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Autore: Clou Jeevas    30/12/2009    0 recensioni
Da quando lui e Alfred avevano messo su un azienda per la "Terapia di coppia" gli affari erano andati di male in peggio....
Stava per infilarsi il lungo impermeabile color beige e chiudere l'ufficio quando sentì bussare bruscamente la porta...
"Te lo avevo detto idiota! ist geschlossen!" sbraitò qualcuno all'esterno.
Genere: Parodia, Demenziale, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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"Hail, holy Queen, mother of mercy! Hail, our life, our sweetness, and our hope!
To you do we cry, poor banished children of Eve......."emise Arthur completamente terrorizzato in un bisbiglio.
Per un enorme  colpo di  fortuna era riuscito a chiudersi nel bagno del suo studio e sentiva continuamente urtare le mani del tedesco sulla porta.
"Öffnest du diese verdammte Tür?!" sbraitò l'albino all'esterno
"Abbiamo intenzioni pacifiche!" continuò il francese dando una gomitata nelle costole all'amico.
L'inglese non rispose. Estrasse dalle tasche il suo cellulare e compose velocemente il numero di chi forse l'avrebbe potuto aiutare.Per la prima volta attese con ansia la sua risposta.
"Heeeello?"pronunciò una voce esterna allegra e pimpante totalmente stridula
"Alfred? Mi devi aiutare! E' successa una cosa..." bisbigliò immediatamente Arthur per non farsi sentire dai due uomini all'esterno che aveva preso a sfondare la porta a spallate.
"What?" chiese l'americano mentre sorbiva dalla cannuccia un milkshake
"Sono venuti due pazzi in ufficio, un francese e un crucco, hanno iniziato a dire cose strane
e poi e poi... AHHHHHHH" improvvisamente cadde la linea.
-Ma guarda un po' te, lui lì a divertirsi con i suoi nuovi amici, io qui a mangiare un
Hamburger solo soletto...- pensò Alfred alzando gli occhi al cielo. Terminò la sua cenetta
al MD, indossò il suo giubbotto pesante, e si avviò lungo la strada che portava all'ufficio.
Nel frattempo Francis era riuscito a bloccare il povero inglese per le spalle e gli sorrideva
malizioso e soddisfatto
"Commencer chère?" emise in un sussurro sul collo di Arthur completamente sconvolto,
ma l'albino non sembrava totalmente d'accordo, difatti, prese per i capelli il biondo
e lo tirò indietro per farsi vedere
"Comincio io" annunciò seriamente "Come sarebbe a dire comincio io? Perchè?"
"Perchè io sono la Prussia."
"E allora?" domandò il francese fissandolo male
"Halt den Mund! Comincio io e punto kesesesese"
"No no ti sbagli. Sarò io a cominciare!"
"Mi stai sfidando forse?" domandò Gilbert con uno strano sguardo sadico e rabbioso
"Forse" rispose per le rime Francis incrociando le braccia e imbronciandosi come farebbe un bimbo.
Mentre i due sembravano sul punto di picchiarsi ad Arthur venne la folle idea di scappare dalla finestra. -Certo- pensò avviandosi a piccoli passi verso di essa senza farsi sentire -Potrei
scivolare giù per la grondaia e finire in strada, il punto è che... sono mezzo nudo-. Ma piuttosto
di stare cinque minuti in più con quei due pazzi l'inglese preferì essere umiliato davanti l'intera Londra. Con attenzione posò entrambi i piedi sul davanzale di marmo freddo e liscio e aprì lentamente la finestra, sbirciò velocemente la via, si fece molto coraggio e appoggiò la mancina sulla grondaia di forma cilindrica. Per un secondo gli parve di non farcela, odiava l'altezza e soffriva molto le vertigini, ma poi quando si lasciò scivolare provò una sensazione di libertà immensa. Iniziò a sgattaiolare fuori dal piccolo prato verde che circondava l'edificio e scavalcò con immensa fatica il cancelletto di ferro. I marciapiedi sembrava in apparenza deserti e desolati e non vi erano auto posteggiate lì intorno si sentiva solo il lieve rumore vespertino del vento di Novembre. La priorità assoluta, oltre quella di scappare il più lontano possibile da quei due, era quella di trovarsi qualcosa da mettere in dosso al più presto per due semplici motivi: primo, faceva molto freddo e secondo un gentleman inglese come lui non si sarebbe mai sognato di andare in giro mezzo nudo per la sua capitale.
 "Stupid America! Where the hell is he?!" mugugnò battendo i denti dal freddo l'inglese che aveva iniziato a percorrere il viale destro rispetto a dove si trovava prima -Giuro che se lo trovo....-
In quel preciso istante, metri più indietro, Francis e Gilbert si erano accorti finalmente della mancata presenza del loro amato giocattolino e si erano infuriati parecchio scoprendo che era fuggito. Andare in giro a quell'ora a Londra comportava un certo rischio e pericolo, sopratutto andando per vie poche indicate, Arthur lo sapeva bene. Conosceva Londra come le sue tasche ma gli era inevitabile passare per forza per quella dannata via apparentemente deserta. Il freddo ormai gli stava per congelare le ossa quando, intravide da lontano delle ombre ,e senza pensarci più di tanto corse verso di loro velocemente "Help me! Help me Please!"
A malincuore si accorse che non erano dei semplici passanti che passeggiavano allegramente di sera a Londra tanto per fare ma per la strada ci lavoravano. "Omg... What the hell..." sussurò
a se stesso vedendosi puntare una dozzina di occhi addosso, d'istinto indietreggiò.
"Ti sei perso tesorino?" chiese una voce femminile che tanto femminile non sembrava,
"Noi possiamo aiutarti sai? E perché te ne vai in giro in mutande a Londra, da solo, di notte?"
L'inglese rimase lì impalato,muto e tremante.
Esattamente dall'altra parte del marciapiedi Alfred stava ritornando verso l'ufficio e si bloccò immediatamente vedendo poco distante da lui l'amico in compagnia di certa gente.
Rimase letteralmente a bocca aperta -Chi se lo sarebbe mai aspettato da Arthur... fa tanto
il santerellino tutto il giorno ma poi vedi cosa gli succede la sera...-meditò l'americano continuando a concentrarsi su di esso.
"Sorry G-Girl (Boy), sono di fretta Bye Bye!" balbettò l'inglese iniziando a correre come un matto
raggiungendo la strada che affiancava il Tamigi. Si sedette su una panchina esausto e totalmente infreddolito e guardò il cielo stellato -Bene, ora che altro deve succedere?-
"Hier ist es!" sbraitò qualcuno poco distante "Ma WHY ME?" pronunciò il biondo in una mezza crisi isterica. Prese a correre inseguito dal francese e l'albino mentre i pochi passanti che c'erano gli fissano sconcertati e terrorizzati, ormai Arthur era all'estremo delle forze, e si fermò prendendo fiato. "Ok mi arrendo mi arrendo fate quello che volete..." dichiarò ormai stufo di quella faccenda.
Il francese sorrise lievemente e gli si avvicinò, Arthur chiuse gli occhi sperando che facesse presto ma quello che sentì fu soltanto la soffice stoffa che gli copriva il capo.
"Tu vas attraper froid si vous ne couvrent pas" bisbigliò il francese dopo essersi tolto il cappotto
e averglielo appoggiato sopra.  L'inglese lo guardò sconcertato, alzò il baricentro e si infilò il cappotto coprendosi ben bene.
"Tieni" pronunciò scocciato l'albino passandogli la sua amata sciarpa con il ricamo "I love Prussia"
di un rosso intenso.
 "Thankyou...."
Poi il francese lo sollevò mettendoselo in spalla contro la sua volontà
"Dove andiamo?"
"Il tuo amico americano ha detto che ti piace bere..." ammisero ridacchiando i due sapendo già alla perfezione quale effetto aveva l'alcol sul biondo. Alfred gli aveva informati bene.
"Fuck. DAMN IT AMERICA! FUCK!"

 

nota prossimo capitolo: se ci sarà sicuramente sarà il più VOV. X° comprendre?
**NOTE**


La preghiera iniziale è "Salve Regina" tradotta in inglese, mi sembrava appropriata per Arthur!

Tu vas attraper froid si vous ne couvrent pas= prenderai freddo se non ti copri *FRANCESE PESSIMO*

   
 
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