Videogiochi > Kingdom Hearts
Segui la storia  |       
Autore: Xion92    21/12/2009    4 recensioni
La storia di Kairi secondo il mio punto di vista. Mi sono sempre detta: se Kairi è una principessa, ed è di Radiant Garden, non potrebbe esserne la principessa legittima? E magari figlia di Ansem, che è capo e sovrano del Radiant Garden (come dice nei suoi diari)?
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kairi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ma quanto sono brava! Dopo due giorni il nuovo capitolo! Finalmente con sta cacchio di scuola ho quasi finito: 2 giorni e poi ... le vacaaanze!! Che poi neanche tanto, devo studiare anche durante le feste ... T_T
masterof dark: hai visto? ^^ Beh, secondo me è comprensibile che lo abbia scambiato per il nonno: era più morto che vivo, probabilmente si sentiva già in paradiso ... e sapeva che in paradiso c'era il nonno. Non è facile entrare nella mente di un bambino piccolo ... io ci provo! xD Ah ... niente dita rotte! Alla fine non sono andata in palestra, perchè è lontana e c'era ghiaccio sulla strada!
nueblackcrowfriend: dov'eri finito? pensavo che avevi smesso di seguirmi. Mi sbagliavo. ah, cmq, no!! Dopo due secoli che volete Sora, adesso che l' ho fatto riapparire volete pure Kairi! Accontentatevi! (l'ho detto in senso buono.^^)
mietitrice: beh, diciamo che se a una madre le porti via il figlio, e lei è convinta che sia morta, direi che non si sentirebbe granchè bene. Buon Natale anche a te!
Ottoperotto: grazie per la recensione! Riguardo alla domanda finale, ti dirò la verità: non è che le tue recensioni non mi piacciano, il problema è che divaghi un po' troppo: non sempre, ma certe volte da quello che scrivi non riesco nemmeno a capire se il capitolo ti è piaciuto o no (anche perchè nelle tue recensioni sono più personaggi a esprimere la propria opinione, magari si contraddicono a vicenda, e non capisco quale sia effettivamente il tuo pensiero)... nelle recensioni si mette l'opinione personale sul capitolo, non una "storia nella recensione". Tu continuala pure, dato che la storiella mi piace, ma dovresti solo stringarla e metterci di più la tua opinione sul capitolo in questione. Perchè vai un po' fuori tema. Spero di non averlo detto in modo troppo crudo. Cmq, devo dire che ben pochi hanno seguito la mia storia con la tua stessa passione, quindi grazie! Almeno ho avuto questa impressione. Spero di non sbagliarmi. Buona lettura! ^^

Guarigione


Kazi era talmente malridotto e malato che i guerrieri non sapevano da che parte cominciare a curarlo. Paperino propose che per prima cosa bisognava scaldarlo e pulirlo, e un bagno caldo era la soluzione migliore. Ma stranamente, nessuno sembrava così entusiasta di occuparsene.
Riku, che era il capo, ordinò a Sora: “tu l’hai trovato, e tu te ne occuperai.”
Con Riku non si poteva discutere: in proporzione era più muscoloso e piazzato di Sora, e aveva un istinto da leader innato: per questo era stato scelto come capo all’inizio della terza avventura da tutti.
Sora non poté fare altro che ubbidire: sospirò, portò il bambino svenuto nel bagno e cercò di svestirlo. E a quel punto rimase senza fiato.
“Ma questa …” mormorò quando gli vide la collana. “è uguale alla mia … Ma … perché ce l’ha lui? …”
I suoi interrogativi vennero interrotti da dei forti gemiti di sofferenza di Kazi. Allora decise di lasciar perdere e risolvere il mistero in seguito. Si limitò a togliergli la collana e a metterla da parte.
‘Indossa un vestito molto pregiato … Ha anche l’armatura! Che strano …’.
Inoltre si accorse che il piccolo non era affatto mingherlino, anzi aveva delle masse muscolari abbastanza sviluppate per un bambino di quell’età. Però non c’era più un briciolo di energia in quel corpicino esausto; non era morto solo perché continuava a respirare.
Notò che le profonde ferite sul dorso stavano incominciando a infettarsi. Allora riempì in fretta la vasca di acqua calda, e ce lo immerse. Il corpo gelato del bambino si riscaldò in fretta, e Sora, non senza fatica, riuscì a pulirgli le ferite e a lavargli via anche il fango dai capelli, stando attento a non mandargli l’acqua nella bocca. E intanto rifletteva sulle parole che Kazi aveva detto prima di svenire.
‘Nonno … mi ha chiamato nonno! Non sarò mica così vecchio, no?’
Quando ebbe finito, già l’aspetto del bambino era migliorato. E finalmente Sora vide il colore dei capelli di Kazi. Erano rossi. Rossi come una fiamma di notte, rossi come il mare al tramonto, rossi … come quelli di Kairi. A Sora sembrò assurdo che il colore dei capelli fosse lo stesso, e senza rifletterci più lo strofinò con un asciugamano per asciugarlo. Dopo gli disinfettò le ferite e ci mise un po’ di bende sopra.
“Riku! Che vestiti gli metto?!” gridò per farsi sentire dall’amico, che era nell’altra stanza.
“Non ne abbiamo della sua taglia. O gliene diamo uno dei nostri, oppure lo avvolgiamo in una coperta e basta!”
“Va bene, va bene … Lo metto in una coperta.”
Per Sora non furono troppo difficili queste operazioni, dato che Kazi era un bambino sì muscoloso, ma piuttosto piccolo per l’età che aveva, e non costava fatica tenerlo in braccio.
“E adesso devo trovargli un letto. Ma non ne abbiamo in più …”
Chiamò i suoi colleghi. “Qualcuno vuol cedergli il letto?” tutti guardarono il bambino impietositi, ma nessuno disse nulla.
Sora alzò gli occhi al cielo. “Va bene. Vuol dire che glielo cederò io!”.
Portò il ferito nella sua stanza e lo mise sotto le coperte, stando attento che la testa fosse ben appoggiata sul cuscino. Il bambino sembrava stare un po’ meglio. Ma dopo poco cominciò a tossire e rantolare forte, e sembrava soffocasse a ogni colpo di tosse.
“Oh, no … devo dargli subito qualcosa!”
Il ragazzo corse all’armadietto delle medicine, scostò le Code di Fenice e le Panacee, e trovò infine una medicina adatta. La mise in un bicchiere, e cercò di sollevare la testa di Kazi per fargliela bere.
“Ti prego, bambino, bevila …”. Temeva di strozzarlo, facendogli ingoiare la medicina così, ma dopo un po’ riuscì a fargliela prendere a sorsi. Kazi tossicchiò ancora un po’, poi si calmò; ma il suo viso era sempre il ritratto della sofferenza.
Sora gli passò una mano sulla fronte: scottava come prima. Ma, mentre gli sentiva la febbre, gli venne spontaneo toccargli i capelli. E rimase sorpreso nel sentirli morbidissimi, nonostante fossero dritti. Non aveva mai toccato niente di così morbido e soffice, solo i capelli di Kairi erano morbidi allo stesso modo, se li ricordava benissimo.
Stanco, si sedette su una sedia accanto al letto del malato e si addormentò lì. Durante la notte venne svegliato un paio di volte dal bambino, che scosso dalla febbre, si metteva a gemere e ansimare come se stesse per morire. Sora allora lo svegliava, gli dava da bere un po’ d’acqua, e poi lasciava che si rimettesse a dormire. Kazi, con la mente annebbiata, non se ne accorgeva neppure.
Il mattino dopo Sora aveva la schiena rotta, ed era stanco morto: dormire su una sedia non era il massimo della comodità, e in più il suo sonno era stato disturbato di continuo.
Quando si svegliò, Kazi dormiva ancora. Allora andò in cucina a far colazione, e trovò i suoi amici in atteggiamento festoso. “Buon Natale, Sora!”
Sora sospirò “un altro Natale da schifo …”
“Come sta il ferito?”
“Migliora un po’. Ma sta ancora molto male. Penso che oggi salterò gli allenamenti e starò con lui per vedere se ha bisogno di qualcosa.”
“Si, mi sembra giusto.” Assentì Riku. “Allora tu stai qui con lui, e noi andremo ad allenarci. Tanto il Natale per noi è un giorno come un altro, no?”
Si, loro non festeggiavano il Natale. Perché, poi? Il Natale si festeggia con la famiglia, con coloro che si amano, ed era il più bel giorno dell’anno. Sora e gli altri invece non avevano proprio niente da festeggiare, loro che vedevano la gente morire praticamente tutti i giorni, che sentivano i bambini feriti piangere, e vivevano sotto l’oppressione continua degli Unversed. Che motivo avevano per festeggiare il Natale?

Sora tornò in camera e rimase a controllare il bambino per tutto il giorno, assentandosi solo per andare a mangiare. Così continuò non solo per quel giorno, ma anche per quelli che seguirono. E intanto accumulava arretrati di sonno, dovuti al dormire sulla sedia e allo stare sempre attento al malato.
Dopo tre giorni era distrutto dalla fatica. In compenso il bambino stava meglio. La febbre stava calando, ma ancora non si era svegliato, e probabilmente non si era neanche reso conto di dove fosse e con chi fosse.
La sera del terzo giorno Sora non ce la fece più, e pensò che certo non sarebbe successo niente se anche lui avesse dormito nel suo letto: dopotutto il bambino era piccolo, il letto era spazioso, e di certo ci sarebbero stati comodamente tutti e due.
Allora, facendo più piano possibile, spostò un po’ Kazi a destra e si infilò nella parte più a sinistra. Sospirò di sollievo, quando sentì di nuovo il materasso morbido. Si mise a pancia sotto e si preparò a dormire. Ma non ci riuscì facilmente: perché Kazi, sentendo il calore di un corpo di fianco a sé, istintivamente ci si trascinò vicino a occhi chiusi, cercando di scaldarsi.
Sora sobbalzò quando sentì che il bambino si era abbracciato a lui.
‘Ah, no, questo no! Non riuscirò mai a dormire così!’
Ma non ebbe il coraggio di spostarlo. Per la prima volta dopo sei anni, finalmente qualcuno lo abbracciava di nuovo, anche se per motivi di pura sopravvivenza: capì che se quel bambino si era stretto così a lui, era solo perché aveva freddo e voleva scaldarsi.
‘Sembra che stai dormendo tranquillo, ma in realtà stai lottando per sopravvivere. Va bene, allora vieni qui e abbracciami quanto vuoi, anche se io non ti conosco e tu non mi conosci.’
Si girò sul fianco, rivolto verso il bambino, e lo abbracciò anche lui per tenerlo al caldo. Poi rimase a guardarlo un po’, e ora che lo osservava più da vicino, si rese conto di quanto gli assomigliasse. Ma non se ne sorprese poi troppo, in fondo un sacco di persone si assomigliano. E intanto continuava a pensare, disgustato:
‘Come hanno potuto quegli orrendi mostri prendersela con un bambino? Un bambino piccolo e indifeso … L’avrebbero ucciso, se non l’avessi salvato io. Questa stupida guerra sta coinvolgendo tutti, ma i bambini non si toccano! Non si devono toccare!’
Si strinse Kazi al ventre, appoggiò la guancia sui morbidi capelli del bambino (erano quasi più soffici del cuscino), e si addormentò anche lui.

Il mattino dopo, Kazi, che ormai era quasi guarito, aprì lentamente gli occhi, e la prima cosa di cui si accorse è che era abbracciato a un perfetto sconosciuto. Allora cacciò un urlo così forte che probabilmente lo sentirono anche alla Città di Mezzo. Sora quasi si prese un colpo; il bambino si staccò subito da lui e terrorizzato cercò di trascinarsi al lato opposto del letto. Sora lo vide che lo fissava con due occhioni blu impauriti, e allora cercò di correre ai ripari.
“Aspetta, non avere paura, non ti faccio niente.”
“Chi … chi sei tu? Perché dormivi abbracciato a me?”
“Veramente sei tu che ieri notte ti sei stretto a me … Sono il ragazzo che ti ha salvato da quell’Unversed.”
Sora era quasi uguale a suo padre, a parte i capelli più chiari e lo sguardo diverso. Aveva la stessa età di suo padre quando era morto, 22 anni.
“Oh, scusa, mi dispiace … Grazie di avermi salvato.”
“Figurati. Eri conciato proprio male, sai? Come ti senti adesso?”
“Meglio, grazie.”
“Come ti chiami?”
“Kazi … mi chiamo Kazi.”
“è davvero un bel nome. Io sono Sora. Da dove vieni?”
“Dal Radiant Garden …” non gli venne in mente di dire che ne era il principe. A che sarebbe servito? In fondo al di fuori del regno il rango non contava, era una persona come un’altra.
“è lontanissimo da qui! E ci sei arrivato da solo?”
“No. Mi ci ha portato un Unversed. E questo … che mondo è?”
“è la terra di Prydain. Io ti ho trovato nella Foresta Proibita. Adesso sei sulla nostra Gummi Ship.”
“Quindi … la mia casa è molto lontana da qui …”
Sora fece si con la testa.
Kazi incominciò a piangere debolmente. “Io … voglio la mia mamma …”.
Sora non sopportò di vederlo piangere. “Non preoccuparti, quando sarai guarito ti riporteremo a casa. Ma stai ancora male, cerca di dormire.”
Kazi si rimise giù e cercò di addormentarsi, ma non ci riuscì. Sora si accorse che tremava.
“Hai freddo? Vuoi che aggiungo un’altra coperta?”
“No, grazie, sto bene …”
Sora capì che non aveva freddo, aveva soltanto paura. Non sapeva che reazione avrebbe provocato, ma abbracciò il bambino lo stesso. Pensava che si sarebbe spaventato ancora di più, invece Kazi rimase buono e tranquillo.
Sora non si era mai occupato di un bambino, allora cercò di trattare Kazi come trattava Kairi quando era triste: si mise ad accarezzargli i capelli e ad asciugargli le lacrime con le dita. Dopo un po’ Kazi si addormentò di nuovo. E Sora con lui.

Più tardi, quando andò in cucina per mangiare, gli amici gli chiesero come stesse il bambino.
“Si è svegliato. L’ho un po’ tranquillizzato, ma ha ancora molta paura. Cerchiamo di farlo sentire a suo agio nei prossimi giorni.”


Note mie: Per la cronaca, il film Disney in cui è ambientato il mondo è "Taron e la pentola magica", il mio preferito della Disney. E il bello deve ancora arrivare! Se non riuscissi ad aggiornare nei prossimi giorni, buon Natale a tutti!
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: Xion92