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Autore: beat    13/11/2009    3 recensioni
Hijikata ricacciò giù tutti gli insulti che gli stavano ballando sulla punta della lingua. Non poteva cominciare ad insultare a tutto spiano il suo superiore. O forse sì. Magari poi si sentiva talmente offeso da licenziarlo in tronco. Sì, così non avrebbe dovuto affrontare quella missione! Anzi, no. Probabilmente l'avrebbe costretto a completare l'incarico e poi l'avrebbe licenziato.
Capace di tutto quel vecchio bastardo.
Genere: Generale, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Okita Sogo, Tokumori Saigo, Toushiro Hijikata
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopo di lucro.

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Capitolo II


Hijikata odiava quella situazione. Era in missione ufficialmente da meno di mezz'ora e già stava odiando profondamente quella situazione. Per l'ennesima volta in poco meno di un centinaio di metri di strada rischiò di perdere l'equilibrio.
Dannazione a quel kimono così dannatamente stretto!
Imprecando in maniera troppo poco fine per il suo attuale aspetto, Hijikata si trovò costretto a fare l'ennesima pausa in quel difficile tragitto. Il colorato abito da donna che l'avevano costretto ad indossare rendeva molto difficoltoso anche solo il camminare – non ci era abituato, lui, per la miseria! - e come se non bastasse, anche i geta che portava come calzatura non aiutavano proprio per niente!
E se Hijikata non riuscì ad esprimere a parole il suo profondo disappunto, fu solo perché il suo compagno di avventura precedette il suo lamentarsi.

“Via, Hijikata, non puoi fermarti ogni tre metri!”

“Zitto tu! Questo maledettissimo vestito è scomodo!”

“Lo sto indossando anche io, e come puoi vedere non ho tutti questi problemi!” sogghignò l'altro, come sempre felice di poter dimostrare l'inettitudine di Hijikata.

Dal canto suo, il Vicecomandante evitò di ribattere a tono, perché sapeva che ne sarebbe nata solo una lunga ed estenuante discussione, senza capo né coda. E lui in quel momento era già stanco di suo.
Sospirando, riprese a camminare, affiancato quasi immediatamente dal sorridente Okita.
Hijikata scoccò l'ennesima occhiata perplessa al suo compagno d'avventura. Sogo sembrava stranamente a suo agio, anche se era vestito e acconciato come una ragazza.
Si poteva benissimo dire che buona parte del nervosismo di Hijikata derivava proprio da quest'apparente mancanza di problemi di Sogo. E lui che aveva sperato di fargli abbassare la cresta costringendolo ad accompagnarlo in quella missione così assurda!

Purtroppo i suoi propositi di sbeffeggiare Sogo era miseramente finiti in pezzi giusto pochi minuti dopo che aveva dato al ragazzo la notizia.
Okita, per un attimo, era rimasto perplesso, forse anche un po' sconvolto, nello scoprire che anche lui doveva fingersi un travestito. Ma in meno di due minuti aveva riassunto il suo tipico sorriso storto, e con la sua solita strafottenza aveva accettato di buon grado.
Ah, come non lo capiva quel ragazzo!

Perso nei suoi torbi pensieri, Hijikata quasi non si accorse che erano infine giunti a destinazione.
Un'insegna esageratamente colorata campeggiava sul locale che avrebbero dovuto frequentare da lì in poi.
Chez Mademoiselle Saigo” diceva il cartello “Drag Queen Club”.
Hijikata tremò visibilmente.

“Hijikata, faresti meglio a darti una calmata. Così si capisce al volo che non sei convinto di essere un travestito!”

“Ma io non sono un travestito, Sogo! Come faccio ad esserne convinto se non lo sono?!”

“Uhm, tu ti fai troppi problemi, Hijikata.”

“E tu te ne fai troppo pochi! Perché sei così tranquillo?!”

“Perché io sono molto professionale nel mio lavoro!”

“Stai forse insinuando che io non lo sono?!”

“Ovvio che non lo sei, Hijiko.”

“Come osi?! E poi, chi diavolo sarebbe Hijiko?!”

“Ma ovviamente tu, Hijikata. È il tuo nuovo nome! Ricordati che siamo sotto copertura. E poi ti serviva un nome d'arte!”

“Ma perché proprio Hijiko?!”

Sogo assunse un'aria meditabonda, leggermente corrucciata.
“Forse preferisci Toshiko?!”

“No, non mi piace! Non mi piace nessuno dei due! E non mi piace questa situazione!”

“Dovrai fartela piacere, Hijiko!”

“Ma tu ci pensi la notte a queste cazzate?! E poi: smettila di chiamarmi così, Sogo!”

“No, no!” lo ammonì il ragazzo “Non mi chiamo Sogo!”

Hijikata non poteva crederci.
Sogo aveva davvero preso sul serio quella cosa!

“E sentiamo, come ti chiameresti? Soko? Sogoko?!”

Okita gli scoccò un sorriso dolcissimo, talmente carino da fargli venire i brividi per tutta la colonna vertebrale.
Faceva paura!

“Chiamami pure Sadiko!”

“Sai, Sogo, a volte mi chiedo se tu sia un idiota o un cretino.”

“Perché? Che ho detto di male?!”

“Ma come si fa una ballerina a chiamarsi 'Sadico'?!”

“No, lo pronunci male. Non è Sadico. È Sadìko. Con l'accento sulla 'i'. E poi si pronuncia con la 'k'.”

“Cambia molto?!”

“Moltissimo, Hijikata. È per questa tua approssimazione di fare che verrai radiato dalla Shinsengumi. Ah, e visto che non ti piacciono né Hijiko né Toshiko come nomi, spero almeno che non avrai nulla da ridire su Mayoko!”

Era in momenti come questi che Hijikata desiderava spasmodicamente afferrare la propria katana, sguainarla e avventarsi con ferocia contro Okita. E fargli tanto, ma proprio tanto male.
Sogo doveva ringraziare il cielo che al momento lui non avesse spade a portata di mano. Purtroppo sarebbe sembrato molto strano per delle ballerine andarsene in giro con le spade al fianco, per cui i due agenti sotto copertura avevano dovuto lasciare le fidate armi. Al momento disponevano solamente di qualche pugnale abilmente nascosto tra le vesti, e l'immancabile bazooka. Il loro modello “Shinsengumi-approved” era fenomenale: si riusciva a nascondere anche nei posti più improbabili.

Per cui, in mancanza di katana, Hijikata pensò di risolvere la questione alla vecchia maniera. Afferrò Sogo per il bavero del kimono e si preparò a colpirlo con un sonoro pugno sul naso.
Ma, fortunatamente per Okita, la porta del locale si aprì proprio mentre Hijikata stava caricando il colpo. Sulla soglia comparve una...persona che cominciò a fissarli in maniera piuttosto perplessa.
Anche i nostri due eroi la fissarono abbastanza perplessa.
E dopo qualche attimo di perplessità generale, la ragazza si lasciò andare ad un'esclamazione di gioiosa sorpresa.

“Ma voi...” praticamente si era fiondata loro addosso, abbracciandoli “...voi dovete essere le nuove ballerine! Vi stavamo aspettando care! Che piacere conoscervi! Oh, ma come siete carine!”

Hijikata sentì un altro brivido freddo lungo la schiena.
E di nuovo l'impulso di affettare tutto quello che gli si parava davanti.
E di prendere a pugni Matsudaira. Solo lui poteva aver avvertito il locale che sarebbero arrivate delle nuovo intrattenitrici. Doveva essersi messo d'accordo con la proprietaria. Maledetto vecchiaccio!

Hijikata e Okita vennero praticamente trascinati di peso all'interno del locale. La ragazza che li aveva così calorosamente accolti intanto aveva preso a strillare a gran voce, richiamando l'attenzione di tutte le altre ragazze che lavoravano nel locale. In meno di mezzo minuto, erano spuntata almeno una dozzina di ragazze.
I due non avevano fatto in tempo a dire, fare o pensare nulla, che erano stati presi d'assalto dai commenti e dalle lusinghe delle loro nuove colleghe.

“Oh, ma che carini!”

“Vero? Sono così giovani! Accidenti, ci ruberanno tutti i clienti così!”

“Ma sono davvero carine, non trovate? Quella giovane poi è davvero carinissima!”

“Sì, l'altra ha bisogno di qualche ritocco, mi sa. Ha il trucco tutto asimmetrico!”

“Sì, e poi i capelli! Ragazze, bisogna decisamente fare qualche cosa per quei capelli! Sono così scialbi!”

“Questa qui invece è così carina con quei codini così sbarazzini! Ah, che amore!”

“E che bel vestito! Si, si, proprio un buon gusto nel vestire!”

“Oh, sono così felice! Delle nuove amiche!”

“Si, che bello! Ragazze, andremo molto d'accordo, ne sono più che certa!”

E in tutto questo Sogo si era limitato a sorridere, mentre Hijikata cercava di reprimere ora i conati ora gli impulsi omicidi.
La sua sopportazione era al limite e ancora non si erano presentati!

“Ragazze, insomma! Che cos'è tutto questo baccano?!”

Dalla stanza a fianco emerse quella che doveva essere la proprietaria del locale.
Hijikata deglutì.
Era un gigante, alto quasi due metri, largo come un armadio. E vestito di rosa.
L'accostamento era decisamente terribile, ma anche conciato in quella maniera Hijikata non poté non percepire l'aura di forza che quella persona emanava. Doveva essere qualcuno di molto, molto pericoloso quando si arrabbiava. Lo diceva chiaramente anche il cipiglio che aveva dipinto in faccia.

“Maman! Sono arrivate le ragazze nuove!”

A quella notizia, l'omaccione si illuminò, e ciò lo rese ancor più spaventoso agli occhi di Hijikata. Sorrideva in maniera esageratamente allegra, ma il cipiglio terribile non se ne era andato dal suo viso, e questo non fece altro che terrorizzare ancora di più il ragazzo.
E fu solo per la sua grande forza di volontà che riuscì a rimanere immobile, mentre il gigante gli andava incontro per abbracciarlo – o meglio, stritolarlo.

“Ma che piacere conoscervi ragazze! Io sono Mademoiselle Saigo, ma voi potete chiamarmi Maman! Sono sicura che andremo d'amore e d'accordo!” e di nuovo quel sorriso a trentadue denti con cipiglio pauroso.

Sogo, apparentemente per nulla impressionato, rispose con un sorriso gentile e presentò se stesso e la sua amica.

“Molto piacere! Io mi chiamo Sadiko! Mentre lei è Mayoko!”

“Ma che nomi deliziosi!”

Hijikata sorrise meccanicamente.
E dentro la sua testa stavano proiettando un bellissimo film su come ammazzare il più dolorosamente possibile il vecchio Matsudaira.




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Note del testo:

- geta: sandali di una scomodità immane. Vi rimando a Google immagini, che non so bene come spiegarveli.

- Hijiko, Toshiko, Sadiko, Mayoko: il modo più semplice per convertire un nome maschile in uno femminile è di sostituire l'ultima sillaba con il suffisso "-ko". Naturalmente è una regola generale, i casi particolari purtroppo non mi sono noti.

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Angolo dell'Autrice:

Premetto che questa storia sto facendo molta fatica a scriverla. Per cui mi scuso già da ora se gli aggiornamenti non saranno molto rapidi e la storia non molto brillante. Abbiate pazienza, ma ho parecchio da fare con l'università, e ciò prosciuga le mie energie psico-fisiche .___.

In ogni caso, volevo ringraziare tutte le persone che hanno messo questa storia tra i preferiti e tra le seguite.
Omaggio grafico a tutte/i voi! ^o^

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E un ringraziamento in più per coloro che hanno commentato:

- mizukage: Assolutamente! Ci sarà profusione di fiocchi! XD Come puoi benissimo vedere dall'immagine qui sopra! XD

- Gintokina: Le missione peggiori toccano a Toshi per il semplice motivo che è lui il personaggio serio della storia. Ad umiliare Gintoki non ci sarebbe gusto, visto che lui è il primo che non se la prende più di tanto! XD

- Sayoko_Hattori: Matsudaira si diverte particolarmente a causare guai alla Shinsengumi! XD Maledetto adorabile vecchiaccio! Mi fa ridere un sacco!

- asuka_excel: Ti devo ringraziare immensamente per il nome di Toshi. Davvero, non mi era proprio venuto in mente che potevo utilizzare una storpiatura di 'maionese'! XD Decisamente più azzeccato di quelli a cui avevo pensato io! Purtroppo per Sogo ho tenuto il nome che avevo pensato io, ma per il semplice motivo che in italiano è più divertente ed evocativo Sadiko rispetto a Sadoko. In ogni caso ti ringrazio di nuovo per il suggerimento! ^o^



Fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat




   
 
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