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Autore: Xion92    24/12/2009    5 recensioni
La storia di Kairi secondo il mio punto di vista. Mi sono sempre detta: se Kairi è una principessa, ed è di Radiant Garden, non potrebbe esserne la principessa legittima? E magari figlia di Ansem, che è capo e sovrano del Radiant Garden (come dice nei suoi diari)?
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kairi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buon Natale a tutti! Questo è l'ultimo capitolo per un po' di giorni, visto che domani vado in Trentino a sciare, e ci resto fino a lunedì. Ho scritto questo capitolo solo oggi, per farvi un regalino prima di partire! Sayoonara!

Un prezioso alleato

Il quarto giorno, Riku, Paperino e Pippo si avvicinarono a Kazi per la prima volta, cercando di capire chi fosse e cosa ci facesse in quel mondo.
“Ti chiami Kazi, vero?” chiese Riku.
“Si. Mi dispiace darvi tutto questo disturbo …”
“Tanto siamo abituati a trovare dispersi lungo la strada. Di bambini ne abbiamo trovati tanti, ultimamente.”
“Però nessuno era messo male come te, quack!” precisò Paperino “gli altri li abbiamo subito rimandati a casa. Per fortuna erano di mondi vicini! E tu di dove sei?”
“Del Radiant Garden.”
“Vieni proprio dall’altra parte dell’universo, allora. Questo complica un po’ le cose …” disse incerto Riku.
“Allora … non potrò mai più tornare a casa mia?” chiese Kazi spalancando gli occhi.
“Non ho detto questo. Solo, sei arrivato in un momento poco idoneo, perché stiamo aspettando che il nostro re faccia ritorno per darci delle coordinate da seguire.”
Kazi si incuriosì. “Perché? Dove dovete andare?”
Riku tentennò. “Non so se è il caso di dirtelo …” Non voleva spifferare tutta la loro missione: più restava segreta, meglio era.
“Non importa. Quindi come farò a tornare a casa dalla mia mamma?”
“Dovrai aspettare un po’. Non tanto. Qualche giorno: dobbiamo aspettare che il re torni da noi. Se abitavi qui vicino, ci sarebbe voluto un attimo per portarti a casa, ma il Radiant Garden è a parecchi giorni di viaggio, e ora non possiamo assolutamente muoverci dalla nostra posizione. Il re ci ha ordinato di aspettarlo qui.”
“Va bene … allora aspetterò. Cercherò di non disturbarvi troppo …”
Sora, che fino a quel momento era stato in silenzio, si intromise.
“Kazi, ascolta: dove hai preso la tua collana?”
“La mia …?” il bambino si tastò il collo, ma non trovò niente. “Ehi, ma … Dov’è? Dov’è finita?!”
Sora gliela mostrò. “Te l’ho tolta per lavarti.”
Kazi si arrabbiò. “Ridammela subito! È mia! È la mia collana!”
“Prima dimmi chi te l’ha data.”
Kazi si mise a pensare: chi gliel’aveva data? Non se lo ricordava. Per quel che sapeva, ce l’aveva al collo da sempre, e chi gliel’avesse regalata non gli veniva in mente.
“Non lo so … davvero, non mi ricordo.”
Riku si rivolse a Sora, duro. “Ma insomma, non vedi che sta male? Adesso lo fai anche sforzare! Ridagli la sua collana e lascialo in pace!”
“Io volevo solo …” provò a ribattere Sora mortificato tendendo la collana al bambino, che se la riprese subito.
“Chissà quante ce ne saranno di collane uguale alla tua! Non farla tanto lunga!” chiuse la discussione Riku.

Il pomeriggio Kazi finalmente si alzò, completamente guarito, si rimise i suoi vestiti, che in quei giorni i guerrieri avevano lavato, e uscì fuori dalla Gummi Ship per prendere una boccata d’aria. La navicella era parcheggiata in mezzo a un prato e la foresta che si vedeva in lontananza e nella quale si era perso non gli sembrava più così minacciosa: sentiva per istinto che con quei ragazzi sarebbe stato sempre al sicuro. Poi sentì dei rumori, come delle lame d’acciaio che si scontravano, e si voltò verso il suono, e quello che vide lo lasciò pieno di stupore: Riku stava combattendo contro Pippo con un Keyblade!
Kazi, sorpreso e emozionato, corse vicino a Sora, che li osservava seduto al bordo del campo, e gli chiese:
“Che arma è quella che ha Riku?”
“Si chiama Keyblade. Lui ed io la possiamo usare.”
“Anche voi?!”
“Come ‘anche’ noi?”
“Perché anch’io combatto col Keyblade!”
“Sul serio?” Sora non voleva crederci. “Ehi amici, fermatevi!”
Riku e Pippo si bloccarono nella posizione attuale, Riku con Via per l’Alba sollevato in aria e Pippo nell’atto di lanciare lo scudo.
“Come ti permetti di fermare il combattimento?!” chiese Riku seccato.
“Kazi qui dice di poter usare il Keyblade.” Spiegò Sora.
Riku guardò quel bambino alto a mala pena un metro con aria scettica. “Ah si? Allora facci vedere.”
Kazi allungò la mano sinistra e subito comparve il suo Keyblade di luce. Stavolta furono tutti i presenti a rimanere a bocca aperta. Paperino cominciò a ripetere come un disco rotto che non era possibile. Kazi li guardò soddisfatto e con una certa ironia. Riku lentamente puntò il dito tremante verso Kazi e balbettò:
“Quel Keyblade … è un falso.” Poi gli venne in mente ‘Mi sembra di averlo già detto una volta a qualcun altro …’.
“No che non è un falso! È vero!”
“Non ho mai visto un Keyblade come quello!” esclamò Sora affascinato. “E sai usarlo?”
“Certo che so usarlo!”
“Ma come hai fatto … a riceverlo?”
“Durante un sogno, credo. Una voce mi ha spiegato come usarlo.”
“Anche noi abbiamo fatto lo stesso sogno quando abbiamo ricevuto i nostri. Se è così, sei un prescelto anche tu. Allora ti sfido!”
“Vuoi che combatta contro di te?”
Riku intervenne. “Guarda, Kazi, che non ti conviene: nemmeno io riesco a battere Sora, ultimamente mi stende ogni volta che ci provo.”
“Però mi ha sfidato, e una sfida non si rifiuta!” rispose deciso il principe.
“Allora godiamoci lo spettacolo.” Disse paperino, mettendosi comodo sull’erba, insieme a Pippo e Riku.
Sora e Kazi, uno di fronte all’altro, si studiarono a vicenda. Il bambino, vedendo i muscoli tesi del ragazzo, e il suo corpo possente, decise di usare con lui lo stesso metodo che aveva usato con Cloud. E al principio funzionò. Ma dopo pochi minuti, Sora si rese conto della tattica di Kazi, e non si lasciò sorprendere: rimase immobile anche lui, lanciandogli delle magie. Così lui non si stancò, mentre era Kazi, costretto a schivare i raggi magici, a stancarsi. Quando Sora a occhio e croce giudicò che si fosse sfinito abbastanza, gli lanciò un attacco di fuoco, ghiaccio e fulmine combinato. Kazi, cercando di difendersi, usò Reflex all’ultimo istante. Nel momento in cui la tripletta toccò la barriera, ci fu un esplosione che sollevò una gran polvere. Gli amici ai bordi del campo finirono gambe all’aria. Quando il fumo si diradò, Sora e Kazi erano a terra tutti e due.
“Siete pari!” gridò Riku, meravigliato più che mai. “Stai bene, Kazi?”
“Si si. Sto benissimo. Sora è sveglio: si è accorto della mia strategia.”
“Anche tu sei forte. Senza contare che sei molto più piccolo di me, eppure sei riuscito a tenermi testa … Senti, io dovrei parlare col mio amico. Vieni, Riku?”
Lo trascinò a una decina di metri più in là. “Riku, ascolta, teniamolo!”
“Sei impazzito?! Dobbiamo rimandarlo a casa al più presto!”
“Ma noi abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile. Sai quanto è pericoloso quel Master Xehanort. Hai visto Kazi quanto è abile? In proporzione, è molto più forte di noi! Se lo portassimo con noi, ci potrebbe aiutare. Così avremo molte più probabilità di vincere. Anche lui ha il Keyblade, ed è suo dovere proteggere il mondo, come noi.”
“Si … in effetti hai ragione. Ma l’interessato è lui. Devi chiederlo a lui. Sicuramente dirà di no. Dirà che vuole tornare a casa.”
Quando tornarono, Kazi era già diventato grande amico di Paperino e Pippo, e stavano giocando a Sasso, Carta e Forbici tutti e tre insieme. Il principe si stava divertendo un mondo.
“Kazi, ascolta.” Cominciò Sora. Non sapeva da dove partire.
Kazi smise di giocare e si fece attento.
“Ti chiedevi qual è la nostra missione, no? Ebbene, noi dobbiamo sconfiggere un uomo di nome Xehanort. Master Xehanort. È un tipo malvagio, che ha ucciso molti Keyblade Master in passato, e vuole conquistare l’universo coi suoi Unversed.”
“Gli Unversed?! Ma allora è lui che li manda nei mondi?”
“Proprio lui!”
“Quel brutto schifoso! È per colpa sua allora se adesso sono qui e non a casa!”
“Riku e io ci chiedevamo se tu … che sei così abile col Keyblade … vorresti venire con noi.”
“Con voi? A combattere?”
“Si. Per noi saresti un validissimo aiuto. Ma non sentirti obbligato.”
Kazi ci pensò per un po’. “L’idea mi piace. Ho sempre desiderato viaggiare. Ma … quanto durerà?”
“Se le cose andranno come dovranno andare, non più di qualche settimana. Abbiamo girato moltissimi mondi nell’arco di sei anni, ma non siamo mai riusciti a stanarlo. Re Topolino però sembra essere sulla strada giusta: ormai ci siamo. Sembra che l’abbia trovato, quindi il nostro viaggio ormai è al termine.”
Kazi incrociò le braccia e si mise a pensare. L’istinto di combattente del nonno paterno si fece sentire.
“D’accordo. Verrò con voi. Così almeno libererò per sempre il mio mondo dagli Unversed!”
Sora si voltò verso Riku, trionfante. Poi prese in braccio Kazi. “Non ci metteremo molto. Appena Topolino tornerà da noi risolveremo i problemi in questo mondo e poi partiremo. Adesso torniamo dentro. È tardi ed è ora di cenare.”
“Dove dormo io?” chiese Kazi.
Sora si voltò verso Riku, che lo guardò male.
“Credo che ... dovrai dormire per forza con me. Un letto in più non l’abbiamo, lo sai.”
Kazi sospirò di sollievo e abbracciò il collo di Sora. Ancora non voleva dormire da solo. Aveva paura di quel posto sconosciuto.

Dopo cena, si affacciò alla finestra, guardò la luna bianca nel limpido cielo notturno, pensò allo splendido Natale che avrebbe potuto passare con la sua famiglia, sentì gli occhi inumidirsi e pensò:
‘Mamma, dove sei? Mi manchi … quanto mi manchi …’.


Note mie: ecco qui. Almeno in questi 4 giorni avrò il tempo di pensare bene a quello che avverrà dopo sto capitolo, perchè, dico la verità, la parte "bellica" della storia ancora non l'ho elaborata. ^^' E nel prossimo capitolo ... botte! >:-D Buon Natale e felice anno nuovo!
   
 
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