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Autore: Vale11    23/11/2009    2 recensioni
“Resta qui con me finché non mi addormento Leah… ti prego. Ho bisogno di qualcuno che mi svegli se comincio ad urlare nel sonno” “Era una battuta?” “Fino a un certo punto” mi stringo nelle spalle “Hai paura degli incubi Jacob?” “I miei incubi mi uccidono Leah”
Genere: Triste, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Leah Clearweater
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Appena mi sono svegliata mi è preso un accidente, ma poi mi sono ricordata che ero a dormire da Jacob.

Ecco perché il muro è invaso di roba che non è mia.

Ed ecco perché Jacob sta ancora dormendo sulla mia spalla… visto che ci sono ne approfitto per studiarlo un po’. Mi puntello sul gomito attenta a non svegliarlo, mentre lascio che la sua testa si appoggi al cuscino. È sudato fradicio.

Lancio un’occhiata all’orologio attaccato al muro: le undici del mattino, in tempo per la colazione direi… chissà cosa prende di solito Jake.

“Jake… Jacob, svegliati” lo chiamo picchiettandogli la spalla buona con un dito. Jacob sbadiglia, mi guarda, mi dice “Buongiorno” e chiude di nuovo gli occhi.

Eh no.

“Jake se vuoi trovare qualcosa di pronto per la colazione ti conviene aprire le saracinesche e dirmi cosa prendi di solito!” Apre gli occhi e solleva un sopracciglio “Vuoi cucinare tu?” “Perché, chi cucina di solito qui?” Alza la mano sinistra “Io” “Non mi sembri in grado di metterti ai fornelli adesso”

Affonda la testa nel cuscino e la scuote “No, forse no” “Allora ragazzino, che vuoi per colazione” “Quello che preferisci Leah, fai due porzioni di quello che mangi tu di solito”

Jacob Black che non risponde alla mia provocazione. Alzo un sopracciglio. Allarme rosso.

“Come stai oggi?” “Al momento sdraiato” “Stupido” respira leggero per non muovere troppo le costole rotte, si volta a guardarmi “Meglio credo… un po’ intontito, e mi sembra che mi abbiano riempito la testa di sassi” ghigno “Ma tu hai sempre avuto il cervello pieno di sassi” annuisce, sembra che stia pensando a qualcosa “Già, immagino che le persone intelligenti non si ficchino in certe situazioni”.

Non ce la faccio, accantono il mio sarcasmo e mi siedo di nuovo sul letto.

“Hai dormito meglio dopo esserti svegliato?” mi sorride “Si Leah…grazie” “Di niente” gli rispondo con un mezzo sorriso. Appoggio la mia mano sulla sua fronte e con l’altra controllo la temperatura della mia “Jake hai un febbrone da cavalli” “Lo so” sorride vago, guardando il soffitto “Me la sento” “Dici che l’aspirina funziona coi licantropi?” “Mmmh” scuote la testa “Secondo me il nostro organismo la distruggerebbe prima del suo arrivo nello stomaco” annuisco “Probabile”

Mi sdraio accanto a lui, a pancia in giù “Te la senti di mangiare, comunque?” mi sorride di nuovo, voltandosi a guardarmi “Non tanto come al solito, ma credo di si” “Ok allora, uova per due!” Gli dico, alzando l’indice della mano destra ed avviandomi verso la cucina. Le case sono praticamente tutte uguali a La Push, si sa sempre dove andare.

In cucina trovo Billy, seduto sulla sua sedia a rotelle sta guardando fuori dalla finestra, appena entro si volta, fa girare con se tutte le sue rotelle e mi sorride come se mi avesse visto per la prima volta.

“L’hai fatto dormire stanotte” annuisco imbarazzata “Si… in realtà si è svegliato perché ha avuto un incubo, ma poi si è riaddormentato”

Pianto gli occhi sulla finestra, guardo fuori e cerco di non diventare bordeaux.  “Ti ringrazio” Billy annuisce “Da quando si è trasformato per la prima volta sono cominciati gli incubi… all’inizio succedeva solo una volta ogni tanto, ma ultimamente quasi tutte le notti” scuote la testa preoccupato “Non faccio in tempo ad andarlo a svegliare, prima di approdare su questa dal letto un po’ mi ci vuole” dice, dando dei colpetti con la mano aperta alla ruota della sua sedia a rotelle “Posso immaginarlo” mi stringo nelle spalle “Se non è un problema vorrei cucinare la colazione… Jacob ha la febbre, credo sia il caso che mangi qualcosa” Billy annuisce e mi fa strada verso il frigorifero. Prendo due uova e inizio a darmi da fare. “Ti vedo piuttosto disinvolta” ride sotto i baffi “Io sono una schiappa in cucina, lascio sempre che ci pensi Jacob. Preferisco non avvelenare nessuno” mi lascio sfuggire un sorriso mentre appoggio le due uova su due piatti e comincio a darmi da fare con la pancetta. Visto che ci sono metto a tostare un paio di fette di pane… spero che a Jake basti, in ogni caso mi ci vuole poco a cucinargli qualcos’ altro.

“Quasi tutti gli uomini che conosco sono schiappe in cucina” gli dico, voltandomi con un mezzo sorriso, lui ride di nuovo e scuote la testa “Ma non Jacob, appena si rimette ti invitiamo a cena” annuisco prendendo in mano i piatti “Come volete, mi farebbe piacere” “Deciso allora. Porti la colazione di la?” chiede, indicando la stanza di Jake “Si, non credo sia il caso farlo alzare” “No in effetti no” scuote la testa “Allora io vi saluto ragazzi, sto aspettando Charlie, ce ne andiamo a pesca” annuisco “Se prendete un pesce decente lo pulisco volentieri, ma poi in cambio pretendo una cena” gli dico sorridendo di nuovo.

Non è da me, questa famiglia mi fa sorridere troppo. L’influenza dei Black!

Billy ride, mi assicura che sarà così e lascia che torni da Jacob con due piatti portati con un braccio solo da provetta cameriera, l’altra mano è occupata in un saluto a Charlie che è arrivato ed ha parcheggiato davanti al vialetto. Non piove.

Ancora.

Chissà, se scappa fuori il sole potrebbe anche rivelarsi una giornata decente.

Jake alza la testa quel tanto che le fratture glielo permettono, mi regala un sorriso stanco e si abbandona di nuovo sul cuscino. Appoggio i piatti sul comodino e mi siedo accanto a lui. “Stanco Jake?” gli chiedo, mettendomi in grembo il mio piatto ed aiutandolo a tagliare uova, pancetta e pane.

Scuote la testa “Non proprio, stanotte ho dormito un po’ di più” mi sorride, più calorosamente a questo giro, mentre inzuppa un pezzo di pane nell’uovo con la mano buona “Mi sento solo un po’ intontito, te l’ho detto… sarei curioso di sapere che temperatura ho in gradi umani, ma mi fa fatica mettermi a fare i conti” gli piazzo di nuovo la mano sulla fronte “Secondo me se tu fossi umano saresti vicino ai trentanove” rimugino un po’, poi mi stringo nelle spalle “Sei pieno di ferite Jake, vedrai che via via passerà” annuisce pizzicandosi la punta del naso, poi sorride “Ti preoccupi per me Leah?” lo fulmino “Jacob, stanotte mi hai fatto prendere un accidente, hai urlato come se ti avessero dato fuoco e poi sei crollato in quel modo. La domanda ti preoccupi per me? È abbastanza assurda in questa situazione” lo guardo in tralice, e poi mi pento subito di quello che ho detto.

Jacob si appoggia una mano sugli occhi e mormora “Lo so Leah, scusami”

Resto congelata a guardarlo, poi convinco la mia mano ad appoggiarsi sulla sua e gli dico “Va bene così Jake, non ti preoccupare… scusami per quello che ho detto. Comunque si” aggiungo annuendo con forza “Mi preoccupo per te”

Gli angoli delle sue labbra si sollevano un po’, mentre continua a tenersi la mano sugli occhi. Comincio a sentirmi a disagio.

“Hai finito di mangiare?” Jacob toglie la mano dal viso e mi passa il piatto “Sissignora… tutto ottimo” conclude facendomi l’occhiolino, la testa sempre sprofondata nel cuscino.

Riporto i piatti in cucina e gli do una sciacquata veloce, poi li lascio appoggiati sul piano ad asciugare, rientro in camera di Jacob e mi metto a guardare i suoi dischi, lui mi segue con gli occhi.

Dev’essere frustrante non potersi alzare, io impazzirei.

“Ti va un po’ di musica Jake?” “Ma si, perché no?” risponde, aggiustando la schiena sul letto. Pesco un disco a caso e lo infilo nello stereo. Moody Blues. Ha bei gusti il ragazzo.

“L’hai pescato buono” sorride “Quando scriverai i titoli dei dischi sulle copertine forse potrò anche andare più sul sicuro” gli rispondo alzando lo stereo. I passaggi da vinile a cd sono sempre bassi, c’è sempre da regolare il volume.

Mi siedo sul letto accanto a lui, le gambe incrociate e la schiena appoggiata al muro. Lo fisso per qualche secondo e poi mi volto verso la finestra.

“Billy mi ha detto che i tuoi incubi sono cominciati dopo la prima trasformazione” butto li, quasi casualmente. Jake mi fissa e poi lo sento mormorare un impiccione, probabilmente rivolto a suo padre. Sorrido sempre voltata verso la finestra.

“E’ vero” risponde tenendo con la mano il ritmo delle canzoni “Il giorno dopo ero terrorizzato” stringe le labbra e tira su l’angolo destro della bocca “Ma probabilmente mai quanto te Leah, non credevo che anche le donne si trasformassero” resto a bocca aperta a guardarlo, quando la mandibola mi si sblocca riesco a blaterare un “Nemmeno io” talmente basso che se fosse un normale essere umano non avrebbe mai potuto sentirlo “Ma io non ho mai fatto incubi del genere” mi stringo nelle spalle.

“Già, a quanto pare è capitato solo a me” sorride sarcastico “Probabilmente ho perso qualche colpo ultimamente” “Dai Jake” gli dico, cercando di rassicurarlo “Hai uno scaccia incubi personale ora, non ti fidi di me?” “Si, direi che posso fidarmi di te” annuisce con un sorriso.

“Posso chiederti una cosa?” annuisce “Com’è morta tua madre Jake?”

Mi fissa e poi chiede “Non lo sai?” “No” scuoto la testa “Nessuno me lo disse, forse ero troppo giovane”

Annuisce fissando la parete davanti a se.

“In un incidente d’auto, mi hanno detto” si passa una mano su una tempia “Io ero troppo piccolo, non riesco a ricordarmelo. La sogno spesso sai” sorride tirato “Billy dice che di notte urlo anche il suo nome”

D’istinto gli scompiglio i capelli.

“Te la ricordi?” Annuisce assorto “Me la ricordo bene” “Ti manca?” annuisce di nuovo “Sempre” “Capisco” abbasso la testa e sposto le gambe “Un po’ come papà. Però io non ne faccio di incubi… dici che ti si è ingolfato il cervello?” gli dico ghignando.

Sorride, sempre tirato come prima “Chissà… è probabile”.

Dio.

“Jake, non ti riconosco più” si volta verso di me perplesso “Che vuoi dire?” “Avanti Jake! Non mi prendi in giro, non rispondi se ti provoco, non ridi!” sbatto la mano sul letto “Non sei tu Jake! Che hai?”

Jake si fissa le mani, ed è come se un nuvolone nero gli si fosse fermato negli occhi. Sta li e non va ne avanti ne indietro. Sta li e basta.

Sospiro.

“Scusami, di nuovo” mi do una manata sulla fronte “Lo so che è troppo presto per buttarsi tutto alle spalle, fai finta che non abbia detto niente ok?” chiudo gli occhi e le sopracciglia mi si alzano automaticamente “Ma reagisci un po’ per favore. Lo so che stai male per Bella, per il discorso dei licantropi, per i tuoi sogni e anche per tutti i buchi che hai in corpo, ma non è da te lasciarsi andare così.” “E che ne sai di cosa è da me e di cosa non lo è?” bene, l’ho pure fatto arrabbiare. Un genio, sono un autentico genio. Vediamo di tirarsi fuori “Io so che tu sei una persona che non ha mai mollato Jake, ti conosco da una vita ormai!” Stringo le ginocchia al petto e le circondo con le braccia “E non mi piace vederti così, mi dispiace troppo. Non ci sono abituata” Jacob si leva i capelli dalla fronte e butta fuori l’aria “Lo so, ma non me la sento di ridere e di fare il buffone adesso. E comunque” mi guarda “Nemmeno essere così affettuosa è da te” sbuffo “Se mi preferisci in modalità schizoide paranoica non hai che da chiederlo “gli rispondo acida “Per carità! Così è molto meglio!” ridacchia, tronca le risate passandosi una mano sulle costole rotte e ributta la testa sul cuscino con una smorfia.

“Sei proprio un catorcio sai?” gli dico sorridendogli “Mh, chissà chi devo ringraziare” butta indietro la testa cercando aria, gli rimbocco le coperte “Jake questo è un colpo basso” sbuffo mettendo il broncio “Lo sai che sto cercando di farmi perdonare”

Jacob annuisce “Direi che ti sta riuscendo piuttosto bene. Billy è uscito?” annuisco “Si, è a pesca con Charlie” Jake si fa serio, poi borbotta un “Ah, ok”

Resto perplessa.

“C’è qualcosa che non ti torna?” alza le sopracciglia “Solo che Billy dirà a Charlie che sto male, Charlie lo dirà a Bella e lei di sicuro mi chiamerà, o verrà qui… e io non me la sento, ecco tutto” sorride assorto “Non ho ancora capito se non la voglio vedere e basta o se voglio vederla ma so che poi mi verrebbe un mezzo esaurimento” “Bella domanda” mi fisso le unghie della mano destra.

“Quando hai detto che puoi uscire?” “Non so…Carlisle dovrebbe passare oggi pomeriggio…” “Ah” alzo le sopracciglia. Stare nella stessa casa di un vampiro mi lascia sempre perplessa, anche se quel vampiro è venuto per dare una mano e non per ciucciare il sangue di qualcuno. È una situazione strana.

  
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