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Autore: FranStarlight    11/01/2010    0 recensioni
buttata giù di getto per riprendere l'abitudine...le stelle l'hanno ispirata...racconta come qualcosa di misterioso possa portare a vivere l'amore...
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco, è il momento…quando arriva lo sento….lo sento dai cambiamenti dell’ambiente esterno e lo sento dal tumulto che ho dentro. L’ora è quella, me ne accorgo senza guardare l’orologio, non ce n’è bisogno. Sono le tre, le tre di notte, un gallo in lontananza ha preso a cantare, chissà perché poi così presto, e chissà dove si trova questo gallo. Me ne sono accorta da quando questa storia è iniziata e ormai si è creata complicità tra noi, lui è il mio richiamo, è la mia compagnia, con lui attendo. Poi arriva l’abbaiare dei cani, e il venticello fresco della notte. Mi sollevo lentamente, per evitare che la testa faccia il solito scherzo di farmi perdere l’equilibrio. Poggio i piedi nudi a terra, il pavimento è così fresco, mi riprendo, ero sveglia, lo sono sempre nell’attesa, ma ora mi sento meglio, sono più reattiva. Sorrido da sola, guardando i miei piedi nel buio, gli occhi ormai abituati alla poca luce che filtra dalle sottili aperture della persiana, la luce delle stelle e della luna, luce naturale, delicata. Lentamente per non fare rumore mi avvicino al balcone, e sempre con attenzione spalanco la finestra, l’aria fresca mi arriva in faccia, respiro a pieni polmoni, respiro perché poi so che non sarò capace di farlo bene. E sorrido al dolce pensiero. Alzo gli occhi e ammiro il tetto stellato. Amo il cielo, la sua immensità, il suo mistero. Amo il cielo perchè mi ha portato lui, infondo è iniziato tutto così, uno sguardo verso il cielo in una delle mie notti insonni, e lui, la sua presenza, il suo profumo, il suo aspetto, quei suoi occhi. Solo quello era l’inizio. Una figura così misteriosa. Senza parlare io ero terrorizata. Non avevo urlato, non mi ero mossa. Ma poi qualcosa in quell’aria notturna mi aveva rillasato. Qualcosa in quegli occhi infiniti come l’universo mi avevano calmata. Lui senza parlare si era poggiato a sedere sul bordo del davanzale, si era fermato a fissare le stelle per un tempo indefinito, senza parlare, immobile come una statua. Poi si era voltato verso di me, me che ero rimasta immobile come lui, a osservarlo, a capire se sognavo o ero sveglia. Me che ero confusa, e abbagliata da quella creatura misteriosa, affascinata dall’aura luminosa che emanava. Era un angelo, o forse un demone. Era un alieno, un fantasma, un vampiro. Non sapevo nulla, sapevo solo che non era umano e che non poteva farmi del male, non ne sarebbe stato capace la sua espressione, il suo aspetto. Ricordare quella notte mi provoca sempre le stesse emozioni. Ce ne sono state tante da allora. All’inizio lo trovavo per caso, sempre al solito orario, quando non riuscivo magari a dormire, poi con il tempo era un tacito appuntamento. Io uscivo e lui scendeva da quel cielo, dal nulla o da tutto. Non parlava, restava a fissare il cielo, mi osservava osservarlo in silenzio e come era comparso così andava via. Iniziava ad essere il mio grande segreto, il mio più bruciante tormento, era un mio desiderio. E volevo, avevo il bisogno che comparisse ogni notte, anche in quelle di tempesta e mi svegliavo sempre poco prima, destata da una sveglia immaginaria, uscivo, per non perdermi quell’evento. Dal silenzio però a mano a mano nacque altro. Sempre senza parlare una notte poco prima di scomparrire si avvicinò con leggerezza di piuma al mio volto, mi osservò e io potei notare quei suoi occhi. All’interno di quegli occhi l’universo, l’intero cosmo. Per poco non persi le forze. Mi sorressi al muretto. Lui lentamente mosse il braccio e lo avvicinò al mio viso, con la punta del suo indice mi sfiorò la gota, quel contatto mi fece sussultare, non era paura..noon sapevo cossa fosse…sentì il calore salire alle guance, vertigine e formicolio, come se l’inconsistenza di qualcosa di spirituale mi avesse colpito… e il sorriso di lui allargarsi, non lo avevo mai visto sorridere e quando lo faceva i suoi occhi brillavano, le stelle si illuminavano di più. Scomparve. E io il giorno lo trascorsi ripensando a quel semplice contatto. Nascondevo il mio segreto, più che per gelosia per la paura di sembrare pazza. È forse sono davvero pazza. Sono pazza mentre sento che si avvicina. È qui, è arrivato. Ora è dietro di me, sento il suo profumo. E lentamente l’aria che sposta avvicinandosi. Sento le sue braccia perfette cingermi la vita. Sento il suo volto immergersi nei miei capelli. Lo sento spostarsi mi prende la mano, mi si avvicina, vede le mie guance colorarsi, lo so, sorride ogni volta che accade, lo vedo e poi lo sento soltando, lo sento soltanto mentre le sue labbra si avvicinano al mio orecchio. –sono qui, e presto per sempre. Me lo ripeteva da qualche notte, con quella sua voce meodiosa. La notte che inziò a parlarmi la ricordo bene, era notte di luna piena, ma le nuvole di una tempesta imminente le nascondevano. Il massimo della vicinanza tra noi due era la sua mano che sfiorava la mia mentre osservavamo le stelle, forse per ragioni diverse, chissà cosa pensava lui guardando quello che i suoi occhi avevano dentro. Io ebbi un tremito, l’aria dell’inverno che si avvicinava iniziava a farsi sentire, ma non potevo fare a meno di uscire e restare con lui anche solo per quel poco tempo a disposizione ogni notte, anche solo per guardarlo. Del resto era così irreale. –la luna è nascosta il freddo arriverà. All’inizio non ci badai,, sembrava una frase uscita dai miei pensieri, poi lentamente presi coscienza, era lui, lui aveva parlato, lui…la sua voce…era così…scoppiai a piangere e lui spaventato forse, credo non avesse mai visto nessuno piangere credo che non conoscesse quell’azione mi lasciò la mano, si allontano leggermente. –non questo suono…ti prego…i tuoi occhi… sono lacrime queste? E si…erano lacrime, erano lacrime di una sciocca ragazza che non sapeva neanche il motivo per cui piangeva. Lui poi si avvicinò e mi abbracciò, mi abbracciò davvero. Prima delicatamente, per poi aumantare l’intesità della forza, fino a sentire il contatto diretto con quel corpo. Ma poi si staccò. –io, devo andare, scusami, io…devo aver commesso un errore, e scomparve. La notte dopo ritornò e mi abbracciò senza parlare, non stavo piangendo ma mi abbracciò. Poi quando finalmente inziò a parlare come un umano seppi la sua storia. Vorrei tanto raccontarla, ma le parole la renderebbero non reale, lui non me la raccontò me la mostrò, mi si avvicinò poggiò la mano sulla mia fronte e mi mostrò la sua storia, tutta la sua storia, segreti…erano migliaia di segreti agglomerati nelle immagini del cosmo, era un essenza che aveva preso sembianze umane, era un essenza che sentiva emozioni. Ma nient’altro dirò di lui. Del mio lui. Di ciò che sento che mi appartiene. Che terrò con me, di cui non posso fare a meno. Ora lui lentamente avvicina le sue labbra alle mie, mi fa ancora un così strano effetto. Quelle sue labbra, quel suo contatto. So che forse sembra strano, ma non c’è niente che mi faccia sentire più viva, più essere, più presente in questo mondo eppure così lontana di un suo bacio. Quando lo fece la prima volta era impacciato. Si scusò, disse che non era una cosa che lui aveva fatto, ma ne sentiva il bisogno, era qualcosa che gli era venuto in mente,un emozione che aveva scoperto attraverso la conoscenza umana, e che doveva provare. Quando io lo seguì in quel suo baciò si allontanò. –Deve esserci qualcosa di strano…io mi sento strano diverso…mi piace ma mi dà il tormento, mi spinge a essere te, per te, dentro te. Non capii quelle sue parole ma so che Mai avevo amato qualcuno così. Anche se questo qualcuno scomparve dalle mie braccia subito dopo. La notte dopo mi spegò che non avrebbe potuto, ma ne aveva il bisogno ma che presto tutto sarebbe stato lecito, presto tutto sarebbe stato giusto. Presto tutto sarebbe stato per sempre. Quelle sue parole mi suonarono dentro. La mia mente ormai era sua. È sua. Il giorno non vivo. Fingo di farlo. Per le apparenze, per gli altri, per chi mi ama. Ma è la notte quell’unica ora a notte che riesco a vivere nel vero senso della parola. Sono pazza. Sembro pazza. Ma non lo sono. È solo amore. Amore per qualcuno di diverso, qualcuno che per molti non esiste ma che per me è reale in quell’ora è l’unica cosa reale che esiste oltre al cielo. Ma so, stasera mi ha detto finalmente perché sarà per sempre, perche lui, quell’essenza nel corpo presto resterà qui. È il suo destino. È ciò che ha scelto quando gli è stato chiesto. È ciò che vuole e il lo amo, lo amo per la sua scelta. Sarei morta senza quella sua scelta. E presto quando la luna nuova comparirà lui resterà. Non scomparirà come ogni notte lasciandomi sola con il mio amico gallo a tenermi compagnia. Non mi abbandonerà sentendomi scoperta, vuota, non accolta. Non mi lascerà. Non so come sia successo. Perché sia successo a me. Perché lui. Perché io. Perché noi. So solo che è così. L’unica cosa che scomparirà sarà l’universo nei suoi occhi, è un prezzo da pagare. Ha detto che è l’unico modo per poter restare e teme che io possa non amarlo ugualmente. Ma io non amo quell’universo. Io amo lui. Lui è il mio universo. I suoi occhi sono ciò che mi ha colpito, ma ciò che mi ha affondato è stato il suo amore, il suo essere, la sua essenza, lui. E lo amerò lo stesso. Lo stringo a me mentre gli dico ciò e sento quando lui mi ami. Sento quando siamo perfetti insieme. Sento che forse quel cielo che nasconde così tanto mi ha rivelato la cosa più impartante. E non chiedo nient altro. Lui, noi sempre. E quel piccolo segreto che custodisco, quella nuova piccola e immatura essenza umana che ho sognato e sarà nostra. Sorrido. Lo sarà. La luna nova arriva sempre. E mentre con un bacio mi saluta e scompare, e mentre mi ritrovo di nuovo sola ad osservare le stelle. Mentre mi sdraio su quel letto. Sorrido e sogno.sogno la vita, il mondo e le stelle e sorridendo attendo la luna nuova…
  
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