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Autore: tikei_chan    16/11/2009    1 recensioni
[Twilight;Harry Potter]
1° al contest Twilight crossover, di Kikyo90
Hermione si sentì improvvisamente a disagio; fece un passo indietro, ma in quel momento ancora i loro occhi s’incrociarono. Quelli di lui, tornati sereni, la stregarono nuovamente.
A lei non piace quella minuscola città dove i suoi si sono trasferiti; è infinitamente noioso stare lì dopo le mille avventure vissute a Hogwarts - e pensare che è solo al secondo anno! -
Ma la tranquillità è assai preferibile a certe avventure...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Flat Calm
 

Un gelido alito di vento la sorprese, appena uscita di casa, ricordandole che, nell'inverno della penisola di Washington, le cinque di sera non erano l'orario adatto per andarsene in giro unicamente col cappotto.
Rabbrividendo si strinse nel tessuto leggero e quasi fece cadere maldestramente i due libri che aveva fra le braccia. Uno era un classico delle sorelle Brönte, una vecchia edizione tutta sciupata, l'altro un testo scolastico sul quale voleva effettuare delle ricerche.
Rimuginando, accelerò in direzione del parco, sempre più presa dalla stessa malinconia che l'aveva indotta ad uscire di casa.
Là dentro in compagnia dei suoi genitori a volte proprio non riusciva a stare.
Oh, non che fosse colpa loro, certo! Loro erano fantastici, la circondavano d'affetto e attenzioni, era solo... le mancava qualcosa, ecco.
La ragazza sospirò, facendo congelare il fiato caldo in una nube di vapore davanti al viso.
A volte si sentiva fuori posto, come un pesce fuor d'acqua che annaspa nell'aria, strappato dal suo habitat.
Alzò il viso per guardarsi intorno e constatò ancora una volta quello che pensava da quando si erano trasferiti lì: quella città era triste. Desolata, grigia, vuota, deprimente.
Forse esagero si disse.
Solo che l'atmosfera di quel posto era così priva di... magia.
Così tranquilla – per non dire noiosa – e ristretta! Lì non succedeva mai nulla.
Hermione non era più abituata a vivere una vita piatta, priva di adrenalina e di avvenimenti incredibili. Quella per lei era diventata la normalità.
Le sembrava che le vacanze di Natale stessero durando molto più dell'anno precedente, il primo a Hogwarts, ma si consolò pensando che dopotutto mancavano una decina di giorni al suo rientro a scuola.
Un debole sorriso le si dipinse sul volto al pensiero di quel posto che tanto amava, dove aveva lasciato anche le persone a cui, dopo la sua famiglia, teneva di più.
Ancora sognante sollevò gli occhi da terra e si stupì di essere già arrivata davanti al parco naturale. Poteva indovinare le sagome dei primi alberi della riserva qualche decina di metri di fronte a lei, celati quasi interamente dal buio della sera.
Già si vedeva accoccolata alla luce di un lampione a leggere i suoi libri, per almeno una mezz'ora di pace.
“Ehi, stai andando anche tu al parco?”
Hermione si fermò, irrigidita per la sorpresa.
Girò il volto a sinistra, verso la strada scarsamente trafficata, ma non vide nessuno.
“Ma quello è Cime tempestose! Davvero bellissimo, l'altro cos'è?”
La ragazza si volse allora a destra, notando con una certa sorpresa che lo sconosciuto le era di fianco.
Vide una testa di capelli chiari chinarsi verso i volumi stretti fra le sue braccia, non fece in tempo a nasconderli che…
“Storia di Hogwarts? Che libro è?” disse, con voce incuriosita”Non l’ho mai sentito.”
Lei boccheggiò pensando ad una risposta, che fortunatamente non tardò ad arrivare.
“Oh, è un libro fantasy. Uno appena uscito, sai.” Si sbrigò ad aggiungere.
Il ragazzo fece un cenno affermativo, poi gettò un’occhiata alla strada, come fosse stato distratto da qualcosa.
Hermione colse allora l’occasione per osservarlo meglio e notò, senza stupirsi, che era un ragazzo giovane e, pensò arrossendo leggermente, anche molto bello.
In realtà era come se se lo aspettasse; le era venuto spontaneo immaginare, associata alla voce calda e suadente che aveva sentito, una persona di bell’aspetto.
Interruppe quei pensieri il brusco movimento che lui fece, rigirandosi verso di lei. Sembrò che volesse afferrarle il braccio, ma prima ancora di averlo sfiorato cambiò idea, e mise invece velocemente la mano in tasca, attirando poi l’attenzione di lei con un bellissimo sorriso.
“Sembra interessante. È bello?” Chiese quindi, tornando a parlare del libro.
Qualcosa era cambiato sul suo viso.
Hermione si sentì improvvisamente a disagio; il suo sguardo non la rassicurava più come poco prima, anzi la inquietava.
Come un fulmine a ciel sereno, le venne in mente ciò che avrebbe dovuto pensare non appena lui le aveva rivolto la parola, la regola base della sopravvivenza: non si parla con gli sconosciuti.
Era stata una sprovveduta. Ora si sentiva stupida per aver abbassato le difese solo perché le si era presentato davanti un tizio carino; non aveva nemmeno con sé la bacchetta!
Fece un passo indietro, ma in quel momento ancora i loro occhi s’incrociarono. Quelli di lui, tornati sereni, la stregarono nuovamente ed Hermione si convinse che di certo non potevano appartenere ad un malintenzionato.
“Io…beh, sì è interessante.”
Sorrise lui, in una maniera che la ragazza non aveva mai visto.
“Perfetto, ero giusto in cerca di nuove letture. Dunque potresti darmi il titolo?”
Dicendo questo infilò la mano in tasca, ed Hermione vide che afferrava qualcosa. Fu percorsa da un brivido inspiegabile lungo la schiena. Paura forse?
Quasi sorrise per il sollievo quando lui ne estrasse un piccolo taccuino.
In effetti in quell’attimo aveva davvero temuto, ma si rese conto che ormai era in ballo, qualsiasi cosa fosse successa non avrebbe potuto scappare. Solo sperare per la sorte migliore.
“Ehm, Storia di…” Cominciò a dettare, sollevata dal fatto che tanto lui non avrebbe mai potuto trovare quel libro in una qualsiasi biblioteca.
“Aspetta, non c’è abbastanza luce.” la interruppe lui, guardandosi poi attorno “Oh, ecco un lampione.”
Si diresse verso un minuscolo vicolo alle loro spalle, che Hermione neanche aveva notato.
Era profondo all’incirca 5 metri, e più o meno a metà c’era una specie di lampioncino tondo che emanava una luce gialla intensa. La strada terminava poco più in là in un muro di cemento.
Il ragazzo camminò disinvolto nel corridoio fra le due pareti e si posizionò vicino al lampione, mentre ancora Hermione stava fissando l’entrata, dubbiosa.
Guardandolo alla luce poteva ora scorgere qualcosa di strano, di oscuro, che non sapeva definire, nei suoi tratti. Nonostante questo avanzò svelta in sua direzione, cercando di non lasciarsi sopraffare dalla paura.
Aveva appena fatto il primo passo all’interno del vicolo, quando sentì un fruscio inquietante provenire da chissà dove nelle vicinanze. Lui pareva non essersene accorto, il suo sguardo era rimasto puntato su di lei.
Hermione, ora quasi terrorizzata, si avvicinò ancora, raggiungendo finalmente colui che la stava aspettando.
“Quindi?” chiese lui sollevando entrambe le mani per prendere nota.
“Storia di Hogwarts, di Philip Nigel.*
Sussurrò, senza guardarlo. Fissava le pareti per scorgere la fonte del rumore che poco prima l’aveva turbata. Magari era stata solamente una sua suggestione.
Rinunciando alla ricerca, si voltò.
Ebbe l’impressione che lui non stesse affatto scrivendo; vide le sue mani stringere il taccuino e la penna, immobili.
Lui alzò la testa, fece un passo avanti. Gli occhi brillavano, gialli, illuminati dal lampione che gli era affianco.
Hermione accostò i palmi al muro gelato alle sue spalle, trattenendo il respiro.
Le mani di lui si aprirono, liberando gli oggetti stretti fino a un attimo prima, che caddero tintinnando e frusciando.
Mosse il braccio così rapidamente, che Hermione poté solo accorgersi del dolore che improvvisamente le infiammava la spalla sinistra.
Quando aprì gli occhi vide ciò che già aveva immaginato: lui le stringeva un braccio, col viso a pochi centimetri dal suo.
Stava alzando anche l’altra mano, quando di nuovo Hermione fu costretta a chiudere gli occhi, forzata dal boato di un rumore stavolta vicinissimo a loro.
Li riaprì, troppo curiosa di capire cosa stesse succedendo, solo quando sentì il braccio libero dalla presa del ragazzo.
Vide un uomo di spalle, con il corpo proteso in avanti, la schiena curva e le braccia allargate. Era chino su qualcosa, o qualcuno, che giaceva a terra.
Si raddrizzò e in un baleno scomparve, come inghiottito dal nulla, senza neanche girarsi.
Le sembrò di averlo visto saltare sul tetto e correre in direzione del parco, ma non poté esserne sicura poiché non le era possibile vedere molto lontano a causa dell’oscurità.
In ogni caso non era neppure certa che gli avvenimenti dell’ultimo minuto fossero accaduti davvero o fossero solo frutto della sua fantasia.
Ancora stordita abbassò lo sguardo e lo pose accidentalmente sul corpo del ragazzo, probabilmente svenuto, appoggiato al muro di fronte a lei, da dove poco prima se n’era andata l’ombra.
A guardarlo così sembrava del tutto innocuo, ma aveva appena avuto la dimostrazione che l'aspetto molte volte trae in inganno. Non si sarebbe dimenticata molto presto di questa lezione.
Abbassò le palpebre.
Immagini, flash vivissimi le scorrevano davanti agli occhi mentre cercava di regolarizzare il respiro e di riprendere contatto con la realtà.
Non riusciva ancora a capacitarsi di essere stata così ingenua, così stupida. Lei. Stupida.
Riaprì gli occhi e si alzò, rendendosi conto solo in quel momento di non avere più i libri.
Individuatili ad un metro di distanza li raccolse un po’ impacciata e si voltò imboccando l’unica uscita. Non osò riguardare il ragazzo, aveva paura di quello di avrebbe fatto se fosse rimasta ancora lì con lui.
Tornò a casa. Senza nemmeno considerare il parco svoltò immediatamente a sinistra, ansiosa di trovare un po’ di pace nella sua noiosissima casa di Babbani.
Noiosa, ma tranquilla.

 

 

 

 

 

 

 



 

* Nome inventato, non sono riuscita a rintracciare da nessuna parte quello vero.

 

 

Premetto, non come una scusa, che questa è stata la mia prima crossover...e tutto sommato il risultato non mi dispiace neanche poi tanto. Questo nonostante il fatto che, come sottolineato dalla giudice Kikyo90, Hermione è un po' OOC poiché sembra improbabile che si comporti così.

Comunque spero sia piaciuta a quelli che hanno deciso di leggerla e sono arrivati fino alla fine =)
Ah, aggiungo che ho cercato di creare un fraintendimento sull'identità dell'aggressore (infatti come si capisce alla fine non è un vampiro, mentre invece lo è colui che salva Hermione). E non ho dato indicazioni precise sulla fisionomia dell'uomo che aiuta la ragazza, per lasciarvi liberi di immaginare chi preferite in quei panni.





 

 


   
 
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