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Autore: mamma Kellina    08/01/2010    4 recensioni
Primi anni del Novecento. Miniere della Sardegna sud occidentale. Il giovane ingegnere gallese Robert Forrest, vedovo con un figlio piccolo, e la sfortunata ma indomita Barbara decidono di sposarsi pur senza amarsi. Ma il loro non sarà un patto facile da mantenere perché in fondo è l’amore che vogliono, come tutti gli esseri umani. Il cammino in comune sarà difficile e forse non riusciranno a trovare ciò che cercano, ma di sicuro impareranno a riconoscere le cose che contano davvero nel rapporto tra un uomo e una donna.
Si tratta di un vero e proprio romanzo, molto intenso e drammatico. Il genere è piuttosto classico, alla Jane Austen per intenderci, ed anche se non ho la presunzione di paragonarmi ad una tale Autrice, ho cercato di dare un certo spessore psicologico ai miei protagonisti. Ho provato anche a rendere con efficacia l’epoca ed i luoghi con un accurato lavoro di ricerca. Spero di esserci riuscita. Le località minerarie sarde e la loro storia sono del tutto autentiche. Non così le vicende ed i personaggi di cui narro che sono frutto invece solo della mia fantasia e pertanto non si riferiscono, se non in maniera casuale, a persone realmente esistite e a fatti davvero accaduti.
Vi va di accompagnarmi in questo viaggio?
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccovi un nuovo capitolo e solo due parole per ringraziare delle recensioni. Oltre ad esservi veramente grata, sono anche molto contenta perché vedo che state cominciando ad entrare nella psicologia dei personaggi, indovinando già la personalità che ho voluto dare loro. Io li ho molto amati e con il proseguire della narrazione capirete il perché. Tutti tranne uno che apparirà proprio in questo capitolo per cui dico a Vale e Lucy: fatene ciò che volete, tanto sta antipatica persino a me che l’ho inventata!

A Cricri voglio dire che anche stavolta mi sono ispirata ad attori per le descrizioni fisiche dei personaggi, anzi, in verità ho messo su un cast talmente “all stars” che neanche il kolossal più costoso di Hollywood! Magari, alla fine di questo lungo viaggio, ci divertiremo a dirci reciprocamente chi abbiamo immaginato a “recitare” le vari parti!

Vorrei ringraziare e dire qualcosa ad ognuna di voi ma penso sia meglio partire subito con il capitolo senza farvi perdere ancora tempo. Buona lettura.

 

 

 

 

Capitolo 4

 

Forse fu per la stanchezza del lungo viaggio o forse per le tante notti  agitate trascorse a girarsi e a rigirarsi  nella sua brandina senza poter dormire a causa dell’importante decisione da dover prendere, ma la prima  l’impressione che Barbara ebbe del piccolo villaggio minerario fu molto sgradevole.  Non era brutto però era tetro ed isolato e mentre si recavano alla casa dei Sulis, ai loro occhi apparve il palazzo della Direzione che sovrastava tutto con la sua imponente mole. Era molto bello ma chissà perché le diede l’impressione di un grosso uccello rapace che  dispiegasse le ali sulle sue prede. Gli alloggi degli impiegati e la piccola piazza del paese, benché non privi di una certa dignità, sembravano essere ai piedi della palazzina. Lino le spiegò che era soprannominata “Il Castello” ed infatti proprio all’abitazione di un re rassomigliava e le piccole case a quelle dei suoi umili sudditi.

- È lì che abita Robert Forrest? – chiese un po’ spaventata all’idea che si potesse vivere lì.

- No, lì c’è solo la Direzione delle miniere,  Forrest abita in un villino poco lontano. È un vero incanto, vedrai.

- Mai quanto quello di sir Bradley, però – soggiunse la moglie.

 

Già il giorno successivo, dopo essersi riposati dal lungo viaggio, andarono a fare un giro per la miniera e Lino portò Barbara fino alle laverie e ai pozzi. Lungo la strada si fermava continuamente a parlare con questo e con quello, presentando a tutti con molto orgoglio la figlioccia venuta a trovarlo. In realtà quest’ultima riceveva molti sguardi di ammirazione dagli impiegati e dai minatori perché era assai graziosa. Era alta, con una figurina sottile e slanciata, il seno prosperoso e la vita sottile. Bruna di capelli, ma chiara di carnagione, aveva lineamenti decisi,  la bocca carnosa e grandi occhi dalle iridi del colore dell’ambra. Da ragazza aveva avuto una grande bellezza, ma poi la vita, le delusioni ed i molti dispiaceri l’avevano un po’ offuscata. Il suo carattere orgoglioso, che la portava a tenersi tutto dentro, le aveva scavato una precoce ruga sulla fronte che però non la imbruttiva affatto.

Passeggiando, erano arrivati fino alle scuderie ed all’improvviso si trovarono di fronte Robert Forrest che rimase molto stupito nel vedersi davanti la bella ragazza sdegnosa che solo qualche tempo prima l’aveva congedato con tanta decisione.          
Anche lei sussultò nello scorgerlo ed ancora una volta fu attratta dal suo aspetto. Portava un cavallo baio per la briglia ed era in  tenuta da lavoro, ma quell’abbigliamento gli donava assai di più del vestito con il quale si era presentato a casa loro. Indossava gli stivali ed un pantalone aderente con una camicia bianca un po’ aperta sul petto. Sopra aveva uno spolverino di pelle nera ed un cappello, anch’esso di pelle, con le falde piuttosto larghe.

La donna sperò di non arrossire quando lui, guardandola, scoprì i denti piccoli e perfetti in un sorriso

- Quale sorpresa, signorina! Alla fine vi siete decisa a venire a vedere questo misero villaggio – le disse non senza una certa ironia.

- Il mio padrino ha insistito tanto e non ho potuto rifiutarmi - si giustificò lei.

- Già, sono stato io ad insistere per farla venire e starà con noi qualche giorno, fino a quando il fratello non verrà a riprenderla. Perché non vieni a cena da noi stasera, Robert?

- No, stasera non posso. Sto andando a controllare la partenza del materiale estratto giù al mare e farò tardi. Verrò domani, sempre se l’invito sarà ancora valido, s’intende.

Aveva parlato senza staccare gli occhi da Barbara e la donna, suo malgrado, si sentì come stordita. Udì Lino rispondere:

- Certo che è valido. Ti aspettiamo.

- Allora a domani.

Salì sul cavallo e dopo aver fatto un cenno di saluto togliendosi il cappello, se ne andò. Ancora una volta lei pensò che le piaceva molto.

 

I giorni trascorsero in fretta e Robert si mostrò molto più simpatico e cortese di quanto non avesse immaginato. Quando si  conobbero un po’ meglio, lui le raccontò della cittadina nei pressi  Cardiff dove era nato trentatré anni prima, dei suoi studi, del padre che un incidente in miniera aveva reso gravemente invalido, del coraggio di sua madre e della simpatica stravaganza della sorella, ma Barbara notò che della defunta moglie invece non parlava mai.    
Si stava bene in sua compagnia e quel villaggio sperduto, con la sua pace e l’aria buona, a poco a poco incominciò a sembrarle anche un posto meno spiacevole.

In parecchi non mancarono di notare quella coppia passeggiare a sera per le stradine del paese e in parecchi si chiesero se l’ingegner Forrest non avesse trovato  una nuova moglie. Le voci giunsero anche alle orecchie di lady Margaret la quale in quel periodo si trovava a Ingurtosu nella sua bella villa da cui si godeva tutto il paesaggio fino al mare. Incuriosita, invitò a cena il direttore della miniera e lo mise per bene sotto torchio fino a quando questi le confessò la sua intenzione di chiedere in moglie la giovane donna.

- Povera nipote mia, se n’è andata da così poco e tu già stai pensando a metterti un’altra accanto! – commentò allora la nobildonna.

- Margaret, Robert è molto giovane ancora, non pretenderai che faccia il vedovo tutta la vita – la redarguì il marito.

- Non tutta la vita, ma almeno due anni di lutto glieli doveva a quella povera Julie. Lei, per amor suo, ha rinunciato al suo rango e alla sua fortuna, non scordartelo.

Il giovane non parlava, ma se ne stava con gli occhi bassi, molto pensieroso.

- Charles ha bisogno di una madre e Barbara è la donna più adatta a farlo - disse infine.

- Sarebbe molto più logico mandare il piccolo da mia sorella Ilary piuttosto che prendere in moglie una mezza calzetta di italiana. Sicuramente non saprà neanche allevarlo!

- Non è come dite. È una giovane di buona famiglia, capace ed istruita. Suo padre era medico e studioso e le ha dato un’educazione perfetta. Sa parlare abbastanza bene anche in inglese, lo abbiamo fatto più volte in questi giorni, ed è un’ottima donna di casa oltre ad essere anche bella. Non potrei volere di più.

- Eccolo l’amore degli uomini! Avevano  ragione Ilary  ed Arnold a  rifiutarsi di darti in moglie la povera Julie. Se penso che è anche  colpa di questo sconsiderato di mio marito se quella povera ragazza ti ha sposato, mi viene quasi da piangere. Sei stato la sua rovina!

- Io ho molto amato vostra nipote, mylady!

- Già l’hai amata talmente che dopo un anno dalla sua morte ne sposi un’altra!

- Quando lo farai? – gli chiese Bradley, meno offeso della moglie alla prospettiva di un matrimonio.

- Non lo so, signore, al più presto spero.

- Va’ via! Vattene e non farti vedere per un po’, non ti sopporto più! – gli urlò indispettita la nobildonna scacciandolo in malo modo.   
Era così adirata che l’uomo si alzò immediatamente e prese congedo con un compito inchino.

 

Stava prendendo il cappello ed il soprabito dalle mani di Giovanna, quando si sentì chiamare da Paul che lo aveva raggiunto nell’atrio.

- Aspetta, aspetta un attimo.

Il giovane si fermò e si voltò a guardarlo.

- Ascolta – gli disse l’anziano signore – non dar retta a mia moglie: è ferita e triste per la morte della nipote, ma è ingiusta con te. In fondo lo sappiamo tutti che mia cognata sta per iniziare una vera e propria battaglia legale per avere l’affidamento di Charles e se tu ti sposerai avrà di certo meno possibilità di averlo. Però, figliolo, sei sicuro di voler fare questo passo? Ti stai legando ad una donna per la vita, non lo dimenticare.

Sir Bradley era stato come un secondo padre per Robert e forse aveva intuito i veri motivi che lo spingevano a quel  matrimonio così affrettato e strano.

- Per me non ci sarà mai  nessuna donna che possa prendere il posto di vostra nipote. È a lei che mi sono legato per tutta la vita, con  un’altra potrò solo fare un contratto matrimoniale – gli disse in tutta sincerità.

- Lo so, amavi Julie sinceramente e ne eri ricambiato, per questo vi ho aiutato a sposarvi, nonostante l’opposizione dei suoi genitori e di mia moglie. Ma è proprio per questo motivo che ora ti chiedo di pensarci bene: potresti rovinarti la vita e non solo la tua. Potresti rovinare anche quella giovane donna che accetterà di sposarti perché magari si è innamorata di te.

- Non c’è pericolo,  siamo abbastanza adulti entrambi per sapere cosa stiamo facendo. Comunque è mia intenzione esporle chiaramente come stanno i fatti. Non potrei mai ingannarla, non è nella mia natura.

- Bene. Fai ciò che ritieni più opportuno allora

   
 
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