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Autore: lisa76    19/11/2009    26 recensioni
Tutti Umani!!! Ed e Bella si conoscono da quando erano piccoli, ma si rincontrano solo dopo 10 anni e nessuno sa che si conoscono. Per chi mi conosce posso dire che è scritta in modo diverso dalle altre mie storie. Spero di avervi incuriosito.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rincontrarsi cap 1 Ciao a tutte/i!!! Rieccomi, non ho resistito ho dovuto postare anche questa nuova storia.
Premesse alla storia:
  • sono tutti umani!
  • Durerà pochi capitoli 
  • E' scritta in maniera diversa dalle altre mie storie. 
Come sapete sono completamente fusa e questa storia ne è la prova è nata da un sogno, si avete capito bene, sogno Ed e Bella, sono da ricovero =(  Il sogno per la precisione riguardava la scena dell'albero che leggerete nel secondo capitolo. Fatto sta che da quel sogno non ho pensato ad altro, continuavo a vivere la storia nella mia testa, finché non mi sono seduta al pc e ho cominciato a scrive, 40 pagine in 3 giorni, storia praticamente finita, ma non riesco a pensare ad altro quindi ho deciso che visto che comunque non scrivo e non penso ad altro tanto valeva postare anche questa storia.

Ricapitolando l'aggiornamento sarà settimanale, di venerdì per la precisione. Così riesco ad organizzarmi.
lunedì -
Incredibilmente Noi

mercoledì - L'Antidoto

venerdì - Rincontrarsi.

Ok ho finito di rompere, ditemi che ne pensate, sapete che ci tengo. Ovviamente per chi non ha letto le altre due l'invito è quello di farlo ora =)
Bacioni Lisa

Capitolo 1

<< Buongiorno. Sono Isabella Swan, potrei avere il mio orario per favore? >> la signora grassoccia e con un impossibile tinta per capelli alzo il viso e si trovò di fronte una giovane ragazza mora con i capelli lunghi e leggermente mossi, due occhi grandi e profondi di un caldo color cioccolato, sembrava triste.

Non c’era dubbi quella era la figlia del capo Swan, istintivamente la donna provò un senso di affetto per quella giovane vita che aveva già incontrato tante difficoltà sulla sua strada. Si aprì in un caldo sorriso facendole segno di avvicinarsi.

Era certamente una bella ragazza, non nel senso classico della parola, ma aveva un fascino particolare. I ragazzi del Forks Higs School avrebbero fatto a gara per ricevere le sue attenzioni, di questo ne era certa.

<< Buongiorno a te mia cara, sei la figlia di Charlie? >> chiese premurosa ottenendo un cenno affermativo dalla ragazza.

<< Benvenuta, questi sono i tuoi orari, la piantina della scuola e il foglio presenza da far firmare ad ogni professore. Alla fine della giornata dovrai riportarlo qui >> disse tranquilla mentre la ragazza continuava ad annuire.

Chissà se gli mancava la madre, da quello che aveva sentito in giro, la madre era decisamente una donna non convenzionale, da quello che si sapeva in città, l’ex signora Swan aveva fatto carte false per tenere con se la figlia e ora dopo quasi sei anni la rimandava dal padre ed oltretutto ad anno scolastico iniziato.

Il Capo della polizia locale, Charlie Swan era un bel uomo, decisamente taciturno, ma affascinante. Non parlava mai del suo passato a Phoenix e soprattutto dell’ex moglie, ma della figlia sì e quando lo faceva, gli s’illuminavano gli occhi.

La ragazza ringraziò educatamente uscendo dalla segreteria e tentando di orientarsi nella nuova scuola, nonostante contasse meno studenti di quella che frequentava a Phoenix sembrava un labirinto, infatti era divisa in tanti edifici numerati ed adibiti alle varie funzioni.

Mentre studiava la piantina Bella, che non usava mai il suo nome completo perché le sembrava troppo altisonante, ripensava allo sguardo della signora della segreteria. Sapeva chi era, ma d’altronde chi in quella città non sapeva che la figlia di Charlie era arrivata. Perfetto! Soprattutto per una come lei che odiava stare al centro dell’attenzione.

Sbuffo tornando a concentrarsi sulla piantina e non accorgendosi che qualcuno le si stava avvicinando.

<< Tu devi essere Isabella Swan >> disse tutto allegro un ragazzo biondo, aveva gli occhi azzurri e i capelli sparati sulla testa. Il sorriso era aperto e cordiale.

Isabella timida per natura arrossì incrociando gli occhi con il nuovo venuto.

<< Bella basta >> mormorò appena, lui sorrise annuendo.

<< Io sono Mike, Mike Newton >> disse porgendogli la mano, che fu subito stretta dalla ragazza.

<< Ti serve aiuto? Che lezione hai? >> disse lui avvicinandosi, lei istintivamente fece un passo indietro.

Non le piaceva che le persone le stessero troppo vicine, non era una da abbracci o smancerie.

Lo sguardo interrogativo del ragazzo la fece arrossire ancora di più.

<< Inglese >> mormorò.

<< Perfetto! Il mio stesso corso, se vuoi ti accompagno >> disse Mike ritrovando tutta la baldanza di un attimo prima. Bella annuì e gli regalò un timido sorriso.

Era invadente ma cordiale, probabilmente non aveva cattive intenzioni, così decise di lasciarsi un po’ andare e chiacchierarono allegramente fino all’aula dove Mike la presentò al professore e le scostò la sedia per farla sedere accanto a lui.

Si notevolmente invadente.

 

Quella mattina arrivando a scuola Edward e i suoi fratelli avevano scorto uno strano fermento nel cortile della scuola.

Scendendo dalla sua adorata Volvo fu travolto da una massa di riccioli color miele.

<< Eddy amore >> pigolò la ragazza stringendosi al suo petto, Jessica lo spasso del momento.

Non era male se stava zitta e ferma, ma quando parlava era una vera piaga.

<< Non chiamarmi Eddy e non chiamarmi amore >> la apostrofò duro per poi scrollarsela di dosso girandosi per chiudere la portiera della macchina.

<< Ti sei svegliato storto? >> chiese lei accarezzandogli il petto, un sorriso beffardo si disegnò sulle labbra del ragazzo.

Era bello e lo sapeva, faceva impazzire le ragazze e sapeva anche questo e più le trattava male e più quelle tornavano a cercarlo, così non si fece tanti problemi a risponderle << No sei tu che mi irriti >> per poi voltarle le spalle e raggiungere i fratelli sulla scalinata.

Alice lo guardò male, ok non sopportava nemmeno lei Jessica, ma trattarla così era sbagliato.

Edward le sorrise indifferente a lui non importava un bel niente di quella ragazza come non gli era mai importato di quelle prima e come non gli sarebbe importato di quelle dopo.

L’amore non esiste, era il suo motto subito seguito da allora perché non divertirsi. Entrambe le cose però lasciavano parecchio perplessa Alice.

Tra i cinque fratelli Cullen loro due erano quelli che avevano legato di più, si consideravano e si comportavano proprio come fratelli, persino di più di Rose e Jaz che fratelli lo erano sul serio.

Non che gli altri non avessero legato, anzi, si erano perfino innamorati ma il rapporto tra Edward ed Alice era particolare.

Si volevano un mondo di bene, si capivano e si sostenevano a vicenda, proprio come due veri fratelli, e proprio come tali litigavano.

Ultimamente il motivo del contendere era sempre lo stesso, il pessimo comportamento di Edward con le ragazze.

Era un bel ragazzo, intelligente e molto portato per lo studio e lo sport, e proprio per questo era uno dei ragazzi più popolari del Liceo, ma per quanto riguardava i rapporti con le ragazze era un vero e proprio stronzo.

Tutte cadevano ai suoi piedi e lui prontamente ne approfittava.

Alice stava per partire con la solita arringa quando lui la blocco con un gesto della mano.

<< L’oca non ha tutti i torti, mi sono svegliato storto stamattina, quindi per favore evita. Poi cos’è tutta quest’agitazione? Viene in visita il Papa? >> chiese Edward ridendo e facendo ridere anche Emmet, anche con lui aveva un ottimo rapporto.

Il fratello più grande e non solo per età era, fra tutti i Cullen, il più allegro e spensierato.

Non era una cima, ma se la cavava sempre.

Dove non arrivava il suo cervello arrivava la sua simpatia o alle volte i suoi muscoli e ne aveva veramente tanti.

<< Come non lo sai? >> chiese Rosalie scocciata stringendosi ad Emmet.

<< Stamattina arriva la nuova ragazza, la figlia del capo Swan >> aggiunse per poi catturare le labbra del suo ragazzo e trascinarlo all’interno dell’edificio.

<< Una nuova preda? >> chiese Jasper ridendo.

<< Probabile >> rispose Edward sornione per poi aggiungere ghignando. << Ho proprio bisogno di un po’ di novità >>.

<< NON. CI. PROVARE. >> sibilò Alice tutta rossa per la rabbia. << Quella ragazza ha già abbastanza problemi per conto suo senza che tu la faccia soffrire per un po’ di “sano” divertimento, come lo chiami tu >> Alice era decisamente alterata.

Sua madre e suo padre le avevano spiegato a grandi linee la storia della ragazza, a sua volta raccontatagli dal padre.

Charlie Swan non era un tipo da confidenza, ma conosceva i coniugi Cullen dai tempi di Phoenix e il fatto di essersi ritrovati tutti in quella sperduta cittadina dello stato di Washington aveva rinsaldato quella vecchia conoscenza facendola sfociare in una bella amicizia.

Quando Charlie aveva saputo del trasferimento di Bella era corso a casa Cullen invocando l’aiuto degli amici.

Esme si era occupata di arredare la stanza di Bella nella casetta di Charlie e aveva chiesto l’aiuto di Alice, la più portata delle sue figlie per queste cose.

Così Alice aveva scoperto un sacco di cose sulla nuova alunna, non ultima il fatto che aveva vissuto nello stesso orfanotrofio di Edward quando era bambina.

Sì perché anche Isabella, come tutti loro, era stata adottata e precisamente nello stesso anno in cui i Cullen avevano adottato Edward.

Probabilmente i due si conoscevano, ma Alice basandosi sulle sue personali esperienze dubitava che si sarebbero riconosciuti.

Alice ora aveva un obiettivo: diventare amica di Isabella Swan e soprattutto proteggerla da quello sventato di suo fratello.

 

Le lezioni si susseguirono noiose come solo la scuola sa essere.

Isabella prestava attenzione e prendeva appunti, era sempre stata una brava studentessa, gli unici problemi che aveva erano con la matematica. I numeri proprio non volevano saperne di entrarle in testa, ma si sarebbe impegnata a fondo, Charlie doveva essere fiero di lei.

L’era mancato tanto in quei sei anni, era con lui che voleva stare dopo il divorzio ma Reneè glielo aveva impedito.

Delle volte si chiedeva come aveva fatto quella donna ad ottenere la custodia quasi esclusiva su di lei, Reneè che era la persona più inaffidabile della terra.

Le voleva bene questo sì, ma non quanto a Charlie.

Per un attimo pensò con tristezza agli ultimi sei anni, non erano stati brutti intendiamoci, ma con Charlie vicino sarebbero stati certamente meglio.

Le c’erano voluti anni a convincere la madre a lasciarla andare a vivere con Charlie e se non fosse stato per il nuovo marito di sua madre, che di avere una ragazza, oltretutto di pochi anni più giovane di lui, in giro per casa non ne voleva sapere, non ci sarebbe mai riuscita.

Così finalmente Reneè aveva ceduto lasciandola libera di raggiungere il suo amato Charlie.

Persa nei suoi ricordi non si rese minimamente conto che i suoi nuovi amici l’avevano condotta alla sala mensa.

Angela, una dolce ragazza che aveva conosciuto alla seconda ora, la prima che non l’aveva subissata di domande sul suo passato le camminava a fianco.

Gentile e premurosa Angela si era offerta come suo cicerone e ora le avrebbe presentato alcuni amici e il suo ragazzo durante la pausa pranzo.

Si sedettero al tavolo e dopo un breve giro di presentazioni si misero a mangiare.

Un gridolino fece indirizzare gli occhi di Bella verso un tavolo poco distante.

C’erano sei ragazzi seduti a quel tavolo tre ragazzi e 3 ragazze.

Il gridolino veniva da una delle tre ragazze, era piccolina e con una folta capigliatura riccia color miele, se non ricordava male doveva trattarsi di Jessica, stava praticamente incollata ad un ragazzo dai capelli ramati che con poca gentilezza l’aveva letteralmente buttata giù dalle sue ginocchia.

<< Mi sa che i giorni della cara Jess con Cullen stanno volgendo al termine >> disse Ben distrattamente guardando nella medesima direzione di Bella e accarezzando distrattamente i capelli di Angela, la sua ragazza.

<< Beh infondo hanno resistito quasi due settimane, quasi un record per lui >> convenne Angela, come se quelle discussioni fossero all’ordine del giorno, poi incrociando lo sguardo curioso di Bella si accinse a spiegare.

<< Quello è il tavolo dei fratelli Cullen, sono in cinque, tutti adottati dal Dottor Cullen e signora, il ragazzone bruno si chiama Emmet e sta con Rosalie la bionda, l’altra ragazza quella mora, si chiama Alice e sta con il biondo Jasper, che è fratello naturale di Rosalie, che io sappia sono gli unici ad essere veramente fratelli. >> disse Angela perdendosi un attimo in quella considerazione e dando così il tempo a Bella di studiare la famiglia Cullen.

Nell’istante in cui i sui occhi si posarono sul quinto componente della famiglia il suo respiro venne meno, quegli occhi verdi, quei capelli …

Non poteva essere lui!

Contemporaneamente Angela riprese a parlare << Poi c’è lui, lo sciupa femmine dalla Forks Higs School, studente modello, capitano della squadra di Basket e stronzo di prima categoria, Edward Cullen >> concluse.

A quelle parole Bella sbiancò, lo sguardo incatenato a quello di Edward altrettanto stupito, che parlottava con Jessica.

Abbassò la testa e mormorando uno scusate strascicato corse fuori dall’edificio.

 

Noia ecco la sensazione prevalente quel giorno in Edward, noia per le lezioni che lente si susseguivano, noia per Jess che proprio non ne voleva sapere di lasciarlo in pace e infine noia per tutti gli sguardi ammiccanti e le proposte poco caste che aveva ricevuto tutta la mattina da parte delle sue compagne di classe.

Concretamente oggi era una pessima giornata, Alice continuava a guardarlo in cagnesco e in più non aveva ancora incontrato la nuova ragazza.

Chissà forse lei poteva essere un diversivo interessate in mezzo a tutta quella noia.

Con quella nuova speranza si stava dirigendo verso la mensa, lì l’avrebbe sicuramente vista.

La scuola era così piccola da avere un'unica mensa e quindi tutta la popolazione studentesca si riversava in quella sala per consumare il pranzo.

Signorina Swan vediamo se il gioco vale la candela. Ghignò dentro di se entrando nella sala, mentre prendeva un vassoio e lo riempiva di cibo controllò attentamente i vari tavoli.

Nulla solo volti conosciuti, un po’ contrariato si recò al tavolo già occupato dai suoi fratelli.

Nemmeno il tempo di sedersi che Jessica gli piombò addosso.

Ok aveva veramente rotto, con poca grazia la buttò a terra.

Lei da oca qual era fece un gridolino attirando l’attenzione di tutta la mensa e la stizza dei suoi familiari, specialmente Rosalie che odiava Jessica e tutte quelle ochette che giravano intorno al fratello.

<< Allora la nuova? >> chiese Edward ai fratelli che continuarono a mangiare facendo gesti non curanti. Ma come nessuno l’aveva incontrata?

Jessica intanto si era rimessa in piedi e dopo aver preso una sedia gli si era praticamente incollata al braccio. Mamma che cozza. Pensò Ed stizzito a sua volta, stava per dirgliene quattro quando quella si mise a parlare.

<< Io l’ho incontrata alla 3° ora. Non è nulla di che. Da come ne parlava Mike sembrava dovesse essere Miss Mondo, invece è una normalissima ragazza. Non tanto alta, capelli castani. Sembra timida. Parla solo se le rivolgi la parola e risponde sempre a mono sillabi. Niente di speciale. >> disse prima di addentare una patatina.

Gli occhi di Edward intanto stavano percorrendo la mensa.

<< Per fortuna che Angela si è offerta di farle da Cicerone, se no sai che pizza con una così.>> disse indirizzando lo sguardo di Edward che si mise alla ricerca del tavolo di Angela e Ben, perché sicuramente erano insieme e con loro la nuova ragazza. 

<> continuò lei non curante.

Proprio nell’istante in cui gli occhi di Edward incontrarono quelli della nuova venuta.

Sgranò gli occhi, non poteva essere lei…

<< Come hai detto che si chiama? >> chiese senza distogliere lo sguardo dalla ragazza che lo guardava altrettanto stupita.

<< Isabella, ma preferisce farsi chiamare … >> << … Bella >> la interruppe Edward alzandosi e correndo dietro alla nuova ragazza che nel frattempo aveva abbandonato la mensa, sotto lo sguardo sempre più esterrefatto del ragazzo.

Come poteva essere lei? Dopo tutti quegli anni? Era finalmente giunto il momento di rincontrarsi?


Grazie a tutti  di cuore!!!!!

BACIONI LISA

PICCOLO SPAZIO PUBBLICITÀ:   Incredibilmente Noi      L'Antidoto

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stefhanie Meyer.

Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.

   
 
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