Eccovi
un nuovo
capitolo e solo due parole per ringraziare delle recensioni. Oltre ad
esservi veramente
grata, sono anche molto contenta perché vedo che state
cominciando ad entrare
nella psicologia dei personaggi, indovinando già la
personalità che ho voluto
dare loro. Io li ho molto amati e con il proseguire della narrazione
capirete
il perché. Tutti tranne uno che apparirà proprio
in questo capitolo per cui dico
a Vale e Lucy: fatene ciò che volete, tanto sta antipatica
persino a me che l’ho
inventata!
A
Cricri voglio
dire che anche stavolta mi sono ispirata ad attori per le descrizioni
fisiche
dei personaggi, anzi, in verità ho messo su un cast talmente
“all stars” che
neanche il kolossal più costoso di Hollywood! Magari, alla
fine di questo lungo
viaggio, ci divertiremo a dirci reciprocamente chi abbiamo immaginato a
“recitare”
le vari parti!
Vorrei
ringraziare e dire qualcosa ad ognuna di voi ma penso sia meglio
partire subito
con il capitolo senza farvi perdere ancora tempo. Buona lettura.
Capitolo
4
Forse
fu per la stanchezza del lungo viaggio
o forse per le tante notti agitate
trascorse a girarsi e a rigirarsi
nella
sua brandina senza poter dormire a causa dell’importante
decisione da dover
prendere, ma la prima l’impressione
che
Barbara ebbe del piccolo villaggio minerario fu molto sgradevole. Non era brutto
però era tetro ed isolato e
mentre si recavano alla casa dei Sulis, ai loro occhi apparve il
palazzo della
Direzione che sovrastava tutto con la sua imponente mole. Era molto
bello ma
chissà perché le diede l’impressione di
un grosso uccello rapace che dispiegasse
le ali sulle sue prede. Gli
alloggi degli impiegati e la piccola piazza del paese,
benché non privi di una
certa dignità, sembravano essere ai piedi della palazzina.
Lino le spiegò che
era soprannominata “Il Castello” ed infatti proprio
all’abitazione di un re
rassomigliava e le piccole case a quelle dei suoi umili sudditi.
-
È lì che abita Robert Forrest? – chiese
un
po’ spaventata all’idea che si potesse vivere
lì.
-
No, lì c’è solo la Direzione delle
miniere, Forrest
abita in un villino
poco lontano. È un vero incanto, vedrai.
-
Mai quanto quello di sir Bradley, però –
soggiunse la moglie.
Già
il giorno successivo, dopo essersi
riposati dal lungo viaggio, andarono a fare un giro per la miniera e
Lino portò
Barbara fino alle laverie e ai pozzi. Lungo la strada si fermava
continuamente
a parlare con questo e con quello, presentando a tutti con molto
orgoglio la
figlioccia venuta a trovarlo. In realtà
quest’ultima riceveva molti sguardi di
ammirazione dagli impiegati e dai minatori perché era assai
graziosa. Era alta,
con una figurina sottile e slanciata, il seno prosperoso e la vita
sottile.
Bruna di capelli, ma chiara di carnagione, aveva lineamenti decisi, la bocca carnosa e grandi
occhi dalle iridi
del colore dell’ambra. Da ragazza aveva avuto una grande
bellezza, ma poi la
vita, le delusioni ed i molti dispiaceri l’avevano un
po’ offuscata. Il suo
carattere orgoglioso, che la portava a tenersi tutto dentro, le aveva
scavato una
precoce ruga sulla fronte che però non la imbruttiva
affatto.
Passeggiando,
erano arrivati fino alle
scuderie ed all’improvviso si trovarono di fronte Robert
Forrest che rimase
molto stupito nel vedersi davanti la bella ragazza sdegnosa che solo
qualche
tempo prima l’aveva congedato con tanta decisione.
Anche lei sussultò nello scorgerlo ed ancora una volta fu
attratta dal suo
aspetto. Portava un cavallo baio per la briglia ed era in tenuta da lavoro, ma
quell’abbigliamento gli
donava assai di più del vestito con il quale si era
presentato a casa loro.
Indossava gli stivali ed un pantalone aderente con una camicia bianca
un po’
aperta sul petto. Sopra aveva uno spolverino di pelle nera ed un
cappello,
anch’esso di pelle, con le falde piuttosto larghe.
La
donna sperò di non arrossire quando lui,
guardandola, scoprì i denti piccoli e perfetti in un sorriso
-
Quale sorpresa, signorina! Alla fine vi
siete decisa a venire a vedere questo misero villaggio – le
disse non senza una
certa ironia.
-
Il mio padrino ha insistito tanto e non ho
potuto rifiutarmi - si giustificò lei.
-
Già, sono stato io ad insistere per farla
venire e starà con noi qualche giorno, fino a quando il
fratello non verrà a
riprenderla. Perché non vieni a cena da noi stasera, Robert?
-
No, stasera non posso. Sto andando a
controllare la partenza del materiale estratto giù al mare e
farò tardi. Verrò
domani, sempre se l’invito sarà ancora valido,
s’intende.
Aveva
parlato senza staccare gli occhi da
Barbara e la donna, suo malgrado, si sentì come stordita.
Udì Lino rispondere:
-
Certo che è valido. Ti aspettiamo.
-
Allora a domani.
Salì
sul cavallo e dopo aver fatto un cenno
di saluto togliendosi il cappello, se ne andò. Ancora una
volta lei pensò che
le piaceva molto.
I
giorni trascorsero in fretta e Robert si
mostrò molto più simpatico e cortese di quanto
non avesse immaginato. Quando
si conobbero un
po’ meglio, lui le
raccontò della cittadina nei pressi
Cardiff dove era nato trentatré anni prima, dei
suoi studi, del padre
che un incidente in miniera aveva reso gravemente invalido, del
coraggio di sua
madre e della simpatica stravaganza della sorella, ma Barbara
notò che della
defunta moglie invece non parlava mai.
Si stava bene in sua compagnia e quel villaggio sperduto, con la sua
pace e
l’aria buona, a poco a poco incominciò a sembrarle
anche un posto meno
spiacevole.
In
parecchi non mancarono di notare quella
coppia passeggiare a sera per le stradine del paese e in parecchi si
chiesero
se l’ingegner Forrest non avesse trovato
una nuova moglie. Le voci giunsero anche alle orecchie di
lady Margaret
la quale in quel periodo si trovava a Ingurtosu nella sua bella villa
da cui si
godeva tutto il paesaggio fino al mare. Incuriosita, invitò
a cena il direttore
della miniera e lo mise per bene sotto torchio fino a quando questi le
confessò
la sua intenzione di chiedere in moglie la giovane donna.
-
Povera nipote mia, se n’è andata da
così
poco e tu già stai pensando a metterti un’altra
accanto! – commentò allora la
nobildonna.
-
Margaret, Robert è molto giovane ancora,
non pretenderai che faccia il vedovo tutta la vita – la
redarguì il marito.
-
Non tutta la vita, ma almeno due anni di
lutto glieli doveva a quella povera Julie. Lei, per amor suo, ha
rinunciato al
suo rango e alla sua fortuna, non scordartelo.
Il
giovane non parlava, ma se ne stava con
gli occhi bassi, molto pensieroso.
-
Charles ha bisogno di una madre e Barbara è
la donna più adatta a farlo - disse infine.
-
Sarebbe molto più logico mandare il piccolo
da mia sorella Ilary piuttosto che prendere in moglie una mezza
calzetta di
italiana. Sicuramente non saprà neanche allevarlo!
-
Non è come dite. È una giovane di buona
famiglia, capace ed istruita. Suo padre era medico e studioso e le ha
dato
un’educazione perfetta. Sa parlare abbastanza bene anche in
inglese, lo abbiamo
fatto più volte in questi giorni, ed è
un’ottima donna di casa oltre ad essere
anche bella. Non potrei volere di più.
-
Eccolo l’amore degli uomini! Avevano
ragione Ilary
ed Arnold a rifiutarsi
di darti
in moglie la povera Julie. Se penso che è anche
colpa di questo sconsiderato di mio marito se quella
povera ragazza ti
ha sposato, mi viene quasi da piangere. Sei stato la sua rovina!
-
Io ho molto amato vostra nipote, mylady!
-
Già l’hai amata talmente che dopo un anno
dalla sua morte ne sposi un’altra!
-
Quando lo farai? – gli chiese Bradley, meno
offeso della moglie alla prospettiva di un matrimonio.
-
Non lo so, signore, al più presto spero.
-
Va’ via! Vattene e non farti vedere per un
po’, non ti sopporto più! – gli
urlò indispettita la nobildonna scacciandolo in
malo modo.
Era così adirata che l’uomo si alzò
immediatamente e prese congedo con un
compito inchino.
Stava
prendendo il cappello ed il soprabito
dalle mani di Giovanna, quando si sentì chiamare da Paul che
lo aveva raggiunto
nell’atrio.
-
Aspetta, aspetta un attimo.
Il
giovane si fermò e si voltò a guardarlo.
-
Ascolta – gli disse l’anziano signore –
non
dar retta a mia moglie: è ferita e triste per la morte della
nipote, ma è
ingiusta con te. In fondo lo sappiamo tutti che mia cognata sta per
iniziare
una vera e propria battaglia legale per avere l’affidamento
di Charles e se tu
ti sposerai avrà di certo meno possibilità di
averlo. Però, figliolo, sei
sicuro di voler fare questo passo? Ti stai legando ad una donna per la
vita,
non lo dimenticare.
Sir
Bradley era stato come un secondo padre
per Robert e forse aveva intuito i veri motivi che lo spingevano a quel matrimonio così
affrettato e strano.
-
Per me non ci sarà mai
nessuna donna che possa prendere il posto di
vostra nipote. È a lei che mi sono legato per tutta la vita,
con un’altra
potrò solo fare un contratto
matrimoniale – gli disse in tutta sincerità.
-
Lo so, amavi Julie sinceramente e ne eri
ricambiato, per questo vi ho aiutato a sposarvi, nonostante
l’opposizione dei
suoi genitori e di mia moglie. Ma è proprio per questo
motivo che ora ti chiedo
di pensarci bene: potresti rovinarti la vita e non solo la tua.
Potresti
rovinare anche quella giovane donna che accetterà di
sposarti perché magari si
è innamorata di te.
-
Non c’è pericolo,
siamo abbastanza adulti entrambi per sapere
cosa stiamo facendo. Comunque è mia intenzione esporle
chiaramente come stanno
i fatti. Non potrei mai ingannarla, non è nella mia natura.
-
Bene. Fai ciò che
ritieni più opportuno allora