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Autore: LilyProngs    21/12/2009    7 recensioni
Rin è una bambina di dieci anni che è cresciuta in un orfanotrofio ed aspetta, con speranza, di poter trovare un giorno una famiglia.
Kagome è una giovane che ha appena finito il suo apprendistato ed è pronta al suo primo lavoro come assistente sociale.
Kagome e Rin si incontreranno all'orfanotrofio e questo segnerà l'inizio d una nuova vita per entrambe. Ma se il passato di Rin tornasse a galla all'improvviso precludendole ogni possibilità di gioia?
Una fic all'insegna dell'amore in tutte le sue sfumature!
E' principalmente una Sesshomaru-Rin ma anche una Inuyasha-Kagome e inizia principalmente con la storia di quest'ultima coppia per poi dedicarsi pian piano completamente alla prima.
ATTENZIONE RATING ARANCIONE DAL CAP 32!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 26 Ciao a tutti!
Chiedo perdono per il ritardo mostruoso, non linciatemi, ma la quinta è una bella rottura e per tutti questi mesi non hanno fatto altro che caricarci di compiti!Ma finalmente le vacanze mi permettono di aggiornare!:)
Buona Lettura!


La bambina alla ricerca di un sogno


Rin guardò a lungo il suo interlocutore, quasi con sfida.
"Papà, stai scherzando?" chiese, le sarebbe venuto da ridere se la situazione non fosse stata così seria.
Inuyasha la guardò, quasi offeso dalle sue parole. Intanto, al suo fianco Kagome la guardava con un cipiglio preoccupato e Sesshomaru...Be' lui la guardava e basta, non un ombra di emozione sul suo bel viso.
"E' ovvio che non sto scherzando!Neanche io posso scherzare su cose di questo genere, diamine!Sesshomaru diglielo tu!" esclamò Inuyasha interpellando il fratellastro che lo guardò accigliato, già troppo infastidito dal fatto che gli avesse ordinato qualcosa e, per dispetto, rimase in silenzio a lungo prima di parlare davvero.
"Se non vuoi parlare va bene, è una tua decisione..." iniziò e Inuyasha si era già gonfiato per dirgliene quattro anche a lui, fu Kagome che solo posandogli una mano sul braccio lo fece calmare. Sul viso di Rin era spuntato un sorrisetto trionfante: il suo Sesshomaru non la deludeva mai!Lui alzò lo sguardò e lo incatenò al suo: "Ma sei tu ad aver detto che questa è la tua causa" concluse aridamente e il sorriso sulle labbra di Rin morì. Sesshomaru non aveva neanche avuto motivo, né voglia, di dare ulteriori spiegazioni la conclusione veniva da sé: Rin considerava quella la sua causa, non poteva rifiutarsi di testimoniare. Fu la volta di Inuyasha a sorridere trionfante ma non disse niente.
Rin distolse lo sguardo da loro consapevole di quanto Sesshomaru avesse ragione, ma lei aveva così tanta paura!Andare in quell'aula di tribunale, percorrere quei passi...Rivedere quegli occhi. Non voleva, aveva paura non...Credeva che la sua vita sarebbe stata così crudele da porla su quell'ostacolo. Ma era anche vero che una sua testimonianza era più che essenziale. Inuyasha le aveva detto che lui e Sesshomaru sospettavano che la corte fosse corrotta. In fondo la figura di Naraku era molto simile a quella di un mafioso: magari rinchiuso in una cella ma in grado di riuscire a giostrarsi anche lì. Una sua confessione sarebbe stata basilare, sfortunatamente magari non decisiva, Rin rimaneva comunque la figlia dell'avvocato della controparte, poteva essere altrettanto retitente la sua opinione ma era tutto ciò che avevano e sopratutto ciò di cui avevano bisogno. Era un suo compito testimoniare, un suo dovere per spazzare via dal passato quel fantasma che da quando era una neonata a malapena in grado di avere un ricordo, l'aveva perseguitata. Era un dovere verso se stessa anche se la paura era tanta, così forte che per un attimo era riuscita a spazzare via la sua razionalità.
Una settimana per prepararsi, per farsi carico di quella responsabilità.
"Avete ragione, ci sarò" proferì convinta e guardò verso Sesshomaru che la fissò a lungo e per un attimo le era sembrato  avesse fatto un cenno con la testa.
L'aveva contraddetta, l'aveva fatta rinsavire...Era d'accordo con la sua decisione per quanto non lo dasse troppo a vedere, ma lei lo sapeva.
Da quel giorno che gli aveva confessato il suo passato aveva notato un certo cambiamento da parte del demone. Certamente non visibile ad un occhio poco allenato, ma al suo sì. Certo non si sbracciava, non sbandierava ai quattro venti cosa gli passava per la testa ma Rin aveva notato che la sua voce si colorava di una leggera espressività quando parlava con lei -solo con lei- e che le era vicino in ogni momento, con gesti silenziosi a spronarla sempre per diventare una persona migliore o almeno Rin l'aveva interpretato così. Aveva notato che loro due erano più uniti, in un casto e platonico scambio di emozioni, un cordone invisibile che li univa...Un ponte gettato tra i loro animi così simili e al contempo così diversi...Così complementari.
Rin quando si scopriva di quei pensieri si dava della sciocca ma era impossibile non sentire ciò che effettivamente provava.
Da amore impossibile ad amore platonico, ma era pur sempre amore!Si diceva per poi scuotere la testa.
Sciocca Rin rimasta ancora un po' bambina, a questo punto vuoi tormentare te stessa?si chiedeva con un sorriso amaro.
A tal punto sei così sciocca?


Rin guardava fuori dal finestrino, mentre il paesaggio correva veloce, salutandola con i suoi colori che sfrecciavano e si mischiavano di fronte ai suoi occhi. Sospirò mentre si lisciava l'elegante gonna che aveva dovuto indossare per andare al processo. Il cuore batteva a mille, ma non con quella cadenza sognante che sentiva quando era emozionata per felicità, per aver ascoltato una canzone particolarmente bella oppure quando incrociava lo guardo freddo e splendido di Sesshomaru. No, era un battito agitato, angosciato...Sembrava che il suo cuore volesse scapparle dal petto per la troppa paura. In fondo non lo biasimava, se avesse potuto anche lei sarebbe scappata via.
Posò lo sguardo sui sedili anteriori dove Inuyasha e Kagome stavano seduti.
Inuyasha guidava e Rin aveva notato che il padre teneva le mani strette convulsamente al volante, in fondo non sarebbe stato facile neanche per lui. Quella notte di sette anni addietro lei era ancora incoscente quando l'avevano salvata ma aveva saputo che Inuyasha si era fronteggiato con Naraku. Capiva la sua frustrazione.
Kagome, d'altro canto, cercava di infondere, nella sua tranquillità, un po' di pace ai due ma senza molto successo.
Il risultato era un silenzio teso e rigido.
Rin si sporse un po' dal finestrino e scorse più avanti l'elegante macchina nera di Sesshomaru. Chissà cosa pensava lui in quel momento?
Alla sua solita freddezza scostante magari, oppure stava ripetendo nella sua testa le domande da fare ai testimoni ma sicuramente non stava pensando a lei. Al fatto che quel caso sarebbe stato basilare per lei. Un conto finalmente chiuso dopo una vita. Mai più il fantasma di Naraku a perseguitarla, mai più. Quel pensiero era quasi rincuorante per la sua agitazione anche se continuava a pensare che magari non ce l'avrebbero fatta. In fondo per quanto le testimonianze sarebbero state lampanti...Aveva in se il dubbio che non sarebbero bastate. E questo l'impauriva nuovamente.
"Siamo arrivati" disse Inuyasha rigido, e il cuore di Rin riprese a balzarle nel petto, iniziava a sentire le gambe molli. Coraggio, si disse nella testa ma con ben poca convinzone.
Scesero dalla macchina e Rin si trovò davanti ad un imponente edificio: il tribunale penitenziario.
Gonfiò le guance, uno strano gesto che faceva quando era irritata o per darsi coraggio. Si ritrovò immediatamente Kagome al suo fianco che le teneva la mano e la guardava con quel cipiglio incorraggiante. Rin si ritrovò pervasa da quella sensazione purificatrice che le infondeva sempre Kagome e si caricò di essa assorbendo quell'energia, dandosi forza. Con lei al suo fianco riuscì a camminare con un po' più di sicurezza. Intanto Sesshomaru e Inuyasha, bellissimi e sicuri nei loro completi eleganti, si avviavano di fronte a loro alla stanza del tribunale.

Le porte si spalancarono, Sesshomaru e Inuyasha erano già a posto, con sguardo titubante Rin alzò la sua attenzione all'altro capo della scrivania adiacente a quella dei suoi due avvocati prediletti.
Un uomo vestito elegante stava leggendo dei fascicoli e al suo fianco...Naraku.
Quest'ultimo si girò in quel momento e i suoi occhi sottili e rossi incontrarono quelli grandi e nocciola di Rin che fu presa da un'agitazione e panico indescrivibili mentre il precoce ricordo della morte dei suoi genitori e le loro urla invasero la sua mente. Il suo passo sicuro vacillò ma c'era sempre Kagome a sorreggerla. Rin si girò verso di lei riconoscente, e anche per staccare lo sguardo da Naraku. Kagome c'era sempre stata per lei e la gratitudine nei suoi confronti cresceva come stava crescendo lei. Una realtà innegabile che quella giovane madre le aveva dato.
Il giudice entrò trafelato nella stanza vestito con la sua toga nera e si alzò sul pulpito del tribunale e battè il martelletto forte, tanto che Rin sobbalzò, e pronunciò le parole fatidiche: "L'udienza è aperta!".
A quel punto Rin non avrebbe più avuto via di scampo.

Sesshomaru e Onigumo, l'avvocato di Naraku, stavano esponendo le loro tesi con accurati termini che lei non capiva appieno, comunque entrambi gli avvocati se la stavano cavando più che bene ma era ovvio che la ragione era dalla loro parte. Il reato di Naraku era indifendibile. Almeno, per lei lo era.
Ad un certo punto il giudice proclamò un'altra frase decisiva: "Ci sono testimoni?". La sua voce sembrava malcelare una certa sufficenza e questo non prometteva niente di buono.
"Sì, giudice" dissero entrambi gli avvocati.
"Bene, partiamo dal testimone della controparte" disse il giudice e Sesshomaru annuì.
"E' Rin Taisho Shinkon" disse con la sua voce fredda e Rin si avviò tremante vicino al banco dove proclamò il giuramento di verità, dopodichè si sedette vicino al microfono, a fianco di quel giudice ostile e di fronte ad una quantità assurda di gente che la guardava in attesa. Fu ancora presa dal panico ma poi Sesshomaru iniziò a parlare ed incatenò il suo sguardo a quello di lui, un sole gelido dove si sentiva sicura.
"Signorina Shinkon, lei ha già visto il demone seduto a quella scrivania, non è vero?" chiese Sesshomaru con quel suo tono serio e, in quel momento, anche professionale.
Rin cercò di non guardare dalla parte di Naraku ma annuì comunque.
"Sì, è vero" rispose, cercando il più possibile di rendere la voce ferma e sicura.
"Come fa a conscerlo?" chiese nuovamente Sesshomaru.
Rin prese un respiro e rispose: "Perchè sono stata vittima di alcuni suoi esperimenti" .
Un vociferare  simile a quello dei film , si alzò per tutta la sala e, come da copione, il giudice invocò il silenzio con il martelletto per poi far cenno a Sesshomaru di continuare.
"Spiegatevi meglio" l'incitò e Rin prese a spiegare: "La via che mi ha spinto a Naraku non è stata per vie ordinarie come un rapimento o cose del genere.E' stato un inganno..." iniziò Rin prendendo una pausa, indecisa se continuare o no. Sesshomaru  le fece segno di continuare.
"Io ho vissuto in un orfanotrofio da quando avevo circa un anno e mezzo. Per molti anni nessuno mi ha mai presa come figlia per quanto non avessi mai recato dei problemi particolari e questo era per me fonte di gran sofferenza. Ad ogni modo un giorno, com'era normale, vennero alcune famiglie. Una donna si avvicinò alla mia assistente sociale, Kagome Higurashi, dicendole che voleva un bambino diversi dagli altri. Le fece una descrizione che la condusse piuttosto direttamente a proporre una bambina come me: che era li da anni, che sembrava non essere voluta da nessuno. La signora Kagura Kaze dopo alcuni processi ordinari ottenne il mio affidamento.  Tutti sembravano convinti dell'affidabilità di Kagura ed anche io mi convinsi che quella sarebbe stata davvero la mia futura madre. Però poi scoprii che conosceva Naraku ed il suo era stato un complotto contro di me. Naraku era un collega di mio padre e..." Rin si interruppe. Non poteva fare sapere a tutti del suo segreto. Glielo aveva detto suo padre.
Come aveva fatto a non pensarci?Come si tirava fuori da quella situazione. Vide Naraku ghignare malignamente. Sapeva che aveva le mani legate ma doveva trovare un modo...Un modo.
"Naraku aveva fatto una ricerca sul mio conto, credeva che potessi essere la chiave di qualcosa, voleva aprirmi il cervello come una noce..." iniziò dandosi un tono di sufficenza e alla sua ultima affermazioni si alzò di nuovo un brusio curioso. "Ma Inuyasha Taisho è riuscito a salvarmi in tempo. Naraku era pazzo, credeva fosse celato in me chissà quale segreto, invece ero soltanto una bambina abbandonata a se stessa" concluse teatralmente.
L'aveva scampata. L'unico rimpianto era che, con quella testimonianza non era sicura di essere stata abbastanza convincente.
Si alzò e andò al suo posto dove Kagome le strinse le spalle dolcemente.
Quello scoglio l'aveva passato. Ma come sarebbe andato a finire il processo?


Tornarono a casa verso le sei e nessuno parlò del processo. La prossima settimana ci sarebbe stata l'arringa finale e speravano andasse tutto bene. Sesshomaru, con il suo orgoglio, era sicuro che avrebbero vinto, Rin non ci metteva proprio la mano sul fuoco ma non volle darci troppo peso. Non voleva pensarci.
Si avviò nella sua camera seguita da Sesshomaru che andò a farsi la doccia.
Quando entrò nella sua camera a Rin venne in mente una cosa. Era sempre stata curiosa di vedere la stanza degli ospiti quando era presente Sesshomaru. Come teneva le sue cose e magari, se l'avesse fatto anni fa si sarebbe resa conto delle valige già pronte e non sarebbe stata così spiazzata dalla sofferenza dopo che aveva comunicato a tutti che se ne sarebbe andato.
Scosse la testa e si alzò furtivamente, sentiva lo scrosciare dell'acqua e attraversò il corridoio entrando nella stanza di Sesshomaru.
La camera era immacolata: il letto fatto alla perfezione, una valigia accanto all'armadio ed uno spesso libro sul comodino.
Si apprestò subito a sbirciare nella valigia, per fotuna era vuota e tutti i vestiti del ragazzo erano nell'armadio.
Si spostò e sbirciò il libro che Sesshomaru teneva sul comodino. 'L'ombra del vento' di Carlos Ruiz Zafon.
"Ottimi gusti,Sesshy-chan" borbottò tra se Rin con un sorriso e prese a sfogliare il libro che si aprì dove c'era il segno.

Si paralizzò all'istante: come segnalibro davanti ai suoi occhi c'era un biglietto. Lo prese con mani tremanti e se lo portò davanti agli occhi. La data segnava esattamente sette giorni dopo quel giorno.
Quando ci sarebbe stato il processo e dopo il processo se ne sarebbe andato.
Più guardava quel biglietto più aveva l'impressione che da esso fluisse una specie di energia negativa che la consumava, che la derideva.
Se ne sarebbe andato. Di nuovo, l'avrebbe lasciata sola e lei...Cosa avrebbe fatto?Si sarebbe arresa?Avrebbe continuato a vivere come prima del suo arrivo?Ma le cose erano cabiate, non aveva più speranza l'aveva tutta persa in quel momento mentre teneva il bigliettino verde tra le dita.
Le lacrime inziarono a farsi spazio sui suoi occhi per poi sgorgare lente, esse urlavano strisciando sulle sue guance.
Urlavano le sue lacrime, il suo dolore, il suo corpo. Ogni fibra del suo essere urlava,fremeva e la paura, la sofferenza lambirono la sua anima e la fecero sentire smarrita.
Non avrebbe sopportato un'altra vita senza Sesshomaru. In quel momento si sentì sciocca ed esagerata, ma cosa ci poteva fare?Le sensazioni avevano preso il sopravvento su di lei ancor prima che se ne potesse rendere conto.
"Rin..." si sentì chiamare e, sobbalzando, si girò lentamente trovandosi Sesshomaru poggiato sulla porta già vestito e con i capelli ancora gocciolanti, la guardava con un'espressione severa.
"Che ci fai qui?" le chiese. Ma lei non l'ascoltò e gli sventolò davanti il biglietto.
"Te ne vai?Te ne vai di nuovo senza dire niente?" ringhiò la ragazza che aveva provato ad asciugarsi le lacrime ma quelle, impertinenti, continuavano a sgorgare contro la sua volontà.
"Si può sapere chi ti ha dato il permesso di frugare tra le mie cose?" ribattè lui, il suo tono sempre incolore ma con una nota più acuta e strozzata a voler malcelare la sua rabbia.
"Non mi rispondi, è come credevo quindi" sentenziò Rin lasciandosi cadere le braccia, arresa, mentre cercava di non guardarlo negli occhi.
"Rin..." ripetè lui ma lei lo interruppe: "Tu sei sempre stato così. Non te ne è mai importato niente di noi!Vai e vieni come se niente fosse e non ti rendi conto del vuoto che lasci!" gli urlò contro.
"Non dire sciocchezze" sbottò Sesshomaru.
"Non sono sciocchezze!Tu non ti rendi conto!Ma va bene, in fondo tu stai bene da solo, non hai bisogno di nessuno poi ancor peggio Kagome è umana, Inuyasha un mezzo demone...Io sono umana!Non siamo degni, non sono degna di stare al tuo fianco, vero?Tu, il grande Sesshomaru Taisho!Va bene hai ragione...Che stupida, sono una stupida" prese a parlare tra sé Rin, le parole sgorgavano e lei non riusciva a fermarle. Probabilmente a breve si sarebbe lasciata scappare che lo amava e quel punto lui l'avrebbe sbattuta fuori dalla sua camera e sarebbe scappato abbandonandola per sempre.
"Non capisco perché ti preoccupi tanto..." aveva iniziato a dire con il suo tono freddo, glaciale cercava di nascondere il modo in cui quelle parole l'avevano profondamente colpito e confuso.
Rin lo interruppe ancora.
"Perché io...." iniziò ma poi si interruppe e si lasciò cadere sulle gambe a terra, stremata dalle sue forze.
"Non andare via..." sussurrò, supplicò arresa.
Lui la guardò a lungo. Ma cos'erano tutte quelle storie?Perché teneva tanto a lui?Non riusciva a capire ma sentiva dentro sé di essere scombussolato e per la prima volta nella vita disarmato, da lei, da quella ragazzina...Quell'ombra di una bambina cresciuta. L'unica persona per cui aveva provato...Non sapeva che cosa avesse provato ma sicuramente qualcosa di diverso dal solito. Ma cos'avrebbe dovuto fare con quella ragazza accasciata a terra che gli implorava di rimanere. Poi alla fine, ancora più confuso, per partire dove?
"Quello è un biglietto del treno. Devo portare la macchina a riparare e dopo il processo vado a ritirarla. Vado in treno per non prendere la macchina di Inuyasha" le disse mentre,lentamente, le si avvicinava. Non capiva neanche il perché di tutte quelle spiegazioni. Erano affari suoi dove andava e cosa faceva però...Aveva sentito il bisogno di rassicurarla per quanto non riuscisse sinceramente a capire perché lei fosse tanto scombussolata da una sua ipotetica partenza anche perché, alla fine, aveva deciso di tornare per rimanere per sempre.
Vide Rin alzare lievemente la testa e il suo viso era rosso, fiammante. Lo guardava con uno sguardo disarmante e perso che irradiò nel suo petto quel calore familiare che solo quella ragazzina riusciva a trasmettergli.
"Non...Non te ne vai?" chiese in un sussurrò, un timido pigolio. Lui dissentì soltanto.
Rin sorrise, il suo volto si illuminò con quel suo sorriso splendente e felice. Si alzò di fretta e andò in contro al ragazzo, circondò il suo petto con le sue piccole braccia e lo strinse forte. Incurante del fatto che l'avrebbe respinta, che si sarebbe irrigidito. Aveva bisogno di lui, del suo calore...Della consapevolezza che l'aveva ancora vicino e non se ne sarebbe andato.
Sesshomaru rimase immobile, era la seconda volta che gli veniva addosso a quel modo. Ma le cose sembravano diverse.

Sesshomaru sentì qualcosa sopito in lui svegliarsi all'improvviso, con ferocia, una sensazione forte ed inebriante che come una bomba buttata nel suo corpo aveva preso a scoppiare e bruciare con violenza. Una chimica che spingeva quella ragazza verso di sé.
Alzò le braccia e strinse forte la ragazza contro il suo corpo, sentiva la mente persa chissà dove, in balia di quelle sensazioni così forti e nuove che lo stordivano, ma in quel momento sembrò non importargli.
Circondò la vita e le spalle della ragazza con le sue braccia, premette delicatamente i suoi artigli nella sua pelle e sentì la ragazza stringersi più forte a lui, sentiva il battito del suo cuore accellerare i battiti contro il suo petto.
Fu quel sentore a riportarlo alla realtà. La domanda del perché di  quella reazione da parte della ragazza e sopratutto della sua reazione.
Staccò la ragazza da sé con un gesto che era un misto tra il brusco e la delicatezza. Rin alzò lo sguardo verso di lui ed incatenò i suoi occhi a quelli di Sesshomaru. Vi poteva leggere un certo smarrimento ma anche qualcos'altro, qualcosa che lui proprio non riusciva a comprendere. Rin abbassò subito lo sguardo.
"Scusami Sesshomaru per questa scenata ma..." iniziò, sembrava che le parole uscissero con difficoltà dalla sua bocca. Lui attese in quella discrezione tipica del suo essere. Rin prese un sospiro forte e continuò: "So che sembra assurdo ma io mi sono affezionata a te...Già quando ero piccola e quando te ne sei andato ci sono rimasta molto male" continuò titubante. A quell'affermazione Sesshomaru sentì un'altra sensazione, tra le tante a cui non riusciva a dare nome perchè mai provate. Sentiva una stretta all'altezza del petto, dolorosa e solleticante, come una ferita. Rimorso, forse?
Non aveva mai provato niente nella sua vita...Come potevano colpirlo tutta quella miriade di sensazioni in una volta?Come...
"E' per questo che ho reagito così ma mi rendo conto che sembravo una pazza..." cercò di scherzare, pareva più rilassata. "Non darci troppo peso, ok?" concluse poi, con velocità. Lui la guardò e annuì soltanto.
"Bene!" affermò Rin sorridendogli per poi uscire trafelata dalla stanza.
Sesshomaru percepì il suo profumo di rose allontanarsi sempre più. Si sentiva scombussolato e per la prima volta nella sua vita sconfitto da qualcosa. Da quelle sensazioni a cui non sapeva dare nome perché sempre rifiutate.
In effetti in tutta la sua vita aveva respinto la condizione di provare dei...Sentimenti. Erano caratteristiche troppo umane e per questo non degne del suo essere. Ma esistevano per quanto in tutta la sua vita le avesse prontamente schivate invece in quel momento, le sensazioni prendevano il sopravvento con prepotenza senza che lui fosse in grado di fermarle. Ed era proprio un'umana a provocargli quelle emozioni, quindi questo non annullava forse il fatto che Sesshomaru rifiutasse i sentimenti perché troppo umani?
Scosse la testa per tutti quei pensieri che si erano affollati nella sua mente.
Di una cosa era certo: lui non aveva mai perso contro niente e nessuno, quindi avrebbe dovuto vincere su quelle sensazioni a lui sconosciute, doveva capire cosa fossero.
Ora che era pronto ad accettarle.
Segretamente ed irrazionalmente pronto ad accettarle.



Eccomi!
Allora che ne dite di questo cap?La parte del processo forse risulterà un po' confusa e banale, ma tutto ciò che so al riguardo l'ho preso dai film quindi per favore, mi concedereste questo sgarro?;)
Ringrazio:

Mikamey: Tesoro è da un secolo che non ci sentiamo!!!Mi mancano le nostre chiacchierate u MSN!:(...Che dire, ti ringrazio come sempre per la tua carinissima e dolcissima recensione!Mi fa piacere che ti sia piaciuto Sesshomaru nel precedente cap, come vedi pian piano sta mutando, spero però di non evadere mai dal suo personaggio originale, seppur apportandogli dei cambiamenti!:)Ti ringrazio moltissimo per i complimenti cara, e spero di risentirti presto!Un bacione, TVB!

Jhon Savor: Ehilà, caro vecchio Jhon!;)...Abbi pazienza, ormai mi sento abbastanza in confidenza per poter sparare delle cavolate con te!;) Cooooooomunque, ah sì hai proprio ragione!Sesshomaru sta lentamente diventando normale, anche se spero sempre di non evadere troppo dal suo personaggio, però ti avviso che sarà una lunga attesa, in fondo lo sappiamo che il caro Sesshy è un po' lento in alcune cose...Meno male che Rin è una santa ed ha pazienza!;)Ti ringrazio molto per i complimenti e per la tua solita, simpaticissima, recensione!baci

HimeChan: Ciaooooooo, che bello rivederti!:)Ebbene ho scoperto molte cose: abbiamo lo stesso nome e, se non erro, abbiamo pure la stessa età. Ci piace il rock, dovremmo affrontare il terribile tunnel della maturità e...Tu l'hai già quella schedina rosa altresì chiamata patente?Perché io ci sto lavorando, per ora ho solo passato la teoria...Ad ogni modo, mi sa che facciamo un'accoppiata perfetta!;)Ritornando alla fic, ti ringrazio moltissimo per i complimenti. Eh sì Rin è una ragazza saggia, almeno lei ha la testa sulle spalle!;)Ti ringrazio moltissimo per la recensione e aspetto un tuo aggiornamento di 'un mezzodemone in giallo', mi raccomando, io attendo!;)baci

Achaori: Da quanto teeeeempoooooo!...Ok io non dovrei parlare, anche a me qui mi hanno quasi dato per dispersa...Ad ogni modo è bello risentirti!:D Eh sì adesso la storia inizia a farsi più seria e complicata, stiamo entrando nel vivo...Come vedi il caro Sesshy fa dei piccoli, lenti ma significativi passi avanti!;)Grazie per la recensione!Un bacione

Matt_Plant: Ciaoooo Matt!:D Eh sì, mi sa che la 'linea riflessiva' non l'abbandono più e, come vedi, a volte ricompare!;) Ti ringrazio molto per i complimenti e il tuo parere, effettivamente il buon Sesshy sta iniziando a scavare nei suoi strati spessi di ghaccio e sta trovando un po' di sensibilità, è ancora un po' lontano ma, suvvia, diamogli atto che si sta impegnando!;) Oooh io ho dato l'esame di teoria un mesetto fa, passato per fortuna!:D Adesso ho fatto solo una guida, speriamo bene!E te, l'hai presa questa patente???:) Be' Matt, visto che abbiamo le idee piuttosto chiare non ci rimane altro che inseguirli, i nostri cari sogni!:) baci

Vale728: Ciao cara!Ti ringrazio moltissimo per la recensione, finalmente ho aggiornato!:D Eh sì Sesshomaru sta facendo dei piccoli progressi, attenderemo nuovi risultati!Un bacione e grazie!


Nel caso non faccia un aggiornamento nei prossimi giorni, per sicurezza...................
VI AUGURO A TUTTI BUONE FESTEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!


Un bacione,
LilyProngs


  
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