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Autore: DanP    26/12/2009    4 recensioni
La loro convivenza era iniziata con le peggiori premesse.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Well....ben tre adorabili creature hanno lasciato una recensione ricca di sentimento....Arigatou!!!

A DEBO94: Ti ho fatto attendere molto?XD

Grazie molte per i tuoi commenti, come ho scritto nel primo chapter le storie continueranno fino a che non sarò esausta di questi due...quindi no-problem!!XP

A Madame Reddo: l'idea che i due convivano da due anni potrebbe non essere così campata in aria vero? (ma ti ho già spiegato perché....)

A naco chan: OOOhhhh!!!Ma grazie!!!Vedo che apprezzi il mio modo di scrivere!Io mi impegno con tutta me stessa per far trasparire le emozioni di questi due scemotti, quindi se non ci riesco è colpa loro!!!>.<

I personaggi appartengono solo a quella Dea che è AyanoYamane....l'albero di Natale invece è MIO!!!!XD (ebbene, è così che l'ho fatto u___u)

Chiedo venia per eventuali errori ma non c'è alcun Betaggio!>____< 

Ho deciso di basare questa seconda parte della storia, con un certo ritardo nella pubblicazione rispetto all'arco temporale (ben un giorno), traendo ispirazione da un'illustrazione della nostra Dea, Yamane-sama.

Illustrazione che “stranamente” compare su tutte le mie firme e i miei avatar, Facebook compreso.....Sì, mi piace.....problemi? U___U

 

 

A christmas story (second part)

 

 

Akihito fissò il regalo per l'ennesima volta, convincendosi che la lucidissa macchina fotografica, ultima uscita di una delle più famose marche nel settore, non poteva essere sua.

Questo perché era abbastanza certo che, dopo aver speso tutto dicembre a dire a quel maniaco che non voleva nessun dannatissimo regalo, tanto più che fosse costoso, Asami avesse compreso il concetto.

Si era sbagliato.

Era stato un ingenuo, e non solo per il fatto del regalo, ma anche perché in quel momento sentiva una sorta di peso opprimente sul petto.

Aveva dato troppo per scontato che Asami non desse importanza a quelle tradizioni natalizie, e probabilmente l'uomo si aspettava davvero che lui avesse qualcosa da offrigli in cambio.

Qualcosa di diverso dal solito, perlomeno.

Akihito, seduto su una delle sedie del tavolo della cucina, incrociò le braccia sulla superficie e nascose il viso, lontano dalla vista di quella carta lucida e scintillante, su cui troneggiava la fotocamera ancora imballata.

***************************

Non aveva visto subito il pacchetto,perchè appena aveva sentito Asami alzarsi dal letto aveva dato inizio al suo mattutino passatempo.

Era una cosa di cui l'altro non sospettava minimamente, ma da quando era iniziata la loro convivenza, adorava spiarlo di sottecchi mente si cambiava per andare al lavoro.

Era una cosa che suonava stonata, sciocca e anche un po' adolescenziale.

Eppure lui si incantava a vedere come sistemasse le pieghe della camicia appena indossata, o con quanta perizia postasse il nodo della cravatta.

Oppure, quando non aveva ancora preparato il cambio, perché la sera aveva fatto tardi, lo scrutava mentre apriva l'armadio e sistemava con cura diversi completi, nel comodino a fianco al letto e osservava i vari abbinamenti, con la stessa minuzia con cui lui sceglieva quale fosse l'inquadratura migliore per le sue fotografie.

Solo quando sentiva la porta d'ingresso chiudersi poteva spalancare gli occhi, che non presentavano nessuna traccia di sonno, ed alzarsi per iniziare la giornata.

Quella mattina però, qualcosa non quadrava.

Alzandosi, aveva urtato qualcosa che si trovava ai piedi del letto, un oggetto scintillante e piuttosto consistente.

Nonostante la sua mente gli avesse intimato di non aprirlo per nessun motivo e restituirlo subito al suo proprietario, le sue mani erano già all'opera sui nastrini che adornavano la scatola.

 

*************************

Solo alcuni minuti più tardi la sua euforica sorpresa si era trasformata in un basso rantolo di autocommiserazione.

Alzò nuovamente la testa e le sue speranze che quello fosse stato tutto un brutto incubo- o un meraviglioso sogno ?– si infransero appena i suoi occhi si furono posati sulla carta.

Non c'era traccia di biglietto, questo perché Asami non aveva alcun bisogno di fargli una qualche stupida dedica, per avvisarlo che quel regalo era suo, solo ed esclusivamente per lui.

Con un sospiro afferrò la scatola con estrema delicatezza e se la rigirò tra le mani.

-Che dovrei fare?Restituirgliela?- continuò a fissarla con gli occhi socchiusi, come se l'oggetto inanimato potesse dargli qualche risposta.

Sembrava fossero trascorse delle ore da quando aveva iniziato a lambiccarsi il cervello alla ricerca di una soluzione a quel dannatissimo dilemma, quando il suo cellulare lo distrasse dalle sue elucubrazioni, riportandolo alla realtà.

Afferrò il telefono e lesse il messaggio.

Ti aspetto all'ingresso.”

Sintetico e autorevole.

Delle volte Asami sembrava persino sforzarsi, di rendersi odioso ai suoi occhi.

 

*****************************************

 

Giunto al cancello, lo vide, con la solita sigaretta che incorniciava il suo sorriso diabolico.

Nessuna traccia di limousine o guardie del corpo.

Gli si avvicinò cautamente.

-Che succede?-

L'altro rispose alzando impercettibilmente le spalle.

-Mi andava di fare una passeggiata.-

Strano. Quello sì, che era un comportamento strano.

-Niente gorilla o topi fastidiosi?- chiese di rimando, sbirciando dietro di lui.

-Anche loro hanno bisogno di una vacanza, una volta tanto....-

Prese a camminare verso il centro, Akihito gli si affiancò velocemente, ancora indeciso sul da farsi.

Nonostante stessero camminando da un po', le strade continuavano ad essere deserte.

Il cielo tendeva a sfumare verso un grigio intenso e scuro, come a preannunciare l'arrivo di una nuova nevicata.

Intanto la mente di Akiito era ancora invasa da pensieri contrastanti.

Poteva sempre rifiutare il suo regalo, o magari prima di tutto avrebbe dovuto ringraziarlo....o forse....

-Perso nel tuo mondo dei sogni, eh?-

Il suo tono di voce, basso e deciso, lo fecero sobbalzare.

Asami non lo stava guardando, ma il sorriso di scherno che gli aleggiava sulle labbra era chiaramente rivolto al ragazzo.

-Vuoi che ti tenga per mano?Così eviterai di finire a terra....-

-Che diavolo di domande sono?!E comunque non cadrò solo per un po' di ne.....!-

Come a sottolineare il concetto di quanto pessimo fosse il suo equilibrio, scivolò su di un misero strato di ghiaccio.

Asami lo afferrò appena in tempo, per un braccio.

Nonostante il capotto fosse abbastanza caldo da ripararlo dal freddo della sera, improvvisamente tutto il suo calore venne concentrato nell'unica parte che l'altro aveva toccato.

-Dicevi?-

Il ragazzo si scansò velocemente dalla sua presa, imbarazzato dalla sua stessa reazione a quel contatto, salì i gradini che portavano ad uno dei tanti sovrappassaggi nelle strade di Tokyo.

Nella sua testa continuava a riecheggiare la risata sommessa alle sue spalle, mentre lo seguiva.

Dannatissimo stupido, pensò Akihito, che diavolo pensavi?Questo qui non merita nessun ringraziamento, niente di niente!

-E comunque....-iniziò, con un tono piuttosto nervoso.-Ti avevo espressamente detto di non voler nessun regalo per Natale.....!-stava per esprimere il suo disappunto, quando Asami lo interruppe, continuando a camminare avanti a lui.

Mosse appena le labbra, accennando un sorriso, la cenere che scivolava pigramente nel vento.

-Ho fatto qualcosa di assolutamente inusuale, per il mio carattere. Nei confronti di una persona con cui convivo da un certo tempo, consideralo un gesto unico nel suo genere.-

-....!-

Si fermò si colpo, incapace di seguirlo, o di camminare.

Quello che Asami aveva appena detto suonava più come un'ammissione di colpa che una dichiarazione.

Continuava a vedere la sua schiena, i muscoli che si muovevano appena sotto la stoffa costosa dei suoi vestiti, l'incedere sicuro, tutto di lui in quel momento gli sembrava estraneo.

Come sempre, il mondo in cui viveva era così distante da apparire irraggiungibile.

Ma in fondo quello rimaneva lui.

Era lui che Akihito aveva aspettato, era a lui che aveva concesso il suo corpo, fingendo che lo trovasse disgustoso, quando invece era sempre il primo ad agognare anche un minimo sguardo, rivolto alla sua persona.

Era ad Asami che aveva detto – tu sei l'unico, che può strangolarmi od uccidermi -

A nessun altro, se non a quel freddo, dispotico, scontroso uomo che aveva la presunzione di sapere tutto di lui e che alla fine, aveva pure ragione.

Infilò rapidamente le mani nelle tasche del giubbotto, cercando di reprimere l'ennesimo brivido di freddo.

-Non volevo nessuno stupidissimo regalo.-ribadì piccato, le sue parole che suonavano come le lamentele di un bambino.

-Non voglio essere in debito con nessuno, con te men che mai.-

Asami si era fermato, ma ancora continuava a dargli le spalle, anche lui osservando qualcosa di indefinito.

Come se le luci di quella stupida città fossero chissà che più importanti di me, pensò Akihito con fastidio.

Prese un respiro e decise di fare qualcosa di inaspettato, una volta tanto.

-Allora....questo sarà il mio regalo, per te.- riuscì a dire, in un soffio.

 

Asami si voltò appena, come ad assicurargli che tutta la sua attenzione fosse rivolta a lui.

Così raccolse il poco coraggio che gli era rimasto ed iniziò a parlare con tono deciso.

 

-Mi riesce difficile usare belle parole come fai tu....quindi lo dirò chiaramente, senza troppi giri di parole....- continuò a fissare il vuoto, la ringhiera di ferro battuto, le luci della città, tutto pur di non avere un contatto visivo con il suo interlocutore.

 

-Sei tu quello che per primo ha iniziato questa storia dell'appartenerti, come se fossi un chissà quale pupazzo in vendita, e Dio solo sa perché ti stia ancora concedendo il mio tempo...però...- e la voce gli tremò, perdendo del tutto il tono sicuro che era riuscito a modulare fino a quel momento.

 

-Anche io sai, cosa credi, sono piuttosto egoista.-

Abbassò ancor di più lo sguardo, il viso in fiamme.

Prese un lunghissimo respiro e parlò.

-Anche tu sei mio....completamente.-

finì, stringendo le mani a pungo, tentando di scacciare il tremolio che lo aveva assalito di colpo.

Non sarebbe mai riuscito a dirgli che lo amava, e quel discorso insensato e poco razionale era l'unica cosa che poteva davvero avvicinarsi ad una dichiarazione d'amore.

In un attimo di totale smarrimento alzò lo sguardo, quasi ad assicurarsi che l'altro lo avesse ascoltato, o che perlomeno fosse ancora lì.

 

E c'era.

Stavolta lo stava guardando davvero, da sopra la spalla.

Si girò completamente verso di lui, lasciando cadere a terra con noncuranza la sigaretta e si avvicinò.

Non nel suo modo consueto, in quel modo lento, da predatore, che lo stregava e gli faceva accelerare i battiti del cuore.

Stavolta si avvicinò con una tale fretta, come fosse preda di chissà quale violento e incontrollabile desiderio.

Lo stesso che impiegò mentre lo baciava, afferrando il suo cappotto per portarselo più vicino, quasi a divorarlo.

Akihito continuò a tenere gli occhi aperti, mentre con le mani si aggrappava alla sua schiena.

No, del regalo non importava più.

Probabilmente quello, per Asami, era un prezzo più che sufficiente a ripagarlo.

 

Continua.....

 

 

   
 
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