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Autore: Claudia    13/10/2003    2 recensioni
Il destino di Kagome è di ritornare nel Sengoku Jidai dopo quattro anni, affrontare di nuovo Inuyasha, ora suo nemico, e salvare sua figlia... ma la figlia avuta da chi?
Genere: Romantico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Nuovo personaggio, Sango
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14

Fireflies

 

 

Finalmente lo Shikon era stato individuato. Era stato visto in direzione nord-est e presto la comitiva si sarebbe spostata in quella direzione. Di comune accordo decisero di fermarsi al villaggio dei monaci almeno per quella notte. Al calare della sera, i monaci accesero un grande fuoco al centro della piazza del villaggio, mentre altri servivano un buon pasto caldo a tutti quanti. Kagome e gli altri sedevano lontano dalla mischia su di un tronco di legno sdraiato a terra per l'occasione, in compagnia del sacerdote che aveva rivelato loro la collocazione della Sfera. Huyu aveva l'impressione di essere una persona austera e anche molto distaccata, ma con loro sembrava ardere di una gentilezza inverosimile. Il pasto che stavano consumando non era affatto povero, ma ricco di verdura e legumi vari. Infatti attorno al tempio si estendevano anche orti e frutteti immensi che i monaci coltivavano con cura per il fabbisogno di tutto il villaggio. Cenarono in silenzio, mentre Kagome osservava la fiamma enorme del fuoco che illuminava perfettamente tutta quanta la piazza, piccole scintille venivano scagliate in aria per poi cadere a terra con un ultimo barlume di luce. In molti casi si era sentita proprio come quelle scintille, più volte aveva sentito la sua anima spegnersi, priva di qualsiasi tipo di vitalità. In quel momento si sentiva relativamente bene. Lo sguardo di Kagome cadde più volte su Sango, ma l'amica sembrava non accorgersene affatto.

“ Se volete potete andarvene a fare una passeggiata.” Il sacerdote Huyu rivolse un caldo sorriso ai suoi ospiti, ma in particolar modo alle due donne che apparivano seriamente pensierose. Kagome sfruttò l’occasione offerta dal bonzo per riuscire a parlare con Sango fuori da sguardi indiscreti.

“ Credo che sia un’ottima idea, ti va di accompagnarmi Sango?” La cacciatrice osservò l’amica intuendo le sue intenzioni e accettò la proposta. Anche Inuyasha fece per alzarsi ma fu bloccato da una forte stretta al braccio sinistro. Huyu l’aveva trattenuto mantenendo sempre un sorriso sulle labbra.

“ Venerabile Huyu potrebbe badare a mia figlia durante la mia assenza?”

“ Sarà un piacere venerabile Kagome. “

La donna arrossì leggermente per l’appellativo che accompagnava il suo nome, si inchinò rispettosamente  e rivolse un’occhiata severa a Inuyasha.

“ Non combinare guai stupido!”

Il mezzo demone non rispose a quella specie di provocazione, ma si limitò a sedere in maniera scomposta, voltando il viso dalla parte opposta. Mentre le due donne si allontanavano, il sacerdote prese a ridere sommessamente scatenando lo stupore del mezzo demone.

“ Che hai da ridere, idiota?”

“ Uhm, vedo che l’educazione non è il tuo forte Inuyasha…”

Il mezzo demone rimase interdetto nel sentir pronunciare il suo nome dal bonzo.

“ Come fai a sapere come mi chiamo…?”

“ Chiaro, quella donna ti ha chiamato così molte volte e poi in un certo senso conosco la tua fama.”

“ Molto bene, così sai quanto possa essere pericoloso con voi sciocchi esseri umani!”

“ Io sono sempre un sacerdote, scacciare gli spettri e le identità maligne è il mio forte.”

“ Bene, allora sappi che di te non mi fido.”

“ Comprensibile… stasera scoprirò molte cose interessanti.”

Huyu prese a bere del tè da una tazza, lasciando Inuyasha senza parole.

 

**

 

Le voci allegre dei monaci si erano attenuate, simbolo che Kagome e Sango si erano allontanate sufficientemente dal centro del villaggio. Il misero spicchio lunare era offuscato da delle deboli nubi, ma il resto del cielo risplendeva di stelle, ancora più visibili per l’oscurità che avvolgeva le due donne. Si fermarono ai piedi di una grande quercia e sedettero sulle possenti radici di quest’ultima. L’albero stava in cima a una piccola collina che sovrastava gli orti e i frutteti dall’alto della sua imponenza, le foglie degli innumerevoli ciliegi e meli risplendevano deboli, illuminate dalla poca luce lunare che filtrava dalle nuvole grigiastre; attorno a loro regnava un silenzio quasi soprannaturale, a volte interrotto dal forte suono dei grilli.

“ Dalle mie parti è difficile vedere le stelle…” Kagome raccolse al petto le ginocchia e si rilassò accanto all’amica.

“ Sai, più volte mi sono chiesta come sia il tuo mondo Kagome… forse un giorno avrò la possibilità di vederlo.”

“ A volte in confronto a quest’epoca il mio mondo non riesce a reggere il confronto. Qui la natura è ancora sovrana, ci sono alberi e fiumi che scorrono indisturbati… nel mio mondo è diverso. Le città sono dei villaggi immensi, senza piante e le poche che ci sono soffrono per l’aria sporca che respirano. Non sempre è bello, prima o poi sarà distrutto dai suoi stessi abitanti. Così come sarà nato un giorno scomparirà. Però io lo amo con tutta me stessa. È la mia casa, l’unico posto in cui un giorno potrò tornare. Mi crea conforto questo pensiero… in passato quando cercavo lo Shikon con Inuyasha, il mio mondo era stato il mio unico conforto… Era bello pensare che nonostante la lontananza avevo un posto dove tornare.”

“ Anch’io la pensavo così fino a quel giorno, quando il mio villaggio fu distrutto da Naraku.” La voce della cacciatrice si era attenuata coperta da un velo di tristezza. Kagome posò una mano su quella della cacciatrice e le rivolse un sorriso pieno di affetto.

“ Tutti quanti noi siamo destinati a perdere qualcosa… a volte la perdita è troppo prematura, ma ci sono volte in cui tutto questo ci giova. Perdere qualcuno che si ama è duro, i nostri pensieri sono sempre rivolti a lui, ma con il tempo si trova una ragione per la quale vale vivere. La mia ragione per esempio è Kaeru. Capisco quanto possa essere innocente e piccola e proprio per questo ogni giorno mi faccio coraggio affrontando ciò che la vita mi pone di fronte. E anche tu vivi per una ragione, Sango. O forse mi sbaglio?”

La donna rimase in silenzio con gli occhi fissi a terra. Sapeva quanto la voce di Kagome potesse crearle conforto, ed era sicuramente la persona più adatta per confessarle quello che il suo cuore cercava di tenere nascosto.

“ Sì. Ed era di questo che ti volevo parlare Kagome-chan…”

“ Lo immaginavo. È per questo che ti ho portato qui.”

Una lacrima scese su una guancia della cacciatrice, Kagome se ne accorse e il suo volto non poté far altro che essere triste.

“ C-credevo, anzi ero sicura che l’avrei incontrato di nuovo a questo villaggio, invece mi sono sbagliata, mi sono illusa proprio come una sciocca. Prima pensavo che il mio non fosse vero amore, credevo di essermi innamorata dell’amore… e così mi sentivo tranquilla, perché mentivo a me stessa. Solo oggi mi sono accorta che non era vero… quando si è riaccesa in me la speranza di incontrarlo di nuovo mi sono sentita male, la cosa mi toccava più di quanto pensassi e sebbene mi ostinassi a negare il contrario mi sono accorta di amarlo veramente.”

“ Credo che dare consigli in amore è l’impresa più ardua che una persona possa affrontare… Io posso solo dirti che questa è la tua occasione, Sango. Sono sicura che presto le vostre strade si incroceranno di nuovo e allora sarai pronta a confessargli i sentimenti che provi.”

“ Ma, Kagome-chan, e se lui non mi amasse affatto? Non potrei sopportare un suo rifiuto!”

“ Una volta mia madre mi disse una cosa, anche allora stavamo sedute ai piedi del Go-Shiboku. Mi disse che qualunque cosa avrei fatto, qualunque decisione avrei preso era sempre meglio vivere di rimorsi che di rimpianti. Nel tuo caso devi confessare ciò che provi a Miroku, se non contraccambiasse i tuoi sentimenti potrai sempre dire a te stessa di averci provato. Se ti limiti a chiuderti nel tuo guscio e a soffrire in silenzio come puoi pretendere che Miroku indovini i tuoi pensieri? Per lo meno sei sicura di aver fatto la cosa giusta, indipendentemente dal finale che avrà essa. In quanto alla tua paura, può essere comprensibile, ma va affrontata. Dopo che avrai reagito tutto sarà più facile vedrai.”

Sango si asciugò le lacrime e abbracciò l’amica accanto a lei, mormorando un lieve ‘grazie’.

 

**

 

Alcuni monaci si erano ritirati nelle rispettive dimore, ora a governare il fuoco c’era solamente un gruppo di cinque giovani bonzi. In tutto quel tempo Inuyasha era rimasto in silenzio accanto al bonzo e aveva preso ad osservare la figlia che mangiava tranquilla una fetta di anguria accanto a lui.

Da parte sua il sacerdote era rimasto seduto, lanciando a volte delle direttive al gruppo di bonzi rimasti.

“ Immagino che tu sia contento di sapere la collocazione dello Shikon…”

“ Certo, e presto lo troverò!”

“ Spero solo che non te lo farai soffiare da sotto il naso come quella volta.”

“ COME fai a sapere di questo?”

“ Sono un sacerdote e so tutto di tutti…”

“ Questa non è una risposta!”

“ Prendila come ti pare… ma sono sicuro che se lo sapesse la venerabile Kagome ci rimarrebbe proprio male.”

Con uno scatto di rabbia Inuyasha afferrò il monaco strattonandogli il kimono, ma Huyu rimase indifferente alla reazione del mezzo demone, anzi con tutta risposta gli sorrise. “ Non agitarti, non sarò certo io a rivelarglielo… credo che prima o poi dovrai farlo tu.”

Inuyasha lasciò andare scocciato Huyu e riprese la posizione iniziale.

“ Kuroi si è spostato con il suo seguito… se prenderete la direzione che vi ho detto lo incontrerai presto Inuyasha.”

“ Conosci anche lui?”

“ Una volta ci combattei per difendere il villaggio, ma non uccise nessuno… evidentemente non eravamo noi ciò che lui cercava.”

“ Non vedo l’ora di mettergli le mani addosso a quel lurido bastardo! “

“ Calma la tua ira e soprattutto non affrettare le cose. La vendetta è un piatto che va gustato con calma, non lo sapevi ragazzo mio?”

“ Sai che inizi ad essermi simpatico?”

“ Bene. A proposito, fra poco acquisterai sembianze umane… conviene che troviate un posto sicuro dove attendere la fine della tua trasformazione.”

“ Non ti chiedo nemmeno come fai a saperlo… mi risponderesti che sei una sacerdote.”

“ Perspicace. Ma dimmi quella è tua figlia?”

Inuyasha osservò Kaeru e di controvoglia disse “ Si.”

“ Assomiglia molto alla madre. La tua amata è molto bella.”

“ Io NON amo affatto Kagome! È stata lei ad avermi tradito!”

“ Oh, ma ti sbagli, lei non ti ha fatto proprio nulla.”

“ Che intendi dire? Mi ha portato via lo Shikon!”

“ Non è stata certo lei, ti sei fatto proprio fregare come un bambino. Comunque non voglio certo anticiparti niente, lo scoprirai da solo. Che ne dici se vai a cercare Sango e Kagome-sama? Io rimango qui con tua figlia.”

Inuyasha non rispose al sacerdote, prese a camminare nella direzione delle due donne, con in testa le ultime parole di Huyu.

Kagome non lo aveva tradito?

Vide in lontananza le due donne e come un ombra si nascose dietro la quercia sulla quale si erano sedute.

 

**

 

“ Ora però tocca a te confessarti Kagome-chan.”

“ Come scusa?” Kagome guardò stupita l’amica mentre un po’ di rosso iniziava a colorarle le guance.

“ Hai capito benissimo! Possibile che tu non ti sia innamorata di nessun’altro dopo Inuyasha?” La donna rimase in silenzio, attendendo trepidante una risposta dell’amica accanto a lei.

“ Credevo, ma alla fine mi ero accorta di non provare niente. Kaeru era già nata.” Kagome sospirò, ma riprese a raccontare a Sango. “ Si chiamava Hojo, cioè si chiama… frequentava la mia stessa scuola anche se era di una classe differente. Quando venivo nel Sengoku Jidai mio nonno era costretto a raccontargli un sacco di bugie inventando anche malattie che non esistono… Credo di non aver provato una vergogna simile. Sono uscita con lui qualche volta, quando non cercavo la Sfera, ma non abbiamo mai portato a termine un appuntamento.”

“ Inuyasha l’ ha mai visto?”

“ Forse una volta… ma non disse mai niente ed io evitavo di far cadere il discorso su di lui. Quando nacque Kaeru si ripresentò e confessò chiaramente i suoi sentimenti… ero felice al pensiero che Kaeru potesse avere un padre, per giunta umano, così cedetti. Un giorno stava per baciarmi, ma sul più bello mormorai il nome di Inuyasha e da allora mi accorsi che il mio non era amore… forse è anche per questo che odio Inuyasha, mi ha sfumato una proposta di matrimonio!”

“ Non posso crederci! Pensavi ancora ad Inuyasha?”

“ Ammetto di sì. Però zitta! Se lo venisse a sapere mi prenderebbe continuamente in giro.”

“ Tranquilla!”

Inuyasha saltò agilmente lontano dalla quercia per dare l’impressione di giungere proprio in quel momento. La prima a vederlo fu Sango, che messasi presto in piedi, salutò Kagome.

“ Ma scusa dove vai?”

“ Torno al villaggio…”

“ Vengo anch’io allora.”

“ No tu rimani seduta ancora per un po’, va bene? Buonanotte Kagome-chan e grazie ancora!”

“ Ma…”

Si alzò osservando l’amica che spariva nell’oscurità della notte. Intravide poi un bagliore argentato e presto capì il motivo della fuga di Sango.

“ Sei tu Inuyasha?”

“ Sì.”

Inuyasha si sedette proprio nel punto in cui stava Sango precedentemente.

“ Hai parlato con Huyu, vero? Che ti ha detto?”

“ Niente di speciale.”

Oh, ma ti sbagli lei non ti ha fatto proprio nulla…

“ Davvero? Non so perché, ma ho la sensazione che lui sappia molto di noi.”

“ Non è una sensazione Kagome.”

“ Lo immaginavo!”

“ Comunque ho sentito tutto.”

“ Come? “

“ Quello che hai raccontato a Sango. “

“ MA ALLORA CI STAVI SPIANDO?!”

“ Sì… cioè no… forse… io!”

“ Ecco lo sapevo… Allora visto che hai sentito, cosa hai da dire?”

“ Io assolutamente niente.”

“ Meglio così…”

“ Senti Kagome, io volevo parlarti di una cosa…”

“ Ah, guarda Inuyasha! Guarda che belle! Una distesa di lucciole!”

Nell’oscurità di quella notte tutti i frutteti erano invasi da una miriade di piccole fiammelle galleggianti che si spostavano lentamente nell’aria sottostante. Anche se la luna era di una debole luce, erano proprio le lucciole con il loro piccolo bagliore che sembravano illuminare il mondo intero. Vederle in quel momento fu uno spettacolo emozionante per Kagome, oramai abituata allo strazio della sua città.

“ Per favore Inuyasha, evitiamo di parlare dei ricordi… stasera proprio non me la sento. Una parola di troppo e potrei rovinarmi la giornata.”

“ Come vuoi.”

E continuarono a guardare le lucciole dall’alto di quella collina, che in quel momento stava assistendo a un fenomeno naturale di rara bellezza.

 

**

 

Appena Sango raggiunse la piazza notò che il sacerdote era a sedere con la piccola Kaeru in grembo. Fece un passo avanti che subito Huyu si voltò nella sua direzione osservandola mentre la cacciatrice lo raggiungeva.

“ Venerabile Huyu, Inuyasha l’ ha abbandonata?”

“ Inuyasha è nel luogo con la persona che gli spetta…”

“ Sono felice che la pensi esattamente come me.” Sango rise leggermente, sedendo accanto al monaco e prendendo la bambina in braccio al suo posto.

“ Tu vuoi farmi una domanda, vero Sango?”

“ Sì, e sono più sollevata sapendo che lei era a conoscenza del mio intento.”

“ Nonostante sappia molto di voi, la domanda che ti preme è a me del tutto sconosciuta… sarei lieto di aiutarti in qualche modo.”

“ Quando siamo arrivati al villaggio abbiamo incontrato un monaco che si recava nella direzione opposta alla nostra.”

“ Ho capito, il vecchio Jinsei… è partito proprio il giorno del vostro arrivo.”

“ Non so se sia veramente lui, so solo che mi ha fatto una strana allusione… ha detto che qualcuno sarebbe stato felice di rivedermi e a questo proposito nasce la mia domanda. È vissuto qui un certo Miroku?”

“ Miroku?”

“ Sì…”

“ Mia cara, Miroku è uno dei nostri compagni più fedeli. “

“ Dice davvero?”

“ Certo, e inoltre è sempre qui nel villaggio.”

“ Sa dove posso trovarlo?” Sango si era fatta molto ansiosa e il cuore non cessava di batterle dentro il petto.

“ Sono sicuro che lei saprà trovarlo perfettamente.”

Dal tono di voce assunto dal monaco, Sango capì che la conversazione era conclusa. Non insistette più di tanto, si alzò frettolosamente guardandosi intorno altrettanto velocemente. Scomparì come inghiottita dall’oscurità di quella notte, che ancora una volta sarebbe stata protagonista di un evento caro alla giovane donna.

  
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