Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: Lady Scarlatta    07/10/2003    19 recensioni
Quali saranno i motivi che hanno spinto Severus Piton a seguire le fila di Albus Silente? Se tutto fosse riconducibile ad una donna e al folle amore che lui da sempre prova per lei?
Genere: Dark, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

– AMORE PERDUTO –

 

Nota: questo racconto è stato scritto nel lontano 2003, ben prima che la saga di Harry Potter giungesse al termine e che il pairing Severus/Lily fosse introdotto. A suo tempo, questo mio lavoro venne criticato ferocemente: per alcuni, l'idea che Severus potesse nascondere un lato buono ed eroico, che potesse amare e provasse dei sentimenti per Lyli Potter era quasi blasfema. Peggio ancora lo era la possibilità che lei, in qualche modo, fosse amica sua e, in segreto, lo ricambiasse. Ora, a distanza di tantissimi anni, rileggendo queste righe, mi rendo conto di aver azzeccato e previsto al 90% l'idea originale dell'autrice. L'unica pecca è, forse, lo stile un po' datato. .

___________________________________________________________________________

 

Un urlo disumano e struggente riecheggia nella notte.
Un uomo stringe a se il corpo senza vita di una donna. Affonda il viso nelle calde sfumature ramate dei capelli di lei e le sue labbra si schiudono in un mormorio silenzioso. Lacrime amare gli solcano il viso bagnando il volto candido della fanciulla ormai abbandonata al gelido abbraccio della morte. Ancora uno sguardo e i suoi pensieri vengono bruscamente sospinti verso la consapevolezza che la donna amata non sarà mai più accanto a lui, ma è difficile arrendersi all'evidenza. E' impossibile credere che quella dolce creatura, che persino nel sonno eterno mantiene la sua ingenua sensualità, non delizierà mai più le sue giornate con le sue risa cristalline.

– No... no! – biascica l'uomo continuando a cullare con insistenza ciò che resta della donna che aveva amato sopra ogni cosa – Non è vero! Non è possibile!

Nell'estremo e vano tentativo di ridestare la giovane amata, l'uomo la avvolge nel suo mantello nero baciando insistentemente le labbra ormai livide mentre i suoi disperati singhiozzi riempiono l'aria fredda e pungente della notte.

– Amore... amore mio... – sussurra ancora, quasi impercettibilmente.

La casa, desolata e vuota, è l'unica testimone della sua atroce sofferenza. Quella casa babbana in cui lei viveva con un altro uomo e le cui mura, ora tristi e spente, hanno visto consumarsi in pochi istanti la tragedia del delitto. Dall'unica finestra, una grande luna pallida e vaporosa illumina flebilmente la stanza in cui egli è inginocchiato con in grembo il suo unico amore, creando ambigui e grotteschi giochi di luce sul suo volto distrutto.

Ora il lamento dell'uomo è diventato pianto. L'angoscia mista ad un esasperante senso di colpa accresce la tensione attanagliata nel suo cuore. La crisi è acuta, il dolore insostenibile, i ricordi scorrono veloci, talmente tanto da ottenebrargli del tutto la mente e fargli perdere il senso del tempo. Da quanto era lì, accasciato a terra a recriminare e a piangere? Non lo sapeva, e non gli importava. Non l'avrebbe lasciata sola, non di nuovo.

– Io... è... è tutta colpa mia... soltanto mia... – mormora mentre la rabbia sopraffà lentamente alla sofferenza. La consapevolezza che, forse, se lui avesse agito in modo diverso lei si sarebbe potuta salvare, rendono l'angoscia della perdita insopportabile. E i suoi sensi ovattati dallo sconvolgimento interiore che lo sta lentamente schiacciando sotto il peso del rimorso, non gli permettono di accorgersi di una figura che avanza cauta e silenziosa alle sue spalle.

– Severus, non dovresti trovarti qui. –
Una voce profonda rompe il silenzio in cui la stanza era piombata ma l'uomo accovacciato con la sua donna inerme tra le braccia, non accenna risposta, e l'ombra dietro di lui continua a parlare e avanzando piano gli pone una mano sulla spalla.

– Severus, mi hai sentito? Devi andartene subito di qui! –

Severus Piton si ridesta di scatto riportato alla realtà dall'improvviso ed inaspettato tocco dell'altro. Gli occhi appannati dalle lacrime non gli permettono di distinguere la persona che ora ha di fronte, il buio intenso ne deforma ulteriormente i contorni rendendone quasi impossibile l'identificazione. Lo stordimento e la confusione nella sua mente sono tali che l'uomo, senza riflettere, estrae la bacchetta da sotto il pastrano e la punta dritta davanti a sé. Prima che dalla sua bocca possa uscire una qualunque parola, un qualsiasi anatema mortale, la figura in ombra, più svelta e attenta, lo disarma all'istante.

– Expelliarmus! – grida e la bacchetta di Severus vola via, gettata in un angolo.

– Per l'amor del cielo! Sono io, Albus Silente! Ma che ti salta in mente? –

– Mi perdoni Preside... io non... non... io credevo fosse... fosse Lui

– In quel caso non avresti neppure avuto il tempo di alzare la testa – risponde Silente tranquillo – Tuttavia, non ti biasimo e credimi, ti capisco. Ma ripeto, non dovresti essere qui. Fra non molto arriveranno i Maghi Supervisori del Ministero e forse anche la Polizia Babbana. Se ti dovessero trovare con un cadavere tra le braccia saresti arrestato e condannato immediatamente – aggiunge l'uomo con calma.

– Io l'amavo – risponde subito l'altro – Come avrei mai potuto... –

– Io lo so – lo interrompe il preside – Ma loro no. Sei un Mangiamorte, e questo è più che sufficiente per accusarti dell'omicidio. Quindi ora va via di qui, per favore. –

– No – Il tono della voce di Severus è cambiato; non è più comandato dal richiamo del dolore, ma dalla sete di vendetta e dall'amore immenso che lo ancora lo lega a quella donna – Non me ne vado. E non la lascio qui –

– Devi. Non c’è altra soluzione –
Silente si china risoluto e afferra Piton per un braccio, sottolineando l'urgenza di quanto ha appena detto. Non si può tergiversare oltre, Severus deve immediatamente lasciare quell'edificio. Anzi, non avrebbe proprio dovuto trovarsi lì. Però lui lo sapeva. Sapeva che, nonostante i suoi avvertimenti, lui ci sarebbe andato. Sapeva che lo avrebbe ignorato, per questo lo aveva raggiunto, per evitare che le cose finissero per prendere una piega ancora peggiore di quanto non avevano già fatto.

Severus, frattanto, reclina il capo, conscio che a quel punto l'unica via sensata da percorrere è davvero quella della fuga immediata. Così, cinge per l'ultima volta il suo grande amore perduto; le sue mani percorrono febbrilmente l'incarnato esangue della fanciulla soffermandosi sul giovane viso straziato dal martirio della maledizione senza perdono che l'ha uccisa. Ancora un ultimo, dolce bacio. Un’ultima, tenera carezza e tutto quel che resta di lei giacerà per sempre nel suo cuore distrutto.

– Severus non c'è più' tempo! Devi andartene. Adesso! – lo incita al fine Silente mentre i passi di altre persone che riecheggiano lungo il viottolo d'accesso alla casa sono già distinguibili. Severus, però, prima di poter abbandonare le spoglie esanimi della sua amata, ha bisogno di dare risposta ad un ultimo interrogativo.

– Il bambino? – chiede alzando piano il capo.

– E' al sicuro. Non devi preoccuparti di questo. Ora va, sono già sulle scale –

Severus si alza dirigendosi prontamente alla finestra, a fatica si issa con un balzo insicuro sul davanzale. Lo smarrimento per l'accaduto è più vivo che mai e lui non può smettere di tremare e impedire agli di occhi ricolmarsi continuamente di lacrime. In piedi sul parapetto, si volta ancora un volta in direzione del vecchio mago prima di sparire nei meandri oscuri della notte

– Cosa farò adesso? Ormai, nei ranghi oscuri non c'è più posto per me ... – Piton sembra sicuro delle sue parole, ma non riesce a terminare la frase perchè il Preside, sorridendo, la conclude per lui. – Ad Hogwarts naturalmente! –

– Non credo sia… – Severus socchiude appena gli occhi, non gli sembra affatto una buona idea. Non vuole tornare ad Hogwarts, non vuole rivedere i luoghi dove tutto è nato. Silente, però, ha già deciso e, di nuovo, risponde per lui.

– Niente ma, Severus ! Minerva ha istruzioni precise di accoglierti all'ingresso della Scuola e di condurti subito nel mio studio. Ci vedremo lì tra un paio d’ore.–

Sul volto di Piton si dipinge uno sguardo stupito e nella sua mente prende forma un idea quasi malsana.
– Come sapeva che sarei venuto qui? – chiede infine

Silente interrompe il mago per l’ennesima volta e con un gesto risoluto della mano lo mette a tacere.
– Non adesso. Mi farai tutte le domande che vorrai più tardi, quando tutti saremo al sicuro. Ora vai." Ordina, e il suo tono è fermo e non ammette repliche.

In quel preciso istante altri maghi fanno capolino nel locale. Ai loro occhi si presenta solo il gravoso spettacolo della salma straziata di una donna e di una culla vuota accanto a questa, accompagnati a loro volta dai desolati resti di un uomo rinvenuti poco prima nell'atrio.

Nel buio, poco distante da quel luogo di morte, un pipistrello si libra stentatamente nell'aria sferzante e gelida della notte.
   
 
Leggi le 19 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Lady Scarlatta