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Autore: elyxyz    26/12/2009    26 recensioni
In una terra di miti e umidità, Merlino rappresentava per Artù quanto di più simile ad uno scaldasonno o alla bolla dell’acqua calda.
[ATTENZIONE: Merlin & Arthur, friendship (o pairing AD INTERPRETAZIONE PERSONALE)]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'If on a winter’s day... (Snow in Camelot)'
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In una terra di miti e umidità, merlino rappresentava per artù quanto di più simile ad uno scalda sonno o alla bolla della’acqua calda

Note: il seguente scritto contiene riferimenti pre-slash solo ad interpretazione personale.

Premessa: quando l’ho fatta leggere a mia sorella in anteprima, le ho chiesto di dirmi se, secondo lei, questa storia fosse slash/pre-slash oppure no; e lei, ancor prima di aprire il file, mi guarda e sbotta: “L’hai scritta tu, quindi è ovviamente slash!”

Detto questo, la storia non era nata con intenti Merthur, ma il mio inconscio è abile a fare ciò che vuole anche contro la mia volontà; perciò mi rimetto a voi, miei lettori.

Nel dubbio io ho messo l’avvertimento, ma leggetela con la chiave che preferite.

Ed eccoci alla mia 20ª fic su Merlin, l’ultima per quest’anno.
Arrivederci all’anno prossimo!

 

 

Vorrei dedicarla a ciascuno di voi,

Augurandovi un Natale (in ritardo) e un Nuovo Anno (in anticipo) accanto a chi amate.
Un abbraccio.

Ely

 

 

If on a winter’s night...

 

(Il mio scaldasonno)

 

 

 

 

Merlino non era certo un grande esperto della situazione climatica della futura Albion.
Lui sapeva solo com’era battere i denti a Ealdor, nelle lunghe giornate della fredda stagione, e sperava che al castello la cosa fosse meno drammatica.

Ma un inverno così rigido – a memoria d’uomo – non si era mai visto a Camelot.

Benché i focolari reali ardessero giorno e notte incessantemente, l’aria non era mai più che tiepida.

E Artù – dannato asino cocciuto – si ostinava a dormire vestito leggero, malgrado il gelo inclemente.

Questo suo capriccio aveva portato a delle ulteriori incombenze per Merlino, come il continuo dover ravvivare il fuoco nei suoi appartamenti regali: erano ormai tre giorni che non vedeva Gaius, perché era costantemente intento a fare la spola dalle cucine al caminetto del principe con nuova legna. Aveva passato due notti di fila fuori nell’anticamera piena di spifferi, avvolto in due coperte prestategli per pietà dall’erede al trono.

Poi, quel mattino, lui aveva sbottato le sue obiezioni al principe, perché era stanco e indolenzito da quella sedia scomoda su cui era stato costretto ad appollaiarsi – manco fosse un uccello su di un trespolo – e intirizzito perché fuori nel corridoio la temperatura sarebbe stata congeniale solo ad un orso del Nord.

Artù aveva ascoltando le sue rimostranze in un inconsueto silenzio e poi se n’era uscito con un ordine così assurdo che sul principio lui aveva creduto scherzasse.

Il punto era che, invece, il futuro re era serissimo e non voleva che si transigesse: così lui avrebbe avuto ugualmente il calore a cui il suo nobile corpo d’asino era avvezzo e Merlino sarebbe potuto tornare a riposare nel suo comodissimo lettuccio a casa di Gaius.

 

Quest’idea al povero servo non andava proprio giù, ma ormai il danno era fatto, ed era giunta infine l’ora di coricarsi.

 

Mentre Artù si stava cambiando per la notte, Merlino gli aveva piegato le vesti che lui aveva gettato di malagrazia oltre il paravento, aveva sistemato il braciere affastellando diversi ciocchi resinosi e poi aveva riempito la coppa che Artù era solito bere prima di addormentarsi.

Dopo averla affidata al principe, che lo attendeva con annoiata grazia davanti alla finestra, Merlino si tolse gli stivali e la giacca sopra alla casacca e si infilò a letto, mentre il suo signore guardava il paesaggio illuminato dalle fiaccole perenni sopra i torrioni e sorseggiava il suo vino speziato.

 

“Deve fare un freddo cane la fuori!” considerò d’un tratto il nobile, quasi parlando a se stesso. “Ha persino smesso di nevicare, la temperatura è scesa parecchio.”

 

Il servo si limitò ad annuire, per nulla certo che all’altro interessasse davvero la sua opinione.

 

“Merlino? E’ pronto?” gli fu chiesto, infatti, qualche istante dopo, mentre centellinava l’ultimo sorso.

 

“Sì, mio signore.” Rispose il mago, scivolando fuori dalle lenzuola intiepidite, rabbrividendo.

 

Artù posò sul tavolo il calice vuoto e si sdraiò sotto le coltri con un mugolio di piacere.

 

Merlino invece si lasciò sfuggire un sospiro sconsolato, cercando il suo mantello per coprirsi alla meno peggio. Gaius gli aveva vietato di scaldarsi con la magia, per non destare sospetti diventando l’unico servo del reame a non avere freddo e a non patire dolorosi geloni; e lui aveva dovuto obbedire.

 

Lanciò anch’egli un’occhiataccia oltre i vetri alla neve che si era ghiacciata sui rami degli abeti: quello non era mai un buon segno, significava altro gelo in arrivo.

Poi sbirciò la piazza e la strada, che avrebbe dovuto percorrere di lì a poco, lastricate di ghiaccio e neve congelata alta fino alle ginocchia. Rabbrividì nuovamente a quello sgradevole pensiero anticipatore.

 

“Buonanotte, sire.” Gli augurò a malincuore, mentre le accoglienti coltri di poco prima erano ormai un ricordo lontano.

 

“Dove credi di andare?”

 

“A casa.” Soffiò. Non era così che avevano pattuito?

 

“Idiota che non sei altro, chi scalderà i miei regali piedi verso l’alba?”

 

Merlino sorrise e corse a raggiungerlo, mentre l’altro gli sollevava le coperte facendogli posto.

 

Buonanotte, sire.” Ripeté, con tutt’altro tono.

 

“Anche a te.”

 

 

 

- Fine -

 

 

 

Disclaimer: I personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

 

Note: “If on a winter’s night…”

“Se una notte d’inverno…” è anche il titolo del nuovo lavoro di Sting, una bellissima raccolta di canti invernali, non solo natalizi – è piuttosto un omaggio all’inverno – ed essa prende a sua volta il titolo dal celebre incipit di un romanzo di Italo Calvino.

 

“La neve si era ghiacciata sui rami degli abeti, quello non era mai un buon segno, significava altro freddo in arrivo.” E’ una convinzione presa dalla saggezza popolare e del mio nonnino ^__=

 

 

 

Per chi se la fosse persa, la mia ultima fic su Merlin è questa: Il Grande Drago e il Piccolo Principe

 

Un grazie di cuore a chi commenterà.

 

 

 

Caro Babbo Natale,

sono ancora io, ely.

Credo ci sia stato un qualche problema con la mia letterina dei desideri, perché non ho trovato Bradley James sotto l’albero la mattina di Natale, come invece ti avevo chiesto. Ç____ç

Non c’erano neppure Arthur e Merlin a pomiciare sul divano, come avevo specificato nella seconda scelta delle possibilità. >_____<

Come sai, sono stata una bambina buonissima e bravissima tutto l’anno, ho pubblicato 20 fic nel fandom e altre 30 idee sono lì in attesa.
Ti prego, caro Babbo, di risolvere questo inconveniente del mio regalo mancato, ma – se non potessi farlo – vorrei almeno che per quest’anno il fandom fosse riempito da tante bellissime fic slash (e non) che ci tengano compagnia e che gli autori possano venire ricompensati da altrettante recensioni.

Grazie Babbo, io ci conto!

In fede.

elyxyz

 

 

 

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elyxyz

 

   
 
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