“Smettila di molestare
quella povera ragazza”.
Un rumore sordo di passi.
Dust e Violet voltarono i loro visi verso quella
voce apatica che li avevi sorpresi.
Quando la vampira comprese chi era appena apparso,
s’irrigidì.
“Currant?!”, chiamarono in coro, sorpresi.
“Grazie per aver compiuto la tua missione, Violet.
Puoi liberamente andare ora”. La voce sicura del vampiro nascondeva un velo di
preoccupazione.
“Ma io...”.
“Tranquilla. Ora vattene”.
Violet fissò Dust con uno sguardo sottomesso, il
quale non la notava nemmeno mentre osservava ogni movimento di Currant, ogni
muscolo contrarsi e rilassarsi, ogni flebile respiro.
... Respiro?
“Non gliel'hai detto, vero? Currant? Povera
ragazza”, accusò.
Il vampiro biondo guardava l'altro con sguardo
inquisitore a mo' di sfida, mentre ritornava lentamente alla sua forma
originale d’infante.
"Dev'essere un mutante", pensò Violet.
Osservò la scena, indietreggiando di alcuni passi,
stando ben attenta a non rischiare di cadere in acqua.
Sapeva cosa sarebbe successo in caso contrario. E
non era di certo il momento adatto di annegare, quello.
“dirmi cosa?”, chiese. Stupita.
“Violet, ho detto di andartene!”, sbottò Currant,
visibilmente alterato.
“Devi sapere, cara la mia vampira, che qualcuno ha messo le sue inesperte mani
dove non doveva...”.
Violet spostava ritmicamente lo sguardo tra i due
vampiri con aria interrogativa.
“Non serve che aggiungi altro. Ti prego, Violet,
vattene via”.
La vampira non capiva molto bene l'argomento di
cui stavano parlando i due ragazzi, ma di una cosa era certa. C'era di mezzo
lei.
“No. Io voglio sapere!”, azzardò.
“Ah ah. Vedi, Currant? Lei vuole sapere. Su,
diglielo che hai interferito nella sua trasformazione, diglielo che ha... ”. La
voce si fermò, lasciando Violet in uno stato di trans.
... Che cosa aveva appena sentito?
No. No. Non poteva essere possibile.
Che cosa era successo davvero quella notte di
pochi mesi prima?
Non lo ricordava bene nemmeno lei.
Pochi attimi sfuggenti le ritornavano alla mente.
Il demone Richard* che si scagliava contro di lei.
Un vortice di fiamme che le stringeva la gola, soffocandone il respiro. Il buio
freddo e apatico dell'agonia. E un morso. Un morso, nulla più.
Poi il ricordo più limpido di quando si era
finalmente svegliata a casa di Sjara, con quest'ultima che le raccontava
l'accaduto con le lacrime agli occhi.
Ma cos'era successo quando lei era rimasta
incosciente, in seguito al morso?
No, non poteva sopportare oltre.
Senza accorgersene, le lacrime avevano iniziato a
uscire copiosamente dai suoi occhi rossi come il sangue. Le gocce salate
accarezzarono quel viso di marmo color confetto.
Fu la situazione che le si precipitò davanti a
forza, a svegliarla da quei ricordi del passato.
“No! No! Smettetela, vi prego!”, urlava.
Un'emozione d’impotenza e nostalgia, la invase
prepotente chiudendole il cuore.
Il demone Richard*: questa persona è uno dei principali personaggi del libro ‘Eternity’. Per sapere altro su questo personaggio vi prego di acquistare il libro, una volta in vendita. ^^