Premesse alla storia:
- sono tutti umani!
- Durerà pochi capitoli
- E' scritta in maniera diversa dalle altre mie storie.
Ricapitolando l'aggiornamento sarà settimanale, di venerdì per la precisione. Così riesco ad organizzarmi.
lunedì - Incredibilmente Noi
mercoledì - L'Antidoto
venerdì - Rincontrarsi.
Ok ho finito di rompere, ditemi che ne pensate, sapete che ci tengo. Ovviamente per chi non ha letto le altre due l'invito è quello di farlo ora =)
Bacioni Lisa
Capitolo 1
<< Buongiorno. Sono Isabella
Swan, potrei avere il mio orario per favore? >> la signora grassoccia e
con un impossibile tinta per capelli alzo il viso e si trovò di fronte una
giovane ragazza mora con i capelli lunghi e leggermente mossi, due occhi grandi
e profondi di un caldo color cioccolato, sembrava triste.
Non c’era dubbi quella era la figlia
del capo Swan, istintivamente la donna provò un senso di affetto per quella
giovane vita che aveva già incontrato tante difficoltà sulla sua strada. Si
aprì in un caldo sorriso facendole segno di avvicinarsi.
Era certamente una bella ragazza, non
nel senso classico della parola, ma aveva un fascino particolare. I ragazzi del
Forks Higs School avrebbero fatto a gara per ricevere le sue attenzioni, di questo
ne era certa.
<< Buongiorno a te mia cara, sei
la figlia di Charlie? >> chiese premurosa ottenendo un cenno affermativo
dalla ragazza.
<< Benvenuta, questi sono i tuoi
orari, la piantina della scuola e il foglio presenza da far firmare ad ogni professore.
Alla fine della giornata dovrai riportarlo qui >> disse tranquilla mentre
la ragazza continuava ad annuire.
Chissà se gli mancava la madre, da
quello che aveva sentito in giro, la madre era decisamente una donna non
convenzionale, da quello che si sapeva in città, l’ex signora Swan aveva fatto
carte false per tenere con se la figlia e ora dopo quasi sei anni la rimandava
dal padre ed oltretutto ad anno scolastico iniziato.
Il Capo della polizia locale, Charlie
Swan era un bel uomo, decisamente taciturno, ma affascinante. Non parlava mai
del suo passato a Phoenix e soprattutto dell’ex moglie, ma della figlia sì e
quando lo faceva, gli s’illuminavano gli occhi.
La ragazza ringraziò educatamente
uscendo dalla segreteria e tentando di orientarsi nella nuova scuola,
nonostante contasse meno studenti di quella che frequentava a Phoenix sembrava
un labirinto, infatti era divisa in tanti edifici numerati ed adibiti alle
varie funzioni.
Mentre studiava la piantina Bella, che
non usava mai il suo nome completo perché le sembrava troppo altisonante,
ripensava allo sguardo della signora della segreteria. Sapeva chi era, ma
d’altronde chi in quella città non sapeva che la figlia di Charlie era
arrivata. Perfetto! Soprattutto per una come lei che odiava stare al centro
dell’attenzione.
Sbuffo tornando a concentrarsi sulla
piantina e non accorgendosi che qualcuno le si stava avvicinando.
<< Tu devi essere Isabella Swan
>> disse tutto allegro un ragazzo biondo, aveva gli occhi azzurri e i
capelli sparati sulla testa. Il sorriso era aperto e cordiale.
Isabella timida per natura arrossì
incrociando gli occhi con il nuovo venuto.
<< Bella basta >> mormorò
appena, lui sorrise annuendo.
<< Io sono Mike, Mike Newton
>> disse porgendogli la mano, che fu subito stretta dalla ragazza.
<< Ti serve aiuto? Che lezione
hai? >> disse lui avvicinandosi, lei istintivamente fece un passo
indietro.
Non le piaceva che le persone le
stessero troppo vicine, non era una da abbracci o smancerie.
Lo sguardo interrogativo del ragazzo la
fece arrossire ancora di più.
<< Inglese >> mormorò.
<< Perfetto! Il mio stesso corso,
se vuoi ti accompagno >> disse Mike ritrovando tutta la baldanza di un
attimo prima. Bella annuì e gli regalò un timido sorriso.
Era invadente ma cordiale, probabilmente
non aveva cattive intenzioni, così decise di lasciarsi un po’ andare e
chiacchierarono allegramente fino all’aula dove Mike la presentò al professore
e le scostò la sedia per farla sedere accanto a lui.
Si notevolmente invadente.
Quella mattina arrivando a scuola
Edward e i suoi fratelli avevano scorto uno strano fermento nel cortile della
scuola.
Scendendo dalla sua adorata Volvo fu
travolto da una massa di riccioli color miele.
<< Eddy amore >> pigolò la
ragazza stringendosi al suo petto, Jessica lo spasso del momento.
Non era male se stava zitta e ferma, ma
quando parlava era una vera piaga.
<< Non chiamarmi Eddy e non
chiamarmi amore >> la apostrofò duro per poi scrollarsela di dosso
girandosi per chiudere la portiera della macchina.
<< Ti sei svegliato storto?
>> chiese lei accarezzandogli il petto, un sorriso beffardo si disegnò
sulle labbra del ragazzo.
Era bello e lo sapeva, faceva impazzire
le ragazze e sapeva anche questo e più le trattava male e più quelle tornavano
a cercarlo, così non si fece tanti problemi a risponderle << No sei tu
che mi irriti >> per poi voltarle le spalle e raggiungere i fratelli
sulla scalinata.
Alice lo guardò male, ok non sopportava
nemmeno lei Jessica, ma trattarla così era sbagliato.
Edward le sorrise indifferente a lui
non importava un bel niente di quella ragazza come non gli era mai importato di
quelle prima e come non gli sarebbe importato di quelle dopo.
L’amore
non esiste, era il suo motto subito seguito da allora perché non divertirsi. Entrambe le cose però lasciavano
parecchio perplessa Alice.
Tra i cinque fratelli Cullen loro due
erano quelli che avevano legato di più, si consideravano e si comportavano
proprio come fratelli, persino di più di Rose e Jaz che fratelli lo erano sul
serio.
Non che gli altri non avessero legato,
anzi, si erano perfino innamorati ma il rapporto tra Edward ed Alice era
particolare.
Si volevano un mondo di bene, si
capivano e si sostenevano a vicenda, proprio come due veri fratelli, e proprio
come tali litigavano.
Ultimamente il motivo del contendere
era sempre lo stesso, il pessimo comportamento di Edward con le ragazze.
Era un bel ragazzo, intelligente e
molto portato per lo studio e lo sport, e proprio per questo era uno dei
ragazzi più popolari del Liceo, ma per quanto riguardava i rapporti con le
ragazze era un vero e proprio stronzo.
Tutte cadevano ai suoi piedi e lui
prontamente ne approfittava.
Alice stava per partire con la solita
arringa quando lui la blocco con un gesto della mano.
<< L’oca non ha tutti i torti, mi
sono svegliato storto stamattina, quindi per favore evita. Poi cos’è tutta
quest’agitazione? Viene in visita il Papa? >> chiese Edward ridendo e
facendo ridere anche Emmet, anche con lui aveva un ottimo rapporto.
Il fratello più grande e non solo per
età era, fra tutti i Cullen, il più allegro e spensierato.
Non era una cima, ma se la cavava
sempre.
Dove non arrivava il suo cervello
arrivava la sua simpatia o alle volte i suoi muscoli e ne aveva veramente
tanti.
<< Come non lo sai? >>
chiese Rosalie scocciata stringendosi ad Emmet.
<< Stamattina arriva la nuova
ragazza, la figlia del capo Swan >> aggiunse per poi catturare le labbra
del suo ragazzo e trascinarlo all’interno dell’edificio.
<< Una nuova preda? >>
chiese Jasper ridendo.
<< Probabile >> rispose
Edward sornione per poi aggiungere ghignando. << Ho proprio bisogno di un
po’ di novità >>.
<< NON. CI. PROVARE. >>
sibilò Alice tutta rossa per la rabbia. << Quella ragazza ha già
abbastanza problemi per conto suo senza che tu la faccia soffrire per un po’ di
“sano” divertimento, come lo chiami tu >> Alice era decisamente alterata.
Sua madre e suo padre le avevano
spiegato a grandi linee la storia della ragazza, a sua volta raccontatagli dal
padre.
Charlie Swan non era un tipo da confidenza,
ma conosceva i coniugi Cullen dai tempi di Phoenix e il fatto di essersi
ritrovati tutti in quella sperduta cittadina dello stato di Washington aveva
rinsaldato quella vecchia conoscenza facendola sfociare in una bella amicizia.
Quando Charlie aveva saputo del
trasferimento di Bella era corso a casa Cullen invocando l’aiuto degli amici.
Esme si era occupata di arredare la
stanza di Bella nella casetta di Charlie e aveva chiesto l’aiuto di Alice, la
più portata delle sue figlie per queste cose.
Così Alice aveva scoperto un sacco di
cose sulla nuova alunna, non ultima il fatto che aveva vissuto nello stesso
orfanotrofio di Edward quando era bambina.
Sì perché anche Isabella, come tutti
loro, era stata adottata e precisamente nello stesso anno in cui i Cullen
avevano adottato Edward.
Probabilmente i due si conoscevano, ma
Alice basandosi sulle sue personali esperienze dubitava che si sarebbero
riconosciuti.
Alice ora aveva un obiettivo: diventare
amica di Isabella Swan e soprattutto proteggerla da quello sventato di suo
fratello.
Le lezioni si susseguirono noiose come
solo la scuola sa essere.
Isabella prestava attenzione e prendeva
appunti, era sempre stata una brava studentessa, gli unici problemi che aveva
erano con la matematica. I numeri proprio non volevano saperne di entrarle in
testa, ma si sarebbe impegnata a fondo, Charlie doveva essere fiero di lei.
L’era mancato tanto in quei sei anni,
era con lui che voleva stare dopo il divorzio ma Reneè glielo aveva impedito.
Delle volte si chiedeva come aveva
fatto quella donna ad ottenere la custodia quasi esclusiva su di lei, Reneè che
era la persona più inaffidabile della terra.
Le voleva bene questo sì, ma non quanto
a Charlie.
Per un attimo pensò con tristezza agli
ultimi sei anni, non erano stati brutti intendiamoci, ma con Charlie vicino
sarebbero stati certamente meglio.
Le c’erano voluti anni a convincere la
madre a lasciarla andare a vivere con Charlie e se non fosse stato per il nuovo
marito di sua madre, che di avere una ragazza, oltretutto di pochi anni più
giovane di lui, in giro per casa non ne voleva sapere, non ci sarebbe mai
riuscita.
Così finalmente Reneè aveva ceduto
lasciandola libera di raggiungere il suo amato Charlie.
Persa nei suoi ricordi non si rese
minimamente conto che i suoi nuovi amici l’avevano condotta alla sala mensa.
Angela, una dolce ragazza che aveva
conosciuto alla seconda ora, la prima che non l’aveva subissata di domande sul
suo passato le camminava a fianco.
Gentile e premurosa Angela si era
offerta come suo cicerone e ora le avrebbe presentato alcuni amici e il suo
ragazzo durante la pausa pranzo.
Si sedettero al tavolo e dopo un breve
giro di presentazioni si misero a mangiare.
Un gridolino fece indirizzare gli occhi
di Bella verso un tavolo poco distante.
C’erano sei ragazzi seduti a quel
tavolo tre ragazzi e 3 ragazze.
Il gridolino veniva da una delle tre
ragazze, era piccolina e con una folta capigliatura riccia color miele, se non
ricordava male doveva trattarsi di Jessica, stava praticamente incollata ad un
ragazzo dai capelli ramati che con poca gentilezza l’aveva letteralmente
buttata giù dalle sue ginocchia.
<< Mi sa che i giorni della cara
Jess con Cullen stanno volgendo al termine >> disse Ben distrattamente
guardando nella medesima direzione di Bella e accarezzando distrattamente i
capelli di Angela, la sua ragazza.
<< Beh infondo hanno resistito
quasi due settimane, quasi un record per lui >> convenne Angela, come se
quelle discussioni fossero all’ordine del giorno, poi incrociando lo sguardo
curioso di Bella si accinse a spiegare.
<< Quello è il tavolo dei
fratelli Cullen, sono in cinque, tutti adottati dal Dottor Cullen e signora, il
ragazzone bruno si chiama Emmet e sta con Rosalie la bionda, l’altra ragazza
quella mora, si chiama Alice e sta con il biondo Jasper, che è fratello
naturale di Rosalie, che io sappia sono gli unici ad essere veramente fratelli.
>> disse Angela perdendosi un attimo in quella considerazione e dando
così il tempo a Bella di studiare la famiglia Cullen.
Nell’istante in cui i sui occhi si
posarono sul quinto componente della famiglia il suo respiro venne meno, quegli
occhi verdi, quei capelli …
Non
poteva essere lui!
Contemporaneamente Angela riprese a
parlare << Poi c’è lui, lo sciupa femmine dalla Forks Higs School,
studente modello, capitano della squadra di Basket e stronzo di prima
categoria, Edward Cullen >> concluse.
A quelle parole Bella sbiancò, lo
sguardo incatenato a quello di Edward altrettanto stupito, che parlottava con
Jessica.
Abbassò la testa e mormorando uno
scusate strascicato corse fuori dall’edificio.
Noia ecco la sensazione prevalente quel
giorno in Edward, noia per le lezioni che lente si susseguivano, noia per Jess
che proprio non ne voleva sapere di lasciarlo in pace e infine noia per tutti
gli sguardi ammiccanti e le proposte poco caste che aveva ricevuto tutta la
mattina da parte delle sue compagne di classe.
Concretamente oggi era una pessima
giornata, Alice continuava a guardarlo in cagnesco e in più non aveva ancora
incontrato la nuova ragazza.
Chissà forse lei poteva essere un
diversivo interessate in mezzo a tutta quella noia.
Con quella nuova speranza si stava
dirigendo verso la mensa, lì l’avrebbe sicuramente vista.
La scuola era così piccola da avere
un'unica mensa e quindi tutta la popolazione studentesca si riversava in quella
sala per consumare il pranzo.
Signorina
Swan vediamo se il gioco vale la candela. Ghignò dentro di se entrando
nella sala, mentre prendeva un vassoio e lo riempiva di cibo controllò
attentamente i vari tavoli.
Nulla solo volti conosciuti, un po’
contrariato si recò al tavolo già occupato dai suoi fratelli.
Nemmeno il tempo di sedersi che Jessica
gli piombò addosso.
Ok aveva veramente rotto, con poca
grazia la buttò a terra.
Lei da oca qual era fece un gridolino
attirando l’attenzione di tutta la mensa e la stizza dei suoi familiari,
specialmente Rosalie che odiava Jessica e tutte quelle ochette che giravano
intorno al fratello.
<< Allora la nuova? >>
chiese Edward ai fratelli che continuarono a mangiare facendo gesti non
curanti. Ma come nessuno l’aveva incontrata?
Jessica intanto si era rimessa in piedi
e dopo aver preso una sedia gli si era praticamente incollata al braccio. Mamma che cozza. Pensò Ed stizzito a sua
volta, stava per dirgliene quattro quando quella si mise a parlare.
<< Io l’ho incontrata alla 3°
ora. Non è nulla di che. Da come ne parlava Mike sembrava dovesse essere Miss
Mondo, invece è una normalissima ragazza. Non tanto alta, capelli castani.
Sembra timida. Parla solo se le rivolgi la parola e risponde sempre a mono
sillabi. Niente di speciale. >> disse prima di addentare una patatina.
Gli occhi di Edward intanto stavano
percorrendo la mensa.
<< Per fortuna che Angela si è
offerta di farle da Cicerone, se no sai che pizza con una così.>> disse
indirizzando lo sguardo di Edward che si mise alla ricerca del tavolo di Angela
e Ben, perché sicuramente erano insieme e con loro la nuova ragazza.
<
Proprio nell’istante in cui gli occhi
di Edward incontrarono quelli della nuova venuta.
Sgranò gli occhi, non poteva essere lei…
<< Come hai detto che si chiama?
>> chiese senza distogliere lo sguardo dalla ragazza che lo guardava
altrettanto stupita.
<< Isabella, ma preferisce farsi
chiamare … >> << … Bella >> la interruppe Edward alzandosi e
correndo dietro alla nuova ragazza che nel frattempo aveva abbandonato la
mensa, sotto lo sguardo sempre più esterrefatto del ragazzo.
Come
poteva essere lei? Dopo tutti quegli anni? Era finalmente giunto il momento di
rincontrarsi?
Grazie a tutti di cuore!!!!!
BACIONI LISA
PICCOLO SPAZIO PUBBLICITÀ: Incredibilmente Noi L'Antidoto
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