Eccomi, eccomi! So che quasi non credete ai vostri
occhi, maaa... Sì, sto aggiornando,
finalmente!*esulta*
Come ho promesso nell'introduzione alle ultime due shot, ho sospeso qualunque altra cosa per finire questo
capitolo!
E' stata dura, a un bel punto mi sono anche incastrata
su una scena, maaa... Eccolo qui,per voi. Mi attardo
un momento a rispondere ai (tanti!*O*) commenti allo scorso capitolo, che siete
lettrici speciali e ve lo
meritate!<3
Perchè, come ho già detto, se questa fic
- con mio grande, grande, grande orgoglio - è stata inserita tra le storie scelte di EFP come unica
di questa sezione, è anche merito vostro!<3
coco2: eeeh. la situazione fra Coco
r i nostri due baldi giovani si sta facendo spinosa e complicata...! Che Coco
debba parlare con Joe è ovvio, quando, come e cosa gli dirà, lo vedrete presto.
Abbiate fede.^w^ Tante cose devono ancora accadere.
mitber: non credo
di poter esaudire la tua richiesta xD, ma la fantasia
può tutto, no? Let's Imagine.x3
jeeeeee: essì, li ho visti anche io dal vero, a Novembre, dalla
prima fila per di più. E Kev è uno spettacolo!*O* Se
poi sia lui destinato a stare con Gabrielle, ancora non lo posso dire.xD Lo scopriremo solo leggendo.
simba: una delle
mie fedelissime, i tuoi commenti mi lusingano sempre moltissimo e mi riempiono,
letteralmente, di voglia di scrivere, sai?<3 Non ti preoccupare, continuo a
scrivere e prima o poi soddisferò anche la tua curiosità!
_Princess_: i tuoi commenti sono sempre fonte di grande orgoglio,
per me. *___* Sapere che una scrittrice del tuo livello mi legge e mi apprezza
è veramente un balsamo. E' più che chiaro che sei Koco
convinta e, beh, su un po' di cose concordo con te, anche se il mio cuore è
diviso metà per coppia!<3
NoLineOnTheOrizon: una nuova lettrice!*___* Tu non immagini che salti ho
fatto, nel trovare e leggere il tuo commento. Mi fa sempre felice, sapere che
qualcuno in più si appassiona a tal punto a questa umile storia.*w* Io scrivo
per donare emozione, perciò non c'è ringraziamento migliore che leggere
commenti come il tuo. Spero diventerai una presenza fissa.Un
bacio!=*
Titty90: un'altra "non proprio new
entry". *__* La cerchia delle fedelissime si allarga e io sguazzo nella
contentezza!*O* Direi che abbiamo avuto modo di parlare ampiamente e ti sei già
anche beccata delle chicche, perciò... Mi limito a dirti grazie, benvenuta e
buona lettura del capitolo, cara la mia Mary!<3
Ele: e questo è
il graditissimo ritorno!*____* Rivedere il tuo nome fra i commenti è
bellissimo, credimi. Felice che tu sia tornata in questi lidi, cara la mia
donna del backstage.<3 Ti scriverò presto una mail, che siamo ancora in
debito di una cioccolata in centro. Anche perchè
presto dovrò passare al poli in vista della laurea!=* Uh, grazie del commento,
lo amo.<3
'more: ok, non ti spaventare per quello che leggerai. Sappi
che è colpa dei Joco se ho dovuto far evolvere le
cose in questo modo per Monique, ma... Intanto non
tutto è scritto.*ridacchia* Soprattutto la tua Chrimon
che è lì in quasi dirittura d'arrivo, soprattutto dopo aver finalmente scritto
questo capitolo!=D Grazie del commento, non sarebbe
lo stesso, senza il tuo.
3: aw. Ma regalo migliore non
poteva esserci. (E prometto che ora penserò anche al tuo, in ritardissimissimo!ç_ç *si frusta*) Come sempre i tuoi
commenti sono delle piccole perle, irrinunciabili!<3 Coco che vuol dormire
con tutti i Jonas... E dalle torto!*w* E intanto la quiete è destinata a durare
pochino, come sospettavi, ma non è Annabelle che
scuote le cose, stavolta. Leggi e vedrai.*ridacchia*
E con questo, dovrebbe essere tutto!^O^
Ah, visto che ci metto tanto e siete sempre curiose di
sapere quando arriverà l'agognato
aggiornamento... Ho un twitter: So_Inseparable(al momento, ma se
cambia trovate quello aggiornato nel mio profilo!^O^). Lì scrivo se e
quando sto scrivendo e posterò ed è sempre
aggiornato. Followate pure e saprete quando il
capitolo o qualsiasi altra shot stanno per arrivare!=D
E ora vi lascio leggere, sul serio! Alla prossima,
giuro, non fra due mesi!=*
- Capitolo 26° -
{ Hear
me when I say, when I say "I believe.".
Nothing's gonna change, nothing's gonna
change destiny...
Whatever's meant to be, will work out perfectly. }
Keep Holding On – Avril Lavigne
- Comincia a piacermi questa cosa dell’usare i vostri vestiti…! - Sorrise Coco, entrando in cucina per mano a
Nick. Ai suoi lobi brillavano le piccole sfere di vetro trasparente. - Quasi quasi preferirei
non riavere la valigia. - Soffiò, ravviandosi una ciocca di capelli dietro
l'orecchio.
Arrotolò ancora una volta la manica della camicia scozzese di Joe,
facendo sì che non le nascondesse completamente la mano e la sbottonò
leggermente, lasciando intravedere la cannottiera di
cotone bianco al di sotto. Sfiorò la stoffa colorata del colletto,
strofinandoci appena contro il naso. Profumava
di lui.
- Sono d'accordo. - Replicò il diretto proprietario, avvicinandosi
a posarle un bacio sulle labbra socchiuse. - Ti sta bene la mia camicia... Mi
piace da pazzi vedertela addosso. - Continuò, accarezzandole la schiena sopra
il tessuto leggero. Poi si fece da parte, lasciandole lo spazio per sedersi al
tavolo.
- Che ore sono? - Domandò, pescando un paio di biscotti nel
barattolo di latta abbandonato sul piano laccato. Ne passò uno a Nick, che
sparì con un sorrisino oltre la porta scorrevole e inzuppò l'altro nella tazza
di caffè che Kevin le poggiò davanti.
- Cinque e mezza. - Sbadiglio il maggiore dei fratelli,
stiracchiando le braccia con un sospiro soddisfatto.
- Mmmh... Non avrò mai tempo di fare
tutto! - Riflettè, arricciando il naso.
- Tutto cosa? - Ridacchiò Joe, allegro come un bambino la mattina di
Natale. Gabrielle gli fece cenno di avvicinarsi, abbracciandolo quando le fu
accanto anche se, così seduta, sembrava ancora più microscopica confronto a
lui.
- Guardare un po' meglio le foto che ho fatto ieri, stare con voi,
godermi casa mia, stare con voi...
L'ho già detto "stare con voi"? - Ripetè,
ridendo. Gli posò un bacio all'altezza del cuore, attraverso la t-shirt prima
di alzare lo sguardo e fonderlo nel suo. Il suono del pianoforte si insinuò fra
loro, morbido come una carezza.
Sia Kevin che Joseph sussultarono e in risposta ad un riflesso
incondizionato, fissarono Coco come aspettandosi di vederla scappare da un
momento all'altro. Lei strinse forte il bordo del tavolo, fissando la porta con
un pizzico di apprensione, prima di alzarsi con uno scatto deciso.
Recuperò la sua tazza ancora mezza piena e si avviò in fretta verso
il salotto. Bevve un sorso di caffè bollente, scottandosi appena le labbra
mentre si avvicinava al piano e strizzò il manico di ceramica rossa fra le
dita, cercando di soffocare l'impulso irrefrenabile di scappare a gambe levate.
Poi osservò le mani di Nick scivolare veloci sui tasti bianchi e neri, cercando
di razionalizzare. Ripetendosi che non c'era nulla di più assurdo dell'avere
paura di un suono così puro.
- Coco...! - La voce squillante del piccolo la riportò alla realtà.
Gli sorrise timidamente, accomodandosi sullo sgabello imbottito, accanto a lui.
Rapido e silenzioso, Nicholas le sfilò la tazza dalle mani, poggiandola sul
coperchio lucido del pianoforte prima di stringerla nuovamente fra le
braccia.
- Nick. - Soffiò, aggrappandosi alle sue spalle. - Non smettere...!
Suona qualcosa per me. -
- Suonare. - Ripetè lui, incerto. - Una
canzone? Sei sicura che non sia troppo, tutto in una volta? - Gabrielle si
allontanò, scuotendo appena il capo.
- No. - Sorrise. - Voglio ascoltarti. -
- Coco non l'ha mai sentita...! - Alzarono lo sguardo in
simultanea, fissandolo in quello di Joe, che aveva ascoltato il loro discorso
ed ora stava fermo sulla soglia della porta scorrevole insieme a Kevin. - Penso
che tu debba suonargliela. -
Nicholas annuì appena, inarcando impercettibilmente le sopracciglia
in un'espressione corrucciata. Poi lasciò scivolare le dita sui tasti,
rincorrendo gli accordi giusti. Guardò Gabrielle, senza smettere di suonare.
- E' molto... importante, per
me. - Spiegò. - Questa canzone, suonarla per te. - Non aveva bisogno di domandarsi se l'avesse capito. Lei
annuì, accarezzandogli rapidamente la guancia col dorso della mano.
"Got
the news today, doctor said I have to stay...
A little bit longer
and I'll be fine."
La voce leggera e profonda di Nick scivolò sulla pelle
di Coco come un lungo brivido. Stringendole impietosamente lo stomaco ed impedendole
di prendere fiato fino in fondo. Trattenne appena il respiro, osservando la sua
espressione concentrata attraverso le lunghe ciglia scure.
" When I thought it'd all be done, when I thought it'd all been said...
A
little bit longer and I'll be fine."
Alzò di scatto lo sguardo su Joe, andando a cercare una
sorta di spiegazione nei suoi occhi, ma vi trovò solamente una compitezza e una
tranquillità decisamente inusuali per lui. Osservò la sua spalla adagiarsi di
più contro lo stipite della porta, come ad ancorarsi a quell'unico punto
d'appoggio... Poi strinse i pugni, tirando appena la stoffa scozzese della
camicia e tornò a fissare attentamente il piccolo.
"But you don't know what you got, 'til it's gone.
And you don't know what it's like to feel so low.
And every time you smile - you laugh - you glow...
You don't even know, know, know.
You don't even
know."
Era come se, ad ogni nota - con ogni singola parola -
Nicholas le stesse strappando un pezzo d'anima. Ma non con violenza o dolore.
La rapiva. Il suono leggermente
strozzato della sua voce riusciva ad incatenarsi a lei fin troppo
profondamente. Si strinse nelle braccia, continuando ad ascoltarlo col fiato
corto e la precisa consapevolezza che, in quella occasione, non avrebbe versato
alcuna lacrima.
"All
this time goes by, still no reason why...
A little bit longer and I’ll be fine.
Waitin’ on a cure, but none of them are sure.
A little bit longer and I’ll be fine."
Si spinse un po' più avanti sullo sgabello, piegando appena una
gamba sotto l'altra. Spingendosi inconsciamente un po' più verso di lui. Nick
esitò un momento, lasciandole intendere che in quel punto - solitamente - ci sarebbe stato
qualcos'altro... Probabilmente diverso dalla sequenza di accordi che aveva deciso
di metterci e che rendeva quell'esecuzione assolutamente unica. Per lei.
- Qui, in realtà, c'è l'assolo di Kev e
Joe. - Soffiò lui, quasi le avesse letto nel pensiero.
"And you don't
know what you got, 'til it's gone.
Don't know what it's like to feel so low.
And every time you smile - you laugh - you glow...
You dont even know, know. Know.
So I'll wait 'til kingdom come,
all the highs and lows are gone...
A little bit longer and I'll be fine.
I'll be... fine."
L'ultima parola scivolò sulle labbra morbide del piccolo, appena
prima che l'eco dell'accordo conclusivo si spegnesse contro il soffitto
intonacato. Alzò timidamente lo sguardo su Gabrielle che lo guardava, in
silenzio... Si sarebbe aspettato di vedere la sua guancia pallida inumidirsi,
invece fu sulla propria pelle che avvertì la sensazione inconfondibile di una
lacrima che si tuffava all'angolo della bocca. Trattenne appena il fiato, nel
sentire la mano fredda di lei spazzarla via ed esitare contro la sua pelle.
- Nicholas...! - Mormorò, poggiando la fronte a quella di lui. -
E'... -
- Mi sembrava giusto, fartela sentire. Anche se è passato quasi un
anno, da che l'ho scritta. - Replicò Nick, con decisione. Sorrise, avvertendo
le dita di Coco scivolare sulla sua bocca. - Magari ti avrò anche fatto
scappare la voglia di suonare una volta per tutte, eh...? - Ridacchiò.
- Al contrario. -
Arricciò il naso. - Sei indescrivibile, piccolo. Fai quasi paura, ma mi dai un
coraggio...! -
Accennando un sorriso, Nick inclinò leggermente il capo e senza
staccarsi da lei, poggiò le labbra, a stampo, per metà sulle sue. Gabrielle sbattè gli occhi, sorridendo a sua volta - quando si
allontanò da lui - di quel gesto impulsivo, inaspettato ma anche assolutamente capito, per quel che la riguardava.
- EHI! - Joe calò una mano sulla spalla di suo fratello minore,
tirandolo bruscamente all'indietro. - Beh... E allora? - Borbottò, scurendo la
propria espressione.
Nicholas si liberò della presa, fissando il fratello con aria
posata e senza sentirsi in dovere di dare spiegazioni. Fu Coco a stringere la
mano di Joseph, rassicurandolo. Gli accarezzò il palmo teso con le dita,
spingendolo a rilassare i muscoli ancora contratti.
- Amore...! - Soffiò, guardandolo dritto negli occhi. Inarcò appena
le sopracciglia, lasciando che fosse la sua espressione a parlare per lei. Joe
non aveva motivo di sospettare quel bacio.
Gabrielle si alzò di slancio, poggiando le mani sulle guancie
appena ruvide di barba invisibile e si spinse appena in avanti per arrivare a
poggiare le labbra su quelle disegnate di lui. Lo baciò. E lo baciò in modo che
qualunque dubbio avesse potuto anche solo pensare di insinuarsi nella sua
mente, svanisse come neve al sole. Quel timido sfiorarsi di labbra fra lei e
Nick, al contrario, non celava alcuna attrazione nascosta. Era divenuto, in
quel momento - per caso, lo sarebbe stato ancora, probabilmente - solo il modo
più semplice e diretto di esprimere l'amore, la dolcezza e il rispetto che si
suscitavano l'un l'altra.
°°°
- Cosa
combini..? - Sorrise Joe, sedendosi accanto al basso tavolino di ciliegio.
Lasciò scivolare le gambe sotto al piano - come aveva fatto Coco
poco prima - e prese a frugare distrattamente nel mucchio di fotografie che lei
aveva sparso tutto intorno. C'erano gli angoli di Parigi che lei aveva
minuziosamente ritratto il giorno prima... E poi loro. C'erano tantissime
immagini sue e dei suoi fratelli. Molte più di quante gliene aveva viste
scattare, a dirla tutta. Sollevò un quasi primo piano di Nick, sviluppato in
bianco e nero: lo sguardo non era rivolto in camera, puntava appena verso
l'alto come stesse inseguendo qualcosa al di sopra dell'inquadratura. E lui
sorrideva apertamente, in modo molto naturale.
- Quando le hai fatte...? - Soffiò, colpito.
- Queste sono tutte di ieri. - Spiegò, arrossendo
impercettibilmente. - Ma ve le ho fatte di nascosto, per questo non le
ricordi... Invece queste altre le ho "rubate"
mentre eravate sul set. - Concluse, indicando un'altra busta.
- Siamo sempre... noi? - Continuò, sfogliandole.
- Siete il mio soggetto preferito, Joe. Ovunque guardi, qualsiasi
cosa inquadri, vedo voi. Nel cielo limpido vedo il sorriso di Nick, un prato mi
ricorderebbe subito gli occhi di Kevin... Ed ogni singolo riflesso mi
restituisce il tuo viso. - Sospirò, mordendosi nervosamente il labbro.
Joseph la guardò, sgranando ancor di più i suoi occhi color
zucchero bruciato mentre le ultime parole ancora gli scivolavano addosso.
Strinse le sue spalle minute, premendosela contro con tanta foga, che quasi
rischiarono di franare entrambi sul pavimento freddo.
- Piano. - Ridacchiò Coco, sfilando le gambe da sotto il tavolo per
acciambellarsi meglio contro di lui.
- Non puoi dirmi certe cose e pretendere che me ne stia fermo e
buono...! - Replicò Joe, chinandosi a sfiorarle il collo con un bacio. - Coco,
cavolo, sembra quasi che tu non ti renda conto. - Borbottò poi. - Ti farò
vedere una cosa. -
La lasciò andare e scattò in piedi, correndo velocemente verso la
camera. Tornò poco dopo, stringendo una
scatola di cartone con gli angoli leggermente sbeccati. La allungò a Gabrielle,
sedendosi nuovamente accanto a lei, mentre lasciava che la aprisse. Coco si
ritrovò fra le mani un mazzo di polaroid,
fissate con un elastico blu.
Ce n'erano altri tre o quattro, sul fondo, ma la sua attenzione
venne calamitata immediatamente da quello che si trovava in cima e la cui prima
immagine ritraeva proprio lei: china su un libro dalla copertina logora,le gambe
incrociate su una panchina di legno e l'espressione attenta, divoratrice di
quelle pagine scritte.
- Cosa sono? - Mormorò, fissandolo con crescente imbarazzo. Sfogliò
febbrilmente il mazzo, trovandosi in ogni singolo scatto che le passava davanti
agli occhi. - Le hai fatte tu? -
Sussultò bruscamente, nel vederlo annuire convinto. Vergognandosi
alla sola idea di quanto tempo lui potesse aver passato ad osservarla di
nascosto, per catturare quegli attimi... Ce ne erano alcune che, a giudicare
dalla data scarabocchiata sul bordo bianco, risalivano addirittura ai
primissimi giorni di convivenza.
- Ho una vecchia polaroid. - Prese a spiegare Joseph, osservando
un'immagine di lei presa a guardare le acque placide della Senna. - Con cui mi
piace fotografare ciò che mi colpisce,
in ogni posto in cui vado... Per conservarne il ricordo. - Prese le foto che
lei stringeva fra le dita nervose, risistemandole ordinatamente l'una
sull'altra. - Questa... - Indicò il mazzo. - E' Parigi. -
- Sono io, solo io. - Replicò lei, confusa. Joe richiuse la
scatola, lasciando che un tenero sorriso affiorasse alle sue labbra.
- Appunto,
Gabrielle. - Sussurrò, chinandosi a sfiorarle la fronte con un bacio. - Appunto. -
- Joe...! -
Singhiozzò lei, non appena si rese conto di cosa le stava realmente dicendo. Si
strinse contro di lui, spingendolo a rilassare la schiena contro al divano,
prima di sistemarsi a cavalcioni sulle sue gambe.
Lo senti sorridere contro la propria bocca, mentre le sue mani
salivano - rapide e delicate - a sganciare la molletta con cui aveva fermato i
capelli. Avvertì i boccoli caderle lungo le spalle e le dita di Joe scivolarci
morbidamente in mezzo, per poi tornare sui suoi fianchi, sotto la camicia a
quadri. Quando le labbra di lui trovarono il suo collo niveo, la manica che
scivolava lungo il braccio, scoprendole pericolosamente la spalla e la porta di
ingresso che si apriva vennero percepite dalla sua mente come qualcosa di molto
lontano e indistinto. Troppo.
- Alla faccia del "bentornata",
"benirmasta"
o quel che sia...! - Ridacchiò Monique, tenendo Luciàne appena un passo dietro di lei in modo che non
vedesse proprio tutto.
Coco avvampò, allontanandosi immediatamente da Joe che soffocò una
risatina e al contempo, un verso appena scocciato, per essere stato interrotto
così bruscamente. Osservò Monmon per qualche momento
e poi sorrise alla bambina, che lo fissava sbirciando di nascosto da dietro la
schiena della madre.
- Lascia perdere...! - Sibilò Gabrielle, cercando di tornare a
respirare regolarmente. - Piuttosto, cosa fai tu qui a quest'ora? - Indagò, insospettendosi maggiormente nel
notare le guancie arrossate e gli occhi umidi della sorella. - E' successo
qualcosa? -
- Ah, beh...! - Abbozzò l'altra, perdendo improvvisamente sicurezza.
- Sì, ecco, sono venuta proprio per questo. -
Accarezzò i capelli di Lulù, cercando di prendere tempo nel
tentativo di trovare le parole adatte. Posto che, probabilmente, non ne
esistevano affatto. Fece sedere la bambina sul divano, nonostante le proteste e
le occhiatacce che quest'ultima rifilava a Joe, poi, sospirando, prese posto
accanto a lei, subito imitata da Coco e dal ragazzo. Nicholas e Kevin
arrivarono poco dopo, richiamati in salotto dall'insolito vociare, salutarono e
presero posto in quella specie di tavola
rotonda improvvisata, leggermente tesi, ma senza fare ancora alcuna
domanda.
- Si tratta ancora... della mamma? - Esordì Coco, sputando quasi le
parole che diedero voce al grande timore di tutti. Kevin, che le sedeva
accanto, strinse immediatamente la sua mano con la propria.
- No, per quanto in un certo senso lei abbia a che fare con tutto
questo. - Nonostante la risposta rassicurante, negli occhi scuri di Monique era ancora palpabile quella traccia di ansia
febbrile. Guardò la sorella, stirando appena le labbra in una piccola smorfia.
- Mi sposo. - Sussurrò,
leggermente contrita. I volti dei tre ragazzi si rilassarono improvvisamente,
solo Gabrielle rimase tesa nella sua aria corrucciata.
- Ti sposi? - Ripetè, asciutta. - Perchè? -
Monmon
sbuffò, torturandosi le mani in grembo, visibilmente infastidita da una domanda
che si aspettava almeno al trecento per cento. Osservò rapidamente la figlia,
che sembrava concentrata solo ed esclusivamente sui tre sconosciuti che tutto
ad un tratto, nel suo quadro mentale, avevano invaso la sua vecchia casa. Poi
tornò a guardare avanti a sè.
- Geràrd vuole chiedere l'affidamento di
Lulù. - Dichiarò, decisa. - Ma, per ottenerlo... -
- Dovete essere marito e moglie. - Concluse Coco per lei. Monique annuì lentamente. - E tu sei disposta a farlo?
Senza remore? -
La maggiore distolse lo sguardo, sempre più disturbata da tutte
quelle domande. Arricciò il naso, tamburellando nervosamente a terra il piede,
fasciato da un elegante stivaletto scamosciato. Il tacco batteva ritmico sulle
piastrelle, mentre meditava una risposta sensata.
- Mi sembra la cosa più saggia. - Esalò. - Lui è una buona persona,
vuole molto bene sia a me che alla mia bambina e può garantirci un futuro... So
che sarà un buon padre. -
- Sono certa anche io che Gerry è
meraviglioso, Monmon...! Ma tu... - Si interruppe,
esasperata.
- LO SO. - Ruggì, sbattendo un pugno chiuso sul cuscino accanto a sè. - Cosa credi, che sia facile? - Si morse il labbro,
tornando ad un tono di voce più quieto, che non spaventasse la sua bambina.
- Tu sei uno spirito libero, sei la persona più indipendente che io abbia mai
conosciuto. - Mormorò Gabrielle, sentendo gli occhi farsi umidi. - Non sei il
tipo da matrimonio. Così è come metterti in gabbia...! Soffrirai. - Si guardarono silenziosamente per qualche momento, poi
la maggiore abbassò gli occhi, assurdamente remissiva.
Come a voler dire che, sì, sapeva perfettamente a cosa
stava andando incontro. "Soffrirai." Quella di sua sorella non era una
domanda, ma la constatazione di un dato di fatto. Sarebbe andata così e
comunque, Geràrd non aveva nessuna colpa se non
quella di avere un cuore troppo grande e razionale per lei.
- E' arrivato il momento delle responsabilità,
sorellina. Di mettere Luciàne e il suo bene al primo
posto. - Decretò.
- Smettila...! - Sussurrò Coco, sentendo la prima
lacrima spingere contro le ciglia scure.
- No, piccola mia, smettila tu. - Sorrise Monique, stringendole le mani ghiacciate nelle proprie. -
Non crucciarti inutilmente, andrà tutto bene. E se vuoi farmi contenta, aiutami
a convincermi che questo matrimonio è una cosa bella e non una disgrazia
irreparabile. -
Gabrielle la guardò, osservando la sua espressione un
po' più rilassata e strinse appena le labbra, prima di annuire senza troppa
convinzione.
- Bene. Ti ringrazio. - Soffiò, addolcendo la voce. - E
ora... Ti servirà un vestito. - Ridacchiò, improvvisamente divertita davanti
all'espressione scioccata della sorellina. - Almeno la soddisfazione di vederti
senza pantaloni, me la voglio togliere. Sfrutto l'occasione...! -
- Ti odio...! - Borbottò Coco, sfregandosi gli occhi
umidi. Avrebbe voluto ribattere qualcos'altro, ma non fece in tempo.
Joe la strinse fra le braccia, spingendola ad
appoggiare completamente la schiena contro il proprio petto. Le schioccò un
bacio sulla guancia, prima di rivolgersi a Monique
con un sorriso genuino.
- Mi sembra un'ottima idea...! - Gongolò. - Faremo il
possibile per esaudire il tuo desiderio. Dove si compra un bel vestito, da
queste parti? - Monmon soffocò una risata, mentre
l'altra avvampava vistosamente e subito dopo assumeva un'aria quasi
terrorizzata.
- A Parigi? - Esclamò, con un sorriso solenne. - Ma ai
"LaFayette", è ovvio. -