Ciò che mi propongo di fare con questa ff è di raccontare la vita di Tom Riddle, conosciuto anche come Lord Voldemort, dal giorno della sua nascita a quello della sua morte, passando attraverso a tutti gli episodi più importanti avvenuti in essa.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Nove
mesi. Nove mesi sono
passati da quando la mia insulsa e miserabile vita ha smesso di avere
senso. Credevo che
anche lui
mi amasse. Credevo che
dopo quasi un anno... infondo ci siamo sposati... ma come ho potuto
anche solo pensare di valere qualcosa per lui? Lui così
bello, sicuro di se, intelligente. Fantastico. Perfetto. Come poteva
essere interessato a me? Una
nullità, sporca, brutta, senza senso. Strega mi ha
chiamato. Maganò
mi dicono. Ma cosa sono io
in realtà? Che scopo ho
avuto in questa vita? Solo
vent’anni e mi sento già spezzata, vecchia. Chissà
se mio padre è già tornato a casa,
chissà cosa pensa di me, di quello che ho fatto, se infondo,
molto molto infondo, è dispiaciuto che me ne sia andata o se
pensa che sia solo una sudicia piccola Maganò, che ha
tradito il suo sangue. Il sangue del
Grande e Nobile Salazar Serpeverde. Che valore ho
mai avuto per lui? Che valore
avrebbe questo bambino per lui se glielo affidassi? Sarebbe solo un
ulteriore vergogna, un Mezzosangue. Forse lo
ucciderebbe. Forse lo
tratterebbe come un sacco di spazzatura come ha trattato me e
sinecramente delle due non so quale sia la peggiore ipotesi. Ma anche nel
mio momento peggiore avevo un motivo per alzarmi al mattino, per non
lasciarmi trascinare giù, avevo lui. Anche solo guardarlo da
lontano mi rendeva la donna più felice del mondo, sebbene
sapessi che per lui non rappresentavo nulla, solo la figlia del
vagabondo, la sorella del pazzo. Una Gaunt. Feccia. Ma quando,
finalmente, sono rimasta da sola credevo di portercela fare, di farlo
diventare mio e non di quella schifosa Babbana, Cecilia. Lei non lo
meritava, non si rendeva conto della fortuna di averlo a fianco, lui, Tom Riddle. E
alla fine il sogno della mia vita si è realizzato,
è diventato sul serio mio. Mi amava. Nessuno mi
aveva mai guardata con quello sguardo, rivolto quelle parole, stretto a
quel modo, baciata e desiderata. Nessuno. Sapevo che il
mio era una semplice illusione, solo un imbroglio. Ma
era un inganno così bello e seducente! E ho
finito per ingannarmi da sola. Come poteva
dirmi quelle parole se davvero non le pensava? Come poteva
baciarmi con quella passione se davvero non la provava? Come poteva
dirmi ti amo
se non era ciò che davvero sentiva per me? Non poteva
essere tutta opera dell’Amortentia. Non poteva. E invece la
splendida illusione è finita, esattamente come è
incominciata. Sparita nel
nulla, l’illusione di essere amata. Per una volta. Non mi
è mai sembrato di chiedere troppo, solo un po’ di
amore, di essere apprezzata per ciò che sono. Ma non sono mai
andata bene a nessuno. Mio padre e mio
fratello mi odiano perchè non riesco ad utilizzare la magia. Maganò.
Tom, il mio unico,
grande Amore, la mia ancora di salvezza in questa inutile e buia vita,
mi disprezza perché la utilizzo anche troppo, la magia. Strega. E cosa
sarà questo bambino per il mondo? Non riesco neanche io ad
amarlo... come potrei? E’colpa
sua se Tom
non è più con me. Forse se non
fossi rimasta incinta non avrei mai smesso di dargli
l’Amortentia. Forse sarei
stata debole ancora per un po’, forse sarei stata felice
ancora per qualche attimo. Ma non riesco
neanche ad odiare questo bambino, infondo è una parte di lui. Non potrei mai
ucciderlo. Mai. E’
solo per lui che ancora mi trascino in questa sudicia vita, tra queste
strade fredde ed innevate di Londra. Sento che ormai il momento
è vicino. Il momento in cui finalmente me ne
andrò. In cui smetterò di soffrire. Finalmente ho
deciso dove lasciare questo bambino. In un
Orfanotrofio. Un Orfanotrofio
Babbano, nella speranza che non diventi come mio padre e mio fratello. Che non odi i
Babbani. Non so neanche
se sarà un mago... infondo è figlio di un Babbano
e di una Maganò, come potrebbe diventare un mago potente? Tra i Babbani
è il posto migliore per lui, il posto più sicuro.
E poi se Tom lo
dovesse venire a cercare, di certo lo cercherebbe fra i Babbani. Non
ho niente da lasciare a questo bambino, nè amore,
nè soldi. Solo una profonda disperazione. Vorrei
tanto aver tenuto il Medaglione di Serpeverde, dargli qualche cosa di
mio... ma ho dovuto venderlo, per salvarlo. Per salvarci. Finalmete
arrivo alla porta dell’orfanotrofio che ormai da mesi ho
scelto come casa del bambino. Busso disperatamente alla porta
mentre sento il bambino scalciare, ormai ci siamo. Vedo una donna
all’incirca della mia età sulla soglia e senza una
parola mi invita ad entrare. Ne avranno
viste a centinaia di ragazze nelle mie condizioni, ma io mi sento la
più miserabile di tutte. Mi fanno stendere su un letto e poi
succede tutto così in fretta. Il dolore lancinante e dopo
istanti che mi sembrano ore dei vagiti. <<
E’ un bel maschietto >> mi dice la ragazza che
mi ha fatto entrare. <<
Spero assomigli al suo papà... >> sussurro,
sento le forze abbandonarmi. Meglio, non
voglio vedere il bambino, non voglio tenerlo in braccio. Voglio
andarmene, ma prima devo fare ancora una cosa. Raccogliendo le ultime
forze riesco a mormorare << Si deve chiamare Tom, come il
suo papà e Orvoloson, come mio padre... e il cognome deve
essere Riddle. Tom
Riddle >>. La fine
è arrivata.