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Autore: TonyCocchi    19/12/2009    3 recensioni
Una chiamata misteriosa di Kurenai e tre giovani ninja con il loro compagno a quattro zampe scattano uniti all'azione! Per chi ama il team 8! PS: BUONE FESTE! ^__^
Genere: Commedia, Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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team 8

Ciao a tutti da NaruXHina il cui braccio destro è ancora incarcerato nel gesso… Che fatica conviverci! Tra averlo al sinistro o al destro c’è un abisso! Comunque, guardiamo i lati positivi… NATALE È VICINO! Fatto l’albero? Scelti i regali da fare e da ricevere? XD Questo deve essere un periodo di gioia e di atmosfera, quindi una delle mie collaudate commedie nel vecchio stile “NaruHina Forever!!!” è quello che ci vuole! Ringrazio tutti coloro che hanno inviato i primi commenti e mi auguro vorranno seguirmi ancora, oltre che farmi un po’ di pubblicità consigliando questa mia modesta storiella! ^^

L’avventura inizia, la giornata è lunga, e il team Kurenai deve affrontare i primi problemi! Buona lettura e buone feste!

 

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

 

PPS: Beckill, ti è arrivato il mio messaggio che ti ho mandato tramite EFP? O_ò

 

Nota - “…” dialoghi; << … >> pensieri

 

 

 

“UUUAAAAAAAAAAAHHH!!!”

Acuto, lancinante, ma soprattutto IRRITANTE!

Più che la bocca di un bimbo di pochi mesi sembrava quella di un megafono! Akamaru si nascose sotto il tavolo per la paura e si coprì la testa con le zampe.

“ARGH! È TERRIBILE!” –Kiba per farsi sentire era costretto ad alzare la voce! – “E poi qualcuno si chiede perché quello del babysitter sia un mestiere gramo!”

“AUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!!!”

“NON TI CI METTERE ANCHE TU, AKAMARU!”

Lui e quella sua maledetta mania canina di aggiungere i propri ululati al chiasso, come non bastasse quella cacofonia infantile!

“Facciamo qualcosa!” gridò Hinata, anche lei con le mani sulle orecchie.

“Possibilmente prima che quelli del piano di sotto ci denuncino per molestie.” aggiunse l’amico con gli occhiali scuri.

“Ridategli il ciucciotto!” implorò l’Inuzuka col mal di testa, e Akamaru uscì a orecchie basse dal nascondiglio, lo raccolse e lo poggiò sul tavolo con qualche goccia di bava…

Anziché un ringraziamento si beccò quindi il rimprovero di Shino: “Guarda che va disinfettato.”

“Caiii…”
“UAAAAHH! SIGH! UEEEEEH! SNIFF!”

Hinata: (^__^”) “B-buono su, stai calmo, ora arriva. Shino fai presto!”

Tenne il giocattolo sotto l’acqua del lavandino, trovò sul ripiano un disinfettante atossico e lo usò per eliminare i germi del pavimento e di Akamaru.

Kiba nel frattempo gironzolava esasperato per la stanza: “Chissà perché la maestra aveva paura non volessimo venire se avessimo saputo, eh? Chissà perché! Ma che…”

“Contieniti.” fece il suo amico, riportando ad Asuma il suo idolo adorato lindo e profumato.

“Ueeeh… (munch)(munch)(munch)”

Vi fu un lungo sospiro di sollievo generale.

Chissà se anche suo padre, quando gli toglievano di bocca le sigarette, diventava altrettanto irritabile!

“Ehm… Non è stato poi così difficile, giusto?” disse Hinata, che come sempre cercava timidamente di tirar su il morale.

“COSA? Non ti sento!”

“Basta con le battute facili.” fece Shino al compagno con la sua classica aria posata.

“MA QUALI BATTUTE! Sento davvero le orecchie piene d’ovatta!”

“A-anch’io effettivamente, Shino!”
Akamaru: “Caiii… Wof? Arf arf!”

Kiba: “Giusto Akamaru! Tu perché non ti senti frastornato dopo questo orrore acustico?”
“Ho detto a due miei insetti di tapparmi i padiglioni auricolari.”

Infatti dalle sue orecchie uscirono due puntini neri con otto zampette, e nonostante questo barcollavano instabili come su un monociclo! I due scarafaggini riuscirono bene o male ad arrivare alle pelle delle mani del loro padrone, che in quel frangente si era dimostrato alquanto egoista, e a tornare dentro; se non altro ora avevano una stima maggiore del valore del SILENZIO!

“Tsk, poveracci.”

I tre tornarono ad osservare la loro missione che col faccino allegro e beato rotolava sulla schiena.

“Per evitare di scoprire altre cose quando è troppo tardi, suggerisco di continuare a leggere il foglio-guida.”

Il suggerimento venne accolto unanimemente, e tutti puntarono gli occhi ricolmi di fiducia in quelle istruzioni, probabilmente la loro unica fonte di scampo!

“Dunque: <>”

Rialzarono gli occhi su Asuma che accortosene li guardò.

Team 8: “……”
Asuma: “……”

SPLIT!

Rimbalzò sul tavolo e ricadde sul pavimento, stavolta senza una grinza.

<< Adesso Kiba dice la sua… >> pensò Shino, e come previsto il suo compagno si accostò al tavolo, guardò torvo il piccolo e gli puntò l’indice contro il nasino!

“Allora, patti chiari e amicizia lunga! Sono stato buttato giù dal letto insieme al mio cane, anzi, dal mio cane, alle otto del mattino, quindi o fai quello che ti dico o peggio per te!”

Asuma: °.° ???

Hinata: ^__^”

Shino: -__-“ … e si diede uno schiaffo sulla faccia. Ma incurante l’Inuzuka continuò a puntare il dito contro quell’”innocente”.

“Forse a te va di giocare alla piccola peste che fa impazzire i suoi babysitter con scherzetti del tipo “piango perché voglio il giocattolo e quando me lo danno lo butto via” e altri cose che sembrano, e probabilmente sono, delle bastardate che tu puoi far passare per semplici capricci da poppante e farti due risate alle nostre spalle, ma a noi non va! Siamo stati incastrati qui, chiaro? Dalla tua adorata mammina, che prima di adesso non ci aveva mai giocato un tiro mancino come questo e sarà meglio per lei che sia veramente andata da tua nonna malata!”

 

Kiba immaginò Kurenai che se la rideva in un bagno termale mentre si ingozzava di sushi e saké…

Kurenai: “IH IH IH! LIBERA!”

 

“Ora noi siamo qui e baderemo a te, e lo faremo anche controvoglia, e sai perché?”

“Gu?”

“Perché in fondo siamo bravi ragazzi, e perché non siamo tanto subdoli da scaricarti a nostra volta a qualcun altro, sebbene personalmente ne avverta una certa voglia.”
“Ma sta davvero improvvisando tutto questo lungo discorso?” chiese Hinata.

“Sigh! E io sono in squadra con quell’individuo!” fece l’altro membro del team facendo cascare le braccia.

“Quello che sto cercando di dirti è di facilitarci le cose. Dopotutto non è la prima volta che veniamo qui a trovarti e ci torneremo: sarebbe imbarazzante se dovessimo arrivare a schiumare di rabbia perché ci hai rotto i timpani, sporcato di pipì la giacca o sputato in faccia la pappina di riso, vero?

<< Qui l’unico che schiuma di rabbia sei tu…>>

“Allora, detto questo, e sperando che tu abbia capito almeno una parola, spero proprio che tu non voglia riservarci altre e peggiori bastardate in questa lunga giornata, ok?”

“……”

Il piccolo lo guardò zitto zitto per un po’, poi batté due volte le ciglia, come aveva fatto Kurenai quando le avevano rinfacciato la cordiale “lettera di assunzione”!

“… Eh eh eh!”

Tale madre, tale figlio!

“Lo prendo come un si.”

Si voltò e vide Hinata che ridacchiava e le sorrise: lei era sempre pronta a ridere sulle sue “impetuosità”. Non si aspettava niente di diverso neanche dal suo amico, che sospirava con gli occhi imploranti rivolti al cielo.

L’humor di Shino si esprimeva comunque con la sua voce quasi atona il che gli dava una certa eleganza, anche se non lo rendeva distinguibile da un suo altro discorso!

“Kiba, sei fuori dall’ordinario… fuori di zucca, fuori come un balcone, e chi ne ha più ne metta.”

“Tsk! Coi bambini non bisogna andarci sempre piano: sono come i cuccioli. Bisogna addestrarli sin da piccoli ad obbedire ai più grandi.”

“In un certo senso hai ragione” –disse l’amica- “Però noi siamo qui per accudirlo, non per “addestrarlo”.”

Kiba rise imbarazzato portando una mano dietro la nuca.

I tre ragazzi si misero in cerchio vicino la porta della cucina a confabulare sulla situazione. L’unica che aveva avuto a che fare con fratellini o sorelline minori era Hinata, ma di Hanabi si erano sempre occupate le domestiche: essere ricchi e potenti non è un bene per certi versi! Kiba e Shino avevano esperienza di larve e cuccioli, ma non devi cambiare loro il pannolino o metterli a nanna.

Perché per quelle cose sarebbe certo arrivato il momento, e loro erano spiazzati, inesperti, timorosi di arrivare a fine giornata esausti, o peggio, non arrivarci proprio! La cosa peggiore di tutte sarebbe stata però deludere la loro maestra…

“Non so voi, ma se finiamo col ridurre la cucina o la casa uno sfacelo a me non va di sentirmi dire di essere un pessimo babysitter.” –fece Kiba- “Sono stato trascinato qui con l’inganno.”
“Vedrai che la maestra capirà, non penso ci dirà nulla.” lo rassicurò Hinata.

“Resta il fatto” –intervenne Shino- “Che dopo il discorso che ci ha fatto sull’essere “ragazzi responsabili” si aspetterà certamente qualcosa da noi.”

“Uffa!”

“E… e se provassimo a dare un’altra occhiata alle regole?”

Shino le tirò fuori dalla tasca del giaccone “Buona idea, Hinata: se non altro sono un punto di partenza.”

“Dì un po’, ma perché non te lo togli? Siamo al chiuso!”

“Mi piace averlo addosso.”
“Tsk, sempre il solito che vuol farsi vedere tenebroso nel suo abbigliamento iper-coprente. Almeno togliti il cappuccio, o ti aspetti che venga a diluviare in casa?”

L’Aburame sbuffò e fece uscire la testa allo scoperto: “D’accordo, a patto che la smetti di ringhiare.”
“S-su, ragazzi, smettiamola, la maestra ha detto che dobbiamo essere uniti per superare questa prova. Leggiamo.”
Mentre accadeva ciò, Akamaru si era accomodato sul piccolo tappeto di stoffa un po’ consunta davanti il lavandino, e stava stiracchiandosi.

Mentre lasciava che le sue ossa crepitassero di goduria, spalancò le zanne in un lungo sbadiglio: si era alzato prestissimo ed aveva pure dovuto buttare giù dal letto il suo poco reattivo padrone che invece di agguantare l’uccello col messaggio di Kurenai gli aveva tirato contro una pantofola e si era rimesso a russare!
Akamaru: << (tradotto dal canino) Meno male che noi cani non restiamo cuccioli a lungo… anche se mi piaceva farmi portare da Kiba anziché portarlo. >>

Sospirò nostalgicamente e poggiò la testa sulle zampe anteriori che aveva incrociato a mò di cuscino…

!!!

Fu proprio mentre chiudeva gli occhi che vide il cucciolo l’uomo gattonare (che brutto termine!) verso il bordo della tavola su cui l’avevano lasciato!

Pessima mossa: un conto è star vicini ad un bimbo a redini sciolte, e un altro è stargli attaccato e guardarlo a vista!

Kiba, Hinata e Shino erano troppo distratti a parlare tra di loro e a far commenti sui guai che quella missione avrebbe loro riservato per accorgersi che Asuma Junior si stava avviando col sorriso sulle labbra verso una disastrosa caduta!

Scattò sulle zampe: “CAIII! (trad. DEVO AVVERTIRLI!)”

Non c’era tempo! Sotto i suoi occhi, la manina finì nel vuoto e il resto del bebè insieme a lei!

“BARK!”

Subito spiccò un balzo: << (trad. Ok, devo fare come le mamme-cane che agguantano i piccoli con la bocca, trattenendoli delicatamente con le zanne senza far loro del male!)

Provò a pensarci…

 

“CHOMP… GLOM!”

Hinata: “EEEEK! Akamaru si è mangiato Junior!”

Kiba: “CANE CATTIVO!”

 

Akamaru: << …… Lasciamo perdere! >>

Si limitò ad arrivare sotto di lui con un tempismo perfetto, facendogli da materasso!

“Dunque: << REGOLA NUMERO 2: Fare attenzione a non distogliere lo sguardo per molto tempo, è un bimbo molto vivace>>…… Dov’è?”

A quella domanda, Hinata e Kiba alzarono lo sguardo sul tavolo vuoto!

“EEEEK!”

“NON è POSSIBILE! SIAMO QUI DA MENO DI DIECI MINUTI!”

Prima che il panico crescesse ulteriormente, arrivò Akamaru portando con sé in bocca lo smarrito, tenuto per il colletto del vestitino.

“Uuuf! Amico, non farci più di questi scherzi: se vuoi giocare col moccioso almeno avvisaci prima.” fece rilassandosi il padrone, che aveva già preso abbastanza spaventi per quella mattina.

“GRRRR!”

Lasciò andare il suo carico, tanto c’era il pannolino ad ammorbidire l’urto sul culetto, ed iniziò a ringhiare e ad abbaiare tutt’altro che festante. Voltò poi loro le spalle con un soffio del naso che aveva tutta l’aria di uno sbuffo.

“Ha detto… che se è questo il modo in cui gli umani badano ai loro piccolo allora non c’è da meravigliarsi se questi si facciano male cadendo dai tavoli… E che ora ha un male cane alla schiena.”

“Stava cadendo?!”

Di scatto Hinata lo sollevò da terra e lo controllò da cima a fondo, ma nonostante i suoi timori non aveva alcuna bua.

“Sigh, anche vivace oltre che capriccioso ci doveva capitare! Allora prima ho parlato al muro?”

“Kiba, perché non la smetti con queste stupidate e ti decidi a fare qualcosa di serio? Come controllare Asuma in modo che la maestra stasera lo ritrovi qui e non all’ospedale?”

“Ehi, non rompere Shino! Tu ti sei scordato di lui quanto me!”

Colpito nel segno, ma lui non era tipo da darla vinta quando riteneva di aver ragione: “Stavo già leggendo io. Che bisogno c’era che guardassi anche tu?”

“BASTA!”

“!!!”

Prima o poi, in quel team arrivava un momento in cui anche il membro più mite e dolce urlava e batteva il piede a terra, e quando arrivava non c’erano cani o insetti che tenessero: tutti restavano muti come pesci!   

“Vi rendete conto che il piccolo Asuma stava per rompersi la capoccetta e voi due continuate a battibeccare!?”

Akamaru si schierò dalla sua parte con un vigoroso cenno della testa. Nel frattempo Asuma si guardava attorno, ignaro, ma incuriosito da quei signori a cui la mammina lo aveva affidato prima di scomparire.

“Siamo tutti e tre colpevoli, chiaro? Come possiamo pretendere di distrarci tutti e tre e pensare che possa cavarsela da solo?”

“……”
“Beh, è stato molto stupido da parte nostra…” – ammise il suo amico coi tatuaggi a zanna sulle guance- “Ci stiamo ancora ambientando.”

“La verità è che da quando siamo arrivati qui non abbiamo fatto altro che lamentarci di non saper accudire un bambino, e non abbiamo fatto assolutamente nulla per provarci... E POI INSOMMA, DEVO ESSERE IO A DIRVELO?!?!? Sbaglio o prima ero io quella che aveva paura di non saper fare qualsiasi cosa?”

“Quando fai così sei davvero… non lo so, ma è qualcosa di positivo. Però la maestra…”
“Qui non si tratta della maestra, si tratta di lui. Non dobbiamo fare bella figura con lei, dobbiamo dare a questo piccolino quello di cui ha bisogno, non importa se poi finiamo col ridurre la casa un campo di battaglia o se per risistemarla prima del suo ritorno caschiamo distrutti sul divano mentre la piccola birba è ancora sveglia e se la ride.”

I due ragazzi si guardarono e dichiararono tregua con uno sguardo.

“Hai ragione su tutto, Hinata. Tranne per l’ultima parte: certe cose accadono nei manga o nei film non nella vita reale.” disse Shino.

“Figurati se mi faccio stendere da un bamboccio, ah ah ah ah!

Akamaru borbottò qualcosa riguardo la propria schiena…

Hinata poggiò Asuma davanti ad Akamaru e si rivolse di nuovo ai compagni: “Su…” –la voce le era tornata timida e bassa, ma in qualche modo piena di energia- “Siamo in tre, possiamo gestire la situazione.”

“Certo! Il lavoro di squadra ci ha sempre tratto d’impiccio!”

“Si.”

Kiba allungò una mano al centro, Hinata vi mise sopra la propria e, come sempre per ultimo, arrivò Shino.
“TEAM 8 ALLA RISCOSSA!”

“Ih ih ih!”

“Umpf!”

“Grande ragazzi! E poi pensiamo ai lati positivi!”
“Cioè, Kiba?”
“Se lo mettiamo a letto abbiamo la casa per noi! Potremo spaparanzarci sul divano, vedere che c’è di buono in cucina, giocare a carte… spassarcela insomma!”
“S-sei sicuro che possiamo?”
“Sicurissimo! È quello che fanno tutti i babysitter una volta finito il lavoro: mia sorella ha fatto da babysitter ai vicini e mi ha raccontato che quando il pupo si addormentava si dava alla pazza gioia col ragazzo!”
Shino inarcò un sopracciglio: “Ehm, per “pazza gioia” intendi…”

Hinata: “EEEEEK! CI SIAMO DISTRATTI DI NUOVO!”

Kiba e Shino: “AAAAAAAAAARGH!”

Si girarono alla velocità della luce e videro…

Asuma esattamente lì dove lo avevano lasciato: seduto per terra sul pannolino con un manina sulla gamba e un’altra in bocca.

Tirarono un sospiro di sollievo… Poi si accorsero di Akamaru, disteso dietro di lui e con lo schienale di legno di una delle sedie sulla testa: Junior ci si era appeso cercando di mettersi in piedi, ma non ce l’aveva fatta ed era caduto, e la sedia stava per raggiungerlo. Lui però aveva messo la propria testa in mezzo e si era sacrificato ancora una volta!

“Akamaru, ma che fai? Non è il momento di giocare.” lo redarguì Kiba.

“……”
Il cagnone lo guardò torvo con un bernoccolo in testa ad andò via: “Grr… rowl… rarl…”
“EHI! UN PO’ DI EDUCAZIONE! Va bene che non capisce il cagnesco, ma è pur sempre un bambino!”
“Disse il tizio che davanti al suddetto bambino se ne era uscito con termini del tipo “bastardate”…” si atteggiò a narratore Shino.

Stava sempre zitto, ma quando gli venivano delle buone ed eleganti battute non taceva mai!

“Ricominciamo?”
L’altro passò oltre con semplice signorilità: “No.”
Hinata ridacchiò: ora si che potevano darci dentro!

 

La casa della maestra Kurenai era una appartamento spazioso, di buon gusto e ben tenuto, con i pavimenti sempre lucidi ed igienizzati, cosicché un bimbo piccolo non corresse rischi a giocarci sopra quando capitava. Si entrava su un piccolo corridoio da cui si accedeva alle varie stanze che erano invece molto grandi. Entrando si aveva, dopo qualche passo, a sinistra la cucina, e a destra il soggiorno, con il tavolo centrale su un tappeto bianco, il divano e la libreria, molto fornita. Entrambe queste stanze avevano ampie porte finestre che le rendevano piacevolmente soleggiate, e che davano ciascuna su un balcone con vari vasi di piante e fiori. Procedendo oltre per il corridoio c’erano due bagni, una cameretta tutta per l’omino ci casa, e per finire la camera da letto della proprietaria.

Il letto era un matrimoniale.

Quella casa, dal corridoio intimo e dalle sale spaziose, dai due bagni ai due balconi animati di vita in vaso, sembrava fatta apposta per accogliere tutti coloro che volessero passarvi del tempo, concedendo loro luce, spazio e contatto con gli altri abitanti. Una casa perfetta per una famiglia.

La casa di una mamma single che non aveva fatto in tempo a diventare moglie.

La prima volta che erano saliti da lei, in occasione del ritorno all’ospedale dopo il parto, aveva mostrato loro la casa; e alla vista del letto a due piazze tutti e quattro avevano sentito un nodo al cuore… Lei di sicuro aveva percepito un loro turbamento, ma aveva taciuto; si era limitata a stringere al cuore, ancora più forte, ciò che le era rimasto di lui, che non era poco.

Al di là di quella nota triste, la casa della loro maestra gli piaceva; e, come aveva detto Kiba, sarebbe stato bello abitarvi insieme ai propri migliori amici per un giorno. Visto che dovevano star lì fino a sera, decisero di mettersi un po’ più comodi: Kiba e Hinata, che avevano già rimosso i coprifronte, tolsero anche le felpe rimanendo in comode t-shirt a maniche corte. Shino fu un po’ restio, ma alla fine cedette all’atmosfera informale venutasi a creare e li imitò rimuovendo il proprio simbolo ninja; poi anche per non stonare con gli altri due membri del team, tolse il giaccone. Ovviamente gli occhiali restarono dov’erano!

La giornata fuori era bella, il luogo della missione e la compagnia pure e la dispensa era effettivamente piena: avrebbero potuto davvero trascorrere una giornata piacevole, purché non dimenticassero di soddisfare il loro esigente ospitante!

 

“UEEEEEEHH!”
“Oh, no! Ricomincia!”

Imparata la lezione, si erano decisi a mettere Asuma Junior nel seggiolone, insieme ad un pupazzetto perché non si annoiasse; l’avevano tenuto buono solo per cinque minuti.

In un lampo furono tutti e quattro al suo “trono”.

“Cos’ha?”
“Forse vuole di nuovo il ciucciotto.”

Shino lo risciacquò ancora (l’aveva gettato per terra) e provò a rimetterglielo in bocca, ma lo sputò subito.

“No, non è il ciuccio.” constatò flemmatico.

“Sigh! UAAAHH!”

“Vediamo il manuale d’istruzioni.”

“Ok, Kiba tu però tienilo d’occhio.”

Kiba obbedì ma di malumore: voleva essere lui a leggere il foglio! Perché doveva tenerlo sempre quel presuntuoso di Shino?

“<< REGOLA NUMERO 3: Quando piange a volume accettabile non è per il ciuccio. >>”

“Possibile che leggiamo sempre con un attimo di ritardo!?”

Hinata tentò di calmarlo con qualche carezza: era la più indicata per quel compito, ma non bastò.

“Proviamo con un approccio scientifico. Perché un bambino piange?” domandò Shino con una mano sul mento, come si trattasse di un indagine!

“Perché si è fatto la bua.” fece Kiba.

“Non è il nostro caso, ha iniziato all’improvviso. Hinata?”
“Perché ha fame?”
“Buona ipotesi.”
<< E guarda caso la mia era sbagliata! GRRR! Ora fa anche l’investigatore! Deve sempre tirarsela un sacco! Devo far vedere che me la cavo anch’io! >>

In realtà Shino era una persona umile, ma, quando c’è rivalità più o meno amichevole, mantenere sempre una calma imperturbabile può sembrare un darsi delle arie di superiorità, specie per un irrefrenabile Inuzuka!

Asuma non smetteva di singhiozzare e agitarsi: per i bambini piccoli il pianto non è quasi mai per tristezza, ma solo un modo per comunicare. Chissà se a loro dispiaceva di doversi sgolare tanto per chiedere qualcosina e magari neanche riuscire ad ottenerla subito. È come essere stranieri in un paese lontano in cui i pochi che conosci e di cui ti fidi non riesci a capirli.

“È questo che vuoi piccolino? Vuoi la pappa?”

L’importante però è fissare subito in mente le parole chiave della loro misteriosa lingua!

“Pa... pa… pa-pa?”

Hinata si avvicinò a lui con un sorrisino: “Si, pappa! Vuoi mangiare?”

Le lacrime si asciugarono istantaneamente e il visino di rilassò e divenne di nuovo bello a vedersi: “Pa-pa! Pap! Pa-pa!”

“Sbaglio o è la prima parola che gli sento dire? Eh eh, ed ho il presentimento che è l’unica che conosci!” fece Kiba scherzosamente. Cosa c’è di più importante che memorizzare il segnale che annuncia il momento di riempire lo stomaco?

“Ma come fa a voler mangiare già a quest’ora? Non credo che la maestra non gli abbia neanche fatto colazione.”
Shino lo guardò sornione: “Si vede che è un piccolo ingordo.”
“Che cosa gli diamo allora?” domandò Hinata.

“Ai bambini piccoli si da il latte, no?”

Hinata si sentì improvvisamente osservata…

“Uh? Che c’è?”

Anche Akamaru, incuriosito, salì con le zampe anteriori sul tavolo.

I tre stavano osservando una strana espressione sulla faccia di Junior.

Asuma: *__*

Cosa stava guardando così intensamente, si domandarono guardandosi tra loro. Sembrava che fosse stata la loro compagna a concentrare tutta la sua attenzione. Per la precisione, aveva adocchiato i suoi due biberon, che sembravano alquanto grandi e capienti!

Hinata: °///°

Asuma: *__*

Kiba: -__- “… Piccolo bastardo pervertito!”

Hinata pudicamente mise le braccia davanti il corpo e cominciò a ed emettere piccoli versi sconnessi! Non avrebbe dovuto togliersi la sua amata felpa nascondi-misure!

“Riprenditi, Hinata.” –le disse Shino- “Sai bene dove qualunque cucciolo di mammifero inizia a nutrirsi durante i primi giorni di vita: ti ha naturalmente scambiato per una stazione di rifornimento.”

“Una stazione di rifornimento ben rifornita! Ah ah ah!”
“K-KIBA!”

“Zotico.” Lo rimproverò piatto l’Aburame.

Ma ora la stazione era sparita, e il piccolo principino non aveva ancora soddisfatto la sua fame.

“Sniff… UEEEEEEHHH!”
“Ehi, calmo! Ora ti prepariamo un po’ di latte, d’accordo?

“UEEEHH!”

Kiba strinse i denti: “Accidenti! Shino, per favore, portalo un po’ di là mentre io e Hinata gli prepariamo un biberon.”

Shino sobbalzò: “Eh? Perché io?”
“Come sarebbe “perché io?”?! Non diventarmi imbranato proprio ora: dobbiamo dividerci i compiti!”
“UAAAAAHHH!!!”

“Ma… che devo fare?” chiese guardando il piccolo che gli era stato messo in braccio come un enigma dei più insolubili.

“Fai come fanno le mamme quando piangono: portalo a spasso, fallo dondolare, fallo volare, cantagli una ninna-nanna, basta che ce lo togli dalle orecchie per un paio di minuti!”

Anche l’amica iniziò a esortarlo: “Il tempo di preparare il biberon e arriviamo.”

“Ehm… Ok…”

Mentre andava nella stanza vicina, Kiba sorrideva nascostamente: quando si trattava di supervisionare e dispensar consigli era il solito Shino, ma quando c’era da entrare in “contatto diretto” i suoi limiti sembravano venire finalmente a galla.

 

Shino si guardò intorno, passando gli occhi dalla finestra ai titoli dei volumi sulla libreria, dai piccoli quadri sulla parete dietro il divano al pupetto che piangeva e che distrattamente cercava di calmare con un impacciato cullare.

Storse il naso. Non gli si addiceva proprio quel ruolo. Figurarsi se poteva cantargli una ninna-nanna, con la sua voce poi.

“Ehm… proviamo col solletico.”

Con l’indice provò a stuzzicargli il collo, ma Asuma vorticò le manine come volesse respingerlo. Si domandò dove trovasse tanto fiato per quelle urla che gli martellavano il cranio. Provò a sollevare le braccia, un po’ per fare il giochino del volo, un po’ perché voleva allontanarlo dalle sue orecchie.

“Ueeeeh… sniff… sniff…”

<< Ha smesso? >>

Notò che stava osservandolo, un po’ come aveva fatto con Hinata poco prima.

<< Non vorrà che lo allatti? >>

In realtà era solo incuriosito dai suoi strani “occhi” tutti neri. Non gli piacevano! Quelli rossi di sua mamma era così belli e luccicanti, questi al confronto erano noiosi.

Gli mostrò la linguetta.

“……”

Gli fece un’altra linguaccia e una faccetta triste.

Shino non capì, ma non gli piaceva: gli era antipatico? Che gli aveva fatto?

Si guardò intorno, poi si decise a rispondere a sua volta con una linguaccia, anche se appena accennata.

“Prrr!”

Gli aveva fatto un pernacchio!

<< Vuoi giocare così? >>

“Prrr!”

Allora Asuma passò al contrattacco scuotendo il capo e arricciando il naso.

“Umpf!”

Dopo quella risatina superba, riavvicinò il bimbo a sé e digrignò i denti.

“Ih ih ih!”

“Mmm…”
Sorrise, pensò un po’, e si alzò gli occhiali, mostrando i suoi occhi azzurri incrociati in un espressione buffa con la lingua da fuori.

“Eh eh eh!”
Poi inventò un’altra smorfia, e un’altra ancora sulla scia dell’altra, e prima che se ne accorgesse iniziò ad accompagnarle a buffi versi senza senso.

“Bleeeu!”

“Ih ih ih!”
Prima che se ne accorgesse, Asuma iniziò a ridere a più non posso.

“Gneee!”

Prima che se ne accorgesse iniziò a girare e roteare per la stanza, facendolo volare alla maniera divertente con cui i bambini vogliono volare: quella che fa loro capire che anche tu ti stai divertendo con loro!

“Uuu! Ble! Gnuoooooo……… oh…”
Prima che se ne accorgesse, Hinata, Akamaru e Kiba erano sulla porta della stanza, immobili come statue che lo fissavano.

Hinata: °__°

Kiba: O_O

Shino: •__•”

Silenzio assoluto.

Shino era rimasto paralizzato, mezzo in piedi, mezzo piegato sulle ginocchia, con le dita sul pancino di Junior e gli occhi strabuzzati che si notavano dietro gli occhiali poggiati male.

Kiba, da statuario iniziò a tremare: stava esplodendo!

Si nascose dietro la porta, ma il suono strozzato di chi si sta piegando in due dalle risate era flebile ma udibile.

Hinata si risvegliò scuotendo la testa: “Beh… Che dire, non sapevo ci sapessi fare così bene coi bambini! Ih ih ih!”

Akamaru preoccupato uscì dalla stanza e andò a controllare quei rantoli: stavolta sembrava davvero che il suo padrone rischiasse di morire per il troppo ridere!

Shino si rimise ben eretto, si raddrizzò gli occhiali, si accigliò per ridarsi un’aria seria e porse il bambino all’amica.

Kiba tornò, ancora vivo ma per poco, dal corridoio: “Uh, si… eh eh! Ci sai… Ci sai fare benissimo… ih ih ih!”

“Smettila…” disse con la voce che gli tremava e una temperatura innalzata per l’imbarazzo più grande della sua vita.

“Giuratemi che nessuno lo saprà.”
“Giurato!” fecero gli altri tre alzando solennemente mani o zampe!

<< Quel piccolo mostro mi ha traviato e disonorato! Sigh! >>

 

Tornarono in cucina, e Hinata avvicinò la tettarella del biberon caldo alle piccole labbra, le quali accettarono volentieri.

“Chu… chu… chu…”
“Perché così pensieroso, Shino? Hai fatto un ottimo lavoro.”

“Anche tu, Hinata…” mormorò seduto su una sedia con la testa bassa.
“M-ma no, dico davvero, eravate molto carini.”

Shino sospirò e si appoggiò con il gomito alla tavola.

“Eh?”
“Cosa c’è?”
“Si è addormentato.”

Si avvicinò incuriosito: “Come?”
“Mentre succhiava: all’improvviso ha calato la testa. Dici che dobbiamo metterlo nella culla?”
“Non so. Forse non dovremo disturbarlo.”
Kiba tornò dal bagno accompagnato dal rumore dello scarico: “Che mi sono perso?”
“Si è addormentato mentre mangiava.”

“COSA?!?!? Dopo averci spaccato le orecchie ora dorme?”
“Non ha bevuto neanche metà.”
Kiba mise nervosamente le mani in tasca: “Bah! Chi lo capisce questo! Prendiamoci una pausa.”
I tre uscirono fuori al balcone a prendere un po’ d’aria. Ma dopo qualche secondo sentirono Akamaru abbaiare.

Tornarono di corsa in cucina e ritrovarono Asuma sveglio e singhiozzante.

“Ma che…”
“UEEEEEHHH!”

“E ora che vuole?!”

“Credo…” –tentò Hinata- “Che abbia ancora fame. Dopotutto ha preso pochissimo dal biberon.”

Lo avvicinarono di nuovo e Asuma tornò a bere.

Ma neanche un minuto dopo, la testolina ricascò in avanti addormentata.

“Ragazzi, non so voi, ma questo inizia ad infastidirmi!” disse tra le zanne agli amici, altrettanto sgomenti.

Lo lasciarono dormire come avevano fatto prima… e dopo qualche minuto la stessa storia!
Qualche ciucciata. Colpo di sonno. Pianto a dirotto.

“Sigh, dai, piccolo, cerca di finirlo stavolta!”
“Ma tu hai contato quante volte ha fatto questo, Shino?”
“Dodici.”
“Dodici volte che andiamo avanti e indietro! Possibile che si annoi a mangiare?!”

“Portiamo pazienza: dopotutto è solo un bambino.”
“Un bambino che ha la facoltà di rincretinire Shino: secondo me è più pericoloso di quel che sembra.”

“Io sarei il cretino? Chi di noi però prima è stato tanto infantile da mettersi a battibeccare con un neonato?”
“GRRRRR!”

Kiba per quella volta lasciò correre. Si avvicinò all’orecchio del pupo e sussurrò: “Grazie per lo spettacolo, eh? È stato impagabile, ih ih ih!”

Si risedette e si stiracchiò: << Voglio rendermi più utile anch’io. >>

Per il momento aveva solo fatto bollire un po’ di latte e tante chiacchiere, ma forse nell’accudire c’era qualcosa di divertente: e se Shino era arrivato a tanto, figurarsi se non ce n’era anche per lui!

Così, tra un biberon e una dormitina, in una ventina di minuti si riuscì a far finire il latte ad Asuma.

“Ora deve fare il ruttino.” disse Hinata mentre sciacquava la bottiglietta.

“Ci penso io!” urlò Kiba.

Prese il bambino e…

“Ehm… come si fa?”
“Devi metterlo sulla tua spalla e battergli dietro la schiena.”

“Tutto qui? E che ci vuole? Eh eh eh!”

 

Cinque minuti dopo…

“Che barba! Akamaru, vuoi fare un po’ tu?”

L’amico peloso scodinzolò un “no grazie” e abbaiò.

“Au-au!” fece Asuma provando ad imitarlo, ma stranamente il cagnone indietreggiò inquieto…

Kiba, stufo di gironzolare si sedette sul divano: “Si, au-au… Quand’è che ti decidi a…”

“BEURP!”

“!?”

Shino passò fuori la porta: “Kiba, ma che modi!”

“È STATO LUI, E TU LO SAI!” (>///<)

“Umpf, ora dai anche la colpa ad un piccino, ma non ti vergogni?”
“Ma piantala!”

L’Inuzuka guardò Junior che si stava mettendo una manina in bocca.

“Ecco perché ci hai messo tanto, ti stavi caricando, eh?”
“Blub…”

Gli sembrò che fosse arrossito e si sentì stranamente allegro.
“Eh eh eh!”

Hinata osservava la scena alle loro spalle.

Pian piano i suoi amici avevano preso a cuore il compito quanto lei e ne fu contentissima! Si augurava che avessero la forza d’animo per non spazientirsi mai ed affrontare il resto della giornata col piede giusto!

 

 

 

Ce la faranno?

Kiba e Shino, nonostante qualche incomprensione iniziale, sono rimasti colpiti da un tenero faccino desideroso di cura e protezione. Akamaru… è rimasto colpito e basta e si chiede se non debba essere protetto anche lui! XD

Hinata invece si è dimostrata da subito una buona e paziente mamma di riserva… Anche se è rimasta scioccata al pensiero di essere vista come un biberon! XD

Però devo fare una confessione: per questa gag ho preso spunto da un’immagine di Gabzilla, bravissima disegnatrice di deviantart a cui rendo i giusti crediti. U__U

 

http://fc04.deviantart.net/fs13/f/2007/082/d/b/Team_8_Nanny_Squad_by_gabzillaz.jpg

 

Nella sua gallery troverete tante belle immagini del team 8 (il mio preferito naturalmente), ed anche qualcuna con Asuma Jr.!

Per quanto riguarda il ciclo mangiare-dormire-piangere per mangiare, sappiate… che è un richiamo autobiografico del sottoscritto! XD Esatto! Da piccolo mi succedeva! Poveri i miei genitori, sembra fossi un autentico rompiscatole da piccolo… ^__^”

Ora vi lascio e vi auguro ancora una volta un buon proseguimento di feste! Ciao, al prossimo capitolo!

 

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

  
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