4.
Libertà e prigione
Finalmente eravamo
all’interno della reggia di Sitael. Ora tutta la
missione dipendeva dalla nostra recita nei panni di due sguatteri. La guardia
che ci aveva fatto entrare ci affidò ad un’anziana donna che ci condusse negli
alloggi della servitù.
-Forza muovetevi non ho
tempo da perdere. Sistemate i vostri bagagli e sbrigatevi a raggiungere la
cucina. Lì vi verranno affidati i vostri incarichi-disse freddamente senza
sorridere.
-Certo. Grazie ancora
per l’ospitalità-dissi con riverenza.
-Smettetela di
ringraziare e tacete. Agli sguatteri non è permesso parlare intesi?-mi
rimproverò la donna.
Dopo di che ci lasciò
davanti ad una porta malconcia. Entrando ci ritrovammo in una piccola stanza
buia e sporca dove l’unica cosa che c’era era un pagliericcio secco. Sistemammo
i nostri zaini sotto ad esso e ci avviammo in silenzio, mano nella mano per
farci forza a vicenda verso la cucina.Qui ci accolse
una cuoca di nome Chaetel, grossa e sporca di resti
di cibo che mi porse un grembiule altrettanto sporco.
-Tu resterai qui
assieme a me e mi aiuterai a mantenere la cucina pulita-mi disse.
-Scusi un attimo se non
sono indiscreto la mia compagna dove lavorerà?-chiesi con un po’ di timore,
stringendo la mano di Mehiel.
-Lei sarà la dama di
compagnia del re in persona. Sua maestà l’ha chiesto espressamente in persona.
Quindi tu ragazza vieni con me. Avrai bisogno di un bagno e di abiti
puliti-disse la donna anziana che ci aveva mostrato le stanze.
-Sarà un onore per me
servire il nobile padrone di questa reggia che mi ha gentilmente accolta-disse
Mehiel.
-Finalmente abbiamo una
ragazza che conosce le forme di cortesia nel parlare. Sua maestà ne sarà lieto.
Bene seguimi perché c’è molto lavoro da fare-rispose la vecchia.
Quando Mehiel se ne fu
andata incominciai a pulire il bancone della cucina, sotto lo sguardo attento Chaetel. Quel lavoro mi occupò tutta la giornata e arrivata
la sera mi diressi stanco e affamato nella stanza che condividevo con Mehiel.
Quando arrivai la
trovai distesa e addormentata sul pagliericcio, avvolta nel mantello che si era
portata dietro. Avrei voluto parlare con lei della giornata, ma vedendola
dormire così beatamente decisi di non svegliarla. Prima di coricarmi mangiai un
pezzo di pane raffermo che ero riuscito a infilarmi di nascosto nella tasca dei
pantaloni. Quando mi sdraiai, sfiorai involontariamente Mehiel, che muovendosi
si appoggio alla mia spalla. Quella era la prima notte che dormivamo vicini e
soprattutto abbracciati.
La mattina successiva,
quando mi svegliai trovai Mehiel già alzata che si stava sistemando i capelli
in una morbida treccia su un lato.
-Già alzata? Ma come
fai? Io ho ancora sonno, ma se non mi alzo e non vado in cucina Chaetel mi ammazza-le dissi ancora con la voce impastata
dal sonno.
-Oh ciao non ho sentito
che eri sveglio. Comunque il mio incarico non è molto impegnativo. Per lo meno
riesco a ottenere delle informazioni utili alla nostra ricerca. Sai sembra
proprio che sua maestà sia un dongiovanni-mi disse in modo ironico.
-Ehi guarda che non era
quello che dovevi fare. Mica devi sedurre il re!-dissi urlando.
-Stai tranquillo o
svegli tutti! E poi se serve per la missione lo devo fare anche perché se non
lo faccio vado nei casini-mi confessò lei.
-Mi stai dicendo che
per compagnia intendono che tu seduca il re?-chiesi timoroso della risposta.
-Si-sospirò.
-Ti prometto che non ti
accadrà nulla di male. E se ti farà qualcosa di male se la vedrà con me-
-No. Qualsiasi cosa succeda tu non farai
niente. Non possiamo compromettere la missione-
-Ok mi arrendo però sta
attenta-
-Certo anche tu-
Detto questo i due
ragazzi dopo un abbraccio si avviarono in cucina lui e nella sala del re lei.
Un altro giorno era iniziato.
ÓzÎ
Finalmente il tormento
della missione non c’era più. Avevamo portato vittoriosamente a termine la
missione data. Ora potevamo tornare a casa. Prima però avevamo una tappa
importante da fare. Dovevamo trovare qualcuno che ci aiutasse a curare Hariel e Leuviah. Così ci
avviammo sulla strada del ritorno sperando di trovare qualche paesello non
notato mentre raggiungevamo il tempio.
Finalmente dopo varie
ore di cammino intravedemmo una casupola dispersa nella natura. La raggiungemmo
speranzosi di trovare qualcuno che ci potesse offrire un aiuto e ospitalità.
Arrivati alla porta bussai un po’ timoroso.
-C’è nessuno? Avremmo
bisogno di aiuto! Ci sono due ragazze ferite!-chiesi rivolto alla porta.
-Chi è che osa
disturbare il riposo di una vecchia?-domandò una voce proveniente dall’interno
della capanna.
-Siamo in cerca di
aiuto. Ci sono due ragazze che sono ferite che hanno bisogno di cure. La prego
ci faccia entrare-implorai.
-E va bene entrate. La
porta è aperta-disse la voce che arrivava dall’interno.
Così aiutando Hariel a camminare, seguito da Ehyiah
che scortava Leuviah entrai nella casa.
-Grazie tante non so
come ringraziarla-dissi rivolto alla vecchietta che stava seduta su una sedia a
dondolo in un angolo dell’unica stanza di cui era composta la casa.
-Non ringraziare. So
chi siete e so quello che è successo quando queste due ragazze sono rimaste
ferite. Però vi aiuto a curarle ma poi dovrete andarvene. Io non voglio
assassini nella mia umile casa-disse con tono fiero e serio.
-Ok va bene. Comunque
sappiate una cosa. Abbiamo solo quindici anni e siamo entrati nella setta per
volere dei nostri genitori-risposi.
-Questo non cambia la
violenza che avete compiuto nei confronti dei sacerdoti del tempio. Erano
innocenti. Se dovevate prelevare il libro sacro potevate almeno risparmiare
loro la vita-
-Purtroppo no. La setta
ci impone di non lasciare tracce del nostro passaggio in un luogo. Comunque
nemmeno noi volevamo uccidere degli innocenti, ma se non lo facevamo ci
capitava una sorte peggiore. Non si resta impuniti se si viola il volere di Nith-Haiah-
-Già come avevo
sospettato. Sempre quel povero vecchio che comanda ai ragazzini di uccidere
persone innocenti per mantenere segreta la sua dannata setta segreta-
-Conosce il sommo
Dominatore?-chiedemmo in coro.
-Certo ragazzi. Sono
stata la sua insegnate quando era poco più di un novello!-
-Ma quanti anni?-chiese
senza pensare Ehyiah.
-Beh ragazzo molti più
di quelli che dimostro-rispose la vecchia.
-Mi scusi se non sono
indiscreta potrebbe raccontarci la sua storia?-chiese gentilmente Hariel.
-Certo. Però prima è
meglio risanare le tue ferite e quelle della tua amica-
Detto questo prese
delle bende e un unguento e incominciò a disinfettare le ferite delle due
ragazze.
-Ehi voi due venite
qua. Questo disinfettante brucerà quindi cercate di distrarre le ragazze dal
dolore che sentiranno-chiese a me e ad Ehyiah.
-Certo arriviamo subito-rispondemmo in coro.
-No fa lo stesso non
c’è problema sopporteremo il dolore-dissero le due ragazze.
-Questo non è il
momento di fare le eroine. Stringete le mani dei ragazzi e cercate di pensare
ad altro. Credetemi-disse loro la vecchia.
-Va bene. Grazie per
l’aiuto ragazzi-
-Siamo sempre
disponibili ad aiutare le amiche-
-Per fortuna l’amicizia
e l’amore sono ancora presenti tra i futuri Dominatori. Allora non tutto è
perduto-disse la vecchia tra lo stupore generale.
-Che cosa intende
dire?-chiedemmo in coro.
-Dopo risponderò a
tutte le domande. Ora abbiamo qualcosa da fare.
-Certo-
Detto questo tenendo la
mano ad Hariel e Ehyiah a Leuviah ci preparammo all’urlo di dolore delle nostre due
amiche.
Eccomi qui!! Voglio ringraziare dolceGg94 e SuperEle46
che stanno seguendo la storia e l’hanno commentata! Grazie ragazze!!
Beh attendo ancora commenti anche se negativi! Spero
che questo capitoli vi piaccia!
A presto
Morkia94