Pride and Sensibility
Atto IV: … Di sensibilità perisce!
Neji sbuffò, appoggiando
il gomito sul tavolo. Stava cercando di capire chi avesse
avuto la pessima idea di mangiare in quel locale, un minuscolo ristorante
alla periferia di Konoha. Era un posto abbastanza pulito – almeno quello.. – ma, essendo in dieci, avrebbero avuto bisogno di
un tavolo decisamente grande. Purtroppo, così non era stato, e il giovane
Hyuuga stava mangiando da un’ora con il gomito di Shikamaru piantato tra le
costole.
“Ti spiace staccarti un
po’?” Sibilò alla fine il Jonin, giunto al limite
della sopportazione. Nara lo guardò scocciato.
“Non so se te ne sei
accorto, ma non c’è spazio qui.” La risposta secca del
giovane irritò Neji decisamente più del dovuto.
“Nara, leva questo
maledetto gomito o te lo taglio!” A Konoha sapevano tutti che non era facile far arrabbiare lo Hyuuga, che aveva fama di
essere praticamente imperturbabile. Perciò Shikamaru
rimase quasi sbalordito per la risposta irritata dell’amico, e si affrettò a
poggiare il braccio sul tavolo.
“Datti una calmata, Neji.”
Sbuffò poi. “Se sei così nervoso già adesso, figuriamoci tra qualche ora..” Lo Hyuuga sospirò, ammettendo
suo malgrado che il ninja aveva ragione: la serata sarebbe stata dannatamente
lunga, e non poteva permettersi di perdere la calma…
Tenten sbuffò stancamente.
L’atmosfera era decisamente fredda, ma più per
imbarazzo che per altro. La disposizione dei posti non aveva fatto che
aumentare il disagio, visto che i ragazzi si erano messi da una parte del
tavolo, e le ragazze da quella opposta. Gli unici
punti di contatto erano stati presi ovviamente da Naruto e Sakura da una parte,
e Kiba e Hinata dall’altra. In più, a tentare di condurre una conversazione erano
solo questi ultimi.
La Kunoichi scoccò
un’occhiata di sottecchi a Neji. Il ragazzo sembrava decisamente
annoiato, stava tamburellando le dita della mano destra contro il tavolo.
Tenten sapeva bene che il momento migliore per chiacchierare con il ninja era
proprio a cena, perché diventava più loquace del solito. Tornò a guardare il Jonin, accorgendosi però che lui la stava osservando.
Abbassò lo sguardo, leggermente imbarazzata, andando a fissare l’orlo dello
yukata*.
Il suddetto abito le era stato praticamente infilato a forza da Ino, che
quella sera, per sfortuna di tutte quante, aveva ritrovato il buonumore. Le
ragazze si erano preparate assieme da Temari, e nessuna era riuscita a sfuggire
alla “tortura di Ino”, come l’aveva soprannominata
Sakura, completa di trucco e acconciatura. L’Haruno aveva tentato di
protestare, ma era stata messa a tacere con
un’occhiata omicida della Yamanaka. Tenten aveva capito che le donne incinte
non andavano mai contraddette.
“Ten?”
Sussurrò proprio la bionda. “Neji ti sta praticamente
mangiando con gli occhi.” Aggiunse dopo un istante, leggermente maliziosa.
“Certo, come no..” Borbottò con aria seccata. Tuttavia,
non poté fare a meno di guardare il ragazzo un’altra volta, notando che
sembrava impegnato in una discussione con Shikamaru.
“Dici
che la serata procederà bene?” Sussurrò Sakura, alternando lo sguardo tra le
sue amiche e i ragazzi. Naruto annuì, afferrando con le bacchette un pezzo di
carne grigliata.
“Secondo me sì. Credo abbiano capito la lezione, sai?” Il Genin ridacchiò,
inghiottendo la carne, per poi rimboccarsi le maniche dello yukata. La Kunoichi
lo guardò con un mezzo sorriso: quella sera l’amico era decisamente
carino. L’abito era leggermente grande per lui, ma gli stava molto bene, anche
se il ragazzo si ostinava a portarlo con scarsa eleganza, al contrario di Neji
– impeccabile come al solito. Però,
a lei Naruto piaceva così.
“La lezione sarebbe..?” Domandò con voce divertita.
“Beh, che in un rapporto
bisogna saper mettere da parte il proprio orgoglio!” La ragazza lo guardò con
aria sorpresa: effettivamente aveva ragione. Prima che potesse
dirglielo, il ninja riprese a parlare. “ Sakura-Chan, stasera sei davvero
bellissima.”
“Oh… Grazie.” Riuscì a
rispondere la Kunoichi, arrossendo. Naruto era sempre così: riusciva a fare i
complimenti più belli in maniera assolutamente innocente, al contrario di molti
altri ragazzi. “Anche tu stai molto bene, stasera.”
Ino si guardò attorno,
tentando di trovare qualcosa da fare. Tenten non sembrava particolarmente vogliosa
di far conversazione, mentre Temari aveva un’aria decisamente
nervosa. Poco più in là, Sakura stava parlando allegramente con Naruto, e
Hinata stava facendo lo stesso con Kiba. Shikamaru e Neji discutevano piuttosto
animatamente, mentre Sai sembrava immerso nel suo
mondo personale.
La Kunoichi osservò quasi
disgustata il piatto davanti a sé. Il cibo era indubbiamente buonissimo, ma
l’odore le provocava un forte fastidio. Sapeva che si trattava di una cosa
normale per una donna incinta, però che cavolo… Lei adorava il pesce!
“Ino, guarda che
quell’affare è già morto.” Mormorò Temari, trattenendo
una risata. Effettivamente, Ino stava guardando il cibo nel suo piatto con aria
vagamente omicida, immaginandosi la testa di Sai galleggiare nel brodo.
“Forse hai ragione…”
Commentò la bionda, per poi sorridere. “Non dirmi che
ti è venuta voglia di parlare un po’! Potrei morire dall’emozione.” Concluse
sogghignando.
“Non forse, sicuramente.”
La Sabaku scoccò un’occhiataccia all’amica, trattenendosi a stento dal tirarle
una gomitata. “Evita di schiattare stasera, rovineresti tutti i piani di quei
due disgraziati…” Aggiunse dopo un istante con un cenno verso Naruto e Sakura.
La Yamanaka scosse il capo, con aria pressoché sconsolata.
“Non ci credo… Non sono capaci
di combinare qualcosa tra loro da anni, e vorrebbero risolvere i nostri
problemi?” Commentò con un sospiro. Temari scrollò le spalle.
“Almeno loro ci provano.
Conosco un pigrone apatico che non ha alcuna intenzione
di smuoversi…” Sbottò la Kunoichi di Suna. Inspiegabilmente, Ino ridacchiò.
“Oh, potresti anche
sbagliarti!”
Sai pagò
distrattamente il conto per lui e Ino, uscendo poi dal locale. La cena non era
stata tanto male, tranne per la scarsità di
conversazioni. Lui non aveva rivolto la parola a Nara, anche perché il ragazzo
aveva discusso con Neji, ma avrebbe voluto
chiacchierare un po’ con Ino. Tuttavia, la Kunoichi era seduta troppo lontana per far sì che potesse parlare con lei senza dover urlare.
“Sai?” L’Anbu si girò
velocemente, notando che la Yamanaka l’aveva raggiunto fuori
dal ristorante. “Grazie per avermi offerto la cena.”
“Figurati, era il minimo
che potessi fare.” Il ninja era ben deciso a farsi
perdonare, visti gli esiti tragici della sua pausa di riflessione. Naruto gli
aveva fatto pesare per almeno tre giorni il fatto che Sakura gli avesse dato
buca per consolare Ino, specificando che la ragazza aveva sofferto moltissimo
per le sue parole. Inoltre, lei gli mancava da morire.
“Bene, e adesso dove si
va?” Esclamò Sakura, appena uscita dal locale. Fu Naruto a risponderle.
“Al monte degli Hokage,
Sakura-Chan! È il luogo più alto di Konoha, potremo vedere bene i fuochi
d’artificio.” Detto ciò, prese la ragazza
sottobraccio, iniziando a trascinarla verso la meta. Il resto del gruppo – chi
sbuffando, chi ridacchiando – seguì i due ninja, ed iniziarono
a formarsi le prime coppie.
“Dici
che saranno davvero così belli?” Commentò Sai, affiancando Ino. La ragazza lo guardò, leggermente sorpresa, poi sollevò le spalle
sorridendo.
“Non saprei… Tanto a
Naruto basta poco per entusiasmarsi.” Rispose lei,
allentando appena l’obi.
“Già. Quel baka è sempre
allegro, chissà come mai.” L’Anbu osservò il compagno
di squadra, notando che sembrava quasi un bambino. “Stranamente, la racchia non si è innervosita…”
“Non chiamarla così, Sai.”
Il rimprovero della ragazza colpì il giovane, che dopo un paio di secondi
annuì.
“Hai ragione, scusa.” Ino
sorrise, raggiante: la serata stava prendendo un’ottima piega.
Il gruppetto raggiunse il
monte degli Hokage con un leggero anticipo, visto che i fuochi sarebbero
iniziati non prima di mezz’ora. Fortunatamente non c’erano stati incidenti:
Naruto e Sakura erano abbastanza rumorosi, visto che
di tanto in tanto la ragazza gli tirava qualche cazzotto, ma cercavano di coinvolgere
tutti quanti nei loro discorsi. Sai e Ino stavano
parlottando a bassa voce, leggermente distaccati dagli altri. Kiba e Hinata
erano spariti quasi subito, ma nessuno si era azzardato a fare battute, vista la faccia omicida di Neji, il quale invece stava
camminando con Shikamaru. Temari e Tenten discutevano davanti ai loro
rispettivi ex, che tentavano spesso e volentieri di orecchiare la conversazione
delle due.
“Ah! La vista da qui è
bellissima, vero ragazzi?” Esclamò Naruto, sdraiandosi
per terra. Sakura fece lo stesso, decisamente più
aggraziata. Shikamaru rimase in piedi, attendendo il momento migliore per
avvicinarsi a Temari.
“Hai ragione, Naruto! Si
vede tutta Konoha.” Rispose Tenten con voce allegra. Un
istante dopo, tutti quanti si girarono verso Ino, che si era inginocchiata a
terra, pallida come un cencio. Sai le teneva
una mano sulla spalla destra, con aria piuttosto preoccupata.
“Kami, Ino, stai bene?”
Domandò Sakura, allarmata, scattando a fianco dell’amica. Lei annuì, soffocando
un conato.
“Forse ha mangiato
qualcosa di strano…” Azzardò Sai. “Sarebbe meglio riportarla a casa.”
“No!” Strillò Ino,
riuscendo finalmente a parlare. “Sto bene, ho solo bisogno di riposarmi un
attimo…” Le parole della Yamanaka furono immediatamente smentite dall’ennesima
ondata di nausea. Shikamaru le si avvicinò,
guardandola preoccupato.
“Ti porto a casa.” Disse
il giovane Nara, preparandosi a tirarla su. Sai lo bloccò
con la mano destra, fulminandolo con un’occhiataccia.
“Faccio io.” Replicò
prendendo in braccio Ino, che si dimenò imbarazzata. “Non fare la bambina… A me
i fuochi artificiali non piacciono nemmeno.” Shikamaru
sospirò, incrociando le braccia sul petto. Non gli piaceva la piega che stava
prendendo la situazione.
“Domani passerò da lei… Se
scopro che l’hai ferita in qualche maniera, il cazzotto di stamattina ti
sembrerà poca cosa.” Sibilò alla fine, a voce talmente
bassa che solo l’Anbu poté sentirlo. Poi accarezzò il volto della Yamanaka,
sorridendo. “Stammi bene, Ino. Domani vengo a trovarti, va
bene?”
“Certo.” La ragazza annuì,
respirando poi profondamente. Mentre Sai iniziava ad
allontanarsi, la bionda si voltò verso il Jonin. “Ricordati della promessa che
mi hai fatto!”
Temari alternò lo sguardo tra
Ino e Shikamaru, leggermente perplessa. Si chiese di che cosa stessero parlando, notando poi che il Jonin sembrava
piuttosto divertito dalle parole della Yamanaka. Dopo un po’, vedendo che
Sakura stava tornando da Naruto, decise di avvicinarsi a Nara, in modo da poter
sciogliere il suo dubbio.
“Che
cosa hai promesso ad Ino?” Chiese con aria scarsamente interessata. Ovviamente
il giovane non ci cascò per niente.
“Cose personali…” Replicò
con voce vaga, scrollando le spalle e guadagnandosi un’occhiataccia da parte
della Kunoichi. Il ragazzo trattenne a stento una risata. “Lo saprai tra un
po’, credo. Intanto, che ne dici di guardare assieme questi
fuochi?”
“Perché
no, cry-baby. Non vorrei che avessi paura…” Commentò
ironicamente, per poi sedersi a terra, immediatamente seguita dal ninja.
“Mendekouze, quando la
smetterai di tirare fuori questa storia?” Sbuffò Shikamaru, stendendosi sul
prato ed appoggiando i gomiti sull’erba.
“Quando
tu…” Calcò bene l’ultima parola, mentre il volto assumeva un’aria torva. “…Ti
deciderai a essere meno pigro, più romantico e a
vedermi più spesso!” Sbottò alla fine. Shikamaru corrugò la fronte.
“Fammi capire, tutto
questo casino è scoppiato perché non ci vediamo abbastanza?” Replicò quasi
incredulo. Che diamine, lui aveva un sacco di impegni,
che ci poteva fare se per la ragazza non era lo stesso?
”Kami, ecco perché ti detesto…” Sibilò Temari. “Riesci sempre a far sembrare me
la bambina viziata nel torto, quando sei tu a non avere assolutamente ragione!”
“Quindi cos’è, una sfida a
chi cede per primo?” Commentò seccamente il Jonin.
Poco più in là, Naruto e
Sakura stavano osservando la situazione, piuttosto preoccupati. Temari e
Shikamaru stavano già discutendo – proprio come avevano previsto – mentre Neji
e Tenten si limitavano a starsene vicini in silenzio.
“In caso iniziassero a
picchiarsi, dici che dovrei intervenire?” Mormorò il
biondo.
“Penso di no.” Rispose la
compagna di squadra, scrollando appena le spalle. “Dai, abbiamo fatto la nostra
parte, non possiamo continuare a cercare di sistemare le cose tra tutti quanti.”
“Già, è vero.” Commentò
con un sorriso il Jinchuuriki, appoggiando poi un
braccio sulle spalle della Kunoichi. La ragazza arrossì appena: più che
risolvere i problemi altrui, lei avrebbe preferito che Naruto si decidesse a
sbrogliare la situazione tra di loro. “Beh, tanto tra
poco lo spettacolo avrà inizio!”
“I fuochi d’artificio ti
entusiasmano tanto?” Domandò Sakura, ridacchiando. Poi inclinò appena la testa,
in modo da appoggiarla sul braccio del Genin.
“Sì, un sacco.” Sussurrò
lui, gli occhi azzurri fissi sul volto della ragazza. Nel cielo, intanto,
esplose il primo botto.
“Sei assolutamente
impossibile!” Sbraitò Temari, la voce che quasi sovrastava il suono dei fuochi.
Shikamaru respirò profondamente, cercando di soffocare l’istinto di andarsene.
“Senti, perché non ne
parliamo con un po’ di calma?” Replicò il Jonin. “So
di non essermi comportato al meglio da quando sei
arrivata a Konoha, so che non sono proprio il ragazzo ideale e tutto quanto, ma
io ti amo.” La Sabaku dovette trattenersi dal prenderlo a schiaffi. Prima era
il solito irritante, e un istante dopo le diceva che
l’amava?!
“Ribadisco
che sei un ragazzo assurdo.” Borbottò lei. Shikamaru sorrise vittoriosamente:
il solo fatto che avesse abbassato la voce significava
che si stava ammorbidendo.
“Dai, Tem.”
Ora doveva solo fare l’ultimo passo… “Mi dispiace di aver preso una pausa di
riflessione, invece che cercare di capire le tue motivazioni.”
La Kunoichi sbuffò.
“Scusami.” Il Jonin quasi soffocò, sentendo ciò che aveva detto Temari.
La ragazza lo guardò malissimo. “Vedi di non farmelo ripetere, piagnone.”
“Certo.” Shikamaru sorrise ancora, cingendo le spalle della ragazza con il
suo braccio. “Comunque, scusami anche tu.” I
due si abbracciarono, poi la Sabaku sfiorò le labbra
del ninja con le proprie.
“Come al
solito, sono sempre io a prendere l’iniziativa, eh?” Commentò con voce ironica.
“Esatto, mendekouze…”
“Naruto?” La voce di Sakura
distolse il Genin dai suoi pensieri. La ragazza lo stava osservando, decisamente divertita. “Credevo ti piacessero i fuochi
d’artificio, ma tu non li hai guardati nemmeno una volta!”
“Ehm…” Il
Jinchuuriki si agitò appena, cercando di ricordarsi una di quelle frasi melense
che Jiraya usava sempre con le ragazze. Sfortunatamente, non gliene venne in
mente nemmeno una. “Scusa, stavo pensando ad altro.”
“Ossia?” La Kunoichi
sembrava decisamente curiosa, tanto che si voltò su un
fianco, in modo da poterlo guardare meglio.
“…” Rifletti, rifletti, si disse Naruto. Non poteva certo dirle che stava pensando a lei da almeno dieci minuti, e a
quanto gli sarebbe piaciuto baciarla, no? “Niente, ad una cosa che mi
piacerebbe fare.”
“È qualcosa di importante per te?” Domandò Sakura.
“Molto.” Il Genin respirò
profondamente.
“Beh, allora falla, no?”
Naruto evitò di mettersi a ridere solo con un grande sforzo. Però,
Sakura non aveva tutti i torti: al massimo lo avrebbe picchiato!
“Hai
ragione, lo farò.” Sussurrò l’Uzumaki, avvicinando il volto a quello
della compagna, per poi baciarla. La cosa più incredibile non fu il suo gesto, bensì la reazione della ragazza: invece di
picchiarlo, ricambiò il bacio. Dopo alcuni secondi, la Kunoichi si
allontanò appena.
“Sai, penso che
l’appuntamento di domani non serva più…”
Tenten e Neji camminarono
in silenzio, affiancati, lungo la via che riportava a Konoha dalla montagna
degli Hokage. Avevano assistito al bacio tra Sakura e Naruto e alla
rappacificazione tra Shikamaru e Temari, ma a parte un banale commento della
Kunoichi nessuno
dei due aveva detto altro. Anzi, a dire la verità non
si erano nemmeno guardati in faccia, troppo occupati a rimuginare sui loro
problemi – che in realtà erano comuni ad entrambi.
“Tenten?” La voce di Neji
colse di sorpresa la ragazza, che lo guardò quasi sbalordita. Aveva appena
finito di fare il conto del numero di minuti passati dall’ultima volta che lo Hyuuga le aveva rivolto la parola, e lui rovinava in un
istante tutto il suo lavoro? “Siamo arrivati a casa tua.” Aggiunse il ragazzo,
guardandola nervosamente. La maestra d’armi notò, quasi stralunata, che
effettivamente avevano raggiunto l’appartamento dove lei abitava.
“Oh.” Riuscì a rispondere
alla fine. Neji le scoccò un’occhiata preoccupata, mentre lei iniziò a far
lavorare il cervello. Villa Hyuuga era dalla parte opposta del villaggio, il
che voleva dire lui avrebbe dovuto prendere tutt’altra
direzione, a meno di non volersi fare almeno mezz’ora di cammino. “Neji, non
avresti dovuto accompagnarmi fin qui… Adesso dovrai fare un sacco di strada per
tornare a casa.” Finalmente riuscì a spiccicare una
frase sensata, mentre il ragazzo scrollava le spalle.
“Con questa festa ci sono
un sacco di ubriachi in giro, è meglio che una ragazza
non vada in giro da sola…” Tenten gli scoccò un’occhiata stizzita.
“Perché,
credi forse che non sappia difendermi?” Commentò con voce secca.
Neji si maledisse
mentalmente per quelle parole. Sapeva di non essere portato
per quei gesti galanti, in più con una ragazza come Tenten il romanticismo
andava completamente reinventato.
“Non era quello che
intendevo…” Azzardò il ragazzo, beccandosi un’occhiataccia da parte della
Kunoichi. “So benissimo che tu sei in grado di difenderti da sola da qualsiasi
cosa.”
“Quindi?”
Neji fece picchiettare nervosamente le dita della mano destra contro l’obi*.
Avrebbe dovuto immaginarsi che quello stupido libro di Sai riguardante i
rapporti con le ragazze non sarebbe servito a nulla:
forse avrebbe dovuto leggersi uno dei romanzi di Jiraya, piuttosto…
“Mh… Niente, avevo voglia
di stare in tua compagnia.” Finalmente era riuscito a dirle una frase decente.
Da quando era così indeciso e imbarazzato? Non si era mai fatto alcun problema
a dire alla gente quello che pensava veramente.
“Ecco, io ora dovrei
entrare…” La ragazza strusciò un piede per terra, senza guardarlo.
“Oh… Allora io vado.” I
due si guardarono per alcuni secondi, senza decidersi a parlare. Dopo un intero
minuto di silenzio e immobilità, Neji si decise ad allontanarsi. “Buonanotte, Tenten.”
“Stai meglio?” Domandò Sai
con voce premurosa. La ragazza annuì, leggermente pallida.
“Tranquillo, è solo un…
virus, ecco.” Rispose alla fine. Per fortuna i due erano riusciti a raggiungere
un bagno pubblico, prima che lei iniziasse a rimettere la cena. “Forse quel
pesce non era un granché.”
“Probabile. Dai, ti riaccompagno a casa…” Ino lo ringraziò con un
pallido sorriso.
“Scusami, ti ho rovinato
la serata…” Lo stomaco della ragazza gorgogliò, ma essendo vuoto aveva ben poco
da lamentarsi. L’Anbu scrollò le spalle, come se la cosa fosse di scarsa
importanza.
“Non c’è problema, e i
fuochi non sembravano poi tanto interessanti.” Il
giovane tacque per alcuni secondi. Per fortuna, il suo appartamento non era
lontano dal punto in cui si trovavano. “Ti spiace se passiamo un attimo a casa
mia? Vorrei prendere una cosa.” Ino annuì, leggermente a malincuore: l’idea la
metteva un po’ a disagio, ma non si sentiva di rifiutare, visto il
comportamento gentile che il ragazzo aveva tenuto per l’intera serata.
“Certo, nessun problema.”
Dopo pochi minuti i due
raggiunsero l’abitazione di Sai, che aveva percepito il lieve nervosismo della
ragazza. L’Anbu non ne aveva capito l’origine,
tuttavia aveva deciso di non chiederle di entrare in casa.
“Aspettami qui, arrivo
subito.” Il giovane sparì prima di poter vedere il cenno d’assenso di Ino, catapultandosi così nel suo appartamento. La tela era ancora lì – certamente da sola non si poteva muovere… -
coperta dal panno scuro. Sai la prese delicatamente,
senza guardarla, per poi uscire nuovamente nel cortile. La Yamanaka non si era
mossa di un millimetro, e lo stava guardando piuttosto curiosa.
“L’ho fatto pensando a te.
Spero ti piaccia.” Poggiò il bordo inferiore del quadro a terra, ben attento a
non rovinarlo, poi, con un gesto studiato, scostò il panno che la ricopriva.
Ino rimase sbalordita, vedendo il soggetto della tela.
Lei e Sai erano seduti
sotto un albero, fianco a fianco, e si tenevano le
mani. I loro volti erano sereni e sorridenti, come se si fosse trattato di un
momento speciale. Sullo sfondo, la Yamanaka notò che si potevano vedere tutti i
suoi amici ritratti un po’ ovunque. Ma ciò che la
stupì maggiormente fu il titolo che l’Anbu aveva dato all’opera: Famiglia.
“Kami, Sai. È bellissimo.”
Sussurrò alla fine la Chunin, senza smettere di guardarlo. Il ragazzo sorrise
felice.
“Naruto e Sakura mi hanno
fatto capire il significato dell’amicizia. Ma tu mi hai insegnato cosa vuol
dire essere in una famiglia.” Ino sentiva le lacrime
pizzicarle le guance. Capì in un istante che non ci sarebbe stato un momento
migliore per dirgli tutto quanto.
“Sai, c’è una cosa di cui
devo parlarti.”
Neji stava camminando
lentamente verso la tenuta della sua famiglia, decisamente
amareggiato. Non era riuscito a dire a Tenten che gli spiaceva per quello che
era successo tra loro, e si era limitato a lasciarla andare via. Lo Hyuuga si maledisse per la sua incapacità di parlare di
sentimenti e di far capire alle persone quanto tenesse a loro.
“Neji, aspetta!” L’urlo
dietro di sé lo fece trasalire, e il Jonin si voltò di
scatto. Tenten lo raggiunse, ansimando.
“Ma cosa...?” Neji tentò di parlare, ma fu interrotto subito dalla
voce della Kunoichi.
“Sei un tronfio cretino
egoista!” Strillò rabbiosa, agitando la mano destra stretta a pugno. “E io sono più idiota di te, perché ti amo!” La ragazza
rimase immobile, il viso rosso come un pomodoro. Lo Hyuuga
capì qual era la cosa migliore da fare: prenderla per le spalle e baciarla. E, ovviamente, così fece.
“Sì, sono un idiota.”
Mormorò verso la Kunoichi, che sorrise. “Scusami, Tenten.”
“Non fa niente. Scusami
anche tu, è che…” La maestra d’armi si interruppe.
Neji la baciò di nuovo, per poi parlare.
“Tenten, se c’è qualcosa
che non va, ti prego di dirlo. Non voglio lasciare nulla in sospeso.” Disse con
voce decisa. La Kunoichi annuì.
“Neji, non mi presenti
alla tua famiglia perché ti vergogni di me?” Domandò a bassa voce. Il ninja
rimase allibito: era quella l’origine dei loro problemi?
”Ma che stai dicendo? Come potrei vergognarmi di te?” Sbottò
quasi con rabbia. La ragazza lo guardò sorpresa.
“Ma
allora perché…?”
“Tenten, è della mia
famiglia che mi vergogno.” Neji sospirò, leggermente
stanco. “Non fraintendermi, sono fiero di essere uno
Hyuuga. Ma alcuni dei miei parenti non riescono ad
accettare che la mia ragazza non faccia parte della nostra famiglia. Volevo
solo evitare che tu soffrissi.” Le ultime parole furono praticamente
sussurrate, come se fosse doloroso anche il solo pronunciarle.
“Sai,
adesso mi sento veramente scema.” Mormorò Tenten, abbassando il volto. Il Jonin rise piano.
“Sarà, ma io ti amo così come sei.”
Ino guardò Sai quasi sconsolata. Aveva appena finito di raccontargli
tutto quanto, e lui non aveva ancora detto nulla. La Kunoichi sospirò.
“Senti, capisco che tu non
voglia avere nulla a che fare con questo bambino…” L’Anbu rimase in silenzio,
il volto praticamente indecifrabile. “Quindi, non ti fare problemi. Me ne occuperò
da sola.” La Yamanaka si accinse ad allontanarsi, quando fu afferrata per il
braccio da Sai.
“Pensavo che dovrò fare
un’aggiunta nel quadro… Non vorrai lasciare che il piccolino ne debba restare
fuori, no?” Un istante dopo si chinò a terra, appoggiando il pennello sul quadro
e disegnando un pargoletto in braccio alla ragazza. “Ecco, adesso è perfetto.”
Famiglia.
Una parola che, improvvisamente, assumeva un significato tutto suo.
Sette mesi dopo
Sai sbuffò,
scoccando per l’ennesima volta un’occhiata all’orologio. Non aveva idea di
quanto ci volesse normalmente per un parto, tuttavia
stava aspettando notizie da almeno due ore, e si stava facendo sempre più
nervoso. Accanto a lui c’erano i suoi amici e i genitori di Ino,
ugualmente stressati.
“Dai, amico. È normale che
ci mettano tanto, far nascere un bambino non è uno scherzo!” Commentò
Naruto, con una pacca sulla spalla dell’Anbu. Sai sospirò
ancora, scrollando appena il capo.
“Sarà, ma vorrei sapere
qualcosa…” Ino non l’aveva voluto in sala parto, sostenendo che la sua migliore
amica bastasse e avanzasse. La mente del giovane corse
ad un momento particolarmente divertente della gravidanza: la scelta del nome
del bambino.
“Avete deciso che nome dargli?” Domandò Temari con
voce curiosa. Lei, Ino e Sai stavano aspettando i risultati della prima
ecografia.
“Se sarà un maschio,
vorrei chiamarlo Inoichi, come mio papà!” Esclamò allegra la ragazza. L’Anbu la
guardò, prima di parlare cautamente.
“Veramente io vorrei chiamarlo Shin, come mio
fratello.” Il giovane si preparò ad una possibile
reazione violenta della ragazza – pochi giorni prima lei gli aveva
quasi rotto il naso – che però non avvenne, grazie all’arrivo di Sakura.
“Non credo dobbiate farvi problemi sul nome,
sapete?” Disse la Kunoichi, con un ghigno divertito.
“Perché, è una femmina?”
Domandò Ino, leggermente insospettita dalla faccia dell’amica.
“Oh, no. Sono due gemelli maschi.”
Il giovane ridacchiò,
ripensando all’espressione della sua fidanzata quando
lo aveva saputo. Per poco non le era venuta una crisi isterica: in meno di
dieci minuti l’aveva lasciato, ripreso e mollato di nuovo. Per fortuna lui
aveva imparato a pazientare.
“Bene, ragazzi. Abbiamo
appena finito.” La voce di Sakura lo distolse dai suoi pensieri: la Kunoichi
era appena uscita dalla sala parto. Il ragazzo scattò in
piedi, ansioso.
“Ino sta bene? Ha
sofferto? E i bambini?”
“Lei sta bene, non è
proprio in forma perché un parto non è una passeggiata, ma si riprenderà
presto. I bambini stanno bene, vuoi venire a vederli?”
Dieci minuti dopo, Sai e
Ino stavano cullando i loro figli, perfettamente
calati nel ruolo di neogenitori. Sakura riuscì a dargli un po’ di privacy
scacciando la moltitudine di persone che aveva invaso
la stanza. La Kunoichi trascinò con sé Naruto, che sbuffò irritato.
“Ma
Sakura-Chan, volevo vedere Shin e Inoichi!”
“Kami, Naruto, lasciamo un
po’ in pace quei due!” Sbottò la ragazza, levandosi il camice da lavoro.
Nonostante fosse stato un normalissimo parto – e lei, da bravo medico, era
abituata a ben peggio – l’operazione l’aveva stressata
molto, soprattutto per la preoccupazione nei confronti di Ino. Sakura era
riuscita a far sì che Tsunade in persona supervisionasse il tutto, in modo che
non fosse commesso il minimo errore.
“Sono proprio belli, vero?” Commentò il Jinchuuriki, osservando la coppia
oltre il vetro che dava sulla stanza. La Kunoichi notò con una certa sorpresa
che il ragazzo sembrava quasi rammaricato.
“Ehi, che c’è?” Gli disse
appoggiando un braccio sulle sue spalle.
“Niente, Sakura.”
L’allieva di Tsunade decise di passare direttamente alle maniere forti, tirando
a Naruto una secca gomitata che lo fece piegare in due.
“Parla,
testa quadra.”
“Ach… Sakura-Chan, non sei
esattamente delicata…” La ragazza lo fulminò con un’occhiata
omicida, quindi il ninja si decise a parlare. “Niente, è che stavo
pensando ai bambini… Mi piacerebbe diventare papà.”
Sakura rimase decisamente sorpresa dalle parole del
fidanzato, ma prima che potesse dire qualcosa, Shikamaru, Temari, Neji e Tenten
irruppero nella stanza, spezzando la quiete precedente.
“Piagnone, te l’avevo detto che erano già qui!”
“Mendekouze…”
“… Muoviti
Neji, voglio vedere Shin e Inoichi!”
“Che
noia…”
“Ma
veramente io avrei da fare!”
“Pelandrone,
muoviti!”
“Oh, che carini!”
“Tenten, piantala di stritolarmi il braccio!”
L’Haruno e l’Uzumaki
guardarono i loro amici praticamente allibiti. La
prima scosse la testa con aria sconsolata, mentre il secondo ridacchiò.
“Sai, Naruto, non avrei
mai pensato di dirlo… Ma qui dentro i più normali
siamo noi.” Il giovane annuì, divertito. “E per il
discorso di prima, ne riparliamo tra qualche mese, d’accordo?” Il futuro Hokage
di Konoha sorrise. Aveva gli amici migliori che potesse
desiderare, una ragazza che amava con tutto il cuore e due bambini a cui fare
da zio. Stranamente, il domani sembrava più roseo che mai.
Angolo dell’autrice
È finita! Gioia, gaudio tripudio ecc. So che avevo promesso il chap per lunedì, ma
ho avuto un piccolo problema (stavo per caricarlo, l’ho riletto e ho deciso di
cambiare alcune cosette). A mio parere è terribile, trasuda pucciosità
e cose del genere, ma l’ho scritto cinque volte e
questo è il risultato meno peggiore. Avevo anche ipotizzato finali diversi, ma
penso che qualcuno mi ucciderebbe se potesse conoscerli xD
Già che ci sono, potrei
anche spiegarvi da dove è nato l’orribile titolo, anche se lo avete già capito
tutti xD Mi è venuto in mente pensando a due romanzi
di Jane Austen, “Pride and Prejudice” (Orgoglio e Pregiudizio) e “Sense and
Sensibility” (Ragione e Sentimento). Ovviamente, l’orgoglio è rappresentato da
Neji, Tenten, Shikamaru e Temari, mentre il sentimento da Ino, Sakura e Naruto.
L’elemento discordante è Sai: dato che non conosce
ancora bene le sue emozioni, è quello che spezza un po’ gli schemi tra le due
parti.
Perché ho concluso con questo pezzo Narusakuoso? Beh, in fondo la
storia è stata più centrata sui problemi tra le varie coppie e i rapporti di amicizia: Naruto e Sakura non hanno avuto tante scene, e
mi sembrava carino concludere con una cosa del genere.
Vi annuncio che, per
vostra disgrazia, sono al lavoro su una long fiction,
probabilmente pubblicherò il primo capitolo questa settimana *_*
Grazie mille a tutti, se
vi va lasciate un commentino! (le risposte le
pubblicherò sulla prossima songfic della mia raccolta
“Naruto’s songs).
* Lo yukata è un kimono
abbastanza informale, mentre l’obi è la cintura che si
usa per il suddetto abito. Se ho cannato qualcosa siete
pregati di dirmelo xD
Grazie a:
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Per aver messo la storia tra i preferiti/seguiti!
BON: Come vedi, alla fine Sai e Ino hanno fatto pace xD grazie mille, se ti
va fammi sapere che ne pensi di questo capitolo!
FallenStar: Ah, don’t worry xD
come hai visto, alla fin fine non hanno combinato tanti casini, anche perché
alla lunga le litigate di questi qua sono stressanti u.u piaciuto il quadro di
Sai? ^^ per il 470, non è stato proprio il capitolo che mi aspettavo, ma
perlomeno è scomparsa Babi-Sakura… Anche se tra lei e
Naruto inizio a non capire chi sia il più imbecille xD
Spero che il sommo Sai decida di risolvere la situazione, anche perché se
quella pirletta va da Sasuke non penso ne esca bene…
In più Kishi mi deve spiegare come potrebbe trovarlo, visto che il nostro caro
emo è in un’altra dimensione… Tu che ne pensi, invece?
Shatzy: Tutto d’un fiato? Belin xD Beh, per
Naruto e Sakura ho deciso di renderli un po’ normali, generalmente sono loro
quelli che incasinano tutto quanto, quindi se per una volta aiutano gli altri
male non fa ^^ sono assolutamente d’accordo sul fatto che certe cose vadano
vissute da soli, anche perché sennò non si vive la propria vita ma quella degli
altri ^^
Come hai visto, in realtà
Tenten aveva frainteso, ma anche Neji è proprio scemo -.-“ onore a Rock Lee, è
un personaggio che adoro, un vero mito xD Per Ino, sinceramente preferisco il
SasuIno o lo ShikaIno, ma ho scelto Sai come fidanzato per esigenze di copione…
Insomma, Sasuke in quel ruolo sarebbe stato ben peggio di Neji, quanto ad
orgoglio! In effetti è un po’ pirla, ma come abbiamo
visto nel manga a volte gli capita di metterci un po’ a capire certe cose,
soprattutto riguardanti i sentimenti ^^ con Ino forse sono stata un po’
bastardella, ma alla fine si è risolto tutto xD Per la scena tra Shika e Ino,
devo dire di averci messo un po’ a scriverla, per evitare di finire
direttamente nello ShikaIno, ma ritengo di aver fatto un buon lavoro ^^ Kiba e
Hinata li adoro, per me sono una coppia bellissima *_* sono tanto dolciosi!
Ripeto, per me Shika è un
genio, ma con le donne proprio non ci sa fare xD In
fondo lo trovo un personaggio abbastanza orgoglioso, dubito che andrebbe a
strisciare davanti ad una ragazza per farsi perdonare, quindi gli ho fatto
avere quest’idea idiotissima.
Grazie mille per i
consigli grammaticali, che fanno sempre bene! Ho cercato di correggere in
questo capitolo (poi lo farò anche con gli altri), se becchi altri errori
fammelo sapere, se ti va ^^
Masashi Kishimoto©