio vedere Shin e Inoichi!”

Che noia…”

Ma veramente io avrei da fare!”

Pelandrone, muoviti!”

“Oh, che carini!”

“Tenten, piantala di stritolarmi il braccio!”

 

 

L’Haruno e l’Uzumaki guardarono i loro amici praticamente allibiti. La prima scosse la testa con aria sconsolata, mentre il secondo ridacchiò.

“Sai, Naruto, non avrei mai pensato di dirlo… Ma qui dentro i più normali siamo noi.” Il giovane annuì, divertito. “E per il discorso di prima, ne riparliamo tra qualche mese, d’accordo?” Il futuro Hokage di Konoha sorrise. Aveva gli amici migliori che potesse desiderare, una ragazza che amava con tutto il cuore e due bambini a cui fare da zio. Stranamente, il domani sembrava più roseo che mai.

 

 

 

 

Angolo dell’autrice

 

È finita! Gioia, gaudio tripudio ecc. So che avevo promesso il chap per lunedì, ma ho avuto un piccolo problema (stavo per caricarlo, l’ho riletto e ho deciso di cambiare alcune cosette). A mio parere è terribile, trasuda pucciosità e cose del genere, ma l’ho scritto cinque volte e questo è il risultato meno peggiore. Avevo anche ipotizzato finali diversi, ma penso che qualcuno mi ucciderebbe se potesse conoscerli xD

Già che ci sono, potrei anche spiegarvi da dove è nato l’orribile titolo, anche se lo avete già capito tutti xD Mi è venuto in mente pensando a due romanzi di Jane Austen, “Pride and Prejudice” (Orgoglio e Pregiudizio) e “Sense and Sensibility” (Ragione e Sentimento). Ovviamente, l’orgoglio è rappresentato da Neji, Tenten, Shikamaru e Temari, mentre il sentimento da Ino, Sakura e Naruto. L’elemento discordante è Sai: dato che non conosce ancora bene le sue emozioni, è quello che spezza un po’ gli schemi tra le due parti.

Perché ho concluso con questo pezzo Narusakuoso? Beh, in fondo la storia è stata più centrata sui problemi tra le varie coppie e i rapporti di amicizia: Naruto e Sakura non hanno avuto tante scene, e mi sembrava carino concludere con una cosa del genere.

Vi annuncio che, per vostra disgrazia, sono al lavoro su una long fiction, probabilmente pubblicherò il primo capitolo questa settimana *_*

Grazie mille a tutti, se vi va lasciate un commentino! (le risposte le pubblicherò sulla prossima songfic della mia raccolta “Naruto’s songs).

 

 

* Lo yukata è un kimono abbastanza informale, mentre l’obi è la cintura che si usa per il suddetto abito. Se ho cannato qualcosa siete pregati di dirmelo xD

 

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BON: Come vedi, alla fine Sai e Ino hanno fatto pace xD grazie mille, se ti va fammi sapere che ne pensi di questo capitolo!

 

FallenStar: Ah, don’t worry xD come hai visto, alla fin fine non hanno combinato tanti casini, anche perché alla lunga le litigate di questi qua sono stressanti u.u piaciuto il quadro di Sai? ^^ per il 470, non è stato proprio il capitolo che mi aspettavo, ma perlomeno è scomparsa Babi-Sakura… Anche se tra lei e Naruto inizio a non capire chi sia il più imbecille xD Spero che il sommo Sai decida di risolvere la situazione, anche perché se quella pirletta va da Sasuke non penso ne esca bene… In più Kishi mi deve spiegare come potrebbe trovarlo, visto che il nostro caro emo è in un’altra dimensione… Tu che ne pensi, invece?

 

Shatzy: Tutto d’un fiato? Belin xD Beh, per Naruto e Sakura ho deciso di renderli un po’ normali, generalmente sono loro quelli che incasinano tutto quanto, quindi se per una volta aiutano gli altri male non fa ^^ sono assolutamente d’accordo sul fatto che certe cose vadano vissute da soli, anche perché sennò non si vive la propria vita ma quella degli altri ^^

Come hai visto, in realtà Tenten aveva frainteso, ma anche Neji è proprio scemo -.-“ onore a Rock Lee, è un personaggio che adoro, un vero mito xD Per Ino, sinceramente preferisco il SasuIno o lo ShikaIno, ma ho scelto Sai come fidanzato per esigenze di copione… Insomma, Sasuke in quel ruolo sarebbe stato ben peggio di Neji, quanto ad orgoglio! In effetti è un po’ pirla, ma come abbiamo visto nel manga a volte gli capita di metterci un po’ a capire certe cose, soprattutto riguardanti i sentimenti ^^ con Ino forse sono stata un po’ bastardella, ma alla fine si è risolto tutto xD Per la scena tra Shika e Ino, devo dire di averci messo un po’ a scriverla, per evitare di finire direttamente nello ShikaIno, ma ritengo di aver fatto un buon lavoro ^^ Kiba e Hinata li adoro, per me sono una coppia bellissima *_* sono tanto dolciosi!

Ripeto, per me Shika è un genio, ma con le donne proprio non ci sa fare xD In fondo lo trovo un personaggio abbastanza orgoglioso, dubito che andrebbe a strisciare davanti ad una ragazza per farsi perdonare, quindi gli ho fatto avere quest’idea idiotissima.

Grazie mille per i consigli grammaticali, che fanno sempre bene! Ho cercato di correggere in questo capitolo (poi lo farò anche con gli altri), se becchi altri errori fammelo sapere, se ti va ^^

 

 

Masashi Kishimoto©

   
 
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