RICORDI DEL PASSATO E RIVELAZIONI
- Capitolo 3° -
Ricordi del passato e rivelazioni
Kotake rincorse Doremi per tutte le strade di Misora ma Doremi non demordeva,
era troppo arrabbiata e amareggiata per fermarsi, ma alla fine la stanchezza
vinse e Doremi fu costretta a fermarsi in riva al mare, era senza fiato e notò
che Kotake non era per niente stanco anzi era perfettamente sobrio, vedendolo
cosi Doremi disse:
- Come mai…anf non sei…anf stanco- disse Doremi cercando di riprendere fiato.
- Mi sono allenato molto da quando sono andato via-, rispose lui ma dormi
abbasso gli occhi e Kotake capi che era arrabbiata, e lei iniziò:
- Nemmeno una lettera, una telefonata o solo un avvertimento che te ne saresti
andato, ma niente te ne sei andato- riprese fiato- dimmi perché non ti sei
fatto vivo in questi tre anni?- disse lei con occhi lucidi, ma lui gli mise la
mano sulla spalla:
- Ascolta, vedi Doremi quel giorno alla cerimonia del diploma, non sapevo che
dovevo partire il giorno e poi l’ho fatto per un motivo grave che non potevo e
tuttora non posso dirti. Quando sarà ora, ti dirò tutto- disse lui sicuro di
quello che stava dicendo e Doremi si rassegnò e disse:
- Fa bhè, per stavolta passi ma io voglio che mi dica perché te ne sei andato,
prima o poi- terminò lei ancora un po’ arrabbiata ma infondo era felice per il
ritorno del “amico”. Lui fece cenno di sì e si mise le mani in tasca e cominciò
a guardare il mare, lei ripresasi dalla corsa senza fiato disse:
- Quando melo volevi dire che eri un mago- disse Doremi e lui rispose – e tu
quando me lo dicevi, che eri una strega- Doremi deglutì pesantemente – e tu
come fai a saperlo?- disse lei
- Me l’ha detto il mio maestro- disse Kotake.
- E chi è- rispose doremi curiosa.
- È il mago guerriero più potente dei mondi conosciuti- disse Kotake.
- Mondi conosciuti?- chiese Doremi che non ci stava capendo niente.
- Oh… devo sempre spiegarti tutto- disse Kotake un po’ scocciato.
- Scusa se non sono un genio ma sai, mia madre mi ha fatto cosi- disse Doremi
con tono secco.
- Sempre spiritosi è Doremi? In ogni modo sai che oltre alla terra ci sono i
pianeti del sistema solare e il mondo della magia, ma c’è un mondo conosciuto
da pochi ed è il mondo del bene e del male, questo e un mondo e pieno di demoni
e d’angeli, e la loro potenza supera notevolmente quella dei maghi e streghe
del mondo della magia- Kotake guardò serio negli occhi Doremi- il mio compito è
di recuperare il capo delle Ojamajo e convincerla a schierarsi dalla nostra
parte contro l’invasione dei demoni e recuperare il prescelto, colui che in se
a il potere oscuro e il potere della luce – disse lui con occhi seri e quasi
inquietanti – Doremi sei con me?-
- Non lo so Kotake, non lo so ho rinunciato tre anni fa perché c’era una scelta
rimanere nel mondo delle e diventare una ragazza o rimanere sulla terra con i
miei genitori e non mi sono mai pentita, ma adesso mi sa che non ho scelta
vero?- disse Doremi abbasso lo sguardo, vedendola cosi Kotake si sentì uno
stupido, ma cosa poteva , lui eseguiva solo un ordine del suo maestro.
Doremi strinse i pugni ei denti e disse – e le altre lo sanno?-.
- Sì lo sanno, i Flat le hanno avvertite e loro hanno accettato- disse Kotake
poi continuo:
- Perché sapevano che non c’era scelta. Se tu non ci aiuterai MORIRAI!!- disse
Kotake con tono cupo e Doremi iniziò a tremare e a singhiozzare e cosi Kotake
l’abbracciò e disse:
- Scusami se ti ho messa con le spalle al muro ma non potevo fare altrimenti
perché se ti succedesse qualcosa non me lo perdonerei mai- disse mentre
stringeva al petto la povera Doremi era attaccata e diceva – perché tutte a me-
disse piangendo ma Kotake la rincuoro – ti allenerò io e ti farò diventare una
guerriera fortissima- disse Kotake
- Mi sei mancato- disse lei con un filo di voce.
- Anche tu mi sei mancata- rispose lui vide l’ora e disse- su, in piedi, non
vorrai mica tardare al altrimenti i tuoi saranno in pensiero- disse lui
alzandola in piedi – grazie- disse lei – posso accompagnarti a casa- chiese
Kotake – va bene- rispose lei.
S’incamminarono verso casa di Doremi e lei cominciò a raccontargli di cosa fece
in tre anni:
- Ehi, Doremi, le senti le altre ancora?- chiese Kotake curioso.
- Mh… ogni tanto! Tutte ormai abbiamo da studiare molto e abbiamo i nostri
impegni – disse triste Doremi.
- Kotake… -iniziò la ragazza – che c’è?- chiese lui.
- … da quanto tempo che chiamavi con il mio vero nome, sarà tanto tempo, è la
prima volta che si siamo conosciuti- disse lei pensierosa.
- Sì da tanto tempo che no ti chiamo cosi… per una volta mi piace cambiare, ma
se vuoi, ti ricomincio a chiamare “Baka Dojimi” scegli?- disse lui mettendosi a
braccia conserte.
- NO! Assolutamente quel nomignolo non mi piace, anzi mi fa arrabbiare- disse
lei poi continuo a guardarlo – Sai Kotake non sembri più quel bimbo di quello,
quel giorno, quel bimbo triste, silenzioso- constatò Doremi
- Già, ma quel bambino non è morto in me, anche se sono cresciuto a volte, mi
sono sentito cosi in questi tre anni specialmente quando me ne sono andato
senza avvertirti – disse Kotake con il capo chinato.
FLASHBACK
Il primo giorno d’asilo e tutti i bambini erano entrati nelle loro classi
accompagnate dalle mamme. Poi le mamme salutarono i loro bambini e se
n’andarono. Tutti erano contenti di stare in scuola tranne un bambino che se ne
stava in disparte, vedendolo cosi triste e solo una bambina con i capelli di
colore rosso Magenta attaccati con due codini si avvicinò e disse:
- Perché sei tutto solo?- disse la bambina, ma lui non rispose e rannicchiò
ancora di più- dai vieni a giocare ti sentirai meno solo- disse la bambina e
gli tese la mano, lui iniziò a singhiozzare – voglio la mamma- disse lui tra i
singhiozzi.
- Anch’io la vorrei ma non si può, vedrai che alla fine della giornata ti verrà
a prendere, quindi non piangere-, disse la bambina e il bambino si pulì gli
occhi e arrossi – Ehm… tu come ti chiami?- chiese il bambino titubante.
- Io mi chiamo Doremi Harukaze e tu?- chiese Doremi.
- Ehm…mi chiamo Tetsuya Kotake - disse lui
- Allora ti sei ripreso?- disse la bambina
- Ehm... si Doremi - rispose lui titubante
- Allora andiamo a giocare- disse lei e gli prese la mano lo trascino, lui si
sentì infuocato dalla vergogna, ma era felice perché per la prima volta aveva
trovato un’amica.
Da quel giorno in poi erano passati sette anni e Kotake iniziò a cambiare, era
più cordiale con gli altri, si mise a prendere in giro Doremi e a diventare più
pestifero che mai con la sua “amica”, ma anche se litigavano molto, erano
inseparabili sino a quel giorno alla cerimonia del diploma, dove la vedeva non
più come amica ma una ragazza che era nel suo cuore. Di lì in poi non sarebbe
stato come prima.
FINE FLASHBACK
Kotake e Doremi erano ormai arrivati a casa di Doremi e lui disse:
- Allora siamo arrivati- disse lui.
- Credo proprio di si- rispose lei.
- Preparati che domani andremo nel mondo delle streghe- disse lui.
- Sì, credo che non ci siano scelte vero?- chiese lei triste
- Purtroppo no- rispose lui scuotendo il capo.
- Allora ci vediamo domani- disse girandosi verso la porta di casa
- Si- rispose Kotake e lei s’incamminò verso la porta ma, Kotake era ancora lì
a guardarla.
- Doremi scusami!!- disse lui con la testa chinata.
- Non c’è niente da scusarsi, se te ne sei andato all’improvviso, ci sarà un
motivo, io ho fiducia in te e so che alla fine me lo dirai- disse lei senza
voltarsi.
- Sì, ci vediamo- rispose lui e poi scomparì, l’unica cosa che sentì era una
folata di vento che le scompigliò i capelli e gli alzò la gonna.
“Che strano, Kotake sembra più carino di prima” penso Doremi poi arrossì e disse:
- No, dai ma che vado a pensare. Dai entriamo- disse ed entrò.
Si tolse le scarpe con un po’ di stanchezza per quello che era successo e
disse:
- Sono tornata- disse con un filo di voce per la stanchezza.
- Ti sembra questa l’ora di tornare, Doremi?- disse la famiglia un po’
arrabbiata.
- Eh eh….- rise nervosamente- scusate ma ne sono successe tante oggi che ho
perso la cognizione del tempo- cerco di giustificarsi Doremi.
- Discuteremo sul tuo comportamento più tardi, ora vai a lavare le mani- disse la
madre con tono severo.
- Si- disse lei con tono sconsolato poi andò a lavarsi e scese a mangiare.
Dopo aver finito di mangiare, si sentì la lunga ramanzina dei suoi genitori,
Doremi disse che era stata accompagnata da un suo amico. Finita, la ramanzina andò
in camera sua e si butto sul letto con la faccia sul cuscino quando qualcuno
entrò e disse:
- Giornata no è , Doremi?- disse la vocina che arrivava dalla porta, lei si
girò.
Era Pop che la guardava preoccupatissima.
- Si! Hai proprio colto nel segno- disse Doremi ributtandosi sul cuscino.
- C’è qualcosa che ti turba? Non sembri quella di stamattina- disse Pop
sedendosi sul letto di Doremi.
“Che cosa faccio? Come dico a Pop-chan quello che mi ha detto Kotake, ma
infondo anche lei e membro delle Ojamajo” penso Doremi si alzò e decise a
parlarle e gli raccontò le stesse cose che Kotake aveva raccontò a lei.
- Cosa, sul serio?- disse Pop sbarrando gli occhi e Doremi fece cenno di sì.
- E da tempo che non sento parlare di magia, e adesso, vengo catapultata di
nuovo nella magia senza possibilità di scegliere- disse Doremi e si mise una
mano in fronte.
- Ma, sai se dice la verità?- chiese Pop cosi disperata.
- Sì, sì lui sa cose, sa episodi che ci sono capitati, sa della magia- disse
Doremi disperata.
- Tu sei forte, ce l’hai fatta in tutte le situazioni sfavorevoli, ce la farai
anche adesso- disse Pop sorridente.
- Ma adesso è diverso, ci sono le nostre vite in gioco- disse doremi in
lacrime.
- Ma anche le altre hanno accettato?- disse Pop. Doremi non rispose e mosse la
testa.
- Domani sono convocata nel mondo delle streghe-disse Doremi svestendosi per
mettersi il pigiama.
- Dai andiamo a dormire, domani sarà una lunga giornata- disse Doremi
mettendosi sotto le coperte.
Pop scese dal letto e si avvio verso la porta, ma prima di spegnere la luce
disse:
- Doremi, non ti azzardare a morire- disse Pop puntandogli il dito.
- No, non ti preoccupare- rispose doremi e Pop spense la luce e uscì, Doremi
inizio a piangere silenziosamente, sentendola Pop entrò nella sua stanza si
butto e era molto triste.
Kotake si sentì uno stupido, per avergli fatto quella proposta, si stese sul
letto, dopo aver disfatto le valigie e messo in ordine la casa, e ricominciò a
pensare a quando se ne andò.
FLASHBACK
Kotake appena ricevuto il diploma iniziò a fare baldoria con i suoi amici,
finita la cerimonia si diresse verso casa di Doremi. Suono al campanello, ma
non c’era nessuno, e aspettò. Aspetto più di un’ora, poi siccome si fece buio
iniziò ad andarsene quando, vide una macchina all’orizzonte, era Doremi, si era
lei.
La macchina si fermò davanti a casa, Doremi non si accorse subito che Kotake,
si era poggiato sul muro, poi Pop gli indicò il muro, doremi lo raggiunse e
disse:
- Kotake che ci fai qua?- disse Doremi perplessa di vederlo
- Ehm… ti va se uno di questi giorni usciamo insieme- disse Kotake rosso come
pomodoro
- Eh?- rispose arrossendo
- Ma se non vuoi non c’è problema- disse ancora più rosso
- No... e che non me lo sarei mai aspettato da te- disse Doremi riprendendo il
colorito normale
- Eh…eh…- rise nervosamente – c’è sempre la prima volta per tutto- disse Kotake
mettendosi una mano dietro la testa.
- Gia!- rispose sorridente Doremi
- Si accetto, facciamo domani- disse Doremi
- Si, domani va bene- disse Kotake con un sorriso a trentadue denti.
- A domani allora- disse Kotake iniziando a correre e a saltare come una
gazzella.
- Che matto- disse Doremi vedendolo allontanarsi e sorrise.
Kotake era felice , ma quella felicità duro poco, perché, appena tornò a casa
trovo le valigie il camion dei traslochi. Appena lo vide si arrabbiò molto,
entro in casa sbattendo la porta e disse:
- Che diavolo sta succedendo, me lo volete spiegare?- disse Kotake addirato.
- Non vogliamo darti spiegazioni- disse con tono freddo il padre – raccogli le
tue cose e andiamo-
- Ma perché, domani ho l’appuntamento con Doremi e non ho intenzione di
perderlo- disse Kotake furioso.
- Va bene te lo dico- disse il padre
- Tu non sei nostro figlio, tu sei un demone di un altro mondo. E se restassi
qua non potremo proteggerti e tu perderesti il controllo- disse il padre con
tono cupo.
- Che idiozia! Non ci credo! È assurdo!- disse Kotake con occhi spaventati.
- Purtroppo è la verità- disse la madre chiudendo.
Kotake era deluso, amareggiato e disse:
- se volete andate via voi- disse Kotake e scappò tentarono di fermarlo ma
ormai era gia lontano.
- Non sei stato un pò troppo duro con lui- disse la madre al padre
- Forse hai ragione.- disse il padre preoccupato.
“Perché quando tutto va bene, deve andare tutto male” penso Kotake mentre
scappava.
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Finito!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! il secondo capitolo. Scusate se vi ho fatto
aspettare , spero che vi piaccia questo capitolo. Dai commentate