Chiaro di luna
Incontrami nuovamente dopo il buio e ti
abbraccerò
Io non sono niente di più di ciò che vedi qui
E forse stanotte, voleremo così lontano
Saremo persi prima dell'alba
“ Bifore the Down-
Evanescence”
Capitolo 2- In onore dei nostri
figli
Si lasciò cadere fra le lenzuola
candide e profumate. Nonostante fossero di seta squisita non riuscivano ad
alleviare la sensazione di fastidio della ragazza che cercava nervosamente un
rifugio dalla realtà che la intrappolava.
Quel colore bianco non faceva
altro che accrescere il suo malumore.
Si sentiva a disagio in tutta
quella purezza. Una perfetta estranea in quel candore.
Poi erano così ordinate,
perfette. Le dovette stropicciare con foga. Non amava le cose perfette, niente
era perfetto nella sua vita e non poteva permettere che qualcosa lo potesse
essere, anche solo lontanamente.
Mugugnò imbronciata alla vista
del droide dorato. La chiamava insistentemente.
< Principessa… Padron Luke è
qui…>
Mugugnò ancora più forte e
contro voglia si alzò. Se avesse sentito anche solo un accenno all’avvenimento
imminente giurò a se stessa che lo avrebbe cacciato.
< Leila…> Luke completò il
saluto stringendola forte fra le sue braccia profumate. Adorava il profumo di
vaniglia che aveva il potere di calmarla e farla sentire leggera, protetta.
E perché no, serena.
Luke ruppe l’abbraccio,
protendendo le braccia verso la sua figura. Notò che la giovane donna evitava
gli sguardi, cosa che Luke non potè non costatare, visto che non era mai
successa sino ad allora.
< Qualcosa ti turba…?>
Leila si strinse nelle spalle ed
evitò magistralmente l’argomento.
< Come mai questa visita
improvvisa?>
< Passavo di qui, ho pensato
bene di venire a salutare…>
Leila sorrise al fratello. Era raro
che esso si concedesse visite di piacere, il suo ruolo nella galassia non
lasciava molto spazio agli affetti. Eppure lui era qui.
Leila fece accomodare Luke nei
suntuosi appartamenti, il quale si sedette a tavola visibilmente stanco e
provato.
< Ti preparo qualcosa?>
< Umm… perché no? Ma cucini
tu?> Luke alzò un sopracciglio
< Cosa intendi dire
Skywalker?>
< Niente, niente…>
entrambi risero di gusto e Leila si lasciò scivolare fra i fornelli. Luke
sorrise triste. Come avrebbe voluto anche lui una vita tranquilla, quel
sentimento d’amore che cresceva fra le pareti domestiche sia che fossero sontuose
come quelle della sorella sia povere come quella che aveva a Tatooine prima che
tutto avesse inizio. Ripensando agli zii scomparsi da molti anni, Luke provò un
improvviso senso di sconforto che trattenne nel cuore, ma la sorella aveva
percepito il suo stato d’animo.
< Luke, sono davvero felice
che tu sia qui…>
< Anche io… Ma Han dove
è?>
< E’ con i bambini su
Naboo…>
Un’espressione di sorpresa
catturò il volto del giovane maestro Jedi.
< Come mai tu non sei con
loro?>
< Non me la sentivo… I
bambini avevano bisogno di sfogarsi visto i tempi duri che ci hanno
attraversato, e allora quale posto migliore per una gita? >
Prese il cibo dalla pentola e lo
fece scivolare su un piatto di pregiata fattura. Il droide aveva già provveduto
ad apparecchiare per l’ospite inatteso.
< Mi sbagliavo… E’ veramente
squisito!!>
Leila sorrise. < Come pensi
che cresca due uomini e una principessa?>
< Sai già il sesso del
prossimo?>
< Non l’ho voluto sapere…>
Luke deglutì un boccone, incerto
squadrò la sorella. Leila non era certo una persona che amava le sorprese. E
nemmeno Han.
Ma vi era qualcosa di diverso
nei lineamenti della donna. Qualcosa di meraviglioso e triste.
Si ricordò le parole di Leila
usate per descrivere la fisionomia della loro madre perduta “ Era una donna molto
bella… Ma triste…”
Non vi era altra definizione al
momento che l’uomo non trovasse più adeguata.
E anche un’altra persona,
estranea a quello strano nucleo famigliare, la pensava allo stesso modo.
< Devo proprio andare grazie
di tutto…> e abbracciandola < Ti voglio bene Leila…>
La donna ricambiò la stretta con
quanto calore potesse imprimere in un abbraccio.
< Senti non so cosa ti passa
per la mente… ma se hai bisogno di parlare sai dove trovarmi…> il sorriso generoso
di Luke rischiarò per un momento i pensieri bui della donna.
La principessa richiuse la porta
dell’ingresso principale.
Un musica dolcissima e
malinconica proveniva dal salotto, ove vi era un pianoforte. Niente di strano
se non fosse che Leila al momento era l’unica ad essere in casa.
Un brivido freddo le percorse la
schiena. I recenti attentati alla sua persona non facevano altro che
terrorizzarla, e demoralizzarla sempre più.
Toni più scuri e lenti
risuonavano nella casa. Poi di colpo tutto si mescolò in un’armonia dolce.
Leila afferrò il blaster che
teneva segretamente nascosto, in un mobile a scomparsa nell’ingresso in modo
che i bambini non potessero averne accesso. D’altro canto voleva ardentemente
che la musica continuasse. La catturava e l’affascinava. Sembrava che nel suo
cuore conservasse quella musica, da sempre.
Le sue gambe si mossero contro
la sua volontà e cauta si diresse verso il salotto. La musica dolcissima
continuava a fendere il silenzio della casa, era una magia.
Ciò che vide la paralizzò. Una
figura incappucciata dai contorni non definiti, quasi fosse evanescente,
pigiava i tasti del pianoforte con eleganza.
Poi la figura si voltò, le
sorrise, e continuò a suonare con un ritmo differente molto più veloce e
passionale.
Leila depose il blaster,
nonostante non avesse riconosciuto l’uomo dietro quel saio pesante, sapeva che
non aveva nulla da temere. Lo percepiva.
Le mani affusolate scivolavano
sempre più veloci rendendo l’armonia un vortice di passione e poi con toni
leggeri sfumò.
Tutto tacque e il silenzio tornò
a regnare nella sala.
La figura si voltò e lasciò
cadere il pesante cappuccio della veste. < E’ lo stesso pianoforte che mi
regalò tua madre…> e sospirando < Tua madre amava sentirmi suonare…>
Leila rimase senza fiato. La
voce possente del padre, i suoi lineamenti giovani e bonari l’avevano lasciata senza parole.
< Padre…> le lacrime
scivolavano copiose sul volto della giovane donna che corse da abbracciarlo, ma
a metà strada si fermò indecisa sul da farsi.
< Sei reale?>
< Si… più o meno… E’ un po’
complicato da spiegare…> rise nervoso Anakin che protese le braccia alla
figlia per poterla stringere.
Il profumo acre e pungente lo
colpì. Lo stesso profumo di Padme fece sorridere ancora di più il giovane Jedi
scomparso.
< Io non so che dire…>
Leila scivolò dalle braccia del padre guardandolo negli occhi.
Leggeva il suo nervosismo. Quasi
provasse imbarazzo. Era strano per Leila vedere un uomo alto quasi due metri,
possente, forte, temere i suoi stessi sentimenti.
< Non dovrei essere qui… >
la testa del prescelto si incrinò e prese ad osservare il pavimento quasi con
ossessione.
< Ho desiderato così tanto di
poterti abbracciare una sola volta… Mi sono sempre chiesta perché Luke si,
mentre io non potevo farlo…> la piccola gelosia della donna fece comprendere
la verità che Anakin stesso sapeva ormai da tempo, Leila aveva il suo stesso
carattere, passionale ma nel contempo tormentato dalle stesse.
Anakin si sedette di nuovo sullo
sgabello regolato all’altezza giusta per rendere agevole lo scorrere delle dita
sui tasti del pianoforte.
< Sai padre mi sono sempre
chiesta come avesse fatto mia madre ad innamorarsi di un uomo malvagio che
ingannava la morte dietro ad una maschera nera…> Anakin la osservò con
attenzione mentre la donna si stropicciava una ciocca di capelli che scendevano
oltre le spalle < Ma poi ho capito ora… vedendoti…>
Anakin sorrise, un sorriso
sincero quasi grato alla giovane figlia.
< Ti ho vista molto triste in
questi giorni…> Anakin arrivò al dunque senza girarci troppo intorno, tipico
del suo carattere e Leila non si stupì più di tanto visto che era il suo
medesimo atteggiamento nell’affrontare i problemi e le avversità della vita. Un
ulteriore mascherare i propri sentimenti non faceva altro che dare al
possibilità al tempo di scorrere ancora più implacabile.
Ma visto che lei non accennava a
parlare Anakin decise un approccio diverso.
< E’ colpa di Solo vero??>
disse il prescelto con un sogghigno
< Padre!> Leila trattenne
una risata a stento
< Si, si… io mi chiedo che ci
trovi in uno come lui… Mah??>
< Diciamo che è una canaglia,
un po’ cafone, ha un pessimo senso dell’umorismo ma lo amo tantissimo…>
< Allora questo mi basta…>
disse felice Anakin e stava per aggiungere qualcosa ma si bloccò visto che la
figlia stava per dire qualcosa.
< Non so più chi sono
padre…>
Anakin alzò un sopracciglio ma
non fiatò, lasciò che la donna parlasse liberamente. Ogni suo singolo tormento
poteva essere un riflesso del suo animo.
< Mi sento così persa…>
Anakin sospirò forte, lui stesso
aveva sulla pelle numerose cicatrici e quelle più profonde erano nell’animo.
Così simile a sua figlia.
< L’ombra dell’impero è
sempre presente, in maniera più che opprimente, non so più se quello che
faccio. Non so se tutte le vite che
spezzo con i miei ideali muoiono con uno scopo o se lascio delle donne vedove e
dei figli orfani per ingiustizia, o per perseguire un disegno utopico >
respirò ancora più forte presa dall’angoscia < Non so se quello che faccio è
per onore dei miei figli o se la mia sta diventando una sete di potere…>
Anakin rilassò le spalle. <
Tutto quello che fai per la libertà delle creature di questa galassia è giusto
principessa. Non sentirti fuori luogo. Non sentirti stanca di combattere,
perché sarà in quel momento che spezzerai vite senza lasciare loro le speranze
per un futuro migliore…> e accarezzando il viso delle giovane donna proseguì
< Tutto quello che fai è per l’onore dei tuoi figli e questo non può essere
che la prova di un amore infinito, e sono sicuro che loro lo sapranno percepire
un giorno… Non esiste amore più grande e giusto di quello di una madre,
ricordalo sempre >
Leila abbassò lo sguardo
appoggiando la mano sul ventre leggermente gonfio. Sentì il suono famigliare
dei passi del marito e i gridolini eccitati dei propri figli dopo una giornata
di divertimento.
Anakin sorrise mentre lentamente
svaniva < Ti voglio bene…>
< Non andartene ti prego…>
Ma Anakin sorrise malinconico mentre di lui restava solo un alone sbiadito che
si smorzò nel silenzio della casa.
“ Ti voglio bene padre…”
Il marito la sollevò di peso e
la girò verso di se.
< Eccoci a casa!!>
Leila baciò il marito lievemente
e abbracciò i suoi due figli che gli raccontavano frenetici tutta la loro gita
e le avventure che le strapparono più di un sorriso.
Quando i piccoli corsero verso
il bagno per concedersi un bagno ristoratore, Han prese la moglie fra le
braccia.
< Come stai?>
< Bene… Come mai così
premuroso??>
< Ehy dolcezza> la smorfia
offesa del giovane fece sorridere Leila < Sono tuo marito avrò il diritto di
preoccuparmi!!! Non sono certo un idiota, strapezzente e cafone come mi
definivi una volta!>
< Lo so…> appoggiò la
testa sul petto del marito che di risposta la strinse ancora di più a se che
non ebbe il coraggio di violare i pensieri della donna che in quel momento era
persa in chissà quali congetture.
Han sapeva che la moglie in
quegli ultimi giorni aveva dovuto prendere decisioni molto gravose, e per certi
versi si maledisse per non essere riuscito a starle vicino.
I piccoli fecero di nuovo il
loro ingresso e le parole del padre risuonarono in Leila cogliendola con un
senso di pace se pur effimera.
Era notte fonda. Il silenzio
regnava di nuovo nel lussuoso, Leila accarezzava il pianoforte. Se si
concentrava poteva ancora udire il suono di quella melodia che il padre aveva
suonato con eleganza il giorno stesso. Inconsciamente si mise a suonare mentre
il marito la guardava in silenzio riparato dalla penombra delle colonne del
salotto, mentre la luna illuminava i lineamenti della donna.
Han incantato non interrompè quella
musica. Vedere Leila avvolta dal chiaro di luna non fece altro che convincerlo
dei sentimenti che provava per lei.
Appena la donna lasciò sfumare
le ultime note lui si avvicinò abbracciandola da dietro. Lei si lasciò
coccolare.
< Han…>
< Umh?>
< Se è un maschio voglio
chiamarlo Anakin…>
Han non obbiettò, ma non accettò
di buon grado la decisione della moglie.
< Se per te è importante così
sia Leila…> la donna si stupì, era sicura che Han non approvava ma non
capiva questo suo arrendersi così presto. Loro due, gli essere più idilliaci
dell’intero universo sembravano essersi trovati d’accordo dopo molto tempo.
< Strano… Negli ultimi tempi
non hai fatto altro che criticare ogni mia scelta politica….>
< Alcune volte non condivido
questo tuo anteporre le tue emozioni al bene comune, ma poi capisco la tua
ragione più intima e allora le accetto… Lo so che ciò che fai lo fai solo in
onore dei nostri figli…>
Per la prima volta nella sua
vita Leila si trovò senza parole. Han le sorrise < Ed è per questo che ti appoggio
nonostante tutto…>
Leila si lasciò andare in un
abbraccio e poi scivolò dalle braccia forti di Solo che la guardava divertito.
< Chi ti ha insegnato quella
musica?>
< La conosco da sempre, è
stato mio padre…>
Han sorrise, allora non si era
sbagliato. Aveva percepito la sua presenza entrando nella casa, ora ne aveva la
prova.
< Che ne dici se la chiamiamo
chiaro di luna?> azzardò Han sinceramente felice.
Leila sorrise. In quel momento
sembrava che la luna avesse i contorni più luminosi e belli che avesse mai
visto.
Non sapeva trovare nome più
appropriato e lo sapeva che anche un'altra figura avrebbe apprezzato quel nome
così antico ma così magico.
Come la luna del resto.
Fine.
Spero sinceramente vi sia
piaciuta. Ho preso spunto dal tormento di Cesare verso le continue guerre che
il suo popolo doveva attraversare, alcune delle quali per la sua voglia di
accrescere il suo dominio. Alla fine si convince che lo fa per i suoi figli, i
cittadini romani. Visione più che discutibile ma in essa ho avuto il lampo di
vedere la figura di Leila.
Una visione, più che personale
me ne rendo conto, di una parte dell’expanded universe.
Così vi ho visto il riflesso di
Leila. Il suo tormento nel condurre guerre contro l’ombra dell’impero alcune
delle quali per suo semplice desiderio di vendetta. Lo so che non è corretto
quel riflesso che ho immaginato di una senatrice, quasi dittatrice come il
padre per certi versi.
L’ho volutamente creata sotto la
falsa riga della figura paterna in episodio 3 (“il mio impero…”). E’ la prima
ff che scrivo interamente incentrata sulla coppia che spesso volentieri ignoro
quale Han e Leila.
In ogni caso aspetto i vostri
commenti anche negativi ovviamente.
Ringrazio Silvi76 che
inconsciamente mi ha ispirato con la sua ff.
Baci e a presto ^^
Angel_87