Anime & Manga > Ranma
Segui la storia  |       
Autore: Chichilina    25/11/2009    3 recensioni
Il mio traguardo si chiama VENDETTA, ed è l’unica suola per le mie scarpe consumate. AVVISO: AGGIUNTO LINK A FAN ART DEDICATA AL TERZO CAPITOLO!
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Ukyo Kuonji
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ecco il secondo capitolo. Il primo è stato una specie di prologo. Diciamo che la storia inizia adesso. Spero vi piaccia.

Ringrazio tantissimo:

 laurastella 
spero continuerai a seguire questa avventura!
apple92 
Al Romics sono stata per qualche ora in compagnia di una mia carissima amica conosciuta su Efp. magari l'anno prossimo ci inotriamo lì ^_^. La storia inizia con questo cappY. Mi auguro di non averti deluso.
Dada88 
grazie per i tuoi complimenti. Che ne dici di questo cappy? Aspetto tuo parere.

Ringrazio tutti quelli che leggeranno e ancora di più elli che commenteranno...spero di non deludere nessuno. Un abbraccio . Chichilina

Quel giorno la mia vita è cambiata. Dopo non sarei mai più stata quella di prima. Quel disperato, incredibile giorno ho conosciuto la morte annegando nel blu dei suoi occhi infiniti e sono tornata alla vita diversa, trasformata del tutto, nell’incanto della sua voce.

La strada del ritorno mi sembrava incredibilmente più lunga, il nuvoloso tramonto stava lasciando spazio ad una notte senza stelle. La mia casa era lontana e la caviglia slogata teneva ben presente alla mia mente ogni metro percorso. Continuavo a ripetermi di essere stata una sciocca a sporgermi tanto per raccogliere uno stupido fiore spuntato su una stupida roccia a picco sulla vallata.  E per cosa poi? Per fare una ghirlanda ancora più stupida da indossare  alla festa del paese. Sciocca, pericolosa, inutile vanità!
Non potevo nemmeno accusare i Kami di avermi abbandonata…era già tanto non essermi rotta l’osso del collo con quella rovinosa caduta.

I miei vestiti erano logori. Malamente la camicia reggeva il peso dei miei seni. Speravo con tutta me stessa di non incontrare nessuno fino a casa. Non era certo la situazione migliore quella per un incontro: zoppa e seminuda in mezzo al bosco.

Le foglie si spezzavano sotto i miei piedi trascinati dalla forza di volontà, emettendo un fruscio che si faceva trascinare dal vento freddo.  Era ancora marzo e l’aria non era gentile.  Mi sentivo terribilmente stanca e avevo freddo. Avevo esaurito tutte le mie energie arrampicandomi lungo la scarpata dalla quale ero caduta. Cominciavo seriamente ad avere paura di non farcela a tornare a casa in quello stato.

Ed ecco la pioggia. Unica assente in quel quadretto di difficoltà. Quasi non mi stupii di trovarmi il viso bagnato dalle prime gocce. Quando si dice che al peggio non c’è mai fine!

Fu in quel momento che il destino sembrò darmi una mano. A pochi metri una piccola grotta avrebbe potuto diventare riparo e giaciglio per me, sfortunata, stupida ragazza vanitosa.

pochi, dolorosi passi e l'avevo raggiunta. Constatai subito che le pareti della grotta non erano per nulla umide, segno che la roccia non presentava infiltrazioni. Una buona notizia. Se fossi riuscita ad accendere un fuoco la mia situazione sarebbe notevolmente migliorata. Dovevo essere ottimista. Cosa poteva ormai succedermi di più?!!

Rintanata  nel mio rifugio di fortuna mi misi  quindi a cercare un po’ di legna da accendere. Non dovevo avere paura. Infondo dovevo solo accendere il fuoco, far riposare la caviglia  e aspettare che si facesse giorno per tornarmene piano piano a casa.

La grotta era davvero buia però. Troppo buia.

Camminavo a tentoni pregando silenziosamente di non pestare niente di poco piacevole.

Fuori la forza della pioggia aumentava in continuazione. Un vero e proprio temporale batteva contro la roccia. Ero al quanto suggestionata.

Fu un attimo, un solo attimo. Un tuono, poi un fulmine e quella luce naturale, inondando la grotta, mi  mostrò la potenza di due occhi di fuoco fissi su di me.

      -Ahhhhhhhhhhhhhhhhhh! 

Chiunque avrebbe gridato al mio posto.

 

-          -…

-          -O mio Dio? Chi c’è?

La luce del fulmine aveva di nuovo lasciato spazio al buio più profondo. Ero tornata al buio più completo. Ora però sapevo di non essere sola nella grotta. C’era qualcuno . Qualcuno con gli occhi più penetranti che avessi mai visto.  Ero terrorizzata. Mi sentivo morire.

 

-          -Dimmi che sei! Perché non parli?

-          -Sta calma.

La sua voce. Come potrei mai dimenticare quella voce!

-          Sta calma. Non ti farò del male.

Il rumore di due pietre che cozzavano. Una fiamma accese una fiaccola. Ora vedevo.

-          -Che ci fai qui, ragazzina?

-          -…io…

Non riuscivo a mettere insieme due parole. Mi sentivo pietrificata. Per un momento dimenticai la paura e credetti di avere d’avanti un Dio, magari un Dio dei boschi. La sua pelle rifletteva la fiamma della torcia e i suoi occhi brillavano di stelle. L’ombra sulla roccia non si poteva distinguere da un’aurea di potere come quelle che vedevo intorno ai grandi combattenti del villaggio durante gli addestramenti più duri.

 

-          -Non sai parlare forse? Oppure non capisci la mia lingua?

-          -No, no…io…

-          -Va bene, ho capito. Sei spaventata. Puoi stare tranquilla. Non sono uno che fa del male alle ragazzine come te. Puoi anche rilassarti.

All’improvviso mi resi conto che aveva, non so come, posato qualcosa, che poi riconobbi come una giacca, sulle mie spalle infreddolite. Capii da quello che non mi avrebbe fatto del male e mi tranquillizzai davvero. Ripresi lucidità e decisi di presentarmi.

  -Grazie…scusami se ho urlato ma mi ero spaventata. Io, io mi chiamo Ukio. Volevo solo ripararmi dalla pioggia e riposarmi un po’.

Non mi rispondeva. Come potevo illudermi di istaurare un dialogo con quella specie di Dio?!

Incurante di quello che gli avevo appena detto lui conficcò la fiaccola nella roccia e cominciò ad ammucchiare un po’ di legna secca per accendere un fuoco.

Restai in piedi a guardarlo.

Quando ebbe finito si sedette appoggiando la schiena alla roccia e fissando il fuoco con intensità.

Ero ancora in piedi.

Non sapevo dire se c’erano più fiamme nei suoi occhi oppure in quel focolare. Mi incantava.

Capii che non mi avrebbe più rivolto parola. Decisi quindi di sedermi anche io. La sua voce pacata di poco prima stonava con la durezza del suo sguardo.

Passarono più di due ore senza che nessuno di noi dicesse una parola. In quel silenzio sembravamo aver trovato entrambi la pace dopo una giornata difficile.

Una parte di me avrebbe voluto intessere con quello strano ragazzo una qualche conversazione ma sapevo che non ci sarei riuscita. Almeno mi tranquillizzava la convinzione di aver avuto la fortuna di non aver incontrato un qualche squilibrato.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: Chichilina