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Autore: Vale    10/10/2003    6 recensioni
Un incantesimo scomparso, due coppie alle prese con i loro sentimenti e un Libro da recuperare...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rieccomi qua!! E’ passato un bel po’ di tempo da quando ho pubblicato la mia prima, e fino ad ora unica fanfiction. Poi, anche incoraggiata dalle recensioni positive che mi sono arrivate ho deciso di stendere questo lavoro (tuttora ancora in corso di lavorazione). Spero che chi leggerà questa fanfiction possa divertirsi e commuoversi, ma soprattutto che apprezzi il mio tentativo di esprimere a parole le emozioni che provocano in me i personaggi della grande J.K. Rowling. Un ringraziamento particolare lo devo a Sunny, soprattutto perché  i suoi continui lavori sono stati per me una grandissima fonte di ispirazione ( Hai visto che sono riuscita finalmente a pubblicare?)

Devo però avvisare che , purtroppo, per motivi di studio ( sto preparando la tesi…) non sarò sempre velocissima nell’aggiornare. Spero comunque che chi leggerà questi capitoli possa capirmi e aspettare pazientemente il prossimo aggiornamento.

Per il momento ringrazio in anticipo chi vorrà recensire.

P.S. I personaggi che seguono appartengono a J.K. Rowling ( quasi tutti, almeno)

Vale

 

 

 

 

1. I SENZANOME

 

I lineamenti degli uomini e delle donne incappucciati intorno al grande falò si distinguevano a malapena. Ron non riusciva a contarli, ma ad occhio decise che dovevano essere un centinaio. Troppi per la sua squadra e quella di Harry. Avrebbero dovuto aspettare i rinforzi, sperando che questi arrivassero in tempo.

 

Ron fece segno ai suoi uomini di attendere, poi cercò con lo sguardo Harry. A poche decine di metri da lui stava controllando per l’ennesima volta che la sua pistola magica fosse carica. Ron sorrise, sapeva benissimo che il suo amico non l’avrebbe utilizzata durante il combattimento. L’atmosfera era satura di tensione e il rumore sempre più incalzante dei tamburi suonati durante il rito, ormai arrivato al culmine, non faceva che accrescere la sua impazienza.

 

All’improvviso un lampo di luce squarciò il cielo, quella notte privo di luna, e una trentina di auror, armati di tutto punto, iniziarono ad attaccare gli incappucciati.

 

“ Ma che diavolo?...”

 

Dopo il primo momento di smarrimento Ron prese in mano la situazione ordinando ai suoi uomini di entrare in azione. Naturalmente anche lui si buttò nella mischia: il capitano Weasley, così come il suo inseparabile amico il capitano Potter, non restava mai in disparte nel momento del pericolo, come invece preferivano fare altri ufficiali.

 

Già molti cadaveri giacevano a terra, trafitti dalle spade o colpiti a morte da un colpo di pistola.

 

Harry mandò al tappeto un incappucciato con un calcio poderoso. Sia lui che Ron preferivano rendere inoffensivo il nemico immobilizzandolo, piuttosto che uccidere e avevano addestrato i loro uomini a fare altrettanto.

 

“ Attento alle spalle, Jackson!” urlò Ron verso uno dei suoi uomini che stava per venire colpito con un coltello.

 

Stupeficium!”

 

Il SenzaNome, così gli auror avevano soprannominato i loro nuovi nemici, finì a terra schiantato.

 

“Complimenti, Rogers!” disse Ron, liberandosi velocemente di un altro uomo, alla ragazza che con il suo incantesimo aveva appena salvato la vita a un suo compagno.

 

Lo scontro finì in pochi minuti lasciando sul campo di battaglia parecchie vittime.

 

Ron si diresse con passo pesante verso un soldato. Harry, accortosi che lo stato d’animo dell’amico non prometteva nulla di buono, gli andò dietro lasciando che i suoi uomini si occupassero dei sopravvissuti.

 

“ Chi è il tuo comandante?” sbraitò inchiodando il soldato contro un albero.

 

“ Sono io, Weasley.” disse una voce alle sue spalle.

 

Ron non ebbe bisogno di girarsi per riconoscere il suo interlocutore. Solo un paio di centimetri più basso di lui, occhi neri, così come i suoi capelli tagliati cortissimi, Alan Seymour era considerato l’auror più affascinante dell’intero Corpo Speciale: tutte le donne si innamoravano inevitabilmente di lui a prima vista. Ron non poteva soffrirlo; non sopportava il suo comportamento che Harry, a ragione, definiva camaleontico: era un leccapiedi sfacciato con i suoi superiori ma non esitava, quando si presentava l’occasione, a umiliare i suoi compagni.

 

“ Ora si spiega tutto!” disse Ron lasciando il soldato che si eclissò il più velocemente possibile “ Ma sei impazzito? Che cavolo ti è saltato in mente di attaccare senza avvisarci? Potevi farci ammazzare tutti!”

 

Ron si scagliò addosso all’uomo riuscendo a colpirlo in pieno viso prima che Harry lo trattenesse passandogli le braccia sotto le ascelle.

 

“… Faresti meglio a mettere la museruola al tuo amichetto, Potter” disse Seymour tastandosi la guancia: dalla bocca gli usciva un rivolo di sangue, “ Per questa volta te la faccio passare, Weasley. Dopotutto grazie a te potrò esibire la prova della mia partecipazione in prima linea al combattimento. Ora scusatemi, ma devo andare a fare rapporto.

 

Non appena scomparve, Harry lasciò Ron.

 

“ Io quello non lo sopporto. E’ da quando eravamo delle semplici matricole che mi sta sulle palle! Ma un giorno o l’altro gliela spacco quella faccia da fighetto che si ritrova!”

 

“ E’ meglio se ti dai una calmata. Se non stai attento rischi di essere sbattuto fuori. lo avvisò Harry.

 

Ron evitò di replicare ma tra sé pensò che, forse, sarebbe valsa la pena farsi cacciare per aver cambiato i connotati a Mister Fascino.

 

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“ Neanche uno?” disse sbalordito Harry.

 

Ma, come sarebbe a dire?” gli fece eco Ron.

 

I due erano stati chiamati a rapporto dal Generale Mitchell, il coordinatore del Corpo Speciale Auror, un gruppo di agenti che trecentosessantacinque giorni all’anno lavorava per assicurare alla giustizia i criminali del mondo della Magia, e adesso erano nel suo studio, insieme agli altri tre capitani sottoposti alle sue dirette dipendenze.

 

“ E’ quello che ho appena detto, Potter… Dei trentasette uomini che avevamo catturato, neanche uno è rimasto in vita.

 

“ Ma come è possibile?” disse Ron.

 

“ Sembra che durante il trasporto verso le nostre camere di sicurezza abbiano ingerito qualche veleno. Quando gli uomini che li scortavano se ne sono accorti, ormai non c’era più nulla da fare.

 

“ Hanno preferito uccidersi piuttosto che parlare. disse Rebecca Johnson, l’unica donna tra i capitani.

 

“ DANNAZIONE! Tutta questa fatica per niente. urlò Ron sbattendo un pugno sul tavolo di mogano.

 

“ Non direi,” lo contraddisse il Generale “ su alcuni cadaveri è stato rinvenuto questo.”

 

L’uomo porse un foglietto illustrativo a Harry che lo osservò attentamente prima di passarlo a John Carson, il capitano di una delle altre squadre, che gli stava vicino.

 

“ Forse non ha alcun significato. Ma se invece è come penso io, quegli uomini avevano l’intenzione di andare a quella manifestazione per rubare un altro oggetto.

 

Finalmente l’opuscolo arrivò nelle mani di Ron. Quando lesse il nome dell’uomo che avrebbe dovuto tenere in quei giorni un ciclo di conferenze a Londra, quasi gli venne un colpo.

 

“ Non è possibile…” sussurrò.

 

Che ti succede, Weasley? Conosci il professor Soreson?”

 

“ … Non personalmente.”

 

“ Spiegati meglio.”

 

“ Conosciamo la sua assistente, Generale.  intervenne Harry “Andavamo a Hogswarts insieme.”

 

Mitchell soppesò brevemente le parole del ragazzo.

 

“ Bene, tu e Weasley andrete a parlare con il professore e cercherete di capire cosa vogliono da lui i SenzaNome. Voglio un rapporto tra settantadue ore. Per il momento le vostre squadre verranno affidate agli ordini di Carson e di Johnson. Ora potete andare.”

 

I cinque si diressero verso la porta. “ No. Tu resta Seymour. Dobbiamo parlare del casino allucinante che hai combinato stanotte…” il tono di voce dell’uomo non prometteva nulla di buono.

 

Ron non riuscì ad afferrare più una parola quando Rebecca chiuse la porta, ma immaginava cosa il Generale stesse dicendo a quell’idiota. Sorrise sotto i baffi: dopotutto la giornata non era cominciata poi così male.

 

 

  
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