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Autore: Arial    17/12/2009    3 recensioni
Sam è convinto che Dean al suo fianco sia in pericolo e decide di allontanarlo nell'unico modo possibile: regalandogli una nuova vita. Il suo piano, però, si rivela un disastro, lasciando Dean da solo e per la prima volta in vita sua, completamente vulnerabile.
Genere: Azione, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Gli occhi di Dean sono vitrei, spenti

 

 

 

 

 

Gli occhi di Dean sono vitrei, spenti. Giace scomposto sull’altare di pietra, una marionetta a cui hanno tagliato i fili. E sono stato proprio io a reciderli, come un’implacabile parca.

-“Non te lo saresti mai aspettato, vero, Dean? Stavi sempre a ripetermi che potevo vincere il male dentro di me… Beh, ti sbagliavi, non potevo” concludo, sfiorandogli le labbra sporche di sangue. La sua pelle è gelida, più simile al marmo che alla carne. Non c’è niente di artistico nella sua morte però: è solo un altro corpo senz’anima che si disfa lentamente. Disgustoso, vile, patetico.

Asciugo con un gesto rabbioso le lacrime che mi rigano il viso. Non devo piangere, non ce n’è motivo.

Un braccio mi cinge la vita, possessivo. Mi costringe a voltarmi, affinché i miei occhi affondino nei suoi. Sono sempre gli stessi: verdi, intensi, luminosi, quelli di Dean. Questa volta però mi riservano uno sguardo di muta supplica, una preghiera disperata.

-“Avresti potuto evitare tutto questo, Sam” comincia l’uomo, mesto. “Senza di te era felice, al sicuro. Dovrai per sempre continuare a rovinargli la vita?

Scuoto la testa, incapace di giustificarmi. Mi afferra i capelli e li strattona con forza: -“Ecco, guarda cosa hai fatto a tuo fratello” grida, gettandomi contro di lui.

Un dolce odore di decomposizione mi invade le narici, mi ricorda vagamente quello della frutta marcia. Anche visivamente l’effetto è molto simile, grazie a sottili strati d’epidermide che gonfiatisi, trasudano un denso liquido scuro…

A svegliarmi stavolta non sono le mie stesse urla, ma violenti conati di vomito. Poggio una mano a terra e svuoto lo stomaco sul pavimento. Torno a distendermi sul divano, nonostante la pozza schifosa a pochi centimetri dalla mia faccia. Non sarei comunque riuscito ad alzarmi, i miei muscoli sono ridotti ad una poltiglia tremante. Una viscida patina di sudore mi ricopre, mentre le ultime lacrime mi scendono lungo il viso. Cosa ho fatto? Non sarei mai dovuto tornare.

Mi rimetto in piedi, in silenzio. Arrivato alla porta, però, esito: posso continuare a proteggerlo anche da lontano, posso illudermi che entrambi staremo meglio soli, ma la verità è che ho bisogno di Dean e lui di me.

“Dovrai per sempre continuare a rovinargli la vita?”

È così? Dean è in pericolo al mio fianco, sono io la vera minaccia?

Afferro la maniglia con rabbia, deciso ad andarmene, quando Dean comincia a gridare. È un suono straziante, raggelante e per un attimo resto pietrificato. Poi le sue urla riprendono più alte di prima e mi slancio verso di lui.

-“DEAN!”

Sfondo la porta, che resta divelta sui cardini. La stanza è buia, ma intravedo la sagoma di Dean che lotta per districarsi dalle coperte. Ci riesce, raggiunge una piccola abat-jour sul comodino e dà luce all’ambiente. Poi punta su di me due occhi dilatati dal terrore e dalla rabbia: -“Che cazzo ti dice il cervello, coglione?!

Sta bene. È pallido e tremante, leggermente sudato: ha avuto un incubo…

-“Ti ho sentito gridare e…”

-“E hai pensato che mi stessero squartando e quindi non potevi perdere tempo ad abbassare una fottuta maniglia?” chiede, infuriato. “Grazie mille, mio eroe” conclude, sarcastico.

Si rimette in piedi e lascia la camera senza degnarmi di uno sguardo.

Lo seguo in soggiorno.

-“Senti, mi dispiace, ok? Ripagherò la porta… e la tappezzeria” aggiungo, notando il suo sguardo fisso sulla macchia di vomito.

Si passa una mano sulla faccia, in un gesto così familiare da farmi male.

-“Tranquillo e scusa per il coglione, sono abituato a risvegli più soft” dice, sorridendo stancamente. “Ti prendo qualcosa per pulire, così puoi tornare a letto.”

-“Grazie” mormoro, in mancanza di meglio.

Torna con uno strofinaccio imbevuto di detersivo e un secchio d’acqua: -“Forza Cinderella” mi incoraggia, porgendomeli.

-“Conosci le fiabe?” chiedo, esterrefatto.

Scoppia a ridere: -“Non suona molto virile, eh? I miei colleghi hanno pensato di colmare le mie lacune sull’argomento, durante la mia convalescenza: sono un fiero possessore di tutti i dvd della Disney adesso” conclude, ironico.

Mi passa accanto e mentre lo fa, la sua risata si trasforma in un sorriso malinconico. No, Dean non è affatto felice.

Mi chino sul pavimento e comincio a lavarlo. Dean riempie un bicchiere d’acqua al lavandino, si appoggia contro il frigo e ne manda giù qualche sorso sovrappensiero.

-“Ecco fatto!” esclamo, dopo qualche minuto.

-“Perfetto, tutti a nanna allora!” ghigna.

Estrae un flacone da un cassetto e si lascia cadere un paio di compresse nella mano, le inghiotte con le ultime gocce d’acqua.

Lo guardo qualche istante in cagnesco, di certo quelle non erano aspirine.

-“Cosa?” domanda, sulla difensiva.

-“Che diavolo sono queste?” grido, strappandogli il contenitore dalle dita. “Sonniferi, De…” mi zittisco immediatamente, ma ormai il danno è fatto…

-“Credo sia meglio che tu te ne vada” dichiara Dean, gelido.

Inutile discutere: -“Buona fortuna, James. Sul serio” dico dalla soglia.

-“Certo, anche a te, Sam” ribatte, senza neppure voltarsi.

Mi chiudo la porta alle spalle, uscendo nuovamente dalla vita di Dean.

 

 

 

Note: Grazie a voi ragazze, siete fantastiche <3

Alla fine la storia è già scritta, France, gli aggiornamenti non mi pesano per nulla. Devo solo scegliere il titolo fra le canzoni di Vahly e convertire il testo in html: anche una pigra come me ci riesce XD
A presto ^^

 

   
 
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