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Autore: Xion92    04/01/2010    4 recensioni
La storia di Kairi secondo il mio punto di vista. Mi sono sempre detta: se Kairi è una principessa, ed è di Radiant Garden, non potrebbe esserne la principessa legittima? E magari figlia di Ansem, che è capo e sovrano del Radiant Garden (come dice nei suoi diari)?
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kairi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uff ... in meno di una settimana sono ho fatto la spola tra il Trentino e la Puglia ... che fatica! Ma è stato anche un bel viaggietto! Buon nuovo decennio a tutti! E il nuovo capitolo è qui! Però, a fini narrativi ho dovuto rimandare le botte al prossimo capitolo. Ah, e non so se vi eravate accorti che nello scorso capitolo ho messo una citazione a 358/2 Days: Riku, quando afferma che il Keyblade di Kazi è fasullo, gli sembra di averlo già detto a qualcun altro ... cioè a Xion! xD Ho voluto mettere un omaggio anche a lei, poverina, sempre buttata nel dimenticatoio! E ho corretto la ripetizione dello scorso capitolo (non me n'ero proprio accorta! Gli errori stupidini si fanno.) Ed ecco a voi!


Sollievo

Erano passate esattamente due settimane dall’arrivo di Kazi. Durante tutto quel tempo, il bambino aveva continuato ad allenarsi coi suoi nuovi amici, migliorando sensibilmente di giorno in giorno. Tutti quanti erano sempre più sbalorditi di vedere quel piccolino liberare una tale forza, una potenza pari alla loro. Kazi era stato un ottimo combattente anche quando era ancora a casa sua, ma adesso che aveva Sora e Riku come maestri stava facendo passi da gigante: dopotutto i due ragazzi erano più esperti di Kairi nell’uso del Keyblade, e ogni loro conoscenza la trasmettevano al bambino, che le immagazzinava e le faceva sue, sfruttandole nei combattimenti successivi.
Il principe, che era abituato a combattere, si allenava tutta la mattina e buona parte del pomeriggio con gli amici senza stancarsi mai. Solo quando arrivavano le sei di sera finalmente si fermavano. A quel punto, cercava di rafforzare il legame con quei guerrieri. Il primo giorno aveva provato con Riku.
“Riku, andiamo a giocare fuori?”
“A giocare?! Non penso proprio, sono stanco morto, adesso ho bisogno di dormire. E poi, è pericoloso allontanarsi, sai? Gli Unversed sono dappertutto!”
“Ma non voglio mica allontanarmi. Voglio solo stare qui davanti …”
Sora, seguendo la discussione, aveva capito che a Riku non andava di badare a un bambino, con tutti i problemi che c’erano già. Però capiva anche che non era giusto privare Kazi del gioco e del divertimento per colpa della guerra. In fondo, Kazi era stato strappato dalla sua casa; almeno bisognava farlo sentire a suo agio.
“Kazi, Riku è stanco. Se mi vuoi, posso venire io a giocare con te.”
A Kazi brillarono gli occhi. “Oh, si! Allora vieni?”
Una volta fuori, il ragazzo chiese: “A cosa vuoi giocare?”
“Facciamo che io fuggo e tu mi devi prendere? A casa con Mog giocavo sempre così.”
“Chi è Mog?”
“è solo un Moguri, ma è il mio migliore amico.”
“Va bene. Allora parti.”
Kazi cominciò a correre, e Sora decise di dargli un po’ di vantaggio; poi gli corse dietro, fingendo di raggiungerlo.
“Tanto non mi prendi!” gridò il bambino in tono canzonatorio.
“Ah no, eh?” Sora gli era talmente vicino che avrebbe potuto prenderlo con il minimo sforzo, ma vedendo Kazi così contento, decise di far finta di perderlo per far durare di più il gioco: rallentò quindi un po’ l’andatura.
“Hai visto, Sora? Sono troppo svelto, non mi prenderai mai!”
Sora finse ancora per alcuni minuti, poi raggiunto il culmine della corsa, con uno scatto gli saltò addosso e lo strinse tra le braccia.
“Ti ho preso, alla fine!” e cominciò a fargli il solletico dappertutto.
“No! Non vale! Non vale!” Kazi cominciò a ridere e sembrava che non ce la facesse più a smettere.
Dopo un po’, finalmente il bambino si calmò.
“Sora … ho sonno.”
“Allora vai alla Gummi Ship, e sdraiati un po’ nel letto.”
“Sono stanco … mi porti tu?”
Come dirgli di no? Sora lo prese in braccio, stringendoselo al petto. Kazi non aspettò nemmeno di arrivare alla Gummi Ship. Appoggiò subito la testa contro la spalla del ragazzo e si addormentò lì. Sora si sentì il cuore di nuovo caldo, dopo tutti quegli anni che se lo era sentito ghiacciato come la neve dei monti. Si sentiva così strano … lui non si era mai occupato di qualcuno, men che meno di un bambino, eppure prendersi cura di lui, giocarci insieme, gli veniva così naturale, quasi istintivo … Stava incominciando ad affezionarsi veramente a quel bambino così simile a lui sia nell’aspetto che nel carattere, anche se non riusciva a capire perché.
Portò Kazi in camera sua e lo mise nel letto. ‘Non prenderti tutte le coperte, che fra poco devo dormirci anch’io.’

Ogni notte, Kazi aveva dormito tra le braccia di Sora. Le prime volte era stato un po’ scomodo, visto che Sora non era abituato a dormire con un’ altra persona. Ma dopo pochi giorni si era adattato a meraviglia, e tutte le sere, per far addormentare il bambino, lo stringeva a sé, tenendolo abbracciato, e gli accarezzava i capelli e il viso. Sora adorava toccargli i capelli, perché gli ricordavano quelli di Kairi, così morbidi e soffici.
Anche Kazi amava dormire con Sora: gli era eternamente riconoscente per averlo salvato mentre stava per morire, e sapeva che se era ancora vivo ed era guarito dalla febbre era solo per merito suo. Era sempre più affezionato a quel ragazzo, anche perché era quello che giocava più volentieri con lui, stava più tempo insieme a lui, e aveva dimostrato di volergli bene più degli altri. Per questo Kazi ricambiava sempre le premure di Sora: la sera, appena il guerriero gli si sdraiava accanto, Kazi si rannicchiava abbracciato contro di lui, appoggiava la testolina sul suo petto e si addormentava così. Al mattino, si svegliava nella stessa posizione. In questo modo, Kazi non aveva mai la sensazione di essere lontano dalla mamma, visto che, non sapeva per quale motivo, Sora gli dava lo stesso calore che gli dava Kairi.
Ma ancora, non riusciva a capire come mai Sora non fosse restio a curarsi di lui: i due uomini che avevano avuto più a che fare con lui, se potevano evitavano di averci a che fare; Sora invece non fuggiva da lui, anzi. Kazi questo non riusciva a spiegarselo.
Restava comunque il fatto che i due stavano insieme molto volentieri. Un pomeriggio che erano soli nella Gummi Ship, si erano seduti tutti e due sul divano, e avevano cominciato a chiacchierare del più e del meno.
“Allora, Kazi, mi racconti qualcosa di quando vivevi al Radiant Garden? Sai, io ci sono stato anni fa, e chissà, magari conosci qualcuno che conosco anch’io.”
Kazi non osò dirgli che era il principe, né che sua madre si chiamava Kairi ed era la principessa. Ancora non si fidava del tutto, e la sua situazione politica era meglio non rivelarla.
“Beh … ho un Moguri come amico, te l’ho detto?”
“Si. Com’è questo Moguri? Mi ricordo un po’ di lui, comunque: mi elaborava sempre gli oggetti quando lo andavo a trovare.”
“e un gran rompiscatole. Ma è per questo che è così simpatico!”
“E chi altro conosci?”
“Quell’antipatico musone di Squall Leonhart! Quello dovrebbe sposarsi, così almeno si addolcirebbe! Pensa, non vuole nemmeno che lo chiamiamo così. Vuole che lo chiamiamo Leon.”
“Leon, mi ricordo di lui … mi ha aiutato molto …”
“E Cloud Strife, e Cid Highwind, e Merlino, e …” si interruppe. “Sora … la mia casa mi manca … molto.” Cercò di non piangere.
Sora gli accarezzò la testa. “Scommetto che i tuoi genitori saranno molto preoccupati per te …”
“No … Solo mia madre. Io … non ce l’ho un papà.”
“Davvero? Mi dispiace molto … anche io non l’ho mai avuto …”
“Tu da dove vieni, Sora?”
“Da un mondo chiamato Isole del Destino.”
“Non ne ho mai sentito parlare … com’è?”
“è un autentico paradiso … isole tropicali … il mare trasparente … cielo terso … sabbia bianca … meraviglioso …”
“Davvero? Dovrò chiedere a Cloud di portarmi lì una volta. Ma Sora … io a casa ho la mia mamma che mi aspetta. Tu chi hai che ti aspetta a casa?”
Sora fissò fuori dal finestrino con aria sognante. “La mia ragazza. Le ho promesso che sarei tornata da lei, quando questa guerra sarebbe finita.”
Kazi lo guardò incredulo. “Hai una fidanzata?”
“Ho una fidanzata.”
Smisero di parlare e rimasero in silenzio a fissare la parete opposta. Dopo poco, Kazi sentì un leggero frullare d’ali. Riconobbe quel battito, era il rumore che fanno i Moguri quando volano. Corse fuori, e vide effettivamente un piccolo Moguri che svolazzava quasi rasoterra. Kazi, senza perdere tempo, gli saltò addosso.
“Aaaah, ti prego, non farmi del male, kupò!”
“No, stai tranquillo, non ti faccio niente. Sei il Moguri di questo mondo?”
“Ehm … si, kupò.”
“Come ti chiami?”
“Mi chiamo Kupò, kupò.”
Sora si avvicinò ai due, incuriosito. Kazi continuò a parlare col Moguri.
“Ascolta, Kupò, devi farmi un favore: voi Moguri state sempre in contatto fra voi e vi mandate messaggi, no? Per caso tu conosci Mog, del Radiant Garden?”
“Si, lo conosco, kupò …”
“Allora, mandagli questo messaggio, per favore: digli di avvisare mia madre che sto bene e che presto tornerò a casa. Adesso sono al sicuro con un gruppo di ragazzi. E dì che ti manda Kazi.”
“Va bene. Vedrò cosa posso fare, kupò.”
“Grazie, Moguri. Ciao ciao!”
Sora si rivolse a Kazi: “Bell’idea, la tua. Se ci fossero Moguri anche sulle Isole da dove vengo, chiederei a Kupò di mandare un messaggio anche lì …”

Al Radiant Garden, intanto, la situazione era disperata: Kairi e gli altri erano riusciti a fermare l’invasione con successo, ma ad un prezzo altissimo: la scomparsa del principe. Kairi per giorni non aveva fatto altro che cercarlo dappertutto, insieme all’aiuto dei suoi amici, ma tutto era stato inutile.
Mog, dopo l’ennesima ricerca, tornò sfinito a casa di Merlino. C’erano tutti lì, tranne Kairi. Ognuno di loro aveva fatto del suo meglio per ritrovare il bambino, ma non si era scoperto nulla, e tutti ne erano rimasti segnati. Perfino Cloud era piuttosto scosso.
“Allora, l’hai trovato?” chiese Aerith a Mog.
“No, non sono riuscito a trovarlo da nessuna parte, e sono due settimane che lo cerco, kupò …” mormorò l’animaletto con gli occhietti neri umidi.
“Non sei l’unico: tutti noi lo abbiamo cercato, ma non è servito a niente …” aggiunse Yuffie a testa bassa.
Leon intervenne. “Ormai bisogna accettare le cose come stanno: Kazi è morto.”
Gli occhi di Mog lampeggiarono di rabbia. “No! Non provare neanche a dirlo, kupò! Kazi non è morto! Non è morto …”
Piangendo volò fuori dalla finestra e si rifugiò in cima a un muraglione, a osservare la gente. Quello che gli faceva più rabbia, era che tutti i sudditi erano preoccupati per l’avvenire, e facevano discorsi del tipo:
“e ora senza principe, come faremo? Come ce la caveremo?”
Tutti si preoccupavano solo per il loro avvenire. Tutti pensavano che il principe era sparito, non che Kazi era sparito. In altre parole, si preoccupavano di come avrebbero fatto loro d’ora in poi; non pensavano che un bambino piccolo era scomparso, che se era vivo probabilmente era terrorizzato e spaventato in un mondo a lui sconosciuto, senza la mamma, senza gli amici … Tutti pensavano solo al principe; nessuno pensava a Kazi.
Mog avrebbe dato qualunque cosa pur di vederselo comparire davanti, magari che lo sbattesse di nuovo per terra come faceva sempre. Cominciò a piangere, sempre più depresso.
“Dove sei, fratellino? Torna da noi, per favore …”
Proprio in quel momento il suo pompon captò un segnale.
“Chi … mi chiama, kupò?” chiese tra i singhiozzi.
“Mog, sono Kupò.”
“Ah, sei tu … mi dispiace, ma ora non è il momento …”
“Ascoltami, è urgente, kupò! Ti mando un messaggio da parte di un certo Kazi …”
“Kazi?! Hai detto Kazi?!”
“Si. Ecco il messaggio, kupò: caro Mog, non dovete preoccuparvi per me, sono al sicuro in un mondo lontano. Sono stato salvato da dei ragazzi. Dì alla mamma che sto bene e che presto tornerò a casa. Fine del messaggio, kupò.”
A Mog era passata tutta la tristezza, e gli era venuta voglia di ballare. “Evviva, evviva, Kazi è vivo, Kazi sta bene! Grazie, Kupò, grazie!”
Si mise a volare per tutto il regno, gridando forte. “Kazi è vivo, Kazi è vivo!”
Tutti corsero fuori dalle case, felicissimi e sollevati, e Aerith giunse le mani. “Sia ringraziato il cielo, Zack …”
Mog volò fino alla finestra della camera della principessa.
Kairi stava distesa sul letto, completamente abbandonata, con gli occhi vuoti e lo sguardo perso. Aveva gli occhi gonfi, che ormai non riuscivano neanche più a piangere. Tra le mani stringeva il mantello rosso che Kazi aveva dimenticato. Non faceva niente, stava semplicemente a fissare il mantello di suo figlio, completamente apatica, e ogni tanto se lo strofinava sulla guancia, ma era troppo distrutta dal dolore per riuscire a fare qualcos’altro. Si era lasciata andare da qualche giorno, quando ormai, dopo varie ricerche, non era riuscita a ritrovare il suo piccolo. Aveva smesso di mangiare e anche di bere, e non dormiva più. Se ne stava andando anche lei.
‘Perché sei uscito dal castello, perché hai voluto aiutarmi? … Ti avevo ordinato di restare in casa … perché non hai voluto darmi retta? Ma perché sto incolpando te? Tu sei così innocente, l’hai fatto solo per me, non è stata colpa tua … è colpa mia, avrei dovuto sorvegliarti di più, ho pensato più a combattere i nemici che a difendere te … che razza di madre sono?’ Non faceva che ripetersi sempre gli stessi ragionamenti e le stesse affermazioni, senza sperare neanche più, tanto non sarebbe servito a niente. ‘Il mio povero Kazi … è sparito per sempre … suo padre non potrà mai conoscerlo … Kazi …’.
Sentì qualcuno bussare alla finestra. Anche adesso la venivano a disturbare?! Perché non la lasciavano sola col suo dolore? “Vattene via, Mog.” Mormorò senza voltarsi.
“Kairi, apri, kupò, è per Kazi!”
Appena sentì quel nome, si alzò immediatamente, corse ad aprirgli l’anta e rimase a guardare la bestiola col fiato sospeso.
“Kazi è al sicuro, è in un mondo lontano. È stato trovato da dei ragazzi, e tornerà a casa il prima possibile, kupò. Me l’ha detto il Moguri di quel mondo.”
Kairi sentì di nuovo le lacrime salirle agli occhi, e ricominciò a piangere, sentendosi rinascere.
Mog la guardò preoccupato. “Ma … io credevo che volessi bene a Kazi …”
“Gliene voglio …” singhiozzò Kairi.
“Ma allora si può sapere perché stai piangendo, kupò? Ti ho appena detto che tuo figlio sta benissimo.”
“è proprio per questo che sto piangendo …”
Mog scosse le orecchie. “Bah, uomini … creature incomprensibili!” e se ne volò via.

Nella Terra di Prydain, Pippo si mise ad agitarsi e a gridare:
“Venite tutti a vedere! Il Re sta arrivando!”
Tutti corsero fuori dalla Gummi Ship. Il loro capo era finalmente tornato! Tutti rimasero incantati ad osservare la piccola navicella atterrare lentamente. Kazi in particolare si aspettava che uscisse chissà cosa da quel mezzo. Si era fatta un idea di come fosse un re, e si aspettava di vedere un uomo alto, forte e rispettabile, imponente e maestoso. Ma quando vide la creatura che uscì, quasi si mise a ridere.
Vide infatti un topo antropomorfo quasi più basso di lui! Si coprì la bocca con la mano, ridacchiando.
“Kazi, sta’ buono.” Si raccomandò Riku. “Non farti ingannare dalle dimensioni, Topolino è un re rispettabilissimo che ci ha sempre guidati sulla via giusta.”
“Sono tornato, amici miei!” annunciò il re allegramente. Dopodiché notò Kazi.
“Ehi, e questo chi è? Sora da piccolo? Sora, è un tuo parente?”
“No, non ha niente a che fare con me. È uno nuovo, un Keyblade Master come noi, e ci aiuterà nelle ultime battaglie. Vero, Kazi?” chiese Sora.
Il bambino si strinse a lui e annuì.
“Davvero?! Beh, è fantastico! Bene, Kazi, allora sei il benvenuto. Non ha importanza chi tu sia, importa l’aiuto che ci darai. Or dunque: prima di partire alla volta del Sunset Horizons, dimora di Master Xehanort, bisogna risolvere i problemi che affliggono questo mondo.”
“Che problemi ci sono, Sora?” chiese Kazi.
“C’è un re, Cornelius, dalle intenzioni malvagie, che sembra stia cercando un calderone nero allo scopo di conquistare questo mondo, e noi dobbiamo fermarlo.”
“Esattamente! Non dovete preoccuparvi, ho preparato tutto io! E quando avremo finito con lui, potremo pensare a Master Xehanort.” Poi estrasse dalla tasca un foglio arrotolato. “Ecco qui il piano.”

Note mie: stavolta ho messo una citazione a FF VII: Aerith che si rivolge a Zack! Bellina!
Una cosa che non c'entra con la storia: ho così tante persone che mi seguono, ma che non sanno un accidente su di me! Allora, io su Youtube sono Laia92. Sul Kingdom Hearts Forum (il migliore d'Europa), sono sempre Laia92. Se volete il mio contatto è Laia92@live.it (la fantasia regna sovrana ...). Avrei voluto chiamarmi Laia92 anche qui, ma il sito non mi prendeva il nome e ho dovuto ripiegare su Xion92 ... e vabbé!
E avrei anche in mente un altro progetto: io Kazi, anche se è di pura invenzione mia, lo considero un personaggio di KH al 100%, ed è anche il mio preferito. Stavo pensando di fare una fanfic a parte, con i capitoli autoconclusivi, in cui ognuno dei personaggi della storia esprime i propri pensieri su di lui: Kairi, Bold, Angel, e tutti i parenti e gli amici ... Magari delle song-fic, con una canzone appropriata ovviamente. Con Mog, per esempio, avrei in mente la canzone "Un caro amico come te" (dalle Follie dell'Imperatore, cercate il testo, è meravigliosa ...), oppure "Brothers under the sun" (Dal film Spirit. Meravigliosa anche questa, traducetela!). Che dite, è un progetto troppo megalomane? Se volete darmi qualche consiglio, dite pure!

   
 
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